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Raccolta di poesie di Federico Federici
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

(altri rilievi, non prove)

Che parola mise sulle tracce,

o che parole erano le tracce?

Chi parlò,

                senza coprirsi di silenzio?

Le radici, i fili, i rami,

dure dita di insepolti,

non trattengono le frane.

Non ha ossa il bosco.

Non c'è luogo nel paesaggio,

strada o varco: solo buchi

nella polvere dei gechi,

solo fischi dietro ortiche

e sterpi: aria o serpi?

Ogni tanto a una spari,

per vedere se sia viva

o ha forma, se esca fuoco

o sangue. Mentre salta

ancora da quel colpo colta

in testa, pensi: siamo tutti

serpi? 

 

Testo estratto dal libro

Mrogn, Zona Editrice 2017

ISBN: 978-8864387024

Premio Elio Pagliarani 2016

 

Dalla premessa al libro: 

 

 

Indagini e sopralluoghi sono stati condotti lungo il sentiero delle Terre Alte, nei pressi del colle Mrogn, nei giorni della Candelora dell'anno *.

 

Non è stato possibile giungere oltre l'evidenza dei fatti.

 

I reperti (pezzi di roccia, cortecce incise, piume, peluria e schegge d'osso), i rilievi (foto, tracciati, filmati), il sonoro (spifferi d'aria, fischi di serpi, legna spaccata e parlate in dialetto) sono oggi archiviati al museo contadino di *. Qualcuno ogni tanto li studia.

 

La gente del luogo, arrivando l'inverno, ha paura.

 

L'uomo è sepolto nel bosco. Il bosco nell'uomo.

 

Mrogn, 7 ottobre 2012

 

*

Elva, borgata Comba (alla memoria di Piero Raina)

Laisa fraire la terro di paire

scapa fraire da la terro di mort.

 

È un paese ormai

spopolato: gli assenti

sepolti nel campo,

gli aratri coperti

dall'erba nei solchi.

Nessuno più guida

le bestie, nessuno

è custode di un fiore.

Tre semi per buco

una volta, un corpo

soltanto a ogni croce.

La neve confonde

le fosse, le vere

e le false, il freddo

le ossa, le vive

e le morte. Il gelo

fa crepe nei vetri

e sgretola i volti

nei tondi. Qualcuno

ha lasciato all'inverno

anche il nome.

Il tronco che sporge

di sbieco dal muro

ripete la forma,

di qualche saetta

che l'ha mutilato,

la folgore nera

sbucata dal cielo

per ardere in terra.

Che stretta nel petto

sentirle suonare

a distesa da un altro

paese! Il tempo,

toccato da quelle

campane, si desta

e scompare.

Chi corre a preghiera

sa che non c'è Santo,

o Madonna che tenga,

finché siamo vivi,

la morte a distanza,

l'eterna! Riprende

a cadere la neve.

La terra rimescola

i sassi, le ossa. 

 

________________________

da Stanze dei non risorti in

Dunkelwort (e altre poesie) 

ISBN: 978-1326223373

2015

 

*

il rovescio a parola (lůmina, n.12)

eppure ti scrivo

parola a venire

t'invito nel tuo futuro

che non porti altrove,

troppo sarebbe averti

per nome

 

qui sono i giorni

di ogni altra attesa

parola staccata

mutilazione terrestre

escrescenza del tempo

che accosta e compone

le parti, nostre disinteressate

morti di spirito

 

vera o non vera per poco

indico te a me stesso

identica, identico io

dentro te imperturbato

combacio, mi do nome,

compiaccio di scriverti

dentro. taciuta taci, ricevo

la grazia sul labbro,

conservo il tuo fossile

senso tra le pietre degli occhi,

santifico a guardarti

il tuo silenzio