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Raccolta di poesie di Franco Bonvini
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Non c’è parola

Forse questo foglio doveva restare vergine
ora, a vederlo, è pieno di schizzi e macchie
e segni inutili
non c'è una parola che ti possa portare qui
che ti strappi dal sogno che incanta
il sogno che ho dentro e non riesco a mostrare.
Strizzo gli occhi per vedere ma i segni si fanno irrispettosi
una linea, come di schiena
un sorriso di seni e glutei
una bocca, sorgente d'acqua chiara
nuda come la verità
ma non c'è parola dica il sogno e che ti porti qua.

*

Le belle forme

Sono le forme che incantano
le forme che appaiono
di cose che sono e non vedi
se non nella forma di altre cose.
Così si cerca tra il buio degli alberi
dove la luce filtra
come si sbircia tra le gambe delle donne belle.
Si cerca un sasso, un sesso, un fiore
qualcosa che incanti e sorprenda.
Una sorgente bella.

*

Muovi il culo

Perchè il vino si fa amare come l' amore ma poi lo distrugge..
(Annalisa non è inventata e la ragazza neanche
Annalisa non so dov'è, la ragazza è tra i fiori)

Erano gli occhi a battere il tempo
perchè Annalisa cantava sì da dio
ma muoveva il culo ancora meglio
e proprio al microfono qui davanti
sul ritmo di una samba
così è proprio lì che gli occhi battevano il tempo.
Dall'ampli intanto le note scendevano, calde, tra i tavoli
riempivano l'aria e volavano
volavano tra mojito e daiquiri
caipirinhe e margarita.
La gente non era lì per ascoltarci
nè per guardarci
ma ,edulcorando un po', sesso bere e rock'n Roll
però a noi bastavano le nostre note.
Intanto gli occhi continuavano a battere il tempo
qualcuno iniziò anche le danze
solo una ragazza, giù in fondo, ci guardava
sembrava anche ci ascoltasse,
ma non era vero
le note non le bastavano, neanche le sentiva più
nemmeno i mojiti o le caipirinhe o i gin tonic.
Lei però preferiva il prosecco
da morirci.
Intanto gli occhi di tutti continuavano a seguire il tempo.

*

Piccoli insignificanti dettagli

Mamma oggi non c'è.
Non raccontatemi balle
sul lasciarsi il passato alle spalle
e che la vita continua
e che solo l'oggi conta
e domani "è un altro giorno si vedrà".
Mamma neanche domani si vedrà.
Ma in una foto in bianco e nero di ieri sì
e se la guardo con gli occhi di oggi
e seleziono i contorni
posso vestirla di nuovi colori
il verde per esempio, alle persiane
il maglioncino forse era blu
il vestito azzurro di sicuro
capelli neri neri, era una Merlo.
E guarda, zoommando un po' trovo dettagli sfuggiti
Una piccola incisione nel legno delle persiane
un piccolo soldatino di stagno sul davanzale
Sembrano insignificanti dettagli
ma sono stati lasciati da me
è il mio soldatino che graffiava le persiane
nelle battaglie
in un ieri lontano
sul davanzale dei suoi sorrisi.
Forse sono lì per un me di domani
per portare un sorriso anche oggi.
Quindi, lasciare sempre un dettaglio per domani nelle foto di oggi.

*

La bellezza lacerante

Guardale i seni
lucidi e scolpiti.
I fianchi
fissati in plastica posa
i glutei sodi.
Potresti dire che erano già nel marmo
da dove sono usciti
oppure, per un pittore
c'erano già tracce invisibili sulla tela.
Ma la bellezza è un' idea
magnifica e vera
la copia è bellezza dolorosa e lacerante.
Tanto che la prenderesti a martellate sui ginocchi perchè non parla.

*

Anima infinita

Guarda...
è come un sogno non sognato
una foto di domani
di una te che non esiste
amata amante immaginata.
Guarda...
sei una donna ancor bambina
senza segni sulla pelle
e movenze di un'amante amata
nella forma che ti ho dato.
Guarda...
amata amante dentro l'anima
dove nessuno vede
dove non esiste spazio
dove non finisci mai.
Guarda...
sei gioventù nella vecchiaia
una reale immaginata
meravigliosa e dolce e onnipresente
luce accesa nel pensiero.
Guarda...
grazie a te ho un'anima infinita più di un lago.

*

Il confine è un palco assolato

Eppure è cosa nota
ci avevano avvisato.
Attenti a non sudare!
Ma qui, in questa vecchia giovinezza non arrivano consigli.
E così, in un pomeriggio assolato
tra cavi elettrici, cavi audio, casse e elettronica
appare all'orizzonte come un limite, un confine
ti devi sedere un attimo a guardarlo, sudato
anche solo per rallentare il passo
è proprio lì, oltre le spie che rimandano i suoni
sulla pista non ancora usata
dove i bimbi stanno già giocando impazienti e instancabili.
Oltre è un posto mai visto, straniero.
Ma è solo un' attimo, bisogna finire,
incanalare i cavi e i suoni al mixer
che è andato in protezione anche lui, per il troppo sole
non va, bisogna portarlo all' ombra
e poi fare il checksound.
A sera di sicuro farà più fresco
il confine potrà attendere
al buio non si vedrà neanche più
nemmeno in lontananza.
Forse sarà un suono improvviso
che apre una musica mai udita.

*

Dicono

Dicono che c'è un punto
dove finiscono i sentieri
oltre il quale non si può andare
E' forse questo che vado cercando.
Dicono che sia in cima a una montagna
qualcosa come una vetta che sale a baciare le nuvole
o una colma, dove le nuvole riposano.
Dicono che lì il vento piega gli alberi a terra
proprio come qui
e una volta arrivato diventi come lui.
Allora forse ridiscendi come lui
piegando gli alberi a terra
accarezzando i narcisi e i ciclamini
giù fino a increspare la superficie del lago
fino a una panchina sulla riva
ad asciugare un viso.
Forse invece quel punto è solo come quando esci da un bosco
e ti trovi in un posto mai visto
ma sei felice per la scoperta e prosegui curioso
senza paura, leggero.

*

Le cose che restano

Io non so dove restano le cose che non sono più
perchè è sicuro che ci sono cose che restano anche se non sono più
e perfino se non sono mai state.
Forse riempiono spazi d' aria sopra a un lago
in vibrazioni con la breva
costringono le stelle riflesse a seguirne i contorni
e imprigionano le nuvole e altre cose dentro i loro contorni.
E' così che al bosco ci sono alberi che non sono alberi
così felici che a guardarli ti chiedi se la notte lì fa davvero paura
o se aspettano mattina senza timore illuminati delle stelle.
E' così che ci sono cespugli di margherite bello stesso bosco che danzano col vento
come in un giro di valzer.
E' così che al lago gli spruzzi non entrano in una figura brillante al sole.
Sarà magia o illusione, mancanza o fantasia non so
ma poi i monti riflessi diventano uno skyline di città mai viste
e le macchie tra il verde
il mistero di volti inconosciuti
che stanno dove le cose non sono più o non sono mai state.

*

Immobili alla riva

Arrivo qui sempre più a fatica ormai
davanti a queste barche immobili alla riva
ho scelto con cura una panchina da cui sognare un po' in segreto
come se i desideri fossero quasi preghiere.
E così è quando ti penso e ti desidero
sparisce il paesaggio e il lago per far posto a te
nuda e sfrontata e un po' selvaggia cone nei desideri miei.
Lo so non son preghiere da pregare
poterti vedere di quando in quando
è solo un bisogno che mi tiene vivo
un vento che non lascia immobili alla riva.
Dai esci dal profondo di queste acque chiare
sono venuto qua apposta
a desiderare come fosse pregare.
C'è un angelo che guaeda dalle cime
e ascolta, non si vede
ma so che c'è.

*

Anima notturna

Mi piace far tardi la sera
finchè fa notte e la notte entra quasi nel giorno
voglio sempre ancora altri minuti che poi si fanno ore
da spendere tra canzoni e sigarette e sogni da sveglio
il sonno poi che venga quando proprio non se ne può più.
E allora, nel sonno, l'anima fugge
scivola silenziosa e invisibile tra gli alberi
percorre sentieri sconosciuti.
Ma io la conosco
so che arriverà alle rive del lago
resterà un poco e poi salirà veloce ai monti.
Forse incontrerà amici, madri
o me, o due bellissimi bimbi
e si fermerà a giocare.
Succede così che a volte tarda a tornare
quando il sole è già alto
ma torna sempre
ogni mattina
senza dirmi nulla dei suoi viaggi
degli incontri, dei giochi
e mi riconsegna al mondo.
Ma io lo so che si stancherà un giorno
perchè ormai ha gli anni miei
si fermerà sulle rive
starà un poco felice a giocare
poi volerà veloce come una freccia verso i monti
e non tornerà più.
Io da qui vorrei solo qualcuno che mi accompagni ai monti un'altra volta.

*

Attesa

Torno eh
prima o poi torno
come una fioritura a primavera
ma il tempo dell'attesa è scaduto
qualcuno ha mai visto arrivare Godot?
Vestito di fiori poi...
Così prenderesti l'auto per andare al lago
senza cercare segni tra i chiari e scuri delle correnti
nè sotto il pelo d'acqua increspato dal soffio della Breva
sistemeresti una busta della spesa sulla panchina un po' umida e ti siederesti.
Il lago da lì è davvero bello.
Mica come da questa poltroncina nella sala d'attesa della multimedica.

*

Radici

Tu non le vedi
ma quel quadrato di cielo
tra le mura della torre è pieno di radici
le mie
e scendono come volti lungo le mura
e io sono l' albero
con i rami ancora nella terra.

*

Immagini

E' come un richiamo
e lo senti ovunque
nella pioggia fine d'aprile
o nel canto del sole, quando ha appena spiovuto.
Bussa forte al cuore
allora questo faccio
guardo tutte le immagini che non ha mai mandato
dai posti dove non è mai stata
con tutte quelle vestagliette che non ha
e in tutte le pose che non farebbe mai
sperando si addormenti il cuore.
Ma non capita mai
non si addormenta mai
non c'è luogo che sia rifugio
è in ogni luogo come cosa viva.
Neanche nei sogni
perchè mentre sogni appare
è lì che arrivano le immagini che non ha mai mandato.

*

Incanti

Questo conta,
i pochi momenti incantati che passano
passano come nuvole in un cielo azzurro
ma anche i lampi in un cielo scuro.
Come quando suoni in uno stadio con l'ampli in saturazione
e vorresti rallentare il tempo perchè quei ragazzini ti stanno guardando le dita
per copiare le note.
Come quella scarpine da cittadina immerse nella neve
che mamma non poteva sapere com' era qui, nella tana dei lupi
e io avrei dovuto dirglielo.
Come quella ragazza nuda sulle rive del lago
scritta poi nel cerchio di un anello.
Come quella testolina che spuntava dalla culla nel garage delle prove
a ogni pausa tra una canzone e l' altra.
Ecco quei momenti d'incanto li puoi descrivere ma non torneranno
ma resta qualcosa d'indescrivibile, non si perdono
e altri ne arriveranno.
Questo conta.
L'attesa di un passaggio.

*

Meraviglioso errore

L'ultimo messaggio dal confine del silenzio è stato certo un errore
forse ero solo il primo della lista
non certo il primo della classe
che di errori io ne ho fatti tanti e so che ancora ne farò.
L'ultimo messaggio è stato certo un errore
e io non ero nemmeno qui
perso dentro qualche sogno fatto irrispettoso con l'artificiale
sogno che non vuol finire e invece è già finito.
Eppur nel sogno vedo cose di cui non ho memoria
vedo l'acqua e i prati e te in cima al prato fiorito
ma anche il viso è nuovo d'artificiale
e nuovo è tutto
e tutto è un meraviglioso errore

perchè nel sogno si nasconde il vero.

*

I sognatori sulle rive

Sun chi a ciapà un pù d'aria buna
è l'alibi di tutti i sognatori sulle rive
quasi avessero pudore dei pensieri
che nascono sulla pelle sottile dell'acqua.
Sun chi a ciapà un pù d'aria buna
e intanto fumo, sigarette e desideri
guardando verso l'ultimo sole
sole che resta ancora un po'
e che trapassa i rami per far brillar le onde
e indorare il lago
mentre altre cose invece piano svaniscono nell'ombra.
Sun chi a ciapà un pù d'aria buna
ma non sembro nemmeno qui
confuso nell'oro che splende sul lago
ascolto profumi, annuso silenzi
nell'ora muta delle fate.
Sun chi a ciapà un pù d'aria buna
ma tu lo sai che non è così
sulla pelle del lago vedi schiene e seni come onde inarcati al cielo
mani accarezzanti la pelle nuda
il bosco qui attorno è capovolto
capovolte le radici come gambe al cielo.
E proprio mentre guardi quella che hai sognato ieri
quella che pensavi non tornasse più
invece è proprio lì dentro agli occhi
cavalca ancora il suo unicorno e sogna forte i sogni miei
son sogni che conosce bene, e per questo viene.
Poi fruga con le dita tra le cose sue più intime e segrete
tra le mille scatole di meraviglie ancora da venire
per trovarne una che ho già sognato
come una piccola chiave di una botola segreta
dove passa l'unicorno rosso
proprio alle radici della gioia.
Eppure sembro qui solo a prendere un po' d'aria buona.

*

Forme

Copierò le forme
il petto
i grandi seni maturi dai capezzoli gonfi
farò del desiderio un pennello senza pudore
per disegnare l'inguine le lunghe gambe e il sesso
il ventre formoso e sensuale
un viso da giovinetta che non ho mai visto
e neanche un gioiello sulla pelle
solo oli prufumati per la lucentezza
e ombre e fili di luce dalle finestre.
Poi sarà piacere e estasi
e un un tormento grande
perchè non sei tu quella che adesso guardo
ma quella che vorrei.

*

Desideri

C'è una donna sulla montagna
e dalla montagna vede il lago.
Tra il verde dell'erba raccoglie narcisi
con l'abitino color del cielo
il viso antico sfumato nel sole.
Qui un ragazzo è uscito sul balcone
nella sera buia
a fumare una sigaretta
unisce puntini luminosi di stelle
per farne desideri da portare nel taschino.
E' una donna china sui narcisi che disegna tra le stelle
con l'abitino color del cielo
il viso antico sfumato nel blu scuro della notte.
Non ha mai smesso
neanche ora che la vista mette i raggi alle stelle
sdoppia la luna e non se ne vede il centro.
Quando va suonare
attento a non sudare troppo preparando il palco sotto il sole
porta tutti quei desideri assieme ai plettri nel taschino.
Una donna c'è sempre tra la gente
con l'abitino color del cielo
il viso antico sfumato nella luce dei riflettori
e lui dal palco vede il prato dei narcisi
e dal prato il lago.

*

Selvaggia

Nel sempre delle idee abita
dove finisce il visibile
forse nascosta nel fogliame del bosco
o in qualche tronco cavo
perchè la porta dell'invisibile non è mai la stessa
non è oltre la panchina tra gli alberi disegnata sulla colma
e nemmeno oltre la linea disegnata sul cielo dai monti
è oltre la cornice del disegno
è dietro le spalle
lei è lì e la senti
e non sai con quali occhi la vedi ma la vedi
la vedi dove non c'è
e così provi a disegnarla come la vedi
con le mammelle pesanti
e gli occhi feri
non è fedele all'originale
che continua a spiarti non vista
ma vuoi credere che lo sia.
E là, nel per sempre, a volte si bagna di pioggia
anche da qui si sente l'aria umida che respira.

*

Improvvisazione

Avreste dovuto vederlo quando fuggì dal palco
le sue note volavano
come stelle nel soffitto blu e profondo
seguivano altri astri così luminosi e brillanti e tutti le vedevano.
Ma sopratutto avreste dovuto vederlo quando tornò
e si guardò intorno
per vedere se erano ancora tutti lì.

*

Unico corpo

 

Nel sogno sei così sfumata
come in un blur di photoshop
sarà che al risveglio fatico a ricordare
però ne ricordo l'incanto.
Allora provo a disegnarlo
e dipingo una vagina tra le gambe del sogno
con pennellate feroci e marcate dipingo
e poi la sto a guardare
penso che non ne sono degno
perchè non è mai origine o nascita
ma è meta e desiderio di possessione.
Desiderio di entrarci
in quel buio profondo che ho disegnato
di andarci dentro ad abitare e non volerne più uscire
o non riuscirci più.
Ma non c'è lo stesso incanto del sogno
così prendo e sfumo tutto con un blur di photoshop.
E d'improvviso il mio corpo è il tuo corpo
e il tuo il mio
il mio sesso è il tuo e il tuo il mio
è ancora incanto
non importa più cosa c'è tra le gambe
se sei tu che vieni ad abitare in me.

*

Fiabe

Non è che sia finito il tempo delle fiabe
e che son finite proprio le fiabe
tutte già sentite e interpretate
a volte subite, a volte da protagonista.
E nessuno ne scrive più di nuove che meraviglino
sempre il solito morale della favola.
Forse bisognerebbe scordarsi le morali per stupirsi ancora.
scordarsi i principi azzurri
che Cinderella ha già il manico della sua scopa
e poi le piace andare a piedi nudi
insercirci un pò di peccati
che "non solo i piedi"
ma mettere sempre un posto
in cima al monte
per andare a pregare di rivedere la bellezza
senza scarpine
e stupirsi ancora.
E poi un altro posto
un "taschino"
dove conservarla

e andarla a ringraziare

come un rito.

*

Con le stesse mutandine rosa

Ma questa non è mica la canzone di Battisti
dov'eran tormento vivo per i soliti clarinettisti
questa vuol essere una canzone molto più gioiosa
e non importa neanche che il color sia rosa.
Che poi il nero non è certo meno appetibile
anche se il bianco è più visibile
sa farsi trasparente come l' acqua al fontanile
ma vuoi mettere l' azzurro di una passante giovanile
seduta alla panchina spalancata
così bella che la vista ne è abbagliata
il giallo poi dell'inchinata mostra il nido
e ferma il sangue anche se un pò sorrido.
Ma in fondo poi, e l'ho gia detto, non importa che colore sia
importa che ci sia una certa gioia nel voler essere mia.
Ma questa non è mica la canzone di Battisti
anche se oggi è proprio una giornata uggiosa
la sposa invece è un po' scontrosa e capricciosa.

*

Desideri

Quando ti alzi su di me
nuda e magnifica
la stanza ha nuvole di capelli vaporosi
il sole ci filtra
disegna ricami sui seni
e sei fatta di nuvole
i raggi la via per toccarli
immagine apparsa in cielo
se apri gli occhi verso me
immagine di tutti i miei desideri.

*

Poesia

Poesia abita in fondo a un lago

sulla superficie c'è riflesso il cielo
e i monti, le case e gli alberi.
Quando l'acqua è chiara traspare il fondale
riflesso sulle ondine della superficie
Poesia danza riflessa su quelle ondine
e sulla musica che vuoi.
E solo questo puoi spiegare
quello che vedi e la musica che senti.
La poesia vera sta nel profondo.

*

Sorgente

Poco più su dei ciclamini
dove si sente forte il suono
la bocca scura e fonda sputa
è acqua chiara, e eco e rombo
si getta lungo le rive spumeggiando
fino al lago dove s'acquieta.
La bocca è sogno, inferno e paradiso
antro di leggende e anime entrate e perse
e vuol metterti paura
vagina profonda e scura di monte
centro d'oscenità o virtù non so
so che lungo le rive fioriscon ciclamini
e gerani e mammole
il verde è bello e la luce gioca
con l'acqua e l'edera e la schiuma
come dire non temer la fantasia
che ognun si fa la sua.

*

Simmetrica

Simmetrica
come metà specchiata in due
come quando scostasti una gamba
come a dire puoi guardare
e ora nei sogni ne scosti due.
Sono ricordi nuovi
come quelle cose che non hai fatto
e che ho fatto io.

*

Musa

Non sento più cantare la mia musa,
qui non arriva più neanche una canzone
eppur la sento accarezzarmi il viso
correndo giù dalla Napoleona fino al lago
Non vi dirò del canto di campane
di quel paesino di montagna
che confondono la sua voce
di come cambia sempre il suo profumo
a volte di ginestre, al monte
o d'eriche al sole
o ciclamino umido di sottobosco
non vi dirò di come la vedo
quando i cigni salgono lenti sopra al lago
e la disegnano nella scia
di come si sporge dalle nuvole imbronciate
in forma di un raggio di sole
e nemmeno di come ha messo ali e si è fatta uccello
per spiarmi lungo i sentieri miei
non dirò nemmeno del suo volo silenzioso
tra gli alberi di notte, quando scivola nei pensieri.
Se ve lo raccontassi forse credereste o forse no
solo lei sicuramente no.
Perchè è sempre qui con me
che sente i miei pensieri, muta e silenziosa
lei sicuramente no
lei conosce ogni desiderio
e sa che non sono poi tanta poesia.
Sono pizzi e merletti bianchi e neri
quello che i cigni disegnano nella scia.
Son fianchi larghi e seni disegnati dalle nuvole mosse dal vento
sono inguini odorosi di erica al sole e sottobosco
conosce tutti i voli tra gli alberi della notte
scivolando in lei.
Sa di tutti questi pensieri e sa che sono miei
sa che son per lei
li ascolta sempre muta e silenziosa.

*

Dove il nulla non è nulla

Eternamente sporta al davanzale
un giorno che non ricordo quando fu
e io non so nemmeno dove stavo
forse sul ballatoio o forse giù.
Non so chi è stato a fare quella foto
forse lo zio venuto da Milano
Milano, città lontana come l' America
e quelle magie erano proprio cose di lassù.
Luciano vieni fuori che c'è il sole
andiamo a fare un giro senza meta
ma era domenica, giorno di partite
papà era dentro con la sua radiolina
le pile legate fuori che quelle sì
duravano di più.
E dai papà finisci la partita
prendila sottobraccio e andiamo giù
possiamo passare dallo zoo prima del lago
ci son le scimmie buffe e colorate
la faccia rossa ed il sedere blu
da lì al lago poi il passo è breve
a quei giardini dove mi portavi tu
ci sono panchine dove puoi riposare
io intanto gioco e non ti vedo più.
Perchè è questo che davvero vedo nella memoria
un grande bianco pieno di presenze e luce
e quelle scimmie, il lago, e i volti che non vedo più.
E' come vedere qualcosa che non c'è
come una foto che sparisce tra la pieghe del taschino
per giorni e giorni forse per sempre ma lo sai che c'è.
Così oggi scenderò a vedere il lago
e ci saranno bimbi nel giardino
quelle foto sempre nel taschino
taschino come un grande lago grigio pieno di presenze e luce.
I colori poi li metto io.

*

Il futuro è un’ipotesi

Forse il futuro è in fondo a questa strada lunga e dritta che corre verso il lago
e ci son quasi arrivato
ma no, non è così, in fondo a questa strada son posti conosciuti che già so
posti pieni di fantasmi e di malinconie
posti a sedere nel cinema dei ricordi.
allora forse è dietro le spalle e non si vede
proprio lì da dove me ne sto andando
ho uno specchietto ma ci guardo solo quando devo sorpassare un ricordo
o quando mi suonano
ma c'è un'altra auto in fuga dietro che arriva veloce e nasconde la visuale.

*

Antico sogno

M'è apparsa in sogno stanotte

nel suo solito vestitino azzurro
quello che non ricordo ma so
è iniziato come in uno di quei film che guardavamo sempre
con la visione di una valle oscura e piovosa
poi in fondo spuntava il sole
la valle fioriva e rinverdiva
al centro iniziava a sorgere un castello
che Disney era un mago con castelli, principi e principesse. diceva
tutto era come ripreso da un drone che avanza
nel tempo in cui non c'erano i droni
è avanzato fino all'arcobaleno spuntato in fondo alla valle
e sotto era lei
forse voleva dire qualcosa
ma tutto è durato così poco
il tempo di un sogno
e intanto aveva già detto tutto quello che doveva dire.
Che le manco, tanto quanto lei manca a me.

*

Bimbo mio

Oggi

Mute le case
Muti gli orti
Mute le scritte ai muri

Ieri

Lì fiorivano le rose
e le rose parlavano alle finestre
Vieni! Il sole! Il sole
La notte solo pianti alla luna
Eppure Dio c' era
o forse solo chi per Lui

*

Qui il rosso è un suono

Me ne andrò di qui un giorno
pensavo
quando il freddo gelava la paraffina
l’aria del mattino sapeva di gasolio
e etere per motori
e pungeva la pelle.
Ci sarà pure un luogo migliore
una terra da conquistare
un chiosco alle hawaii su una calda spiaggia
o una baita in montagna nell’ aria pura.
Ma sono rimasto qui
perchè è qui il luogo
qui abitano le cose desiderate
le vedi nello stupore di occhi incantati nell’ arcobaleno
da qui parte il sentiero per arrivare ai narcisi
qui è l’ incanto di una bimba in canto
qui il rosso è distorto e caldo
e potente
e risuona su filamenti di valvole
qui porto i sogni e i desideri in tasca
qui i flor d'luna crescono sui palchi
e c'è sempre quella samba per te.
Da qui si vede il cielo
e ci sono panchine confortevoli lungo la via.
Qui si ama, si desidera e si spera.

Eppure penso ancora che me ne andrò di qui un giorno
con le stesse parole
ma il senso è diverso.

*

Specchio profondo

Specchio d'acqua profondo
specchio che riflette il mondo
e il mondo non sta in una cornice
non sta nemmeno in quel che si vede o dice.
E io sto qui in mezzo allo specchio
cercando sempre di vederne il fondo
ma nello specchio c'è solo un vecchio
sul fondo sta la caverna più antica al mondo.
Intorno ha un giardino tutto fiorito
e erba brillante mossa dall'onda
su questo so già d'esser smentito
ai vecchi la fantasia esonda.
L'esondazione inizia dal lungolago
che è poi la cornice dentro cui indago
si prende piazze, vicoli e vie
s'è presa la Betty e le sue acrobazie.
Che il mondo non sta in una cornice
non sta nemmeno in quel che si vede o dice.

*

Acqua chiara

Di mutevole forma
come acqua segue l'involucro
e l'involucro è la mia fantasia
e la mia fantasia è il dono di lei
che in mutevole forma ne segue l'involucro.
Adagiata su un fianco
le gambe stese
passa dal rosso, ardente e scuro
fino all'azzurro, splendente e chiaro
la trasparenza nel mezzo
nuda come acqua trasparente e chiara
solo tre rose
per il pudore
ogni tre rose una fantasia.

*

Nuda

Nuda
come allora.
Dentro gli occhi non importano i giorni
i mesi, gli anni.
In fondo ai miei occhi il tempo è illuso.
Dal fondo dei tuoi ti guardo le mani
ti accarezzi cercando un sogno
e tutto è come allora.
Perchè oggi la presbiopia compensa le rughe
come un blur di photoshop.
e tutto è come allora.
E così ti disegno
dentro un ricordo
tanto per cercarti ancora.

*

Immaginata

E’ di notte, quando tutto dorme che ti trovo

e ti prendo, immaginata, tra le braccia.
E lì ti possiedo
sostituendo la tua mano penetrante ill sesso già umido
e ti sento, tremante e gioiosa nell’impudico ancheggiare
ti sento, sollevare il bacino e inghiottirmi il sesso.
Chissà se una volta almeno siamo morti così
scordandoci nello stesso fantastico istante
per poi scoprirci lontani ma vivi.
Nuovi.
Pronti per un’altra prima e unica volta.

*

Davanti al lago

Capita anche questo a volte
trovarsi qui davanti al lago e non trovarci niente
o meglio non trovarsi più
il lungolago è così cambiato
la città pare una vecchia distesa sulle rive con i vestiti nuovi
sarà che anche la Betty se n'è andata
la Betty che m'aspettava all'angolo più antico della città
sarà che agli altri sembri addormentato
seduto lì ad occhi chiusi per riveder com'erano le cose.
Ecco quello che non svanisce mai
seduto lì posso godere ancora
delle sempre presenti cose che non sono più
è un po' come partire e salutarla ancora con la mano
dal finestrino di una corriera estiva in partenza per il mare.

*

Basterebbe un verso

Basterebbe un verso
che scenda lungo la linea dei monti
come un falchetto
e che volteggi in cerchi concentrici
giù verso il lago.
Basterebbe un verso
così forte che da qua si senta
e che mi porti con lui a volteggiare
da lassù si vedrebbero le barche all'approdo
e la linea obliqua della funicolare che affonda nel lago.
si vedrebbero le spiaggie e le famiglie al bagno
i bimbi che pescano o nuotano
i tetti e le vie dritte che li tagliano.
La casa amata.
Basterebbe un verso
che entri in quella casa
fino all'odore di legna,
e di carbone per la stufa
fino al caldo dell' acqua del mastello
e al calore delle mani.
Basterebbe un verso
per dormire ancora su quel seno
sereno
con nelle orecchie un canto
e una voce.
Basterebbe un verso
e nessuno potrebbe dire quanti anni ho
nel grande giardino segreto
dove giocavano le farfalle coi bruchipalla
dove sotto ogni sasso c' era un tesoro
e il sole giocava tra i rami con me.
Basterebbe un verso
ma non sono buono
e gli anni li so
ma presto quel verso si sentirà nel vento.

*

On the road

Ho un libro nelle borse della bici
per quando sosto a una panchina sulla riva
ma poi quando son lì sulla panchina me ne scordo
e leggo gli alberi le nuvole e la strada.
Raccontano storie mai scritte ma vissute
salite in moto quando ancora si poteva fare
sempre a cercare qualcosa di perduto
un paesaggio un prato un ciclamino.
So bene che là tra gli alberi non mi troverete
che aghi di pino e pietre fanno terra magica
è qui su questa panchina che voi mi vedete
ma non chiedete nulla perchè non ci sono.

*

Epifanie

Ne ho viste così tante che le conosco bene
tanto da parlarci quando le vedo
ormai non dovrebbero neanche più stupirmi
eppure bastano due bocciuoli chiusi per vederne il fiore
roselline selvatiche lungo il cammino.
Qualcuno ha riempito il mio cammino di epifanie
raggi di sole che bucano la bruma ai fianchi delle montagne
scendono obliqui sull'acqua fino a farla brillare
mentre l'alta onda rivela che non è lago ma ricordo antico.
Così il cuore si stupisce ancora ad ogni epifania
e alla rivelazione che quel qualcuno è l'epifania.

*

Tra cespugli e rose

C'era una panchina sulla passeggiata a lago
immersa tra cespugli e rose
da lì guardavamo gli idrovolanti partire
e si sognava di volare
fino alla cima dei monti, e oltre.
Da questa poltroncina invece, a scriverne
sento un dolore al petto, come un'oppressione
e penso che non stai bene qui dentro
nel luogo dove abiti
come volessi aprirti un varco
uno spiraglio
e uscire per andar ancora ai campi
tra le margherite,
e poi su fino alla colma dei narcisi.
Oppure al bosco, il nostro
per cercare muschio e ciclamini
o ancora, soltanto in quella panchina in riva al lago
e guardare in silenzio gli idrovolanti.
Me ne sto immobile
per lasciarti uscire
per vedere se diminuisce quest'oppressione al petto
ma tu non esci mai.
Allora esco io
ti porto ai campi, tra le margherite
e poi al bosco, a cercare muschio e ciclamini
per sentieri conosciuti
arriveremo fino al lago.
C'è ancora una panchina tra i fiori
immersa tra cespugli e rose
da dove guardare gli idrovolanti
e sognare di volare
fino alla cima dei monti, e oltre.
Leggeri.

*

Piccolo sogno

Ho un sogno
come ce l'hanno tutti
il mio sta su una mano sola
lo lascio accoccolare sereno
tanto che ci può dormire
e mi sogna.
Sta su una mano sola
proprio qui adesso
illuminato dalla lampada a led della scrivania
tra il fumo di sigaretta e la penombra.
Lo vesto di pensieri
poi lo sto a guardare.
Ma è quando lo svesto
che si fa feroce,
prende corpo e sprofonda nel palmo
entra nelle vene
risale le braccia
e invade tutto il corpo.
E non so più se il corpo è il mio o se io sono il suo.

*

Let it snow

Forse sì, è vero
le frecce continuano ancora a vibrare contro gli alberi
ma nella faretra ce ne sono sempre meno.
Stamattina l'aria è chiara
fredda e con quella nebbiolina bianca di dicembre
stamattina sì che sembra Natale
-let it snow - let it snow - let it snow-
se Natale non fosse già passato senza neve.
E' stato augurato felice
e la felicità c'era
nella penombra della notte di vigilia
insieme a chi sapeva farmi dormire
solo con una carezza
Vedi? la letterina non c'è più sotto l'albero
se l'è portata per preparare i doni
dormi che poi viene.
Quest'anno non c'è l'albero
ma le frecce continuano ancora a vibrare.

*

Felicità

Ce n'è sempre un briciolo nascosto sotto strati di malinconia.
La malinconia è una copertina calda
e da sotto ci sbirci, come un tempo, facendo finta di dormire
per vederla arrivare
per sentirla cantare una via en rose
sistemando la copertina.
Questa capita più il tempo passa
si viaggia nel tempo e nello spazio
in ogni luogo visto
e più tempo passa
più andrò senza andare
più starò senza stare.

*

Sgarzigliona

Passa la sgarzigliona al corso tutta curve e altre amenità
passa e non si cura delle bandiere che s'alzano qua è là
ha scarpe rosse e tacchi alti per accentuare la sinuosità
dietro ha una scia di sacripanti e di sagittabondi che non s'accorgono dell' inanità
veramente dietro poi ha curve ancor più belle di tutte le altre che ha.
Io qui seduto al bar del corso la guardo arrivare
poi mostra il fianco e subito scompare
ma è il corso dello struscio, che t'affanni a fare
stai qui seduto, vedrai che tra un po' riappare.

*

Donna

Accende i desideri come nessuna sa fare
non per la nudità o gli abiti eccitanti
ma perchè di desideri è piena.
Li vedi quando avanza uscendo dalle nebbie
e ancheggiando viene verso la luce
ma anche quando indietreggia e torna nella sfumatura
quando si sdraia e si confonde come nuvola tra il bianco delle lenzuola.
Ma il meglio lo dà agli specchi della sua vita
dove ci sono tutte le femmine che è stata
madri, donne o bambine immaginate

lette o magari sognate.
Io è da un po' che non la vedo
anche se ogni giorno si specchia come un'eco nella mia vita.
A volte accade che ci si dimentichi del tempo
perchè lei sa fartelo dimenticare
a volte invece accade che il tempo si ripresenti
di questo ne ho le prove
disegnate sul corpo
ma le ho perdute.

*

Madre

Madre
Per le poesie
Mamma
Per le anestesie
Il Nome con cui ancora mi addormento il cuore
quando dentro ci si annida un dolore
e per scacciare le malinconie
le mostro ancora le mie fantasie.

*

Sarebbe stato facile

Sarebbe stato facile venire a trovarti
portarti la giovinezza
e muscoli forti per prenderti ai fianchi
e denti buoni per morderti i capezzoli.
Sarebbe stato facile
col drago nei pantaloni sempre pronto
appoggiarmi al tuo corpo
sentirne il calore e il profumo
porti un desiderio tra i glutei
e girarti e rigirarti
e di nuovo appoggiarmi tra i seni
giovani e sodi.
Sarebbe stato facile venire così
a ogni giro e rigiro
sarebbe bastata una tenda
in un prato fiorito tra i quadrifogli.
Invece sono venuto oggi
portando la vecchiezza delle rughe
i pochi denti rimasti
e "drago" è solo l'etichetta sull'intimo.
Sono venuto oggi
lentamente su strade statali e comunali
per sedermi sulle tue panchine in piazza
e cercare la permanenza di te e delle cose.
Sono venuto oggi
a vedere l'effetto che fa sperare di non trovarti
e non ti ho trovato.
Il ritorno veloce, in autostrada.

*

Stella luminosa

Non c'è albero, presepe o stella più luminoso e bello di quello che c'è nell'animo.
Quello arcaico, che si rivede nelle ore silenziose e dedicate
e in quelle ore non c'è viso o mani più belle di quelle che lo addobbavano.
Sì, l'ho fatto anche quest'anno, per queste feste
piccolo, ma grande in quelle ore silenziose.

*

La gonna di Jenny

Sta per piovere
rotolano bocce oltre le nuvole
che si agitano al vento
Angeli o demoni ci stanno giocando.
Il lampo che le attraversa
accende la tua gonna in cielo
gialla, di un giallo intenso
che gira, e danza
al ritmo delle nuvole e dei tuoni.
Altri lampi di luce mostrano altre danzanti meraviglie.
L' aria è carica di suono.
Poi piovi.

*

Copertina

Era confine
tra il mondo creato e il vero
tana, rifugio e nascondiglio
sotto era luce fosforescente di una madonnina
e provviste inesauribili. per la sopravvivenza.
Era confine ma così sottile
che un angelo solo, tremendo
lo avrebbe potuto oltrepassare con la sua spada
e così fece.
Fu ancora confine
tra la pace e la paura
tana, rifugio, nascondiglio inutile
la luce spenta
-"che si vedesse che non c'ero"-
solo silenzio, per la sopravvivenza
e non era angelo che lo oltrepassava.
E' ancor confine
tra la veglia e il sogno
tana calda, rifugio e nascondiglio
la luce da fosforescente è diventata a led
provviste ne ho ancora un po'
qui sul tavolino, e anche da fumare
in attesa dell'angelo
o almeno fino a domattina
se vorrà arrivare.

*

Quel posto dove non sei

E poi c'è una bellezza che non sai come dire
entra dagli occhi ma non è quel che vedi
per questo non lo sai dire
entra dritta fino al cuore
e ti mostra un posto dove non sei
poi ammutolisce.
Entra e si fa peso sul cuore
quasi fosse un dolore
ma lascia una voglia di averne ancora
e ancora.
Puoi chiamarla magia
la nostalgia di quel posto che vedi
e dove non sei.

*

Memoria in canto

Guardala
guardala dormire
s'è addormentata con un canto nelle orecchie
all' aperto, lungo le vie di campagna.
E' serena,
di sicuro sogna
sogna dell' azzurro visto prima d'addormentarsi
e delle forme bianche e mutevoli che lo abitano
delle foglie verdi che qualcosa muove
del loro suono
e del canto che l’ha fatta addormentare.
E questo sarò quando guarderà al cielo
e chiamandolo cielo lo mostrerà ai suoi figli un giorno.
Un canto
un canto nelle orecchie
e qualcosa d'invisibile che muove le foglie.

*

Poesia a rovescio

Un giorno andremo al bosco
non ci sarà freddo o caldo a dire delle stagioni
e nemmeno la notte
perchè ci sarà sempre una gran luce.
Forse il bosco sarà quello solito
quello degli alberi caduti e capovolti
quello dei tronchi gravidi di muschio
quello col lago verde in mezzo e te tra le margherite.
Sì, proprio quello meta di tanto vagabondare
ecco, un giorno andremo a quel solito bosco
ma niente sembrerà uguale
svolteremo nel solito sentiero
seguendo i canti dei pettirossi
e stavolta tu ci sarai davvero con me sul sentiero
sbucando da quella curva in fondo
vestita d' amore, e mi vedrai arrivare
ci vedranno tutti, lo so
tutti diranno adesso sono insieme
saremo uno attorno all'altro
usciremo dalle nebbie.
Forse qualcuno scriverà una poesia a rovescio
ripensandoci da quelle panchine al lago verde.

*

Senti come non c’è

Senti come non c'è.
In mezzo alle radure, nell' erba.
Nei fiori dei mille pensieri.
Nei canti di campane.
Nelle pause del suono.
Alle finestre dei sorrisi dolorosi.
Nel sole che regna su questo mondo.
In tutti questi chilometri fatti fibo a oggi.
In un ghiacciolo alla menta.
Nell' aria di questo freddo novembre.
Nelle spine sui muri delle mulattiere.
Nel chiacchiericcio delle farfalle.
Nell' importanza delle cose che non importano.
Nelle statue che non ti guardano.
Nel corpo che invece guardi.
E in quello che non vedi.
Nel non voler ritornare.
Nel non poter ritornare.
Nelle poesie mai scritte.
In un orologio che non c'è.
Nell' ombra del mio albero.
In una gita al lago andando a cercarla.
Al chiosco del mercato, bene in vista.
Nelle margherite al bosco.
Lungo le vie d' acqua.
Nella tigre dai denti a sciabola a cui un giorno sei sfuggito.
Nel vociare delle massaie mancanti ai bordi del lavatoio.
Nelle pose, eterne, delle statue.
In una fotografia imparata a memoria.
Nei fuochi sul lago.
In questa pompa che batte, e ribatte.
In un bacio tra farfalle.
In un angelo su un' husqvarna rossa, alla cava d' argilla.
Nei sogni di un bambino, non di questo mondo.
Nei posti dove fioriscono i desideri, come primule.
In un cielo non tuo.
Nelle tasche.
Nei successivi incanti.
In mezzo alle radure, nell' erba.
Nei fiori dei mille pensieri.
Nei canti di campane.
Nelle pause del suono.
Alle finestre dei sorrisi dolorosi.
Nel sole che regna su questo mondo.
In tutti questi chilometri fatti fibo a oggi.
In un ghiacciolo alla menta.
Nell' aria di questo freddo novembre.
Nelle spine sui muri delle mulattiere.
Nel chiacchiericcio delle farfalle.
Nell' importanza delle cose che non importano.
Nelle statue che non ti guardano.
Nel corpo che invece guardi.
E in quello che non vedi.
Nel non voler ritornare.
Nel non poter ritornare.
Nelle poesie mai scritte.
In un orologio che non c'è.
Nell' ombra del mio albero.
In una gita al lago andando a cercarla.
Al chiosco del mercato, bene in vista.
Nelle margherite al bosco.
Lungo le vie d' acqua.
Nella tigre dai denti a sciabola a cui un giorno sei sfuggito.
Nel vociare delle massaie mancanti ai bordi del lavatoio.
Nelle pose, eterne, delle statue.
In una fotografia imparata a memoria.
Nei fuochi sul lago.
In questa pompa che batte, e ribatte.
In un bacio tra farfalle.
In un angelo su un' husqvarna rossa, alla cava d' argilla.
Nei sogni di un bambino, non di questo mondo.
Nei posti dove fioriscono i desideri, come primule.
In un cielo non tuo.
Nelle tasche.
Nei successivi incanti.
Senti come non c'è.
Non è come se ci fosse?

*

L’ora muta

C'è un' ora muta
quando il sole scende oltre i monti.
In quell' ora il lago s'indora, e pare calmarsi
è lì che qualcosa manca sempre
e non è solo nostalgia
o tutte quelle balle sull' età
che fa lacrimare gli occhi.
È che il tempo senza è sempre di più,
è che gli anni sono sempre di più
è che non ricordo la voce
la voce in-canto sulle rive di un sogno.
Per questo sogno sogno spesso su quelle rive
aspettando una voce che dicesse il mio nome.
E l' ho sentita stamattina
inconfondibile
forse tardavo a svegliarmi
stanco della giornata di ieri e l' ho sentita
strana come possono esserlo i sogni
non c'era nessuna parola
solo che la voce era presenza
e corpo,
come la mano che m' ha svegliato.
Ma non c' era nessuno intorno, solo un' ombra sul muro
eppure è qui
solo in un altro momento.

*

Liberi i pensieri

Questa è l' ora in cui il sole è già tramontato
e il buio ha preso il posto della luce,
solo qualche giallo lampione illumina le vie
mentre i motori tacciono.
Da questo paese, da questa poltroncina dondolante
vanno liberi e veloci i pensieri
vanno fin dove l'acqua era un suono nel buio
oltre il vetro delle finestre
e le rocce sovrastanti, bianche di luna sembra debbano caderci dentro
da un momento all' altro.
Vanno così veloci
che in un attimo il buio si imbianca di neve
il suono zittisce
sulla neve ci sono impronte di scarpine inadatte, cittadine
punta e tacco,
come i passi di una Merlo
è ancora qui, ma non adesso.
Da qui, da questa poltroncina, li guardo nel loro andare
e ripartono, e se ne fregano che sia un tormento
e passano e ripassano da altre finestre
in un paese lontano
dove il buio oltre il vetro fa davvero paura
e la Madonna non guarda dentro
perchè dentro è anche peggio.
Io glie lo dico, non andate lì
ma la voce manca,
lasciatemi in pace, dico
è passato così tanto tempo.
Ma non importa da dove gli parlo
mi portano con loro,
siamo una cosa sola.
Oltre il vetro la Madonnina è ancora lì
e mi dà ancora una volta le spalle.

*

Morbida come la dolcezza

Nella poca luce della stanza la parete sullo sfondo quasi non si vede
potrebbe essere cielo notturno di luna e stelle
una calda notte estiva, un cielo sopra il lago.
Quello che conta è la sua pelle nuda
lucente di luna
morbida come la dolcezza.
Da dove arriva allora questa voglia di spogliarla ancor di più
toglierle gli anni forse
fino alla giovinezza
fin quando non era
anima che poi di nuovo nascerà.
Forse solo quel monile
nella la penombra
che nasconde ancora un pezzo di verità.

*

Amore V3. (due apparenti e uno pure)

1
Ci si litiga con l’ amore
che l’ amore è rosa
e come rosa ha spine.
Un giorno ti piazza un pugno in faccia
o nello stomaco
o anche più giù
e ti fa incazzare, e lo mandi affanculo
e lui accetta e ci va.
E sembri sollevato
vai al bosco a cercare altre spine
e a raccontarlo agli alberi e ai rovi.
2
Hai preso quel pugno, si diceva
doloroso sì
e se n’ è andato
ma lo sai che torna
torna sempre e ti frega ancora.
Ti togli le spine e non fai un cazzo
il resto non si sa.
Ma non andrai più al bosco.
3
Torna sempre, si diceva
è una certezza, lo ha già fatto
ma hai una paura folle che non torni.
Perchè per caso passi al bosco, in cerca di spine
e non ne trovi neanche una.

Ma non state a crederci troppo
io non ne so nulla.

*

Amore

Ci si inginocchia davanti all' amore
lo si guarda negli occhi
lo si consola
gli si asciuga le lacrime
gli si allaccia il cappottino
e le scarpine a velcro.
Se vuole ti appoggia la testa sul petto.
Lo si accompagna nella vita.
Alla fine si ricorderà di te.
Si tramanda, l'amore.

*

Gioia

E tutte questa cose che arrivano, in sogno
non è forse perche le ho desiderate?
e attese
con pazienza e gioia
e non è forse già gioia l'attesa di una gioia?
E il desiderio è un sentiero che entra in un bosco sognato
sognato e poi dimenticato
così da essere sempre pieno di cose nuove.
Resta l'impressione di essere stato lì da sempre
davanti a una cascata di nuove gioie
nascosta proprio in mezzo al bosco
al lago della gioia.

*

Era fuoco

Pareva dicesse guardami questa sono io
ed era fuoco
e scintille danzanti nella scia di luce
era fuoco e io neve.
Le scintille salivano volteggiando nel cerchio del falò
come tante ballerine di un'ancestrale danza
un tributo alla bellezza
uno sfavillante sole nell'oscurità.
Sarà stato mistero, fantasia o magia non so
ma era fuoco, e io neve
questo lo so.

*

Sentieri

Basta la punta di un faro che si staglia sul profilo di un monte
lontanissimo nel bianco delle nuvole
basta quello a dirti i segreti del monte
basta per vedere tutti i sentieri da qui invisibili per arrivarci
le baite lungo il sentiero, i profumi, i colori, la fatica
e viaggiare oltre il tempo
e mille anime ti accompagnano nel viaggio
così come basta il profilo di quella chiesa
per vederne l'angelo, tremendo, che scaccia i demoni con la sua spada
perchè non è quello che vedi ma quello che hai visto a fare tuo il monte.
Così basta la punta del seno di una donna
disegnato dalla luce sulla parete di sfondo
per vedere quello che non vedi
e tutti i segreti del corpo.

 

*

Il sogno è una donna

Il sogno è una donna
una donna vestita della bambina che era
e questo le dà gioia
così il sogno è la sua gioia.
E poi c'è la parola entra -- nel mio sogno --
insieme alla parola piano -- carezzami --
così scivolo nel sogno
passo su tutto il corpo
come un vento di lago -- che poi torna --
come un soffio che costeggia ogni curva e la modella
come la parola sempre
e un'altra muta appare -- e soffia --.
Il sogno è una donna --che mi meraviglia --.

*

Luce e ombra

Sono qui, all'ombra dei monti alle mie spalle
sono qui e guardo il margine dell'ombra traversare piano il lago
fino all'altra sponda
ecco, già sale su per il monte
presto sarà in cima, su fin dove il cielo sbuca dal profilo.
E' l'ora d'oro
il lago ha il colore del sole
ogni onda è luce e ombra che danzano insieme
e io sono qui, spettatore e passeggero
viandante fermo tra la luce e il buio
io sono qui, in un piccolo pezzo di questo mondo
e faccio sogni di luce e ombra su un altro mondo.

*

Mettetemi musica

Se sparissero piano le cose del mondo più belle che so
tipo lei, tipo il sole o la luna e le stelle
tipo i ricordi che le fan così belle
resterebbe forse un fischio all'orecchio
e bisbigli nell'aria che non saprò decifrare.
Se sparissero piano le cose che so
date pur via tutto quello che ho.
Sarò altrove
sarà altrove il sentiero, la curva, la strada che costeggia
chissà se la luna che dai monti illumina e brilla sul lago sarà dentro di me.
Mettetemi musica, l'ascolterò.

*

Il luogo dove vivi

Mi piace quando appoggi la mano sulla mia
dalla lontananza di una fotografia
e sotto crescono con roboare muto e silenzioso
tutti i sogni e i desideri che prima affollavano i pensieri.
Mi piace quando appoggi la mano sulla mia
e piano fai sparire queste mura
scendi come pioggia che mi bagna
sotto la pioggia poi innocentemente peccare finchè torna il sole
e del sole in pace godere
con qualche goccia d'acqua che rimane tra le mani.
A quel punto è la memoria il luogo dove vivi
e riprendo il viaggio verso quel luogo che non ha confini
cerco segni nel passato che indichino la via
a un sogno bagnato e nudo
alla mano che arriverà domani ancora e ancora a guidar la mia.
A quel punto il volerti è la via.

*

Un soffio lieve

Non è facile descrivere l'indescrivibile
di un'onda che sale dal posto più intimo dell'anima
come un soffio lieve
un sospiro che si fa respiro
e cresce, come un sogno che chiama, a gran voce
voce di cascate, d'acqua di montagna
e alla fine esonda il lago
lentamente
inarrestabile
e non vedi più la strada.
Torna poi il respiro a farsi sospiro
come un soffio lieve nel posto più intimo dell'anima
appagata.

*

Ora solare

Han detto che si sarebbe potuto anche dormire un'ora in più
io ho preferito un'ora in più di veglia
un'ora ferma nel tempo
sospesa nella notte
un'ora piccola che dopo un'ora svanirà.
E in quest'ora piccola estrarre un sogno grande e nudo dal taschino mio
per rivestirlo di colori nuovi
adesso non so se è la lingerie ad esser bella
o se è il corpo del Sogno mio che la fa bella.
Ora è sparita quest'ora notturna e un po' segreta
tornata al tempo dove era iniziata
a ricordo resta però dentro al taschino
un sogno in più ridisegnato con colori miei.

*

Sopra solo la luna

E' buia e scura qui la notte
l'acqua si scorge solo per il brillare della luna sulle ondine
le rive per il koro suono d'onda
suono d'onde calme e gentili.
Ma non è quello
potresti anche essere cieco
anzi dovresti essere cieco
per vedere la barca
la barca piena di presenze arrivare da rive lontane
arrivare dalle origini di ogni mancanza.
Così si sta su questo lago
di una quieta inquietezza si sta
di una inquietezza lenita da mani e suoni gentili si sta.
Sopra c'è solo la luna
e intorno uno spazio infinito pieno d'ombre leggere.
Redenti si sta.

*

Anima Zingara

Quando verrà la zingara sarà vertigine di danze sotto la luna
sarà di rosso svestita, a piedi nudi intorno al fuoco
il corpo ondoso volteggiante come nel più bel sogno desiderato
verrà improvvisa uscendo d'un balzo dagli alberi scuri
pelle d'argento sotto la luna
sarà un po' sogno e un po' magia.
Sarà quella che gira e gira come in una giostra senza fine
sarà quella che mi incanta da sempre oltre ogni limite
sarà che a volte sogno quella mia zingara delle notti insonni di tanto tempo fa
ma fuori dalla sua cornice libera e sensuale più che mai
che ormai son grande e i sogni cambiano con l'età.
E saran seni dritti al cielo e fianchi larghi già lo so
quando verrà la zingara sarà così vicina che quasi la toccherò
come fosse una magia quasi la toccherò
sospireranno gli alberi vedendola danzare
la luna in cielo ci starà a guardare.
Per lei saremo belli, quasi una poesia.

*

Sogno

Ogni tanto spara una parola
che subito scintilla
come colpita dai raggi del sole
nel cielo senza nuvole sopra il sogno.
Ogni tanto spara una parola
poi svanisce da qui
è il Sogno mio che vuol essere sognato
è un invito a entrare nel sogno
dove ogni cosa sta
specchiata nell'aria
e la pronunciante appare
prendendo materia e forma
dal sogno mio.
Ogni tanto spara una parola
e non serve sia sempre quella
poi svanisce
e io svanisco nel mio Sogno
ci troviamo bene lì
credo.

*

Sogno mio

Sarà perchè oggi piove che si sogna una giornata al lago piena di sole?
Sole che penetra tra i rami fino alla pelle di lei stesa sulla riva
sole che dona calore, e colore, ombre e luci che esaltano le forme.
Ma oggi qui il cielo è biancogrigio pieno di nuvole veloci
che puoi vedere il vento
e queste luci sono a led, luce che non scalda più.
Allora sto sul sogno
e nel sogno mi immergo, più vicino, per controllare se è sveglia o dorme
sembra così sognante, confusa tra ieri e oggi cavalca queste nuvole veloci.
Sembra che dorma ma non è così
ha solo gli occhi chiusi e sa che sono qui
così si muove, come sotto carezze e baci
baci che immagina che da qui possano arrivare fino a lì.
Ma è così strano il confine tra qui e il sogno
che sembra svanire nella luce
poi di sicuro torna
come un dono, come un Sogno mio.

*

Altrove

Tu credi sia tua, l'anima
sempre nel tuo corpo.
Invece è altrove
forse da una ragazza
che fece oplà su un letto un giorno
e poi altre acrobazie, e baci
salti e girotondi e altri giramondi.
Poi tutti giù per terra.
Oppure è al bosco,
in qualche radura
sotto un'angolo d'azzurro cielo
per aprire le ali al volo.
Poi sempre giù per terra.
Oppure se ne sta dietro ai vetri bagnati di pioggia
e osserva gli alberi curvarsi al vento
per un contatto di foglie.
E ancora giù per terra.
Dicono si nasconda anche tra le righe di una poesia, l'anima
ma se credi di vederla lì non è vero.
E' già altrove
per un giraltromondo in cima al lago
dove l'acqua stanca di correre e cascare tra le valli si allarga
si allarga e invade la pianura
tanto limpida che ti ci puoi specchiare
e sembra quasi che si fermi un po'
ma ferma è solo la tua immagine specchiata
l'acqua, come l'anima, è già altrove.
E altrove è ovunque
anche qui, in questo mondo, adesso
nel suo girandolare.

*

Abracadabra

Un Abracadabra o un Magicabula potrà servire
a toccare il fondo emergendo dal mare
a scender dai monti fino a toccare il cielo
che il cielo è capovolto per chi dall'alto lo sta a guardare.
Un Abracadabra o un Magicabula
per far del passato il futuro
perchè il passato che vi sto a dire ancora deve venire.
Un Abracadabra per trovar la sorgente
e poi seguirla fino al mare
un Magicabula per calmar le onde
che qualcosa o qualcuno in quest'anima continua ad alzare.

*

Viandante

Passa lento il viandante lungo il sentiero
di quando in quando guarda il lago e ha un sospiro
sotto il mantello porta il regalo suo più bello
come una sorpresa, per chi nemmeno lo sta aspettando.
E non è guerra e non è pace che lo guida
il vento che va e viene gli ricorda che è una piuma
così ha un sospiro, si ferma un poco e guarda ancora il lago
sotto il mantello sta il regalo suo più bello
e non è guerra e non è pace l'errare che lo guida.

*

Il cielo sopra il Sogno

Evanescente, a volte misterioso
come una bolla sopra la finzione
anch'esso sogno ma nessuno ci fa caso
rapito da qualche erotica visione.
Eppure è proprio da lì che arriva la visione
e lì torna, e poi svanisce
come nuvola
come arcobaleno.
Per questo il cielo sopra il lago, quando il lago è Sogno
è così erotico e doloroso
pieno di cose sognate e poi svanite
rimaste in volo in piccoli frammenti.
Resta qualche erotica visione
che cade dal cielo dentro al Sogno
ma senza nessuna carità per il bisogno
di ritrovarla ancor fuori dal sogno.

*

Spalancato fiore

Entra in scena con un balzo
uscendo dal buio dietro le quinte
e è come averne già avuto memoria ieri
la tante volte immaginata scena e posizione
solo che ieri è già sfumato
e invece oggi la visione è chiara.
Allora forse è vero che immaginando si crea qualcosa
se non il futuro almeno il desiderio
così continuo oggi a costruir memorie per domani
cambio le posizioni dopo il balzo
da china a supina è un oplà e un altro balzo
ci metto dita come api in cerca della gioia
su uno spalancato fiore di carne e labbra
oggi desidererò domani per averne poi altra memoria.

*

Lupa irripetibile

Lo so che quella lupa sembra uguale a quella vista al bosco tanti anni fa
uguali i salti e le movenze
e nuda mostra tutta la sua beltà
ma quella era visione irripetibile di gioia
fierezza, godimento e libertà
e questo d'oggi è il bosco delle fantasie e non quello della realtà.
O forse era quella la fantasia
e oggi è solo la realtà.

*

Sogno su una Lucia

La stanza sembra vuota ma così non è
schizzi di luce elettrica tracciano linee che svelano i contorni
un suono poi li va vibrare
un suono che conosco
una canzone antica che mi fa sognare.
Potrebbe essere sera
una sera qualunque di pace sopra al lago
il suono un incanto di voce in canto
la stanza sono i miei occhi
la luce è lei.
E quando guardi il lago il tempo non ha una direzione definita
segue venti quotidiani
viene da una giovinezza spensierata
poi torna qui dove ho gli occhi di papà
quando guardava queste rive
rive che adesso da una Lucia una bambina ammira.
Si ferma poi e sono proprio io
e lei è lei
che affonda le dita in quest'acqua fonda
unico filo irripetibile che unisce lei al sogno.
La stanza sembra vuota ma non è mai stata piena più di così.

*

Foschia

C'è foschia oggi
una bruma sopra il lago che sfuma i monti col grigio del cielo
così la linea obliqua della funicolare sembra non abbia fine.
Tu lo sai che non è così
perchè l'hai visto in un giorno di sole
in verità lo vedi da una vita
sole pioggia o arcobaleni.
Ma c'è foschia oggi
e ci dev'essere un'altra vita
per fare quello che non si può in questa.
Quieto è oggi il lago
il pontile trafora l'acqua coi suoi pali
e i gabbiani ci riposano come in attesa
lassù, lontano, nella bruma è la fine
ma ancora non si vede
neanche strizzando gli occhi
e il cielo è così vasto sopra questo lago da sparirci dentro.

Io mi trovo qui, sulle rive, come in un altrove che mi sembra di ricordare

ma no, so dove finisce la linea della funicolare
sono proprio qui, in questa vita.

*

Il bosco (e il sogno)

E sale e scende il bosco
come scosso da un movimento tellurico
ondulatorio e sussultorio.
Appare e scompare ondeggiando
e a ogni onda si scorge la fiera lupa
nel nero tra rami
la fiera con la bocca spalancata
bocca abituata a inghiottire
umida.
La fiera che subito scompare
inghiottita da un'altra onda.

*

L’azzurro più bello

Si passava l'azzurro sul foglio
l'azzurro più bello della scatola nuova
quello con la mina morbida
che avevamo imparato a premere per fare le ombre.
E poi un giallo splendente bastava per il sole
il bianco poco
con mano leggera
e sotto di solito un bel prato
pieno di margherite
lì sì che il bianco si sprecava
calcando un pò la mano.
C'era sempre anche qualche personaggio
e un sentiero
e una casetta
dove non viene più nessuno.

*

Favola 2

Lo so, questa poltroncina è solo un minuscolo pezzo di mondo
ma lo schermo qui di fronte può diventare un cielo azzurro
pieno di bianche nuvole e soli
lei ci nuota dentro, come in un lago
e si muove, e danza, come nelle favole
sembra così vicina, lontana insieme
come ricordi di favole già udite
e insieme una tristezza, come non fosse lì.
Allora forse è uno specchio questo schermo
e io mi dovrei voltare
lo so, sarebbe come una troppa gioia, che scoppia e si espande
fuggendo verso il cielo
mi dovrei voltare ma aspetto che spiova
intanto basterebbe una favola 2 the movie
prossimamente su questo schermo.

*

Piena di splendenza

Così t'avrei voluto vedere
che sei bella in qualunque postura
con la splendenza del sesso seminata sul corpo vivo.
Così t'avrei voluto vedere
se non fosse che così t'ho visto.
E ancora vengo ogni giorno a cercarti.
A cercare nelle tasche più fonde
qualcosa da farsi perdonare
qualcosa che vada perdonato.
Cerco a occhi chiusi
affondando le mani nelle scatole delle meraviglie
cerco quelle più belle.
Ed è facile
son quelle con più splendenza sui seni.

*

Ultimo spettacolo

Certo che dai palchi io ne ho viste di sottane volteggiare
e io qui a sognare ancora un'altra estate al mare
adesso che dai monti scende già aria di neve
i ciclamini sfioriranno dentro il vaso
ma l'anima mai smetterà di risuonare
nè di veder sottane volteggiare.
E' solo tempo che cambia
passa l'onda e si calma il lago.

"andiamo avanti tranquillamente"

*

Come un bel fiore

Lo so che il Sogno mio mi vuole bene

e che mi pensa quanto io lo penso

dietro le quinte di nascosto prepara le coreografie

e con faccia birichina pensa questo sì gli piacerà.

Ma dietro le quinte si sa è un passaggio lungo e stretto e buio

per andare da una parte all"altra del palcoscenico

così a volte ci resta intrappolato

e il sipario chiude prima dell'uscita in scena.

Quando ce la fa però è lucido, d'acqua e di sole

come un bel fiore pieno di rugiada la mattina

e proprio come senza dirglielo sa che lo vorrei.

*

L’angolazione delle curve

La luce svela
crea zone d'ombra ad ogni curva
curve di pelle della generosa visitatrice dei miei sogni
curve lucenti di seni e glutei
luce viva in questa penombra di stanza.
E cambia angolazione la visitatrice
come da un invisibile e roteante piedistallo
dettagli nuovi appaiono e altri svaniscono
meravigliosa fiamma e scintillio
sorgente eterna d'ogni sogno mio.
Ma quando viene la visitatrice non è solo sogno mio
se la voglio un pò velata viene già svelata
se la voglio svelata viene da svelare
ogni volta son pensieri nuovi che non sapevo di avere
o pensieri miei che non le ho detto mai
bisogna star solo ad osservarla da ogni angolazione
seguendo mani e movimenti
e cercando d'indovinare quando viene.

*

Sogni mai sognati

Si alzò al cielo
arcuata.
Tra le labbra un tunnel
di buio
caldo, umido e leggero
(si vedeva l'anima).
Nessuna luce sul fondo
solo desiderio di percorrenza.
(A volte chiudi gli occhi
e lo spazio si abita di sogni mai sognati)

*

Breve sogno inedito

Ancora un po' di trucco dietro le quinte
poi uscirà in scena disegnando sogni con le mani
e io che aspetto ancora sogni mai sognati
ne seguo trasognato i movimenti che indicano la strada.
La strada quella sì l'avevo già sognata
e la destinazione tanto sperata e immaginata
ma il vero sogno mai sognato
è che con le mani entra in un sogno che non le ho raccontato mai.

*

Bocca che seduce

La luce entrando la trovò femmina e impudica
mentre l'acqua le rigava i seni e il corpo
disegnò l'ombra poi sopra il vapore
l'eterna ombra antica e nuda più di lei.
Lei si lasciava accarezzare dalla luce
seguendo con le mani il suo calore
bocca socchiusa bocca che seduce
guardarla accende ancora un antico ardore
e l'occhio cade sempre dove il desiderio duole.
Intanto l'acqua cade come su rocce levigate
il vapore sale come nebbia dalle pozze
da qui non si vedono le cose più invisibili
non si odono i sospiri di quella bocca che seduce
ma m'incantano i contorni disegnati dalla luce.

*

Metà vera e metà sogno

Si è levata nella luce
come cometa attratta dal sole
niente la può più trattenere ormai nell'oscurità
offre i seni alla luce
come sirena di un lago argentato
io sto in un punto imprecisato della stanza
lei ombra scura tra la luce che filtra dalle tende chiare e me.
Deve essere metà vera e metà sogno
perchè la stanza inizia a roteare
l'avvolge come un bozzolo e la nasconde
ne uscirà farfalla splendida e multicolore
ma come sempre metà vera e metà sogno.
Perchè vera è il sogno e nel sogno è più vera.

*

L’ora del crepuscolo

L'ora del crepuscolo arriva presto in riva al lago
quando il sole scende dietro i monti
un pò di luce arriva ancora dall'apertura della valle a nord
confonde il chiaro con lo scuro
l'azzurro con il verde
il vero con il sogno.
E' anche l'ora in cui il silenzio ha inizio
con i bagnanti che lasciano le rive
l'ora in cui vuoi credere nelle ombre vive e mute
in cui rallenta il tempo e riposano i pensieri
fan giri larghi e lenti, come i falchetti in cielo
l'ora in cui non è mai il vero quello che vedi
nemmeno e soprattutto se gli dai o le dai un nome.
Resta qualcosa o qualcuno che ti guarda da ogni dove
come se fossi tu il non vero
ma tiene le labbra a bacio, là dove la luce muore a nord
i suoi pensieri fan giri larghi e lenti
come i falchetti in cielo e come anche i tuoi.

*

Una come mille

Sono andato una volta dove vive il sogno
sono andato a non trovarlo
sulle panchine del sagrato non c'era
non un profumo, non un colore.
Una volta sola come mille e tutte le altre mille uguali
eppure c'è qualcuno che manda sogni da sognare
come da bimbo
quando il sogno era un pirata e la sua perla
un indiano con l'archetto e la sua squaw
un cowboy e la sue scorribande nelle praterie.
Qualcuno manda sempre sogni da sognare
ma io dico che non sono miei
forse il sogno vero è quella cosa che m'ha spinto a andare
è un profumo mai sentito
un colore non ancora visto
e amarti senza esserci mai amati.

*

Una vertigine di buio

Era così, nuda fino all'osso
un filo di luce passava tra le cosce
tra le più dolci labbra una vertigine di buio
l'aria carica di vapore come fosse bruma di lago
io ero gli occhi che guardano quel che voleva far vedere.
Attraversata dalle acque dai capelli ai piedi
lucida e brillante come di rugiada
seni premuti alla vetrata della cabina
alle spalle un desiderio evaporato in uno specchio nella stanza nuda
e sempre tra le più dolci labbra quella vertigine di buio
dove lei entrava seguendo i desideri miei.
Era così, non carne sognata e immaginata
e io ero perchè lei era
così come non sono quando non c'è.

*

Madri

Le braccia delle madri hanno mani dolci
quando accarezzano sono leggere
come petali di margherita mossi dal vento.
Le madri stesse sono margherite
in un campo di margherite
e non ti dicono mai che quel vento le spaura un poco
camuffandolo con un cos'è mai tutto questo vento.
E poi sono state anche rose
rose di luce.
I figli invece sono come girasoli
rivolti a una sola margherita inconfondibile nel campo.
Non credono che quel vento se le sia portate via un giorno
sentono ancora le loro mani dolci e leggere
come un vento tra i capelli.
E ricordano le rose, nei giorni che le rose mancano.

*

Così si fa

Così si fa
si va dove si è stati
saltando una rayuela a piè pari sull' acciottolato
cercando un filo, una biglia, un segno negli spazi vuoti
un qualcosa che luccichi
come uno spago dorato

che ricrei al presente il passato.
Così si fa
ma si trova quel che c’è
si lucida e si indora

si crea un ricordo nuovo
che faccia vero quel che non c’è.

*

Pensiero feroce

Vedi cosa fa il pensiero a volte?
S'alza improvviso e feroce
si fa di luce e riempie l'aria
allora lo afferri tra le mani
lo agiti
come a zittirlo.
E alla fine muore
ma non davvero
è solo una piccola morte momentanea
poi risorge.

*

Non son poeta

Non son poeta, lascia stare il cuore e scendi un po' più giù
che io ci scenderei nella tua pozza scura
vortice di lago dove affogherei.
Che sia un dolce affogare però l'han detto già
ma io non son poeta e imparerò a nuotare
sotto il segreto lenzuolo del cielo che sta sopra i letti tuoi
a vorticare in quella pozza e a sprofondare
e poi a uscirne imparerò.
Tu intanto vortica
vertiginosa come sai fare tu
nell'acqua dorata della mia fantasia
con tutte le curve belle della chitarra mia.
Non son poeta ma sognatore sì
tu fammi sognare ancora di potermi tuffare dentro al corpo tuo
vortice di lago o vasca da bagno dove affogherei.

*

Fuochi sul lago

Evaporò brillando in una nuvola di fumo
dopo l'esplosione di colori
proprio la sera dei fuochi sul lago.
Ma lui se ne accorse.
E fu così:
Contò lentamente le parole dette e non dette
cercando chissà cosa
e diluendole nelle lacrime piante
Poi tirò un sospiro e sparse il fumo nell' aria
restò solo un odore pungente.
Chiuse la finestra e spense la luce
e si spense nell'acqua dolce del lago.
E resterà così:
Solo un sospiro mai svanito.

*

Moment

E' questa l' ora in cui si lascia intravedere la malinconia
oltre il tramonto, quando il mondo si fa liquido e scuro
il silenzio è quello di una notte in riva al lago
la malinconia è acqua scura e fonda e senza trasparenza
solo le stelle a disegnare punti di morbidezze segrete e dolci.
Per descriverla non bastano le parole
anche se ne abbiamo tante per non dire niente.

*

Specchi

So tutto dei fantasmi disegnati negli specchi miei
vapore, sogno o fantasia
o altra magia non so
quello che mi manca, quello che com'è non so
è il volto mio che negli specchi altrui darò.
Sì, potrei anche domandare
ma la risposta non sarà mai la verità.

*

Gemella

E' nata una gemella con me, subito dimenticata
figlia del paradiso o radice arcaica
non so dov'è ma è fiamma che incendia e brucia i giorni miei.
Vibra nella luce che filtra tra i rami degli alberi
amando quel che amo.
Sta alle spalle a volte, e vedo quel che guarda
la tentazione di voltarsi è forte
ma so che non c'è nessuno
almeno non in questo tempo o mondo.
In sogno, ecco, forse in sogno
se mi scordo di me la trovo.

*

Tra la verità e il sogno

C'era un bimbo che correva dentro le mura della mia città
saltando a piedi pari sui ciottoli del pavè
percorreva vicoli e antiche vie cercando nuove avventure o giochi
la partenza era dall'albero delle fate
poi giù, fino alla Betty, proprio vicino al lago.
Questa città ormai a metà tra la verità e il sogno
che ricordo poco di quello che guardava nè con che animo guardasse il lago
è più un immaginare come fosse sogno.
Però ricordo i luoghi come guardandoli con gli occhi suoi
è sempre qui con me anche se insieme mai
è sempre un passo avanti
e gira gli angoli per farmi svoltare
mi mostra sempre cose nuove
segni o ricordi che dicono che son stato lì.
Tipo un albero delle fate senza fate
tanto per restare in tema
e non sapere mai se era sogno o verità
o per dirmi che lui le vede ancora, son sempre lì
e di cercare bene che forse sono io che non le so vedere più.

*

Cartoline dal lago

Questo rimane nel taschino
ricordi che girano come cartoline
di cieli azzurri e di rami fioriti
di luccicanze al sole e altre meraviglie d'acqua.
Acqua ai ginocchi nella gran fontana
in fondo le montagne rosa da scalare
il trenino in pietra è giù ad aspettare
per un altro viaggio che sembrava mai finire.
Una tristezza consolata da fumetti e chewing gum
nel gran piazzale delle corriere
qualche lacrima all'ultimo abbraccio prima di partire
qualche piccolo timore di non tornare.
Sì, qualcuna è un po' sfumata e non si vedono sguardi e volti
è allora che le ridisegno e le coloro
quel che ne esce sono fiabe antiche
e poi credo siano vere.
Le mura erano ostacoli da superare
per arrivare su fino ai giardini delle fate
sconosciute e nude sotto i raggi del sole
tra ciclamini e rose era bello starle a guardare.
Tre colori bastano per farne centomila
e colorare la città d'incanto
e sopra cieli azzurri e rondinelle tante
e arcobaleni dopo i temporali.
La prima nudità di bimba nel retro della pescheria
dai, che fai, vieni andiamo via
lo so qualcuna è vera qualcuna è fantasia
potessi almeno rivedere sguardi e volti
senza ricorrere alla sua fotografia.

*

Il corpo sogna quel che l’anima vuole

E' quando l'anima si guarda il corpo allo specchio
corpo viaggiante sulle onde del tempo
lei invece così eterna nell'universo
ricorda la bambina vista tante volte
e pensa al futuro.
Seno scoperto e bocca da baciare
pelle bagnata e bianca ancora da asciugare
l'anima sogna una cosa carnale
che solo il corpo le può dare
il corpo sogna quel che l'anima vuole
e arriva alla gioia che solo l'anima sa dare.
Poi il corpo lascia una promessa di tornare
nel sogno sveglio e nudo per farsi guardare
non dice quando per farsi desiderare
che anche l'anima desidera quel corpo poter sfiorare.
E' un gioco di carne senza vergogna
senza ricordi senza futuro
quando si mette nuda, per due carezze
poi il corpo orgasma e l'anima pure.

*

Ancor più nuda della nudità

Nuda nel suo specchio tra ninnoli e scintillii di gioie
senza malizia e spettinata tanto nessuno vede
lisce le cosce sostengono ampi fianchi
il bosco al campo di battaglia raso al suolo.
Ma poi ecco che si mette in posa
e nello specchio appare tutta intera
chissà cos'è che la fa posare nuda
carne di femmina per sè
nuda nell'anima bambina.
Sarà che nasce da quello che scrivo
e allora scrivo delle giravolte e delle verticali vertiginose
vertigine è come un lago senza rive e senza fine
profumo di narcisi
profondo buio splendore il pozzo al campo di battaglia.
Allora scrivo di ancor più nuda nudità
e di sospiri, respiri e soffi, causa di un sogno
poi amo il sogno scaturito e denudato
finchè sul campo di battaglia all'improvviso piove
poi tra ninnoli e scintillii tutto pian piano si ricompone.

*

Fatta di sole d’acqua

All'occhio è meraviglia
fatta di sole d'acqua e luccicanze
e di triangolini bianchi di vele tese che van su e giù
sopra i riflessi di nuvole e monti.
E' meraviglia eppure l'anima brama sempre qualche cosa in più
glie lo ha insegnato il lago
e quello che dopo ogni curva appare
altre splendenze sempre nuove senza scordare quello che fu.
E furon curve di seni e fianchi e triangolini bianchi
a far tempesta sopra il lago e a non bastare mai
furono mani amanti che mutano tempesta in fiamma
mani dolci, quando la tempesta si calma.
Eppure cerco ancora quel qualcosa in più dietro le curve
ora che primavera riempie il lago di colore
forse una cascata o un fiume bianco che si getta a lago
getto d'orgasmo che trascina desideri al sole.
Arriverà anche estate e poi autunno e inverno
ci sarà sempre quel qualcosa in più che arriverà.
Forse una meraviglia forse una sciagura ma arriverà.

*

Primavera

Disegnala la primavera,
a pennellate decise e forti
o a parole, che qualcuno non la vede.
Dì che il verde qui di fronte splende, chiaro, sotto il sole
e che spuntano ovunque macchie di colore
che ondeggiano per l'aria in movimento.
Ci sono gialli timidi, rossi appassionati e dolci rosapallido
e rami, come dita, sbucano da tutto questo verde verso il cielo
fioriscono, mettono foglie
in tutto questo arcobaleno di colori ci sono giochi di bimbi
e suoni, e risa.
Le vesti leggere.
C'è un' amorosa vita che vola e canta tutt'intorno
e ti sorprende farne parte.
I soliti due merletti neri saltellano
sulle gambette esili tra l’ erba
sembra dicano alle betulle tutt’attorno
ancora nude
è primavera!
Sì, adesso è primavera
fuori e dentro
anche le betulle si vestiranno presto
con l’ abito nuovo
e danzeranno, braccia al cielo
se il vento vorrà.
Vento che porterà anche i desideri
come aquiloni
in volo sul uno specchio di lago.

*

Musa delle veglie

Sbuca dagli alberi e dal verde un campanile
nell'azzurro svetta per farsi vedere
inizia sempre così che poi devi andare
non importa la strada o la benzina poca
vedrai che basterà per arrivare.
Così fa anche la musa che mi tiene sveglio
nuca scoperta e fianchi larghi e mutandine da colorare
così vicina che sembra la puoi toccare
prendere in mano la visione che appare
inizia sempre così che poi si fa sognare.
E'un sogno sveglio
specchio del mio desiderio
un quadro
una Vie en rose
un albero dei sospiri dove danzano le streghe
fiamme che illuminano la schiena
notti di veglia finchè il sonno vince.
Inizia sempre così che poi nel sogno vero ancora appare
sarà anche perchè io la voglio sognare
e nel sogno molto più bella e vera
luce e non ombra di quel che so immaginare.
Inizia sempre così che poi la cerco di disegnare.

*

Il dono

Ecco, il suo dono è una calma in fiamme
un fuoco che disseta una guerra che s'arrende
mentre sullo specchio scivola via il vapore in gocce
e lascia il posto alla visione.
Il dono non è la visione
chiamala gioia
chiamala sogno
chiamala dar forma al sogno
chiamala sicura attesa di un altro sogno
sostanza dei desideri miei.
Ecco, il suo dono è una luce dietro al buio
e ogni tanto un lampo
un futuro desiderato e visto che arriverà
perchè io l'ho immaginato ieri.
Ecco, il suo dono è una calma che sfinisce
ma non finisce mai
naviga sull'onda dei desideri miei.

*

Chiomadoro

Non farà più ombra quest'estate la vecchia chiomadoro
non ha più braccia da alzare al cielo
il corpo nudo e a pezzi ordinatamente accatastato al sole
la chioma sparsa in tutto il prato a fare già nostalgia.
Scalderà il prossimo inverno e forse altri ancora
spargerà il suo profumo nella stanza
e scintille tante nel camino come una nuova chioma.
Aveva un sedile ai piedi
e una casetta per elfi e fate
ora costretti a traslocare come tanti uccelletti senza più rifugio
torneranno alle finestre di quel camino il prossimo inverno
a riveder nelle scintille chiomadoro
e là dov'era l'ombra ci sarà un ti ricordi chiomadoro?
e saranno fiabe di fate e sogni.

*

Invisibili bellezze

Si fa visibile l'invisibile nella bellezza delle cose
mentre le cose sfuggono e cambiano aspetto e forma per accoglierlo
così è che un prato si fa letto di un'alcova
l'orizzonte un bosco di betulle e sull'erba mille meraviglie
si resta curiosi ad aspettare l'apparire di qualcosa
come bimbi, o vecchi, che loro è la curiosità più vera.
L'invisibile resta sempre qualcosa di indicibile
e niente credo faccia dicibile l'indicibile.
Solo a volte il bimbo dice al vecchio guarda!
quel brillare da un ramo all'altro è il volo di una fata
e il vecchio è molto facile che ci creda.

*

Marzo

Da poco ha smesso di nevicare
l'aria è fredda e quindi è facile che possa nevicare ancora
eppure marzo è già qui con tutte le sue promesse
scioglierà la neve dentro ai ruscelli alpini
farà ancora gli arcobaleni sotto le cascate.
Non sono vane speranze, lo fa tutti gli anni
primule e viole riempiranno i prati
di brina solo un velo la mattina
scintillerà sulle corolle e il vento poi l'asciugherà
vento che alza le gonne che si fan leggere
che marzo è pazzerello sì ma anche un po' monello.
Il biancospino poi prenderà il posto della neve
e nuvole tante e bianche a pecorelle
presto arriveranno anche le rondini e i profumi
l' aria piena di suoni canterà.
Certo che il vento poi mescolerà tutto con un po' di grigio a volte
e cielo nero che lampi e tuoni stanno per arrivare
è solo la primavera che sta arrivando
tornerà ancora il sole e tutto più pulito e lucido tornerà a brillare
l'albero vestito di nuovo si farà ammirare
nell'animo intanto è già primavera per ciò che sta per arrivare
per il corpo... attento solo a non sudare.

*

Adesso scrivo una cosa

Adesso scrivo una cosa
perchè oggi sembra proprio primavera
il cielo ha un bel colore attorno ai tetti e agli alberi
la case ci sembrano disegnate dentro e l'aria è già profumata dei primi fiori
qualche aereo ha disegnato una scia che si dissolve e cola in un merletto bianco
e bisogna scriverlo.
Adesso scrivo una cosa perchè domani me ne scorderò
e rileggendo crederò sia vera
potrei scrivere di quando s'è tolta il vestito più bello che ha
perchè niente la fa più bella della nudità
potrei dire che aveva nelle mani il sogno più bello che ho
e lo cavalcava il sogno, qui davanti agli occhi miei
e rileggendolo domani crederò sia vero l'unicorno rosso delle mie fantasie
e non solo disegnato su una fotografia
la gioia sarà vera, questo già lo so.

*

Maree di lago

Lo sanno bene i pescatori
le macchie che appaiono e scompaiono sul lago è solo vento
vento che spinge l'acqua, crea correnti e la fa ondeggiare
e che meno vedi l'altra riva e più forte il vento soffierà.
Io so solo che il lago non ha maree, o solo impercettibili se non nel cuore
lì sì che a volte pare quasi di affogare
seduto su un pontile, guardando un battello arrivare
lì sì che quelle macchie continuano magicamente ad apparire e scomparire
lì sì che dal battello chissà chi potrebbe mai arrivare.

*

Vecchi giocatori

Qualche volta gioco, e nel gioco sogno
che tu guarda i bimbi
che il gioco li salva e li nasconde a questo mondo
non invicibili nè immortali
ma nel gioco eterni.
Qualche volta sogno e nel sogno gioco
con la giocatrice online che gioca nello stesso sogno
non invicibile nè immortale
ma nel gioco eterna.
Biancovestita color di neve
che tu guarda i bimbi
che la neve va assaggiata
sentendola cadere sulla punta della lingua.
Nel sogno la disegno sempre
col trucco del cambiacolore
per far svanire l'abito bianco che di eterno ha solo il nome
poi le disegno le mani, le animo sotto la matita
fino ai sussulti incontrollati
tra sussurri e grida.
Nessuno vince a questo gioco
se non si vince in due
e nel sogno siamo e vinciamo sempre solo noi due.

*

Unico corpo

Nei miei sogni è così sfumata
come passata in una sfocatura di photoshop
sarà che al risveglio fatico a ricordare il sogno
ma ricordo l' incanto
allora, nei disegni di domani
le dipingo il sesso tra le gambe
con pennellate feroci e marcate
e poi sto a guardarla
e penso che non ne sono degno
perchè non è origine di vita o rinascita
ma meta e desiderio di possessione.
Desiderio di entrarci
in quel buio profondo che ho disegnato tra le pieghe della carne
desiderio di venirle ad abitare dentro
e non volerne più uscire,
o non riuscirci più.
Ma non è lo stesso incanto del sogno
così prendo e sfumo tutto ancora
con una sfocatura di photoshop.
E d' improvviso
il suo corpo è il mio corpo
e il mio il suio
il mio sesso è il suo
e il suo il mio
è lo stesso incanto
e non importa più cosa c'è tra le gambe.
E' lei che viene qui ad abitare
mentre anch'io vengo ad abitarla.

*

Dicono

Dicono abbia raggiunto la quiete
senza più dolori
senza respirare più con grande affanno
dicono che sia tornato a casa
anche se per tutti questa era la sua casa.
Dicono che era già prevista la partenza
dicono che il tempo si allarga sempre verso l'infinito
dicono che qua resta qualcosa sulle spiagge
e guarda le stelle, te le racconta una a una
come fosse fiaba che la notte rende dolce
dicono che da oggi sarà scintilla e sogno
che farà ancora dolci le stelle e i cieli.
Dicono
ma quando tocca a me di dirlo non so che dire loro.

*

Stazione dopo stazione

Dopo la prima prosegue il viaggio
stazione dopo stazione
verso il suono azzurro delle campane sopra il lago
e nel viaggio appaiono immagini, senza sforzo
di cose perdute, ma anche della stazione d'arrivo mai vista.
Alla vista è primavera ma l'aria è gelida
anche se canta, e incanta già il paesaggio immaginato.
L'ultima stazione è la prima di un altro viaggio
viaggio di pensieri naviganti
come vele bianche sul lago che brilla
e altre immagini appaiono, calde e vaporose
come la bruma all'orizzonte.
Che sempre continua il viaggio
stazione dopo stazione
e a ogni stazione un canto o incanto.

*

Sotto al girasole

Sotto al girasole ruota l'ombra come ruota il sole
il sole la disegna ma come il girasole vuole
ci son petali che sporgono dalla corolla profonda e scura
come del girasole la controfigura.
Corolla come bocca che segue il sole
i petali come labbra ma senza voce
son troppo alti da accarezzare
così che è solo a terra che li puoi toccare.
Ma toccar l'ombra non è come toccare il sole
è così che si spicca il salto
a costo di bruciare
la ricaduta poi è sempre vertiginosa
come cadere nella bocca scura dove volevi sprofondare.

*

Lucido Sogno

Batte ancora forte il cuore
a guardare verso le colline
l'acqua scende lungo la valle
che va dai seni all'ombelico
poi prosegue nel dirupo
e precipita in cascata
nella pozza d'acqua chiara
lucido sogno
e nudo nido.
Nido o tana
di selvaggia lupa
che si specchia in quella pozza
mentre s'alza già la luce rosa in cielo
e ancora batte forte il cuore.
Pozza fonda come la bocca
e due dita tra le labbra e sogno
per cercare un altro sogno
sulla punta della lingua
lingua dolce e senza spine
che fa battere ancora il cuore.
Cuore suo o cuore mio
o cuor di lupa solitaria
pulsa e batte dentro il bosco
e dentro il bosco sta la pozza
nudo nido selvaggio sogno
che fa battere sempre il cuore.

*

Rosafondo

Come onda affonda, nel rosafondo della sua carne tenera
come onda si ritrae, le dita colme e lucide del suo piacere.
Ecco, parte, è in volo sopra al mondo
e il mondo non è questo
ecco, lo inventa, oltre il confine frastagliato della sua fantasia
e salta e gira e sogna e dimentica anni e affanni
ecco, arriva, dove abita da sempre la gioia.
Sospirosa plana poi, piano, in questo mondo
ancora piene le mani della sua più bella gioia
e non la scorda, e la regala a me.

*

Anima in volo

E poi la scrivo, nascondendola dentro una poesia
per farla almeno un po' più mia
per portare l'anima in volo sopra al suo corpo nudo
passar montagne salendo lungo i fianchi
planare poi lungo la pianura
verso la pista d'atterraggio
che è lago alpino calmo e fondo e scuro.
E poi la scrivo, e anche se non è poesia
è pur sempre un pensiero
e dà gioia all'anima mia
una gioia antica e nuda
di quando la nudità era un fuoco
che illumina e scalda i corpi in gioco.
E poi la scrivo per prenderla per le mani
volare insieme giù oltre la pianura
bagnarsi un pò nel lago e poi uscire a sospirare al sole
che non è sole ma un antico fuoco che non si spegne mai.
La musica è la solita, di rosa vestita
quella che mi accompagna lungo la vita.

*

Così si viaggia

Come da bimbo
a braccia aperte sullo stuoino di mamma
al centro della cucina
quando viaggiavo nel futuro e in altri mondi.
Così si viaggia ancora
nel passato e in altri mondi.

*

Riflessi

Qui sulla parete in fondo c'è uno specchio che non riflette nulla
eppure è pieno di magia
perchè magia è il sogno.
C'è la mia zingara ormai fuggita dalla sua cornice
c'è la ballerina oggi invisibile con cui danzavo senza toccare terra
c'è qualcuno che ci si riflette ma dall'altra parte
e c'è una voce che mi dice vieni.
Io a quello specchio mi guardo e non mi vedo
di là si affacciano antiche stanze che credevo dimenticate
sembra di potercisi addentrare per sentire il calore del sole e della luce sulla pelle
ma addentrare sarebbe come percorrere strade di lago e curve
e dietro ogni curva niente più di nuovo da vedere o da sentire.
Così sto qui
le gambe a penzoloni a bordo palco
e suono la canzone che ho imparato
guardo le ragazze in sala che sono tutte belle
e la musica sì che sa attraversare gli specchi.

*

Nuda

Ha l'anima di giovinetta
quando sta tutta di nudirà vestita e gioia
la luce fa la carne di dolcezza accesa
è un sogno non in sogno
ma cosa vera.
Mi porta dentro ai sogni suoi
dove d'amor non fa mistero.

*

Vestita d’invisibile

Se arriva fino a qui l'eco dei pensieri suoi
anche se poi lo vesto con le parole mie
sono certo che anche a lei arriva l'eco dei pensieri miei
lei che conosce tutte le parole mie e saprà capire.
Basterà solo un attimo di silenzio e sarà qui
in questi giorni rumorosi di festa
e nella notte più bella sarà qui vestita d'invisibile
in quell'attimo sarà Natale e sarò bambino.

*

Le valli in ombra

Sono le piccole valli che incantano
le piccole valli che salgono verso il monte
il cordone delle cime le tiene in ombra

puoi vestirle dei tuoi sogni
guardarle lascia una voglia di entrarci
e di scoprire le fonti del torrente che scende impetuoso a lago.
Forse dietro quel cespuglio rosa che si intravede là in fondo.
Sono le piccole valli che incantano
le piccole valli che salgono verso il monte
i tendini delle cosce le tengono in ombra
e l'ombra pare sollevar la stoffa
guardarle lascia una voglia di entrarci
e di scoprire le fonti del torrente impetuoso che mi vince e mi affoga
ma la fonte è una botola segreta
con dentro tutto un mondo che non so

ma vestito dei miei sogni.

*

Vapore

Ho scritto parole leggere
vestite di bianco e candore
le ho scritte sopra al vapore
che scalda questa stanza a est
la luce che entra si fa complice
nella penombra nasconde quello che non c'è
parola dopo parola dallo spiraglio evaporerà
nessuno se ne accorgerà e nessuno le leggerà
anch'io non ne ricordo una
resta soltanto il sapore.
E' forse il biancore il più antico ricordo
del primo attimo di felicità
forse è ora solo un seno da succhiare
per provare un altro sapore
e per un attimo di voluttà
che sia stato bianco però tutto quel candore
è un ricordo finto perchè davvero non so
forse era di un bel rosa vivo e acceso
anche perchè è il colore che più amo e il perchè vero non so.

*

La magia e l’incanto

Ah, la magia e l'incanto della rosa
rosa che seduce sotto al rosa che mi piace
rosa che ho disegnato io
sopra a un cespuglio ombroso
al bosco eterno delle mie idee
dove puoi trovare ancora gli unicorni rossi
e sopra lei, felice,  a cavalcare .
Ma l'inguine è chiaro e brullo
come non piace a me
sotto la linea che separa dalla terra il cielo.
Eppure vera incanta e ancor di più seduce
perchè questo fanno le più potenti muse
si fan piacere e ammaliano con l'incanto vero della verità.

*

In-canto

All'orizzonte sta, eretta, la betulla
la chioma d'oro al sole brilla
tra i rami ha una vela bianca
che l'orizzonte è riva, il cielo è il lago
e la vela il sogno che non mi stanca.
Io sono lì, e il mondo è una musica dolce
un soffio tra il cespuglio d'oro riflesso
l'aria sospira e canta e vola sulla superfice
che brilla di luce nuova.
Io sono lì, dov'è il sogno
e sottovoce lo canto
come un soffio sul cespuglio d'oro.
E s'agita, la vela, come una danza
e piano svela altre onde e schiume
e altri riflessi più dolci ancora.
E io son lì, nella meraviglia che non mi stanca.

*

Incontro

Quando me ne hanno parlato forse non ero ancora nato

è questo che ora vado cercando

il paesaggio dentro cui giocavo

la donna da riconoscere che porto in me.

Così si vaga per questo mondo

finchè un giorno la troverò

che abbia una falce in mano o un mazzetto di ciclamini

non lo so

che sia di rosa o nero vestita

non lo so

ma sarà dentro a quel paesaggio dove giocavamo insieme.

Riconosceremo che siamo una cosa sola.

*

Dettagli

Basta un dettaglio
un cocuzzolo
uno scorcio di tetto (. .)
una curva del fiume
un seno
una linea della mano
un' alba
una vasca vuota
schiuma e gocce.
Per re-inventare con precisione
uno scenario mai visto
una lei mai vista.
Forse inesistente.
ma non per questo meno vero di quello che vedi.

*

Anima nuda

Se ne sta lì, al bancone del Desirè a bere
dopo aver ballato nuda tutta la notte
non serve gridare qualcosa da lontano
non sentirà, è sorda
nemmeno avvicinarsi perchè legga le labbra
non ti vedrà, è cieca
non dirà nulla
come fosse muta
Però se ti ci metti a fianco in silenzio
scopri che sei tu al bancone del Desirè
e non la vuoi toccare nè baciare.
La lasci lì nel fodero
ti fai un caffè e vai a dormire.

*

Antiche foto

La foto antica ormai spogliata a baci e graffi
il corpo nudo nel bianco bagliore della soglia
ha diaframma ombroso e luce tra le cosce.
Questa era lei nella luce del mattino
un albero all'orizzonte che rispecchia l'ombra
ombra di maschera sfumata dalla lontananza.
C'è un gran silenzio e guerra in cuore
forse è il presente che sfuma nel passato
il tempo che dice che ogni cosa muore.
Eppure ancor ritorna col suo volteggiare
l'albero è spoglio e la visione è breve
è vero svanisce sì ma mai muore.

*

Sognata meraviglia

Seduta all'orlo dello sprofondo
nel punto più in vista di questo mondo
con cento scatole per la meraviglia
e poi duecento perchè le rassomiglia.
Per i suoi seni scatole trecento
per la sua schiena sui quattrocento
per lo sprofondo son cinquecento
per il clitoride non basta il vento.
E qui di vento ne arriva tanto
e metterla in scatola non è certo un vanto
la meraviglia va scoperchiata
nel vento va liberata.
E poi di scatole ne basta una
quelle di latta con i colori
di quelle belle, da 120
per fare la pelle ancor più bella
con qualche colore magari mai visto
tipo un bel trasparente, per la maglietta
o nuovo nuovo color dinamico
che faccia muovere il disegno e le mani
qualche colore che lasci il foglio bianco
e il disegno che danza per tutta la stanza
fuori dai margini e dalle scatole
dentro un sogno che sa di favole.

*

Sogno N° 2 (bi-sogno)

Dove il tronco s'allarga e mette radici
e sembra sprofondi dentro la terra
negli spazi in ombra, pieni di auspici
sta la magia che sempre ti afferra.
Tana di lupa o tana di fata
o archetipo di donna sognata
al lato destro ha rovi e spine
ma d'arcobaleno le mutandine.

(ogni arcobaleno una pentola d'oro)

La lingua tra i denti spunta feroce
figlia del bosco, e l'albero è un noce
si tramuta in ombra e quel che vedi è una noce
per arrivarci devi seguir la voce.
Allora la noce si tramuta in fiore
che non è rosa ma di rosa ha il colore
un rosa che abbaglia, incandescente
quando si apre in un gioco indecente
la pentola d'oro.

*

Magica musa

Si dice che torna bambina ogni volta che dice di sì
gioca coi letti e gli oggetti
e a guardarla sembra di essere lì
si dice che gli occhi le si fanno furbetti
e infila ancora le dita dentro i vasetti.
La magica musa spalanca le braccia e mi guarda
come a dire son qui
e inizia a volare e a sognare e spalanca la bocca più sexy che mai
si dice che è un trucco ma trucco non è
quando si volta e rivolta ha il culo più bello che c'è.
La magicamusa spalanca le gambe
e passan veloci le immagini, come in un film
e vedessi nuda che bella che è
più di una stella
che accende una magica voglia
una splendida paura di morirle dentro un po'
bruciando di luce feroce che lei manda fin qui.

Simon del Grillo

Immagine: Selene - Simon del Grillo

*

Una macchia nera ci può stare

Scrivo per penetrare lo specchio che separa i sogni dalla realtà
che qui oggi il cielo è grigio e nero
e non vi dico il freddo che fa
Di là posso cambiare il nero in rosa e bianco e un verdazzurro qua e là.
Fa sempre un caldo buono che ci si può spogliare
sdraiarsi sotto la luce calda e dalla luce il corpo lasciarsi colorare.
Di qua il corpo è nascosto da maglioni, sciarpe, guanti e pantaloni
scrivo per cancellarli da questo cielo nero pieno di nuvoloni
di là se ne sta sdraiata nuda sotto la luce calda e si lascia colorare
un po' di rosa dove serve
il bianco per un pizzo stravagante
di verdazzurro la vestaglietta bella
e proprio là una macchia nera ci può anche stare.
Scrivo per penetrare e per sognare che tutto questo di là si può avverare.

*

Erotica

Dove la carne è morbida e tenero il segreto
e non per questo debole ma tremenda e forte
sotto la linea d'alba chiara
sta il chiaroscuro che genera illusioni.
Lì prende forma piano il sogno
la vulva eterna che ha creato il mondo
il cielo, il mare e le montagne
piene di fessure e di crepacci.
Ho visto la ferita aprirsi nel cavo della mano
fessura di feroce e divaricata bellezza
i lembi rossi, come una lingua oscena
là dove la carne è morbida e tenero il segreto.
La fessura è tremenda e vertiginosa
caderci dentro non spaura ma è invitante resa
a lei che guarda coi miei occhi dove ha inizio il mondo
e mette un bacio sul gambo di un ciclamino rosa.

*

T’ ho visto

Devi chiamarlo forte, il sogno,
a voce alta,
per strapparlo al buio
devi dipingerlo ogni volta nuovo, e vergine
nei colori e pose che desideri.
Poi stare a guardarlo, curioso, e abbandonarcisi dentro.
E allora sì che spunta, dal mio taschino
si fa largo tra i plettri colorati
le corde e altri tesori da non dimenticare.
Come a dire, t'ho visto!
O come diceva mamma,
ta set un pursciel

*

Bagliori

Come in un bagliore sfumata uscendo dal mio sogno
l'inguine chiaro e fresco è desiderio e incanto
ma come in un bagliore sfumato.
Sarà che fatico a ricordare
ma ne ricordo l' incanto.
Allora per i sogni nuovi di domani
le dipingo un sesso tra le gambe
con pennellate feroci e marcate la dipingo
e poi resto a guardarla
origine di vita e meta di desiderio e possessione.
Desiderio di entrarci
in quel buio profondo che ho disegnato tra le pieghe
di andarci dentro ad abitare
e poi non voler più uscire,
o non riuscirci più.
Ma il sogno era cosa vera
e questa una mia bugia
come le mani che le ho disegnato
ad allargare il sesso e farla ancora un po' più mia.
Così cancello ancora tutto
con un blur di photoshop
e ripartire è un'altro incanto
che importa se sarà bugia o se sarà magia
è il sogno di domani, dove sarà più mia.

*

Dove nasce la gioia

Perchè avrà pure una fonte
un luogo dove se ne sta
nascosta in attesa di sgorgare.
E forse sgorga in note
strappate con ruvida forza
che mandano le valvole in saturazione
e riempiono l' aria
riecheggiando
in un delay
se pur digitale.
O forse sgorga in una poesia
o anche in una sola parola di quella poesia
che colpisca le corde giuste
saturando un sentimento
e riecheggi per giorni e anni, forse per sempre.
E se invece sgorgasse in colori?
un accostamento tra forme liquide e colori danzanti
che si imprimono nella retina
e non se ne vanno chiudendo gli occhi.
Oppure tutte tre insieme
una danza colorata
che satura gli occhi
e le orecchie
e i sentimenti.
Forse tutto questo sgorga da un inguine di donna
e tu sei tutto questo.

*

Standing davanti al lago

C' era una volta un lago,
e ancora c'è...
Ecco, è questo:
Tutta quell' acqua davanti è sempre la stessa ma il lago mai uguale
i muri, le case, le strade per arrivarci
persino le forme delle rive
quelle cambiano, invecchiano e ne nascono di nuove.
L' acqua no,
e così sei anche tu,
anche se non sembra agli occhi.
Un mattino ti alzi e l' acqua gira in mulinelli leggeri sui gradini che scendono al lago,
un' altro l' acqua sbatte le barche legate al molo, violenta.
E così anche tu.
C' era una volta un lago,
questo si racconta ai bimbi,
un lago senza fondo, che in fondo a che serve un fondo
tutto è lì sulla superfice, ti ci puoi specchiare
il cielo ci si può specchiare
e gli alberi e le case della riva.
Se è un giorno di sole con la Breva può arrivare aria profumata di pioggia,
all' orizzonte dove il lago svolta puoi già vederne le nuvole nere far da cappello ai monti.
Se è un giorno di pioggia invece,
all' orizzonte puoi vedere il sole splendere tra la foschia e la nebbia.
E così anche tu.
Mutevole sempre eguale,
mentre tutto attorno cambia.

*

Il vecchio fico

E' un vecchio fico selvatico sulle sponde del villoresi
nessuno raccoglie i suoi frutti troppo asciutti e troppo poco dolci ormai.
Così i rami son tanto carichi da arrivare a pelo d' acqua,
sembrano braccia stanche
tanto stanche da non riuscire più ad alzarle al cielo.
Tutti lo vedono passando
qualcuno nota le paperelle sotto le fronde che si cibano deifrutti
pochi si accorgono che lui sorride offrendo i frutti
nessuno sente il Villoresi scorrere cantando per lui.

*

Poesia invisibile

Un giorno andremo al bosco
ancora non so se sarà d' estate o inverno, giorno o notte.
Ma un giorno andremo al bosco, quello solito
con gli alberi caduti e capovolti e i tronchi gravidi di muschio
quello col lago verde in mezzo e te tra le margherite.
Proprio quello meta di tanto vagabondare.
Ecco, un giorno andremo a quel bosco
e niente sembrerà uguale
svolteremo sì al solito sentiero
seguendo i canti dei pettirossi
ma stavolta tu ci sarai davvero con me sul sentiero
vestita d' amore, e mi vedrai arrivare
ci vedranno arrivare insieme spuntando dall'ultima curva
oh se ci vedranno, e non avremo paura
saremo uno attorno all'altro
usciremo dalle nebbie.
Diventeremo poesia invisibile,
e qualcuno ci scriverà a rovescio.
Ripensandoci.

*

Stanca

Ha le braccia protese
viene in sogno solo agli uomini che sceglie
gli uomini che la vedono apparire
come da un pozzo
come dalle profondità del tempo.
Ha le braccia protese e i capezzoli duri,
come dopo i baci che non ha se non in sogno
spalanca un poco le ginocchia a invito
e mostra il sesso, quello che ognuno sogna,
e le percorribili vie interne di buio e mistero.
Ha un nome antico
tanto antico
di quando invece percorreva le vie del cielo
e cavalcava gli unicorni neri e rossi.
Resta solo un attimo nel sogno
poi riaffonda
nel buio profondo e scuro del suo pozzo
supina e stanca riaffonda, con un sospiro dorme
ma gli uomini la seguono e la cercano ancora,
si perdono ancora
non trovandola mai.

*

Inarcato sogno

Forse non è di luce, l'angelo che ci accompagna ai sogni
l'angelo assegnatoci che dovrebbe suggerirci buone intenzioni
l'angelo che dovrebbe preservarci dalle cadute.
Il mio si muove nella penombra, come un lupo nella tana
sembra si diverta a farmi sgambetti a ogni passo
dovreste vedere però i sogni che sa accendere
e come si diverte a spegnerli sempre troppo presto.
Così non so della tiepidezza del corpo sognato
nè dell'umidore delle labbra dischiuse
a volte nemmeno so del volto, affondato nel cuscino.
L'unica cosa certa è il sogno
che si inarca sui ginocchi e si offre al bacio.
E qui l'angelo sempre mi sveglia troppo presto.

*

Qui

Qui, con questo piccolo foglio di carta elettronica davanti
non so se scriverla o disegnarla
ma in fondo disegnarla è scriverla e de-scriverla
con qualche tormentosa aggiunta per farne il corpo un poco mio.
Oh, quante volte ho già sostituito il buio con la luce
quello che non conosco con quello che conosco
quello che non fa con quello che le faccio fare
fatto finta di amarla, come i bimbi, che credono la finzione vera..

"che bell'inganno sei, anima mia"

*

Forse è presto, forse troppo tardi

Mi sono svegliato troppo presto stamattina
così che non c'è annuncio del nuovo giorno in cielo
solo buio, e ombre dei lampioni sulle case
che continuano a non muoversi
e altre ancora, che continuano a non esserci
l'aria però è fresca e invita a respirarla
ma io continuo a fumare guardando il cielo
e penso che è inutile tornare a dormire
e non so nemmeno che ore sono, che non ho orologio
e il telefono è scarico per dimenticanza
caduto sotto al divano.
Così sto qui, al balcone, e la fantasia è il lampione acceso che disegna le ombre ai muri
che continuano a non muoversi e a non esserci
nemmeno un po' di vento che muova gli alberi e le vesti
della figura accesa dal lampione.
Forse non mi aspettava così presto
ma in verità non so nemmeno se è troppo tardi
solo sto qui, e aspetto il sole se verrà
qualcosa dovrà pur venire
fosse anche un lampo di luce e poi ancora il buio
e nel lampo vederla passeggiare qui di sotto
e salutarmi con la mano
e poi sparire.
Che faccia luce però è certo, come il suo passeggiare no
anzi si vedrà bene quanto non c'è
e continua a non esserci
almeno nella forma che conoscevo da ragazzo
fissata in qualche foto in bianco e nero.
Però qui è così calmo, che anche le stelle sorridono
dovrebbe restare così per sempre
ma già passa la prima auto che mi separa dal Sogno.

*

Bugie

Sarà che credo pure alle bugie
che mi racconto dentro ai sogni
quando la vedo velata o anche senza veli
in mille pose che le ho inventato io
e poi m'illudo che lì ci sono anch'io
che godiamo insieme dei giochi che le ho messo in mano io.
E' così che poi nascono colori nuovi
l'azzurro di quel vestitino antico si schiarisce
il rosa tenue dei ciclamini tende al viola
il giallo del sole arrosisve di pudore.
Sarà che credo pure alle bugie, l'ho già detto
che mi racconto dentro ai sogni
quando poi cambiano i colori sui suoi letti bianchi in trasparenze d'acqua
quando le accarezzo il corpo nudo che traspare come un fondale
e di quello non mi stanco mai.
E' il sogno che so di sognare
e in quella sostanza vorrei penetrare
entrare nello spiraglio che si apre quando si capovolge il sogno
dove entra l'unicorno rosso o le sue dita.
Affonda il medio e l'anulare dentro il sogno mio
con l'indice accarezza il corpo nudo che traspare
il pollice è bandiera del suo godere.
Sarà tutta quell'acqua di lago avuta da sempre dentro gli occhi
sarà la trasparenza di quell'acqua chiara che svela i fondali
sarà che se la raccogli sfugge e presto si asciugano anche le mani.
Sarà che lei ha trasparenze d'acqua e come l'acqua sfugge tra le dita
sarà che ho dita stanche ormai per arrvare ai fondali
è così che sfugge sempre il sogno, preso in trappola dalla realtà.

*

Gitana

Un sogno!
Ma un sogno dove manca sempre qualcosa
la gitana che danza nuda al fuoco del falò
collana ai fianchi e monete d'oro ai seni
veli che nascondono il viso e ombre al fiore della vita.
Danza sicura e leggera e silenziosa
la figura amica delle ombre e licenziosa
c'è sempre quella musica che tanto piace a me
ma è troppo lenta per volteggiare come so che sa fare.
E' proprio mentre il velo cade che si spegne il fuoco
forse è proprio il velo che cade a spegnere il fuoco.
Nel buio cessa anche la musica e fa un silenzio piccolo
solo un fruscio di gonna resta, che continua a volteggiare.

In fondo poi non è che manchi qualche cosa, è che il sogno non basta mai.

*

Sogna

Sogna, quelle immagini che passano
le bancarelle, le mura e il mercato
le passanti generose dei pomeriggi di luglio
generose di forme e colori
sono vere più del vero
più di questo cielo grigio di un ottobre preso a caso
spoglio d'ori e di lustrini.
Sogna quello che hai negli occhi
anche se non ricordan bene
quello che inventano sarà
e sarà sole sulle passanti splendide
e ombre sotto i seni
e poi vesti che si aprono
per un bagno dentro il lago
sogna carni mobili e vive.
Sarà vero quel che gli occhi riempie
e scambia il grigio con il rosa
e negli occhi pesa come un falso ma d'autore.

*

Pioggia sul lago

Forse è così lo spaesamento
guardare il lago dalla cima dei monti
guardare tutta quell'acqua che sembra ferma
in un giorno di pioggia, forte, che nasconde il cielo
e acqua che scorre sui pendii e nasconde anche le rocce.
C'è solo acqua intorno, e foschia
mentre le ultime luci sul lago si spengono, una a una
fino al blackout totale
e non riconosci più il luogo che è pur sempre il tuo
quello che sai, del lago argentato dal sole
che occupa gli spazi tra i rami
quello del verde e del profumo rosa dei fiori
delle ragazze al bagno
dei corpi caldi e sudati e umidi
e ci vuoi tornare là ma non trovi la strada
e non c'è corpo o cosa che la indichi.
Almeno finchè la pioggia non cessa
e un cartello dice sei qui
e allora forse non era così lo spaesamento
lo spaesamento è uno svuotarsi di sogni dal cuore
che si riempie di tenebra
senza ricordo dei sogni, nè ritorno alla luce
e se ricordo c'è è dolore.

*

Acqua

Piove piano sull'erba alpina
e l'acqua scende in rivoli lungo il pendio
come lunghe dita flessuose
e si aduna e ingrossa e sospira
e penetra da un crepaccio nel corpo della montagna.
E' un sifone alpino
e piano l'acqua sale, si riempie
e tracima da un buco nero
e non è più sospiro ma urlo o rombo
e tutto travolge l'onda d'orgasmo
e scende, e scava, e spalanca valli
e corre veloce come un fiume
forse è gioia, forse collera
e continua, anche dopo la pioggia
finchè il sifone scende
e l'acqua scorre lenta come un fiume.
Resta una gioia nell'aria
e un fiume che sospira.

*

Qualcosa che batte


C' è qualcosa nella nebbia dei mattini di questi giorni d'inverno
nell' umidità che condensa e scende in goccioline rigando il parabrezza
mentre il sole che nasce imbianca sullo sfondo.
Qualcosa che ti invoglia a spegnere il motore
procedere ascoltando il rotolio delle gomme
l' aria che fischia come il vento tra gli alberi,
e a osservarli gli alberi
appaiono a uno a uno dallo sfondo bianco.
Stai in ascolto e senti qualcosa battere nel petto
ma non sai se è il cuore
che si fa anima
o l' anima
che si fa cuore.
Intanto sei lì,
in auto e anche fuori
tra gli alberi.
E gli alberi ti vedono apparire dallo sfondo bianco
a motore spento, in silenzioso elettrico
a uno a uno ti vedono apparire, per poi sparire nel bianco.

*

Giravolta

Di alcune parole mi piace il suono
di bocce degli angeli, come tuono
di altre il colore, che cambia ogni stagione
come bosco, verde, bianco o arancione.
D'altre il profumo, anche se mai sentito
come Sogno, come il suo dibiancovestito.
E ancora buio e luce e ombra
tracce e orme e un Sogno in penombra.
Anche pioggia mi piace, disegnata a matita
che se capovolgi il foglio va pure in salita
e gambe al cielo, nella giravolta
guardala bene com'è disinvolta.

*

Gira la luna e gira il sole

Passano immagini in questi occhi d'allora
viste più volte e riviste più ancora
non mille non una ma mille e una.
E' questo cielo così grigio e spoglio
questo cielo di settembre che fa da foglio
ci metto un prato, e poi un agrifoglio
e poi ancora tutto quello che voglio.
E gira il sole da sinistra a destra
finchè fa buio alla finestra
ci metto le stelle, la luna e un soffitto
e sotto il soffitto un silenzio zitto.
E gira la luna, da sinistra a destra
tornerà il sole alla finestra
nel prato c'è il sole, e l'agrifoglio
spero soltanto che quella che voglio
si sdrai al sole e non sull'agrifoglio.

*

Attrice dei sogni

Forse è una maga, forse una fata
o solo la donna che l'ha sognata
giovane, vecchia oppur bambina
o forse solo una vecchia bambina
nata dall'onda come sirena
ardita sì ma non oscena.
Sirena di lago dall'acqua sorge e la coda brilla
forse è la gonna che di monete d'oro scintilla
gonna gitana che segue le forme
così che chi la guarda mai più non dorme
e gira la gonna ai venti del lago
e s'alza e s'abbassa per il suo mago.
Forse è una maga, forse una fata
forse son solo nuvole con la forma amata
capelli nel cielo del lago argentato
l'occhio ne è appagato e abbacinato
resta però il sogno, l'incantatrice
forse è una maga, forse dei sogni l'attrice.
Attrice sì ma protagonista
che dietro alle quinte si sta preparando alla vista.

*

Sogno triste

E' lei il sogno.
E quando la sogno è solo perchè lei vuole
la vedo, stesa sulle lenzuola bianche solo perchè desidera che io la veda
vuol essere percorsa fin dove il desiderio si fa più duro
dai capelli ai piedi e poi tornare dove la pelle è chiara.
Potrebbe anche essere che invece è lei che sogna
e io la vedo dal suo sogno mentre gioca con le dita
il collo teso, al cielo e i seni duri
e poi le costole, dove abita il respiro
e il ventre, e poi più giù dove il ventre cambia in sogno.
Poi cambia prospettiva e inarca un po' la schiena
offre il sedere al sogno e il sogno sono io
nel sogno posso prenderla alle spalle e ai fianchi
accarezzarla ed assaggiarla e poi affondare come l'ape affonda.
Quando non vuole invece è solo un ricordare il sogno
ma è un sogno triste, come di qualcosa che muore.

*

Bestia fiera

Mostra le spalle e la schiena nuda
lunghi capelli che ci puoi far la coda
già la visione incanta ma è giù
a quattro zampe come bestia fiera
non come pecora ma come lupa nera nera.
Così è il culo quello che lo sguardo riempie
tondo e di bella forma da metterci le briglie
e l'aria manca nella stanza ma non la luce
il corpo che al desiderio invita si vede bene
la lupa si fa cavalla ma anche cavaliera
dell'unicorno antico, a volte rosso e a volte nero che non sono io.
Io vorrei solo metterle le mani sopra ai fianchi
fianchi che muove così bene che sembrano mai stanchi
sentire la sua carne e il ventre, caldo, attorno a me
raggiunger la quiete e la pace passando per la guerra che scatena in me.

*

Fiore di cresta aperta

Qualcuno ha tracciato un'onda sopra il lago
una lama di luce in assenza di vento
come una ferita, o una cicatrice
e come onda avanzava, senza arrivare mai a riva.
Polvere d'argento la cresta
e un'ombra sotto, nel verdazzurro dell'acqua
l'ora, quella delle mancanze
dentro, giardini segreti e tartarughe e palme.

 

Acqua di lago e polvere d'argento
ombra di palma, fiore di cresta aperta.
lento l'avanzare come il lago sa fare
corpo d'ombra e l'onda la coperta.

 

Qualcuno ha tracciato un'onda sopra il lago
e riempie l'aria, fino al cielo
e non ha nome l'onda
ma è la sua fessura.

 

Fessura d'altro mondo o fiore di cresta aperta
canta con voce d'acqua la memoria sofferta.

 

E io sto qui a riva, con i miei giochi d'acqua
guardo l'onda che non arriva e che lo sguardo abbraccia
sarebbe stato meglio non guardare
ma non si può dimenticare
i fiori di cresta aperta che il lago sa fare.

*

Specchio di lago e d’altre sponde

Che svanisca il bianco dalle natiche o l'abbronzatura dalle braccia in fondo è la stessa cosa
qui piove liquida la luce grigia di settembre
l'orizzonte avvicinato fino a vedere l'altra riva
i gigli di mare nuotano lo sai ma non in quest'acqua dolce.
La ragazza intanto sta seduta all'altra riva
forse a una finestra forse a un belvedere forse dietro la nebbia grigia
canta dei giorni andati di sole e giovinezza
di corpi illuminati e di profonde ombre che la luce fa
come fosse un sogno andato, un ricordo, una fiamma ancora accesa.
Perchè così la vedo, ancora accesa nei sogni di domani
perchè fummo quello che nessuno sa spiegare
quello che fa amare anche l'inizio dell'inverno
la bella forma che ancora m'innamora.
Intanto la ragazza s'è affacciata alla finestra
la camicetta serve a poco
l'isola in mezzo al lago non è sogno
la schiuma d'onda il pizzo che riveste le sue rive
l'acqua del lago lo specchio dove ci si può toccare.

*

Nuvole a vento

Passano veloci le nuvole in cielo stamattina
e ancora si cerca di riconoscere figure note come un tempo
cavalli bianchi e alati in corsa nell'azzurro cielo
orsetti, cagnolini e coniglietti, i più facili da trovare
e poi cuori, cuori di draghi o d'unicorni
e altre immagini ancora suggerite dalla mancanza e dall'età
zingare ballerine roteanti e biancovestite
il rosa degli oleandri le rose sul loro vestito
e poi ancora spalancati stupori di biancore
con mandorline azzurre al centro
piccole botole segrete da dove forse spunterà il sole
ma invece un'altra nuvola impertinente cresce proprio lì davanti
il cielo si scurisce e quel che rotea è solo vento
che tutto cancella in un momento.

*

Qualcosa di meglio della gioia

Certo che l'uomo è strano
quando deve restare vuol tornare
quando deve tornare vuol restare.
E intanto il posto più bello al mondo non lo si trova mai
che chissà dov'è o quand'è
forse è un abisso di stupore senza la paura di morirci dentro.
Qualcosa di meglio della gioia
e non si sa dov'è o quand'è.

*

Il bel cespuglio

Quest'albero davanti al mare ha foglie leggere e affusolate
e il vento che le muove pare un soffio che arriva da lontano
così mi viene in mente quella che non sei
il bel cespuglio che non hai
e una carezza leggera come un soffio che lo muove.
Ma in fondo è solo un modo per ripensarti e rivedere te,
come davvero sei.

*

Smisurata dismisura

L'avevamo in pugno, la dismisura
quando si aprivano le braccia e si diceva grande così
e grande così era incalcolabile.
Poi ci hanno dato un metro, insegnato a usarlo
e a calcolare la distanza tra le mani
e con le mani ci copriamo seni e inguini
per non farseli misurare
sono grandi? Piccoli?
glabro o folto di lupa?
e misuriamo le pose del corpo tra caste e oscene.
Ma è rimasta sottopelle, la dismisura
------lei ha le pelle fine e si vede------
e vorremmo sempre una smisurata dismisura grande così
------lei ha pose smisurate------
e grande così è ancora incalcolabile
giorni e anni in due braccia aperte
o in un indice e un pollice che si sfiorano.

*

Da qui

Certo è bello guardare il lago
da una panchina verde sulla riva.
Guardare l'orizzonte e il cielo che si scurisce cambiando di stato
la luna che sale a specchiarsi sulle onde
mentre intantoil silenzio scende.
Bello anche passeggiare per le vie del centro
ascoltare il rumore dei tuoi passi che risuonano sull'acciottolato
scendere nei sotterranei del mercato coperto
fino all'angolo buio delle prime curiosità.
o andare al parco della madonnina girata
conosco il passaggio per guardarle il viso.
Però è da qui
da questa poltroncina dondolante
come fosse al centro di una sala prove insonorizzata,
fuori il silenzio,
dentro tremila watt che vibrano nelle ossa.
E' questa poltroncina la riva da dove salpano i vascelli volanti,
da qui le stelle nascono dall' acqua per specchiarsi in cielo.
Da qui i sotterranei sono pieni di luce
e da qui le madonnine sorridono sempre.
E' qui che mi addormento ogni sera sui suoi seni
rannicchiato sull'erba del suo pube in fiore.
E' qui che cambiano di stato davvero le cose
c'è silenzio nelle sale prova
e tutte il rumoroso mondo fuori.
Qui ci si addormenta senza nessuna distanza
tra il riflesso delle stelle e le stelle stesse.

*

Ancora stupisce

Ancora mi stupisce
quando si specchia dentro gli occhi miei
e il cuore mio s'inganna di una giovinezza andata
non è la visione di una cruda nudità che abbaglia
è la grazia del corpo
la pace nella stanza
profumo di cotone e pelle
il sogno adulto che fa tornar bambino.
Ancor stupisce quando penso se spostasse un po' le mani
e come mi sentisse poi le sposta, le muove e s'accarezza
regalando il tatto in sogno alle mie mani.
La riconosco, che l'ho sognata già nei tanti sogni di un domani
ma è qui oggi, nei sogni quotidiani
mi nasconde alla morte, che così non mi trova più.

*

L’una

Chi l'ha vista, bianca e splendente, non può scordare tutti quei mari d'ombra e le splendenze dei rilievi
per questo nelle notti nuvolose e scure guarda al cielo
anche se le nuvole se ne restano qui per lunghe notti e giorni.
Non si sa mai riappaia, e poi c'è sempre qualche splendenza,
un'eco lontana, un riverbero,
che sbuca da un pertugio.
Chi non l'ha vista guarda al cielo
anche se le nuvole se ne restano qui per notti e giorni.
Non si sa mai appaia qualcosa da quel pertugio che riverbera e riluce.

*

Giovinezza

A lei basta piegare un po' la schiena
sa dello sguardo che così l' afferra ai fianchi
lo sente insinuarsi sotto la veste leggera e trasparente
come fosse un pensiero
un soffio d'aria che la veste invola
a lui che guarda non basta mai
la bella sulle rive che sembra sogni gli stessi sogni suoi.
A lui basta la profondità di lei
come un nido, dolce, pertugio verso la giovinezza
l'aria è leggera e il sole fa i ricami d'ombra sulla pelle
che sian foglie o pizzi o abbagli chi lo sa?
Ma lei sì che sa dei più bei sogni di giovinezza che mi dà.

*

Attesa

Si sta
come il pescatore alla riva
guardando l'acqua che specchia i monti
e non si vede l'amo o il pesce.
Ah, sapessi in quale vortice di luce o buio sta quando scompare
e non si vede segno in cielo o nelle nuvole chiare.
Si torna
come il pescatore dalla riva
negli occhi i monti specchiati all'acqua
e non si vede nel cestino la sua attesa.
Ah, sapessi in quale vortice di luce o buio sta quando scompare
e non si vede segno in cielo o nelle nuvole chiare.

*

Timbuctu

Avevo un cavallino che era nato a Timbuctu
non sapevo neanche dov'era ma lui certamente sì
mi portava là nei pomeriggi senza sole
ma anche la mattina, appena sveglio, per fare colazione.
Aveva staffe d'oro, lucide, e sella di velluto blu
oltre che a Timbuctu ti portava anche dove volevi tu
e correvamo liberi per valli ed altopiani
a rincorrer le pulzelle o rincorsi dagli indiani.
Non so com'è successo e nemmeno quando fu
che se n'è volato via il mio cavallino di Timbuctu
lasciandomi bollette, un sacco, da pagare
cambiandomi il linguaggio, e ora son cazzi da cagare.
Così ogni tanto volo via, senza orario nè preavviso
per cercar dov'è finito il mio cavallino di Timbuctu
io non l'ho mai trovato
che mai torna quel che fu.
Però lungo la via una cavallina l'ho trovata
criniera e coda bella e sella di velluto blu
solo quando vuole e ce la fa ti porta dove vuoi tu
meno che a Timbuctu, che anche per lei mai torna quel che fu.

*

La bella amata

Sull'ultima curva del sentiero la bella amata sta
come un confine
e sempre si va oltre
un po' per vedere dove fioriscono le rose
un po' per avere malinconia di averla avuta tra le braccia nuda
che di meglio non c'è.
Di meglio non cè
e mentre si pensa questo si continua a camminare
curva dopo curva
ma ogni curva è lei, un fianco, un seno
la meta del sentiero sempre lei che crea il mondo
e i suoi sentieri
così che la meta non arrivi mai.
Sarebbe come cadere in un abisso di gioia senza ritorno
sarebbe come dire è mia, e questo fa paura
la stessa di dire non è mia.

*

Lei è gioia e malinconia

Non sono gli occhi miei che mi dan gioia
ma le forme sue che i miei occhi vedono
la luce che l'avvolge e fa sparire il resto nell'oscurità
dove svanisco anch'io se gli occhi non vedono.

*

Rosa

Guarda la più bella rosa
Rosa che non è rosa
ma che di rosa veste.
Guardala nel mattino
rosa che non è rosa
bagnata di rugiada
offrirsi al sole e al vento
per asciugarsi e per brillare un po'.
Guardala rinfrescarsi nei pomeriggi
all'ombra di tigli e faggi
Rosa che non è rosa
ma a volte bianca e a volte rosa.
Guardala la sera
nella penombra della stanza

lama di buio che nel buio danza
rosa che non è rosa ma rosa come una sposa.
Poi c'è la rosa nera
Rosa che non è rosa
scontrosa e non sincera
che solo nella mente mia si avvera.

*

Luoghi perduti

Questo fa la morte
fa il mondo più piccolo
pian piano si prende luoghi dove non puoi più andare pur andandoci sempre.
E sembrano anche uguali, l' acqua brilla al sole allo stesso modo

e se si piove accappona la superficie del lago
che devi correre a ripararti sotto un balcone o un portico
ma forse non è lo stesso riparo perchè non c'è nessuno sotto.
Si vede sì il lago, fino alla prima curva
che i laghi hanno sempre una fine
e la breva accarezza leggera la pelle, come ha sempre fatto
ma non son più gli stessi luoghi senza le presenze vive.
Gli occhi seguono ancora il profilo delle rive
e cercano di vedere sempre oltre le curve
e oltre le curve c'è sempre qualche stupore nuovo
fosse anche un tir in contromano che farà il mondo ancor più piccolo.
Credo, ma non ci spero.
Forse farà ritrovare i luoghi perduti
con un nuovo stupore che non avrà fine.

*

Incanti

Questo dicono le onde
a chi le ascolta seduto sopra un masso sulla riva
questo dicono e non si mostrano
nel buio delle acque fonde.
Ma lasciano che il bianco spunti
chiaror di luna sulle loro cime
bianco che incanta
con movimenti e canti.
Questo dicono
e più che dir sussurrano
sognaci in abiti bianchi
quando saremo distanti.
Così riappaiono nei sogni
nel fondo delle notti buie
e sempre lasciano che il bianco spunti
tra movimenti e incanti.

 

*

Nel mio taschino

Nel mio taschino non ho orologio.
Forse qualche capello corvino doloroso
un pelo tormentoso
un pezzo di stoffa a coprire il tutto.
I plettri fanno compagnia a vecchi scontrini dimenticati.
Nel mio taschino insomma
c'è tutto quello che va conservato e non deve andar perduto.
E ogni tanto una donna fiorisce
e volge la corolla al sole, capovolta
e a me.
Non ha taschini, nè stoffe a coprire
e nemmeno l'orologio.

*

Prendo solo qualche parola

Prendo solo qualche parola
altre le scarto
finchè resta sul foglio una rossa nudità
rossa come il sangue che pulsa, e riempie i corpi
e sei tu, che pompi il sangue in quelle vene
e mi tieni vivo.
Prendo solo qualche parola
qualche dettaglio
altri li scarto
finchè resta sul foglio la descrizione della tua pelle
oscena
e lì, al centro, ti sfioro.
Prendo solo qualche parola
oscena
che dica del desiderio
imperdonabile
anche se il desiderio non ha bisogno di perdono
qualche parola che salga scivolosa
tra le ginocchia e le coscie
qualche parola profumata
come il fiore soglia della meraviglia.
Prendo solo qualche parola
altre le scarto
finchè ne resta una.


Nuda.

*

Dibujo

Ho disegnato una donna poesia.
Ha grandi colline rigogliose e fiorite
baciate dalla luce
che ne segue,perfetta, il profilo
come fosse carezza luminosa.
Colline così belle che a guardarle ci si perde
e poi si inciampa, e si rotola,
come pietre verso valle.
Ma senza paura si rotola
e ci si trova sdraiati al centro della pozza,
proprio sotto la cascata che scende dalle colline.
Una cascata così bella che l' acqua ti prende con sè
e riprendi la discesa in un'altra valle,
attraversi la pianura come farebbe l'acqua
verso il bosco che nasconde il lago.
E' un bosco di maggiociondoli fioriti
dove passa la transumanza degli unicorni
che vanno a bere al lago, fiorito di alghe verdi.
Sopra a tutto c'è il cielo,
nel cielo tutto quello che non so dire.
Ma quello l'ho disegnato su carta sottile
che adesso ondeggia i fianchi, trasparente, al vento
e sculetta.

*

Come cosa mai sentita

Questo capita al poeta
al pittore, all'artista e al sognatore.
Crea un mondo che ha intuito esistere, da qualche parte
lo chiude in una bolla di sapone e poi la penetra
sentendola scorrere sulla pelle come cosa mai sentita.
Una volta dentro si scorda chi è,
una volta fuori vaga per il mondo a cercarsi.
Questo credono i poeti
i pittori, gli artisti e i sognatori.
Ma qualcuno ha creato per loro quel mondo
che credono di aver intuito esistere
poi si è chiuso dentro e da lì li chiama forte,
e loro vagano per il mondo
seguendo una voce, un richiamo o un segno
cercando la via segreta che non troveranno mai.
Eppure la sentono scorrere sulla pelle e nelle vene
come cosa mai sentita
come terreno inesplorato sempre vergine.
Musa vergine e gravida dei loro sogni.

*

Una donna in riva al lago

C' è una donna in riva al lago
seduta agli scalini
non è amore nè dolore
che l' han portata lì.
Non è gioia nè rimpianto
nemmeno nostalgia o pianto
tu la puoi veder soltanto
quando sogna di essere lì.
Quella donna in riva al lago
dietro un velo di foschia
ha una corda tra le mani
e non ti lascia andar via.
Così nessuno vede
dove inizia o finisce il sogno
nessuno se ne accorge
che lì davvero non cè.
Forse è in un letto freddo d' ospedale
forse in un letto caldo a far l'amore
o molto più semplicemente
in un luogo che non c'è.
C'è una donna in riva al lago
e non si vedono le mani
che è una corda troppo lunga
quella che ci separa nei sogni.
Così la puoi vedere soltanto
quando sogni di essere lì
e lì davvero non ci sei
e nemmeno lei.

*

Madre

Madre
Per le poesie.
Mamma
Per le anestesie.
Nome con cui mi addormento il cuore
quando ci si annida un dolore.
Poi, per scacciare le malinconie
le mostro ancora in sogno le mie fantasie
quando la notte lascia i suoi luoghi di gioia eterna
per venirmi a cercare
in questi luoghi dolorosi.

*

Fiori e metafore

Ecchecazzo, sempre fiori e metafore
fiori e metafore e ciclamini
rosa come le sue mutandine
e calle oscene
dal clitoride eretto affondato nel buio
senza vergogna.
Ma il fiore più bello l’ha tra le cosce
e lo nasconde come fosse una vergogna.
Ma lei è così bella quando:
è pudica come una mimosa, e si ritrae al tocco
è sfrontata, e aperta, vestita di petali trasparenti di ciclamino
è senza vergogna, come una calla spalancata
anche quando è invisibile come i miei pensieri.

Oggi è lì che vado.
Nei miei pensieri.

*

Ho sognato una strada

Ho sognato una strada stanotte
e la notte era nera e fonda
nera come l'asfalto nero e ruvido
bagnato e brillante alla luna.
La strada saliva come un ponte in fuga da questo mondo
invisibile nel cielo nero.
E più in su una buca
come un pozzo profondissimo dai bordi frastagliati
umidi e bianchi per il brillio di luna.
Io la indicavo a tutti
che non ci sprofondassero
e nessuno passava.

L'ho sognata ancora, da sveglio,
ma il mondo però era di una saturazione esagerata
di tutti i colori dell'arcobaleno
la strada partiva proprio dal cuore del mondo
sempre nera nera che saliva e saliva, e più su la stessa buca
i bordi gialli e frastagliati in espansione
poi risucchiati verso l'interno,
fino a lasciare un anello blu
ma anche l'anello svaniva piano
in nuvole d'azzurro e lampi di luce
riempiendo un cielo blu profondo e colmo di stelle.

Poi tutto tornava nero.
Per così poi poter ricominciare.

E niente,
penso che devo smettere di premermi le dita sugli occhi
nella vasca da bagno, per vedere le stelle, gli astri e i buchi neri.
Penso che avrei dovuto entrare nella prima buca, quella di sogno
invece di mostrarla a tutti i nessuno che passavano.
Così, per sondare l'insondabile.

*

Facile

Sarebbe stato così facile venire a trovarti
portandoti la giovinezza
con muscoli forti per afferrarti i fianchi
e i denti buoni per morderti i capezzoli.
Sarebbe stato così facile
col drago nei pantaloni sempre pronto
appoggiarmi al tuo corpo per sentirne il calore e il profumo
poi porti un desiderio tra i glutei
e girarti e rigirarti
e di nuovo appoggiarmi tra i seni giovani e sodi.

Sarebbe stato così facile venire così
a ogni giro e rigiro e acrobazia
ci sarebbe bastata una tenda
in un prato fiorito, tra margherite e quadrifogli.

Invece sono venuto oggi
portando la secchezza delle rughe
i pochi denti rimasti
il drago sì è ancora nei pantaloni ma è solo l'etichetta dell' intimo.
Così sono venuto oggi
a vedere com'è sedersi sulle tue panchine
per cercare la permanenza delle ombre e degli sguardi sulle cose.
Così sono venuto oggi
a vedere l' effetto che fa sperare di non trovarti
restare ombra sulle tue cose e tu ombra sulle mie
sempre giovani.
E non ti ho trovato.

*

Gravity

Lo so che ormai è cosa risaputa
il lago di notte a volte è una macchia scura
uguale al cielo tanto che sembra cosa sola
ma questa notte ci son due lune a illuminare il mondo
una così bella, l'altra riflessa la gemella.
E allora è proprio la gemella la più bella
appesa al cielo ondeggia, fuoriesce dalle onde e ci riaffonda
in una luminosa danza che la fa gioconda
l'altra dal cielo le fa l'occhiolino
chi guarda si ritrova eterno ragazzino
che con la mano sposta un po' le nuvole, cancella e ricolora le gemelle
e tra le trame di quell'incanto gode di quel che poi appare.

*

I sognatori sulle rive

Sem chi a ciapà un pù d'aria buna
è l'alibi dei sognatori sulle rive
quasi avessero pudore dei pensieri
che nascono sulla pelle sottile dell'acqua.
Sem chi a ciapà un pù d'aria buna
e intanto fumano, sigarette e desideri
guardando verso l'ultimo sole
sole che resta ancora un po'
e che trapassa i rami per far brillar le onde
mentre altre cose invece piano svaniscono nell'ombra.
Sem chi a ciapà un pù d'aria buna
e non sembrano nemmeno lì
confusi nell'oro che splende sopra il lago
ascoltano profumi, annusano silenzi
nell'ora muta delle fate.
Sem chi a ciapà un pù d'aria buna
e tu lo sai che non è così
perchè nemmeno tu sei lì
sulla pelle del lago schiene e seni inarcati al cielo
mani accarezzanti la pelle nuda
il bosco attorno capovolto e capovolte le radici, come gambe al cielo.
E proprio mentre guardi, quella che hai sognato ieri
quella che pensavi non tornasse più
invece è proprio lì dentro ai tuoi occhi
cavalca ancora il suo unicorno e sogna forte i sogni miei
sogni che conosce bene, e per questo viene.
Poi fruga con le dita tra le cose sue più intime e segrete
tra le mille scatole di ricordi ancora da venire
per trovarne uno che ho già sognato
come una piccola chiave, di quella botola segreta
dove passa l'unicorno rosso
proprio al centro della gioia.
Eppure sembriamo qui solo a prendere un po' d'aria buona.

*

Il corpo gioioso

L'aria è quella delle chiesette alpine
vuote e mute di suono e sacre
le stanze invece quelle dell'eterna musa incantatrice
così sto avvolto silenzioso nella luce delle vetrate
guardo lei e il suo corpo avvolto nella gioia degli occhi miei.
L'ho già vista mille e una volta in mille pose nelle più ardite fantasie del cuore
l'aria adesso è quella dei doni preziosi e attesi a lungo solo per me
lei nella stanza il corpo gioioso muove
ecco, vedi si capovolge e supera le mie fantasie
le labbra apre per affondarci un bacio.
In quelle stanze sono istanti eterni come lei
lei che con le mani s'accarezza come per accarezzare la gioia mia
mi guarda, come a dire guarda e metti le mani qui
sbrigati, è solo gioia da godere.
L'aria adesso è quella delle stanze mie
calma e ferma e adesso piena della lucida gioia sua.

*

Meravigliosa incantatrice

M'incantano i pezzi della sua vita che ogni tanto arrivano fino a qui
l'intima fiamma che brucia eterna dentro lei sotto quel che vedo
solo l'ombra di quella fiamma scotta più del sole e mi tiene sveglio
mentre io vorrei dormirle al seno, e al ventre e come falena bruciare un po' di più.

*

All’àncora

A volte mi ritrovo al centro di una piazza
la solita, quella davanti al lago senza tempo
fermo, le case attorno avvolte e svanite nella luce
la gente sfumata verso il lago
come spinta da un vento che non è vento ma tempo che passa
e io mi aggrappo e mi àncoro a qualcosa che è solo dentro me
e ancora resiste.

*

Colpi d’onda

Conoscevo un ragazzo un tempo
che non avrebbe esitato nenche  un  momento
per venire a cercarti, e trovarti e poi scoparti
fosse solo per vedere l'effetto che fa
certo non è la cosa più importante
ma è curiosità di quell'età.
Conoscevo quel ragazzo
ora invecchiato a furia di sognare
se chiude gli occhi adesso lo sente l'effetto che fa
e ancora non è la cosa più importante
come sapere l'effetto che ti fa.
E non è arco d'arcobaleno in cielo ma inarcata schiena
non di lago curve ma di donna
non bosco scuro e folto il nero nella valle
nè vela sul lago oltre il bosco ma labbra da baciare
non di vento quei sospiri
non di onde umide del lago della sera il suono.
Questo sente dietro al buio, con le mani sui tuoi fianchi
colpi d'onda sulle rive.

*

Sulla foranea

Nel sogno sto sulla foranea
l'acqua s'infrange sulle mura spinta dal un vento del nord
e la scavalca, mi inzuppa
mentre al largo vele bianche e nere tentano il rientro
poi il cielo si fa scuro e il vento freddo e contrario
e soffia forte, e non è carezza o bacio
e lampi cadono nell'acqua giocando al tirasegno con le vele
e l'acqua è schiuma, e spuma e forza, e io balocco.
A questo punto dovrei svegliarmi, ma invece no.
Forse sono davvero lì nel sogno
su quella diga dove sono stato tante volte senza più tornarci davvero
e mamma è su al faro che guarda il lago dall'alto
guarda le sue vele al vento e muta apre la bocca come a respirare
forse parla al vento, forse è il vento
mamma, che ha sempre saputo essere molto convincente con le parole buone.
Ma il cielo ancora ogni sera si fa scuro
e io sto sempre lì, sulla foranea,
poche vele ancora al largo.

*

L’indicibile lei

Lei è qualcosa che sta lì per me
e splende
e così forte è la voglia di toccarla
che riporta alla mente antichi detti
"guardare e non toccare".

 

__________(anche se mamma aggiungeva sempre "è una cosa da morire"
__________ che Mamma era come me,
__________ davanti a una torta appena fatta, con sopra panna e ciliegine, diceva
__________ guardare e non toccare
__________ poi prendeva una ciliegina affondando le dita nella panna
__________ e faceva un cenno, come dire che aspetti?
__________ E ci leccavamo le dita.)

 

E' qualcosa che passa tra i rami spogli e le poche foglie
insieme alla luce
qualcosa che disegna ricami a terra, nel sottobosco
e se allunghi la mano la tua ombra nasconde i ricami.
Non è solo il nome dicibile della Luce
ma credo che sia femmina,
come poche, forse nessuna
da leccarsi le dita.
Viene dall'io più profondo.

*

Piccolo bosco dimenticato

Tra la siepe e le mura c'era una volta un pezzo di terreno incolto
un piccolo bosco nascosto dimenticato dall'asfalto e dai rumori
quasi non si vedeva l' ingresso nella siepe
ma in un punto le foglie cedevano, e si aprivano
e dentro gli alberi erano così folti che potevi dimenticare il cielo
e farne uno nuovo ogni giorno.
Entrarci era sogno
perchè c'era il sogno in quei giorni
dentro potevi essere dimenticato o dimenticarti
diventare un pirata o un indiano
costruire capanne di liane di sambuco
base di partenza per esplorazioni e caccia di tesori.
E gli alberi ti riconoscevano e ti coprivano
complici chiamavano a raccolta gli uccelli più esotici
per un canto indimenticabile
solo la voce che sapeva il tuo nome dimenticato poteva chiamarti
allo scurire della luce.

C'è oggi lungo le mura una panchina in bellavista sull' asfalto
dove si siedono con me indiani e indianine, pirati e principesse
a seconda del sogno del giorno
perchè lì c'è ancora il sogno.
L'albero che gli fa ombra mi conosce
e chiama a raccolta gli uccelli più esotici
e puoi ancora dimenticarti ascoltandoli.
E' sempre lo scurire della luce a chiamare
che non ho orologio
ma solo lo scurire della luce
i passanti non sanno il mio nome.

*

Una piccola splendida cosa

E' una piccola cosa.
E' una cosa piccola l'anima,
tu credi che abiti nel tuo corpo
e invece è fuori, in ogni luogo.
Forse anche nella mente della ragazza
che fece oplà un giorno
oplà e un bacio
oplà, un bacio, e un salto
e poi una giravolta
e poi tutti giù per terra.
Ora la ragazza è al bosco, con la mia anima
cercando radure e fresco e un' angolo d'azzurro tra i rami
per aprire le ali al volo
salire su fino al prato dei narcisi e oltre.

Solo a volte sta dietro ai vetri dei miei occhi l'anima
e da lì osserva il mondo
osserva gli alberi, che si curvano al vento
e il cielo, e le nuvole che si baciano
e non so come succeda
ma è sempre dai miei occhi che si guarda aprire le ali al volo in angolo di cielo
volare radente tra gli alberi
scendere al lago
e risalire veloce ai narcisi e oltre
ma è dai suoi che mi vedo tra gli alberi scendere al lago
per poi risalire veloce fino ai prati dei narcisi e oltre.

E' una piccola cosa, l'anima,
solitaria e sempre un po' bambina
non le importa del tempo o degli anni
come quegli alberi che si baciano
lucidi di pioggia
e non sanno la loro età.

Si nasconde tra le righe di una poesia
o nelle rughe tra i seni o del viso
ma se qualcuno crede di vederla lì tra le righe,
tu dì che non è vero e non sbaglierai.
perchè è già altrove
per un altro giro
un altro oplà e un altro bacio.

E'una cosa minuscola, l'anima.
E'una piccola scintilla d'infinito vagante.

*

Guarda

Basta una forma, un contorno da seguire
da riempire e colorare di variopinte fantasie
e puoi guardare quello che non vedi.
Dentro al più grigio cielo appare
la gitana dallo scialle variopinto
e ruota e s'alza e mi sospende
in quel cielo insieme a lei.
D'improvviso si fa enorme
e in quel cielo mi comprende e mi contiene
così qui non fa grigio mai.

*

Invasa la bocca dalle sue dita

A volte si spoglia a volte si veste
e sempre rapisce lo sguardo di meraviglia
a volte si veste a volte si spoglia
danza sul filo della mia voglia.
Muta la bocca che non sospira
dischiuse le labbra che il gemito ispira
invasa la bocca dalle sue dita
con un desiderio a sostituirle invita.
Come sospeso in quell'aria dorata
guardo i suoi fianchi e il petto che il respiro muove
la stanza è calda e si muove aggraziata
nel caldo affondo come fosse un altrove.
Come in sogno, e fu sogno e sogno sarà
la nuda schiena d'olio bagnata
quotidiana cura per questa realtà
la luce sorprende sempre più inclinata.
A volte si spoglia a volte si veste
corpo di sogno che lascia segni nel mio
a volte si veste a volte si spoglia
non è qui ma sempre toglie ogni mia voglia.

*

Tutta di rosa avvolta

Così la guardo, tutta di rosa avvolta
e mentre guardo il sogno si fa sempre più reale.
Potrebbe chiamarsi Desideria, o Dama rosa
attrice dei porno più audaci
oppure Rosaspina, ballerina casta di fiabe antiche.
Amante degli specchi
dolcissimi quadri delle mie fantasie
volteggia tra le tende
come una bambina
poi ne esce come fiera
armata di straziante bellezza
con coda di lupa o d'unicorno.
C'è solo lei per qualche attimo
quando si stende sopra i letti bianchi
aperta come un regalo
o ancora da scartare, da intimi rosati e nastri rosa
dolce compagna e amante in sogno
certo anche lei non è di questo mondo.
S'erge, dominatrice splendida come una poesia
nel sogno è come vera
guerriera mi uccide di bellezza e poi se ne va
ma è solo una piccola morte che male non fa.

*

Un piccolo quadrato di cielo

La torre d'ingresso alla città vecchia è a cielo aperto
seduto sui gradoni interni della base si vede il cielo
da lì ci piove dentro il sole o l'acqua e il vento
e il tempo andato che si affaccia in quel quadrato non è mai spavento.
E' un piccolo rifugio, certo non dalle intemperie
forse solo dal tempo che ancora passerà.
Poi verso sera s'alza un suono, una vibrazione o un desiderio
passano luna e nuvole in quel quadrato blu
come se fosse schermo e come se ci fossi tu
perchè le cose restano anche dove non sono più
e crescono, e invecchiano, e forse quelle nuvole sono i capelli bianchi che ora avresti tu
e quel suono la tua voce che non ricordo più.

*

Andiamo, portandosi l’un l’altro

E' il canto degli uccellini, sempre uguale a un tempo
o il suono dell'acqua che saltella tra le rocce scendendo al lago
o tutte quelle margherite, e la vista dei monti
il verde e il giallo dei fiori più umili a riportarmi lì?
Lì dove l'acqua si ferma un poco, alle pozze dei bagni estivi
-e esci, che hai le labbra viola-
lì dove mi portava ieri, e in fondo ancora mi porta.
Ma è proprio qui, oggi, su questo piazzale del Mc Donald affacciato sul torrente
che sento forte il mio portarla dentro per le stesse strade
qui ne riconosco o ricostruisco il corpo e il volto e i neri capelli tra le nuvole.
Qui dentro, dove siamo cosa unica.

*

Spalancata soglia

Quante ore consumate a immaginarla
e notti e giorni passati a farla e rifarla
con parole o tratti di matita
lei, l'immaginabile infinita.
Su fogli bianchi o letti o negli specchi impudici
sempre diversa e sempre uguale
e luci e ombre a nascondere crepacci e cavità e fessure
poi credere che sia vero, che sia per me la vulva che appare togliendo i tagli e le censure.
E non c'è fine e forse non ci fu un inizio
a quell'immaginabile infinita e eterna
la giovinezza o la vecchiezza son fuori dal quadro
lo sguardo fisso sulla spalancata soglia dell'amore.

*

L’ultima botola segreta

Noi non invecchieremo mai.
Oh, sì lo so che ce ne andremo un giorno
il corpo sfatto e stanco come dopo una gran corsa, una partita o una gran scopata
e passeremo per l'ultima botola segreta ancora da scoprire.
Che poi non sono nemmeno sicuro che sia l'ultima vedrai
ne troveremo un'altra per ritornare
per riprendere la corsa, o la partita o quella gran scopata
o anche solo per farci su una gran risata.

*

Ancora mi perdo

Ancora mi perdo tra le bancarelle del mercato
ancora mi perdo tra bellezza e incanto
non per il glicine che scende dai giardini delle fate dall'alto delle mura
non per le merci esposte ormai tutte eguali e di scarsa fattura
ma per le fate che hanno sempre la mia età che lì riesco a dimenticare.
Non sono sufficienti le parole a spiegare la magia che c'è per me lungo queste mura
potrebbero solo dire del color del glicine e del cielo sopra i monti
del bimbo che contava ogni pietra del pavè tornando a casa
ma non di quello che qui cambia le cose e tiene questi occhi stanchi vivi.
E' come rivedere ancor le fate a cavalcioni delle mura
è come riprovar l'incanto di vederle lì
intanto io non son più io
sono solo quello che s'incanta a guardarle lì.

*

Avanza dondolando

Mi confondono i suoi capelli sciolti sulle spalle nude
il petto all' orizzonte e al sole
l'ombra del corpo che arriva fino a qui
come un sentiero, come a indicar la via.
E mi confonde quando il sole infiamma il cielo e il suo profilo
se si voltasse ora ruberebbe la scena al sole
che il seno incanta, come una sirena.
Ed ecco che si volta e avanza dondolando i fianchi
le forme, già le so, come le ho disegnate
ma è come se la distanza restasse sempre uguale
sempre quell'ombra lunga che arriva fino a qui.
Forse non è di questo mondo nemmeno lei
ma non è sogno o fantasia questa ossessione mia
questo vento senza vesti da sollevare
questo bimbo che divento, nel seno suo a dormire
questa gran pace che mi prende vedendola arrivare
è un volo di pensieri e luce che va e viene tra corpi e amore.

*

Il sogno può bastare

Cos'è tutto questo freddo
e lampi tuoni e grandine
doveva essere tempo d'abiti leggeri e colorati
di verdi e fiori sotto il sole.
Il ciliegio qui sotto è fiorito l'altro giorno
e ha già perso quasi tutti i fiori sotto la bufera
ha un cerchio bianco ai piedi, sempre più grande
quelli rimasti sono come in attesa di qualcosa
in equilibrio tra il grigio del cielo e la terra.
Sta in un piccolo giardino
in verità un cortile e esce da un foro nel cemento
io lo metto su alla colma, in sogno
proprio in mezzo a un prato, e i bianchi fiori godono del sole
ma è come un ricordo lontano, che torna agli occhi.
Basterebbe un po' di sereno, un'aria calda e dorata, per farlo rifiorire.
Lei è come quel ciliegio
doveva essere tempo d'abiti leggeri e colorati
trasparenze e ombre sotto la luce
ma è tutto grigio, e freddo e spento
come avvolto nelle nebbie o nei vapori.
Io la metto nei suoi letti bianchi, in sogno, e vasche calde
ma sempre è come in un ricordo lontano, che torna agli occhi.
Tutti gli abiti sparsi a terra per la stanza
hai voglia a metter luci e ombre
gioie e ninnoli e colori
magari l' aria un po' dorata
e una schiuma profumata
un bagno caldo per il gelo
e magari fiorirà.
E se non basta il sereno, l'aria dorata e profumata
e un bagno caldo per il gelo
allora il sogno deve bastare.

*

Io crescevo

Il lago splendeva come fa oggi nelle giornate di sole
l'acqua luccicava e aveva un buon odore
se il sole mancava, lei aveva un buon odore
io crescevo e non sapevo di lasciare segni sulle rive per me.
Forse è questo che mi porta al lago
non sapere che sto crescendo, o dimenticare
gustare i buoni odori e il suo corpo
un riflesso che brilla sulle ondine uguale a un altro già visto
segni sulle rive visti con altro sguardo.
Ma è tutta acqua già trascorsa, e io intanto sono cresciuto
quello che è stato è tutto in me.
Quello che sarà, anche.

*

Orlo

________Seduto all' orlo dello sprofondo
_________nel punto più in vista di questo mondo
__________con cento scatole per la meraviglia
___________e non ne bastano duecento se le rassomiglia.

Ci fosse un orlo di questo mondo
dove il tempo e tutte le cose finiscono
un posto dove sedersi a riposare
un anno, cento o mille che cosa vuoi che sia
sarebbe dentro ai suoi occhi di lupa della notte.

Da lì cadrebbe la luce
come avesse peso leggero
e sotto è tutto un lago di luce
segui le curve delle rive
ogni curva un seno, un ripostiglio
una scatola dove hai messo o preso qualcosa.

Il lago sgorga dai suoi occhi
ci vuoi andare ad abitare
in quel buio profondo di occhi di lupa.

________Per i suoi seni scatole trecento
_________per la sua schiena sui quattrocento
__________per lo sprofondo oltre l'orlo non ne bastano cinquecento.

*

Tra le primule e il croco

Sono apparsi sul crinale
come disegnati sulla tela azzurra del cielo
per poi scendere veloci verso il piano
criniera al vento, e erano loro il vento.
Li avevo già visti quando correvo anch'io con loro come loro
sui prati biondi su alla colma tra i due laghi
quando di vento anch'io diventavo
e alle quotidiane guerre proprio non ci pensavo.
Ma l'anima rimane in certi luoghi
sussurra col vento che muove l'erba tra le primule e il croco
e ad ascoltarla ancora di vento divento.
Proprio qui dove mi verranno a cercare
a cercare di sentirmi nel vento che muove l'erba tra le primule e il croco

di vento diventato.

*

Il fiume

C'è un luogo, lungo il fiume dove l' acqua accelera la sua corsa
scende da rapide artificiali e prende forza e velocità
passa per la ruota dell'antico mulino in disuso.
L’ acqua spumeggia di bianco mescolandosi all' aria
si insinua in ogni passaggio
corrode le pale della ruota
ruota che ormai non gira più.
Se ti fermi, se stai a guardare,
dopo un po’ ti trovi a pensare come lei.
Ma quando esce dalla strettoia
e tutto s' acquieta
il fiume riprende la sua calma
puoi seguirne il corso con lui
dalla ciclabile a lato pedalando senza fretta,
e dopo un po ti trovi a pensare come lui.
A viaggiare, senza sapere ti porta il viaggio.

*

Luna

E' come una piccola bimba capricciosa Luna,
a volte è arrabbiata e si nasconde dietro le nuvole nere dei suoi pensieri
allora il cielo si fa nero nero, e lei non ti guarda più
ma ha nel piccolo cuore una piccola pena
un timore di averla fatta troppo grossa nascondendosi
e allora fa capolino da dietro una nuvola
per sbirciare di traverso se sei ancora lì.
E sì che sei ancora lì
che le sorridi, se ne accorge e subito si ritrae.
A volte quando spunta sbirciando da una nuvola ti becca,
ti becca a sbirciarla di traverso sorridendo
accenna un sorriso e si fa stella
Poi ride ed è sole
che salta sulle onde
cade in giravolte con l' acqua delle cascate
e ha già scordato la sua pena.

*

Notturno

Se ne sta ritta sull'orizzonte
contro l'azzurro pieno di nuvole.
Il corpo asciutto e ligneo
per seni vecchie ferite e nodi
di rami tagliati o caduti
e braccia i rami che alza al cielo
e sembra quasi che voglia raggiungere il sole
per chioma foglie scure e ombrose
il sesso tana di scoiattolo dal pelo folto.
Guardala, è una vecchia quercia
i contorni ben definiti dalla luce
in quel posto tra le colline e il mare
ha radici esposte all'aria
dove si impigliano gli uomini
che cercano di scalarla per arrivare al cielo
quel cielo che lei indica con i suoi lunghi rami.
Sono passato anch'io di lì
ma io avevo guardato il lago un giorno
e il lago a volte prende l'anima di chi lo guarda
poi trema sulla superficie sotto il soffio del Tivano
ti chiama e si fa rifugio
così non mi son fermato tra quelle radici
ma sono andato a vedere i battelli
e gli idrovolanti partire dalla riva
tremando un pò sotto il soffio freddo del Tivano.
La quercia può aspettare
che ho ancora mille cose da fare
tipo puledre da cavalcare
così, tanto per dire qualcosa che non so ancora fare
poi farà neve sulle radici e non ci si potrà impigliare
e forse allora andrò a scalare.

*

Sospiri d’acqua fonda e scura

Facciamo che tu apri le gambe
in un sogno tuo notturno e spudorato
e diciamo che dentro c'è tutta la profondità di un sogno mio di lago
d'acqua fonda e scura di notti senza luna e stelle.
Stavo sulle rive del lago in una di quelle notti
l'acqua allora è solo un suono
come sospirasse proprio lì davanti
e l'orecchio gode,
e il buio un rifugio dove amarti.
Facciamo che ti accarezzi il corpo
e le gambe affusolate
lucide di essenze profumate
e sempre nel tuo sogno piano sali verso i seni
che son come colline o monti.
Stavo sulle rive del lago, proprio sotto i monti
nel sogno mio di lago
e l'acqua fonda e scura sospirava
proprio come fossi tu nel sogno tuo.

*

Eterna

C'è stato un sogno che s'è fatto eterno
e poi un bacio e un altro
labbra giunte a labbra
e ogni notte seni e gioie.
E' la sposa dei sogni
che viene ogni notte a dirmi vieni
e io vengo sempre
labbra giunte alle labbra
dell'eterna sposa sognata.
Non è ombra che filtra
nè luce nello specchio
è bianca sostanza di sogno

che stringo tra le mani.
Di giorno nascosta
sotto abiti giornalieri
di notte sposa dei miei sogni
nude labbra sulle labbra mie
seni contro me.
La mattina s'alza,
si volta e anche dietro non è male
si riveste e se ne va
camminata sexy da sposa nascosta
e con forme che conosco
nascoste sotto abiti giornalieri.

*

Le bellezze

Non ci si abitua mai alla bellezza.
Ogni lago brillante che ho visto
ogni curva di seno o monte
ogni tronco d’albero o corpo di donna
e altra bellezza ancora vista sul sentiero verso questa calma età
non mi abituerà mai.
Sono rimpianti per tutte le bellezze che so esserci ancora
in qualche luogo di questo mondo da vedere
e che non riuscirò a vedere.

*

L’altra lei

Lasciate che si sdrai qui accanto a me quell'altra lei
quella che il mio specchio svela con giochi d'ombra e luci
quella che ha in cuore così tanta vita che vorrei sapere
quella di cui vorrei sapere tutto, dal calore al sapore e alle movenze vere.
Sarà però che uno specchio per definizione ha una cornice
e il mondo che racchiude è così piccolo per lei
a volte sì è pieno di danzanti meraviglie
a volte è vuoto come scura valle che aspetta il sole.
Però ricordo i giorni di un agosto andato
il sole caldo a dissolvere le ombre
un vento estivo a sollevar le vesti
il sonno che non veniva mai fissando quelle labbra mai baciate
il seno dove finalmente poter riposare.
Ora lo specchio aspetta mentre lei è oltre la cornice
forse ritornerà in un' altra estate o forse no
lo riempirò di ombre e luci e drappi colorati nell'attesa
saran piccoli e sfumati inganni che l'occhio vuole
ma dove l'anima inquieta non riposa.

*

Una piccola vita

La morte non è l'ultima cosa che ci toccherà
ci potrà succedere di tornare di quando in quando nella mente di qualcuno
se ce ne accorgeremo, questo non lo so
ma rivivremo una piccola vita.
Ma dì, son bella? ..che l'ga de vegnì ul dutur
ma non avevo specchi per farla specchiare
e questo è tutto.
Forse voleva il suo abitino azzurro
rimasto sulla gruccia nell'armadio
e le scarpine nere, da cittadina
quelle che aveva immerso nella fanghiglia di neve
perchè non le avevo detto che su alla tana dei lupi la neve è alta e fredda.
Questo può succedere
rivivremo tutta una vita in una piccola vita.

*

Fiaba

Prendo il suo volto e lo scrivo
sotto ci scrivo le curve dolci delle spalle
e lo spazio tra loro dove riporre i baci.
Spalle che scendono a seni pesanti e sodi
e lì ci scrivo due frutti di ciliegio
saporiti e dolci
e anche un profumo di Venere.
E strano come il profumo si spanda
nella lunga pianura verso il monte
al centro della pianura ci scrivo solo una parola
forse un cuore
o un luogo
per un altro bacio
per una sosta lungo il cammino.
Poi scrivendo scrivendo si scende ancora
e le parole si fanno mute di silenzio
ma là sotto ci scrivo il suono che fanno i baci
nel nido delle fiabe e del raccoglimento.
E questo è tutto questo scrivere
una fiaba non ancora scritta che qualcuno mi ha regalato.

*

Stallo

Stare
anche se lei è il luogo dove vorresti andare
ma da lei non si può restare
restare è farla morire
andare è non poter tornare.

*

Preghiere

Io mi ricordo di preghiere singhiozzando
non so se sono state ascoltate
so che non sono state esaudite
so anche che non potevano essere esaudite.
Qualcuno, o nessuno ha ascoltato quelle parole
parole come pietre pesanti, una sull' altra, fino a farne un muro
e al di là finiva il tempo
non c'era più tempo.
Al di qua non c'è più tana o rifugio o sosta che dia quiete
anche davanti al lago il vento accarezza rivelandoli volti e figure
al di qua è vento che mi spettina i capelli
non più una mano che li pettina.
Le parole di oggi sono solo neve che cade e si scioglie piano nel lago
e tra non molto rimarranno solo scintillii sull'acqua gelida.

*

Rabbia

Forse ho capito questo fedele senso di non appartenenza a nulla
che per stare in questo mondo ci vuole rabbia
ma dì, tu ce l’hai un po’ di rabbia per me?
A volte basta una coperta stesa sul tavolo della cucina
che arriva fino a terra e sotto è tutta un’altra cosa
bastava un po’ di luce della fosforescenza di una madonnina
e tutto diventava un’altra cosa.
O quel sentiero che dalla provinciale scendeva al lago nel buio della notte
ma il remoto bimbo aveva una piccola torcia per essere indipendente e farsi amica la luce
dev’essere lì che lui ha gettato armi e rabbia nelle acque fonde della notte scura
dev’essere per quello che ora qui son senza voce.
Ma dì, ce l’hai un po’ di rabbia per me?
Io giro per tutti i sentieri a lago
e forse mi riconoscono, non so
ma non la trovo.
C’è vento a volte, sì
e frane, acqua fitta,

divieti e specchi infranti
eppure non è rabbia.

*

Scorda l’agosto ormai andato

Non ci sarà niente di migliore finchè non li avrai scordati
quei giorni d’agosto e il sole che entrava dalle finestre chiuse
la luce che illuminava il corpo e le sue mille pose
niente sarà migliore finchè non li avrai scordati.
Allora niente mancherà più in questo presente
il domani sarà solo destino da risognare
sognare giorni d’agosto e sole che entra dalle finestre chiuse
su un corpo illuminato e sulle sue mille pose.
A voi potrà sembrare che non li ho scordati
ma non è vero, è solo che li ho reinventati.
Se poi sapessi scrivere anche il quando il come e il dove
sarebbe proprio adesso, come allora e qui.
Ma non pensate che mi manca perchè l’ho scordata
mancherà domani dopo che l’avrò risognata.

*

Pelle di frontiera

Terra selvaggia pelle di frontiera
casa, rifugio o tana della lupa pronta al balzo
ma la tana è varco, verso l'inesplorato
e l'antico bimbo questo era, esploratore.
Terra selvaggia pelle di frontiera
raggi di luna azzurra color della pace
apre le gambe la lupa al sogno ma nel sogno è guerra
guerra di respiri, e morsi e sorsi.
Terra selvaggia pelle di frontiera
frontiera d'altro mondo dove la lupa è amata
anche questo sa l'antico bimbo
segue con la mano il corpo e il pelo, come una carezza.
Terra selvaggia pelle di frontiera
e la carezza è vento che piega erba e rami
e i rami ondeggiano al ritmo di un valzer altrettanto antico
antico tanto quanto il suo profumo.
Terra selvaggia pelle di frontiera
e stelle sopra, che non han frontiera
l'antico bimbo crede ancore nelle fiabe
salta sulle stelle e passa la frontiera.

Otre la lupa è bimba sempre pronta al balzo
e scintillii di stelle, profumi antichi, sogno e pizzi color ciclamino.

*

Figure assenti (non di questo mondo)

Più la guardi è più svanisce nella sua bellezza
non sono più seni o fianchi ma meravigliosa forma
e più la guardo più ci svanisco dentro.
Così siamo
figure assenti da questo mondo
figure vive dove non so.

*

Crepuscolo

E' l'ora del sole che cade obliquo sulle cose
luce che esalta i contorni
allunga le ombre verso il buio
fino a che ci svaniscono dentro.
I dettagli più piccoli si fanno grandi
le onde del lago come pieghe di pelle
i monti scuriscono
le valli come solchi tra i monti.
E' solo il giorno che va verso la fine.
Così fa quest'anno, che va verso la fine
e si ringrazia per i dettagli.
E così allo stesso modo fa la luce
anche sul tuo corpo di donna
la luce che cade obliqua dai riflettori
che io piazzo per esaltare i contorni
la luce che allunga le ombre
e fa grandi i dettagli in cima alle colline
scurisce il monte e la sua valle che però brilla come preziosa cosa
e pieghe di pelle come onde
fatte da un'invisibile mano accarezzante
e però non è una fine
e si ringrazia per i dettagli.
Come dopo un giorno ne viene un altro
dopo quest'anno ne verrà un altro
che sia nuovo o solo una nuova variante non importa
importa la luce
che esalta i contorni e le ombre
e sempre ringraziare per i dettagli belli o brutti
nuovi o nuove varianti
in mille diverse forme
di cui una è il tuo corpo vero.

*

Togliendo un po’ di dolore agli occhi

Sarà per questa miopia che sfuma un po' le cose
che gli occhi dolgono per lo sforzo di vedere il fondo
Sarà per questa miopia che la vista ondeggia.
Sì, sarà per questo che quella vecchia foto muove i fianchi
ondeggiano i seni sotto i vestiti.
E attorno ombre doppie che non sai più la vera
potrei inforcar gli occhiali per farla più chiara

ma

 

"Che bell'inganno sei anima mia
che bello il mio tempo che bella compagnia".

 

Sono giorni di specchi adornati
in cui anche i vestiti sfumano,
togliendo un po' di dolore agli occhi.

*

A misura di un’assenza

Alle spalle la città vivente
e c'è una linea qui ai miei piedi
lunga quanto non lo so ma a misura di un'assenza
oltre l'acqua è pesante e fonda
scura sotto la sua onda
ma sempre quanto non lo so.
Io seduto all' orlo dello sprofondo
nel punto più in vista di questo mondo
con una scatola per la meraviglia
e poi cento perchè le rassomiglia
per i seni scatole duecento
per la schiena sui trecento
per lo sprofondo son quattrocento
per il clitoride non basta il vento
le labbra poi son soglia di altro mondo.
E qui il vento non sta mai fermo
scende arioso dalla valle
ma sai che ci ritornerà
a misura di un'assenza
lunga quanto non lo so
almeno fino a quando ridiscenderà.
Intanto busso a quella soglia
d' anima nuda e nudo corpo
immortale desiderio e soglia di un eterno sogno.
Però sa del mio tormento
che misura la sua assenza
ed un po' se ne compiace.

*

Credere

E' negli occhi dei bimbi
quando una sera il campanello suona
e fuori c'è una slitta.
Non importa che sia un trattore mal camuffato
nè che quello che sta percorrendo il vialetto sembra appena uscito da una dieta ferrea.
Devi guardare gli occhi dei bimbi
si vede tutto quello che hai perso quando hai smesso di credere alle cose eterne
come, ad esempio, la Madre
che però ancora ritorna solenne a ogni festa del cuore.
Non importa quanto sia camuffata.

*

Tra qui e l’orizzonte

Io è una vita che continuo a sbagliar strade
la destinazione che qualcuno ha impostato sul navigatore è ancor lontana
forse perchè vado in tutt'altra direzione
che lui continua a dire di invertire.
Ma c'è un punto, madre, tra qui e l'orizzonte
un punto che attira tutte le attenzioni
un punto dove so che mi ci potrei perdere e disperdere
io vado, e vado e come in sogno non arrivo mai.
È proprio poco prima del bosco che dà sulla radura
ancor prima dei monti che mostrano il profilo all'orizzonte
è un'immagine fissa e ferma ormai nella memoria, madre,
un'immagine che non va più via ma che nemmeno arriva.
Come un'immagine troppo ferma e fissa impressa nella memoria dei pixel di un televisore
che poi si sovrappone ad altre disturbandone la visione.
Così fa questa, madre, ma tu sola sai che sovrapponendosi rende il resto migliore.
Tu che hai sempre scovato tutti i segreti miei
tu che adesso sai la destinazione non del navigatore ma di tutto questo navigare.

*

Indistinta

Creata dal silenzio e dalla voglia
l'indistinta prende forma nella nebbia
un gioco di luce e ombra d'un lampione
una carezza d'aria a muovere le cime.
E cresce, come cresce la malinconia dell' illusione
la creatura nata nella nebbia che respiro
e che così respira in me
nata dalla gioia, come fa un'idea
una melodia, un accordo, un suono
ma è un altro assolo senza base
tra la terra e il cielo
e fa nostalgia.
Eppure aspetto saempre uno spiraglio
una botola segreta e dorata
una finestra oltre la nebbia
dove sta lei grigia silenziosa e addormentata
per riportarla qui radiosa e colorata.

*

Luoghi d’energia inesplorata

Sopra, un gran cielo chiaro
e in volo alto uccelli dalle lunghe ali
erano i primissimi giorni che non ricordo, eppure c'ero.
Sotto, un grande buio scavava l'albero a mo' di vulva
dentro il buio la vergine oscura
l'abitante dei tronchi
l'invisibile se non nei sogni
manteneva l'albero rigoglioso.
Ma la ferita nel legno è ancora tormento
e supplizio
entrarci affatica le notti e rende stanchi.
E lei lo sa, forse le basta.
Ma un giorno andrò al bosco
quello solito,
quello degli alberi capovolti, radici al cielo
quello dei tronchi gravidi di muschio,
quello con un lago in mezzo e il capanno delle margherite
e lei tra le margherite.
Proprio quello delle mete di tanto vagabondare.
Ecco, un giorno andrò a quel bosco
ma niente sembrerà uguale
il cielo sarà chiaro
e in volo alto uccelli dalle lunghe ali
ricorderò i primissimi giorni
svolterò sì al solito sentiero
seguendo i canti dei pettirossi
ma stavolta apparirà, sul sentiero,
visibile e vestita color d'amore.
Saremo uno, attorno all'altro
la ferita nel legno non più tormento
nè supplizio
entrarci sarà rigenerante gioia.

*

Pensier goduto

Pensata come statua, immobile e dorata
pensata come femmina, di nuda e selvaggia bellezza vestita
pensata sposa e amante come la donna ama
pensata desiderio puro, oliata e profumata
pensata come un fruscio che passa, fruscio di seta rossa.
pensata cosa morbida, nell'ombra calda della stanza
pensata molte volte impudica e birichina
pensata desiderante quanto desiderata
pensata nell'amore intenta, vivace e audace
pensata eco di quell'amore e voce
pensata con ardore, come il più bell'amore
e con ardor goduta più di un amor goduto.

*

Ardore

Vibriamo nell'ardore

come armonica di corda ne resta nell'aria il suono
se sfiori leggero la corda con un un dito
così niente brucia nell'ardore
se ne sfiori senza toccarlo il fuoco.
E' come il rosso che incendia il cielo all'orizzonte la mattina e annuncia il sole
così come una donna in rosso che si muove sinuosa sui suoi giacigli bianchi annuncia qualcosa d'invisibile,
la punta che ti può trafiggere e non trafigge se la sfiori.
Vibra di una vibrazione invisibile e sconosciuta, l'ardore
che arriva da quando si respirava senza respiro
da quando non si conosceva ancora la donna o il sole.
E se è una vibrazione ha un suono, l'ardore
ma non lo puoi più o ancora udire
devi tornare a respirare senza respiro.

*

Ascolto

Stavolta si dovrà voltare
là dove il tempo s'è fermato si dovrà voltare
non passerò davanti al suo mantello
di biancazzurro verniciato per farlo più bello
nè mi ci nasconderò più come in un rifugio.
Starò in piedi al centro del sagrato
e stavolta si dovrà voltare
voltarsi verso le finestre a cui mostra la schiena.
In piedi al centro del sagrato
nemmeno una coperta a far da rifugio
nemmeno se la metti su un tavolo e ti ci metti sotto
con lei fosforescente tra le ginocchia
nello spazio privato tra le braccia dove nessuno può entrare.
Lo so che non succederà e non si volterà
è già accadutto che a pregarla non sia successo nulla
ma io vorrei ancora la mia scatola di doni per Natale
e se si voltasse si vedrebbe che non ce l'ha.
Così uscirò da quei cancelli aperti e più non tornerò
che tanto non è lì sotto a quel mantello
più che voltarsi lei per vedermi e per farsi sentire
dovrei voltarmi io per riuscire ad ascoltare
e vedere che ho già la mia scatola di doni per Natale.

*

in volo

Quei due nella stanza se ne stavano in silenzio
la stanza stava in riva al lago
c’è un salice sulla riva amico dei cigni.
i rami scendono nell'acqua e i cigni si fanno accarezzare.
Seduti là sotto quei due stavano alla stanza come il salice alla sera
il lago silenzioso e calmo, fino all'altra sponda.
C’è però improvviso un volo di cigni
partono e s'alzano e battono lente le ali
virano, uno a destra, uno a sinistra,
sorvolano l'altra sponda per un lungo solitario giro e tornano
ammarando nello stesso punto, insieme.
Quei due nella stanza stavano in silenzio come il salice nella sera.

Guarda quei due, dicono i ragazzi che passano
non si baciano, non si toccano,non si parlano.
E dicendolo nemmeno se ne accorgono che quei due sono in volo coi cigni.

*

L’altro me che ha sete e fame

Come sempre parto, cercando qualche nuovo posto
e come sempre ci vado ben provvisto
batterie cariche, non si sa mai che il posto meriti una foto
un po’ d’acqua e cibo per l’altro me che ha fame.
Copriti bene, dice lui, non fare lo sborone
non c’hai l’età e neanche un fisico da leone
perdersi in un panorama non aiuta
ma la nebbia sopra il lago, dico, va goduta.
Lui mi conosce, sa che scordo anche l’ombrello quando piove
come se non piovesse mai in quel posto altrove.
Poi è sempre lui che mi fa tornare
che oltre alla fame ha anche un corpo da guardare
dice con aria compiaciuta che anche lei vuol essere goduta.
Finora gli ho dato sempre ascolto
senza di lui non sopravviverei poi molto.

*

Gioia

Schiuse le porte della fantasia
le coscie aperte come cancelli del paradiso
il sesso un nido caldo e niente a far da sfondo
come a dire che lei era tutto ciò che c'èra al mondo.
Io ero proprio lì davanti ad osservare
barca in balia della sua anima d'acqua e vento
e quando le sue mani iniziarono a giocare
io in quell'anima in tempesta iniziai lentamente a naufragare.
Non c'era isola dove potersi rifugiare
lei l'unica dimora da abitare
l'acqua e il vento riempirono lo sfondo
il mondo sempre più lontano
il soffio e i gemiti del vento l'unico suono.
Io proprio lì davanti avrei voluto non finisse mai quella tempesta
perchè cos'è la gioia se non questa
eppur finì, come finisce ogni tempesta
resta un'immagine, senza sfondo, nella testa.

*

Sguardo

L'ultimo avvistamento fu in un luogo da dove non si può fuggire
l'ultimo sguardo scendeva spavaldo su quel luogo come un desiderio
misurando seni e fianchi e cavità.
Poi con un oplà e una giravolta è uscita a destra dello schermo
hai voglia a credere che sia ancora lì
lì è rimasto lo sguardo che non può più fuggire
a sollevare un po' le vesti per vederle il culo.
In verità lo sguardo aspetta e inventa
quel che in segretezza spera
e che da sinistra riappaia roteando quella vera.
Intanto confonde luoghi e letti e città
lo sguardo che inganna il tempo e la verità.

*

Nuda

Dice guarda, la posa
e nudo è l'obiettivo che gira attorno
ma più nudo lo sguardo che segue il giro
e forse è gioco, forse gioia
ma scatta e balza a terra e s'alza
la lupa che non mi lascia mai.
La luce sorge alle sue spalle
e mostra la forma scura
e un vuoto sacro di luce.
E' un improvviso il clic sullo stop
poi il buio.

*

Parole

Forse bisogna scordare le immagini che fanno le parole nella testa
così che se dico mela non si veda Eva
e se dico Eva, il serpente.
Ma non si può
e così Tempo è un fiume che corre veloce in superfice e lento nel profondo
e nel profondo stanno le parole amate, e i nomi,
il suo è pelle e soglia di oscurità profonde.
Intanto la sua immagine scorre sulla superfice, distorta dalle onde
tremolante e vacillante, come su malferme gambe e quasi trasparente
ma è solo un riflesso, un vestito del tempo, che viene dal profondo
un'immagine fatta dal suo nome nella testa
guardarla è vertigine del profondo.

 

*

Non sono più lì

Quante volte ho scritto dei pendii che salgono ai prati dei narcisi,
e più su alle colme del profumo del sole sullo zafferano alpino.
Dell' albero rifugio al limitare del bosco,
dei suoni di un' armonica nell' aria leggera.
Ma non sono più lì.
Il mondo allora era un pezzetto di cielo
dove un falchetto disegnava le sue traiettorie
e poi si gettava a piombo sul lago
per il brillio di un dorso d'agone,
e io stavo sotto a guardare.
Ma non sono più lì.
La casa sapeva di legna e caldo buono,
nel mondo c'erano giardini segreti
e farfalle tante, e bruchipalla sotto ogni sasso.
Ma non sono più lì.
Quando ero lì non pensavo di scriverne,
mi bastava viverle,
il sogno era il risveglio con nelle orecchie un canto e una voce.
Ma non sono più lì.

Però, non so se sia questione d' età o maturità che non ho
ma a me piace anche qui
e l' amore adulto,
i seni di una donna, i fianchi,
gli inguini coperti da mutandine minuscole e i seni enormi,
e percorrerli col pensiero e con le mani.
Adagiarmi al loro calore, tra bianche lenzuola.
Mi piace questo quotidiano amore.

Ma non sono più lì.
E un po' mi manca salire ai prati dei narcisi senza fatica.

*

Questo è

Dicono che l’ amore sia uno scorrere veloce del sangue nelle vene,
questo suo riempire capillari e corpi cavernosi.
Ma non credo che questo basti.
Allora forse è questo pensarti sempre,
questo vederti, in ogni luogo dove non sei, anche senza cercarti.
Oppure questo accostarti il passo di nascosto,
questo ostinato portare nelle tasche quello che non sei.
Ma neanche questo credo che basti.
Poi un giorno ho sognato un luogo dove non c’eri
neanche cercandonelle nuvole un segno.
Le tasche vuote, la paura forte,
non c’ erano strade che ripartivano da quel luogo,
non c'era nemmeno nessun altro luogo dove andare,
in quel luogo senza te non c’era nient’ altro.
Neanche gli angeli ad ascoltare o suggerire.
Il mondo finiva lì senza di te.
Questo è.

*

Madri

Le braccia delle madri hanno mani dolci
quando accarezzano sono leggere come petali di margherita mossi dal vento.
Le madri stesse sono margherite in un campo di margherite
e non dicono mai che quel vento le spaura un poco
camuffandolo con un cos'è mai tutto questo vento.
E poi sono state rose.
I figli invece sono girasoli rivolti a una sola margherita inconfondibile nel campo.
Non credono che quel vento se le sia portate via
sentono ancora le loro mani dolci e leggere,
come un vento tra i capelli.
E ricordano le rose, nei giorni che le rose mancano.

 

immagine Segantini. foto mia.

*

Il respiro delle nuvole

Sono salito ai piani alti, in un giorno di quasi novembre
la statale saliva ripida
e gli alberi intorno avevano tutti i colori dell'arcobaleno e più.
Poi scese una nuvola, a ricoprire il bosco e mangiarsi i colori
restò solo una luce bianca di fiaba che avvolgeva tutte le cose
su ai piani ho messo l'auto in elettrico silenzioso
così che il suo scivolare nell'aria sembrasse quasi il respiro delle nuvole.
Mi sono fermato al limitare di un bosco
in un posto che sembrava abitato da cose mai vissute
cose svanite da dove non sono mai esistite
è lì che abita lei
dove finisce il visibile
nascosta dentro il fogliame del bosco
appoggiata al legno di qualche tronco
perchè non solo quel che vedi c'è.
Lei è lì e la senti
e non con gli occhi vedi
la senti nell' aria umida che respira
forse è qui di fronte forse alle spalle o forse ovunque
nella luce che abbassa il cielo a terra e che ti avvolge.
Poi entra dritta fino a un posto che non sai
che sembrava non fossi io a guardare tutte quelle cose
entra e pesa sul cuore quasi fosse un dolore
ma lascia una voglia di averne ancora e altri ancora.
Puoi chiamarla magia o soltanto nostalgia.
però c'era sempre un soffio d'invisibile che dava voce agli alberi
lei che diceva al suo bambino freddoloso di non aver paura
potevo riconoscerla, da un'incrinazione di voce
da una parola detta a caso
come se ricordassi che erano per me.
A volte anche gli angeli abitano le nuvole insieme a me, e mi danno la mano.

 

*

Era solo un sogno

Ho fatto un sogno, credo.

Credo perchè ora non so più se stavo dormendo.
Lei era qui, la vedevo bene nella stanza buia
fatta di minuscoli pixel illuminati dalla luce lunare che filtrava tra le tende.
Bella come è bella lei
ma pareva lamentarsi,
e risuonava nell' aria un rimprovero.
Sarà che le ho appena portato un vaso di ciclamini
quelli belli grossi, di serra, colorati,
di un bel colore finto rosso pomodoro.

Pareva lamentarsi,
vieni e portami i nostri, pareva dicesse,
qui dove sto davvero,
portami quelli di un violetto tenue,
e portameli nei cestini di rami che mi costruivi da fanciullo,
con la terra coperta di muschio
lo so che sai dove crescono.

Ma io dicevo non posso,
ho ancora cascate da vedere,
coi vestiti umidi d' acqua sospesa,
e devo vedere gli arcobaleni che quell' acqua crea.
Devo vedere il lago brillare al sole
e deformare il profilo dei monti.
Devo suonare anche, presto.
Devo sentire ancora le vibrazioni attraversarmi il petto
e il cuore battere a tempo, in gola.

E poi tra un pò là dove crescono i ciclamini farà neve tra gli alberi,
devo andare a sentirla sciogliersi tra le mani, mentre punge le dita,
sentire l' aria fredda sulla faccia e vedere le corteccie delle betulle sfogliarsi.
Devo far vedere tutto questo ai nipotini.
Ma non manca molto, ci andremo insieme poi ai ciclamini vedrai,
e anche più su, oltre la colma, fino ai narcisi,
dove suona un' armonica.

Pareva calmarsi al pensiero dei nipotini,
io invece ora so che le manco.

 

*

Due gocce di stupore

Esce la sera con la sua scatola di colori
smalti, rossetti e ombretti per fare l'anima arcobalena
poi con due gocce di stupore si dimentica di sè
ed in quel sè ci sei compreso te.
Io resto in attesa che appaia come belva dal buio
per entrare in qualche sogno
Un sogno dolce ma di così spalancata ferocia,
e lacerante bellezza.
ma lei si aggrappa e appende a qualche stella
con le corde strette del mio desiderio
io ancora resto a guardarla roteare come un astro
e a inventarne i movimenti.
La lascio dondolare su nel cielo
legata ai pensieri miei
così vicina che si può toccare
le stelle forse sono led e il bagliore è fumo.
Il corpo suo è il pensiero mio
lo slego e lancio su, nel cielo come un lampo a illuminare
poi si spegne e muore
ma non lo fa mai davvero
muore di una piccola morte momentanea.

*

Drop life

Si svegliava un pò irritato la mattina, per la fame,
trovava subito dove far colazione
lo riconosceva dall' odore.
E' così che si calmava,
poi apriva gli occhi,
e lasciava che il mattino ci entrasse dentro,
chiaro e limpido, assieme al viso di lei.
Non c' era tempo o luogo,
lei era il tempo e tutto quel che c' era,
credeva che sarebbe stato così per sempre.
Il mondo poi si allargò arrivando davanti al lago
quando col sole sulla pelle si lasciava addormentare dal suono delle onde,
c' era tanta gente intorno, e risa di bambino,
e c' era sempre lei, il mondo era sempre bello.
Il tempo arrivò dopo,
aspettando babbo tornare dal lavoro,
babbo era un uomo buono,
tornava sempre con qualcosa,
tipo una macchina perforatrice per fare i coriandoli
riempire i sacchettini, che domani è festa,
o anche solamente una piccola trottola.
Ecco, lui voleva fare proprio l' elettricista come babbo
magari prendere un treno la mattina e andare al lavoro
che il lavoro doveva essere un posto bellissimo
se babbo tornava sempre con qualche meraviglia.
Anche il Don era buono, e i maestri, e i professori poi...
ma lui voleva sempre fare l' elettricista.

E allora chi erano quegli uomini che venivano la notte
con le mani in tasca a portar spavento
Chi era che veniva a farlo nascondere sotto le coperte?
E se trovava un pò' di pace, tra gli alberi, alla madonnina,
chi era che poi veniva a prenderlo?
a ricordargli che la pace non esiste.

Divenne davvero poi un elettricista
e non riusciva a voler male agli uomini
ma il tempo s' è fermato sotto quella madonnina
e non lo diventerà mai.
Apre ancora gli occhi la mattina
e lascia che il mattino ci entri dentro,
chiaro e limpido
anche se vede il mondo un po' meno bello

*

Bisbigli

Ma è bosco silenzioso o ombra quello che s'intravede dove convergono i sentieri
e labbra di carne o profilo di roccia quello che lo sguardo attrae?
Però come sono belle le cose pensate
che tornano, in sogno
e nel sogno il bosco allunga i rami, come mani
apre le labbra e bisbiglia o sospira.

*

Fiori di buio

Vorrei scrivere di questa finestra
aperta su un angolo di cielo
abitato dalla luna
e degli orli degli alberi
disegnati dalla sua luce.
e dei fiori nascosti nel buio
oltre la rete di ristrutturazioni o d'illusioni.
E' questa un'ora in cui nessuno passa
un'ora muta, e quieta
che ci si può dormire e anche sognare
ma io sto qui sveglio a guardare
le nuvole che viaggiano
e ad ascoltare l'aria
che si allunga tra le foglie
e le fa sospirare.
A guardare e ad ascoltare
e ad aspettare il momento
in cui la luce della luna rivelerà i fiori.
E se anche poi non succedesse
lo so che sono lì
come io sono qui.

*

La grotta del sogno

Forse m'ha visto seduto ai bordi della fontana del mio giardino segreto
poche cose nelle tasche dei calzoncini
qualche tappo di gazzosa e gusci di noce pieni di cera
ma con la vela per navigare.
Forse era nascosta in una grotta segreta nell' angolo più buio
deve avermi guardato bene quando stavo fermo fermo
e la tartaruga veniva a toccarmi le dita.
E non so cos'abbia visto per decidere di seguirmi lungo il sentiero
e riempirmi le tasche d'altre meraviglie
anche ora che di sentieri ne ho percorsi tanti e sono vecchio e stanco
come credo lei anche se sembra che lei non invecchi mai.
La chiamo ancora la mia fata
quella che faceva filtrare la luce tra le foglie
quella che quando pioveva mi trovava ripari
e nei ripari trovavo sempre qualche meraviglia
più di quando splendeva il sole.
Ancora è vento che gonfia quella vela
e soffia e fa danzare le foglie
ancora nelle tasche ho le sue meraviglie
ancora sta nella sua grotta del sogno
le dita come bacchette magiche vibranti
immerse nel profumo dolce della sua grotta
che ora vedo dai bordi frastagliati e spigolosi
profumo che ancora arriva forte fino a qui.
Io mi riposo nelle sue meraviglie
così che qui non fa mai troppo freddo
e non si piange mai troppo
questo è il suo dono.

*

Ridenti luoghi

Ci sono paesi che cambiano da un giorno all' altro
prima ridenti, pieni di sole e colore
si specchiano vanitosi nel lago
profumati di fiori
belli come un dipinto di sposa del lago.
Poi si fanno ridenti
si specchiano ancora vanitosi nel lago
profumati di fiori
belli come un dipinto di sposa del lago
pieni di sole e colore e fantasmi.
La sposa riflessa nell'acqua argentata.

 

*

Pensieri post-mezzanotte con bollicine alla menta e sambuco

E infilaglielo un asfodelo ogni tanto cazzo, mentre scrivi,
che fa sempre odiens, e poi piace, l' asfodelo piace,
altro che margheritine di bosco o ciclamini,
quella è roba da sfigati, poveri cristi,
a chi cazzo vuoi che interessi un ciclamino?
Mettici anche un bel lampone, anzi due, proprio sulla punta dei seni
e una spalancata orchidea tra le cosce, da cui bere a gargamella e dissetarsi
o era garganella?
insomma a canna, muovendo un po' la lingua per rinfrescarsela un po'
e aumentare il dissetante piacere.
Qualche parolaccia tra le righe non guasta.

Ma forse è meglio ordinarsi una bella pizza ai peperoni e tutte quelle altre verdurine, come si chiama?
ah ecco, vegetariana, quella che.. e infilaci anche una zucchina.
E poi te la porta quella pony pizzaiola che te la consegna con le mani a giumella,
che è così amorevole.


La menta e il sambuco vanno nella gazzosa, che a me non piace la birra
in bicchiere alto la cannuccia è ammessa
nell' orchidea tassativo No!
i lamponi vanno sulla panna del dolce.

 

Certo non favorirà il sonno, e farà pesanti i sogni,
e nei sogni pesanti seni
e lamponi, e panna..
e la stessa spalancata orchidea in fiamme,
bruciante di calore e passione.
Ma che bruci rapida e veloce, in un attimo fuggente, per sempre.
O almeno fino a quando dura il sempre.

*

Pillola magica

Partire
per una qualsiasi sorgente
o quelle pozze alpine fonde e scure
con in tasca la forza per arrivarci
e la speranza
non importa l'abito verde d'erba o bianco di neve
il sentiero è sconosciuto
e trovarla è accadimento
sarebbe un bere a togliersi la sete.
Partire
per quella pozza fonda e scura
senza più la forza per arrivarci
con in tasca quella pilloletta che te la dona
e magari la mappa del navigatore
toglie l'accadimento
toglie la magia.
sarebbe un bere che non disseta.

*

In-canto

Del freddo fuori ormai non le importa più
affonda dentro il sogno umido e vaporoso
le mani danzanti al ritmo del respiro
e il ritmo cresce e cresce vertiginoso.
Le dita scorrono come su una chitarra
sulle corde basse e ruvide
guardarla accende l'anima d'incanto
lei lo sa e s' accorda sul mio respiro.
Poi lo spartito volge verso il finale
ad occhi chiusi lei ascolta le sue note
scivolando lungo scale armoniche
gode di quell'armonia che sento anch'io.
Il finale poi è sempre travolgente
sparisce per un attimo da questo mondo
poi piano il respiro torna lento
resta però che c'è stato incanto.

*

Cam girl

Parte silenziosamente così
non c'è nemmeno il motorino d' accensione
poi imbocchi una strada familiare
tutti i pensieri nel taschino
e all' autoradio, un sottofondo
Io sono un gigolò
-e intanto penso a lei-
soltanto un gigolò
-e penso sempre ancora a lei-
sotto questa pioggia sottile.

Perchè lei è una cam girl
si muove sinuosa
erotica e maliziosa
nel mondo che ha inventato per te.
E' come piace a te
proprio perchè l' hai scelta te
nella vetrina delle anteprime.
Ha l' età che vuoi
ti mostra quel che vuoi
i vestiti sparsi sopra il letto
accende la tua voglia
anche se non ne ha voglia
ma questo non lo vedi.
Perchè lei è una cam girl
con tutti i suoi problemi
e pure quelli non li vedi
vedi i seni affascinanti
e allo specchio natiche possenti
che muove con maestria
nel palcoscenico allestito
basta che muova un dito
e il desiderio è un lampo
vibrante in centrocampo
il resto è fuoricampo.

Poi vorrai veder di più
sapere i sogni che lei fa
e magari quello che ha nel cuore
lei non risponderà
sola tornerà
e il sistema scriverà


---**CAM CHIUSA**..

*

Bugie

Sarà che credo pure alle bugie
che mi racconto dentro al sogno
quando la vedo velata o senza veli
in pose che ho inventato io
e credo di esser lì anch'io
a godere insieme dei suoi giochi.
E' così che poi nascono i colori
l'azzurro di quel vestitino antico
il rosa tenue dei ciclamini
il giallo del sole per il suo calore.
Sarà che credo pure alle bugie
che mi racconto dentro al sogno
quando poi cadono i colori sui suoi letti bianchi
quando le accarezzo il corpo nudo
senza che mai mi stanchi.
E' il sogno che io so che sogno
ma in quella sostanza vorrei penetrare
entrare nello spiraglio che si apre quando si capovolge il sogno
dove entra l'unicorno rosso o le sue dita.

*

Una donna in riva al lago

C' è una donna in riva al lago
seduta agli scalini
non è amore nè dolore
che l' han portata lì.
E non è gioia nè rimpianto
nemmeno nostalgia o pianto
che la puoi veder soltanto
quando lei sogna di essere lì.
C' è una donna in riva al lago
dietro a un velo di foschia
ha una corda tra le mani
e non ti lascia andar via.
C'è una donna in riva al lago
e non si vedono le mani
che è una corda troppo lunga
che la separa dai suoi sogni.

Così nessuno vede
dov'è che inizia il sogno
e nessuno se ne accorge
che lì davvero non cè.
Forse è in un letto freddo d' ospedale
forse in un letto caldo d' amore
o molto più semplicemente
in un luogo che non c'è.
Così la puoi vedere soltanto
quando sogni di essere lì
e lì davvero non ci sei
e forse nemmeno lei.

Un giorno troverò quel luogo
dove lei si specchia in sogno
e se poi non sarà un lago
che sia futuro o sia passato
basta che lei sia lì.
Lì dove sparge i suoi colori
il giallo il bianco il verde i fiori
e cavalca il suo unicorno
lì dove non muore mai.

 

*

Erranti

Le vedi, le anime fuggiasche
camminano, come me, per vie antiche
guardano le vetrine
si guardano nelle vetrine
e quel che vedono non è quel che guardano.
Li ritrovi poi a passeggiare sulle rive
guardano verso le nuvole là in fondo
e non le vedono
cercando sempre chissà cosa dietro.
Sembrano fiumi
partiti dalle loro stanze lontane trascinando detriti
e mai arrivati alla foce
che se ci arrivassero sognerebbero stanze lontane
e un po' di silenzio.
Le vedi bene
è come non fossero di questo mondo
e il mondo non le vede.

*

Cose vive

Vivono di sguardi le cose
e a volte piangono, a volte ridono
a volte sono solo di sogno.
Ma il prato fiorito dei narcisi così ridente
o la spiaggia sabbiosa di Cattolica
con le sue vongole affioranti al mattino e i granchietti in caccia
quelli restano impressionati in qualche angolo dell'animo, e non se ne dolgono
anzi si fanno eterni
come eterna è la bellezza delle cose andate.
Da quell'angolo l'anima si lancia e sale fino ai prati
o si stende al sole di Cattolica
e riguarda riflesse le cose come vive.

*

Le cose sognate

E' che a settembre la nebbia sale lenta dal lago a una certa ora
nei giorni senza sole e senza lei
sembra sciogliere i profili dele cose
e il pensiero si fa liquido d'acqua
a volte calmo come lei
a volte cascata altissima o fiume impetuoso
bianco e spumeggiante
che si getta in quel pozzo nero che è il lago di notte.
E' l'ora in cui appaiono le cose sognate
le cose pensate, in forme invisibili di pensiero
che si spandono come ricordi sull'acqua scura
liquide ma allo stesso tempo così vere.
Ma da sempre i bimbi giocano alle rive
li puoi vedere anche nelle notti più buie
e stai certo arriveranno, con le loro madri
appena sorge il sole.
Deve solo passare la notte
quando la nuova luce separerà le cime dal cielo
come lama di luce frastagliata
e ricostruirà i profili solidi.

*

Eterno andare

Forse sono i luoghi la prova dell'eterno andare delle anime
i luoghi dove sei stato felice
senza esserci mai stato.
Devi andare solo per quelle strade
per trovare un attimo di quell'eternità
che sia un'ombra o un raggio di sole
un angolo a cui svoltare
dove hai svoltato già.
Forse invece son le persone
che han percorso quelle strade insieme a te
la prova che non avrai altra madre oltre quella sognata.

*

Lampi

Ieri sera era un cielo pieno di lampi
e luci vivide tra nuvole scure
rivelanti le curve dei seni o i fianchi
l'altra ancora la tua mano (o forse era la mia?)
piena di profonde carezze.
Ogni sera ci sei tu
l' ombra che accarezzo (o si accarezza?)
l'ombra che illumino con veloci lampi
l'ombra che vedo nuda e bianca e senza volto.
E' un'offerta d'incanto
non promessa futura ma presenza quotidiana
che incendia l' anima e il corpo
dammi ancora la Tua mano
come fosse un lago calmo che ogni fuoco spegne.
Poi potrò andare ai sogni
per rivederti ancora e ancora
senza nuvole scure.

*

Everywhere

C'è un foro qui
ovunque io vada
se ne scorgono appena i contorni
quando l'aria vibra di inudibili suoni e invisibili onde
forse è da lì che sei passata.
E non so se è un foro nello spazio
e sei così lontana
o nel tempo
e sei così lontana.

*

Una settimana al mare

Non da solo, e non son bastate mille lire
certo che il mare è di una vastità tremenda
così come il cielo sopra di lui
l'orizzonte sembra così irraggiungibile
come se oltre non si possa continuare
senza sprofondare in una vertigine di vuoto.
Tutt'altra cosa il lago.
Stavo con l'acqua alle ginocchia
che al mare puoi camminare metri e metri e l' acqua non sale
guardavo i nipotini al bagno divertirsi sotto il sole
ormai non han bisogno d'essere sorretti ma d'attenzione sì.
Dammi la mano dico, e lei la prende ancora
poi dice "seguimi!" che niente la spaventa se ci sono io
arriveremo fino alla piazza dove c'è giostra e musica
stasera c'è un concorso di giovani cantautori
seduta sull'avambraccio per vedere oltre la folla
reclina la testa sulla mia spalla che la sera si fa scura
la musica ci fa dondolare.
Infila due ditina in bocca, le solite
l'indice e il mignolo alzati ad accarezzarsi le guancie e il naso
non sei un po' grande chiedo
si lo so, dice
ma mi tranquillizza.
Proprio come il lago che la sera sembra che si addormenti
e ci trovi sempre un angolo rifugio
mentre le onde lente dondolano e dondolano
così sta aggrappata a me
mentre dondoliamo sulla musica.

*

Il canto del cigno

Ecco il giglio bianconuvola
che si fa cigno sotto il vento
forse esegue il suo canto
che domani si va.

Con il petto respirante
d’allodola un po’ gigante
che si fa lupa pronta al balzo
se il vento soffia di un po'più.

E poi il soffio che la giravolta
e la sparpaglia capovolta
poi un aereo l’attraversa
e lascia un pizzo bianco lassù.

Resta un sesso frastagliato
bianca vela di nuvola
nello spazio delimitato
dai gialli e dai blu

Poi al solito m’appisolo
ed è così che finisce il sogno
che domani si va.

 

*

Luna settembrina

Strano pensarmi dentro al corpo di lei
a passeggiare in riva al lago
magari in una di queste fresche sere di settembre
che io son di dicembre.
Io sospeso dentro un lago caldo e scuro
mentre la luna canta una canzone antica
quando niente ancora era mio
se non forse il suono delle onde e il canto
e quel canto ha la sua voce.
Così questa luna d’oggi riflessa nelle onde
che vedo ancora con gli occhi di lei
ancora canta la solita canzone
e ancora ha la stessa voce
anche se non ne ricordo il suono.

*

Passando

Forse scrivo per mettere una spunta ai giorni andati
compresi quelli di cui non ho memoria
e che però so pieni di musica e colori
forse invece per sognare quelli futuri
mentre l'oggi passa furibondo
come passa agosto con il suo calore
mentre si entra nell'autunno con il suo colore.
Scrivo di fonti e di cascate
torrenti che scendono veloci al lago
lei alle fonti e nuda sotto le cascate
somiglia a quei torrenti impetuosi
negli occhi ancora il verde delle foglie
che si faranno presto di mille colori.
Non è con gli occhi che già vedo quei colori
come non è con gli occhi che già vedo lei
cadranno poi le foglie, questo è sicuro, e resteranno nudi gli alberi
di lei nessuna sicurezza ma io la vedo già.
E gira, gira lenta e scalza nella nudità
come girano le foglie mentre cadono giù
gira, gira lenta e scalza come nel vuoto di una cornice
ecco, s'inchina, salta, poi non si vede più.

*

Lampo

Se s' addormentasse un giorno, l' amore
all' improvviso, come lampo veloce che passa senza tuono
se la smettesse di rompermi i coglioni la mattina presto appena apre gli occhi
che magari ho russato un po' troppo, o troppo mi sono rigirato.
Se la smettesse di dirmi di non fare quello che non ho neanche detto che vorrei fare
che ormai m' indovina i giorni e li scombina.
Se smettesse poi di fregarmi il bagno la mattina
e di lasciarmi fuori col bicchiere del caffè in mano.
Ecco, se s' addormentasse all'improvviso mi trovereste lì,
nel bagno finalmente mio, con il bicchiere in mano
a chiedermi che cazzo ci faccio adesso
con il caffè,  e ad aspettare il tuono.

*

C’è qualcosa

C'è qualcosa lungo le vie della città vecchia
qualcosa che si avverte mentre le percorro verso il lago
nelle finestre, nei riflessi delle vetrine
e una volta arrivato davanti al lago persino nella luce del sole.
Aspetto sempre che le ombre cambino posizione
col calare della luce, prima di fare ritorno
e sempre c'è qualcosa.
E' qualcosa come una nudità di suono
si avverte nelle prime luci tremolanti nell'acqua
luci dei paesini lontani sulla costa
si avverte anche ad occhi chiusi.
C'è qualcosa che manca.
Silenziosa come me.

 

Oltre le porte del sogno
stavamo a guardare il lago dall'alto
e una scala scendeva verso il ponte giù in fondo
e l'ho presa, solo, ma una volta al ponte milioni di altre scale ripartivano per risalire
le ho percorse tutte
nessuna che riportasse dov'era lei
ogni volta un nuovo luogo, nuovi paesaggi
con sempre qualcosa che manca.
E il luogo originario irraggiungibile nella memoria.

*

Mille pose

Quale mano l'ha dipinta così bella non lo so
le tele son le pareti di questa stanza
stanza dove il bacio di lei non ha mai fine
cornici non ce n'è perchè non ha confine.
Forse quella mano è proprio la mia
o almeno di sicuro è quella che la cancella
e quando le pareti sono vuote è solo andata a farsi bella
a pettinarsi un po', a sistemarsi la vestaglia.
Di sicuro è quella che la ridisegna ancor più bella
seguendo forme e curve
fin quando questa stanza come un corpo senza più abito si fa casa
e io lì ci abito.
Riuscissi a darle anche le movenze
non sono poi così tanto bravo
quelle arrivano poi col sogno.

*

Nuovi sogni già sognati

Nei sogni ti ricopro il corpo
con quell'olio del desiderio, ben profumato
che ti fa lucida e brillante
con passaggi di mano sempre più arditi
nelle più recondite pieghe.
Oppure con dolce miele da mangiare
per poi passarci la bocca e sentirti sospirare
come in un sogno già sognato una vita fa
mentre il corpo assume pose conosciute
e s'apre come un fiore
pose già viste in altre età.
Ma il sogno all'improvviso apre le braccia
nudo e coi seni belli
non più ombra del mio sogno ma come cosa vera
e ha più colori di quanti ne possa immaginare
e nuove pose mai sognate
nuovi sogni da sognare anche in questa vita qua
o forse ho scordato che li ho sognati già.

*

Questa non è magia

Si inizia schiarendo un poco, dal basso
come luce di sole nascente all'alba
luce che sale a rischiarare il cielo.
Poi si estraggono i dettagli, con un pò di contrasto
si cancellano i rumori d' immagine
che disturbano i contorni frastagliati dell' intuita forma
anche un po' di colore, sulle labbra, non guasta.
Quello che appare, strappato al buio, non è magia
è meraviglia
la bella e non più intuita forma
quella vera.

*

Si sta

Si sta, come albero tra gli alberi davanti al bosco
ascoltando rumori e bisbigli del vento
il corpo come rinfrescato dal buio tra gli alberi.
Si sta come sasso levigato davanti al fiume
sentendo il cammino dell' acqua
il corpo percorso dalla corrente.
Si sta sul cammino alpino, come roccia aguzza
percorso dal vento e scaldato dal sole
il corpo pieno di terra tra le rughe
dove nascono stelle alpine e ciclamini.
Si sta, come un dolore davanti alla donna immaginata
sentendone il profumo e il calore
del corpo nudo percorso di erotica curiosità
e svelati velamenti.
Si sta, su questa poltroncina,
come albero tra gli alberi
come sasso levigato
come roccia aguzza
come un dolore.
Si sta, coi limiti del corpo di fronte alle più alte irraggiungibili vette
come si sta senza limiti nelle fantasie
e sempre come uno sguardo di sguincio che ci osserva e non giudica.

*

Nel sangue accesa

Ai miei occhi appare sempre molto bella
vive della vita più sincera e per questo impudica
spalanca le ali e mostra il corpo, come la farfalla
e come la farfalla vola ai prati nella calura estiva.
Poi si riposa un poco quando la calura cresce
nelle stanze in penombra dove è la padrona
lì sempre apre le ali e vola
le gambe estese come radici verso i prati.
Se la calura aumenta poi si spoglia nuda
con rivoli d'acqua i seni si lascia rinfrescare
e scorre l'acqua, scorre fino alle rughe più scure
ed è così che ai miei occhi appare.
Lucida e brillante in controluce
il viso un poco in ombra ma
il resto mi brucia acceso nelle vene.

*

Forse è gia tutto scritto.

Forse è già tutto scritto da qualche parte
dei fiori che si aprono splendenti nell'acqua
mentre l' acqua riflette il cielo.
Non gettare sassi nell' acqua, bambino
per non rovinare l'incanto
entraci piano e nuota, tra le nuvole e l'azzurro.
Forse è già tutto scritto da qualche parte
che sarebbe poi cresciuto, il bambino
mentre i fiori continuano ancora ad aprirsi splendenti nell'acqua
e l'acqua continua a riflettere il cielo e anche lei.
Forse è già tutto scritto da qualche parte
devi solo aspettare i riflessi
che nell'acqua corrente diventano un film.
E tu non gettare sassi nell'acqua, vecchio
per non rovinare l'incanto
vedrai passerà il fiore più bello e splendente
dalle ali spalancate e feroci
gocciolante il suo nettare dolce nell'acqua
tu sta pronto con le mani, bambino,
per raccoglierne un poco,
ma accarezzalo piano si rovina l'incanto.

*

Stella

Ieri sera brillava una stella.
E' passata di qua
è passata di qua e si è fatta vedere bene
come speranza esaudita
mentre il qua piano svaniva nel sogno.
E nel sogno stava sopra le mura antiche
al limite del giardino dimenticato.
Guarda le mura antiche
hanno fessure piene di terra
fessure dove nascono fiori e volti
dove infilare mani e piedi per scalarne la cima.
E la cima è lei
appena uscita dal sogno
con in mano il filo di un altro sogno antico
di giochi e di mani accarezzanti.
La stella da raggiungere.

 

*

Creazione precaria

Ma cos'è tutto questo sconfinare
dell'azzurro verso il cielo o verso il lago
come ci fosse uno specchio in mezzo
e qual'è il riflesso non si sa.
Così capita a volte d'esser torre
di quel castello a mezza costa o dentro il lago
capita d'essere una sua segreta stanza
dove in segreto qualcuno piange
perchè il pianto più vero si fa in segreto.
Così capita a volte d'esser fango
e rocce e tronchi
e acqua ripida e violenta
pianto rimpianto di precaria creazione
che nei riflessi non c'è.
Così capita a volte d'esser soffio
soffio del suo respiro che alza le onde al cielo
spezza gli alberi forti e sradica i teneri.
Non è in ginocchio che non è preghiera
non è seduto che non è dolore
forse solo non è.
Quello che è è il mancato incanto
la mancata bellezza nelle anime create
riflesso di qualcosa che non c'è.
E noi soggiorniamo in quel riflesso
senza abitarlo mai.

*

Ecco sì domani

Ecco sì domani esco
perchè oggi da qui si vede bene
il silenzio che fa la neve su ai prati dei narcisi
e i suoi capelli neri.
E la neve vista dai suoi capelli è una coperta bianca
e io l'ho sollevata un poco
sopra il suo corpo nudo e chiaro
che tu guardala ora e non crederci ancora.
Ecco sì domani esco
mi porto un po' di colori
un verde per il prato
l'azzurro per il vestito
il rosso per una chitarra nuova.
Per la coperta un blu che sembri un lago
e sotto lei lucida d'acqua e viva d'un vivere che incanta
e sollevarla sarà come un'aurora
come la luce del mattino su una chitarra nuova
data agli occhi in una mattina di Natale.
Ecco sì domani forse sarà Natale.

*

Porta Torre

La porta della torre era un confine
ma ci si poteva passare sotto
giocare sullo sterrato e le foreste tra le mura e la strada
al primo scurire improvviso del cielo casa era il rifugio
oltre la strada la città era straniera, inesplorata.

 

L'altro confine, dall'altra parte, il lago
anche lì quando non si capiva più dove finisse l'acqua per cominciare il cielo
e le rive svanivano con le case nella foschia
e tutto diventava di un grigiazzurro indefinibile
casa era un attimo.

 

Ma perchè poi sono uscito nelle città straniere
da dove quasi non si vede più il mio cerchiomondo
e dove se il cielo segna tempesta casa è lontana.


A volte vorrei tornare
che ogni bimbo ha il suo rifugio
e a volte ci torno
ma non c'è più rifugio
nè gioco di bocce dopo il lampo e il tuono.

*

Indegnità

Ecco, c'è come un senso di indegnità a guardare le cose belle
come se altri dovessero essere lì a vedere
soprattutto quelli che "toccava prima a me".
Epperò bisogna guardarle
che le cose belle piano piano ti guariscono.

 

Bellagio, foto mia.

*

Il giardino che non c’è

Pian piano i luoghi che ti son piaciuti cambiano
e non parlo dei paesaggi, delle cose o delle case,
è qualcosa nell'aria, troppo piena e pesante
come una sensazione di non essere più solo
che non ci sia più un rifugio dove poter star solo.
Un posto come quel giardino dietro al portone
in portone a cui non so mai suonare
ma non per non vedere quel che non c'è più
ma perchè in cortile non c'è lei alle finestre
a sorridere e guardare e da lei non ti puoi più nascondere.
Neanche ai gradoni della torre si può stare in pace
la torre col riquadro di cielo
quei gradoni antichi dove una volta ti potevi rifugiare
e allora si prosegue
verso il lago
tra la gente che non tace
e arrivati sulle rive i fiori gridano che non c'è più pace.

 

*

Anche l’occhio vuole la sua parte. (extended version)

L'occhio segue l'onda e l' onda scivola
scivola e scorre tra anfratti e tondezze
e nuda è l'onda e l'acqua danza
e danza e corre verso la valle.
Lei stesa prona, o supina è uguale
a mezza riva le scorre l'onda
e le tondezze son morbidezze
gli anfratti i lembi del costume
e l'acqua scorre dentro gli anfratti
il sole brucia attraverso il costume
e lascerà i segni del suo calore.
E s'incanta l'occhio a mirar la spuma
aria che l'acqua respira
spuma che penetra dentro gli anfratti.
S'incanta l'occhio a mirar tondezze
di pietra e carne, scolpita e liscia
lei calda e appagata sopra quel letto
bagnata le scintilla il sole sul petto.
E poi gli azzurri e i verdi a dismisura.
E l'occhio è l'onda
l'occhio che scivola e penetra senza paura
lei le tondezze che la pace all'occhio dona.

*

Anche l’occhio vuole la sua parte

L'occhio segue l'onda e l' onda scivola
scivola e corre tra le tondezze di pietra
nuda onda d'acqua danzante
e corre e danza l'onda verso la valle
tra fragori e arcobaleni.
E s'incanta l'occhio a mirar la spuma
aria che l'acqua respira
e gli azzurri e i verdi a dismisura.
E l'occhio è l'onda e l'onda scivola senza paura.

*

Per favore un angolo di pace

E gira il falco contro le nuvole scure
gira e gira e non si dà pace
e non è cibo e non è compagna che cerca
ma solo un angolo di pace.

Ma il cielo è un suono cupo
subito dopo il lampo
l’ingresso del rifugio confuso tra la pioggia e il vento.

*

Sogno birichino

Questa è la storia di un bel sogno
che anche i sogni hanno una storia
un po' sfuggente e birichino
e non proprio da bambino.
Me ne stavo sul divano, lo tenevo proprio in pugno (il sogno)
lei entrava dalla porta, in un caldo mese di giugno
di ritorno da un bel giro, o dalla spesa con la sporta
ma la sporta era caduta, appena oltre la porta
la porta no non si vedeva,
lei è apparsa poco dopo, e leggera si muoveva.
Forse era un po' accaldata, forse non m'aveva visto
ma di questo non son sicuro, chissà forse ero ben visto
perchè si voltava spesso, per veder se c'ero
cadde poi la camicetta, nel sogno sempre più duro
tutti i fiori sparsi a terra del bell' abitino scuro.
Sparì ancora un' altra volta
dietro il muro della doccia
cadde anche tutto il resto, lo lanciava nella stanza
lei bagnata e luccicante proprio no non si vedeva
ogni tanto solo il viso, come a controllar se c'ero.

 

Io cercavo di sbirciare dentro quel torrente in piena
che scorreva lungo i fianchi,
lungo i fianchi e le sue valli
avrei voluto quegli occhiali che sognavo
che passavano la vista oltre i muri
ma quello era un sogno da bambino e questo no.
E così mi son svegliato
il duro sogno ormai sgonfiato
e oltretutto anche un po' bagnato e un po' sudato.

*

Bambino

Scegli le vetrine più brillanti
piene di sbrilluccichi, di gioie e dolciumi
riempiti gli occhi e gioisci,
e ricorda, non guardare nel buio oltre le gioie
potresti riconoscere un viso di vecchio che ti osserva.

*

Il regalo suo più bello

E' il sogno il regalo suo più bello
quando nel sogno ride piena di gioia
e nel sogno a volte è statua bianca di pesante marmo
schiena e seni inarcati nel buio verso la luna,
a volte invece è carne viva, tanto che si vedono le forme.

Dovreste vedere poi come li colora
a piene mani spande arcobaleni sulla pelle
e quanti orli frastagliati e indicibili abissi segue
con le mani accarezzanti la pelle nuda
così le si inturgidiscono i seni e altro che non posso dire
e non perchè clitoride sia una parola brutta
ma solo perchè tutto quel calore
di corpo e anima che arriva al cuore e a inturgidir più giù
e tutti quei profumi che arrivano e le fantastiche movenze
quelle non le so proprio dire.

Però se il sogno è cielo lei è arcobaleno
se è lago è brillio d'onda al sole
se è fantasia è fata turchina con le mutandine rosa
se è bosco è bosco capovolto che spinge le radici come gambe verso il cielo
poi le spalanca come a ricevere il sole
il bosco guarda e mormora e ascolta i suoi sospiri.

Lei questo sa e per questo viene nel mio sogno
seguendo il ritmo del mio respiro
nel sogno ascolto i suoi respiri e i suoi sospiri
e il sogno non finisce mai al mattino.

Ne invento poi di nuovi durante i giorni miei
così belli che poi lei viene uguale nelle notti mie
tanto uguale che è sempre stupore e meraviglia.

Ecco, lei nuda è la stupita gioia mia più pura e meravigliosa.

*

Arcobaleno

Non sai quanto è bello saperti a far l’amore amica mia
mentre oltre la tua finestra piove sopra il lago
e il sole obliquo lentamente muore.

La luce d’oro ancora sospesa nella stanza
stanza piena d'amore e della tua danza.

Danza di fianchi tondi e seni rigogliosi
e il corpo arcuato come un arcobaleno.

Arcobaleno che ora appare sul lago
nel riquadro della mia finestra
mentre il sole obliquo lentamente muore.

*

Anima, fonte inesauribile

Credo che accolga i sogni miei e poi li faccia rifiorire
quell'anima vagabonda e alata
che vaga per sentieri cosmici e sonori,
io più terreno cerco tra i sentieri di questo mondo
la sua bocca bambina e le sue sorgenti del latte.

 

Cerco qualcosa che non c'è in un buio di grotta
spalanco gli occhi al buio
poi accendo torce e luci
e son solo mani dipinte.


Non son di questo mondo le sue mani accarezzanti
ma di un mondo altro
dove mi porta quando le fa rifiorire.

 

Allora forse son gli stessi quei sentieri
c'è solo un punto dove un prisma li separa
un prisma che separa i suoni in gemiti e sospiri
suoni inudibili fuori da quei sentieri
un punto dove si toccano.

 

Forse son solo sogni di un bambino
tutti quei cristalli colorati ancora sul sentiero
prismi che rifrangono stelle e voce
forse son solo io a vedere e a sentire
le mani nude accarezzanti e il riso.

 

Però sono visioni che stupiscono
e lei ne è la gran fonte inesauribile.

*

Strega comanda colore

Strega comanda colore

rosa come lo zucchero

filato con un filo d'amore.

Strega comanda colore

nero come il carbone nero

che carbone non è.

Strega regala caramelle

e marzapani dalle forme belle

presi in prestito dalle sorelle.

Strega comanda colore

ma io non obbedisco mai

che ho una scatola cuore piena di pastelli

e cambio il nero in chissà.

Ma poi tengo tutte due

che il carbone nero può esser nero e dolce

anche se raspa sulla lingua

questo si sa.

Strega comanda colore

e io non obbedisco mai

anzi sapete che le dico

io che son mago alla mia strega dico che ci frega

potremmo andare in boschetto

a far magie coi noccioli e le albicocche

e finisco qua.

Anzi vediamo se poi strega obbedirà.

Giallo!

*

I sognatori sulle rive

Sem chi a ciapà un pù d'aria bona
è l'alibi dei sognatori sulle rive
quasi avessero pudore
dei pensieri che nascono sotto la pelle d'acqua.
Sem chi a ciapà un pù d'aria bona
e intanto fumano
sigarette e desideri accesi
guardando all'ultimo sole.
Sole che resta ancora un po'
sulle fronde degli alberi
sui colmi delle onde
mentre altre cose se le prende l'ombra.
Sì che li riconosci
non sembrano nemmeno lì
confusi nell'oro che avanza
ascoltano profumi
annusano silenzi.
Sem chi a ciapà un pù d'aria bona
pare che dicano
ma lo sai che non è così
è solo che non sembri nemmeno lì anche tu
a ciapà un pù d'aria bona.

 

*

Tornano

Ecco i sogni che ho sognato con la Breva sopra il lago
quando il duemila era il futuro e io ero un mago
giravo tutto il lago per balere, eppure non ho mai imparato a ballare
e mago lo ero solo perchè so suonare.
Ecco che tornano i sogni che ho sognato con la Breva sopra il lago
in questi giorni feroci del duemila
tornano lucidi e ben definiti con il Tivano, il Tivano che gonfia le vele ai windsurf
e son vele bianche azzurre e verdi in tinta con il lago
le più belle trasparenti che attraverso ci vedi l' onda che fa il sogno
l'onda che sale scende seguendo un filo antico e poi risale
e quando risale la bacia il sole.
Ecco i sogni che ho sognato con la Breva sopra il lago
quelli che gonfiano ancora le mie vele
io come un surfista navigo verso il futuro
che forse non sarà il tremila ma finchè il filo tiene.

*

Bella

Bella.
Quando sull' onda delle mie canzoni canta
e non so dove le abbia mai sentite per cantarle così bene.
Bella.
A volte apro una finestra in cielo e dentro c'è un arcobaleno
e non so dove l'abbia visto per avere i suoi colori.

 

Un fazzoletto pieno di sole
un fazzoletto scuro e nero
un fazzoletto con una stella
nascosta dietro come la più bella.
E non è stella che ha sul vestito
ma sotto ha una rete d'illusioni
due fazzoletti sui seni colmi
e un ombelico profondo e chiaro.

 

Bella.
Come quel falco che passò sul mio balcone
anima volante dentro la mia finestrella.
Bella.
Come un disegno, un corpo dietro ad una vela
tolgo la vela e soffia ancor più forte il vento.
Bella.
col corpo lucido di splendenza, splendenza di schizzi e schiuma
non so se l'ho vista alla mia finestra o l'ho vista dentro la sua.

 

Ma non è stella che ha sul vestito
e sotto ha una rete d'illusioni
due fazzoletti sui seni colmi
e l' ombelico profondo e chiaro.

*

Intravisto

Da un intreccio di rami si intravede la piccola rosa
e oltre a far da sfondo un lago blu
tre bellezze e una non dura sospesa nel blu.

Qui dentro il bosco dall'intreccio di rami
c'è una farfalla che sulla rosa si posa
quattro bellezze e due sospese nel blu.

Qui dentro il bosco ci sono ombre e luci danzanti
oltre il lago ha uguali onde scintillanti
la farfalla e la rosa sono due incanti
e non c'è bellezza che resiste di più
di quella che hai intravisto nel blu.

E allora un flash, una scatto, un'idea
poi a casa qualche filtro al photoshop
un po' di colore, rivela dettagli e un po' di zoom
la farfalla e la rosa così scintillano nel blu
immergersi nell'intravisto poi è l'incanto che dura di più.

*

Fammi una domenica negli occhi

Dammi la bocca immaginata sotto alla mascherina nera
con quelle due fossette fermasangue ai lati.
Dammi il sogno sognato dal tempo antico degli alberi
quando danzava l'aria al sole spostando rami, foglie e gonne e fantasia.
Dammi il profumo del caffè della domenica in cucina
io chiudo gli occhi, da questa poltroncina
e dalle palpebre poi ti lascio penetrare
l'abito ce lo metto io così poi te lo toglierò.
Che il desiderio è cosa antica e eterna
già impressa sulla retina come fa il sole del mattino
e il tempo sarà un velo bianco e trasparente e non una mascherina scura
la bocca immaginata una ferita o una lacerazione vera.

*

Poesia arriva sempre misteriosa

Poesia arriva sempre misteriosa
non è questione di luce o buio
a volte è una risposta a una domanda che non fai
a volte una nuvola gravida che non sgrava mai

a volte una tempesta che se ne esci non lo sai.
E' allora che si scrive dell'acqua che scende al lago anche se non c'è
e non sai se è l'onda a seguire il passo o il passo l'onda
ma si va insieme in altri spazi come acqua trasparente.
e è proprio la trasparenza che spaura
i pesci sul fondale, i sassi lucidi, la luce che penetra
l'infantile luce che riempiva spazi immensi
e che ancora torna a illuminarli.
Poesia arriva sempre misteriosa
mentre magari pensi alla lista della spesa
indecente e gioiosa come una sposa
ma l'indecenza vera sarebbe non crearla per poi portarla ai sogni.

*

Io

Quando dico io è sempre un errore
che c'è sempre un bimbo che giocava nelle piazze allagate con me
e il ragazzo ferito, e quello infreddolito nelle tormente di neve
e anche quello felice su qualche spiaggia al sole.
E poi il padre e la madre che guardanoancora alla mia vita
da qualche posticino che non so ma che so di pace
non vogliono cambiarmi o salvarmi da qualcosa che ancora non so
che ormai han fatto tutto quello che si può
eppure mi cambiano e mi salvano ogni giorno, questo lo so.
Certo devono fare una gran fatica a trovarmi a volte
quando sparisco nei pulviscoli che la luce rivela
la luce che filtra tra i rami o le rose e crea gemme lucenti sulle cose
riflessi di brillante luce leggera e preziosa.
Il nipotino se n'è accorto
dice che ogni tanto vado a parlare con gli angeli
e non sa angeli non sono,
ecco anche lui sono io.
E poi c'è lei, sempre avanti sui miei sentieri
io sempre in attesa che appaia come belva dal buio
e come belva da belva vestita ma come piace a me
io sempre in attesa che appaia e che mi salti dentro a un sogno
di una tale bellezza da incantare e intimorire.
E' una belva guerriera ma di feroce ha solo la bellezza
ha una dolcezza di madre che sfama e disseta.
Ecco anche lei sono io
siamo sempre in attesa sul sentiero.

*

Nello specchio del sogno

Appoggia l'abito alla sedia, prima di aprire le porte al sogno
mi regala uno specchio, che riflette il suo
non ha nessun pudore, come gli angeli o una sposa
mi dà il bianco della neve e come neve inizia a volteggiare.
Potrebbe avere gli anni miei, quelli spensierati della giovinezza
perchè in quello specchio il tempo non ha più valore
eppure cresce il desiderio e sembra antico come il mondo
mentre continua le sue acrobazie di femmina archetipa.
Dà una vertigine che non è mai per senso di vuoto
forse è per troppa gioia abusiva
oppure per uno sprofondare nelle pieghe con cui gioca e tamburella con le dita.

Quello che so è che vorrei che non finisse mai il gioco
e che lo specchio fosse un lago e i tondi seni e i fianchi onde in cui bagnarsi
onde d'acqua dolce e chiara che si può anche bere
per togliere arsura e sete e il corpo rinfrescare.
Quello che so è che tutti i giorni vorrei dei sogni belli così
a dispetto di quello che diceva che sogni così non ritornano più.

*

Fin qui e non oltre (rivista)

Forse è una prerogativa dei nati al lago,
quel confine di montagne sempre davanti agli occhi
unico sbocco il cielo o l'immaginario oltre le curve
il mistero dell'infinito troppo lontano per un bimbo o un vecchio.
Tutto è qui davanti,
e il sole luccica sull' acqua,
il vento increspa la superfice
e a volte i lampi la impauriscono.
Se c' è un infinito, per un bimbo è oltre le montagne,
oltre le curve o il cielo,
per lui lo spazio oltre la cornice del non è mai limitato
forse oltre non c'è la paura dei lampi
o il desiderio che torni il sole
l'infinito è sempre oltre le montagne.

Eppure io voglio stare di qua,
se non ci sono paure o desideri voglio stare di qua
voglio andare a pescare sul lago
sperando che non piova
che poi è solo acqua che mi bagna.
Con una radiolina
dalle pile quadrate attaccate dietro con lo scotch
e magari un libro, o perchè no, un topolino, nell' attesa che qualcosa abbocchi.
E se pioverà ci sarà sempre un portone, un tetto
una castellana accogliente per ripararsi
E tutte quelle goccie si aggiungeranno al lago che rimarrà un lago.
E avrà la pelle d'oca e canterà andando al mare.

Sì è' di qua che voglio stare
in questa finitezza infinita
a immaginare cosa c'è oltre il confine dell'inquadratura.

*

Passando la porta della notte e il giorno uguali

L'acqua scende a cascatelle lungo il letto del torrente quasi secco
gioca a fare i mulinelli, accarezza dolce i sassi
il sole a picco brilla sulle ondine
e su di lei stesa come un'Ondina nuda dentro il letto
nei capelli brillan stelle mosse dalle onde di risacca
e tutto il corpo brilla lucido sul fondale.
La schiena un po' inarcata, i seni sporgono dall'acqua
l'acqua che li fa duri e belli
l'inguine nudo immerso in acqua chiara e trasparente
in mano ha un unicorno ma su questo non vi dico niente
ondeggia con le ondine e Ondina si inarca sempre più.
Forse è lì solo per me quando vado alla sorgente
come un'onda di memoria, un ricordo bello
e non ne sa nulla l'altra gente
guardala è meraviglia che agitatamente eccita
come l'acqua che scorre sopra il sesso fa.
Per questo Ondina viene sempre il giorno al mio torrente
sa l'effetto che fa ma non le importa niente
gode sol dell'acqua che le scorre sul sesso
la notte è uguale, cambia solo il letto
e nella mia fantasia viene solo quando vengo io.

*

La trasparenza dell’acqua

A nulla vale tornare al vecchio posto dove hai visto l'airone sostare
e alzarsi in volo lento, seguendo le anse del torrente
per poi sparire dietro la curva immaginifica portandoti con sè.
Eppure ci si torna anche se nulla torna come è stato
fosse solo per vedere la trasparenza dell'acqua,
che questo fanno i torrenti alpini d'acqua limpida e chiara
mostrano il fondale e i sassi tra i quali cercare
un pesce una moneta un segno, che resti mentre l'acqua scorre
seguendo le anse del torrente, fino oltre la curva, e ti porta con sè.
Poi s'espande così come fa l'acqua dentro un lago
forma una macchia chiara in altra acqua scura
così come il pensiero, ormai oltre la curva immaginifica
ma non è lago quello in cui s'espande.

 

*

Guardando il bianconuvola

Quando il cielo indossa una nuvola, leggera
che dietro ci vedi altro cielo
l'immagine che risulta è già poesia.
Puoi anche scrivere di come vola libera
di come il vento le cambia la forma
dell'azzurro che traspare dietro al bianco
ma niente è come stare a guardarle
niente è come il rallegrarsi dell'anima incantata.
Che questo fa il cielo vestito di nuvola
rallegra l'anima che si incanta e non vuole altro
sente quasi una musica
e su quella ne segue il volo.

 

*

Le belle intuite forme

Sono le forme che incantano
le forme che appaiono di cose che sono e non vedi
se non in forma di altre cose.
Così si cerca, tra il buio degli alberi
dove la luce piove
come si sbircia tra le gambe delle donne belle.
Si cerca un sasso, un sesso, un fiore
qualcosa che incanti e sorprenda.
La sorgente bella.

 

foto mia

*

Colora le mie vie

Dammi un verde che non sia speranza
o un rosso che non sia passione
il rosa già lo conosci ma fà che non sia la vita.
Dammi un bianco che non rifletta il nero.
o il giallo del suono di un violino
un blu elettrico in saturazione
o il profumo rosso di valvole accese.
Dimmi delle lacrime viola che ha l' ombra bianca alla finestra.

Infine.

Fa che il grigio di questo fumo che segue i contorni dei desideri arrivi al cielo
lasciando questo profondo e misterioso blu
per poi portarla qui con indosso il rosa che già sa
e che non è la vita.

*

Due ali

Forse non è nata mai, così come la sogno vivere
ma averla sognata così non è proprio come se non fosse nata mai
perchè se no avrei sentito la mancanza di qualcosa che non so
qualcosa di leggero, volatile sui sogni delle genti
e luminoso, tanto da rendere quei sogni mai spenti.
Forse è nata in una vita parallela che non c'è
ma anch'io quando sogno non sono mica in questa
e il sogno scende al mattino come la Breva dal nord
il vento che sostiene i falchi in volo nell' azzurro sopra il lago
e quando il lago brilla, nell'ora in cui il sole vuol farlo brillare
cessa solo un po', la Breva, come stanca di soffiare
ma è solo per un poco, si fa Tivano e soffia impetuoso fino a notte sulle vele bianche.
Così nasce lei ogni mattina
come un vento leggero che sostiene il desiderio
si fa sempre più veloce fino a quando vuole
poi spegne il desiderio ma è solo per un poco
torna sempre, impetuosa, a gonfiar le vele.
E una volta è azzurra, una volta rosa come la famosa vita
vita che invece lei fa di un multicolor arcobalenico
una volta gialla, una verde o nera, ma è sempre lago fondo e scuro dove affondare.
Un lago nell'infinita apertura alare dei miei in sogni in volo sopra al lago.

*

Il cielo antico degli unicorni

Forse ci appoggeremmo le fronti per dirci le cose indicibili
sarà come uno spiraglio
uno di quegli spiragli tra le nuvole o tra gli alberi
o ancora tra le gambe delle donne.
E piano spariranno le nuvole e gli alberi e le cose tutte
e spariremmo nello spiraglio
andando verso quel luogo sconosciuto dove ci stiamo già aspettando
arriveremmo a quel cielo dove correvano gli unicorni
percorrendo vie di buio e mistero
avremo nomi di prima di tutti i nomi.
E chissà se mai ne ricadremo.

*

La parola nominata

Quando basta una parola, all'intesa
è perchè ce ne sono state altre prima
così luminose che ancora appaiono come echi o onde
dietro quella sola nominata.
Eppure devi farci attenzione
e ascoltarle con cura
perchè a volte ne puoi trovare di nuove
come echi diversi tra le onde.

*

Dietro l’unicorno

Sarà anche bello scendere le scale un milione di volte
e darti il braccio, sguardo nello sguardo, Ma vuoi mettere salirle?
Che c'è sempre un sole, una luna, un cielo
un arcobaleno dove salire
fosse pure con un unicorno, di vetro e trasparente
che attraverso ci vedi l'interno del sogno.
Ma più spesso è a piedi, e sentendo tutta la fatica degli scalini
ti lascerei andare avanti, che se cadi ti prendo
il cielo sostituito, da quei muscoli sotto sforzo
e sotto la gonnellina a fiori
sei come seduta, sull' unicorno trasparente
che attraverso ci vedi l'interno del sogno,
la faccia nascosta della luna,
l'altra faccia della gioia.
Perchè forse la gioia è il sogno, e quello non mi manca
quello che manca è il fiato per salire.
Pensavo questo l' ultima volta, quando mi son dovuto fermare
su una panchina a metà strada
e sembrava così gigante, tanto che non sarei riuscito a salire
verrà pure un giorno, pensavo, che se vorrò salire mi ci dovranno portare.
Chissà come sarà allora
se ci sarà ancora la stessa gioia di inseguendo un sogno
quando il sogno non alzerà più il desiderio
se ci sarà ancora la voglia
di baciare quelle labbra
che poi sono il sogno che appare dietro un unicorno trasparente.
Per intanto salgo e salirò
per poterci pensare ancora
sentendo alzarsi il desiderio di te seduta sull'unicorno.

*

La casa dei sogni


C'è un'uscita in fondo alla valle,
e ogni uscita è un'entrata
proprio là, dove l'airone spaventato dal suono prende il volo e la imbocca.
La imboccherò anch'io un giorno
la prenderò come fa il vento scendendo lungo il torrente.
E' un' uscita tra nebbie alzate dal sole,
nasconde posti assolati ancora da scoprire.
l' acqua è già là, attraversa la luce
come una freccia che indica la via, e la prenderò.
Uscirò per entrare.
E sarò in salvo
come l'aria sopra al torrente sfociato nel lago
perchè il posto che più mi piace è d'aria,
non è fatto di cose ma d'aria attorno
piena di suoni e profumi
aria che segna i contorni alle cose che ci sono
e a quelle che non ci sono.
La casa dei sogni.

*

Pioggia sul lago

Quando venne la pioggia sul lago fu un fuggi fuggi
ognuno raccolse le proprie cose e corse verso l'auto
e poi ingorghi, e code, luci tremolanti oltre il parabrezza,
che il cielo sopra il lago quando piove si fa scuro
scuro di nuvole nere e la luce fatica a passare,
il loro tempo scandito dai tergicristalli.

 

Eppure stare qui è tanto bello
l'albero che ti ripara ti conosce
è un amico premuroso
intanto che i sassi si scuriscono goccia a goccia
si formano pozzanghere tra loro
e l'acqua ci rimbalza dentro.
Ma nessuno è qui a guardare
il lago con la pelle d'oca che nessuno vede.

Non vedono neanche la luce che appena spiovuto piove dal cielo
nè le mille goccioline sopra le rosse panchine,
piene d'arcobaleni.

 

*

M’hanno regalato un sogno

M' hanno regalato un sogno stanotte.
Stavo sulle cime dei miei monti
tra i narcisi e i mughetti, lo zafferano alpino e i ciclamini,
ero vento che accarezzava i prati e i fiori,
scendevo dalle cime spalancate nel cielo
puntavo verso i boschi, a fondo valle
passando tra fonti e ciclamini.

Ed erano così belli
e colorati i ciclamini
che il vento, carico di profumi, colori e goccioline d'acqua di fonte
si fermò a baciarli.

Per il desiderio di averne uno poi
all' improvviso misi braccia di bimbo
e lo colsi.
Il più bello e profumato,
proprio al centro del bosco.

 

foto mia

*

Giorni affaticati e oppressi

Eppure cerco ancora gioie e bellezze in questi giorni affaticati e oppressi
lo chiedo alla sorte, se per caso le ha viste, dietro le porte di qualche segreta stanza.
E ne vado in cerca, anche salendo per le mulattiere che vanno ai monti
alle cime a cui chiedo da dove verrà l'aiuto.
Salgo per sentire la stessa fatica e oppressione in petto e dirgli che non mi batterà
vedrà, arriverò alla colma, anche con l' anima trafitta da una spada d'angelo,
certo è servita qualche fermata, che il fiato manca
fermate come stazioni lungo il viaggio
e ogni stazione un pensiero.
Da lassù poi si vede il lago, e le case, i tetti i muri
e sopra forme bianche nell' azzurro
pare proprio una bella cartolina se non sai cosa c'è dietro i muri.

 

*

Sulla foranea

Sto sulla foranea
l'acqua s'infrange sulle mura spinta da un vento da nord
la scavalca inzuppandomi
al largo vele bianche tentano il rientro
poi il cielo si fa oscuro e il vento freddo e contrario
e soffia forte, e non è carezza
e lampi cadono nell'acqua giocando al bersaglio con le vele
e l'acqua è schiuma, e spuma, e io il suo balocco.
A questo punto dovrei svegliarmi, e invece no.
Forse sono davvero lì
dove sono andato tante volte senza mai tornarci davvero
e mamma è su al faro e guarda il lago
guarda le sue vele al vento e muta apre la bocca come a respirare
forse parla al vento, che non vuol dire a vanvera
mamma ha sempre saputo essere molto convincente con parole buone.
Ma il cielo ancora ogni sera si fa oscuro
e io sto sempre lì, sulla foranea.
Una vela è ancora al largo.

*

Voglio sognare i sogni miei

Perchè invecchiando dovrei farmi più maturo?
Io voglio giocare ancora a cercarle i dolori
infilarle le mani sotto il vestito
quei bei vestiti leggeri e estivi che seguono le morbidezze
e ah se ne ha di morbidezze.
Cercare con le dita il punto dove più il dolore trema
la medicina poi era sempre quella, un bacio.

E invece lei viene già senza, seguendo sogni suoi
ma io la voglio sognare ancora col vestitino leggero
e sollevarle la gonna fino alle mutandine
cercare il promontorio che si protende sull'abisso che si apre tra le dita.

Invecchiando, al limite, potrei cambiarle la medicina.

*

Esondazioni

Faccio fatica ad esondare
solo leggeri allagamenti negli occhi
forse è cosa d'uomini di lago, o forse no
che quando il lago cresce si arginano le rive e le porte
con sacchi di sabbia, per limitare i danni.
E poi comunque esce dai tombini ma non ci si arrende
con idrovore e peristaltiche si ricaccia oltre la barriera.
Eppure un tempo correvo felice alla grande piazza allagata
prendevo la rincorsa con la biciclettina e ci entravo a gambe alzate
forse allora c'era qualcosa che non c'è più
o non c'era qualcosa che adesso c'è
oppure non ero lo stesso
magari oggi non sono lo stesso e non è più la stessa cosa.
Quindi anche domani non sarò lo stesso
prenderò la bici e andrò al lago
anche se non sarà la stessa cosa
o forse sì.

*

E poi li chiamano angeli

Raccontalo alle figlie
che oggi sono venuti gli angeli, ad osservare la madre
racconta loro che non sai perchè, ma le hanno fermato il cuore
la madre così necessaria alle loro vite.
Raccontalo al padre di quella madre
che adesso loro sono lì con lui, al capezzale doloroso
per decidere se e quando portarla via.
Almeno si facessero vedere
per poterli ricacciare in cielo, gentilmente e con fermezza
o da dove diavolo son venuti * * * *.
Oppure che leggano queste righe
e che queste righe potessero servire a cambiare il verdetto.

*

Secret garden

Nello spazio limitato da due braccia tese sta un vastissimo giardino
e sapere che sta basta al cuore
non puoi finire mai di esplorarlo
comprende monti e colline e fonti,
sentieri verso il bosco in riva a bianchi torrenti.
Non mancano ripari e rifugi dove fermarsi e scordare le ore del giorno
riposare, nel profumo che fa l'acqua nei pomeriggi estivi, quando scende sull'erba
e riempie l'aria che respiri.
C'è solo un giorno lì, un oggi che contiene tutto il tempo passato
dalla nascita delle colline dalla terra brulla
e tutto il tempo a venire
quando fiorirà di vita, come un'oasi al centro delle braccia.
E in quell'oggi vuoi stare
a vedere tutto quello che c'è stato, c'è e ci sarà da vedere.
Dalle cose perdute, sul ballatoio dei gerani, e ancora qui davanti agli occhi
a quelle ancora da trovare che il giardino nasconde
e già qui davanti agli occhi.

*

Di nebbie e di laghi è fatta

Non si capisce se la nebbia scende o sale
nelle giornate quando al lago manca il sole
nelle mattine umide o nelle sere fredde
quando nella nebbia ci svaniscono le case
ma si resta d'incanto, sulle panchine a guardare
o forse ad aspettare, che cosa non si sa.
Capita sempre più spesso di andar via, pur restando lì sulla panchina
di andare dove splende il sole o dove abita lei
e allora sembra di vederla uscire dalle nebbie, mentre vedi la nebbia svanire
così bella che non sai se è un immaginare o un ricordare
tutti i colori delle rive al sole.
Quante vite ho su quelle rive e quante età tu non ne hai idea
tante quante le volte che l'ho vista lì e credi io lì davvero non l'ho vista mai
sarà stato un altro andato via da una panchina in riva al lago
io l'ho visto ma non ricordo più se ero io o no.
Ma lei è sempre quella
sempre la stessa in ogni vita
sempre con la stessa età
e la regala a me.

*

Un quadro senza cornice

Posso dire di quando la vedo in sogno stesa a riposare
nella sua stanza in penombra,
il piccolo mondo dove va a sognare
il corpo disegnato dalle monetine di sole che fan le persiane
nei pizzi d'ombra tra la luce tutto quello che rimane.
Non si vede se ha una vestaglia a contenerle il petto
è fatta di luci e ombre ma ha sulle labbra un po' di rossetto
forse il sogno inganna, o la luce o l'ombra
o quella macchia di rosso che forse non è rossetto
ma il quadro senza me, senza cornice e senza lei

sembra proprio così perfetto.

*

Ombra

Forse per qualcuno sono un'ombra anch'io
ma non come la pensiamo noi, macchie di scuro nella luce
piuttosto una macchia di luce nell' oscurità
o colorato dei colori che qualcuno mi darà.
Perchè anch'io ho la mia macchia di luce
vestita dei colori che le dò
a volte verdi o gialli come un prato al sole
a volta bianchi come la neve
più spesso rossi, come la passione e l'amore.
Non è solo sogno perchè non viene quando vorrei
ma quando viene viene nuda di colori
e come fantasia solo una piccola macchia scura dove so che non c'è.
La vedo intenta negli atti d'amore anche i più arditi
ma non c' è mai gelosia,
forse perchè la chiamo mia ma non è mai stata mia
oppure perchè l'altra ombra dietro penso sia la mia.

*

Dovrei proprio venire

Dovrei venire adesso
appoggiare la guancia sul tuo sesso
e con la bocca bere un poco del sapore del tuo desiderio
Sì, dovrei proprio venire adesso
prima che chiuda le gambe
questa vita troia e puttana
che oggi si può uscire e pedalare al sole
e domani non si sa.

 

Ma "tu sola sai se è vero o no"
della paura che ho
e della vergogna
di tornare a casa con in tasca troppa felicità.
E a niente vale che l'amore non è mai peccato
se tua madre tutto quello che ti ha mostrato
è la fedeltà.
Quello che non ha mostrato
non ho fatto in tempo a chiederglielo
e ora che ne ho bisogno non mi risponderà.
Ci vorrebbe un sogno bello
che dica che sì, che qualcosa accadrà
fosse solo un bacio
o più che un venire un riposare quieto.
Se poi c'è da venire si verrà.

*

Oggi mi farà da guida

Forse mi porterà al fiume
a bagnarmi nelle pozze, o saliremo ai sassi
e non avrà gli occhi spauriti dell'ultimo dolore
avrà gli occhi belli, e piantati dentro i miei.
Sarà nello specchietto della bici
la Merlo che m'insegue
e mi farà da guida in questo mio vagare
oggi che il sole invita.
Io porto in tasca la sua canzone
perchè son figlio della sua canzone.

 

 

*

Tormentato sogno

Talvolta viene in sogno
coi seni belli e nudi e buoni
e ha l'anima ridente e bella
come la voce tiepida.
E tiepido è il solco dove scorre l' acqua
letto di fiume alpino
nato da splendente fonte.
Nasconde un poco il viso
con lo specchio che ha nelle mani
specchio che è sogno
che fino a qui arriva.
Io curioso aspetto che si volti
a mostrar la schiena nuda e bella e tiepida
e magari che s'inchini
per chissà qual desiderio
ma sempre lì mi sveglio
ponendo fine al tormentato sogno.

*

Meraviglie

E' una pioggia di luce che danza
filtra tra le foglie degli alberi ombrosi
e si muove sinuosa con loro.
E' solo una piccola meraviglia
un gioco di luce negli occhi
ma invita a una sosta
che non sia mai che nessuno non la veda.
Si sta un poco a rimirare poi si prosegue,
con l'anima mai sazia
si prosegue e s'insegue altre gioie
altri scorci che fingano attimi passati di giovinezza.
e poi altre soste ancora,
al bosco degli Avelli
o dove fioriscono le fresche fonti bianche.

*

Un lago in mezzo al lago

Pare quieta, andando tra la gente
l'anima inquieta e sola
ha per tutti un bacio, e più di una parola.
E' come un lago in mezzo al lago
d'acqua più scura e fonda
ed è da lì che canta
tu non la vedi ma vedi l'onda.
Onda di fantasia
solo nel cuore di chi sogna
un improvviso giorno inaspettato
una carezza dolorosa
un disincantato incanto donato.
Perchè l'anima è acqua scura e fonda
e una Venere ci sorgerà.

*

Dream doors

Avanza ancheggiando verso il bancone della Nuit
tutte le altre svaniscono assorbite dalla sua luce
ha un tubino rosso che sembra le sia stato verniciato addosso
che basta immaginarlo di un altro colore per farne carne viva.
Poi siede sul bancone mentre lo spot l'illumina
e non vi dico lo splendore dell'apparizione
afferra per la cravatta il barista e ordina un latte e menta.

Un latte e menta?

Sì, un latte e menta,

perchè lei è in una latteria del centro
seduta a un tavolo che scrive sul suo diario segreto
poi lo ripone dove neanche lei sa
forse nelle tasche dello scrittore che la scriverà.

E forse è vero e forse no e il latte e menta era un gin tonic
preso prima di salire sul bancone per un'altra apparizione
che da lassù il tubino è quasi come non ci fosse
e qualcuno ha già scritto tutte le sue mosse.

Lei dal suo tavolo legge quel che è riposto dove sa
nelle tasche dello scrittore che l'ha scritta già

e che sia latte o gin non importa più
ormai è in volo e nessuno può tirarla giù.

*

Muse stelle

Le più belle muse che puoi ricordare
quelle che ancora brillano qui oggi
che t' incantano e accendono desideri
sono come le più belle stelle in cielo
che brillano alte nel blu e già non esistono più.

Sono salito un giorno per trovarne una
la più brillante e bella
e forse era presto forse troppo tardi
lì non c'era nessuno finchè ci son stato io
e lì ha ripreso a brillare quando son venuto via.

Non puoi chiedere loro di cambiare rotta o colore
non puoi chiedere nulla se non l'han già fatto
e grazie al cielo che vedi è proprio quel brillare che han fatto.

Però le puoi disegnare, descrivere o fotografare
passarle a photoshop e metterci tutti i colori che puoi immaginare
dal rosso acceso al rosa e ai verdi della speranza
e metterle come una tendina sul cielo di questa stanza.

E "dietro una tendina di stelle" è già stato cantato.

 

*

L’avresti detto mai

Ma tu l'avresti detto mai un tempo
che quelle automobiline a pila
di metallo verniciato a colori lucidi e brillanti
che curvavano agli ostacoli e non cadevano dai tavoli
quelle su cui sognavi di salirci
per poter andare dove vuoi
non l'avresti detto che oggi sono qui
e non avresti detto mai che ci puoi anche salire per davvero
anche se tu avevi forse l'unica che si bloccava all'angolo.
Così come oggi non diresti mai
che un giorno inventeranno quelle pile
quelle che corri corri e non si scaricano mai
quelle che desideravi quando l'automobilina non correva più.

 

Lo stesso vale per le ragazze che sognavi
viste nelle riviste di mamma o nei cataloghi
non l' avresti detto mai un tempo

che oggi avrebbero abitato ancora i sogni tuoi.
Così come oggi non diresti mai
che un giorno inventeranno un sogno
che sogni sogni e la notte non finisce mai.
Mentre la vita invece sì.

*

Seminuda

Stava nello spiraglio della porta socchiusa
seminuda
forse intenta alla vestizione, o svestizione
che da quel punto non si intuiva.
La stanza era il suo rifugio e lo porta il confine
tutta la figura era ritta e fiera nello spiraglio di luce
e non guardava ma io lo so che sapeva che ero lì
forse per questo è tornata nell' altra luce invisibile dietro la porta
seminuda
per continuare la vestizione o la svestizione.
E questo restare così, seminuda, durerà per sempre.

 

immagine Hopper

*

Faccia bella

Porto sempre un segreto con me nel mio vagare su questo mondo
come cosa preziosa da custodire
come un ricordo bello o un corpo amato
qualcosa che mi accompagna nel viaggio.
A volte lo estraggo, nelle pause su qualche panchina per fame o sete
lo estraggo e lo tengo nel palmo della mano
lo mostro al lago o all'albero che mi fa l'ombra
come potesse entrare in questo mio mondo vero.
E sempre è muto il lago, l'albero e le cose
e hanno come un lamento che non so dire
sarà per la chiesetta alle spalle
sarà che devo riporlo e tornare piano verso casa
sarà nostalgia di quell' altro mondo
sarà che lo sento come fosse qui
nel palmo vuoto
e ha la faccia bella.

*

Non lo so fare

Ci dev' essere qualcosa di più di quello che so
di quello che si vede guardando il lago avvicinarsi alla velocità del mio motore
qualcosa che l'acqua vuole dire e io non so capire
qualcosa che chiama mentre io non sto a sentire.

Qualcosa che mi corre al fianco
sulla strada alta sopra i campanili a lago
qualcosa che non è in tutto quel brillare che fa il sole
riscaldando i corpi delle bagnanti sulle rive
e nemmeno nell' aria calda che mi scorre intorno come un abbraccio.

Allora forse non è nascosto in tutte quelle meraviglie
anche se il lago sa essere meraviglioso per nasconderlo bene
forse è nell'albero ferito con le radici al sole
nella radice bianca sulla riva seccata al sole
o nella vecchietta sola che va verso la chiesa
qualcosa come un lamento, più giù, in fondo al lago.

Ma questo in fondo è solo un mio pensare
e quel qualcosa sta in tutte e due le cose
bisognerebbe svanirci dentro senza più pensare per capire
e questo ancora io non lo so fare.

*

Tempo mio

Questo è il mio tempo:
sono così tanti i miraggi, e le visioni che il cuore finge
così tanti da ingannare gli occhi.
Donne stese sul profilo dei monti
capezzoli d'albero eretti al cielo e inguine d'acero rosso
sembrano così vere
m'invitano a tornare sulle rive del lago e cercarle
per rivederne le bellezze.

*

Rifugio d’inverno

 

Possono sembrare rifugi i bimbi che eravamo
sperduti o felici nei luoghi dove siamo stati,
le strade percorse, i corpi di donna dove siamo entrati
a nasconderci,
i giorni di sole.
Ma è qui e ora, nelle strade dove siamo quello che conta.
Lo so,
lo so perchè qui e ora gli unici rifugi che appaiono sono su un binario morto
in una garitta dai vetri rotti, d'inverno
e hanno per tetto un cappottino troppo corto.

 

12 aprile 2021

*

Riflessi

Canta, la donna riflessa
apre la bocca ma non esce suono
che ha cose indicibili da dire che nemmeno la specchiante sa
come fossero due
due che si guardano e non si vedono.

 

Hanno altezza uguale così che se non vedi la cornice non sai qual'è la vera
forse non sono nemmeno amiche
ma quella che viene a trovarmi la notte, silenziosa, fa cose indicibili da dire
che nemmeno la specchiante sa.

*

Le solite storie

Perchè chi mai vuole che il protagonista, l'eroe di tutte le storie, muoia?
Lui parte da casa, speranzoso, un giorno, motivato o no
a cercar sè stesso, o a salvar qualcuno
o semplicemente a cambiar minestra, per non saltar dalla finestra.
Incontra mille difficoltà nel cammino
tipo un bosco di spine, pioggia, grandine e vento
o una sirena in mezzo al lago, in una notte buia e tempestosa, che se lo vuol mangiare.
Di solito ha con sè un dono, qualcosa di magico che tiene nel taschino, per vincere tutte le difficoltà
ma l'ultima spina di quel bosco glie l'ha strappato e ha perso il dono
così torna verso quel bosco di spine ma ci trova un guardiano
che abbia un occhio o cento o due belle tette non importa
lui combatte e vince.. chi vuole mai che non vinca?
Alla fine fa anche ritorno a casa
dove trova l'amore e la felicità
o altre difficoltà, che nelle storie ci stanno sempre bene
tipo che compra un gratta e vinci miliardario
e lo butta senza grattarlo, così deve ripartire alla ricerca di dove l'ha buttato
ma c'è una sirena in mezzo al lago
e guardiani sulle rive
e lui ormai è stanco.

*

Il sospiro primaverile dei fiori

Questo è molto meglio del sogno
la luce che scende quotidiana la mattina a illuminare i fiori
il contorno scintillante della ragazza che appare dentro gli occhi miei
segue il contorno dei petali del calice di un fiore.
E non è primula nè margherita
ma di colore rosa come quella cantata vita
non è primula nè margherita
il suo nome è il sospiro della vita.
E cresce proprio come la vita cresce
il calice è il luogo dove nasce
l'aria leggera muove i petali per dargli vita
esce dalla cornice del quadro che vedono solo gli occhi miei
come una via d'uscita da questa realtà.
Ma non è sogno sentirla sospirare
è aria che suona, cono che amplifica i pensieri
pensieri nudi come la sua voce
che sembra dica proprio il nome mio.

A questo punto ormai l'avrete capito

che la ragazza è il sogno e la cornice la vita mia.

*

I luoghi d’infanzia

Ho tre luoghi d’infanzia
uno fino a otto, nove anni
cintato da mura in pietra
pieno di profumi di lago e dei suoi fiori
di legna alla stufa e calore buono.
Lì avevo sempre le mani sporche
di terra o squame di pesce o inchiostro blu del calamaio
tanto che al rientro me le facevano sempre lavare.
Uno dai nove anni fino a quando non so quando finisce l’infanzia
pieno di odori di benzina, pistoni oleati, grasso da catena e solventi.
Lì avevo sempre le mani sporche d’olio
e poi di rosso e blu d’inchiostro da stampa
una volta anche la faccia
quando ho aperto la pompa in pressione del blu tricromia,
le mani, la faccia e il locale
non se ne andava via lavando dalle pieghette della pelle.
E poi c’è questo dove sto
questo della terza infanzia
qui il blu è sparito dalle pieghette della pelle
ma da qui parto quando il cielo è blu
su ciclabili rosse, verso gli altri due e oltre.
Lo so che possono sembrare sempre gli stessi posti
ma ogni volta mostrano nuove meraviglie.

*

Il mio Angelo (rivista)

Un giorno verrà il mio angelo
quello che chiamiamo il custode
e che scorgo a volte, sulle cime dei silenzi
quando sto in ascolto sui muretti di pietra a lago
verrà su un' husqvarna rossa fiammante
proprio quella che desideravo al posto del mio Motobi blu scassato.

Gireremo per le cave d'argilla oltre il bosco
e guaderemo i fiumi
ci infangheremo fino alla pelle nuda.
Avrà una chitarra rossa sulle spalle
proprio come la mia
al posto delle ali
e faremo concerti in tutto il mondo!

Poi, mai stanchi, andremo a donne
lui saprà da chi andare,
e mi porterà anche a trovare amici
e parenti.

Proprio come i miei cari vengono, la notte
a trovare me.
Ci divertiremo un sacco.

*

Fammi vedere

Forse zia con la sua memoria non è poi così lontana
che a volte alzo gli occhiali da lettura sulla testa
inforco quelli per guardare al monitor le sue foto
poi sto un buon quarto d’ora almeno a cercare dove ho messo quelli da lettura.

Quindi vita mia fammi vedere tutto quello che c’è da vedere
prima che sia qualcuno che non so a guardare.
Fammi vedere il monte dove non sono mai stato
il bosco folto delle idee
di bianco innevato o mentre brucia fiammeggiante non importa.
Fammi vedere tutto quello che c’è ancora da vedere
sia pure la cenere rimasta a coprire il fuoco della passione.

*

Così le ho regalato un fiore

Sarà che non esco sul balcone a suonare ma ad ascoltare
e sarà pure bello questo canto di uccellini al mattino
senza altro suono a disturbare
solo più tardi passa il camion della pulizia rombante
lasciando scie umide come di lumaca
passa e se ne va, poi più nessun altro suono di voce
e gli uccellini tornano a cantare.
Non sempre resto ad ascoltare
a volte esco anche a vedere
vedere quello che manca
lungo il perimetro delle mura o per le vie del centro
e i fiori crescono più che mai.
Così ho preso un fiore da regalarle
un fiore di cera luminoso
l'ho sistemato con cura tra gli altri
in uno spazio vuoto
che si vedesse che era il suo.
Così le ho regalato un fiore

sistemato in uno spazio vuoto
e lei nemmeno c'era.

Tornando poi sono passato dalla mia Betty alla vetrina
che m'è sembrato mi chiamasse
per farmi vedere un' altra meraviglia.

 

*

L’antro delle streghe

Era la prova di coraggio
penetrare la foresta incolta
fino all'antro delle streghe
che poi magari escono per portarti via.
E quante volte ci son stato
col fucilino a tappi, che si facessero vedere
e il cuore piccolo che batteva forte.
E quante volte non sono uscite mai
come pure l'uomo nero
che cercavo salendo le scale buie di casa,
al ritorno,
e doveva essere così solo e triste per non farsi vedere mai.

 

Ma quale coraggio ci vuole
a venire qui oggi
che si vede il cielo sopra la foresta inesistente
solo con un telefono, per un selfie
se magari poi dovessero uscire a portarmi via.
Quale coraggio oggi
a venire qui, coi muscoli pesanti dal viaggio
a contare le meraviglie avute
a scartare i dolori
come fossero uova pasquali
e poi romperli, per trovarci dentro una sorpresa.

E quale coraggio venirci senza te
per quel rametto d'ulivo antico e una benedizione
che il bacio e la carezza non si può.

 

Ecco allora quando usciranno le streghe..
quando non ci saranno più sorprese o stupori
nemmeno nei dolori,
spero solo sia d'estate
e che abbiano un vestitino leggero e trasparente
adatto per un bel un selfie divertente.
L'ultima meraviglia,
e poi che mi portino pure via.

 

*

La porta del sogno

E' quell'attimo prima del sonno
-l'attimo che non ricordo mai-
l'attimo dove sparisco e riappaio nel sogno.
Ricordo l' attimo prima
abitato di presenze che mi curano
come mi volessero bene
e poi piccole anteprime inventate
di quello che poi in fondo non so.
A volte ricordo il sogno
-mai fidarsi delle anteprime-
mostrano solo le parti più belle
ma la porta no e nemmeno io che l' attraverso.
Di qua restano le miserie
i vestiti smessi del giorno
le scarpe infangate
le margherite al bosco
le chitarre e i suoni
i visi di cui conosco il nome che svaniscono piano.
Di là non è che non ci sono
ma non ne so il nome
come un bambino a cui nessuno li ha detti
come un bambino che nessuno attende
ma io lo so che di là non sono solo
e che di là mi attendo.

Rare volte capita che qualcuno passi per la stessa porta
nello stesso attimo
come se ci attendessimo di là
nella "vita sognata"
per darci un nome che al risveglio non ricordo
tremanti di gioiosa attesa.
Ma sotto la porta, sotto la porta non sappiamo ancora chi siamo.

*

Un bimbo

Ho un bimbo che non mi lascia in pace mai
mi mostra il lago come l' ha visto lui
le sue scoperte di quando il mondo era da scoprire,
la sua Betty sorridente alla vetrina che specchia lui,
un' altra vetrina tutta luccicante e piena di confetti,
poi si volta, mi guarda e ride
ma non va mai via.
Mi mostra i suoi nascondigli pomeridiani
mi mostra l' odore della carta
la carta dei fumetti, nel deposito all' oratorio
con le strisce di luce che trapassano le assi del portoncino,
dice che il pallone non gli piace
poi mostra un tesoro, trovato in una soffitta.
Non vuole insegnarmi nulla
vuole solo che lo veda, lì dove è nascosto
tra le strisce di luce
e non essere dimenticato.
Non lo sa, ma qualcosa a me me l' ha insegnata

forse non è la grammatica
ma a guardare le cose come le avrebbe viste lui
e che c'è un mondo nascosto ancora tutto da scoprire.

*

Legata a un interrupt

Eseguita senza alcuna istruzione apparente
appare come lampo nella mente
radice antica di chissà quale lei
però ti accorgi subito che è lei.
E' come quando una passante sembra le assomigli
e però ogni passante sembra le assomigli
basta anche solo il profumo della moka in cucina la mattina
e poi la sera a letto quel profumo nuovo che non sai cos'è.
Forse è il profumo della sera che muore e lascia spazio al sogno
io immagino i colori e lei appare nuda e cruda
allora è il profumo della pelle
la pelle che appare come lampo negli spazi tra i sogni miei.
Come se i sogni fossero alberi e lei lo spazio che li separa
lei, una vela bianca che passa, sul lago che si vede tra di loro
io quello che colora il bianco con tutti i colori.
Ma scrivere non è descrivere
così quello che è davvero non lo saprete mai
voi la vedete di verde colorata
ma forse, se va bene saprete della vostra lei.

 

*

Vita

Sono quelle due fossette sui reni che fermano il sangue
fermano tutte le guerre
e sono una gran pace dolorosa.
Due piccole ombre su una pelle mai nata.
Eppure c'è un luogo, dove vado a sognare, dove le accarezzo
e sfioro, coi pollici, cingendola alla vita.

La vita, ecco
Un piccolo luogo dove viviamo insieme
lucidi di stupore
pur non essendo mai nati.

*

Piccolo bosco dimenticato

C'era lungo le mura un piccolo bosco
un piccolo bosco dimenticato dall' asfalto e dai rumori
abitato da indiani e indianine
o pirati e perline
a seconda del sogno del giorno
perchè c'era il sogno un giorno.
Quasi non si vedeva l' ingresso nella siepe
ma in un punto le foglie cedevano, e si aprivano
e dentro gli alberi erano così folti che potevi dimenticare il cielo
potevi farne uno nuovo al giorno
costruire capanne di liane di sambuco
e dentro potevi essere dimenticato
potevi dimenticarti
potevi essere il pirata o l'indiano.
Solo gli alberi ti riconoscevano sempre e ti coprivano, complici
chiamavano a raccolta gli uccelli più esotici
per un canto indimenticabile
solo lo scurire della luce ti chiamava
e una voce che sapeva
e sapeva il tuo nome dimenticato.

 

C'è lungo le mura una panchina sull' asfalto
in bellavista
dove si siedono indiani e indianine
o pirati e perline
a seconda del sogno del giorno
perchè lì c'è il sogno.
L'albero che gli fa l'ombra ti conosce
chiama a raccolta gli uccelli più esotici
e puoi ancora dimenticarti ascoltandoli.


E' ancora lo scurire della luce a chiamare
che non ho orologio
solo lo scurire della luce
i passanti non sanno il mio nome

e ho scordato la voce.

*

Nelle vicinanze

"Che paes del menga" questo.
Neanche un cantiere da andare a vedere
una cascata da ammirare
una stella alpina per la quale scalare
un unicorno per partire
solo un treno che non serve per andare
e l'auto nel parcheggio da pulire
che si sa quanti i piccioni amino volare.
Così credo proprio che a casa dovrò tornare
e mettermi in mutande
anche se in mutande non ricordo cosa ci dovevo fare.
Allora forse me le tolgo
che l'acqua è pronta e quasi sembra un lago
che ci si può bagnare e guardare anche il cielo chiaro
con tutte quelle colorate scie che lascia l'aeroplano
o l'unicorno in volo
in un cielo lontano.

*

Zona rossa

Rossa come la luce
la luce che entra, dalla famosa crepa in ogni dove
luce che non lascia dormire
nemmeno a stuccarla lascia dormire.
Rossa come la mezza noce
tra le gambe della ragazza
Rossa come le ali dell' aeroplano in volo
lucide e brillanti.
Rossa come un fuoco innamorato sotto la pioggia
e hai voglia a piovere, non si spegne mai.
Rossa come la carne
sotto la noce rossa
ma la ragazza ha testa ai ginocchi.
Rossa come la fonte dove non puoi andare
scorre nel suo letto come il sangue
e non ti puoi lavare.
Rossa come l' amore
l'amore che sta morendo
e che non muore mai.
Rossa come la ferita
sulla bambola della bambina
e arrossa l'acqua dove lei la lava.
Rossa come lo sperma delle montagne
sputato al cielo.
Forse a questo punto dovrei dire che il cielo è sempre più blu
ma il cielo è rosso
come una pesante veste
sulle gambe della ragazza
che aspetta l' angelo che la alzerà.
Rossa come questo silenzio
come il suono che non c'è.
Rossa come il sospiro atteso.
Rossa come il respiro.
Rossa come l' assenza
del palloncino appena volato via.
Rossa come la ragazza
che ha tolto la sua veste rossa
per lavarsi all'acqua della fonte rossa
così non muore mai.
Rossa come un motore lontano
di cui non si sente il suono.
Rossa come il suo unicorno
che l'addormenta la sera
e l'accompagna ai sogni.
Rossa come i suoi sogni d' angelo ferito.
Rossa come il bimbo che la ama.

*

La pelle del cielo (volando in un cielo infinito)

C'è vento da nord stamattina
freddo
tiene le nuvole in una metà del cielo
e le frastaglia
come il pizzo di una di quelle sottovesti antiche ricamate
e non c'è una metà più bella dell'altra in cui volare.

Facevo aeroplanini di balsa una volta
li guardavo strapparsi le ali nel cielo azzurro
per una colla sbagliata o una manovra ardita
e precipitare a terra.

Facevo aeroplanini di balsa una volta
e ho capito che ci vuole sempre una buona colla
a due componenti.

E il cielo bianco e azzurro di oggi sarebbe proprio un bel posto per farli volare.

Ma mai perderli di vista dietro le nuvole
non sai più che fare se li perdi di vista
anche se li senti ancora cantare,
che un motore a ventisettemila giri canta
e mai usare l' azzurro o il bianco per le ali
rosso o nero è un buon colore.

Inizia sempre rollando da una pista erbosa il volo.

Gas!
e l'aereo prende subito velocità grazie alla leggerezza della balsa e alla potenza del motore
un leggero tocco alla leva del piano di coda e l' aereo inizia a salire, lentamente,
poi con un brusco movimento del pollice e alzando l' acceleratore si impenna puntando dritto al cielo
l' altra leva, degli alettoni, a destra, per iniziare a volteggiare, avvitandosi nel cielo azzurro.
Sembra che danzi, piroettando, guardarlo è uno spettacolo
le ali come braccia aperte rivestite di lucido brillano nel sole
l' aereo lascia una bianca e profumata scia di fumo e olio di ricino.
Arriva fin quasi a sparire
è solo un puntino nel cielo, prima dello stallo
giocando col piano di coda e il timone sta fermo, in piedi, dritto in mezzo al cielo.
Decidi tu quando portare il motore al minimo
puntare l' aereo a terra e cadere per gravità,
decidi tu quando portare gli alettoni a destra e il timone a sinistra
e iniziare un avvitamento lento,
sgraziato e incontrollato dal quale l' aereo non ne esce più,
neanche riportando i comandi a zero.
Al momento giusto però basta un colpo d' acceleratore e l' aereo esce dalla vite,
ripunta dritto a terra, e avanza anche tempo e spazio per portarlo orizzontale,
in direzione della pista
iniziare la discesa per l' atterraggio...

 

Questo le raccontavo
e questo guardava da dietro le palpebre chiuse, tutte queste evoluzioni
immaginava l' azzurro e il giallo del sole
il rosso delle ali e il bianco delle nuvole
poi la discesa sul prato.

Ne ero sicuro, di quando in quando scorgevo un sorriso
(avreste dovuto vederlo il sorriso di mamma)
così oggi ricomincio...

 

Gas!
E l' aereo riparte rollando sull' erba verde
per un nuovo volo in questo biancazzurro cielo.
Lei guarda da lontano.

*

Isola

Se esci dalla città, prendendo la strada a lago puoi trovare un'isola
l'unica isola del lago
e tu la vedi, fatta d'erba e piante, e poche le case
stai guardarla, senza avere fretta
stai a guardarla, su dalla chiesetta.

Sta a un passo dalla riva
distesa come una donna nell'acqua calma
sì, sembra solo un avambraccio,
e chiude un' insenatura dove il lago è d'olio
ma vai su, fino alla chiesetta
e stai guardarla, senza avere fretta.

Ha gambe d'ombra distese sott' acqua
e belle le mani d'alga accarezzanti
sembra che dorma, immobile e tranquilla
ma tu vai su, fino alla chiesetta
e stai guardarla, senza avere fretta.

Dal Tivano alla Breva stai a guardare

statti ad ascoltare
se vuoi sentirla sospirare.

*

Frastuono

E' come un tuono.
Solo perchè tuono fa rima con frastuono
ma non c'è il lampo e non se ne sente il suono
resta un silenzioso frastuono
e il sole alla finestra è il lampo in cui mi trovo.

Passa la gente sotto la finestra
silenziosa come quel frastuono
ognuno dentro ha la sua orchestra
credo, come me, ma non se ne sente il suono.

E più in là oltre il balcone altre finestre uguali
e dietro stanno tutti coi loro cannocchiali
dal mio vedo delle mura antiche
mura che son sempre state le mie vecchie amiche.

Mi sforzo di ricordare la fiera cittadina
cavalli, mucche e polli e la sua chioma corvina
la chioma che mi teneva la manina
ma non le vedo in tutto questo gran fantasticare
che è tutto quello che è rimasto, senza poterci andare.

Son mura di domani quelle che vedo
di quando ci si potrà andare, o almeno credo.
Allora sì che di un'orchestra si sentirà il suono
allora sì che il sole sarà un lampo buono.

 

Immagine Morning sun Edward Hopper

*

Sogno n°ho perso il conto

Ho sognato una chiesa stanotte
non era la mia chiesa di città di lago
ma ricordo che ci ero andato di proposito a cercarla
a costo di essere visto
era una di quelle belle chiese
con la facciata rivolta al sole
e belle panchine su un lato del sagrato
lì sono restato un pò.

Al centro una giostra
quelle coi cavalli, e i cocchi e gli elefanti
e girava
lei era la bambina sul cavallo
col vestitino azzurro e lo zucchero filato.
Alle spalle le panchine erano vuote, io non c'ero
forse ero la giostra, o il cavallo o l'aria attorno alla giostra
e lei mi rideva respirando forte.

 

 

*

Desideri

C'era volta una donna bellissima alla colma
tra il verde dell'erba raccoglieva bianchi fiori in pendio
vestita dello stesso colore del cielo
il viso dissolto nel sole.

Qui, oggi, il suo ragazzo è uscito sul balcone a fumarsi una sigaretta
-che coi nipotini in casa non si può-
e a scarteggiare un plettro sfregandolo sul mi basso,
per fare le note un po'più ruvide
intanto guarda al cielo e unisce con lo sguardo i puntini luminosi delle stelle
ne esce una donna china sui fiori, alla colma
vestita dello stesso antico colore
il viso dissolto nel blu profondo della notte.

Non ha ancora smesso di fumare
nemmeno ora che il fiato manca come la vista che traccia raggi attorno alle stelle e sdoppia la luna
ma continua a disegnare, ancor più attento ai particolari
con tutti i suoi desideri in tasca assieme allo stesso plettro.

Sogna di disegnarle un vestitino nuovo, di un colore mai visto
e un viso in pieno sole al davanzale.

*

come sposa allo specchio (rettifica)

Sbagliavo
è proprio il suo svelarsi l'arcaico mistero che non so dire.
E la sua nudità è lo specchio dove mi guardo
al tempo stesso breccia aperta verso il suo rifugio
dove non ha paura.
E' abbracciare la vita sognata
è sentire il profumo del corpo del sogno
ma il sogno è il suo
ha vulva come un frutto di mare saporoso
e altrettanti ai seni, come mandala.
Ecco, ostriche, da succhiare
ma quelle di un sogno
magari quelle sulla via del mercato a Nizza
nei ristorantini di Cours Saleya
mentre all' angolo della via il trombettista suona la vie en rose.
Il cielo nascosto oltre la luce dei lampioni
e oltre le case il mare, e le stelle
la sabbia e le conchiglie nei lunghicapelli.
In cielo fuochi d'artificio.

 

https://www.youtube.com/watch?v=8IJzYAda1wA

*

Inimmaginabile

Accadrà qualcosa d'inimmaginabile domani
anche se da queste stanze arancioni si può immaginare di tutto
come il sole, ad esempio,
il sole, che si spande leggero sui fili d'erba umidi
e brilla
tanto leggero che pare s'involi.
E cascate, e corpi di bagnanti inumiditi
e fiori minuscoli e cose mai viste.
Da queste stanze si può passare le dita sugli orli frastagliati della vita
affondare e riemergere colmi del suo sapore immaginato
come fosse una donna che assaggia il suo sapore
inumidita dalla schiuma della cascata
e che s'invola brillante nel sole leggero.
Ma accadrà qualcosa domani
qualcosa d'inimmaginabile
resterò come un bimbo che guarda per la prima volta il mare
e lo trova molto più vasto di quello immaginato.
Qualcosa in cui affondare e riemergere
qualcosa dal sapore salato molto più intenso di quello immaginato.

 

Ma tutto questo è immaginato
forse non si potrà più riemergere
chiusi in un forziere affondato
come cosa preziosa.

*

Amore da mangiare

Mi riposo nelle immagini di lei che passano
nel cielo biancazzurro marzolino
scorrono come linfa
in seni gonfi e azzurre venature..
Bocca ai capezzoli
come ne uscisse amore
amore da mangiare e bere.
Si anima, non più statica, al variare delle nuvole
serpeggia tra la luce e si fa audace
mentre passa sulla labbra con la lingua una carezza.
Precipita in gocce rosse
come petali di rosa a forare la neve
poi rispunta bucaneve
così solo per dire
per dire che presto farà primavera.
Si ricompone intera
una per corolla, intera
con l'intimo dello stesso colore.
Illuminata dal sole il cielo la rivuole
si trasforma in luce e vola.
Poi capita sempre che piove.

*

Abitudine

E' un'abitudine il cammino, un vizio
sentire la ghiaia sotto i piedi, o le foglie
lasciare orme e tracce e segni
un tacco perso da una scarpa troppo cittadina
-che non era previsto salire così in alto-
e poi trovarli al ritorno.
E poi è un'abitudine chiedere alle Madonne delle chiesette alpine, o alle edicolanti lungo il cammino
se lassù c'è un luogo dove si stia bene,in pace
un luogo dove lei non sia tormento.
Non rispondono mai ma poi il sentiero si traccia di gigli giganteschi
e varchi tra le piante che mostrano prati fioriti sotto un cielo bianco di luce
non è lì il luogo, lì puoi fermarti un poco a riposare
e lei non ti lascia mai.
E' un'abitudine il suo non lasciarmi mai,
il suo accostarmi il cammino sempre.
E sempre è una parola tormentosa
come un'abitudine al cammino verso un luogo che non c'è
come se io fossi il suo luogo e lei il mio
ma lei non c'è.
E' qui come quei gigli ma già sfiorita altrove.

*

Al Pisserottino

E' una fontanella di fonte, dove l'acqua esce filo a filo
da questo il nome Pisserottino.
Il bimbo si ferma sempre lì col suo babbo, per riempire le borracce,
una tappa verso il prato dei picnic, dove sbocciano i narcisi.
Lo sa che ci vuole tempo e intento insegue una farfalla
o un raggio di sole, e cerca legnetti per l'arco e le frecce.
Arriva fino all'orlo dello strapiombo, dove si vede il lago che riflette il sole
si sente forte e coraggioso a guardarlo da lì, come un indiano
e si crede solo.
Non sa ancora che babbo sarà una pianta verde e lucente
con foglie avranno suono d' armonica
ma intanto lui lo tiene d'occhio, lo guarda e non lo perde di vista
che non faccia un passo in più.
O forse tiene d'occhio me mentre guardo il lago che riflette il sole e ascolto un'armonica
lì dove non sono, nella gioia di bimbo
lì dove sarò albero con foglie che avranno suono di chitarra.

Faremo un bel concerto.

*

On the road again

La strada oggi era piena di gigli e viole
non mancavano le primule
alcune sbucavano dalle crepe sotto le roccie, al riparo
altre, le più ardite, si godevano il sole in mazzo ai prati.
E saliva, la strada, a fianco a un ruscello
era tutta un canto d'acqua che scendeva saltellando giocosa,
non si sentiva altro
nemmeno quest'acufene che qui e ora bisbiglia nell'orecchio.
I pensieri del colore dei gigli.
Questa volta non era senza meta il cammino
volevo salire alla fonte di tutta quell' acqua
oltre il pianore delle pozze dove si specchiano, vanitose, le montagne.
L'edicolante lungo il cammino ha detto che era un giorno buono
così, una volta al pianoro e oltrepassato l'ultimo ponte
dove il sentiero nel bosco ho detto -saliamo ancora-
anche se gli alberi sono ancora spogli saliamo tra le montagne
si vedrà ancora di più il cielo negli spazi tra i rami.
Ero solo e siamo saliti.
Come fai a sentire la fatica tra tutti quei gigli bianchi e ridenti
le primule gialle e in boccio e le viole
l'azzurro del cielo negli occhi.
Sono arrivato così, d'improvviso dopo una svolta, alla fonte
era lì, mancava solo una piccola rampa di roccia e muschi
mi son tolto la sete e intanto l' acqua scedeva verso il torrente
e altri rigagnoli scendevano a destra, e altri a sinistra
alcuni piccoli piccoli
altri col petto già gonfio
e tutti facevano un unico ruscello
che scendeva scivolando sulle ginocchia lisce delle rocce
come un bimbo sulle ginocchia del nonno
e cantava e rideva andando a valle
non mancava qualche giravolta nelle pozze dove si fermava un poco.
Così sono tornato al paese più sotto
scivolando e cantando e ridendo
con l'anima a colori
fino al posteggio.

Nulla ostruiva la bocca o il letto del torrente,
e allora perchè qui non arriva acqua da giorni
e quest' acufene dimenticato per un poco si sente ancora forte?

 

*

Sete

Dovrei salire alla fonte
e salire vuol dire fatica e sudore
dovrei salire perchè son giorni che l'acqua manca
e non arriva più qui.
L'ultima volta sono arrivato alle pozze
mancava così poco per la fonte
bastava salire un poco tra le ginocchia di roccia
ma lì mi sono sentito vecchio
forse era tardi, forse ero troppo sudato
forse mancava il respiro
e così sono tornato.
Ma qui non arriva acqua da giorni
e dovrei proprio salire alla fonte.
Di sicuro qualcosa ostruisce la bocca
un sasso, caduto dai monti
o foglie, perse dall' albero che ricordo di un verde splendente al sole.
Qui oggi il sole ha un velo grigio di nebbia
crea ombre sfumate al suolo, come sfocate
confuse con l'aria dentro la quale non si vedono i profili di roccia all'orizzonte.
Dovrei salire alla fonte, che tanta è la sete
arriverà un giorno di sole e apparirà la strada, chiara
supererò le pozze, gli specchi d'acqua che riflettono la fonte
e ci arriverò senza misura di distanza.
Allora saprò cosa mi ha portato lì
qualcosa che ora credo sete
e non so se potrò tornare.

 

*

Il mondo è degli assenti

Forse davvero questo mondo non è nostro
così pieno delle anime degli assenti
inudibili e invisibili, ma molti più di noi.
Ognuno ne ha da uno a cento a fianco
anche milioni
se conti i pezzi di prato che son piaciuti
e le cime dei monti
e altre mille e mille ancora perse nel vento
e l'io di eri e di domani perso nel tempo.
E sono in pace, in un luogo di gioia, sollevati,
o semplicemente non sono,
non sono qui, a girare per centri commerciali e spiaggie
o a far lo struscio in centro
dove andiamo noi per non vederli.
E non vediamo neanche l’altra gente.
Qui ci siamo solo noi, e non ci diamo pace.
Solo a volte al bosco un respiro muove le foglie
o la sera, spente le televisioni la luce dei lampioni illude una presenza.
C’è chi si addormenta il cuore
con qualche goccia di antidolore
o qualche polverina magica che costa più del dolore.

 

Ma poi quale dolore
se e così bello riuscire a risentire le loro inudibili voci.

*

La scuola in riva al bosco (V2)


Le mura erano di vetro ricordi?
Appena fuori dalle mura, dove inizia la strada che sale a Brunate.
Le mura erano di vetro
e fuori tutte le tonalità del verde
e canti di grilli e di uccellini.
Lì non si sentiva la mancanza delle aule normali
grigie, immerse nei rumori della città.
Da quei banchi si poteva volare,
ricordi?
E noi eravamo sempre oltre,
a rotolarci nell' erba
e salire per i sentieri che entravano al bosco.

E' li che ti vedo ancora chinarti a raccogliere una ghianda per le operazioni di matematica,
o una foglia di platano, per un collage,
o ancora le margheritine da infilare in un bicchiere con un poco di inchiostro blu
per studiare il sistema linfatico.

Non ci incontreremo più io e me
Anche se saremo sempre insieme.

Ma è stato speciale.
Era davvero in riva al bosco,
e delle pareti di vetro si vedeva la spiaggia verde di fili d'erba
le margherite erano le conchiglie
la spiaggia finiva proprio su una fila d' alberi.
I banchetti erano di quelli verdi, col foro per il calamaio.
Proprio come quelli della scuola in centro
dove è difficile starci dentro bravo e fermo.
Qui invece si poteva uscire sul prato,
ascoltare gli uccellini e cantare le filastrocche
o mettere le ghiande in fila per far di conto.

Era davvero speciale
piena di bambini speciali
che proprio non riuscivano a star fermi nel banchetto.

 

foto mia. (per la serie "lascia i ricordi dove stanno che è meglio")

*

L’altra metà del cuore

Pensavo questo stamattina
sono stato a Como fino agli otto anni,e qui altri sessanta,
eppure Como è la città che amo di più.
E pensavo che lì mamma non mi dava caramelle
tirava fuori un soldino
cinque o dieci lire, a volte anche cinquanta, quando i tempi erano buoni.
Allora portavo il mio piccolo cuore lungo la via di casa
e poi a destra, e sempre dritto fino a passare sotto la torre
fino ai baracchini lungo le mura.
Un soldino tondo tondo, intero, per un piccolo cuore intero.

Non ne so l' insegnamento ma c'è qualcosa nel cuore dell' uomo
qualcosa che lo divide in due parti, come quei ciondoli per innamorati
e così, col tempo, te ne trovi metà
quella che crede di trovare l' altra,
oppure in qualunque cosa ma crede e si fida e crede che quello che crede non finirà mai e ci si attacca come a un credo.
Molti credono che l'amore stia nell'altra metà
ma l'amore, come si dice è tutto.
Non e' lo specchio di una metà.
A volte non combacia proprio.
Per questo forse porto ancora il mio cuore intero a spasso per il mondo da quello che mi piace, solo.
Con un altro cuore intero a fianco, separato da un soldino
ma sempre con me.
Anche se mi lascia entrare solo nelle mie foreste inesplorate, o scalare le mura, mi osserva, so che è lì, e l' osservo.

*

Dal blu profondo delle cime

A volte sogno di guardare il cielo
dal blu profondo delle cime riflesse nel lago
sdraiato sopra un cielo capovolto tra radici e muschi
il cielo oltre lo specchio d' acqua pare quasi un dipinto
tanto che allungando la mano sembra proprio che si possa toccare.
Poi con un dito mescolo l' azzurro con il bianco delle nuvole
il verde delle montagne con il giallo del sole
faccio mulinelli e vortici che per un po' continuano a girare
quasi come un quadro di Van Gogh che però poi torna normale
mostrando il cielo conosciuto e sempre uguale.
Nel sogno non ho mai bisogno di respirare
come se tutta l' aria fosse lì con me e non mi mancasse mai
ma è come se sapessi anche che non è vero
e che non posso stare in quell' eterna apnea senza un attimo per respirare.
Poi di solito mi sveglio apro le tende e guardo il cielo
con un dito mescolo l' azzurro e il bianco delle nuvole
il verde delle montagne e il giallo del sole
faccio mulinelli e vortici che per un po' continuano a girare
esco nell' aria fresca del balcone
l' aria che non è vero che non mi manca mai.

*

Valzer d’inverno

Io non so ballare
non son servite tutte quelle primavere
tutte le estati al lago
le serate nelle balere
sempre dall’altro lato della pista.
Eppure batto i piedi e tengo il tempo
seguendo il ritmo, di una canzone dopo l’altra
della scaletta che è stata decisa già.
Nemmeno ora che l’inverno punge
imbianca le cime alle mie montagne
e lei vorrebbe le mie mani sui suoi fianchi
per farla volteggiare
portarla via da queste mura dove si sta chiusi
proprio non riesco ad imparare.
Perchè non so ballare
e ormai ho le mani ruvide per accarezzare
e questa incertezza antica al volo
difficile da spiegare.
Ma lei lo sa e resta
coi suoi silenzi resta e mi fa compagnia
e passerà l’inverno
e poi se proprio vuole mi lascerò insegnare.

*

Come sposa allo specchio

Non è quello che vedi
il corpo e i seni
sì belli e fiorenti
chiusi nella cornice cromata
nè la figura, di schiena che si guarda e mi guarda.
E' quello che non vedi
quello che appanna il vetro,
e io sono lì, respiro l' aria che espira
finchè l' aria tra i corpi svanisce.
Questo ne fa una sposa.
Non è il suo svelarsi
è un arcaico mistero che non so dire.
Un mistero che appare un istante troppo breve
prima che l'aria tra i corpi riappaia
proprio mentre si muore insieme un attimo.

 

immagine Francine Van Hove

*

L’indicibile lei

Lei è come qualcosa che sta lì per me
e splende
e così forte è la voglia di toccarla
che riporta alla mente antichi detti
"guardare e non toccare".

 

___________________(anche se mamma aggiungeva sempre qualcosa)

 

E' qualcosa che passa tra i rami spogli e le poche foglie
insieme alla luce
qualcosa che disegna ricami a terra, nel sottobosco
e se allunghi la mano l' ombra nasconde i ricami.
Non è solo il nome dicibile della Luce
ma credo sia femmina,
come poche,
forse nessuna.
Viene dall'io più profondo.

*

Tourbillon

Passeggiavo per la mia città
quella dove vado a cercarmi ancora
nei pochi angoli rimasti come allora.
Il cielo mi appariva a strisce
sopra le strette vie del centro antico
come lame d' azzurro
dietro alle quinte di un vecchio palcoscenico.

 

Passeggiavo per la mia città
vedevo gli angoli svanire uno ad uno
finchè non ci fu più riparo.
E giravano in tondo le cose, come una danza
le cose che se ne vanno,
cose che poi tornano sì ma con volti nuovi
così nuovi che non li riconosci più.
E sapessi come crescono veloci
le cose che nascono
che solo qualche anno fa pesavano la metà.
Eppure sono solo agli orli
di questa vita che per loro gira lenta
senza le vertigini che ho io nel guardarle o nel farle girare.
Così ho comprato all' edicola una principessa
per un poco di felicità non mia
o forse sì, che la felicità è farla felice
e son fuggito via.

 

Dammi le mani senza toccarle, le ho detto
e passa su di me, come fossi un ponte
su questo vortice che gira
e non aver paura
se perdi l'equilibrio le puoi afferrare.
Oppure stringimi i pollici
e io tutta la tua mano
e gireremo insieme
tu con i piedi agli orli
io al centro, con le solite vertigini.

 

Appena passano tornerò
a passeggiare per la mia città
quella dove andrò a cercarmi ancora
nei pochi angoli rimasti come allora.

 

Però è strano, crescono veloci e girano piano,
lontanissime sugli orli,
mentre io decresco e giro veloce,
al centro,
non è una ruota o un'elica.
Eppure, a tratti e in linea retta sembrano proprio qui davanti.

*

Rifugio

Sai dell'isola in mezzo al lago?
Appare quando il buio avanza dalle rive
e le case e le cose svaniscono
piano piano,
resta solo lei, collinosa, lussureggiante, in piena luce e baciata dal sole.
Gli uccelli giocano, tra gli alberi,

e i pesci nelle insenature delle coste,
felici.
È tana e non rifugio,
è la tana della gioia.
Rifugio è guardarla
dal buio delle rive.
Rifugio è sognarsi uccello tra i suoi alberi,

o pesce nell' insenatura.

*

Le montagne d’inverno

Le montagne d'inverno sono cantrici di gioia
hanno rivoli bianchi, e lucenti tra le insenature e i crepacci
come donne ai bagni di sole
con gocce lucenti tra i seni.
E oggi era un giorno di sole
tra due montagne in ombra riluceva bianca una vetta
un minuscolo triangolino splendente e indorato
riflettente il sole.
Sono salito a mezza costa su una lunga scala,
non molto, ma tutt'intorno un fiorire precoce
nella terra ancora umida di neve.
E' apparsa tra i rami, una madonnina
a dirmi di salire ancora
per guardare da dietro lei
come coi suoi occhi tutta quella bellezza.
Più sotto i prati
e l'acqua dei ruscelli che gioca tra i sassi
risvegliava antichi ricordi.
L' aria però era fredda, come se il termomero mentisse
ma il cuore non si lamentava e sarebbe rimasto ancora.
Sono io che devo stare attento a non sudare.

 

*

Un vento favorevole (raccontino semiserio)

Poteva vedere l’anima lasciare il corpo quando le condizioni erano favorevoli,
a volte la seguiva, quando lei aveva qualcosa che voleva vedesse.
Allora scivolavano sulle onde
brillanti come la gioia
e poi tra gli alberi
e su verso il cielo.
Avrete visto qualche volta in cielo un doppio arcobaleno no?
La seguiva e lasciava solo il corpo
chissà dove in questo mondo,
il corpo e il tempo che ci passava sopra
il tempo e la pioggia
il tempo, la pioggia e i morsi del gelo.
Ne trovava traccia al ritorno,

inspiegabili tracce.

Altre volte la guardava andarsene
per restare a prendersi cura di sè.
Quelle volte, ogni volta
una gran paura di un non ritorno
una gran paura che cessi il vento.

Doveva immaginare una grande rete in fondo al baratro
con maglie abbastanza grandi da lasciar passare tutte le paure
abbastanza piccole da trattenerlo.

E poi saltarci dentro.

*

Questo faccio

Questo faccio di solito: prendo un ricordo
-in verità non è che lo prendo,
si affaccia, involontario e dolce,
come la pubblicità di un intimo sul film di guerra di oggi-
Ne estraggo un fotogramma
zummo e scelgo un dettaglio
seguo i contorni e dentro ci metto un colore nuovo
poi lo sto a guardare
"fino a che mi piace"
come scriviamo sugli spartiti per un finale
o per un assolo a cui poi basta un cenno per la rullata d' uscita.


Ma la rullata d'uscita sembra non arrivare mai
e i colori girano
come in una vertigine d'arcobaleno rotante
e allora chi si ricorda più del film di guerra.

 

Alla fine ne esce un ricordo nuovo
un prossimamente della pubblicita di un intimo,
che interromperà il film di guerra di domani.

*

La mia città ferita

Sarebbe stato pieno di bimbi il parco dei giardini a lago in altri tempi
nonostante il freddo, nonostante la foschia
un cappellino e una sciarpetta e via, a correre per giochi e vialetti
col cappottino beige.
Sarebbe stato pieno di voci, e risa, e pianti
e mamme chiacchieranti con un occhio solo.
Qualcuna m' avrebbe ricordato lei.
-Attento agli inciampi e agli scalini!-

 

Ma oggi non c'è nessuno
la giostra dei cavalli senza voce e con gli occhi chiusi
solo qualche cigno grida, oltre il muretto
in giro pochi altri come me, con gli occhi acquosi
a cercare qualche piccola goccia di splendore rimasta a terra o tra le cose.

 

*

Dove non sono

Appaiono i monti all’orizzonte
le cime invisibili avvolte nelle nebbie
da lassù uno non lo vedrebbe il lago.

 

E c’è un balcone sul lago là in cima
subito dopo la curva dell’antica fonte
dove non c’è nessuno.

 

Nessuno e una panchina
una panchina dove non sono.
eppure da lì qualcuno, o qualcosa, mi vede.


Ha in tasca la mia vita, e i desideri, i sogni e i peccati.

Mi segue come fossi un puntino sul navigatore e sa dove sto andando.
Sa che non sto salendo
che in tutti i miei anni ancora non l’ho visto tutto il lago.
Lo sa che non ci vado, e mi vuole bene,
lo so perchè inserisce sempre nuove destinazioni nel navigatore.
E lascia il balcone sul lago come destinazione finale.

 

*

Non all’amore ma al sesso

1
Unicorno rosso.

Forse i narcisi piangono, di notte, senza carezze
quando solo la luna li vede
la luna che entra da queste finestre storte
e disegna i narcisi sui muri.
Ma c’è una donna che li vede, disegnati sui muri,
una piccola donna che una volta spargeva colori sui prati
seguendo fili di invisibili sogni.
E sulla rugiada dell’ erba i suoi sogni diventavano fiori
poi qualcosa le sfuggì di mano e fu presa tra bianche lenzuola
furono mura e ombre alle finestre e ai muri
ma i fiori non muoiono mai,
rinascono sempre folli di sole e rugiada.
La piccola donna abita il passato,
sul confine tra il visibile e l’invisibile
ma ancora regala fantasie di seta
cavalcando il suo poderoso unicorno rosso.
Scrivere di lei è ciò che resta.
La piccola donna abita il futuro
sul confine tra il visibile e l’invisibile
un immaginato futuro di stanchezze
e di mura e finestre
e non muore mai.
Rinasce nella fantasia indimostrabile
e ancora cavalca l’unicorno rosso nelle sue camere con vista
ma è così muta di indicibili parole
così muta che non ne ricordo la voce e il viso.
Scrivere di lei è ciò che resta.

 

2
E’ di notte, quando tutto dorme che ti trovo,
che ti prendo, immaginata, tra le braccia.
E lì ti possiedo
sostituendo la tua mano penetrante nel sesso già umido
e ti sento, tremante, gioiosa nell’impudico ancheggiare,
ti sento, sollevare il bacino e inghiottirmi il sesso.
Chissà se una volta almeno siamo morti così,
nello stesso fantastico istante
per poi scoprirci lontani ma vivi.
E nuovi.
Pronti per un’ altra prima e unica volta.

 

3
Facile.
Sarebbe stato facile un tempo venirti a trovare
portarti tutta la giovinezza
e i muscoli forti per prenderti ai fianchi
e denti buoni per morderti i capezzoli.
Sarebbe stato facile
col drago nei pantaloni appoggiarmi al tuo corpo ancheggiante
sentirne il calore e il profumo
porti un desiderio tra i glutei
e girarti e poi rigirarti
e di nuovo girarti per appoggiarmi tra i seni giovani e sodi.
Sarebbe stato facile venire così, a ogni giro e rigiro.
Invece sono venuto oggi
e ho portato la stanchezza e la vecchiezza delle rughe
i pochi denti rimasti e il drago è solo un’ etichetta sull’ intimo.
Sono venuto oggi e mi son seduto sulle tue panchine
per cercare la permanenza dei corpi e delle cose.
Sono venuto oggi
a vedere l’ effetto che fa sperare che tu non mi veda.

 

4
Fuochi sul lago.
La ragazza era lì
era la notte dei fuochi,
sulla riva del lago
lei li guardava brillare.
La ragazza era lì
seduta accanto al suo dolore
nel cono d’ ombra del salice amico
che le sussurrava parole.
Tutti quanti eran lì
illuminati dai fuochi
e ogni botto un desiderio stupito
ogni botto una meraviglia.
La ragazza invece in disparte
nelle ombre di luna
tra i rami del salice
nascondenti le mani.
E ogni botto un tremito di foglia
un affondo di dita
un fremito al seno.
Come un salmerino sinuoso
che brilla le sue squame alla luna.
Seguendo rotte e voli sconosciuti
riaffonda poi nell’ acqua dolce di lago.
L’ ultimo colpo la fece tremare
fino al profondo del cuore.
Non se ne accorse nessuno
ma la ragazza sparì per eterni istanti
confusa all’ acqua dolce del lago
in un invisibile abbraccio tra terra e cielo.

 

5
E sale e scende, il bosco
come scosso da un movimento tellurico,
tremante e ondulatorio.
Appare e scompare, ondeggiando
e a ogni onda la fiera appare nel nero tra rami
la fiera con la bocca spalancata
la bocca abituata a inghiottire,
la bocca calda e umida.
La fiera che subito scompare
fino alla prossima onda.

*

Skin

Sentiva tutti i dolori del mondo sulla pelle, e anche più sotto
tanto da farla fiorire e aprirne i pori,come pozzi
e dentro ci pioveva il freddo, senza riempirsi mai.
Solo con altro freddo, in un bicchiere, si addormentava,
e scordava, almeno per quella notte.
In quelle notti era invisibile
solo un lembo di veste in luce
che potessero riprenderla.

*

Salirò ancora

Posteggerò la bici sotto la mia linea obliqua che sale e salirò
trainato da una fune di radici intrecciate e antiche,
fino agli angeli scintillanti sul frontespizio,
fino alla piazza da dove partono i sentieri.
Cercherò i ciclamini, e i narcisi al grande prato, che so essere una vasta distesa
o forse no, e troverò nuovi sentieri, seguendo scale di pietre
e nuovi luoghi, altrettanto immensi.

Se arriverò dove non si può più salire guarderò in alto,
al sole tra tutto il bianco delle nuvole e salirò ancora se mi prenderà per mano.
Sotto si vedrà il lago brillare, e la bici minuscola e argentata in attesa
come una cartolina che profuma di lago, e d'erba e di legna al fuoco nelle case.
Qualcosa nelle sfumature, o nella mano vuota dirà poi quando è l'ora di tornare.

 

*

Caran d’Ache

Stasera voglio una di quelle scatole di latta piena di matite colorate
non quelle da 72, che una volta bisognava tenere da conto,
per i lavori belli, di scuola
quelle che già facevano sfumature bellissime.
Stasera ne voglio una da 120
per fare la pelle ancor più bella
e che magari si sciolgano in un poco d'acqua
per un effetto lucido e bagnato
e magari anche con qualche colore mai visto
tipo un bel trasparente, che si veda il cuore sotto il petto
o il seno sotto la maglietta
che non è un seno senza maglietta
o il sesso sotto le mani.
E anche qualche colore dinamico
che faccia muovere le mani e i corpi,
qualche colore che lasci il foglio vuoto e bianco
col disegno che danza, profumato, per la stanza
fuori dai margini e con tutte le parti che non so disegnare.

*

Non stasera

Stasera non sono il più adatto a sollevare il morale a qualcuno
in questo paese lontano dalla mia città natale fa freddo
sarà anche questa pelle fine che mi ritrovo
e poi sono tutto spettinato e ho la barba lunga
e lei non c'è.

E' strano, della mia città non ricordo il freddo, nè la neve
eppure in otto anni deve aver nevicato
ma è come fosse stata in un' eterna estate.
Sì, ricordo qualche pioggia, sul lago,
e la castellana che ci ha accolto e offerto un tè
e anche qualche dolore,
come quando ho infilato un piede nella bicicletta del Verga.
E poi ricordo il buio arancione sotto i lampioni
e quell'inconfondibile striscia obliqua di luce che sale nel monte invisibile fatto di buio.
Ma è sempre caldo, quel buio, ci vuole sempre una gazzosa, con la stringa di liquirizia
e le stelle erano belle, non erano i pensieri di oggi.

Stasera mi manca quella città
questo paese è troppo lontano
e quella di oggi non è la stessa
oggi ci si va per ritrovare quelle atmosfere e cose
e si trovano ancora
anche se un nipotino che esce sgambettando dal tunnel del trenino di cemento dei giardino a lago,
lo stesso tunnel da dove uscivo io, sgambettando
e poi corre, per i vialetti dove correvo
mi fa sentire tutto il tempo che m'è piovuto addosso.
Ma anche tutto l'amore che ho avuto e che provo.

*

Non di questo mondo

È come se il mondo parlasse una lingua sconosciuta
che però lui capiva benissimo.
Al tempo stesso è come sapesse che non sarebbe riuscito ad impararla mai.


Le parole stavano tutte stese a terra
come stelle sul pavimento della camera
e lui camminava tra gli spazi vuoti
o nelle pozze di luce disegnate dagli spazi tra le persiane.


Tutto questo dentro un’aria colorata di musica
e ombre attorno, sui muri e sui divani.


Amorevoli ombre protettrici.

*

Hands

Sono io queste strade disegnate sulle mani
tendini a vista e vene gonfie.
Stanno sparendo anche i calli sulla punta delle dita
ma con le zeronove non è un gran problema.
E ancora tengo sogni nel palmo.
D'altronde che noia un corpo che non cambia mai.
Come un cielo immutevole senza stelle cadenti.

*

Chi sogna quello che sogno?

Chi è che sogna quello che sogno?

 

Perchè io lo so che sogno
non perchè li ricordo al mattino
Se non quelli della sera, mentre sto scivolando nel sonno e tengo il suo corpo tra le mani
o quelli del mattino, mentre ne sto uscendo e credo di starci ancora dentro.
Lo so perchè guardando un film mi chiedo come sia arrivato fin lì il protagonista e per fortuna con questi streaming si può tornare al punto dove son sparito
ed è una bella mezz'ora, in cui non c'ero.
Lo so perchè perdo le uscite all' autostrada, e penso di tornare alla prossima rotonda, come dice il navigatore.
Ma lui tira dritto ancora.
Allora chi è che sogna quello che sogno?
Perchè io sogno cose terrene
come avere il suo corpo tra le mani, per illudermi che sia mio
o un gratta e vinci fortunato
una botta di culo ogni tanto invece che in culo sempre
Un palco grandioso e suoni caldi, luci, e gente che balla e agita le braccia e il corpo.
Io sogno cose terrene, e qualcuno sogna cose più angeliche.
Così un altro sogno è ricordare quello che sogna chi sogna quello che sogno,

o anche solo suonare sul suo spartito celeste.

 

Ma questo è un altro sogno terreno.

*

Lei è burrasca

E' così, io sto bene da solo, se lei è al fianco.
E il fianco è l' orizzonte
dove vestite di cielo appaiono nuvole nere e gonfie
e lei è la burrasca
e io mi ci lancio, con l' aeroplanino leggero di balsa della fantasia
come fosse un possente unicorno, o una chitarra.
E lei è l'aria sotto le ali, che solleva l'aeroplanino
che turbina tra lampi di luce bianca nel blu profondo del cielo.
Un pò si spaura, l'aeroplanino, sotto il suo poco peso
avanza e sobbalza, accelerando il ritmo e le giravolte, fino ad arrivare al centro.
E' lì che m'acquieto, al centro
perchè io sto bene da solo, se lei è attorno.
Dura sempre un tempo incalcolabile
il riattraversare le sue nere nuvole per tornare a guardarla da lontano, la mia burrasca,
dalla mia poltroncina
e io riparo l'aeroplanino, per il prossimo slancio della fantasia.

*

Nulla

Nulla non è nulla
se fosse nulla non sarebbe Nulla.

 

Questo non ricordo chi l'ha scritto
ma lo sa anche il chip del mio Arduino
e distingue pure tra (nulla & Nulla) e (nulla or Nulla).
Ma prima di dargli un valore , a Nulla la devi dichiarare
che Arduino in realtà non sa nulla
e devi dirgli pure il tipo, se numerico o stringa
o il risultato di due più due cambia da quattro a ventidue
che nulla è scontato, neanche Nulla.
Anzi devi proprio assegnarglielo un valore.
è un pò come il buio tra le cosce della Milf
dove sbirciano i ragazzini, per sentire alzarsi la leggerezza degli anni
e pure i nonni, per sentire tutto il peso degli anni trattenerli a terra,
ma pure tutti gli altri, che forse è l'unica cosa scontata.

Ma questo Arduino non lo sa
se gli chiedi "fammelo vedere", senza aggiungere "il contenuto di Nulla"
non saprebbe cosa fare,
che nulla è scontato.
La Milf invece capirebbe subito.

*

Mille candele

Dovreste vedere quando mi regala gli occhi.
Allora l'aria è piena del profumo di mille candele
la sua pelle prende il calore di mille candele
la stanza piena del bagliore di mille candele.
Dovreste vedere quando mi regala gli occhi.
Allora sono in tutto quel bagliore
e vedo quel che vedono i suoi
visto dai miei.


E siamo uno.

*

Una piccola poesia

C'era una piccola poesia,
che si rannicchiava sul mio petto
cullata dal respiro.

Se ne stava così e dormiva,
e si vedeva che sognava
e non si sapeva cosa sognava
forse il mondo dal quale veniva
che questo ancora non lo conosceva
era così lontana coi suoi sogni senza tempo.
Nelle orecchie aveva il mio cuore
e il respiro era il ritmo del suo sognare
la mano sui capelli il vento che forse sentiva in sogno.

C'era un sogno, e si fa sempre più grande.

 

*

Una piccola cosa.

E'una cosa piccola, l'anima,
e credi che abiti nel tuo corpo.

Invece è fuori, in qualche luogo.
Forse nella mente di una ragazza
che fece oplà un giorno
un oplà e un bacio
un oplà, un bacio, e un salto
e poi una giravolta
e tutti giù per terra.

Ora la ragazza è al bosco,
o forse è solo la mia anima,
cerca radure e fresco,
cerca di un' angolo d'azzurro tra i rami
da cui aprire le ali al volo,
e salire al prato dei narcisi e ai ciclamini.

A volte sta dietro ai vetri dei miei occhi e osserva il mondo
osserva gli alberi curvarsi al vento
e il cielo, e le nuvole baciarsi.
Non so come succeda
ma è dai miei occhi che si guarda apparire in angolo del cielo
volare radente tra gli alberi
scendere al lago
e risalire veloce ai narcisi
ed è dai suoi che volo radente tra gli alberi
e scendo al lago per poi risalire veloce ai prati dei narcisi

E'una piccola cosa, l' anima,
solitaria e sempre un po' bambina
Non le importa del tempo o degli anni
come quegli alberi che si baciano
lucidi di pioggia
e che non sanno la loro età.

Si nasconde tra le righe di una poesia l' anima
o nelle rughe tra i i seni o del viso
ma se qualcuno crede di vederla lì tra le righe,
tu dì che non è vero e non ti sbaglierai.
perchè sarà già altrove
per un altro giro
un altro oplà e un bacio.

E'una cosa minuscola, l' anima.
E'una piccola scintilla d' infinito vagante.

*

Quello che avrò

Il vissuto è forse quello che più conta
insieme con l' affondarci le radici da questo vivere.
Così vado al bosco perchè qualcuno mi ci portava,
e lo so che non lo trovo
ma ricordo i giorni, felici, la gioia
il caldo sulle gambe nude e l'odore delle eriche
la bimba che ha paura dei ragni
il bimbo con l' archetto e le frecce e l'odore del sottobosco,
la sua spalla liscia.
Quello che cerco è il bimbo sperduto in questa vita stordita.
E poi ci porto i figli, e i nipoti
perchè lì sono stato felice
perchè lì loro torneranno a cercare i bimbi sperduti.

 

Il vissuto e il vivere,
poi uscendo dal bosco affonderò i rami nel vivrò
che sia vero o non vero, come i sogni, anche quello importa
e la sua spalla ruvida.

*

Tettebelle

Tettebelle sta dormendo.
e quando dorme non sa di dormire
così Tettebelle non sa che il suo corpo si espande,
si espande in nuvole bianche e nere
si indora al sole
e non ci sta nei vestitini che invento per lei.

Ma io sto a guardare il cielo da sempre,
con le sue nuvole bianche e nere,
che disegnano schiene e cavalli,
unicorni e sogni,
e un soffio di vento gli dà vita.
Danzano nel cielo seni e inguini incontenibili
dai vestitini della mia fantasia.

Perchè Tettebelle è il sogno
che vive nella vita mia
e oggi vestirà di befana
con l'abitino troppo stretto.
Perchè anche la befana è un sogno eterno,
mica invecchia.

 

"che disgrazia che disdetta
mentre andava la befana
nella casa di un bambino
s'è impigliata la sottana
sopra il bordo del camino.
È scesa tutta nuda nuda
ma il bambino ha un gran sorriso
o befana befanina
non andar via tanto di fretta
e non scordar la mia casina
non scordar la mia calzetta."
(mix di filastrocche popolari)

*

No name

Assegnare sempre un nome a una variabile
che ne ricordi il senso,
tipo
int lightPin = A0; per una fotocellula
e light = (analogRead(lightPin));
per leggerla, la fotocellula, sul pin analogico 0
e mettere il valore della luce in "light".

Sognavo stanotte,
sognavo di svitar bulloni
e togliere la testa
e poi il cilindro
da rettificare e ricromare
sostituire il pistone e le sue fasce a elle.
Insomma sognavo dei fatti miei di gioventù
e pensavo che un pistone grippato in superstrada che blocca di colpo la ruota non è una bella cosa.
Sarà anche che 10 chilometri a piedi spingendo la moto sotto il sole chi se li scorda?.

Si è presentata all'improvviso
all'input di non so che pin una variabile imprevista
mentre ero preso in questi fatti miei
e non so nemmeno come si chiamava
ma tirava forte,da dietro.
Alla cintura.

Si faceva sempre più vicina
ma si sentiva un calore buono alle spalle.
Quando mi voltai, svanì, disciolta in me
o viceversa
o semplicemente non c' era.
o c' ero io ma non solo io.

Manca sempre un nome da assegnare a un pin di input
e uno per la variabile
che ne valorizzi il senso.

*

Let it snow

Stamattina il mondo s'è svegliato
tutto pulito e bianco
stamattina il mondo s'è svegliato
e sembrava un neonato che non sapesse d'esser nato.
S'intuivano appena appena le strade
ombre scure e rettilinee già tracciate sopra la neve
gli alberi piegati come severi osservatori
piegati dal peso di leggera, soffice e vaporosa neve.
Tanto vaporosa da confondersi nell' aria con il cielo
eppure nell' aria c' era come un' aria di attesa
attesa che quel che è già stato appaia.
Attesa che si sciolga, tutta quella neve, sposando la terra
anche se questa provvisoria veste bianca sembra proprio un sogno
sotto è già tutto scritto e disegnato
e anche quello che c'è sotto mi piace ancora tanto.
Anche se poi quel che appare non è più quel giardino segreto che da qui, ora, si riesce a immaginare.

 

Foto mia.

*

Venere dei ricordi

Inclinò la testa a destra, o a sinistra, non ricordo
e fu sguardo dolce, di bambina
di una tenera e matura età.
C'era un profumo di ginestra, o di rosa, non ricordo
come un olio sulla pelle
di una venere senza età.

Oggi è la guerra che dicevo
tra quel che è stato e quel che mai sarà
quando alzerà la testa fiera
e nel buio della bocca una scandalosa lingua mostrerà.
Oggi è la guerra che dicevo
tra una venere morente e quella che rinascerà.

*

Bellezza interiore

Si ha un bel dire sulla bellezza interiore..
Ho cominciato a crederci un pò meno quando il proctologo,
infilandomi la sonda ecorettale ha detto
va che bella prostata ingrossata abbiamo qua dentro
e non contento ha voluto anche toccare con mano.
E avrebbe detto qualcosa anche il dentista,
da bimbo, magari su un bel campanellino là in fondo,
se non gli avessi morsicato un dito prima.

Così invece ha detto altro.

E poi hai visto le statue di Grillo, e della Bissara
Di Rodin e Claudel-
I quadri di Montoya, Ortiz,
Hopper o Van Hove.
Bellezza da vedere, esteriore
Come pure un sole che brilla sul lago
o la pioggia che fa quei rimbalzini che poi ricadono in tante goccioline a increspare l' acqua.
O le stesse goccioline su una pelle lucida e nuda.

Viaggia nell' aria la bellezza,
altro che,
sta fuori la bellezza,
ti entra dentro dagli occhi.
E' che non so fin dove arriva
nè quando.

*

Succede così

Succede così,
non devi neanche star lì a pensarci.
Succede mentre guardi un film, per esempio,
ti accorgi che gli ultimi dieci minuti li hai persi
perchè t' è passato in mente un ragazzo in volo su una moto
sopra la vecchia cava d' argilla rossa.
E lei sotto, che non s' aspettava che finita la salita la moto continuasse verso il cielo.
E l' anteriore punta pericolosamente a terra, così accelleri,
la ruota gira, gira veloce nell' aria, l' anteriore risale e l' atterraggio è perfetto.
Ma non atterri nella vecchia cava,
atterri sulla colma della Presolana,
al passo, vicino alla casa degli orsetti.
Io scelgo i rametti, che quello è roba da uomini, pardon, da bimbi
e lei, addentrata nel bosco sceglie il muschio più bello e pieno.
Servirà a tener calda la terra, nei vasi di legnetti,
e le cipolle dei ciclamini che ha scelto.
Succede così.
A quest' età succede così.
Non devi neanche star lì a pensarci.
Si fatica di più a restare qui, in questo mondo, a guardare un film.

*

Desiderio di paesaggi sognati (e non per questo meno veri)

Con le mie dita ti faccio bella
perchè è così che ti desidero
e sono tratti a matita
e angoli di pelle nuda tra i merletti.

Il foglio è il cielo
con l' acqua e il vapore delle nuvole
o ancora un prato verde
o la chioma di un albero
perchè non si sa mai da dove arrivi
nè quando
e le foglie sono merletti attorno alla pelle nuda.

Ma non c'è il sole nel quadro,
e nemmeno piove
non c'è il freddo o il caldo toccandolo
la pelle non profuma di te..
esagerando il solco tra i seni e le curve ai fianchi
quello che appare non sei.

 

È allora che cancello
poi appesantisco i tratti
scosto il fogliame
e altre curve appaiono
e pesantezze di carne
solchi ruvidi sulla pelle
e inguini boschivi.

Così viene il desiderio sotto le dita
così sei venuta, sotto le mie dita
e è così che ancora cancello
per rifarti più bella ancora.

E verrà ancora il verde ai prati
appena finirà tutto questo grigiore malinconico
che però sa brillare a volte.

Lei sarà come un verde
indistinguibile tra i fili d'erba
se non dai contorni dove l'erba è più scura
avrà quel ciuffo d'erica che immagino sui fossi colmi d'acqua
e che pure so esistere, in fondo a tutti i miei sentieri che non so dove vanno
e bianchi fiumi spumeggianti scenderanno tra le colline
due piccole colline merlettate di fiori.

Sarà come un ricordo di un' immagine a venire
come un sogno che devo ancora sognare dal mio rifugio di buio.
Forse sentirò l'erba crescere lentamente
e chissà, anche il suo caldo profumo.

 

*

Monelle montagne

Cantale appena puoi
canta delle tue montagne monelle
sedute all' orizzonte, divaricate
come tante ragazze spudorate
Canta di come brillano, di ghiaccio e neve
hanno la testa nell' azzurro tra le nuvole
e tra le nuvole sbirciano se ci sei.
Lo sanno che non hai corda, e chiodi
e nemmeno esperienza
e non ci andrai
ti guardano aspettare la sera ai loro piedi
per vederle svanire nel buio.
Cambiano vestito tornando, fedeli, a ogni stagione
cambiano profilo e aspetto e colori.
Ma è con la neve che sembrano enormi seni bianchi di donna
venati d'azzurro, di acqua sorgiva che cade
e le fanno madri,
madri di tutti i mari.

 

*

Cascata alpina

E' così
si precipita, a volte
con rombante suono d' acqua in una pozza.
Da lì nascono gli arcobaleni
da lì si prosegue
come un' acqua calma e fresca che riflette il cielo.
Fluendo.

 

*

Letterina 2020

Non servono stelle cadenti
esprimo desideri e li disegno
anche in questo cielo grigio di dicembre
con a terra solo foglie e freddo.
Non è proprio una letterina
ma qualcuna la spedisco
altre no.
Tanto poi arriva un maglioncino
o delle calze,
pantofole non mancano mai
forse anche un pacco di mascherine
perchè mi riconoscano in posta, devisu, a fare lo spid

o di sigarette..
Di pillolette azzurre non se ne parla
finchè ho desideri da disegnare
e una stella fissa in cielo.


Del pennello non vi dico nulla.

*

Guarda la voce

Guarda la voce
muove le foglie all'albero
che come tante doppiatrici
traducono l' inudibile voce
così melodiosa quando si unisce al canto delle onde
nella luce grigia che scende dai monti.
E' un albero solitario
sentinella da tempo immemore sulle rive
ha visto l' origine della voce
e te ne regala le forme.
Forse è solo l'anima che sogna
incantata dall' atmosfera
ascolta mormorii e sospiri
mentre la sentinella danza e canta riflessa sulle onde.
Certo che è l'anima che sogna
perchè è lì che si placa
e si sente a casa
amata.

*

Un riflesso negli occhi

Forse è che ho sogni tormentati e costantemente in guerra
in guerra con i suoi, che pure sono i più veri
e me li mostra
e io li prendo e li metto a nudo
facendone un abbagliante riflesso nei miei occhi
tanto abbagliante da non vedere più i suoi.
Così ci troviamo su due rive
e non so do quali rive si tratti e ci si guardi l' un l' altro
se siano quelle di un graffio, profondo,
un vuoto pieno d' acqua
o quelle d'aria, del cielo che ci si riflette,
e le rive sono le cime altissime.
e c'è sempre un vuoto profondo tra le rive frastagliate del suo sesso originario
come un abbagliante riflesso solo nei miei occhi in guerra con i suoi.
Ma non ci sono perdenti nè vincitori.

*

Natale

Si ricorderà che andavamo a prendere le more
e sarà in un un Natale qualunque
si ricorderà della stradina, che va verso l' albero di noci
e di noi immersi nel sole
della canzone che cantavo per addormentarla
la stessa che qualcuno cantava a me
e che quando sbirciava resistendo al sonno c'ero.
Si ricorderà di quante ne ha mangiate, ripulite da un soffio
anche se non ci arrivava.
Sarà finito il tempo di mostrarmi le giravolte
con le gonnelline svolazzanti
e però forse si addormenterà nello stesso abbraccio sognandole
ma non sbircierà
proprio come faccio io
per non vedere questa solitudine abitata.
Forse ascolterà una canzone.

*

Il costruttore di frecce

C'era una volta in fondo a una grande discesa da dove i bimbi scendevano su grandi carri di legno e cuscinetti d'acciaio una città.
Oh, certo che si sbucciavano ogni tanto ma era quasi un vanto e poi in quella città ci abitava un'infermiera miracolosa che con due baci guariva i dolori.
Era una città murata e stesa sulle rive di un lago sulle cui rive sorgevano castelli, e castellane che ti accoglievano nei giorni di pioggia.
Era incastonata tra i monti e sulle cime piccoli indianini lanciavano frecce agli alberi e correvano sulle grandi praterie di narcisi.
Da quelle cime partivano i falchetti che scendevano a lago a salutare i cigni e gli ospiti della castellana.
Ci abitava anche il costruttore di frecce, il suonatore di fili d'erba e scalatore di rocce che sognava un piccolo indianino che lanciava frecce agli alberi.
Lui e la sua regina infermiera,
Lo riconoscereste ovunque, anche steso sul pavimento del bagno con la barba mezza fatta che qualcun altro finirà,
aveva gli occhi pieni d'acqua, come i miei, e sulle rive sapeva farsi albero silenzioso,
restava solo un suono, d'armonica, che ancora si sente.

*

And so this is Christmas

Non so.
Io davvero non lo so
se Natale sta o non sta nelle luci
che in questi giorni riempiono le strade e le case,
nelle comete al neon,
nell’ allegria delle cene
o nelle modelle in perizoma rosso e ponpon che occhieggiano dagli schermi.
A proposito, chissà se vale il cashback di Conte
che per togliere il perizoma o le lucine dai capezzoli alle influencer ci vuol la carta.

Però so che ognuno ha il suo.
Che sia un' altra bottiglia, in fila sullo scaffale, per festeggiare
quest'anno magari ci si vede solo in video chiamata, ma andrà meglio il prossimo
o per affogarci l'anima, e ci si vede a occhi chiusi
come l' anno prima, e il prossimo, e forse tutti.
Ognuno ha il suo e sembra che pensi solo al suo.

E so che c’è in cuore, il mio, come una preghiera,
un’ orazione segreta dove taccio,
inutilmente, che mi indovinano sempre,
le speranze più magiche o oscene.
Lì, nel cuore mio, Natale esiste
e Babbo Natale passa di cuore in cuore
viene dalle radici più profonde del tempo
e sale come linfa alle fronde
di un albero che cresce ancora e sempre.
Per sempre.

*

Non sono più lì (rivista)

Io scrivo di pendii che salgono ai narcisi e ai ciclamini,
e ancora del profumo del sole sullo zafferano alpino
dell' albero rifugio al limitare del bosco
che si apriva e si faceva nido di rami intrecciati,
dei suoni di un' armonica nell' aria fine e leggera.
Ma non sono più lì.

Lì il mondo era un pezzetto di cielo tra i monti
i falchetti disegnavavano traiettorie veloci
e si gettavano a piombo sul lago
e io ci stavo sotto.
Ma non sono più lì.

La casa sapeva di fumo di legna
e caldo buono dove tornare,
c'erano giardini segreti
e farfalle tante
e bruchipalla sotto ogni sasso.
Ma non sono più lì.

Sono qui a scriverne
a disegnare traiettorie col pensiero.

E non so se sia questione d' età o di maturità,
ma a me piace anche qui
dove l' amore è adulto,
e disegnare traiettorie su seni di donna,
sui i fianchi,
sugli inguini coperti da mutandine minuscole
sotto seni enormi,
e percorrerli col pensiero e con le mani.
Adagiarmi al loro caldo buono,
scordare le foschie tra le lenzuola.
Mi piace questo quotidiano amore.

Ma non sono più là.
E un po' mi manca.

*

Dentro gli occhi

Cosa vedi quando guardi il lago non lo so
ma posso dirti cosa vedo io
vedo il tempo farsi eterno
vedo il bimbo che gioca nell' acqua
e il nonno sulle rive bianche di neve che lo guarda.
Non ci sono ore più belle di altre
che sia mattino di sole o bianco di nebbia
o notte scura e nera coi monti invisibili nel cielo
sono tutte qui, dentro gli occhi, insieme
nient'altro attorno, sei sempre solo quando guardi il lago.
Forse però un'ora c'è
quando il lago s'indora, che il sole sta per scendere oltre i monti
e cade obliquo nell' acqua
allora i monti sembrano grembi di madri
con bimbi attaccati al seno
e c'è la stessa pace.


Sarà che ho questi occhi acquosi di lago
dentro i quali lei si è fatta isola eterna
sulle cui rive gioca mia madre bambina
e la notte lascia graffi di luce nell'acqua nera.
lì dentro non sono il nonno che guarda dalle rive bianche di neve
ma il figlio, e c'è una gran pace
proprio come sotto un immenso cielo stellato che si riflette nel lago.

*

Foschie

E' il colore che ti dice l'ora
bianca, come il mattino,
come la neve sui tetti che ci si confonde dentro
non più dorata per i lampioni della sera.
E' nella foschia che si possono intuire le cose che non si vedono
come possono sparire quelle che si vedono, allontanandosi.
E così alberi alti sono qui, appena oltre il punto dove finisce la vista
gli alberi da cui cadevano le foglie strappate dal vento della valle
e cadevano nel fiume che correva a casa
e oltre il fiume la ferrovia
e la stazione dove è scesa, con le sue scarpine nere col tacco
inadatte alla neve e gli occhi che ridono
lasciando impronte di Merlo.
Si è guadagnata un'influenza per questo
avrei dovuto dirle della neve e del freddo che ci sono qui.
Qui dove oltre il punto dove arriva la vista c'è una centrale elettrica
e gli alberi sono tralicci di freddo metallo
non ci sono fiumi dove cadono le foglie
e nemmeno la stazione.
Qui dove non può arrivare l' attendo,
forse avrà i capelli bianchi
come non li ho mai visti.
ma resta sconosciuta l'ora.

*

Brughiera

Le mattine di novembre è così
si sveglia piano, la brughiera di mattina
tutta bagnata di rugiada e nebbia
penetrata nel profondo da un sole che non riesce mai ad asciugarla
intanto lei estrae lingue di nebbia e le infila tra gli alberi
e gli alberi sembrano tristi, così spogli e nudi
come la brughiera.
Ma non è vero
sono solo lontani nella memoria
e nella memoria li canto
perchè io sto guardando il parcheggio dell' Iper
e i suoi lampioni spogli.
Lei è solo lì, e sta
e lascia che il mattino la inondi
e non è che ti aspetta ma chiama
e non ci puoi andare.
Farò un' autocertificazione ad hoc nel pomeriggio:
"Il mondo è ancora bello."
E ci devo andare.

*

Message

Ho sognato un messaggio per me,
senza oggetto nè titolo
solo il corpo in campo bianco
una specie di notifica

di simboli e parole d'acqua di fonte.

E il sogno era così vero
come è vero che inizio a non distinguere i sogni dal vero,
così vero che al risveglio l'ho cercato dappertutto,
e nei messaggi non c'era.

Non l'ho detto all'indovina che mi guarda la vita
così nulla ha indovinato
e non le ho dato da bere.

Credo che mi riaddormenterò
o forse mi sveglierò di nuovo.

*

Senza fiato

Non importa che sia dalle rive calme del lago
o dalle vertigini delle cime alpine.
Importa che ti lasci senza fiato
come una sorpresa che trasformi la calma placida del lago in vertigine di bellezza
e plachi la vertigine delle cime facendone calma placida.
Ma devi perderci il fiato
non vale fermarsi al primo prato
devi viaggiare, e salire, o scendere in grotte buie
o nel profondo dei boschi ombrosi
fino a perdere il respiro e le parole.

Resta la bellezza
stesa lì a fianco mentre guardi il cielo,
il cielo e la bellezza e tutte le parole che hai nel cuore.
Non vale fermarsi prima
devi restare senza fiato perchè ti lasci senza fiato.

*

La mia splendente musa

La mia musa è una faccetta bella
il viso dolce e la nuca di mille veneri decollate.
La mia musa è anche una faccetta furba
se le chiedessi di venire,
con nelle mani quello che più mi piace,
arriverebbe con una portata di sushi
mostrando solo le mani
forse solo una
il resto in ombra.
Ma dovreste vedere quando non chiedo nulla come risalta nel buio in piena luce
e cosa tiene nelle mani.

 

*

Dei tanti momenti che avrò

Poco fa il cielo era di un bel blu profondo, che ancora ci abitava la notte
il viola del nuovo giorno saliva all'orizzonte, lungo il traliccio della luce.
Un comune traliccio della luce, questo si vede dalla mia finestra,
e tetti e case e alberi, ogni giorno uguali.
Ma poi ha iniziato a scintillare, colpito dai primi raggi del sole
ancora bagnato dalle nebbie notturne.
E in quel momento ero lì, finchè la luce ha reso il cielo e l' orizzonte di un unico colore
il traliccio sfumato nella foschia.

 

Che sia per questo che canto canzoni d'amore
e scrivo e descrivo le gioie che ho
nominando la madre dopo ogni gioia
anche perchè Santi numi o Eterni dei è un po' desueto
mentre Mamma mia è eterna.

 

Che sia per questo che canto dei luoghi che ho incontrato o incontrerò
di cose comuni come gli alberi ai monti
che vegliano un compagno strappato dal vento
sdraiato nel muschio o nella neve.
O dei venti di lago, ricorrenti, che salgono e scendono le rive
portando voci e profumi lontani, e anche cose lontane nel tempo.
O dei corpi di donna
altrettanto scintillanti al sole o profumati, fonti di gioia e dolciore.

 

Che sia per questo, che ne scrivo e descrivo e li mostro
che sia perchè qualcuno che li deve vedere li veda
e ne veda la bellezza, e si convinca, e mi lasci qui ancora un pò.
Perchè so che avrò altri momenti di gioia che ancora non so
ma so che saranno i più teneri e belli
altri saluti al sole.

 

*

Sogno invisibile

Si muove lenta nel buio della stanza la donna sognata
si spoglia lentamente dei pensieri del giorno
si prepara amorosa per la notte
fuori dal campo di luce.
Nessuno specchio sul tragitto rivela la presenza
solo sospira a volte, o così mi pare
e mente
mente col corpo che tace.
Il suo sospiro è un soffio, che sposta le tende
invisibile si stende al suo giaciglio
e si accarezza, fino ad aprirsi la bocca
che è il buio della stanza.
E mente
dice di esserci e non c'è
se ne sta nel buio impenetrabile e profondo
ma fa dei sospiri un canto
e io sono nello stesso buio
suono la sua canzone.
E mento, vedendo un corpo che non c'è
ho tolto le corde alla chitarra
per suonare quella canzone.
Parla di alberi, spazi aperti e luminosi
e venti sopra al lago
e la melodia è dolce, di chissà quali inaudibili corde.
Poi l'adagio con grazia si fa andante mosso
di vento che agita le cime
e di battaglie antiche
tra l'arcangelo di Brunate e il suo demone.
Nessuno vince
sono sempre lì, in battaglia sul punto più alto
contro il cielo, senza tempo.

 

E' un attimo, in un lampo di luce torna il buio
ma in quel lampo ti pare di averla vista nel suo giaciglio di neve

di averla sentita godere, venendo in un sospiro.
Ma mente, col corpo che tace nel buio silenzioso
e io mento al buio degli occhi.

Non viene mai.

 

*

Zingarella

Sorride come una giovinetta, la zingarella nella cornice dorata,
il tempo passato sulla tela le ha reso la pelle secca e screpolata,
sorride come allora, nella giovinezza andata
la vecchiaia invece nessuno l'ha mai disegnata.
Sorride nel suo abito rosso e vaporoso di voulant
e sotto l'abito teneri seni freschi e giovani da immaginare
era la compagna di tante notti nere sull'Olona
e dal nero di quelle notti è circondata.
I lampi allora non facevano paura
perchè lei appariva in tutto quel chiarore
davanti a me sembrava viva appoggiata al muro
e quando tornava il buio era bello saperla lì.
Oggi però non so dov'è
non so in che casa guarda o se si ricorda di me
quale luce la illumina nè chi la sta a guardare
ho solo qualche foto senza profumo nè calore
ma è bello saperla lì chissà dove
è successo solo che ha dovuto andare.
Come allora le dico che sto bene qui
e come allora non mi crede
ma non può tornare.

 

*

Nostos

Forse è un bisogno mascherato da nostalgia
questo vedere i suoi colori sfumati nella nebbia indorata dai lampioni,
questo tornare della memoria da questo balcone a un altro
dove guardavo alle stelle cantando.
E' sempre quel ragazzo che esce sul balcone
a fumarsi una sigaretta,
non ci sono i puntini luminosi delle stelle
ma ha desideri nelle tasche e li disegna.
Disegna una donna appena sopra i tetti
vestita con i suoi colori
il viso e il corpo dissolto nell' oro della nebbia.
La donna che ha acceso tutti i colori dell' arcobaleno.
E' sempre il ragazzo che la guarda
sono solo più stanco gli dice
ho un po' più di sonno la sera
e correre tra le stelle è un sogno
ma sei ancora qui gli dice
profumi ancora di canzoni e giovinezza
cotone sulla pelle e ninnananne buone.
Ma è solo un bisogno mascherato da nostalgia

un bell'inganno.
Non è qui davvero.

 

*

Lontano, lontanissimo

Forse lontano non è questione di spazio ma di tempo
tempo che ci vuole per andare da qui a lì
e oggi ci sono luoghi fuori dal comune dove non si può più andare
l'essenziale invisibile non basta per giustificazione.
Così il tempo si è allargato a dismisura
sospeso qui, in questo spazio ristretto
e lontano si è fatto lontanissimo.
Eppure qui l' essenziale appare
come petto di polena alla prua
il viso ancora nelle nebbie
o come zampillo di fonte
la fonte ancora nello scuro del bosco.
Appaiono e roteano le immagini qui davanti
mentre sfuma la tv sullo sfondo
perchè è questo che fanno i vecchi
guardano una cosa e non è quella che vedono.
Ma questa visitatrice lontanissima è qui davvero
e danza nella stanza
piena di brillanti gocce di splendore.
Ha il petto di polena alla prua
il corpo ormai uscito dalle nebbie
e mi guarda, lo so.
Devo solo non aprire gli occhi.

*

Madri

Le braccia delle madri hanno mani dolci quando accarezzano
leggere come petali di margherita mossi dal vento.
Le madri stesse sono margherite in un campo di margherite
e non dicono mai che il vento le spaura un poco
camuffandolo con un "cos'è tutto questo vento?".
E sono state rose.
I figli son girasoli rivolti a una sola margherita inconfondibile.
Non credono che il vento le abbia potuto portare via
sentono ancora le loro mani dolci e leggere, come il vento tra i capelli.
E ricordano le rose, nei giorni che le rose mancano.

*

Sul sentiero, inaspettata

Un giorno andrò al bosco
lasciando questo divano comodo
andrò al bosco cercando nuovi sentieri
come sempre nei miei soliti giri.
Ci saranno curve sul sentiero
e dopo l'ultima il buio tra gli alberi si farà di un bianco luminoso e invitante.
La vedrò apparire piano in tutto quel bianco
come sbucasse dalle nebbie.
Le previsioni dicono che farà un gran caldo quel giorno
o un gran freddo
e che pioverà se non c'è il sole.
Di sicuro quel giorno saprò che lì finisce il sentiero
mentre quello percorso frana silenzioso nel lago.
Non si può tornare.
Dovranno venirmi a cercare dietro le curve.

*

Mattino

E vanno via di schiena, gli alberi nel mattino,
le chiome nella foschia grigia e luminosa
come capelli di donna
che nella nebbia immagini volare via come le foglie.
Che cosa banale il mattino
se c'è una cosa che viene al mondo ogni giorno è proprio lui
uno spazio di tempo, legittimo e quotidiano, e sta sicuro, viene ogni mattino.
E io ero lì a guardarlo
uscire dalle oscurità della notte
e prendersi il cielo e gli alberi e me,
ero lì perchè qualcosa ha cambiato i ritmi del sonno e della veglia
e del sogno.
Ero lì perchè i vecchi vivono nel sogno.
E nel sogno quell' albero era la sua schiena
che piano piano usciva dall' oscurità
per poi svanire nel respiro nebbioso della terra
che confondeva la chioma al cielo.
E se ne volava via, come tanti uccellini di Braque.

*

Guardami

Guarda! Dice la bimba.
Ed è la nipotina che corre a prendere quella gonnellina a tutù rosa che le piace tanto.
Guardami! Dice.
Mentre piega il busto a sinistra e si accinge a una giravolta.
E tu guardi quella vertigine profonda che è la sua anima pura,
lei non imita nessuna ballerina, lei è la ballerina.
E tu guardi e non sei tu che guardi, ma qualcuno che ricorda quelle anime immense.
Ma è un attimo, un lampo che passa crescendo.

*

Il cerchio dei ricordi

Conosco un posto
nell'angolo più basso del cerchio,
della ruota che avanza veloce e gira,
sempre diverso e sempre uguale.
Un posto dove stanno i ricordi di cose mai vissute
cose passate e cose future che piovono dall'angolo più alto.
Cose del tipo ti ho baciato le spalle o te le bacerò è lo stesso
mentre coi pollici ti accarezzavo o accarezzerò le vertebre
nel centro esatto della nuca.
Cose che girano, e vanno, e vengono
cose che tornano
da dove non sono esistite mai.

 

Cose svanite, o che svaniranno
sempre qui presenti.

*

Come il vento

Come fa il vento,
quando sale i pendii e l’erba si trema
così sale la pressione sanguigna lungo le vertebre.
Sale,
e s’incunea in un fodero di pelli diverse.

 

Oltre le fosse del desiderio.

*

S’imbianca il ciclamino.

Certo che è uno spettacolo un bel ciclamino
dritto e a testa alta nel sole
rosa come di altri rosa non ce n'è.
Ma dovevate vederlo chiuso come una spada coi petali attorcigliati
dovevate vederlo una mattina srotolarsi in una vorticosa danza
e spalancarsi e poi abbagliato dalla luce richiudersi un po'
Dovevate vederlo cambiare forme e posizioni
ascoltando il vento sui petali.
Dovreste vederlo adesso imbiancare
forse per la stanchezza, forse per l'età
il colore perso nel vento.
Dovreste vederlo crearsi una coperta di foglie
per il capo stanco che presto cadrà.

 

*

Un mattino di novembre

E' uno di quei mattini che ti svegli sul divano
che la sera prima non hai visto finire il film
e la notte, aprendo gli occhi, hai solo spento la tv che disturbava il sogno
e il sogno era così bello che non potevi lasciarlo lì per andare a letto.
Lo dovevi subito rincorrere, e riprendere.
E' uno di quei mattini che la casa appena sveglia si rischiara piano
vuoi farti un caffè ma stai lì a guardarla schiarire
col sogno, che ha ancora corpo, e impronta, calda, sul divano.
E' uno di quei mattini che è difficile tornare nel mondo di qua
uno di quei mattini che la stanza è vuota, vuota di luce e sogni
e più si alza la luce più se ne vanno i sogni.
Bisognerà alzarle queste tapparelle, e guardare fuori
per vedere se c'è o no la nebbia.


Per vedere se qualcosa della forma del sogno è rimasto tra gli alberi.

 

*

Novembre

C'è profumo di torta in cucina
di torta e di mele buone.

Ma mamma non c'è in cucina.

Forse la finestra è aperta e il profumo arriva dalle case vicine
ma è mattino presto in questo primo novembre grigio e umido
è ancora buio e non ho neanche alzato le tapparelle
fa freddo e la finestra certamente è chiusa
e mamma non c'è in cucina.

Forse allora arriva da scordati tempi antichi
quando i mesi di novembre erano rosa
e non ricordo se era più buono il profumo di torta o della sua gonna
ma la gonna di mamma non c'è in cucina.

Starò qui, sul divano, ancora un pò
in questa magia di penombra che confonde le cose
e ci puoi vedere quello che non c'è
come mamma che non c'è in cucina ma fa ombre sui muri.

Dal rumore fuori piove
e dovrò alzarle le tapparelle prima o poi
e vedere che mamma non c'è in cucina
e guardare giù, e scendere
e guardare gli iniettori che non schizzano
e l' auto che non funziona
e mi sporcherò le mani di nero e grasso
e poi sapranno di benzina
e niente,
non sapevo a chi dirlo che mamma non c'era in cucina.

*

Rifugi

Siamo rifugi,
quando un bimbo ti corre tra le braccia per un conforto,
quando ti appoggia la testa sulla spalla per addormentarsi sicuro.
Siamo rifugi e non troviamo rifugio.

*

Inquietante meraviglia

Non è il sentiero che hai preso un giorno
invitante verso il fresco del bosco
nè i giochi di luce tra i rami
o gli scorci di lago che appaiono a tratti.
E nemmeno quella casa diroccata
prima del ponte antico
oltre il quale non si può proseguire.

Sono le donne alla finestra che guardano a lago
forse una partenza, o un ritorno
mentre i bimbi giocano nelle pozze che crea l'acqua.

La luce intanto scende, come neve leggera
sul tetto inesistente.

E tu sei lì a guardare bimbi inesistenti.

*

Novembre

Passavo ai bordi di un campo ieri
il sole era appena calato
i colori stavano svanendo in una scala di grigi.
Passavo a bordi di un campo
l' auto in silenzio elettrico
nel campo un albero, solo, e un cespuglio a fianco
la nebbia saliva lenta a prenderseli
come un espiro bianco della terra.
Pareva un paesaggio da fiaba di Novembre.
Fiaba non vera, nell' abitacolo il clima puntato a 21,
l' aria era asciutta e calda.
Avrei potuto fermarmi, e farlo vero quel paesaggio
sentire l'umido, e il freddo,
toccare con mano l' albero
ma più avanti mi aspettavano altre cose vere.
E dolcetti, e scherzetti.

*

Multialtrove

Ma guarda tutti questi altrove tanto ricercati
fotografati, incasellati, in minuscole cartelle
con data e luogo e nome
e perfino duplicati
un po' per non scordarli
un po' per il timore di perderli.

Belli, perfetti e nudi e crudi
che la fotocamera non mente (quasi) mai
forse tutti quegli altrove non sono altro che specchi
baluginii e riflessi
velate chimere splendenti al sole.

Forse tutti quegli altrove sono qui
in forma di qualcosa di mai smesso di percepire
qualcosa di cui non si ha memoria
perchè memoria non è.
E non ha nome e non ha data o luogo
ma è proprio qui.
Ci siamo dentro.

*

Altrove

Tu credi sia tua, l' anima,
che abiti il tuo corpo.

Invece è altrove,
forse nella mente di una ragazza
che fece oplà un giorno
e acrobazie, baci,
salti e girotondi e giraltrimondi.

Poi tutti giù per terra.

Oppure è al bosco,
che cerca una radura
e un angolo d' azzurro in cielo
per aprire le ali al volo.

Poi sempre giù per terra.

Oppure se ne sta dietro ai vetri bagnati di pioggia
osserva gli alberi curvarsi al vento
per un contatto.

E ancora giù per terra.

Si nasconde tra le righe di una poesia l' anima
ma se credi di vederla, lì, non è vero.

E' già altrove
per un giraltromondo in cima al lago
dove l'acqua stanca di correre e cascare tra le valli si allarga,
si allarga e invade la pianura
limpida che ti ci puoi specchiare
e sembra che si fermi un po', ma è solo per la tua immagine specchiata che permane,
lei, come l'anima, è già altrove.

Ma altrove è ovunque
anche qui, in questo mondo, quando piove.

*

Piccola meraviglia

E' stato solo un attimo,
Ero lì ma non ero lì
Cioè mi vedevo lì a guardarla
quindi non potevo essere lì.
Ma era così bello starci
e fu una piccola meraviglia
quando uscì dalla doccia
e si sdoppiò, passando davanti allo specchio
la luce le infiammò i contorni.
Le goccioline brillavano
nell' aria e sulla pelle, come puntini leggeri
e il pensiero ammutolì.
E' stato solo un attimo
una piccola meraviglia mai svanita.
Impressa dalla luce.

Quando poi aprì le cosce
anche il mondo sparì d' improvviso
stupefatto, nella sua dolce ferita.
L' attimo si fece eterno
spalancato
dolce e feroce,
di lacerante bellezza.

 

immagine Francine Van Hove

*

Penetrando tra le ombre del sogno

Potrebbero essere i primi chiari del mattino
I chiari che entrano pian piano nelle valli illuminando le gole
o le ultime luci della sera
che sempre pian piano scuriscono gli avvallamenti del suolo,
o solo un abat-jour,
sulla sua pelle lucida.
Allora si animano le ombre
ombre che non spaurano ma invitano
tutto il paesaggio sembra muoversi col muoversi della luce
e aprirsi a indicibili scenari
pieni d’ombra che non nasconde
ma svela le indicibili porte del sogno.

*

Miti, muse e dee

E danza l’archetipa dea tra i fuochi che l’illuminano nella notte.
E tutte guardano incantate, le anime attorno ai fuochi.
Sapessero come han cambiato forma tutti quegli antiquati miti,
cambiate in un brulichio di minuscoli pezzetti striscianti
e poi svanite come cenere nel vento.
Eppure torna ancora Innanna con la sua barca del cielo a farsi arare il campo
e tutte le anime si fanno contadine
senza riuscire a seminare mai.
Torna, Inanna, alla fine per farsi odiare.
Ma c’è un modo per non odiarla.


Amarla.

 

*

Facciamo che

Facciamo che ti sdrai ancora una volta accanto a me
riuscissi a strapparti alle stelle e al cielo
ti sdrai ancora una volta accanto a me.
Affondando lenta tra le lenzuola che si richiudono su noi.

Facciamo che passo ancora le mani sul calore del corpo, per prenderne più che si può
per imparare ad amare le forme, che hanno le donne come te.
Facciamo che fai quella che dorme, ma fai un segno quando non si può.

Facciamo che invece non ci sei

e passo ancora le mani sul calore del corpo,
quel corpo sdraiato per sempre accanto a me,
senza prenderne neanche un po'.

*

Photoshop

Sono tornato prima che facesse buio

che i sentieri di montagna sanno essere insidiosi
eppure una volta sarei rimasto
piantato una tenda in mezzo al prato
il prato seminato di macigni erranti o caduti dai monti
per vedersi scurire le cime dal basso, pian piano.
Avrei aspettato il ritorno della luce e del sole
per vedere riaccendersi la cima più alta.


Ma le ho scattato una foto
e le ho detto che torno
magari solo per salire più in su
dove il monte si apre al ruscello
più su, alla fonte delle limpide pozze.

 

Poi a casa riprendo la foto
con qualche filtro sposto la luce più su
fino a scurire l’ultima cima
e nel cielo un po’ più di blu
tolgo anche qualche nuvola per metterci le stelle.
Anche il prato si fa scuro ai filtri di photoshop
e ci vuole un po’ di foschia
nella luce azzurrina che viene dal cielo.
Perchè so che è così.

Ma da qui non è uguale
la luce azzurrina è quella della tv
il ruscello non ha voce
e c’è un sacco di pubblicità.

 

Ma le ho detto che torno
per vedere davvero com’è
per vedere che è meglio dei filtri.

 

(elaborazione di foto mia)

*

Caos calmo

Un giardino ricordo oggi
il solito
quello dietro al portoncino lontano nel tempo
di legno già allora annerito dal tempo.
Casa mia finiva lì
-bisogna andare a chiedere la chiave-
poi il mondo si espandeva
in sentieri nascosti tra i rami
e pareva infinito, e inesplorato
esotico, per gli angoli di cielo tra le foglie di palma.
Ma oggi è strano
le farfalle sono ferme nell' aria calma e ferma
come pure l' acqua della fontana
che non ricade nella vasca
i fiori non sbocciano.
Anche io fermo, a metà sentiero
e nessun suono, nè voce o profumo.
Come in una fotografia.
Ma è solo caos.

 

Lo puoi vedere su GoogleMaps quel giardino, dall' alto,
in fondo al sentiero c'è un muro
a destra ancora un muro come a sinistra
alle spalle il portoncino
e oltre case, e case e ancora case.
Non si vede il bimbo nascosto tra i rami.
Le fotografie sono solo caos calmo.

*

Offuscamento del codice

Sta in un codice il ricordo di quando non ero
ma così offuscato che la decompilazione è improbabile
anche andando alla sorgente ogni giorno.
Sta in uno strano giardino la sorgente
un giardino d’ottobre dove l’ ottobre non conta
un giardino pieno di sole e acqua di lago
e cigni, tanti da uscire sull’ erba sotto alberi fioriti
la gioia brilla sull’acqua e danza in fiammelle di luce
io ero una fiammella
e un uomo e una donna si amano.
La sera non fa mai scuro
e c'è sempre un vento leggero tra i capelli.


Ma questo sta scritto in un altro codice
facilmente rilevabile
insieme a quello che sono
e sempre c'è un vento leggero tra i capelli.

*

Dove tutto converge

E' come se lì finissero tutte le strade
e gli arcobaleni e le cascate,
un luogo così pieno di meraviglia che altra non ce ne può stare
come se il mondo finisse lì.
Lì c'è la donna che può ancora accarezzarti i capelli
e qui è pieno di cartelli che indicano la strada
con l'indirizzo preciso sotto.


Da lì mi chiama
con un nome inequivocabile che non è il mio
il mio l' hanno in tanti e potrei far finta di non sentire
invece quello è un richiamo forte e muto
verso un luogo di gioia.

 

Ma lì si va senza ritorno.
E non posso non tornare.
Si va per piccole grandi e continue morti in vita.
E non posso morire.

 

 

"Così sogno solo di venire, e sognando muoio un po'.
che in fondo è proprio quello che vuoi,
solo sogno.
E poi devo ancora veder crescere i nipotini,
e staccarsi un po', da me,
per una caccia al tesoro,
per un amico
per un amore.
Portarli agli arcobaleni che fa l' acqua cadendo dalle cime.
Poi spero di diventare io il tesoro.

Allora verrò, e non ricorderò neanche perchè.
Verrò ad affondare il viso nelle pieghe tra i seni
e a farmi accarezzare i capelli.

*

È passata di qui

È passata da un ramo all' altro
una minuscola fiammella arancione.

Non ha lasciato segni nè bruciature
non lo so cos' era.

Ma è passata da un ramo all' altro
una minuscola fiammella arancione.

*

White Hachab

Lo so, dicono sia morto affogato Achab, o ingoiato
trascinato sul fondo dalla sua ossessione più profonda
ma si sa, gli scrittori s' inventano le storie più fantastiche.
Potrebbe essere stato risputato fuori
una volta sott' acqua
oppure che col suo arpione si sia aperto una strada
verso il culo della balena
e da lì uscito, a riveder la luce.

Così oggi è imbiancato,
e stanco come la sua balena
che invece ha assunto un bel colore blu.
Se ne sta sul pontile a guardare il mare,
un mare scuro che potrebbe essere un lago,
a mattina tarda di un giorno grigio
perchè non ha nessuna voglia di alzarsi alle quattro e venti
e andare in cerca di una balenottera raggrinzita
nè di spararsi un selfie con l' arpione
a riprova dei fatti.
Stanco sì, ma la bramosia h solo cambiato di forma
ha tolto l' ancora dai pantaloni e l'ha riposta in cassetto
ha un telefono ip65 e l' ha buttato tra le onde
legato al filo della canna da pesca.
L' ha buttato tra le onde, alla sua balenottera
con la telecamera accesa
lei lo vede e "per caso" ci passa davanti
sbircia e strizza l'occhio
poi si volta e "per sbaglio" urta la lenza, come a dire "tira su"
si volta e mostra la schiena, e il culo da dove è uscito Achab.
E svanisce in una scia di bollicine odorose.

*

Stanca

Ha le braccia protese
quando viene in sogno agli uomini che sceglie
gli uomini che la vedono apparire
come dalle profondità del tempo.
Ha le braccia protese
i capezzoli duri, come dopo i baci che non ha
spalanca un poco le ginocchia a invito
mostra il sesso, quello che ognuno sogna,
e percorribili vie interne di buio e mistero.
Ma ha un nome antico
tanto antico
di quando percorreva le vie del cielo
e cavalcava gli unicorni neri.
Resta solo un attimo
poi riaffonda nel buio profondo e scuro
supina e stanca con un sospiro riaffonda, e dorme
ma gli uomini la seguono ancora,
e si perdono ancora
non trovandola mai.

*

Cieli

Non puoi immaginare una figura
e poi cercarla tra le nuvole
che stai sicuro non la troverai,
ma puoi stare a guardare il cielo
e tra il chiaro e lo scuro
vederla apparire.


Offre la gola all’acqua,
che mi sa che tra un po’ piove,
il naso all’azzurro,
l’unico angolo di azzurro che c’è.
Ha pure le orecchie
gli orecchini, i capelli
un filo di perle che corre tra i seni
le spalle imponenti
non guarda ma sa che sei lì.


Poi l’azzurro svanisce
sfumando nel nero
e finisce che piove davvero
velando di grigio ogni cosa nel cielo.

 

*

Le mani

Guardavo le mani
le mie
le vie di sangue tra gli alberi radi e bianchi
e le pieghe, tra le dita e sulle nocche
i tendini a vista
e macchie scure che appaiono qua e là.

 

Guardavo le mani e non sembravano mie
eppure potevo muoverle
e guardare le ombre cambiare sotto la lampada led.

E le aprivo, e chiudevo
per dirmi che ero sempre io.

 

E niente, sono proprio io.

*

Oltre tutte le curve

Ma perchè sempre oltre le curve dev’essere lo spettacolo più bello?

 

La meraviglia che appare mentre l’altra scompare.
Se invece fosse proprio sulla curva?
Sul culmine, dove una grotta si apre, sotto il monte
e la fonte sopra zampilla d'acqua purissima
e l’acqua scorre,
gocciolando sull’imboccatura della grotta
e brillando e formando pozze a terra.

 

L’ingresso è scuro e invitante, fresco
ci si deve stare da Dio.

 

E poi da lì si allarga lo sguardo
a sinistra, verso le colline e gli alberi
a destra, sulla pianura appena lasciata.

 

Perchè due meraviglie son meglio di una
se poi ci metti anche la grotta…

*

Lacerante luce

Mi sono sporcato un po' di terra
sdraiandomi tra i ciclamini, e le foglie morte e vive.
Mi sono sdraiato a guardare il cielo
e la luce che entrava, lacerante, dai rami
negli orecchi un tuono rombante d'acqua
e presenze intorno, che mi abitano e abiteranno
tutte nella stessa luce.

 

Proprio qui
qui dove ero venuto per stare da un po' da solo.

*

Malinconia d’anticipo

Tempo di vellutate di zucca o champignon,
che queste mese gioca a sembrare un altro
e purè con la pozza per l’uovo e un cucchiaio di marmellata accanto
come piace a lei
bollito freddo a fette sottili e salsa verde
come piace a lui
per me due quadrucci in brodo che la tempestina proprio non mi va giù.

 

Ma ci son sogni, dolci e feroci che non si risolvono mai
e qui, adesso, non ci sta nessuno,
non c’è neanche bisogno di uscire per vedere la tv
solo i quadrucci, e un poco di quel calore antico
e presenze che non tornano più.

*

Cascata alpina


E sale, il sentiero, dritto e ripido,
sale tra i pini irti, le felci e i dolci ciclamini.

Lo scuro là in fondo invita a salire
ma tu lo sai già cosa c'è
c'è altro bosco, e altro sentiero,
e ci sei tu che lo percorri, solo
e che ti vai a cercare.

E scende, l'acqua, proprio di fianco al sentiero,
scende dalle cime, con forza, veloce, e rombando
ma poi, dolce, si spande vaporosa nell' aria
per mille arcobaleni e luccicanti brillii.

Scende in una pozza
la pozza dove hai visto una donna bagnarsi,
inarcando un po' la schiena per lasciarsi percorrere dagli arcobaleni
per lasciarsi baciare dall' acqua e godere della sua frescura, sola.

E sali, e costa fatica, mentre guardi l' acqua dall' alto che scende alla pozza.
Ah, farsi d' acqua.. pensi
e scendere così, veloce, a percorrerle la pelle
a baciarle con un unico bacio tutto il corpo
in ogni piega di pelle dove scorri
un bacio di cui sembra goderne più di mille dei tuoi baci.

Poi spandersi nell' aria,
e farsi arcobaleno che l'avvolge.
E volare via.

 

*

So dove sta l’introvabile

So dove sta l'introvabile,
e lo so perchè un giorno mi sono perso,
perso nelle nebbie e ombre della malinconia
e lì si è fatto trovare,
accanto a un pozzo retinato di sole.

 

Allora, direte, che introvabile è..
È che da quel giorno ne ho le tasche piene
ne ho riempito tasche e taschini
e lì è fiorito, svelato e senza ombre
vestito di nuovi colori e pelli,
nuovi orli ai pozzi.

 

Come d'altro mondo lo sfondo.

 

Devi solo credere che esista,
che di nuovo si farà trovare
facendosi subito introvabile
per poter così rifiorire.

 

Perchè non è in quel mondo l'introvabile
né in questo.

 

È nel credere, con fede.

*

Per una sera al mondo

Solo per una sera in questo mondo
scegli l'abito più bello
dal guardaroba segreto dei sogni più arditi
e uno di quegl'intimi minuscoli
leggeri e trasparenti
che non lasciano segni sull'abito.
Ma pensando a me.
Poi passa allo specchio, ancora nuda
e guardati
ma pensando a me,
non c'è abito migliore per quella sera.
Ci vestiremo di quei sogni più arditi e segreti
dove ti fai sentire gemere e sospirare
in questo nostro mondo.
Faremo poi un altro mondo
e mille altri ancora.

 

Uno per ogni sera al mondo.

 

immagine - Vincenzo Trotta - Valentina (Guido Crepax)

*

Autumn dream

Se ne sta distesa a cavallo delle stagioni la ragazza
tiene i capelli ancora nel caldo biondo dell'estate
i piedi già svaniti nei corti e scuri giorni
in mezzo a rossi accesi e foglie d'oro sui seni gonfi.

 

Se ne sta distesa come una dea dell'abbondanza la ragazza
le curve, i seni, i fianchi come cesti di frutta matura e piena
l'ombra che avanza splende e risalta tutto il corpo
come un contrasto, una definizione naturale.

 

E più scurisce più avanza il caldo buono
quello che ha in fondo all'inguine
l'inguine che si fa rifugio.

Sarà che a me il buio ha sempre fatto un po' da rifugio
che lì forse non mi vedono
forse stasera non verrà.

 

Venisse almeno la ragazza in questo scuro che avanza anche qui
qui dove lei è idea, il sogno, la dea
la sicura via per entrare in questo splendido autunno.

*

Anime di luce leggera

Non come ombra alla finestra appare
ma come cuore di luce acceso in cielo.
E tu passi lento sotto quel cielo
da cui cade, freddo, tutto l’ agosto andato.

Tu ci vedi una promessa d’ inverno, e di neve
mentre gli amanti si promettono una nuova estate.

E intanto l' aria si riempe di schizzi bianchi
nel blu elettrico
e di rosa mutevoli al cobalto.
La luce vibra come ali di colibrì
C'è solo un gran caldo intorno,
e niente altro.
Nemmeno Tu.
Nemmeno Io.
Solo noi in un pensiero felice.

E ad ogni curva di luce appare,
quel che non si vede appare
Come quel che invece si vede
lentamente scompare.

E si resta così
nudi sotto quel cielo
da cui cade, freddo,
tutto l’ agosto andato.

Potremmo guardare il fiume dal bosco, ti dico sotto quel cielo
attraverso le nebbie di nuvola, mi dici
poi scendere leggeri verso la riva.

Potremmo scendere quella scaletta in pietra, ti dico sotto quel cielo
e arrivare davanti all' acqua, dici
per poi amarsi alla fine del sentiero.

Proprio lì, davanti alle pace irrequieta delle onde
tra la nostra stella e la luna
Lì, dove le rocce si scuriscono in mille rifugi di buio
Lì, dove si alza il silenzio buono
quello che contiene i sogni.

Potremmo aspettare la sera, dici
e addormentarci come bimbi, dico.

In un pensiero che è più di un rifugio.

*

Di marmo vivo inamovibile

Ci sono statue che dicono sian di marmo vivo,
per le ombreggiature,
per le dita affondate nel marmo come fosse morbida carne,
per le velature, che sembra ci si possa soffiare.
Ma hai voglia a soffiare
e allora c’e chi gli ha scheggiato un ginocchio
che non si è mosso
e chi ha continuato fino a farne un usignolo
Muto
e con qualche altro colpetto
farne ghiaia da vialetto.

Ma la notte torna prepotente il canto
oltre il velo che non riesci a soffiar via.

*

Linea sottile

Non aver timore di guardare,
è solo sangue che cola,
da un buco nel cuore,
da una ferita che non chiude,
e sperma lungo le cosce.


Potrà socchiudere le labbra
farsi linea sottile e affilata
ma una goccia brillerà ogni tanto
rossa rossa nella notte.
Per sempre.

*

Lo splendore del buio.

"Non è quello che vedi, ma quello che non vedi"

 

È sul sentiero più bello, quello che imbocchi così, perchè lì vicino c'era posteggio.
E' proprio alla fine di quel sentiero, dopo aver attraversato i boschi
tra luci e ombre, scorci d'azzurro e di sole
e dopo aver pensato più volte di tornare indietro.
È proprio lì, dove il sentiero si ferma a un cancello
che sulla destra appare,
come un inguine di roccia immerso nelle nebbie
e l'acqua cola lungo i fianchi
fino alla pozza ai suoi piedi.


E ci sono spazi immensi di buio,
tra il gomito di un ramo e il fianco della montagna
o sotto gli archi di un ponte indorato dal sole
ma di più è al punto d'incontro tra le nebbie
quella vaporosa, che sale lungo i fianchi
e quella dorata, che scende dall' alto e dai monti.
Lì c'è un foro di buio, invitante,
coperto da una grata finissima.

 

-perchè molti provando a entrare hanno perso il senno-

 

Dentro è il mistero
fuori l'acqua sgorga a tratti, intermittente,
come spasmi dell'anima della montagna che gode.

 

Ma dentro è lo splendore del mistero.
Se entri in quel pozzo di buio vedi la montagna stessa specchiarsi nel lago.

Con i suoi stessi occhi vedi, appoggiato al suo corpo.

*

Signorina Fantasia

Saremo ancora sorpresi
lo so
dalla vita che corre sempre più veloce
in quest'età dove un anno vale per dieci,
troveremo un posto magico, appena oltre il ponte,
e lampi di luce per attraversare le notti.


Filtrerà la luce dall' alto attraverso le foglie
a illuminare questa vita che scorre.

 

Come l' acqua scorre
e come l'acqua lucida le pietre e la pelle
e poi in questa vita c'è lei, lei che ha reso le notti più belle
lei che come l'acqua scorre, limpida nelle mie fantasie più belle.

Lei che ancora sorprende, filtrando dall' alto attraverso le foglie
portando in dono proprio quelle mie fantasie più belle.

 

 

 

*

Pace irrequieta

Così era, come il guardare al lago in una giornata di novembre
guardarlo da una di quelle casette in legno dei campeggi,
quelle stanziali, da collegare alla roulotte.

 

Si chiamava La Boheme
dalle finestrelle si vedeva la nebbia salire dall' acqua a offuscare le rive
così sembrava mancasse sempre qualcosa al paesaggio
e non sapevi cosa.
Tutto era avvolto in una luce bianca
anche quando calava il sole e il paesaggio cambiava di poco, nella bianca luce della luna.
Nel locale un caldo rassicurante e protettivo
e un adagio, calmo e tormentoso.

La durata, questo mancava.

 

Così è guardare il suo corpo,
un paesaggio tormentoso
un caldo rassicurante e protettivo,
una grande pace irrequieta.

*

Sospiri

Potrei portarti dentro i sogni miei
e farti vedere te, come non ti sei vista mai
ma ho come l'impressione che invece sei
sei proprio la sostanza di tutti i sogni miei.
Come se avessi sogni già sognati tante vite fa
che tornano con te anche in questa età.
Così stanotte sognerò
sognerò di sentirti sospirare
al tocco delle tue mani morbide sentirti sospirare
sognerò di ricoprirti il corpo
con dolce miele d'api buono da mangiare
sarai così lucida e brillante.

 

Sarai vera
perchè non c'è posa che io possa sognare
né cosa che non sia accaduta già.

*

Senza voce

Forse non è tanto lei che appare, negli gli spazi scuri tra le cose
ma io che appaio negli spazi luminosi dove guarda.
E c'è come una distinzione netta tra il buio e la luce che separa i due mondi.

 

Però questo lo possiamo fare:
prenderci per mano, salire fino ai praticelli lungo le mura
che forse ci sono anche i pastori
o scendere per le vie del centro, verso il lago
guardare le vetrine luccicanti ormai svanite
prenderci un gelato, di quelli a spirale, dalla macchina automatica nuova nuova
stare un po' a guardare i popcorn svolazzare nella campana di vetro,
ma quelli dopo, al ritorno dal lago.

 

Quello che non si può è vederci riflessi, nelle vetrine,
che non ci sei
far sentire la tua voce, che non ricordo, come ci fosse sopra sempre una musica.
Entrare in un negozietto, e prendere quel vestitino carino
che di sicuro piacerà.

 

Intanto sono arrivato al centro della diga sul lago
in piena luce
l' unica ombra scura è la mia
Forse è così che mi guarda in tutto quello spazio luminoso
come seduta sulla cima di un masso errante sulla cima dei monti che ho intorno
e conosco quello sguardo,
da prima di me,
c'è qualcosa che non approva.
Ma non si sente la voce.

 

*

Golden arches (visione1)

È quando appare,
tra gli archi dorati,
la figura amata.
E più su due occhi che ti guardano.


Non c'è altro da aggiungere,
solo qualcosa da togliere.

*

Per questo son qui

È per questo che sono qui,
perchè da bambino facevo l’indiano,
costruivo teepee sulle cime più alte e più belle della fantasia.
Poi correvo veloce
come fa il vento quando risale i pendii
accendevo fuochi e lanciavo segnali di fumo.
È per questo che sono qui
sulla cima del monte più bello che so
a cercare segnali di fumo lasciati per me
che c’è qualcuno che sa cosa mi piace
e lo nasconde tra le cose
tipo un’ombra sul monte di fronte
senza albero generante
un fiore con la corolla al cielo
o un ciclamino, quando il percorso si fa duro
(e fate i buoni, non pensate male sul duro)
un ciclamino che ti dà la sua fragile forza rocciosa.

E forse è proprio questo nocciolo che ho davanti
il nocciolo di tutta la questione
quello dove andavano a rimbalzare le frecce
quelle famose, che ancora rimbalzano
forse è nella boscaglia alle spalle
dove sta la piccola indiana che ha paura dei ragni
-ma tu non averne paura-.
Forse per questo son qui,
per vedere gli idrovolanti dall’alto
e il nocciolo e la boscaglia
e a cercare la piccola indiana
che a me Sandokan e i pirati cazzuti non sono mai piaciuti
ma le perle di Labuan sì.

E forse è proprio qui come me la mia perla
a cercare tra i noccioli e le boscaglie piccoli segnali di fumo.
Con noi sempre un Angelo intimorente.

 
 

*

Con le stesse mutandine rosa

Ma questa non è mica la canzone di battisti
dov'erano tormento vivo per i soliti clarinettisti
questa vuol essere una canzone molto più gioiosa
e non importa neanche che il colore sia il rosa.
Che poi il nero non è certo meno femminile
ma il bianco è più visibile e trasparente come l' acqua al fontanile
e vuoi mettere l' azzurro di una passante sconosciuta
che si siede alla panchina con le gambe spalancate
il giallo poi dell' inchinata mostra il nido
e ferma il sangue anche alle ferite più profonde.

 

Ma in fondo poi, e l'ho gia detto, non importa tanto il colore
importa che ci sia una certa gioia nel voler essere mia.

Ma per questo dovresti tirarle via.

*

Non poesia in mi minore

Fa diesis, re e si.

 

E’ un si minore che disegnano le dita,
sono partite da un mi minore
poi un passaggio in do per arrivare a un si maggiore.

 

E ripetono, il loop, cercando una melodia
finchè ci piace a noi, diciamo noi..
alla rullata le dita passano al sol maggiore, gioioso
e poi cantano, in re,
scendono per pentatoniche scale in do
per arrivare ancora al si maggiore
e così ripartire
spostando un semitono
in mi minore.

*

Descrizione di un grigio dopopioggia

La chiamano saudade.


Questa cosa che mi chiama oggi davanti al lago
attraversando antiche contrade e vie conosciute che non mi riconoscono.

Qui l'aria sa di gobbetti e alborelle
______________(tienine sempre una, da sotterrare per i vermi)
sa di maglioncini annodati al collo
o in vita
______________(ahi vita ohi vita mia)
sa di goccioline di foschia
quella che piove dalle nuvole, dalle cime dei monti
fino all'acqua del lago, e ne fa un tutt'uno col cielo.


Qui qualcuno mi aspettava
forse proprio qui, su questa panchina
sotto le stesse foschie
e lo so che poi sono arrivato.
Qui aspetto un poco anch'io
e lo so che nessuno arriverà
sono io che vado.

Vado con lo sguardo, seguendo la linea che taglia il monte
fino ai castelli in aria
e ai falchetti, che volteggiano lenti
ai falchi e agli sparvieri sull'acqua.


Intanto la fontana getta altra acqua nell'aria già carica
qualche spruzzo arriva fin qui
a ricordare che ho l'età in cui ci si scorda,
ci si scorda dell'età e del maglioncino
arriva a ricordare che sarà meglio rientrare.
Prima che piova.

 

Prima che io scordi che qui non arriverà nessuno.

 

(foto mia)

*

Morbida

Tu non hai visto quando cammina
e le sobbalzano i seni
morbidi.


Allora dovrebbe piovere un'acqua benedetta
non per sempre
solo il tempo di farli lucidi
per quando torna il sole.


Io l'ho vista in sogno
ma era lei.

*

Qualcosa che non so

E' qualcosa di prima dell'infanzia che ricordo
qualcosa che altri hanno visto
forse in un lontano e caldo Agosto, come questo
cercando ombre e frescure.
Altri che ora sono io.

 

E' così che ho preso quella strada
che scendeva stretta tra gli alberi
tutta curve e ombre, partendo dalla statale a lago,
ricordando qualcosa che non so.
E' così che ho sceso tutte quelle scale in pietra
con occhi e gambe d'altri innamorati.

E più scendevo più pesava l' ombra
sulle cose che non si vedono
senza fatica scendevo e riposava il cuore
in forma d'acqua, brillante
e calme onde.

 

L'ultima scala ha una grata in ferro
va verso frontiere sconosciute
dove qualcuno mi sogna.

 

Chiusa. Non è ora di partire per altri lidi, ma di tornare.

 

(foto mia)

*

Bimbi piumati

Tu guardi al cielo,
come a un foglio azzurro e pieno di macchie bianche
e magari puoi anche scriverci sopra una poesia
che dica della bellezza.
O farci un disegno
che dica del volo di quelle minuscole rondini
che hai notato nell' angolo più a destra
e che giocano, e si rincorrono.


Guarda!
Dici al bimbo che osserva lo stesso cielo.

 

Ma lui non ti sente
non ti ascolta
lui le ha già messo le piume
e vola, come rondine
immerso nell' azzurro immenso dietro le nuvole.
Lui è rondine e nuvola e cielo.
Ha negli occhi il sole.
E niente lo può tirare giù.

 

Lui è la bellezza.

 

*

Pensieri in maschera

Ci son pensieri notturni e dozzinali
in cui lei appare, nuda e sfrontata
sopra i letti delle sue piu belle età.
E ci sono pensieri vaporosi, caldi di vasca,
nel relax pomeridiano
in cui le sirene mutano in Veneri nascenti.

 

Ci sono pensieri da panchina in riva al lago, tra le rose
in cui lei appare tra le nuvole,
nuvole che si specchiano a pelo d'acqua
e non sai più se il cielo è sotto-o-sopra.
E ci sono pensieri sognanti
in cui lei è tutte queste cose e il sogno
e ci passa attraverso in volo
su un unicorno un po' sbiancato.

 

In fondo ai cassetti ha una maschera per ognuno
che ognuno vuole la sua
e una maschera per tutti uguale
ma ognuno sogna sempre la sua.

 

Ognuno le dà un nome
un nome come Verità per tutti mai uguale.
Anch'io le ho dato un nome un tempo
o anche più di uno, uno per ogni sogno.

 

So che adesso guardo il cielo
e non son sogno tutte quelle cose
i sorrisi, gli unicorni
e dietro tutte quelle nuvole in maschera
lei in bellaposa
sempre lei.

 

Uguale uguale ai sogni miei più veri,

anche a quelli che non sa.

*

Quando quando quando

Quando penso a te sdraiata al sole nei miei occhi
ed era quasi ieri.
Quando penso a te nel buio di quel sole
che non scalda la tua pelle.
Quando penso a quella gonna, gialla, da gitana,
ondeggiare al vento della riva.
Quando quella gonna poi l' hai persa sulla strada
ma la sogno ancora sai.
La sogno.

Quando capirò che amarti non è mica quella gonna
ne il vento che la muove.
Quando capirò che amarti è proprio questo tuo mancare.
E manchi sempre sai.
Mentre ci sei mi manchi.

Quando capirò che il vento non ha mai smesso di soffiare.
E quando un giorno capirò che tu nella tua gonna non ci sai più stare.

Non saprò neanche cosa fare
e allora mi dovrai insegnare.

*

Zingara

Certo che ho ancora la mia zingara
quella che mi guardava di notte
dalla sua cornice dorata
alla luce dei lampi azzurri del tram.
Lampi come sostituti di stelle
a rischiarare le notti
quando le notti si facevano scure.

 

Certo che ho ancora la mia zingara
è solo un po' cambiata
d'abito e di adulta bellezza
e dovreste vederla, quando alza un po' il gomito,
e scende, dalla sua stanza sul muro
proprio qui, sul mio tappeto che non esiste più.

 

Certo che ho ancora la mia zingara
quella che di giorno insieme guardavamo al cielo
per cercarci un segno
o solo per immaginarlo

che le notti erano sempre più scure.

 

E certo che guardo ancora al cielo
per immaginarla ancora
e vestirla di nuvole
e poi, oltre la cornice
disegnarle una gonna gitana.

Sai quelle che svolazzano alle giravolte o al vento
e mostrano danzanti meraviglie
che gli occhi devono riempirsi sempre di nuovo.

 

Certo che guardo ancora al cielo
che lì passano le nuvole, mica il tempo
e lei resta sempre uguale.

 

Certo che guardo ancora al cielo
e "i am not the only one".

 

-che ognuno ha la sua zingara-

*

Cose da vecchi

In volo ricorda di non togliere il gas
o mette giù il muso.

Che son cose da vecchi ricordare gli artigli
aggrappati all'argilla
che ti spingono verso la cima e l'azzurro del cielo.
Sono cose da vecchi
arrivati alla cima
di quel ricordo antico
salire ancora nel cielo col corpo e col cuore.


Ma non togliere gas,
o mette giù il muso.

*

Chi ha paura dei buchi neri

Forse dormivo, e sognavo, forse no.
Stava disegnato, sullo sfondo della parete rossa
e roteava
come in quei sogni dove in lui ci si sprofonda.
Ma io lo coloravo
un pò sopra un pò sotto
con lo stesso colore di sfondo
finchè restava una sottile linea scura.
Ma ancora sembrava una ferita
così le ho messo due labbra
che sono sempre così sfumate, le labbra, nei sogni.


E le ho dato un bacio.

*

Un luogo magico

Questo luogo dove sto è magico.
Non perchè ci accadano grandi magie
anzi, è tutto così umano
come gli umani desideri.
Ma tu puoi appendere ai muri tutti gli specchi che vuoi.


E non lo vedi.

*

Tempo

Lei abita nei cieli ormai
la puoi trovare lì ogni volta che vuoi
le stanze con l' aria ferma non fanno per lei.


Perchè lei è tempo
tempo passato e tempo che verrà
e come il tempo non lo puoi fermare.

 

Ma il tempo è un'invenzione e lei lo sa
quando con una giravolta dolcissima scompare
quando si ferma, nell'occhio calmo del tempo
e dolcissima riappare.

 

Ma sa anche che guardi il cielo
e così si lascia trovare
esplosa in piccoli dettagli di tormentata felicità
e lo sa perchè lei è te che guardi al cielo.


E non c'è luogo dove puoi andare da solo.

 

*

Vento

E' solo vento tra i rami
non si dica che gli alberi parlino
è solo vento che gonfia le chiome.
E poi guarda questo proprio qui davanti,
assomiglia a un seno di donna
con le nuvole che gli disegnano l'ombra nel cielo.
E' solo un po' di miopia,
di fatica a mettere a fuoco
che disegna un ombra tra le ombre.
Sembra un volto di donna, col corpo di nuvole
nuvole e foglie
che guarda il mondo dove sto.
E chissà se è uguale
se tra le foglie di quest' albero che ho davanti
che assomiglia a un seno di donna
ci sono proprio io.

 

Intanto in cielo galoppano gli unicorni.

*

Sogno di stella

Sono stato giovane, non molto tempo fa
stavo sul balcone, a guardare le stelle
che sapevo essere là.
E c'era quel cielo, nuvoloso e scuro
c'era la luna, che da un foro spuntava
e che sapevo vicina alle stelle.

Era proprio ieri sera
la sera delle stelle cadenti
le mie stelle di bimbo che non cadranno mai
perchè ho sempre quel sogno antico che mi porta lassù.

 

https://youtu.be/7tOZhTRqEb8

 

Poi come allora nella notte appare lei
rannicchiata tra le nuvole ,gambe al cielo
e tra le gambe la luna, che da un foro spuntava
ma la luna era un lago, con acqua brillante di stelle dorate
io viaggiavo verso il Duemila
i cristalli colorati ancora tra le mani
fino al primo raggio di sole.

 

https://youtu.be/kaY_iKet6OE

 

"Ah questo sogno mi porta lassù
e mi accompagna
tra i vicoli d'oro del cielo
perchè il mio mondo è lassù."

"Questo sogno si estende all' infinito
ma il mio mondo è il nostro"

*

Dev’essere così

Dev'essere così
prima regola non interferire
che il destino non lo si può cambiare.

 

E tutte queste immagini
che sembrano ricordi
e le cose, i suoi colori
vengono dai paesi di domani.
Dev'essere così
forse tra ottant'anni o poco meno
Inventeranno un telefono spaziotemporale
o una macchina del tempo, con cui ci si potrà viaggiare.
E forse le mancherò
forse tra ottant'anni si ricorderà di me
di quando mi mostrava tutte le sue novità,
per stupirsi insieme della sua gioia fresca
e di tutta la felicità che sa.
Dev'essere così
tutte queste immagini
hanno le sue pose
me le viene a mostrare
per vedermi ancora stupire
per vedere se approverò
ma in fondo sa che approverò.

 

L'unica cosa che non mi può mostrare
è quando ho iniziato a mancare.

 

Ma forse è tutto sbagliato
forse tutto arriva dal passato
da un sorriso che non ho dimenticato
e che è uguale al suo.

*

Ti dò

E' in arrivo un treno, ma un treno di bimbo
un treno carico di non posso dirlo
e non posso dirlo perchè non so
quando ancor dirai Ti dò.

 

E non so neanche se arriverà dal futuro
o da un passato un po' rosa e un po' scuro
ma so che è qui che arriverà
so che è qui che accadrà.

 

E Qui non è un avverbio di luogo
ma il centro di un mondo che mondo non è
qui gli alberi salgono al cielo, con passo da re
emergono e affondano dalle rive di un lago.

 

L'unica voglia vera che ho
è di quando ancor dirai guarda, Ti dò.

*

Braccia di vento

Era proprio così, come quella notte, ricordi?
Il vento scendeva correndo tra gli alberi fino alle pianure
e piegava l'erba e i fiori,
le margherite, i narcisi,
i ciclamini.
Poi d'improvviso mise braccia di bimbo e ne colse uno,
il più bello.

 

Stanotte era così
il vento scendeva alle pianure correndo tra gli alberi
fino ai prati rosa di Lilith
ma mise braccia d'uomo e la prese alla schiena
alla schiena e ai fianchi agitati dal vento.

E il bimbo saltò l'ostacolo.

*

Nuvole

Altro che soldatini sull'attenti all'alzabandiera mattutina.
Qui si divaneggia di brutto.
Intanto l'upskirt del cielo mostra desideri annidati tra le nuvole.
Irraggiungibili e tremendi.

 

(foto mia)

*

Trittico degli arcobaleni e dei desideri

.

 

E proprio mentre guardi lei
quella che hai disegnato ieri
quella che pensavi non arrivasse mai
quella che invece è qui dentro agli occhi tuoi.
Quindi sogna bimba mia
disegnalo il futuro
sogna forte quanto puoi
e dimmi i desideri tuoi
che si faranno miei.

 

Certi pomeriggi.

 

Di là qualcuno ha aperto l’acqua
e la temperatura sale
l’aria è satura di vapore.
Fuori piove
l’aria qui invece è serena
profuma di pomeriggi al vetro
ad aspettare un arcobaleno
o il primo raggio di sole che lo crea.
L’aria qui invece è afosa
dei pomeriggi di cotone
di bianco e di caldo sulla pelle
e di manine curiose.
Ma oggi non è tempo di arcobaleni
che dicono continui, questa pioggia rinfrescante.
Così ci si accontenta di uno stupore a caso
un ricordo o un sogno non so
purchè scelto tra i più belli.

 

Cose intime e segrete.

 

E poi mi piace
quando fruga con le dita
tra le cose sue più intime e segrete.
Cercando nei cassetti un ricordo ancora da venire
un ricordo appena immaginato
pronto per il sogno
e per poi poter esser ricordato.
Mi piace quando fruga
cercando una chiave
piccola e lucente
di una botola segreta
che bypassa l'ingresso al monte analogo
che non arriva mai.
Mi piacerà ancor più la gioa
la sua piccola gioia di averla tra le dita
mentre cavalca un unicorno
in volo sopra l'arcobaleno
o sopra un letto a caso.

*

Gli ultimi fiori

"Li ha scelti con cura i fiori che ha raccolto per me
ne ho fatto un bel mazzo, nel vaso nuovo d'Agosto
fatto apposta per contenerla"

 

E potrebbe finire qui ma non capireste
non capireste che a guardarli la puoi vedere al prato
china sui fiori, nel suo vestitino fresco
ogni volta di un nuovo colore.

 

Rosa come le rose rosa
bianco come le margherite
viola come un pensiero.

 

E potrebbe finire qui ma ancora non capireste
non capireste che a guardarli appare una donna
nuda e sfrontata
nei sogni di gioia vestita.

 

Gioia rosa come le rose rosa
gioia bianca come le margherite
gioia viola come un pensiero.

 

E ogni giorno ne prendo uno
quello che desidera esser preso
e lo porto al sole
l'aria è calda come un eterno Agosto
e piena di musiche e voci.

Così d' improvviso inizia a danzare
gioia rosa come le rose rosa
nell'aria che l'avvolge leggera
gioia bianca come le margherite
e canta con voce di sirena
gioia viola come un pensiero.

 

Poi alza le braccia al cielo
arcuata
tra le labbra un tunnel di buio caldo e leggero
(le si vede l' anima)
mentre il cielo prende il colore dei fiori,
rosa come le rose rosa
bianco come le margherite
viola come un pensiero.

 

A questo punto chiudo gli occhi
e appare sempre il bimbo di domani
incantato a guardare quel cielo
e i colori, le voci, i fiori
in mano ha fiori nuovi per lei, che non ci sono al suo prato.

 

Poi piega le spalle stanche e si sdraiano sull'erba
i fiori volano come farfalle al sole
nel cielo trasparente come un vaso di vetro che li riflette nella luce obliqua.

 

Luce rosa come le rose rosa
bianca come le margherite
viola come un pensiero.

 

*

Cantabile rosa

Il ragazzo ha sogni che fan nostalgia
come visioni di un futuro mai accaduto
e che mai accadrà.


Reali come una realtà svelata
li mette a nudo
poi li colora un pò di rosa
sorride
e si mette a canticchiare

 

"Se tu sei vicino a me
la la la la la la.."

*

Monti del sole e della luna

Ah, se tu avessi visto i monti che ho sognato stanotte,
emergevano dalle acque biancheggianti di spuma
se ne stavano un poco, a farsi baciare dal sole,
a farsi accarezzare dalla pioggia,
che poi scendeva a fiumi dalle sorgenti con suono primitivo.

Se tu li avessi visti
pieni di farfalle volteggianti,
potrei quasi esserne geloso.

Se tu li avessi visti riaffondare veloci.

 

Ma il tempo, nel sogno correva velocissimo,
come le farfalle che giravano e giravano, sparivano e riapparivano
nel sole come nelle notti di luna.

Il tempo correva velicissimo,
o le avresti viste ferme.

 

È finito tutto con l'ultima immersione,
che durerà fino al prossimo sogno.

 

*

Alibi

Almeno tu fossi una prostituta
da pagare e amare
-sbagliando la parola amore-
avrei l' alibi di non aver soldi
per non venire.

 

Ma non è così che ti vedo
e non ho alibi per non venire
nè per venire.

 

Più avanti forse, in un bivio al contrario,
o un perdono.

*

Bi-via

C'è stato un bivio
e c'erano solo due strade da prendere
ma la scelta era così dolorosa che le prese tutte e due.
Di quando in quando le strade si affiancano
le mani si sfiorano
poi si riaprono addentrandosi ai boschi.
Più avanti forse, un bivio al contrario,
un perdono,
una ricongiunzione.

 

Sommandosi.

*

A volte manco per tanti giorni

Avevano aperto i cancelli
ci si poteva spingere fino al lago, avevano detto,
e così l' ho fatto.
Non subito, che chissà se fuori tutto era come prima
ma l'ho fatto
e poi sono arrivato davanti al lago
sono arrivato davanti al lago e non c'era nessuno
nessuno tranne un bimbo smarrito dentro me.
Guardava tutta quell' acqua sparire in fondo, dietro la curva
e mi diceva guarda com'è bella
ma io a chi lo dicevo?


Lui già lo sapeva da sempre.

Allora gli ho detto ma lo sai perchè è così bella?
perchè ieri era alle sorgenti alpine
a giocare tra le rocce
a correre e saltare e rotolare
adesso è qui davanti, calma, e sembra ferma
ma presto sarà al mare.
E' bella perchè un giorno è tutta schizzi e brillii
risa e giochi
un altro è malinconia di nebbia
e ci sono notti, quando la luna manca, che non la vedi
a volte non la vedi per tanti giorni
che quasi te la scordi.

 

Ma poi ci troviamo sempre qui
qui dove l'acqua non resta
qui dove anche lei s'è fatta d'acqua
e a volte ride e gioca
a volte è malinconia di nebbia
a volte non la vedi per tanti giorni.

 

Ci troviamo sempre qui, gli ho detto,
dove l'acqua non resta
dove lei trova sempre un modo per dirti che gli manchi
quanto lei a te.

*

Piena di splendenza

Così t'avrei voluto vedere
bella in qualunque postura
con la splendenza del sesso seminata sul nudo corpo
vivo.
Così t'avrei voluto vedere
se non fosse così che non t'avrei voluto vedere.
Eppure vengo, ogni giorno, a cercarti.
A cercare perchè l'amore che non ha nulla da farsi perdonare
vada perdonato.
A cercare a occhi chiusi
con le mani affondate nella scatola delle sorprese
quella più bella.
Ma è facile
è quella che ha il più buon profumo.

*

Ma tu non chiudere gli occhi

Ma tu non chiudere gli occhi
si chiudono sempre gli occhi quando è il momento dell' oblio
si chiudono gli occhi per non vedere il buio di un mia che mia non è
per restare soli
per non vedere un tuo che tuo non è.

 

Del buio ricordo una strada tutta curve
che segue la costa, fredda,
questo tratto non ha case, nè luci
solo il faro che esce verso il lago a ogni curva.

 

Ma tu non chiudere gli occhi
del buio ricordo anche un sentiero, che scende al lago,
il faro spento, l' acqua nera come il cielo
e il silenzio
hai mai sentito il silenzio farsi nido contro la paura?

 

Resta solo l' acqua,
acqua che si infila come lingua tra i sassi
acqua che segue le curve del lago
acqua nera come il cielo.

 

Ma tu non chiudere gli occhi
ho bisogno che mi prendi la testa tra le mani
che mi porti ancora al sonno,

con una ninnananna d'acqua,
come io prenderei la tua, per farla mia.

 

Un mia che mia non è.

*

Sospiri

Sospirano i colori in bilico
nelle pupille contenenti.
Si stanno un poco, e girano, e poi planano
nell’anima di rosso assetata.
Riempiono i desideri che la abitano
poi sgorgano, come acque bianche e spumeggianti
dalla sorgente.

*

In un chiaro mattino

E' chiaro,
sono così chiare le metafore abusate
camicie aperte su seni enormi
e inguini di donna fioriti.
Che è questo che fa la primavera coi ciliegi? Li fa fiorire?
Il suo inguine è brullo e desertico
d' erba bruciata al sole,
in questa estate avanzata di giorni lunghi.
Ma questo è certo:
è fiorito un giorno
è stato sorgente di vita e di bianchi fiumi spumeggianti
l' erba era folta intorno
la luce ci brillava
e brillavano le acque che scendevano alla foce.

 

Poi le hanno dato un rasoio.

 

E' rimasta una radura d'incanto
dove giocano ancora gli unicorni rossi.

*

Di draghi, spade lucenti e arcobaleni

Si dà agli occhi, come meraviglia consapevole,
al centro delle pupille,
colorata come un arcobaleno.

Gli puoi mostrare fogli infiniti
impossibili da riempire
potrebbe iniziare a scrivere..
ma al secondo verso scorderà il primo,
e al terzo il secondo..
Alla fine li brucerà.

Puoi mostrargli una spada lucente
Un misto di acciaio e mogano rosso
capace di risuonare nell' aria
come un corno.
Una spada rossa e bellissima

E fuggirà

Solo un arcobaleno uguale al suo potrebbe fermarla.
Se solo non avesse giá bruciato tutti i fogli.

*

Oltre la seta rossa

L'erba era calda, e umida e castana
e mi vedevo lì disteso,
nel caldo buono, come di grembo di madre
e attorno tanta pace, e nessun desiderio
o almeno nessun altro che stare lì.

 

Certo stavo sognando
che il cielo era un drappo rosso,
di seta viva, dai bordi frastagliati.
Io viaggiavo nuotando per raggiungerlo
e cambiarne il colore
che da sempre è rosa
e raggiungere il bosco
che sapevo essere lì.

E il cielo all'improvviso sparì
o forse l'attraversai
o semplicemente non mi piaceva così
nè di tutti gli altri colori immaginati.
E oltre c'era il bosco
con l'erba calda, umida e castana
e io che mi posavo sull'erba e sui fiori.

 

Certo stavo sognando
perchè qui i fiori non hanno  il profumo che si sentiva lì.

 

Certo stavo sognando
perchè non ero solo
tu eri il cielo il bosco il fiore e il suo profumo.

*

Biancosplendore

Ci si sveglia lenti la mattina
in questa età di chissenefrega delle alzabandiera
e di è tanto che la sveglia non suona.

 

Ci si sveglia lenti e si cercano i pensieri sparsi
che qualcuno è gia in cucina, alla macchinetta del caffè
un altro è rimasto indietro, nella notte
e non si vuole alzare,
uno è già davanti al sole, oltre le imposte chiuse.

 

Il più prepotente oggi pensa che non la vuole più la vernice invisibile
quella di Disneyana memoria
quella ambita per pizzicare il culo alle bambine,
per entrare al cinema, senza avere l'età
per restare al museo oltre l'orario
e vedere le statue abbandonare le loro pose
scendere dai piedistalli e muoversi lente, non viste
cercando pensieri sparsi.

 

Quella con cui potrei vedere te alzarti la mattina,
senza pose, e posarti un bacio a un millimetro dalla pelle
assieme a un soffio leggero
quella con cui potrei vederti amarti le mani
o far l'amore con gli unicorni rosa.

 

-No, quella degli unicorni rosa è il sogno-

 

Potrei vederti far l'amore ubriaca, di vita,
col corpo coperto da millegocce di biancosplendore,
potrei vederti far l'amore e basta.

E restare invisibile è il tormento.

 

Pensavo che non la voglio più la vernice invisibile.
Non ho ancora l'età dei tormenti
nè mai ce l'avrò.

*

Ombre d’azzurro elettrico

Fu un lampo nero,
nell' azzurro dell'età incosciente.
Tutti gli altri colori spenti.
Sul soffitto ondeggiavano le ombre dei giorni a venire, incerti
la zingara alla parete ascoltava con me le auto passare
diceva che il lampo era azzurro
scintille elettriche di un tram che non c'è più
diceva che il nero era la notte
diceva che sarebbe tornata a prendermi
a ogni lampo di luce azzurra.

 

Aveva sempre rose tra le mani, le stesse
diceva che il lampo era azzurro elettrico
e l'abito rosso
e il nero la notte
ma il buio era la luce nella quale splendeva.

 

Ondeggiava alla parete
col mutar del lampo, come una gitana danza
diceva che sarebbe tornata a prendermi
ma non può più.

 

Così vago, tra gli alberi che ondeggiano
e le nuvole che viaggiano,
i laghi che non stanno mai fermi
per vederla ondeggiare sulla superficie
per dirle di accompagnarmi ancora ai sogni
perchè si è fatta d' aria, dissolta nella stessa aria
ma con visibili e splendide le mani
che oltrepassano le porte dell' invisibile.


E anche perchè non glie l' ho mai detto.

*

Perchè lei è il sogno

Non so dirti come fu che iniziò
certo non fu il corpo e forse neanche le parole
ma qualcosa come un ricordo amniotico
un ricordo d’esistenze comuni.
Ora è il sogno che non finisce col mattino
l’aria che non manca mai
il sole per le strade del mondo
la fatica di salire fino a lei.

 

Lei che riempie le notti e i giorni
d’invisibili presenze
la prostituta notturna sempre vergine alla mattina
la prostituta diurna che poi dorme come una bambina.
L’ubriaca di vita sempre in fuga
l’amante che ritorna

come acqua al bagnasciuga.

 

Il bianco e il nero che fanno il mondo vero.

*

L’una

Sembrava la luna che danza sull'acqua
sembrava la luna che nell'acqua si sciacqua,
il bimbo alla riva non aveva paura
pur se la notte era profonda e scura.

 

Aveva una una torcia che fende il buio
così di lune ce n'erano un paio,
danzavano insieme il bimbo e la luna
non si capiva più chi era l'una.

 

L'altra girava e girava veloce
l'acqua agli scogli le dava la voce
ma tu non dormire, non ti addormentare
o l'una resta da sola a girare.

 

L'altra aveva una coda di stelle
e il bimbo pensava a quanto eran belle
ma la torcia si spense e non c'era nessuno
nè l'una nè l'altra, solo il buio importuno.

 

Il buio e l'acqua che passa sui sassi
che viene e che va, come se t'amassi
e nel buio l'onda, che va e viene
come l'una e l'altra, code di sirene.

*

Pezzi di sè

Se passi
da quelle panchine in riva al lago
-e per me il lago è il sogno-
guarda bene lì intorno
c'è in giro gente un po' strana
che ci lascia i pensieri.

 

Tu dirai
non è poi così strano fermarsi a pensare
sulle rive del sogno
-un sogno minuscolo-
certo è più strano
trattare i pensieri
come pezzi di sè.

 

Io l' ho fatto
mi ci sono seduto
su quelle panchine di legno
corroso dal tempo
e non ci ho trovato niente di te
però è strano
tornarsene a casa
senza un pezzo di sè.

 

Ma poi
chi vuoi che si fermi
a cercare qualcosa su quelle vecchie panchine
non certo tu
lì di fronte c'è un bar
sedie comode e tavolini
e un cameriere che ti porta pure il caffè.

 

Resta sempre un po' strano
tornarsene a casa
senza un pezzo di sè.

 

 

*

So dove abitano gli arcobaleni

Li vedi nella pelle delle bolle, di sapone,
a volte sulla rugiada dell' erba
e anche in cielo, appena spiovuto
o negli spruzzi che fanno le cascate, cadendo e rimbalzando.

Ma le bolle possono contenere tutto quello che non succederà mai,
tipo tu in corsa, su un unicorno alato
in fuga sulla curva dell'arcobaleno
in un'improbabile fantasia di impossibili colori
nella luce lunare
piena di sogni.
tu che apri una fessura sulla superficie,
per farli uscire, o entrare,
senza farle scoppiare.

Nelle bolle
ecco, è lì che abitano quelli più belli
dentro e fuori
ai piedi di una cascata che crea goccioline splendenti sull'erba
dove i ciclamini danzano
sotto un cielo che non succederà mai.

*

Quotidiana spera

Quotidiana spera.

Non venire come sogno
ma come cosa vera
non come miracolo
ma come quotidiana spera.


Questo perchè stanotte ho sognato di lei
facevo come fa il vento
quando passa tra i fianchi della valle.

Questo perchè la valle diceva spettinami
spettinami i fianchi e l’erba e il bosco
e in fondo, aveva due desideri già aperti e splendenti.

 

Ma tu non venire come sogno
ma come cosa vera
non come miracolo
ma quotidiana spera.


Questo perchè ne ho un altro qui
non è un sogno e forse
se gli canto una canzone in rosa
si aprirà.

 

*

Sulla via del respiro

Capita anche questo.


Esco, per fare un giro
alla ventura, a prendere un po' d'aria
a respirare un po'
e trovo una via consortile del Respiro..

 

! Come fai a non seguirla
a non arrivare alla piazza della bagnante ignuda
luccicante
che si rinfresca di spruzzi al sole.

 

Ma è solo una tappa, un saluto
la strada prosegue
e scende a curve, e tornanti
incalzante
finchè s'allarga, e si adagia di fianco a un'altra via.

Una via calma e lenta
piena d'alberi, dentro e fuori
e che ne imita il colore.
Gli abitanti ti vedono e si mettono in posa, per un saluto
ma il più monello si stanca subito
si volta e ti mostra il popò
affondando il becco nell'acqua
che forse ha fame.

 

Sono rimasto li un tempo che non so.


Risalendo poi un'altra strada diceva di un bosco
con in cima una chiesetta
e una cappella dei miracoli
con dentro angeli violinisti
suonatori di piatti e tamburi,
organisti,
e un bimbo in bocca a un lupo.


Lei sopra
E non c'era paura per il bimbo.
E il mio miracolo l'avevo già avuto.

*

Sull’ultima rampa ripida

A me capita ancora
proprio sull'ultima rampa ripida
prima del grande prato dei narcisi
di rompere la catena.
E resto lì, coi freni tirati, sul crinale tra due prati ripidi.
Per fortuna porto sempre giunti
e un cacciaspine e pinze
e un sasso lo trovi ovunque.
Certo che non è facile, sull’ultima rampa,
rimediare e ripartire.

 

Ma tutto questo è un ricordo
come la moto
come il tempo
in cui si potevano percorrere i crinali.
Oggi devi salire a piedi
se vuoi vedere i prati.

 

Eppure a me capita ancora
proprio sull'ultima rampa ripida
di restare con i freni tirati
e non ho giunti o cacciaspine nelle tasche
ma quello che c'è basta sempre,
per ripartire.

*

Insoddisfatto sempre

Ma io mi fermo ancora davanti ai sogni
è vero anche che son girovago da sempre
e non so domani da dove ti scriverò.
E' perchè son sempre in cerca
di un luogo dove i laghi fioriscono
un luogo dove i cavalli corrono in libertà
ma non è amore quello di cui ti scrivo
se no ti scriverei sempre da lì.

 

E invece vado in giro sotto i cieli
che ci dev'essere pure un luogo
forse dopo l'avviso del navigatore
del passaggio di frontiera
un luogo dove non vorrei arrivare mai
un luogo che poi a casa manca come non mai.

E è proprio da casa


che io mi fermo ancora davanti ai sogni
e al tuo sesso, alla tua bocca
che colorano il grigio delle strade di questa città.
E ci disegno alberi come lampioni
per illuminare il sesso,
il sesso e la tua bocca
e anche qualche nuvola a velare il rosso
del sangue che trabocca.

 

Ma neanche questo è amore, quello di cui ti scrivo
se no ti scriverei sempre da qui
e qui saresti sempre tu
col sesso e la tua bocca
e invece manchi come non mai.

 

Ma è vero anche che son girovago da sempre.

*

Senza certezza alcuna

Non c'è certezza d'altre vite
ma vorrei nascere al lago, in un giorno di sole.
Perchè lo so che c'era il sole
anche se era una fredda giornata dicembrina.
Era la primavera di una lunga estate.

Vorrei nascere al lago per andarci a pesca
e seminare alborelle sulle rive, buone per i vermi
e imparare l'attesa.
Salirei poi per le strade del centro, che vanno alle mura
in esplorazione
per scoprire che non ho ancora visto tutto.


Poi lì imparerei a sognare, sui suoni di un canto indimenticabile,
a salire sulle stelle, scese nel lago.
Quando me ne dovrò andare qualcuno mi regalerà una chitarra,
non perchè diventassi famoso
ma perche era un desiderio
e perchè iniziassi a cantarlo,
e a cantarla nelle notti che manca.

 

Non c'è nessuna certezza
ma una volta diventato grande,
se mai lo diventerò,
ne scriverei
prima che finisca l'estate appena iniziata.
Sì, vorrei nascere al lago
per trovare di nuovo tutto quello avuto fin qui.

*

Dibujo

Ho disegnato una poesia.
Ha grandi colline rigogliose
baciate dalla luce
che combacia,perfetta, al profilo
come una carezza.
Colline così belle che a guardarle ci si perde
e si inciampa, e si rotola,
come pietre verso la valle.
Senza paura si rotola
e ci si trova seduti al centro,
proprio sotto la cascata che scende dalle colline.
Una cascata così bella che l' acqua ti prende con sè
e scendi la valle,
attraversi la pianura come acqua
verso il bosco che nasconde il lago.

 

E' un bosco di maggiociondoli fioriti
ci passa la transumanza degli unicorni
che vanno a bere al lago fiorito di alghe verdi.

 

Sopra a tutto il cielo,
il cielo pieno di tutto quello che non so dire.

 

L'ho disegnata su carta sottile
che adesso ondeggia, trasparente, al vento.

*

Semino sogni

Io semino sogni,
non importa dove
a volte sono le cime dei monti,
ma solo perchè a me piacciono
come le rive del lago, idem.
Altre volte su un divano consumato,
o su una scrivania, in disordine logico,
come i miei programmi
in cui fatico a ritrovare la riga da modificare,
che poi trovo sempre.

Semino sogni
e lo so che può sembrar ridicolo
anche a me
se non fosse che c'è qualcuno che li raccoglie
per cibarsene
e poi li porta al grande prato a fiorire.

E non è per la rima
ma ogni volta è un fiore di stupore.

Un fiore che poi trovo sempre.
Uno stupore di cui essere grato.

*

E poi s’è aperta come un fiore

Già l'avevo immaginata
ogni volta che salgo per sentieri e mulattiere dei cari luoghi
e ogni volta è  il suo desiderio che toglie la fatica.
Il desiderio della visione alla fine del sentiero.
E alla fine si apre, la visione,
come un fiore indifferente al temporale
ed è più di quello che avevo immaginato
sempre nuova di colori
adesso verde di alghe in fiore
poi blu di cielo riflesso
e bianca, come l'acqua che scende sui fianchi del monte
bianca, come le nuvole.

 

Le nuvole poi , sembra basti allungare un braccio
un dito
per un tocco
un lampo
una scintilla.

 

Da qui, oggi, non si vede
e solo immagino di che colori veste
ma so che è là, più bella dell'immaginazione,
là, alla fine di qualche sentiero.

E alla fine di qualche sentiero si aprirà di nuovo come un fiore
indifferente al temporale che lo bagna
sempre nuova di colori.


La visione scintillante.

 

(foto mia, stamattina, dopo il temporale)

*

Prendo solo qualche parola

Prendo solo qualche parola
altre le scarto
finchè resta sul foglio solo questa rossa nudità
rossa come sangue che pulsa, e riempie i corpi
e resti tu, che pompi il sangue in quelle vene.

 

Prendo solo qualche parola
qualche dettaglio
altri li scarto
finchè resta sul foglio la descrizione della tua pelle
oscena
e lì, al centro, ti sfioro.


Prendo solo qualche parola
oscena
-che dica del desiderio
imperdonabile
-che il desiderio non ha bisogno di perdono
scivolosa
-tra le ginocchia e le coscie
profumata
-come il fiore sulla soglia della meraviglia.

Prendo solo qualche parola
altre le scarto
finchè ne resta una.

 

Nuda.

*

Tutta una questione d’aria

Te ne accorgi subito
anche se la stanza sembra uguale
bianca, dalle lenzuola bianche.
Lei pare che dorma.
Ma l’aria non si muove.
Non si muove.

*

In un eterno cercare

Che poi non è l’amore che si cerca di conoscere
nei corpi delle donne amate
ma un qualcosa che sta lì da sempre
nascosto in bellavista
come l’amore da riconoscere.

 

Qualcosa come una radice antica
che ci lega, sotto la superficie delle cose,
qualcosa che ancora si nasconde
sperando di essere trovata.

 

Qualcosa che lascia segni,
e tracce da seguire
come a dire sono qui
vienimi a cercare.

 

Qualcosa a cui non si sopravvive
se non si nascondesse ancora
in un eterno cercare.

*

Resta

Non uscire.
Non uscire di qui,
è una piccola stanza
la stanza della musica.

 

Da fuori ,non lo diresti mai,
nulla si sente,
dentro ci sono onde sonore che premono sul petto,
e sul cuore, dove abiti, in altre stanze,
onde spinte da tremila watt.

 

Fermano il sangue,
come fa un' espansione accordata in sol
che batte sulla luce di scarico.

 

Per un paio d' ore resta tra le note.
Non uscire di qui,
anche se è una piccola stanza.

*

Erotic dream

Succhiarti il clitoride,
questo dovrei fare nei miei sogni erotici di vecchio
fino a che si ingrossi in bocca
e la riempia.


E poi niente,
lasciarti lì e ciao alla prossima.

 

Invece sto ad accarezzarlo
come fosse lo stelo di un fiore rovesciato
che sanguina
e mi sporca le mani
e lavando non va via.

*

Appare, pur non scomparendo mai.

Appare
come cosa che brilla alla luce nuova di ogni volta
e appare ogni volta nuovo
che il lago non è mai lo stesso
e si fa più bello curva dopo curva
mostra nuovi dettagli
un battello che passa lento
un campanile, un ponte, una vela.

 

Questa strada a volte sale
quando la costa si fa impraticabile
passa tra gli alberi e i boschi
ha gallerie scure da dove il lago non si vede
ma è la sotto, che brilla.

L'auto intanto va, in leggera discesa
verso la fine della galleria
non accende il benzina se non serve
scivola in un silenzioso elettrico
che anche lei sa il valore del silenzio
pieno di cose mai viste che brillano
alla luce nuova di ogni volta.

 

Ecco, riappare
si spalanca di nuovo agli occhi
e ti regala una voglia di fermarti a guardare.
Lo so che fa male ma ne approfitti per una sigaretta,
così dal muretto a lago vedi dettagli là in fondo
e un sentiero,
una scalinata che scende tra le case antiche
piena di trifogli e rose
e cose svanite di cui resta traccia sui muri.
Scendi fianco a fianco con l'acqua della cascata
e là sotto è una meraviglia
sempre una nuova meraviglia.

 

Solo al ritorno ti accorgi che non dovevi fumarla quella sigaretta
che il respiro manca
e anche che non potevi non scendere a vedere quell'arco di ponte sull'acqua.

 

*

Qualcosa di fiorito

Ieri era un tramonto cittadino
quello alla finestra a ovest
un profilo di case nere all'orizzonte
e il sole che cadeva lento in un canestro disegnato dalle mura.


Il cielo arrossiva
mentre qualcosa fioriva sul balcone a est.
Mercurio era nascosto, a ovest, dietro il nero delle case
e io ero lì a guardarlo.

 

Stamattina il cielo è tornato azzurro
-che qualcosa è fiorito sul balcone a est-
così ho deciso, salgo alla sorgente
al posto dove il loro nonno portava i miei figli
al posto dove i miei figli portano i loro
il posto dove qualcuno ci sta ancora portando tutti
e ci aspetta nel nero tra gli alberi.

E niente. Sono qui, alla sorgente dei fiori
con qualcosa di fiorito
che qualcuno deve vedere.

 

*

Passate da mezz’ora le tre

C'è qualcosa che muore ogni volta
poi ti stupisci sia vivo più che mai
qualcosa che ti sveglia di notte
quando sono passate da mezz'ora le tre.
Tu lo sai che la stavi sognando
che ti ha donato anche quella che non è:
il suo corpo morbido, e dolce
obbediente alle mani.
La sua bocca una fessura di buio nel buio
dove quel qualcosa muore.

 

Resti a guardare nel buio la sua bocca ingoiare parole
queste
fino a che viene giorno.

*

Come cosa mai sentita

Questo capita al poeta
al pittore, all'artista e al sognatore.
Crea un mondo che ha intuito esistere, da qualche parte
lo chiude in una bolla di sapone
e poi la penetra
sentendola scorrere sulla pelle
come cosa mai sentita.
Una volta dentro si scorda chi è,
una volta fuori vaga per il mondo a cercarsi.

Questo capita ai poeti
ai pittori, agli artisti e ai sognatori.
qualcuno ha creato per loro un mondo
che credono di aver intuito esistere
poi si è chiuso dentro e da lì li chiama forte,
loro vagano per il mondo
seguendo la voce
cercando la via segreta
che non troveranno mai.

Eppure la sentono scorrere sulla pelle e nelle vene
come cosa mai sentita
come terreno inesplorato
e sempre vergine.

Vergine e madre gravida dei loro sogni.

*

Laghi e altre meraviglie

Quant'era bello il mio lago ieri
bello bellissimo
tanto da sembrare un quadro
e forse proprio questo era
un quadro in una stanza vuota.
Poca gente attorno
a tratti nessuno
così a chi lo dico
guarda questo è il mio lago.
E così nessuno vede i suoi sogni
danzare sull'acqua tra le onde.

 

Non così quest'altro lago di oggi
sperso e nascosto in mezzo al bosco
qui non viene mai nessuno
solo qualche viandante che passa
o un ragazzino a pesca d'illusioni
con la canna di ramo di quercia.
Tutto è rimasto com'era
alle spalle il solito capanno
nel folto del bosco qualcuno si dà gioia
come fosse la prima volta.
E in fondo è proprio così
che come fosse è come è se ci credi
qui gli anni non sono passati
li ricordi soltanto al ritorno
per un po' di fatica in più a pedalare.


Qui i ranocchi saltano nell'acqua
veloci come le tue dita
due betulle si alzano al cielo
sinuose come il tuo corpo.
Una tartaruga traccia cerchi nell'acqua
e onde
ed ecco ancora i tuoi sogni.

 

Perchè tu sei come me
nascosta nel folto del bosco
nello spazio tra i rami ti dai gioia.

Perchè tu sei come me
sapessi quante ne ho fatte
cancellate e rifatte
che guarda sembro così ridicolo.
Così oggi ho fatto anche questa
e sapessi amore quante ancora ne farò.

 

Perchè tu sei qui.
E riempi il silenzio.

*

Lei

Lei è paesaggio,
di quelli visti da un belvedere sui monti
quei belvedere da dove la vedi tutta, intera
e tu credi di essere andato lì per guardarla
me è lei che ti ci ha portato per svelarsi.


Quei belvedere da dove non andresti più via,
dove ci staresti un'eternità, senza invecchiare mai.
Da lì la vedi tutta, intera,
e non sai cosa guardare
perchè lei è il cielo
dove appare immensa
vestita di nuvole e sole.
E' il profilo sinuoso dei monti
è il nome di tutti i colori che vedi
è un'ala rossa, che veleggia tranquilla sul lago
è il verde dei monti
l' arancio dei tetti di tegole
che dall' alto non nascondono un giardino segreto.
E' il falchetto che scende a spirali lente
e si butta d'improvviso in picchiata, veloce, alla preda
e tu sei la preda, e ti piace.
E' il nero, profondo e umido del lago
che si intravede tra i rami spogli del suo bosco.
La notte si fa contorno di stelle,

e il nero si fa mistero.

 

E ancora è paesaggio
di quelli visti dal balcone di casa
di giorno
quando sogni.
Perchè lei è sogno.


E non so se è l' anima mia o la sua
che vive in un mondo altro, senza tempo
sognato dentro questo mondo.


Ma so che è Femmina.

È acqua di lago, che scende dalle nuvole gravide quando piove
è il suo modo, di bastarsi da sola.

*

Quando verrai

Quando apparirai
nel riquadro della porta
sarà così veloce e repentino
da non capire se arrivi o vai.
Allora penso piazzerò due fotocellule
proprio allo stipite
una collegata all'interrupt del cuore
e tante righe di codice
quanto la cifra degli anni tuoi
per capire la direzione
se vieni o se vai
o se perplessa stai.
E se non scatteranno
capire che semplicemente non ci sei.

 

Lo so, ne basterebbe una
se tu fossi l' unica
e un gran verde fuori cambierebbe di stato entrando
verso un rosso soffuso
ma tu al solito stai
ed è un eterno lampeggiare
tra verde e  rosso

oppure semplicemente non ci sei
e c'è sempre un gran verde fuori.

 

Ma se un giorno davvero verrai
non ci saranno fotocellule e luci
righe di codice o illusioni
a dire che sarai qui.

Però tu porta il tuo nome
la cifra esatta degli anni tuoi
le strade percorse e i sorrisi
disegnati sul corpo,
non scordare i dolori.

 

Non portare vestiti
leggeri o pesanti
che non servono qui.

 

A volte sembra che arrivi davvero
ma poi sei sempre un blackout.

*

I carri degli angeli

Non erano i soliti lampi stanotte,
era una raffica di scintille a illuminare il buio
come lanciate dalle ruote dei carri degli angeli.

 

Se ne sentiva il rombo
mentre passavano sulla strada disegnata dalla luce, all'orizzonte,
se ne sentiva il rombo, sordo, continuo,
come passassero su un ponte di pietre sul vuoto,
diretti alla dodicesima stanza
dove tutto ha inizio.

 

La pioggia intanto suonava una melodiosa ninna nanna.

*

Due laghi

A Ugovizza c'era la tana dei lupi
mica quella degli autisti di corriera
e lui quello voleva fare.


L'aria là era una promessa di neve
bianca, come le rocce intorno
pungente, come i tetti ripidi delle case
la sete ghiacciava in gola
l' acqua scendeva schivando i sassi
in un budello di neve
sul greto i lupi giocavano al passo del giaguaro
con nelle narici l'odore della polvere da sparo.


Non si dimentica l'odore della polvere da sparo.
E il lago era così lontano.

 

Lui aveva gli occhi buoni
due laghi d'acqua dolce
dove l' acqua era sempre calma.
Sognava la sua Regina
sognava di percorrerla da Porlezza fino a Menaggio
come sulla corriera di babbo
mentre la Regina scendeva sinuosa tra il verde e il profumo dei fiori.

L'odore della polvere da sparo proprio non lo sopportava
e poi a casa aveva anche un'altra regina che aspettava il suo re.

 

Ma era così lontana
tanto quanto il lago, il verde e il profumo dei fiori
così decise di fuggire
e lo fece in una mattina d'inverno
quando la neve fa gli spilli e il freddo disegna le figure sui vetri.

Non l'hanno mai preso.
Adesso porta una corriera tutta sua
corre da un lago all'altro
tra il verde e il profumo dei fiori
per sempre.

*

Silenzio

Rimane, nell'aria
un poco di luce gialla solare
accende il verde delle foglie agli alberi
ne risalta i contorni.

 

Gli alberi stanno,

disegnati su un cielo che intanto ingrigisce.

È la pioggia che arriva.

 

C'è silenzio
le case chiudono gli occhi
gli uccellini tornano al nido, zitti zitti.

 

Io sono già al nido
zitto zitto
e guardo al cielo
con l'anima dondolante,

come le foglie là fuori,

sto, mosso dal vento.

*

Guarda le madri

Guarda le madri
guarda i loro sorrisi
vincere il tempo
scavalcare la morte.

 

Guarda le figlie, i figli
specchi riflessi
di quell'eternità.

 

Guarda le madri e le figlie
che imparano e insegnano
l'una dall'altra i gesti e l'amore
finchè non distingui la madre e la figli.

 

Guarda le madri mancate
e le figlie desiderate
guardale sedute agli orli degli specchi
guardale guardarsi
riconoscersi i gesti e l'amore.

 

Guarda le madri sfigliolate
le figlie inchiodate a una croce
e loro inchiodate alla stessa croce.

 

Guarda la loro croce che si fa mondo
e terra, alberi e boschi
pioggia che viene
e che corre nei fiumi.

 

Sono madri bambine
con le figlie già grandi
forse madri anche loro
in una vita inventata.

 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2020/05/11/guarda-le-madri/

*

Madre

Lo sapeva che non sarei mai stato davvero suo
non più come nel suo ventre rannicchiato
sarei uscito per il mondo
lei avrebbe aperto le porte del mondo
io gli occhi al suo sorriso.
Lo sapeva,mai davvero suo
ma per sempre nostri.
E' così che è diventata il mondo.
E' così che rinasco ogni giorno
pronunciando il suo nome.

Ogni volta che qualcosa che filtra tra i rami
o quando il cielo che scende a terra bacia l'acqua
e mi avvolge tra il cielo e i rami.

E non ci manca più nulla.
Si-amo per sempre noi.

*

Haiku (Embrujo)

Campo di fiori
Una panchina sola
fa nostalgia

 

foto mia (Petrella Guidi)

*

I vecchi

I vecchi hanno uno sguardo bambino sulle cose

occhi curiosi come i loro

e quando li chiudono sono proprio come loro

credono ai c'era una volta

delle principesse e delle streghe.

A volte fanni i draghi

ma subito si pentono.

Sanno delle rose e delle loro spine

ma le rose per loro non sono rose

e gli chiedono il perchè di quelle spine.

*

Fili di nuvole

Ieri eri nel cielo dietro casa
verso sera, le nuvole erano scure e sottili,
come tratti a matita su sfondo grigio,
e disegnavano un sogno sdraiato.

C'eri tutta, i seni
le sopracciglia e gli occhi,
i capelli,
il contorno del viso e i fianchi.

Il tempo di prendere il telefono e il vento t'ha portata via.


Io mi sono perso il tuo lento svanire
e tu non mi crederai.

*

Akua dulza

Basta poco
nelle sere di pesca al lago,
perchè questo sparisca.

 

Basta una nuvola
che copre la luna
e l' acqua si fa invisibile agli occhi,
dello stesso colore del cielo.

Resta solo il suono delle onde
su questa riva, dove sei seduto
e la luce di una casetta
sull' altra sponda a mostrare i confini.

Poi anche quella si spegne
colta dal sonno.

 

E' allora che l' anima si spande
nel buio
senza più confini.

 

Nel mormorio dell' acqua dolce che la culla.

*

Segrete stanze

 

Questo è già stato scritto:

 

"Apriranno i cancelli
e potremo toccare le rose
allora anche noi saremo rose
con stelo e foglie e petali e linfa."


Così è certo:
Apriranno i cancelli
arriveremo ai laghi silenziosi
laghi nascosti tra i monti
o proprio al centro di un bosco
e ci sdraieremo alla riva
tra le pietre
e saremo pietre baciate dal sole
ci staremo fino allo spuntare delle stelle
e poi la rugiada ci coprirà gli occhi
e potremo berne.
Saranno verdi intensi al risveglio
e azzurri, e erba che ci copre e fiori
e alberi che ci guardano vivere.

 

 

L'impossibile sarà scordare i cancelli
i cancelli da dove si vedevano le rose morire di solitudine
i cancelli dietro i quali si morirebbe di solitudine
se non ci fossero stanze segrete
dette fantasia, o poesia, o come volete
dalle cui finestre si vedono già i laghi bianchi del silenzio.

 

 

*

Musica

Se l'ami non puoi non sentirla ovunque,
nella pioggia fine che fa il  tappeto di sottofondo,
nella goccia che batte sul vetro.
E ti trovi a cantare in suoni.
Ogni cosa è suono e ha un posto matematico nel tempo.
Non puoi più cambiare marcia fuori tempo,
nè spegnere la radio a metà battuta.
Il silenzio e la quiete non esistono mai completamente,
c'è sempre un muscolo in movimento e un canto nella testa,
canta allora le tue poesie, e fa che il canto non sia un lamento.
Il canto è vita, è vivo, e va oltre..
non sei mai solo.
Ho  qui una canzone,
una ninna nanna, per addormentarsi.

 

*

Sogno N°9 (Aprile)

L'amore attende
anche nel silenzio spaesante fa la casa
ed ecco appare il viso amato
e mentre sogni appare
e mentre sogni vedi.

*

Haiku (Marzo)

Uggioso marzo
Cade la nebbia densa
Beve la terra

 

(Kigo: Primavera

 Kireji: Beve la terra)

*

Spaesamento

Forse "casa" non è un luogo da abitare,

è un luogo dove tornare da paesi inconosciuti.

Paesi di silenzi tra croci sulle vette

o da un prato di narcisi

o da silenziose rive di lago,

dopo che il cannone ha sparato tra la terra e il cielo.

*

Unforgettable

Questo è impossibile:

 

Vagare per le strade di lei

e ri-trovarla

come un'epifania

avendola prima scordata.

*

Ti ricordi i ricci?

Ma lo sai che quella che siamo andati a cercare un giorno, once upon a time,

e abbiamo portato a casa, facendo casa

che poi ci si è chiusi per giorni,

con la spesa per una settimana e più

per darci dentro come ricci

è la stessa che è qui adesso?

 

Chiusi in casa,

con la spesa per una settimana e più.

 

Ma è tanto che non si vedono i ricci.

*

Sono uscito

Sono uscito per andarla cercare

lo ricordo, come fosse tanto tempo fa,

sono uscito a cercarla per boschi

per le panchine in riva al lago

e poi fermo in mezzo alla piazza

attento a destra e sinistra.

E poi un panino alle mura

con calma

tanto per aspettare ancora un po'.

 

L'ho rincorsa pedalando più dell' acqua

e del volo del Merlo

sulle tracce del passaggio.

E quelle trovavo

tracce del passaggio di una presenza

una presenza che è già in me.

 

Come è qui adesso, senza uscire,

e ha la solita forma, tonda e frastagliata,

di un bianco brillante con bordi azzurri

e al centro un foro che manda raggi luminosi,

e ogni raggio un pensiero vaporoso.

*

Metti che la musa metta il muso

Ma se non lo facesse che musa è

sarebbe più un' oca giuliva.

Anche quelle andavo a cercare un tempo, le muse,

qualcuna l' ho anche trovata

e si è anche tolta il muso.

Aveva le tette sgonfie e il culo basso, e grosso,

ma se ne fregava.

 

Altre sono introvabili,

nascoste dietro il loro muso di tette gonfie

hanno sempre il culo alto e sodo.

 

Ti portano all' orlo dello strapiombo e ci si nascondono dentro

e sull'orlo scrivono "fin qui e non oltre"

Ma fin qui e non oltre era un mio vecchio blog

e lo strapiombo lo conosco bene.

*

Sola e mutilata

Se ne sta lì

buona buona, sul suo supporto,

e non si lamenta.

Certo l’accarezzo ogni tanto

ma non si consola

che il suo compagno, a transistor, è rimasto in sala prove

e il valvolare in magazzino.

Io provo, ma non si consola

non piange, e non gioisce

non urla

la sua voce usciva attraverso il suo compagno

e ora non rientra nei pickup.

 

 

non si dà pace.

*

Marzo

Dentro al silenzio
c'è come una sensazione di qualcosa che muore
come una ragazza che ha sentito un gran silenzio in grembo, un giorno,
o il ragazzo senza più una voce che lo sgrida.

 

Sì, la televisione suona, ma non vale.

 

Ti ricordi il rumore dell'acqua di lago?
dalla panchina in riva al tuo paesaggio
quella dove hai lasciato un segno
per ritrovarla,
per ritrovarti.

 

Intanto la televisione suona, ma quella non vale.

 

E ti ricordi l' aria fresca, estiva,
e il chiaro di luna, che non è questo, a led bianchi
e le mani che salgono lungo le coscie
sulla stessa panchina
le mani che si infilano sotto la seta rossa
fino alle mutandine
e poi scivolano sui fianchi
per arrivare a sostenere il seno.

 

Intanto alla televisione c'è qualcosa di simile, ma quella non vale.

 

E ti ricordi i profumi?
dell' aria davanti al lago
della pelle
della luna o del sole?

 

Quelli alla televisione non ci sono.

 

Ma è solo un assaggio, finirà il silenzio
e si arriverà fin davanti al lago.
un assaggio di giorni lontani
giorni di ti ricordi l'aria
e il sole, la pelle
giorni di televisione che suona
mentre fuori c'è un gran rumore di traffico e gente.

*

Le margherite

Ho visto le margherite splendere,
aprire le corolle al campo in un giorno di sole
e lei sdraiata dentro.

Ora tu puoi anche bruciarlo quel campo,
bombardarlo,
spargerci sangue a litri e incendiarlo,
oppure ararlo, rivoltarlo, metterlo a nudo
e poi ripiantarci gli asfodeli della morte
o i calicanti,
oppure un' elegante amarillide
o un giovane ligustro,
un tossico rododendro,
un' amoroso agapanto.

Allora puoi dire che lì non ci sono le margherite
puoi giurare e spergiurare che lì non ci sono mai state
nè ci saranno mai.

Ma io le ho viste le margherite splendere.
E so che torneranno.

*

Non si incontreranno mai

Probabilmente quello che non riesco ad essere
e l' immagine che ho di te
nuda
in corsa sull' unicorno
non si incontreranno mai,
anzi è certo
lo so.

Eppure, adesso che non ci si può incontrare
sapessi come manca questo non incontrarsi mai.

*

Io posso chiudere gli occhi

C'era un bel film su "cosa vedi quando chiudi gli occhi"
solo che lì finiva tutto.

Io posso chiudere gli occhi
e vedere ancora i bimbi danzare davanti a un palco
in una serata estiva
che ancora verrà.
Posso vedere l'acqua limpida sgocciolare
tra macchie di sole e penombra di alberi
nel profumo di muschio e ciclamini
su alle sorgenti del Lambro.
Posso sognarmi giovane
dove non lo sono mai stato
perche era il suo sogno che mi sognava giovane.
Posso vedere i fotogrammi più belli
che non hanno originale.
Posso vedere il lago dall'alto
scendere verso le rive
e inventare l'erba sulle spiaggie sassose.
Posso vederti cavalcare l'unicorno rosso
sempre più veloce
sulle rive del sogno.
Posso credere che stiamo solo giocando a nascondino
e che ti sei nascosta così bene che ancora cerco.
Potrei nascondermi anch'io
ma mi trovi sempre.

Posso diventare un piccolo granello d'infinito vagante.

Ma mi trovi sempre.


(Let's the children dance)

*

Permanenza

Non è un lago, o un bosco
una città o una via
o una casa piuttosto che un'altra.
È dove l'anima permane che la si va a cercare.
E in questa casa dove "io resto a casa" non è mai stata
e non la sento e non so che fare
anche lei sembra che non ascolti,
e mi manca.

*

Luce strana

Chissà se anche la luce ha un qualche patimento,

se soffre di più a restare distesa

come un velo grigio

sopra le case e le cose e le strade vuote

oppure

ad attraversare lastre di vetro

perdere un po’ dei suoi colori

impressionare tende e occhi

con volti amati.

__________ che strano andarsene senza calore

__________ solo mani e volti di plastica da ricordare

*

Le cose nascoste

È una piccola apertura tra gli alberi

si intravede appena il sentiero che scende, verso la riva

tra l' ombra che fanno i rami.

E non sai cosa te lo fa scegliere

piuttosto che quel parco, lì vicino

con panchine, e giochi e spiagge attrezzate.

Ma posteggi, e in fondo lo sai

che da sempre cerchi di vedere le cose nascoste

dietro gli angoli.

Le cose nascoste, che sono poi quelle che nascondono

come quel salice, che richiudeva i rami dopo il passaggio

e diventava nido

e il nido si faceva casa

dove ci si poteva amare.

Posteggi e imbocchi il sentiero

e il sentiero svolta sul ponticello che oltrepassa il torrente

poi scende dritto alla riva.

L'acqua è piena d'angeli

che brillano, e danzano

spandono attorno scintille di luce

e l'aria tra i rami dà loro voce.

È solo sole, obliquo sull'acqua

ma incanta

come dovessero arrivare altri angeli

a unirsi alla danza di luce.

E alla fine arrivano,

ti escono da dentro.

*

Laghee

Noi abbiamo l' anima acquosa
non acqua marina, che riflette il cielo,
gli specchi da dove guarda sono laghi
e ci si riflettono corone di monti
con sulle spalle mantelline di neve.

 

Così, curiosi, cerchiamo le strade per salirci
fino alle colme
e più su
fino alle croci sulle cime
vicino alle stelle.

C'è silenzio lassù, tra il bianco e l'azzurro
le valli e i fiumi scendono
come radici verso il mondo là sotto
percorrono le strade
fino ai cortili dove ragazzi correvamo al pallone
i cortili che si aprivano a giardini segreti
i giardini che credevamo eterni
i giardini che ancora tornano, eternamente, nei sogni.

 

E non è il bimbo che sogna l' uomo
e non è l' uomo che sogna il bimbo
è solo vita che estende le sue radici tra i due.

 

foto mia

*

Unicorno rosso

Forse i narcisi piangono, di notte, senza carezze
quando solo la luna li vede
la luna che entra da queste finestre storte
e disegna i narcisi sui muri.

Ma una donna li ha visti e ora sa
una piccola donna
che spargeva colori sui prati
seguendo fili di invisibili sogni.

Sulla rugiada dell' erba diventavano fiori
poi qualcosa le sfuggì di mano
presa tra bianche lenzuola
e furono mura e finestre
ma i fiori non muoiono mai
rinascono folli di sole e rugiada.

La piccola donna sta nel passato
che separa il visibile dall'invisibile
ancora regala fantasie di seta
e cavalca il suo unicorno rosso
e scrivere di lei è ciò che resta.

La piccola donna sta nel futuro
che separa il visibile dall'invisibile
un immaginato futuro di stanchezze
e di mura e finestre
e non muore mai.

Rinasce nella fantasia indimostrabile
così muta di indicibili parole
così muta che non ne ricordo la voce e il viso
e scrivere di lei è ciò che resta.

*

In

L'invisibile è ovunque
indimostrabile disegna il visibile.

 

Da questa panchina -la solita- guardo il lago -il solito-
mi si vede bene
c'è solo un inesistente tempo tra l'invisibile seduto qui
e che disegna i monti e il faro,
che spara insondabili misteri sul lago
da un cannone tra la terra e il cielo
a metà di una strada che taglia il monte.

 

Anche l' indicibile è ovunque
tra i -non è nulla-
-andrà tutto bene-
nel sogno inconsumabile e infinito.


Ma l'infinito non ci sta su questo foglio.

*

Facile

Sarebbe stato facile venire a trovarti

portarti la giovinezza
muscoli forti e denti buoni
per morderti i capezzoli.
Sarebbe stato facile
col drago nei pantaloni sempre pronto
appoggiarmi al tuo corpo
per sentirne il calore e il profumo
porre un desiderio tra i glutei
e girarti e rigirarti
e di nuovo appoggiarmiticisi (spetta che mi si è attorcigliata la lingua)
e  appoggiarmi tra i seni ancora , giovani e sodi.


Sarebbe stato facile venire così
a ogni giro e rigiro
e non in tutti i mari e tutti i laghi
sarebbe bastata una tenda
in un prato fiorito, tra i quadrifogli.

Invece sono venuto oggi
e ho portato la vecchiezza
le rughe e i pochi denti rimasti
un drago addormentato e steso a riposare.
Sono venuto a sedermi sulle tue panchine
e vedere l' effetto che fa sperare di non trovarti.

*

Bimbo in fuga

Ma una coperta non è una corazza lucente.
Da quelle finestre vedevo i giardini
i giardini e la luna
e altre solitudini.
In quelle finestre c’ erano i malati gentili
dalle tasche nude e bucate
che venivano di notte
quando la luna faceva le ombre tra le lenzuola pulite
e una coperta non è una corazza lucente.

E in quelle stanza non so se Dio c’era o non c’era
la Madonna era fuori
che guardava i giardini
alla luce della luna
e non si accorgeva di te.

Così sono andato via
eterno bimbo in fuga
che guarda i giardini fioriti
le lune sul lago
tra zingare solitudini.

Ho costruito una corazza
una lucente astronave
dove gli uomini non possono entrare
e non saresti cresciuto mai.

Qui si sta bene
e aspetto ancora la mia scatola di cartone
con la locomotiva sbuffante, gli scambi e i semafori
o una scatola qualunque
piena di speranze e meraviglie
che tra gli uomini c’è disincanto mascherato
ma i bimbi non lo sanno.

Ma tu portami ancora la mia scatola di cartone
o una scatola qualunque
che forse non si sta poi tanto bene qui
in eterna fuga
e mi manchi.

Sono tornato a cercarti e non c’ eri,
tra le case vuote e abbandonate
forse invisibile
forse senza saperlo sei venuto via con me.

Allora dammi la nostra scatola di cartone
piena di meraviglie
che mi manchi.

 

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*

Orlo

________Seduto all' orlo dello sprofondo
_________nel punto più in vista di questo mondo
__________con cento scatole per la meraviglia
___________e poi duecento perchè le rassomiglia.

 

Ci fosse un orlo del mondo
di questo mondo
dove il tempo e le cose finiscono
un posto dove sedersi a riposare
un anno o mille che vuoi che sia.
Sarebbe dentro i suoi occhi
occhi di lupa nella notte.

Da lì cadrebbe la luce
come avesse peso leggero
e sotto è un lago di luce

lo vedi tutto quel lago

e segui le curve delle rive
ogni curva un seno, un ripostiglio
un taschino dove hai lasciato o preso qualcosa.

E il lago sono i suoi occhi
dove vuoi andare ad abitare
in quel buio profondo di occhi di lupa
pieni di luce.

 

________Per i suoi seni scatole trecento
_________per la sua schiena sui quattrocento
__________per lo sprofondo son cinquecento.

*

Passando

Se passi
da quelle panchine in riva al lago
-e per me il lago è il sogno-
guarda bene lì intorno
c'è in giro gente un po' strana
che ci lascia i pensieri.

Tu dirai
non è poi così strano fermarsi a pensare
sulle rive del sogno
-un sogno minuscolo-
certo è più strano
trattare i pensieri
come pezzi di sè.

Io l' ho fatto
mi ci sono seduto
su quelle panchine di legno
corroso dal tempo
e non ci ho trovato niente di te
però è strano
tornarsene a casa
senza un pezzo di sè.

Ma poi
chi vuoi che si fermi
a cercare qualcosa su quelle vecchie panchine
non certo tu
lì di fronte c'è un bar
sedie comode e tavolini
e un cameriere che ti porta pure il caffè.

Resta sempre un po' strano
tornarsene a casa
senza un pezzo di sè.

 

01 03 2020

 

Gruner-See,-Austria-panchina

*

E poi

E poi..

E poi vuoi scrivere qualcosa di bello

che dica

“c’è un tesoro in ogni dove”

a immagini e parole.

Così giri il web

per cercare qualcosa di bello da mostrare

solo che trovi una maglietta rossa

sulla riva dove spiaggiano i giochi.

E tanto freddo.

E niente,

sarà per un’ altra volta.

*

Fottila

(riletta e riscritta)

Fottila la poesia
anzi scrivile due righe, e tra le righe
_______________________________
f o t t i t i
_______________________________
come bestia inginocchiata.

E poi vai a pesca
o al bosco,
a cercare il muschio per i ciclamini
o a guardare le nuvole
come semplici e minuscole goccioline d’ acqua vaporizzata
senza vederci ballerine, o un nome, o un viso.

Fottila la poesia,
tanto lei non ci pensa due volte a fottere te,
come una fiera ti segue,
si mostra
magari in un guizzo di paura
negli occhi della trota appesa all’amo
e la senti in gola
o nel cespuglio di margherite al bosco
attraverso il quale la vedi.
Nuda.
O proprio mentre guardi le nuvole,
una ballerina, o un nome, o un volto passano veloci.
Vedi?
Sei fottuto.

 

foto mia

20200119_124036

*

In un mattino

Non ce n'è uno uguale all'altro,
in quel filare d'alberi che corrono
verso la luce bianca e diffusa
che abbaglia l'orizzonte non ce n'è uno uguale all'altro.

Alzano le braccia nude a salutare
e ci svaniscono dentro.

Sono sempre le solite cose a svanire
i filari, i tralicci
le strade , i binari.

Sulla strada anche l'auto corre
ma non ci arriva mai a svanire
mentre invece le cose appaiono,
un albero dopo l'altro
e la strada si allunga
la benzina manca.

A breve appariranno le colline
e i monti
persi in quella luce.
Ma la benzina manca sempre più,
e non si arriva mai.

*

Cerchio

Ho immaginato colori brillanti
e poi li ho fatti danzare
nell' aria piena di note
come stampati su un lenzuolo a sventolare.
Mi ci sono sporcato le dita
e le mani
macchiato muri dove le appoggiavo.

Muri da abbattere, da ridurre in macerie
perchè altre note si alzino ancora al cielo
a brillare e danzare
come stampate su un pentagramma nel vento
e come scintillanti minuscole gocce
si colorino al sole
come arcobaleno
che mi ritorni al cuore.

Per riempirlo di suoni e colori
che importa dei fori, delle ferite che faranno per entrare
da quei fori ne usciranno di nuove
come un canto che si innalza al cielo
a brillare e danzare
come stampate su un pentagramma nel vento
e come scintillanti minuscole gocce
si colorino al sole
come arcobaleno
che mi ritorni al cuore.

Per un altro incanto.

 

Arcobaleno

*

Specchio

E' solo un gioco di bimbi
ti metti allo specchio con lo specchietto di mamma
quello per guardarsi le spalle
così, tanto per vederti allontanare all' interno
all' infinito.
E poi non distingui più i volti
e lo specchio è pieno di gente che non lo abita.
E tu di qua sei solo.
Separato da uno strato d' argento.
Proprio come loro, riflessi anche loro nei tuoi occhi.

 

All'infinito.

*

Dove il nulla non è nulla


Eternamente sporta al davanzale
un giorno che non ricordo quando fu
e io non so nemmeno dove stavo
forse sul ballatoio o forse giù.
Non so chi è stato a fare quella foto
forse lo zio venuto da Milano
Milano, città lontana come l' America
e quelle magie erano cose di lassù.
Luciano vieni fuori che c'è il sole
andiamo a fare un giro senza meta
ma era domenica, giorno di partite
papà era dentro con la radiolina
le pile legate fuori che quelle sì
duravano di più.
E dai papà finisci la partita
prendila sottobraccio e andiamo giù
possiamo passare dallo zoo prima del lago
ci son le scimmie buffe e colorate
la faccia rossa ed il sedere blu
da lì al lago poi il passo è breve
a quei giardini dove mi portavi tu
ci sono panchine dove puoi riposare
io intanto gioco e non ti vedo più.

Perchè è questo che davvero vedo nella memoria
un grande bianco pieno di presenze e luce
quelle scimmie, il lago, i volti non li vedo più.
E' come vedere qualcosa che non c'è
come se quella foto sparisse tra la pieghe del taschino
per giorni e giorni ma lo sai che c'è.

Così oggi scenderò a vedere il lago
e ci saranno bimbi nel giardino
la foto insieme nel taschino
il taschino come un grande lago grigio pieno di presenze e luce

i colori ce li metto io.

 

*

Giuliano

Non ricordo il nome.
Occhi neri e tristi ma furbissimi e buoni
non sapeva stare fermo nel banchetto
proprio come me
guardava sempre fuori dalla finestra, alla scuola in riva al bosco
guardava gli alberi , e il buio tra gli alberi
verso un altrove raccontato, un altrove che non capivo
verso dove le rocce nascondevano il buio.

 

Oggi lo so,
all' uscita di scuola non erano le case di Como che vedeva,
erano le sue, con gli occhi strappati e i fantasmi alle finestre,
tranne una, e verso quella accellerava il passo.

 

Oggi lo so,
non ricordo il nome
e lo chiamavano il figlio della iugoslava,
ma forse era solo Giuliano
e lei jugoslava non lo era più,
lei non era più,
quel bambino era tutto ciò che lei era adesso.

 

Oggi lo so,
Oggi potrei essere nato a Fiume,
o in qualche altro mondo,
e guardo le case di Como col cuore strappato
cercando il portone dove ho bussato un giorno
perchè scendesse, almeno una volta, a giocare
e m'ha aperto lei, contenta
ma non è sceso.


C'erano ancora troppe camicie da stirare.

 

*

Color

Tu credi che tutto quel blu sia lì per te
e non vedi più i papaveri, le borse, le scarpe a spillo
i cuori sanguinanti tutto intorno.

 

Poi un giorno credi che sia il rosso che invece è lì per te
e non vedi il blu, steso ad asciugare a un filo
sotto le sue finestre.

 

E così per il rosa, il verde, o il giallo,
solo che ne scegli uno alla volta.

 

Ma dentro hai un arcobaleno.

*

El84

Lì dentro la luce si attorciglia come un suono
e il suono è rosso,
incandescente oltre il vetro.

Così non lo diresti mai che lì dentro ci sono gomitoli e gomitoli di strade
e acqua e riva di lago
sassi alla schiena
e stelle negli occhi.
Lì dentro il suono si attorciglia come la luce.

Caldo, di un bel rosso nel buio.

*

Non so il suo nome, forse Poesia

Non so il suo nome, forse Poesia?

L'ho incontrata nella giovinezza degli anziani
nessun vuoto l'ha risucchiata in questo mondo
avevo la mia musica, che già lo riempiva, e l'ho ancora.
Le gioie, tante,
nessun foro s'è aperto in cielo per farla cadere qui.
Solo è passata accanto, un giorno
e mi ha scelto.
Giochiamo,
e non mi lascia invecchiare.

*

Sopra le curve

Sul mio ramo di questo lago i monti hanno curve morbide e arrotandate
non come sull'altro, freddi e spigolosi, più belli nelle nebbie.
I miei sono più belli nel sole
e ce n'è uno che la funicolare taglia in due emisferi.

Sono venuto un milione di volte a guardarli
dalle mie sponde
sempre c'è il mistero della bellezza che non viene a noia
che non satura la memoria.
E va oltre.

Sono venuto forse più di un milione di volte
anche quando non sapevo di essere.
E ancora vengo e verrò tra questi monti
anche quando non sapro più di essere.

Me lo dicono due occhi
che mi guardano da sopra le curve
come a indicare tanta bellezza
come a dire guarda, sei sempre stato qui.

Qui il tempo non fu e non sarà mai.
È questo il mistero della bellezza.
Che è eterna.

Non ci sarà un tempo in cui sarò io a sbirciare da sopra le curve.
Sarà sempre adesso mentre le guardo.

*

Ho sognato una strada

Ho sognato una strada stanotte
e la notte era nera
l'asfalto nero e ruvido brillante di luna.

Saliva come un ponte
in fuga dal mondo, invisibile.
E più in su una buca.
Un pozzo profondissimo dai bordi umidi e bianchi.
Anche loro brillanti di luce
la indicavo a tutti
ma nessuno passava.

 

L'ho sognata ancora, da sveglio,
il mondo però era di una saturazione esagerata
con tutti i colori dell'arcobaleno
la strada partiva proprio dal cuore
dal centro del mondo
sempre nera nera
e saliva e saliva, e più su eccola, la buca
ma dai bordi gialli e frastagliati in espansione
poi risucchiati all'interno,
fino a lasciare un anello blu
ma anche l'anello svaniva
in nuvole d'azzurro
riempiendo un cielo blu profondo e colmo di stelle.

Poi tutto tornava nero.
Per poter ricominciare.

 

E niente,
penso che devo smettere di premermi le dita sugli occhi
nella vasca da bagno, per vedere le stelle.
Penso che avrei dovuto entrare nella prima buca, quella vera
invece di mostrarla a tutti i nessuno che passavano.


Per sondare l' insondabile.

*

Vicks

Oggi ci vorrebbe il Vicks

ci vorrebbero le mani che lo spalmavano, e sistemavavano il lenzuolo, e perchè no, anche una pezzetta bianca sulla fronte.

Ma ho solo la solita copertina rossa.
Alexa che mi spegne la luce per non farmi alzare dovrà bastare.

*

Attese e disattese

Anche questo m'ha insegnato.

In una domenica grigia
che non si poteva scendere a mare
si stava alla finestra della colonia a guardare la strada sotto.

 

E poi arriva un Guzzi, rosso fiammante
col volano cromato che gira e gira veloce
è si ferma, è il figlio del Bedetti
lei non può venire, dice, ma ti manda questo
e tira fuori dalla borsa con le sue mani grosse un pacchetto.

Una torta, la preferita,
quella di pane e uvette
che le signorine volevano sempre la ricetta
e non la sapevo mai
sapevo solo che l'aveva fatta lei.

 

Una fettina al giorno
che durasse
così da averla qua per più mattine,
lei proprio non poteva
non è mai stata colpa sua.

*

Madre

Madre
Per le poesie

 

Mamma
Per le anestesie

 

Che è col tuo nome che mi addormento il cuore
Quando vorrebbe annidarcisi un dolore.

 

Poi, per scacciare le malinconie
Ti mostro ancora le mie fantasie.

*

Fiori d’alga

Lei stringe il sesso tra le dita gementi
nell'aria un'essenza, come di fiori.
Ecco, la stanza è piena di bianchi invisibili fiori
han forma d'alga
da lacerare, e fare a pezzi.
Per ripararsi dal freddo.
Per ripararsi da tutto.

*

Mi sono sognato giovane

Mi sono sognato giovane come non sono mai stato
eppure lo sono stato, giovane
questo lo ricordo.
Forse non era questione d' età
forse non lo ero mai stati lì,
sotto quel cielo scuro, e colorato insieme
galassie vorticavano
e stelle cadevano come braci
l' acqua brillava di luce.
Lei stava al centro di una galassia
e vorticava
capovolta
appesa al soffitto del mondo
io ero il perno del suo centro.
Stavo incantato a guardare tutto quel cielo non mio
tutto quel mondo non mio.
Poi ho capito
quello era il suo mondo.
Qualcuno mi ha sognato giovane come non sono mai stato.

 

*

Arcangeli

Se metti le tende agli occhi
se in silenzio alzi un' antenna al cielo
eccolo lì, l' Arcangelo armato
il prodigioso.

Il lago non ha grandi orizzonti
ma puoi seguire i contorni
passarci le dita
arrivare volando al centro
affondarci il medio e l' anulare
per mettere paura ai demoni.
E si spandono onde in tutte le direzioni
mentre una colonna d' acqua si alza al cielo
fino ai monti dentro i quali il lago giace.

C'è una chiesetta sulla cima dei monti
sul frontespizio due Arcangeli, che vedono il tutto
e sanno tutto dei tuoi demoni.
Uno ha una spada prodigiosa con cui li intimorisce
mentre il lago si trema.

 

foto mia

*

Qui

Da qui non si vedono i monti
dalle finestre solo erbe
e giardini
e orti a pomodori e rose
buone da mangiare.
Qui la notte si scompare sotto le lenzuola
che l' aria lì sotto è calda
come un ventre di madre
la madonnina manda una luce verde smeraldo
ci puoi parlare
sembra quasi che nessuno possa venire a prenderti.
Qui la domenica si va a messa
alla chiesetta dell'orto
quella della madonnina tra le rose
proprio al limitare del sagrato.
ma qui la Madonnina non guarda
sta con le spalle alla chiesetta
guarda agli alberi e alle rose.
Devi trovare il sentiero, di nascosto
e accucciarti di fronte a lei
allora sì ci puoi parlare
scomparire per un po' sotto le sue braccia
ma qui non è vero che nessuno possa venire a prenderti.
Qui c'è solo tanta paura che tu non torni a prendermi.

 

foto mia

*

Viaggio

Non viene.
Non viene mai.
Non perchè non è più tempo
né per l' animo ormai placato
o la giovinezza andata
e la moto venduta
nemmeno per i pochi denti rimasti
o sì, forse un po' per quello.
Non lo fa ma sa che può farlo.
Alla fine forse lo farà.

 

Ma come può venire senza amarla?
e metterle le mani sulle spalle, sui fianchi,

senza vederci attraverso i suoi sogni,
senza toccarli senza sentirne la consistenza?
E amarla è il sogno
metterle le mani sulle spalle, sui fianchi,
e amarla.. possederla..  come in sogno.. è sogno.

 

-Just like Lilith-

 

Non viene per non dover tornare.
Lei invece viene sempre in sogno la sera
per una corsa di anime al bosco incantato, fino al mattino
Lascia una voglia di viaggio.
Nel tempo.

 

Fino alle origini del sogno.

 

foto mia

*

Pensiero sconclusionato

C'era una pubblicità che diceva che non puoi morire senza aver fatto un giro in idrovolante sul tuo lago..
così non ci sono mai salito, su un idrovolante..
così non posso morire..
semmai mi ci porteranno dopo
e magari, in una virata stretta, un inciampo,
ops, potrei cadere,
mescolarmi all'aria e all' acqua..

 

Tornare a casa.

*

Vera

Che importa del "tanto bella da sembrare vera"
o quell' altra poi "vera più del vero".

 

A meno che sia declamata finzione quello che alla mia età importa è
Vera come il vero.
Così vorrei che tu aprissi le finestre delle tue stanze più segrete
per entrare, come sole, o pioggia
vento o bufera
per essere l'aria che ti circonda
l'acqua che ti bagna
sapere tutto e non lasciarti mai.
Placare le bufere e addormentarmi nella pace che le segue.

*

Tornerà

Un tempo il cielo era solo un confine
un confine oltre il quale si aprivano altri cieli
e Angeli, e Arcangeli ci giocavano a bocce
si divertivano
e non si aveva paura
nemmeno se pioveva
nemmeno dei lampi.
Erano Angeli magnifici e perfetti.

Oggi è sempre più difficile vedere oltre quel confine
forse non giocano più a bocce
forse c'è una guerra in corso.
Sangue e dolore piovono.
E si apre l' ombrello
"ognuno immerso dentro i fatti suoi".

Ma quello che non c'è più, prima o poi tornerà di nuovo.

*

Sei

Quando ti alzi su di me
nuda e magnifica
la stanza ha cielo di nuvole
calde e vaporose.
Il sole risalta i contorni,
e sei fatta di nuvole,
sei la via per toccarle,
sei l' immagine apparsa in cielo.

E se guardi verso me
quaggiù, a terra,
sei l'immagine di tutti i miei desideri.

*

Profumo

C'è caffè sui fornelli
e questo basta alla memoria
tu stavi alla cucina come il sole al cielo.
Aveva appena spiovuto
e il cielo entrava dalla finestra aperta
ma io volevo solo uscire,
trovare una pozzanghera,
metterci un guscio di noce o un' agretta..
- me la riempi di cera? -


Non conoscevo il sapore del caffè
tutto era profumo.

È così che ancora oggi quest' aria di nebbia profuma di caffè,
e di appena spiovuto,
ma resto qui, a guardarmi guardarla,
e tutto è ancora profumo,
della sua pelle,
dei capelli,
di gioia.
Quella vera.


Resto qui.
Non esco.

L' aria qui è piena della sua musica.

*

I sogni

Eppure ci dev' essere un luogo dove stanno i sogni prima d' arrivare,
che so, un' origine, un archetipo, da dove ci stanno ad osservare,
un luogo senza tempo, e così vasto che a pensarci ti ci puoi smarrire,
o forse siamo noi, coi desideri, che li andiamo a creare.


È proprio lì che t' amo
cingendoti i fianchi alla schiena
nelle posizioni un po' inclinate
delle amanti spudorate
mentre tu guardi coi miei occhi
quello che agli occhi dai a vedere.
E son glutei sodi e alti
come quelli che ho desiderato
il centro è una mandorla un po' amara, carica di dolciore
ma son sicuro che non sono io che l' ho creato
anche se l' ho già visto in sogno è stato lui che m' ha osservato
e da quel luogo senza tempo in sogno poi è arrivato.


Resta comunque il fatto che un desiderio ha esaudito.
Così continuo a creare sogni
che così lei sogna dentro ai sogni miei.

*

La vernice invisibile

A volte vorrei essere là,

nelle sue stanze

proprio davanti al letto dove dorme, e sogna

perchè lo so che sogna.

Ma non sono bravo con le cose da grandi..

vorrei essere là invisibile

coperto della vernice invisibile di Archimede, quello di paperino

per guardarla spogliarsi

prepararsi alla notte e infilarsi sotto il lenzuolo.

 

Poi, appena addormentata, con un soffio farlo volar via

e restare a guardarla nuda, fino al mattino, zitto zitto.

 

Me ne andrei poi non visto.. per forza, sono invisibile

senza che si accorga di nulla

solo un pò di tosse da raffreddamento

e un' impronta sul cuscino.

 

immagine Francine Van Hove.

*

Notturno

E' la notte, quando tutto dorme
allora ti trovo
e ti prendo, immaginata, tra le mie braccia.
E ti possiedo
sostituendo la mano che penetra il sesso
già umido
e ti sento
tremante, gioiosa e impudica
ancheggiare,
sollevare il bacino a inghiottirmi il sesso.
Chissà se una volta almeno siamo morti così,
nello stesso istante
per poi scoprirci lontani e vivi.
Nuovi.
Pronti per un' altra prima e unica volta.

 

*

Anima rock

La nipotina mica si ciuccia il pollice eh..
quella è roba da musica leggera.
Lei ti dice che sta bene tra le tue braccia
alzando il pollice, l’ indice e il mignolo
per poi succhiarsi il medio e l’ anulare
prima di abbandonarsi ai sogni.

Intanto ti guarda,
sei nelle pupille dei suoi occhi
e quando li chiude t’ imprigiona nei suoi sogni.

Te li regala ancora oggi, quei sogni, dopo tre anni,
magari partendo da in fondo al corridoio tra le poltrone,
nell’ intervallo di un concerto,
e corre, braccia in alto,
per farsi prendere sotto le ascelle e saltarti in braccio.

 

Poi inclina la testa sulla spalla.
E il tutto il teatro svanisce.

*

È femmina

Si abbandona tra le tue braccia
così piccola che ci sta tutta.
Tiene gli occhi socchiusi e guarda dritto nei tuoi.
Poi, all' improvviso, ti infila un dito in un occhio..
ma dolcemente, con delicatezza femminile,
e solo per afferrare la bimba che vede riflessa.
Il fratellino si sarebbe fatto meno scrupoli.

Poi gli occhi si fanno sempre più pesanti,
quasi una fessura
e da lì sbircia se ci sei.
Se proprio si chiudono li riapre subito,
per controllare che sei ancora lì.

 

E allora glielo dici che sì,
ci sei e non la dai alla befana come nella ninna nanna
e glielo ripeti come fosse un' altra ninna nanna
finchè il sonno la vince.

Allora la puoi accomodare,
e coprirla bene che stia al caldo,
metterle una musica, così che impari ad amarla
e un bacio in fronte, così che impari ad essere amata.

 

(09/09/2016)

*

Solo un colore

C'è a metà del sentierone per Brunate una radura
una radura dove massi erratici riposano.
Sembrano lì apposta per farti riposare
proprio a metà percorso.


E non importa se la prossima volta che passi sono ancora lì
e sembrano uguali,
non vedrai dove vanno coi pochi anni che hai
e neanche da bimbo li hai mai visto nel luogo d'origine
da dove son partiti.
Ma lì seduto puoi aspettare il buio
e sei come loro, fermo, errante
non sai dove vai nè la vera origine.


E il buio presto arriva, scurendo le cose
colorandole di nero
nascondendole alla vista
finche le stelle poi, e la luna, le risvelano.
Colorandole di blu.

 

E anche tu sei solo un colore nella notte.

*

Kintsugi

Io non lo so perchè
perchè poesia possa far rima con leucemia
o perchè amore lo faccia con dolore
il perchè vero, lo sai?
il perchè vero,
non le solite parole consolatorie
sulla beatitudine o sul metterci alla prova.
Perchè il dolore viene a volte
proprio quando l’ amore è giovane,
quando uno già sta lottando perchè altri bimbi crescano belli e forti come il suo
quando già sta lottando contro il dolore
viene e si prende proprio il suo
scorrendo per le vie del sangue
e spezzandole
penetrando fino al midollo
e poi vorrebbe ammutolirci
scorrendo anche nelle nostre.

Ma Amore non si arrende mai
con lui il dolore perde
Amore ha riempito d’ oro quelle vie
le ha trasformate in qualcosa di prezioso e lucente
perchè il dolore sia sempre più niente.

 

*

Everywhere

L' aveva sognato,
l' aveva immaginato crescere nel ventre
fino a sentirlo davvero
avrebbe avuto due occhi neri e vispi
lo vedeva già
tra i giochi di bimbi
correre al prato, nel sole
o lanciare frecce di legno, al bosco.

Si sarebbe fatto grande
poi l' avrebbe accompagnato a scuola
si sarebbe sbucciato i ginocchi prima
e il cuore poi.
L' avrebbe lasciato andare
al momento giusto,
e già il futuro era dolore.

Ma sapeva che non sarebbe mai successo,
lui si toccava il corpo
e sapeva che non sarebbe mai successo.

Resta però un sogno,
e un' anima senza corpo,
che vaga ovunque,
nei prati, nel sole
o tra gli alberi al bosco
con le ginocchia sbucciate e l' archetto di legno,
e gioca
e vive per sempre.
Lui la vede, in un punto imprecisato tra gli alberi.

*

Davvero non lo so

Io davvero non lo so
se Natale sta o non sta nelle luci
che in questi giorni riempiono le strade e le case,
nelle comete al neon,
nell’ allegria delle cene
o nelle modelle in perizoma rosso e ponpon che occhieggiano dagli schermi.

Ognuno ha o non ha il suo.

So che c’è in cuore, il mio, come una preghiera,
un’ orazione segreta dove taccio,
inutilmente,
le speranze più oscene.
Lì, nel cuore mio, Natale esiste
e Babbo Natale passa di cuore in cuore
come dalle radici più profonde la linfa sale fino alle fronde
mentre l' albero cresce ancora e sempre.

*

Una donna in riva al lago (in forma di canzone)

C' è una donna in riva al lago
seduta agli scalini
non è amore nè dolore
che l' han portata lì.

Non è gioia nè rimpianto
nemmeno nostalgia o pianto
la puoi veder soltanto quando sogna di essere lì.

C' è una donna in riva al lago
dietro un velo di foschia
ha una corda tra le mani
e non ti lascia andar via.

Così nessuno vede
da dove inizia il sogno
nessuno se ne accorge
che lì davvero non cè.

Forse è in un letto d' ospedale
forse in un letto d' amore
o più semplicemente
in un luogo che non c'è.

C'è una donna in riva al lago
e non si vedono le mani
che è una corda troppo lunga
quella che separa i sogni.

Così la puoi vedere soltanto
quando sogni di essere lì
e lì davvero non ci sei
ma tu l' hai portata lì.

*

Sulle tracce

 

E' proprio là
che ancora vado
alla cava d' argilla nascosta nel bosco
dove il rapido apriva il gas di colpo  e la moto saliva cattiva verso la cima
e poi verso il cielo
col gas aperto per tenere su il muso
mentre lei sotto si spauriva.

E' proprio là
che ancora vado
e ci vado con passo lento
in cerca di funghi
della radice che ha fermato la corsa un giorno
del profumo dell' erica al sole
delle curve ormai prese dal sottobosco
di un solco di gomma tassellata che dica sono stato qui.


Ma ha piovuto tanto da allora
l' argilla rossa non mantiene tracce.
Solo gli alberi lo sanno
e l' erica
e il sottobosco
la radice
e io.

*

Oltre questo mare

E si continua a navigare
anche sotto le tempeste
anche sotto il solleone
perfino nei giorni di nebbia
che nascondono le stelle alla vista
anche quando non si vede l' orizzonte
e c'è solo acqua fino all' orizzonte.
Si naviga a memoria
e non sarà il canto delle sirene a fermarci
e si continua a navigare
e non si sa se c' è spiaggia oltre questo mare.

*

Nascosta in quel che vedi

E poi c' è una bellezza che non sai dire
entra dagli occhi e non è quel che vedi
per questo non sai dire
entra dritta fino a un posto dove non eri
e ti ammutolisce.
Entra e pesa sul cuore
quasi fosse un dolore
lascia una voglia di averne ancora.
Puoi chiamarla magia
o nostalgia
di quel posto dove non eri.

 

*

Fiori di gelo

Si è presentata un inverno.
E l' inverno disegnava fiori sui vetri,
la conoscevo da tanto

così tanto che mi ha convinto a partire.
Fatto il pieno e posteggiato proprio là
davanti alla cassetta delle letterine per Babbo Natale.
Ma non arrivava mai
arrivavano voci
e a ognuna dicevo non preoccuparti
che il riscaldamento è acceso
sto bene
se c'è da partire almeno che si parta al caldo.
Ma niente.
Solo bimbi a imbucare desideri.
È arrivata che già faceva buio
non lei
ma abbiamo pianto
e poi cantato
e suonato
e danzato
e ho deciso di restare.
C'è sempre un palco per suonare.

*

Il desiderio ti fa bella

Sotto le dita ti faccio bella
perchè così desidero
e sono tratti a matita
merletti di pelle nuda tra i pizzi.

 

Il foglio è il cielo
o l' acqua e il vapore
o ancora la chioma di un albero
che non si sa mai da dove arrivi
e tra le foglie merletti di pelle nuda.

 

E non c'è il sole e non piove
non c'è freddo nè caldo sul foglio
la pelle non sa di te..
il solco dei seni non ha la tua curva
quello che appare non sei.

 

È così che poi cancello
e appesantisco un po' i tratti
scosto il fogliame
e altre curve appaiono
e pesantezze di carne
solchi sulla pelle
e inguini di bosco.

 

Così viene il desidero sotto le dita
è cosi che sei venuta, sotto le mie dita
e è così che poi cancello.

 

Per rifarti bella ancora sotto le mie dita.

 

 

immagine Igor Zenin

*

Novembre

Oggi non c’è la caratteristica nebbia di Novembre
non importa che piova o che ci sia il sole,
la caratteristica nebbia di Novembre non c’è.

Non importa che i tetti siano bagnati
o inondati di sole che filtra tra i rami
l’ aria è limpida, chiara
si vede bene che non ci sei
e hai lasciato un addio,
e non rispondi.

E non vedi questa pioggia che scende.

 

20191117_111824

*

Amore V3.0 (due apparenti e uno pure)

1

Ci si litiga con l’ amore
che l’ amore è rosa
e come rosa ha spine.

Un giorno ti piazza un pugno in faccia
o nello stomaco
o più giù
e ti fa incazzare, e lo mandi affanculo
e lui ricambia e se ne va.
E sei sollevato
vai al bosco a cercare altre spine
e a raccontarlo ai rovi.

2

Hai preso quel pugno, si diceva
doloroso, sì
e se n’ è andato
ma lo sai che torna
torna sempre.
Ti togli le spine e non fai un cazzo
il resto non si sa.
E non andrai più al bosco.

3

Torna sempre, si diceva
lo sai, è una certezza, lo ha già fatto
e hai una paura folle che non torni.
Se per caso passi al bosco, in cerca di spine
non ne trovi neanche una.

Ma non state a crederci troppo
io non ne so nulla.

*

AmoreV2.0

Ci si inginocchia, all' amore
lo si guarda negli occhi
lo si consola
gli si asciuga le lacrime
gli si allaccia il cappottino
e le scarpine a velcro.
Se vuole ti appoggia la testa sul petto.
Lo si accompagna nella vita.
Alla fine si ricorderà di te.
L' amore va tramandato va.

*

Amore

Amore è una parola così semplice
incapace di dirsi.
E lo si studia, l' amore
si cerca di capirlo
di afferrarlo
impossessarsene e farlo tuo.
Puoi anche credere di averlo tra le mani
ma quando le guardi sono vuote
lui ti pone in un mare infinito di onde
a volte in cima all' onda
e corri
come un surfista
a volte sul fondo
e l' onda ti travolge.
Ma sempre si scompare sul fondo
si muore
e si rinasce sulla prossima onda.
Giorno dopo giorno.
Forse è questo:
giorno dopo giorno
cercare l' incanto
giorno dopo giorno
e la bellezza
giorno dopo giorno
insieme al dolore
giorno dopo giorno
e giocarci.
Fino ad affogare.

 

Vague   Camille Claudel

vagueCC

*

Come un bimbo

Ci sono posti dove torni bambino,

con le mani sporche di terra e squame,

con in cuore il timore di tornare a casa

che ormai s'è fatto tardi, troppo

l' ora del ritorno è passata da un po'.

 

Uno è un lago che brilla

ma lì il bambino non torna mai

sei tu che torni a cercarlo

ma il bambino non torna mai

sono altri i bimbi che vedi lì

ma la gioia è che sono i tuoi

e gli hai mostrato questo posto

e sai che torneranno a cercarsi

qui dove il lago brilla.

Ma il bambino non torna mai.

 

*

Dove ho visto la neve

Così bianca da rischiarare la notte
da velare il terrapieno della ferrovia
bianca da tenerti sveglio
così ho visto la neve
uscendo dal sonno.
Un sonno inconciliabile col gelo
un sonno dello stesso colore
freddo e infinito.
Cadeva in freddi fiocchi grigi dal cielo
la finestrella troppo piccola, senza vetri
il cappottino troppo corto
il respiro gelava uscendo dal cuore spaurito
mentre la neve entrava nel cuore spaurito.

 

Dimmi che verrà mattina.
Questo non è il mio trenino dei sogni,
dimmi che verrà mattina
che finirà questa gelida notte
che questo vagone merci sul binario morto non terminerà il viaggio.

Domattina tornerò a casa e dalle finestre si vedrà il sole.

*

Mentre accarezzi il bosco con le dita (in sogno)

E sale e scende, il bosco
come scosso da un movimento tellurico,
ondulatorio.
Appare e scompare, ondeggiando
e a ogni onda si scorge la fiera
nel nero tra rami
la fiera con la bocca spalancata
la bocca abituata a inghiottire,
umida.
La fiera che subito scompare
travolta dalla prossima onda.

*

Pace

Mia madre era uguale a me
per questo so che cantava sulle rive del lago
mentre mi creava gli occhi per guardarlo.
Guardava le ondine, e bimbi saltarci dentro
e so che mi vedeva già grande quando guardava due innamorati
forse era anche un pò gelosa.
Così oggi ci sono posti, in riva al lago, che sono rifugi
rifugi segreti in bellavista
lì qualcuno mi vede e i passanti non s' accorgono di niente.
Sono luoghi dove si sente la pace
che non è quella che immagini
lì i pesci grandi mangiano i piccoli
e le donne sanno mancare, tremende,
è qualcosa che filtra tra i rami
è il cielo che scende a terra
e ti avvolge
e sei cielo e rami
sassi e scogli
terra e acqua.


E non ti manca più nulla

 

*

Andando per le case dei morti

Che strano,
siamo io e te oggi
in questa fredda giornata di quasi inverno.

 

Tu dai la mano al tuo bimbo freddoloso
e mi dici non aver paura di star solo.
E mi rincuori, andando a trovarti.

 

Ma ne ho avuta tanta.

*

Per Adri

Non state a credere quelli che.. la morte non è niente
quelli che.. è solo nascosto nell' altra stanza, dietro l' angolo.
La morte è tutto meno che niente.
La morte ti cambia la vita
anche a chi resta, soprattutto a chi resta.

Qui su questo palco vedete solo noi
eppure è qui
ma non dietro le quinte
e nemmeno nascosto nei camerini.
E' proprio qui in bellavista, dentro i nostri cuori.
Dove la morte non ha dominio.

*

Sogno sconclusionato N°2

Seduti sul burrone all' orlo del mondo,
dove finivano tutte le strade.
Ecco dove saremmo oggi se qualcuno non fosse andato oltre.


Così oggi son qui, fermo
su questa poltroncina dondolante
e la luce entra come una lama nella stanza in penombra.
e c'è qualcosa sopra che danza
in forma di minuscoli pezzettini d' anima.
Leggera, sospesa nell' aria.
E canta.
E l' aria vibra come la superficie d'un lago al vento.
Come liquida.
Ho attaccato sensori al mio Arduino,
fotoresistenze per le variazioni di luce,
sensori d' umidità e temperatura
per variazioni atmosferiche,
infrarossi
per vedere quello che non c'è.

Niente.
Nessun segnale elettrico.

 

Quello che c'è non c'è.
Eppure danza, e canta.
Forse troppo oltre.

 

as47

*

Pezzi di cielo

Ah, potessi fermare questo tempo-cuore che continua a battere in levare
stare a guardare la sua gonna roteare
per sempre e senza vergogna
ah, potessi farla saltare, gioiosa
anche quando avrà l' età mia giocosa
e non darle mai un dolore
ma non c'è niente che si possa fare
la strada è già tracciata da questo lago al mare
lei ora non sa che sarò un dolore.
E intanto faccio fotografie
quando lei dice guarda gli aeroplani
disegnano tutte quelle strisce in cielo
e poi conservo quei pezzi di cielo
che niente val la pena di non farsi amare.
L'ultima foto sarà un cielo nero di lampi e nuvole
e io lo so che avrà paura arrivati al mare
ma non c'è niente che si possa fare.

 

*

La fisarmonica

E sempre trovo una fisarmonica
a volte vera
a volte vento che suona i fili d' erba.
E' da questo suono che guardo il lago
come lui
e all' altra sponda
come lui
e il contorno dei monti
che sfumano
che devo avere un pò di congiuntivite.

 

 

*

Elettrico silenzioso

Non sapevo più nulla di me
solo stavo a guardare il prato
e i fiori gialli del trifoglio cresciuti tra l' erba,
senza colpe.
Ne ho presi un paio.. da lasciarle lì.
Poi qualcosa nella luce bianca che scontorna i massi grigi dei monti m' ha portato sulle cime
a guardarli dall' alto, insieme ai ciclamini.
Presto si faranno bianchi e silenziosi i prati,
come questa macchina che scivola in un silenzio elettrico tra gli alberi, il cielo e le nuvole.


Sulla via del ritorno.

 

foto mia, sopra Pasturo

*

Come anime leggere

Potremmo guardare il lago dall' alto, dico
attraverso le nuvole, dici
e da lì scendere leggeri verso le rive.
Potremmo scendere una scaletta in pietra, dico
e arrivare davanti all' acqua, dici
alla fine dei sentieri.

Lì, davanti alle onde inquiete d' infanzia
Lì, dove le rocce scuriscono
Lì, dove si alza il silenzio
Lì, dove i sogni si nascondono nel buio.

 

Potremmo aspettare la sera, dici
e addormentarci come bimbi, dico.

 

Alla fine dei sentieri.

 

*

Tempo

Io non lo so quanti anni ho
eppure li ho inventati
e contati tutti
uno a uno.
Forse tanti come l' acqua che ho davanti
quest' acqua che si muove lenta cantando
e se ne frega del tempo
e mi schizza impertinente
e tu credi di sapere dove va
ma lentamente va verso altri luoghi che non sai
compreso questo.
Oppure molti di meno
che forse anche io mi sono inventato
e sto dietro agli occhi
e non mi accorgo del tempo che cade come un' anomalia nell' acqua
e non mi conosco.
Così tu.
T' ho inventato e non ti conosco
così vicina e così lontana.

 

*

Margherita

Era tutta intrisa di gioia
lucida e profumata
lucida e brillante di goccioline e arcobaleni
come corolla alla rugiada.

 

Era tutta intrisa di gioia
e me ne ha fatto dono.
Margherita.

*

Il respiro rosa dei ciclamini

C'è una musica, in rosa
viene da un luogo prima della vita, mia
un luogo dove stavo anch' io
quando lei la canticchiava mormorando
e io l' ascoltavo.

Non ne ho memoria di questo
forse è solo perchè so che le piaceva
e mi addormentavo al suono di un carillon
e poi c' era un 45 giri nei pomeriggi piovosi.

 

Non ne ho memoria di questo ma ne sono sicuro.

 

Così quando verrà la visitatrice a trovarmi
alla casa d' inverno
mi porterà ancora dove sentivo la musica
in quel luogo prima della vita.
Perchè non dovrei essere sicuro anche di questo?

 

Dovrà faticare però a trovarmi
nascosto tra foglie e aghi di pino, sui monti
all' altezza dei ciclamini
per sentirne il respiro.

 

*

Foschia

E ad ogni curva appare

quel che non si vede.

Come quel che si vede

che lentamente scompare.

 

*

E’ stata qui

Forse non è così che funziona
e questa è solo una città come un' altra
coi suoi monumenti,
le sue strade, come in tutte le città.
E questo è solo un lago come un altro
con sentieri che salgono ai boschi,
e rive dove fermarsi a riposare ascoltando l' acqua.
Questa stanzetta in penombra è solo una stanza in disordine
e piena di fumo
con i soliti quadri alle pareti.

 

Forse non è così che funziona
forse non vogliono dire niente
tutte queste bellezze artistiche e paesaggi.

 

Ma lei è stata qui, almeno per un po'
non importa quanto
secondi, minuti o anni
ha visto tutto questo
e l' ha cambiato
facendone il mio mondo
in cui è ancora qui.
Ha solo cambiato di stato e di forma.
Solo per me.

 

*

Nocciolo

Sono quello che ho intorno,
non chiamatemi poeta
o musico o altro.

Se vado così spesso alle rive di un lago
è perchè lì sono acqua che va
sono la Breva che increspa la superficie
o l' acqua calma e scura, e profonda.

Sono i sentieri che salgono a Brunate
col muschio tra i ciottoli,
e alla colma non so più che anno è
o quanti ne ho io
sono il bimbo in eterna fuga,
col motorino troppo grande.

Sono il bimbo con l' arco e le frecce,
a caccia di ragni,
che, attenta!,
qui ce ne sono molti.
Sono il ragazzo che guarda le nuvole dall' alto..
con le mani sporche di grasso di catena.

Sono il vecchio che adesso ascolta un suono di armonica lungo il sentiero
e sente i fili d'erba suonare tra i narcisi.

E alla colma c'è sempre mamma che prepara il pic-nic,
e sorride,
perchè le rubo il plaid
per un rifugio sotto il nocciolo.

In realtà non ricordo che albero fosse,
ma una copertina e due seggioline ne facevano un rifugio
insieme alle foglie rigogliose,
un posto dove tornare sudato dopo le corse ai narcisi
sul grande prato
o dopo un giro nel bosco, in cerca di muschio e ciclamini
o se iniziava a gocciolare.

Ma sì, era proprio un nocciolo

se ne sente ancora il profumo

nei giorni favorevoli.

 

*

Profumo

Stamattina è in forma di profumo.

Non dovrebbe essere qui

se chiudi gli occhi è alla colma

sotto un nocciolo, umido e acerbo.

E qui oggi c' è il sole.

*

Venere delle mille pose

Quella statua,
quella che dal suo piedistallo mostra seni marmorei
quella che hai fotografato mille volte
girando attorno
per mille uniche pose.

 

Quella che hai desiderato si muovesse
e sollevasse un po' i seni, verso il cielo
reclinando il capo.
L' hai filmata, 25, 30, o anche 60 pose al secondo
tutte uniche e inamovibili.
Poi un giorno, forse era di notte, lo fa
scende sinuosa dal suo piedestallo e lo fa,
tutto quello che avevi già sognato lo fa.

 

La mattina dopo ti svegli.
E aspetti sera.

(e la sera non arriva mai)

 

*

Con gli occhi di tutti

È proprio dove finisce il lago che inizia il sentiero per i monti
e tu lo imbocchi,
che non ti basta e il lago vuoi vederlo brillare dall’ alto.

 

E il sentiero si dirama, nei boschi
e segui orme e segni, una macchia di colore, un’ albero già visto,
fino a dove uno spazio tra gli alberi mostra il lago.
Brilla davvero da lì
e allora ti accorgi che non sei solo
hai gli occhi di tutti quelli passati di lì,
dell’ eremita che lo guardava da quella finestra
e dei viandanti saliti per lo stesso motivo
viandare.
E il lago è ancora più bello con gli occhi di tutti.

 

Poi prosegui oltre,
come fai a scegliere un posto dove restare?
Ci sono mille altri posti dove tornare.

 

*

Resta con me

Questo mondo è un colabrodo

pieno di falle da dove mi vedi.

Come anomalie di pixel in cielo

negli spazi tra le cose che sfumano in altre.

 

E mi si vede dormirti al fianco nella luce chiara di un mattino

mi si vede guardarti alzare, nuda,

ancheggiare un po' nelle cornice e alzare le braccia al sole.

Mi si vede alzare

e accostarti il corpo

porti le mani sulle spalle e accompagnarti alla gioia.

La mia.

 

Resta con me quando farà buio

e non si vedrà il cielo.

Resta con me, nel mondo sovrapposto al mio.

 

immagine Ghost, Achille Chiarello

*

Nulla è cambiato

L' ho incontrata anche oggi
è sempre lì,
appena passato il bivio che dirama scendendo verso la cascata.
Nulla è cambiato
gli stessi segni sulla corteccia
lo stesso svettare fiero,
sempre verde.
Lui è sempre lì a fianco
un ramo a sfiorarle la chioma,un altro, spezzato, ai suoi piedi
come ad abbracciarla nei suoi passi verso il cielo
intanto ascoltano il canto della cascata.
Ed è bello guardarli dallo stesso canto.

 

elaborazione di foto mia

*

Lego e coccinelle


So che qualcuno mi guarda.
forse un' angela.
Lo so perchè ieri ho cucito una coccinella,
si era scucita, dal fermacapelli della nipotina,
e proprio oggi ho visto una coccinella.

E poi, sempre ieri abbiamo giocato con i Lego,
io e il nipotino.
E la coccinella di oggi stava proprio tra i mattoncini di lego.

So che qualcuno mi guarda,
sa quello che mi piace e me lo mostra.
Senza bisogno di carte fedeltà.

Quando non trovo nulla o non mostra nulla
è sempre un segno,
è contrariata.

*

Promesse

Non come ombra alla finestra appare
ma come cuore di luce acceso in cielo.
E passi lento sotto quel cielo
da cui cade, freddo, tutto l’ agosto andato.

 

Tu ci vedi una promessa d’ inverno, e neve
mentre gli amanti si promettono una nuova estate.

 

foto mia

*

Lampo

Se s' addormentasse un giorno l' amore

all' improvviso, come un lampo senza il tuono

e la smettesse di rompere i coglioni la mattina presto appena apre gli occhi

che magari ho russato un po'

o mi son rigirato troppe volte

se smettesse di non farmi fare quello che non ho neanche detto vorrei fare

che ormai m' indovina

se smettesse di fregarmi il bagno

e lasciarmi fuori col bicchierino del caffè in mano.

Ecco, se s' addormentasse mi trovereste lì,

in bagno, finalmente, col bicchierino in mano

a chiedermi che cazzo ci faccio lì adesso.

E ad aspettare il tuono.

*

Bianco e nero.

Parto.
Oggi parto
per questo me ne starò in casa.
Parto per umide fantasie e vecchie gioie
in un posto prima di ogni dolore,
dove i giorni sono di una splendenza infinita di stelle
e c'è sempre un gran caldo luminoso,
nient' altro.
Nemmeno Tu.
Nemmeno Io.
Passerò la matita ai contorni sfumati
e il gesseto per i pieni e i vuoti
ci sarà erba sull' inguine universale
che "accarezzala, l' erba, sulle punte"
mentre cresce lenta.
Proprio come gli artisti con le muse
poi basterà un dettaglio
inconsistente
evanescente
inesistente (mai visto)
in bianco e nero (che i colori non tornano).
Mio.
E lì sei mia.

 

Immagine Connie Chadwell.

*

T’ ho incontrata domani

T' ho incontrata domani
dice una canzone di qualche anno fa
e a pensarci bene non è poi tanto stupida questa cosa qua.
Ho visto babbo e mamma
al terrazzino del Croce bianca, davanti al lago,
che il poeta è fingitore, e trasfigura la realtà.
Guardavano il lago scurirsi di buio
e l' acqua indorare all' ultimo sole,
io non c' ero ma il cielo era pieno di stelle
stelle cadenti di mille colori.
Finte nuvole di fumo tra i lampi
riempivano il cielo.
E' stato solo il tempo di un lampo
mentre guardavo il lago scurirsi di buio
l' acqua indorare all' ultimo sole,
e il cielo era pieno di stelle,
stelle cadenti di mille colori.

 

*

Pensieri post-mezzanotte con bollicine alla menta e sambuco

E infilaglielo un asfodelo ogni tanto cazzo, mentre scrivi,
che fa sempre odiens, e poi piace, l' asfodelo piace.
Altro che margheritine di bosco o al massimo due ciclamini,
quella è roba da sfigati, poveri cristi,
a chi cazzo vuoi che interessi?.
Mettici anche un odoroso bocciolo di rosa, anzi due, proprio in cima ai seni
o una spalancata orchidea tra le cosce, a cui bere a gargamella e dissetarsi
o era a garganella?
insomma a canna, lavorando un po' di lingua per rinfrescarsela un po' e aumentare il dissetante piacere.
Qualche parolaccia a intercalare non guasta.

 

Ma forse è meglio ordinarsi una bella pizza ai peperoni e tutte quelle altre verdurine, come si chiama?

ah ecco, vegetariana, quella che.. anche con le zucchine.
Là dove c' è quel pony pizzaiolo che te la consegna sulle mani a giumella,
che è più amorevole,
e poi il cartone caldo puzza..
sperando non si fermi per strada a fare pipì però.

 

Certo favorirà il sonno, o i sogni, e in sogno la stessa spalancata orchidea in fiamme, bruciante di passione.
Che bruci rapida e veloce, in un attimo fuggente, per sempre.


Fino a quanto dura il sempre.

*

Senti come non c’è

Senti come non c'è.

In mezzo alle radure, nell' erba.
Nei fiori dei mille pensieri.
Nei canti di campane.
Nelle pause del suono.
Alle finestre dei sorrisi dolorosi.

Nel sole che regna su questo mondo.
In tutti questi chilometri.
In un ghiacciolo alla menta.
Nell' aria di questo aprile.
Nelle spine sui muri delle mulattiere.

Nel chiacchiericcio delle farfalle.
Nell' importanza delle cose che non importano.
Nelle statue che non ti guardano.
Nel corpo che guardi.
E in quello che non vedi.

Nel non voler ritornare.
Nel non poter ritornare.
Nelle poesie mai scritte.
In un orologio che non c'è.
Nell' ombra del mio albero.
In una gita al lago andando a cercare.
Al chiosco del mercato, bene in vista.
Nelle margherite al bosco.
Lungo le vie d' acqua.
Nella tigre dai denti a sciabola a cui sei sfuggito.

Nel vociare delle massaie che non ci sono ai bordi del lavatoio.
Nelle pose, fisse, delle statue.
In una fotografia imparata a memoria.
Nei fuochi sul lago.
In questa pompa che batte, e ribatte.

In un bacio tra farfalle.
In un angelo su un' husqvarna rossa, alla cava d' argilla.
Nei sogni di un bambino, non di questo mondo.
Nei posti dove fioriscono i desideri, come primule.
In un cielo non tuo.

Nelle tasche.
Nei successivi incanti.
Non è come se ci fosse?

06/11/2018

*

La curva dell’ acqua

Sotto questo cielo nero scelgo un posto dove stare
su questa spiaggia di sassi e sale
-è lo stesso mare
sono qui
vienimi a trovare-.
Davanti a tutta quest' acqua azzurra lo sguardo non ha un punto dove sostare
solo una linea, là in fondo, dove si intuisce l' acqua curvare
-ma è lo stesso mare
sono qui
vienimi a trovare-.
Dietro le spalle un altro mare, un mare di tempo dove navigare
dentro le tasche un lago che ha detto vai se proprio devi andare
sarò sempre qui quando vorrai tornare.
Intanto i bimbi giocano sotto il tendone della colonia estiva
sotto lo sguardo attento delle signorine
oltre la curva sembra di sentirla chiamare il mio nome
ma non ricordo la voce e forse è solo un altro bimbo e lo sta chiamando la sua signorina.
-ma è lo stesso mare
io sono qui
vienimi a trovare-.
Andremo su, fino alla pineta, per averne nostalgia domani
tra resine calde e aghi di pino guarderemo l' acqua fin dove inizia a curvare
saran le stelle poi a dirci quando è l' ora di tornare.

*

Unicorno rosso

Forse i narcisi piangono, di notte, senza carezze
solo la luna li vede
la luna che entra da queste finestre storte
la luna che disegna i narcisi sui muri.
Lei li ha visti.
Lei sa.
C' era una piccola donna
spargeva colori sui prati
sul filo di un invisibile sogno
i bianchi, i rosa dei fiori, e l' erba verde,
poi si sfuggì di mano
presa tra bianche lenzuola
tra quattro mura e una finestra
ma i fiori non muoiono mai, rinascono
folli di sole e magici.
La piccola donna sta nel passato
e ancora regala fantasie di seta
-e cavalca il suo unicorno rosso-
e scrivere di lei è ciò che resta.
La piccola donna sta nel futuro
un immaginato futuro di stanchezza
tra quattro mura e una finestra
e non muore mai
rinasce nella fantasia
muta di parole
che non ricordo la voce.

 

*

Non sono le cose

Non sono le cose, che tornano

sì, ricordo il cavallino di legno

e i canarini sul filo,

da far roteare con il fucilino a tappi,

o ancora le marionette,

da infilare sulla mano, per il teatrino.

Trenini tanti,

ma ci devo pensare, allora ricordo.

Le persone invece te le trovi a fianco

davanti a un lago,

e silenziose guardano lo stesso panorama.

A volte hanno da fare

e mancano per giorni

allora sali ai monti e le trovi lì

assieme ai ciclamini

anime nude

nude di abiti e di pelle,

sospiri nell' aria e voci nel vento.

Poi guardi la data

ed è la stessa dell' anno prima.

 

*

Non solo statua

Lo devi scordare.
Forse è proprio così
lo devi scordare quel bel torso di Venere visto alla mostra
quei seni inarcati
anche se di pesante marmo
e le natiche possenti, le venature.
Sembra vero ma è freddo, al tocco,
e ne immagini tutto il calore del corpo,
tutto il calore dell' anima,
l' hai studiata girandole attorno
hai visto le parti mancanti di un tronco senza rami.
Forse è così
la devi scordare
quella statua
per vederla danzare nella mente
intera
e credere sia vera
calda e desiderabile.

 

*

Un bacio

Vorrei appoggiartelo alla guancia, un bacio
o nell’incavo del collo.
Ma tu giochi d’ anticipo
apri la bocca
e lì lo prendi

*

Nuvole

E come sempre guardo alle nuvole, nell' azzurro infinito del cielo,
bianchi disegni e invisibili contorni, col favore del vento.
La mattina il sole ingiallisce gli spazi che sai,
e mi sembra vederti evanescente, più indefinita che mai,
Solo la sera, col buio, col rosso e col blu
c' e qualche riflesso in più.
Son tanti giorni che non piove però
che anche le nuvole a volte han paura
della pioggia e dei danni che fa.
Così il cielo è sempre più blu
ma fatico a vederti sempre più
penso forse hai paura di piovere su me
e dei danni che fai.
Son tanti giorni che non piove però
fatico a vederti sempre più
così scatto una foto, ci metto la pioggia, i colori, la luce e ta da..

 

Ci sei anche tu.

*

Un’ altra te

C'è un' altra te che viene a trovarmi la sera
come ombra sui muri oscillante
e si prepara per la notte
o al mattino, evanescente, nella luce filtrata del sole
nuda, allo specchio del mio bagno.
ti guardo, sei tutta in quel che guardo
e è un altro me che guarda,
da un altro mondo.

Perchè in questo ci sono solo tracce del passaggio.
Vapori sul vetro.

 

*

La forma del sesso

Fu in una sera qualunque
mentre stavo alla deriva
colorasti un sogno di mille colori su una mano sola.
E fu gioco di mani a seguire i contorni
le tue mani disegnanti orli frastagliati e indicibili abissi.
Fu in una sera qualunque
su un ponte in bilico tra due sere lontane
regalavi e ti davi il mistero della gioia.
Forse facevi finta
di piegare i ginocchi
ma ci sapevi fare e restavo incantato a sognare
tutti quei colori non mi hanno più lasciato
li porto sempre con me
nelle tasche pesanti
sono sempre con me nell' aria, nei fiori e in tutte le cose.
Appari ovunque nei tagli lungo le dorsali
nei corpi con volti nascosti da ombre e tagli di stoffe
e di questo ringrazio la vita che è stata e quella che sarà
ringrazio il mistero di te e della gioia che non sai troppo trattenere
domani saranno sempre scenari di sogno dove fermarsi incantato a sognare.

*

Tra le pieghe del tempo

Da te si viene senza ritorno.
E non posso non tornare.
Si viene per piccole grandi e continue morti.
E non posso morire.

Così sogno di venire, e sognando muoio un po'.
E in fondo è quello che vuoi, e che puoi, solo un sogno.
Devo veder crescere i nipotini,
devo vederli staccarsi un po',
da me,
per una caccia al tesoro,
per un amico o un amore.
Poi spero di diventare il tesoro.
Allora verrò, e non ricorderò perchè.
Verrò ad affondare il viso nelle pieghe tra i seni.

*

Quando quando quando

Quando penso a te sdraiata al sole dei miei occhi
ed era quasi ieri.
Quando penso a te nel buio di quel sole
che non scalda la tua pelle.
Quando penso a quella gonna, gialla, da gitana,
ondeggiare al vento della riva.
Quando quella gonna poi l' hai persa sulla strada
ma la sogno ancora sai.
La sogno.

 

Quando capirò che amarti non è quella gonna
ne il vento che la muove.
Quando capirò che amarti è questo tuo mancare.
E manchi sempre sai.
Mi manchi.

 

Quando capirò che il vento non ha mai smesso di soffiare.
E quando un giorno capirò che tu nella tua gonna non ci puoi più stare.
Non saprò neanche cosa fare
e mi dovrai insegnare.

*

Giro-vagando

È solo un piccolo paesino sulle sponde
di un piccolo lago
quattro case e un solo sentiero
che va alla riva.
E non è l’ uomo non è il ragazzo
che va girovagando
e non è la ragazza carina
che si affaccia al balcone a guardare
forse le somiglia solo un poco
forse non è nemmeno lei,
forse è vestita degli stessi colori.


Si affaccia una signora al balcone
con dentro gli stessi colori
ti guarda passare vagando
ma sì forse non è nemmeno lui
così rientra nelle sue stanze
ha un baule che le racconta di lei.

 

Dietro ogni foto una data
sopra ogni data un foto,
e un vestitino leggero.

*

Ti cerco

Ti cerco
a ogni curva di gioia
quando il cuore impenna e vuole dirtelo
che a lui non basta.
Ed è solo uno il nome
uno e mille, così generico.

 

E' questo l' alibi
perchè Nella non c'è più,
ha lanciato la sua ultima monetina
che è rimasta sospesa in aria.
Al posto del sole.

 

Mamma invece è sempre viva.

 

Si è solo fatta piccola
e accucciata come le bimbe tra le bambole,
come le bimbe che credono così di non essere viste.


Così la chiamo forte,
come a dire t' ho visto!
e le mostro l' ultimo desiderio.
E so già la risposta.

*

Morire

Morire a volte è una stanchezza improvvisa
un silenzio profondo del cuore
e tu ti sdrai, dove sei, a riposare
ad attendere un battito.


Qualcuno poi finirà di raderti
per farti presentabile
asciugherà il sapone e se ne scorderà,
qualcun altro non lo scorderà mai.
Altri ti aspettavano.

*

Mondi

E poi a volte guardi il mondo
come da uno schermo, o un quadro d' autore
e tutto sembra una brutta copia.
E c' è una donna dipinta
profuma di colori a olio
e pensi che l' originale è da qualche parte, nel mondo.

 

Poi a volte guardi il lago, solo lui ti consola,
e passa una donna, e sorride, e il lago dietro brilla
profuma del suo odore, di sudore e stoffa calda.
Ma l' originale è sempre da qualche parte nel mondo di prima
e non dà pace.

 

Perchè i mondi dipinti non esistono.

*

Strange dream

Ti succhiavo i capezzoli, gonfi e turgidi sui seni sodi e dritti
tu stavi tutto intorno, ti sentivo muovere
sentivo la tua pelle scorrere, umida e calda, sulla mia.

Poi aprivo gli occhi, e la stanza era buia
poca luce dalla finestra aperta
la notte era umida e calda
come l' aria che entrava dalla finestra.
Il letto vuoto.

Così richiudevo gli occhi, per continuare il sogno
aspettavo fermo e zitto
ma i seni poi erano avvizziti, e rugosi, come ravioli al vapore
i capezzoli duri come sassi tondi
ma tu riprendevi a muoverti
così vera al tatto da sentirti scivolare.
Ma questo non è poi tanto strano.

E' che mi sono svegliato sul divano
e non so se ho sognato di sognarti
in camera, o ho sognato di svegliarmi sul divano
e sto ancora sognando di scrivere sta cazzata
o saran stati i peperoni alla griglia, alla festa.

 

Però era così vero che stanotte faccio il bis.

*

Fermo all’ incrocio

Il mio navigatore deve aver letto Carver,
a sinistra, dice, poi sempre dritto e al bivio ancora a sinistra,
omette della casa con le calendule e le forsizie
e anche della donna avvampata di sole, ma insiste
la prossima a sinistra.
Ma ha una mappa del 2009
e l' assessore invece non l' avrà letto Carver
o forse preferisce la destra
così a sinistra ci ha messo un bel senso vietato
e pure uno stop, all' incrocio.
E da destra un altro stop
come pure da sinistra,
manca un tavolino, per farsi una partita a carte
chi vince passa per primo.
Intando la donna nel sole attende
e non ti chiederà come mai ci hai messo tanto
ormai ti conosce
sa com'è una partita a carte con gli amici
e magari un bicchierino
una sigaretta
quattro chiacchiere.
Ci vuole il suo tempo.
Ormai ti conosce
che gli innamorati si indovinano i pensieri
o credono
sa che arriverai, e che la pensi,
ed è vero
ma non so se è amore
è solo che ogni tanto, al pensiero, il cazzo si fa ancora duro.

*

Canzone

Fuori la pianura scorre
e intanto l' auto nella pianura va,
di te seduta al fianco
non c'è traccia nella realtà
ma quando punti il dito al cielo
verso un sole che non c'è
chi se ne frega di tutta l' acqua
di tutta quest' acqua che viene giù.

 

Corrono gli alberi corrono
l' acqua confonde paesaggi e bugie
e in tutta questa confusione
son sicuro, non eran mie
la strada corre dritta
l' acqua nasconde dove si va
e allora chi se ne frega
se non era proprio la verità.

 

Di te seduta al fianco
non c'è traccia nella realtà.

*

Il corpo del sogno

C’è qualcosa di grande nel cuore degli uomini
lì è il posto dove il sogno prende corpo
perchè è proprio il corpo che desidera il sogno
un desiderio infinito di sogno
e non si può misurare, il sogno
e non so come fa a stare in una cosa così piccola e limitata, il sogno
non un’ unghia, o una mano o un piede
ci sta tutto intero, il sogno.
Qualche sogno mette radici profonde e cresce,
e fiorisce anche d’ inverno
va solo accudito, e accarezzato, il sogno,
perchè in fondo è accarezzarsi il cuore,
anche quando metterà spine per aprirsi un varco.
Verso la libertà.

*

Mentre oggi è già passato

E tu distesa sull' acqua,
nell' acqua chiara e azzurra.
I vestiti ben piegati sull' erba spalanchi la gioia al sole,
le piante congiunte, il sesso bene in vista
per qualcuno che non c'è e che non deve vedere.

E il cuore si trema un poco, che non sia vero
lui lo sa che non è vero ma gli dico che non importa
io la vedo, ed è questo che conta,
questi pochi momenti incantati, irrealizzati,
irrealizzabili e immaginati come veri
nell' acqua chiara e azzurra degli occhi.

Mentre intanto l' oggi è già passato,
come l' acqua che guardi passare,
e ancora arrivi addormentata la sera, in un cielo stellato.

Sono soltanto piccoli cambiamenti di stato.

*

Un gracidare di rane

Sono andato a sentire le rane gracidare ieri
e neanche sapevo che ci sarei andato.

Il sole era alto, subito dopo pranzo, e le ho sentite al fosso,
mi son restato un po', mentre tutti passavano veloci.
Mi son restato un po', e per quel po' non c'è stato altro
nemmeno tu
solo il fosso, e un affluente antico,

con strani pesci che camminano sul fondo
e gamberi di fiume
e ci si può entrare fino alle ginocchia nude.

Sono stato a sentire le rane
e niente,
chi si ricordava il gracidare delle rane.

*

Come corolla alla luce (Katiee)

Come fiore apre la corolla alla luce.

La ragazza sulla metro lo sa
dove nasce la gioia
ripiega un angolo della gonna per farla vedere bene
capelli neri e folti e ben pettinata
di sicuro qualcuno l' ama o l' ha amata.

Questo pensava Luisa, dal sedile di fronte,
e qualcuno era un altro
forse era ieri, forse non sa,
non sa che il tempo non cancella un bel niente,
neanche se non lo vedi passare,
questo pensava Luisa, mentre si guarda seduta.

Ma non è sotto la gonna che bisogna cercare,
la ragazza è la gioia, e te la vuol regalare,
pensa che così non la puoi più scordare
non è negli occhi e nemmeno nel cuore
o in una fila di giorni tutti uguali da contare.

Luisa sa bene dov'è
che si è scoperta a gioire
dove un giorno ha alzato il suo lembo
proprio di fronte al sole.

La sedia di fronte ora è vuota
..ma no,
Luisa ha lasciato due fiori.

*

Pensieri sconclusionati

C'è un altro me che è andato al bosco oggi

che io ho avuto da fare in questi giorni da fare
una macchina da demolire
un' altra da ritirare
la solita spesa del sabato
il rubinetto del bagno che gocciola
documenti da rifare
altri da firmare
giocare un po' a nascondino
non pensare a te.

 

Un altro è venuto lì
nei corridoi affollati
fermo nella piazzetta all' incrocio
mentre giravano le vetrine sullo sfondo
tutt' attorno
ma non l' hai visto.

 

L' albero dei nomi al bosco non ha più un nome
l' altro me non poteva saperlo
chè io non ci parlo molto
e non mi ha visto le unghie, sporche di muschio e corteccia
così non è ancora tornato
e si è fatto buio
starà aspettando mattina, per un po' di luce.

 

Le vetrine continuano a girare sullo sfondo
non c'è niente dentro
niente di niente.

 

Un altro ancora sta sulla rive del lago adesso
segue i contorni di una costellazione
un occhio alle stelle
una alla stella che dondola sulle onde
aspettando un movimento diverso
un affondo rapido.

 

Uno sta scrivendo che le vetrine sono spente ormai
è tardi
bisogna che torniamo a casa.

 

C'è da sognare la sconosciuta roteare lo scialle rosso
battere i tacchi sulla pista da ballo
reclinando il capo e puntando i seni dritti al cielo
a tempo delle note
le mie note.

(domani è un altro giorno si vedrà l' hanno già scritto eh? ma ci starebbe tanto bene)

*

C’è

C'è
io l' ho visto
l' ho visto e non so che forma ha.


L' ho visto su un letto, dolorante
in una forma a me cara,
e io ero il dolore.
L' ho visto piccolino, appena nato
cercare a piene mani le forme
indifeso.


L' ho visto su altri letti
come lingua che scorre sulle labbra
sui clitoridi e sui prepuzi,
e l' ho visto prendere soldi per questo,
per due mani indifese.

Ho visto quello che credevo la sua forma andarsene

di spalle,
alla fine del dolore,
alla fine del mondo,
e ero sempre io il dolore.


L' ho visto nascosto
guardarmi da dietro l' argento degli specchi
o dalle nebbie del lago.
L' ho visto in pieno sole
e era un profumo.
L' ho visto scorrere come un fiume
rosso
gonfiare le vene e i corpi cavernosi.

 

L'ho visto e non so che forma ha,
so che passa volando sul tempo,
da dietro l' argento degli specchi
tende le mani indifese
e lascia sempre qualcosa, sul comodino.

Sogna di essere amato.

*

Se tu fossi Mia

Se tu fossi Mia.
intendo se tu ti chiamassi Mia
potrei dirlo a tutti, lei è Mia.

Potrei afferrarti ai fianchi, e alzarti contro il cielo blu notte
lanciarti in aria, nel tuo vestito color blu cielo di notte

__________/*questo in realtà non ce la farei,
__________che chissà quanto pesi con tutta quella bella carne addosso.
__________Ma Mia non è il tuo nome e questo è solo un sogno.*/

Quindi ti lancerei nel cielo, dicevo,
sagoma vuota tra le stelle
starei sulla riva a cercare i contorni
a guardare la musica che fanno le onde sulla ghiaia
a sentirle ridere giocando attorno allo spazio vuoto tra le stelle riflesse.

E devi sentire le foglie, intanto, come suonano
seguendo un' idea.

Ti riprenderei l' attimo dopo.
Ma non ti chiami Mia

e ho cancellato il tuo nome

passi via veloce in un abito rosso
e si sentono i tacchi allontanarsi sulla ghiaia.

*

Amarti

Forse amarti è questo:
Trovarti in un lilla di rose che si scaldano al sole
e non sono le mie rose.
Portare a mente un colore, a casa.
Pensarti in un lilla di rose, nella stanza in penombra
con insolita allegria.
E farsi l' amore
come i ragazzi.
E non basta ancora.

 

*

Canzone per una rosa che non vuole sfiorire

Rosa
Rosa rosa
Bella rosa
Bella in rosa.
Non è di serra la più bella rosa.

Così oggi son partito per il rovo
e so che la troverò.

Rosa
Rosa rosa
Bella rosa
Lei gioisce e di sfiorire non lo sa

Rosa
Bella rosa
Bella in rosa
Lei invece sì lo sa.

Rosa
Bella rosa
__________ volevo solo vederla sfiorire
Rosa
Bella in rosa
__________ nel suo coprispalle rosa.

Rosa
Bella rosa
Bianca rosa
__________ coi suoi capelli di neve.

Rosa
Bella rosa
__________l' han recisa
E quant' ero vecchio quel giorno.

Rosa
Bella rosa
Ora sono solo un figlio piccolino
Arrabbiato e birichino
Che la sua rosa sfiorire non vedrà.

E volevo solo vederla sfiorire.

 

*

Disperanza

E' questo:
Un cannone che spara ancora a mezzogiorno
a metà tra il lago e la colma,
e affretti il passo,
ma il pranzo non è pronto.
E ancora:
Te ne accorgi, e rallenti un po'
ma prosegui, attraverso vie e vetrine inesistenti
verso un portone chiuso
che nasconde il ballatoio dei gerani,
e il giardino segreto dei bruchipalla.

 

E il portone infatti è chiuso
nuovo, lucido e motorizzato
al citofono nomi sconosciuti,
meno uno.

 

La targhetta dice proprio "Secret Garden"
ma non suoni,
non è più il tuo,
e non hai voglia di affittare una camera.

*

Bollicine

Tutti quei poeti.

Proprio come le ragazze della Nuit, night in quel di Sondrio
quelle che si facevano offrire un prosecco, o altro, per alleggerire un po' i clienti
quelle che poi magari ne prendevano un altro
perchè il posto non era un granchè
perchè il posto sembrasse più bello, un pò rosè
e i clienti meno stronzi.
Ma il posto non si faceva mai più bello..
finiva a borsettate e colpi di tacco dodici.

Tutti quei poeti.

Questo posto dove stiamo non gli piace
e allora si beve un caffè, dolce,
e ci fuma una sigaretta sopra,
poi magari si fa anche una canna per farlo più bello,
e un’altra per visioni di domani,
ma il posto non si fa mai più bello e allora si prende una pasticca,
o si inietta qualcosa nelle vene fin quando arriva al punto che si dimentica cos'è che doveva diventare più bello
ma continua a riempirlo di bollicine.

Sarà anche uno strano accostamento, con le ragazze della Nuite,
ma alla fine vomitano uguale nei bagni anonimi.
Facendo questo posto meno bello.

 

 

La musica offre sovente l’illusione di stati mistici. (Catta Renè Salvator).
E crea dipendenza, proprio come il vino, ma preferisco la musica. (franco)

*

Andando in paradiso

Si ha un bel dire di com'è bello
starsene su una nuvoletta
a bersi un buon Lavazza
ascoltando musica divina
suonata sul pianoforte infinito di Dio.

Che poi preferirei fosse un chitarrista,
e abbia una chitarra col manico bello lungo, almeno quanto il braccio.

Dicevo si ha un bel dire.
Credo invece che il paradiso sia un posto tormentato
e il caffè non è dolce come quello che da lassù ci vedono bere.
Senza poterci parlare
Senza poterci abbracciare
Senza poterci baciare
senza poterci dire nulla
senza nemmeno l' alibi di un angolo dietro cui star nascosti.

 

Partire.
Vorrei.
Fare come i gatti,
o come lei che ha cercato un luogo magico
ed è sparita.
Poi lo direi a tutti
che son partito per un bel posto.
Inventerei un software che risponda ai messaggi
proprio come ha fatto lei
e che invii foto e video di spiagge assolate,
donne in topless
o città da sogno.
Proprio come ha fatto lei.

Che dica che non stiano a preoccuparsi,
che dica se non mi vedono è perchè lì che sto bene.
che dica che c'è anche lei
che dica che non manca nulla
che dica che qui fanno un buon caffè
che dica che li abbraccio
che dica che li bacio
che dica che c'è quasi sempre il sole
che dica che le ragazze qui sono uno schianto
che dica che anche lei al sole è uno schianto, integrale.
Insomma che dica che ci divertiamo un mondo.

 

In pratica che spari un sacco di palle
proprio come lei
e in mezzo ci metta anche la pubblicità della Lavazza.

*

Favoletta breve

Lei ha fatto i giorni favolosi.
Fa i giorni favolosi.
Così mi alzo presto, la mattina
e faccio tardi la notte.
E i giorni sono più lunghi.

*

Qui il tempo è incerto

Ci sono giorni in cui è come fosse qui davanti,
al davanzale, luminosa e sorridente.
Li chiamo giorni favorevoli,
in quei giorni l' aria è chiara e profumata
e la Madonnina guarda le cime dei monti
come dalle cime dei monti si vede la Madonnina.

Allora, in quei giorni, la vedo
come alla finestra, vista da un prato di trifogli e margherite.
Le persiane aperte, lei sta a guardare il cielo puntando il dito alle nuvole
e gode del sole e dei canti degli uccellini che riempono l' aria.
La luce entra a quadrettini e le disegna una scacchiera sul corpo
sui seni, ponendo due pedine al sole.
Dentro la stanza è ancora buia.
Non sono più sul prato allora , ma dentro,
è sempre lei che vedo, da dietro,
col suo culo imponente nella penombra
guarda al cielo
cercando col dito nelle nuvole un segno
godendo del sole e dei canti
o solo dell' aria, smossa da un pettirosso,
che muove le tende che le accarezzano i fianchi.
Nudi.
Oltre il sole è forte,
mi risucchia fuori nell' aria, attraverso lei
e allora per un attimo mi vedo, come da dentro lei,
là fuori sul campo di trifogli e margherite
guardare al cielo
cercando col dito lo stesso segno.

 

Poi mi sveglio.
E scopro che qui invece il tempo è incerto
e così si sta, occhi al cielo
al punto dove le nubi son più leggere e passa la luce
e mentre si sta i fiori si stagliano ugualmente contro il cielo.
Lei non c'è ma appare velata tra le nuvole.
Così si sta, in attesa di un sorriso di sole.
Come una volpe in tana che aspetta che spiova
per correre al prato delle margherite.
Così si sta, in attesa che il cielo apra i veli.

In attesa di un giorno favoloso.

*

Meraviglia

Nuda,

oltre i vetri chiusi.
Le segrete stanze piene di sospiri.
Ma non è il vento che le accarezza i seni
o il sesso velato di nero.
Col viso in ombra, le mani scostano i veli.
Si inarca altissima verso un duro sogno,
ancheggiando a un misterioso visitatore
poi supina, affonda le dita nel mistero del mondo.
Il visitatore è steso, accanto a lei,
la guarda godere
ha lo stesso sesso, e le dita nello stesso mistero.
Nello specchio, sul muro, solo lei, e una gioia antica.


Ma ha un abito bianco da indossare
che steso al sole attende
e bianche lenzuola vuote.
Sulle mammelle spavalde
antiche e solitarie battaglie.
E Lui è solo uno scrittore che ne inventa i contorni,
steso accanto a un mistero.

Di là dell' angolo,
il lago brilla.
Lui guarda il lago.
E l' aria odora di calda meraviglia.

*

Guadarti Nuda

Guardarti nuda è stupore, meraviglia e eccitazione.
Guardarti nuda è guadarti nuda
e sei fiume che va sì dalla sorgente al lago
ma nel punto esatto dell' oggi.

 

Guardarti nuda è timore,
c'è corrente nel punto esatto di oggi, e buche, e paure
ma nuda sei la più potente tra le anime.
Un' anima Madre
seno e ventre di Madre.
Guardarti nuda è pudore scacciato dalla gioia.

 

Ci sono giorni in cui non vedi un guado
proprio quando scorre lento, e si allarga
ma poi il fiume si addentra
nelle foreste della fantasia
scorre tra gli alberi che lo ascoltano passare
basta un raggio di sole che lo fa brillare
e lui rallenta
si piega in curve sinuose tra le rive erbose
e il guado si apre al sole.

 

painting Guido Borelli

*

Nel lago degli occhi

Dalla finestra vede un ballatoio
e sul ballataio cantano i canarini della signora Anna
gli scarponi del signor Verga brillano al sole
lucidi di grasso
e c'è tutto il rosso dei gerani che ride.


Sotto, un Falcone mostra le sue cromature.

Il bambino è questo che vede dalla finestra degli occhi
Ha le ginocchia stanche
e qualche dente in meno,
che gli anni passati sono tanti.


Ma lui non se n'è accorto
così ora i canarini possono anche diventare blu
gli scarponi sono sempre lucidi
e i gerani profumano di rose.

Ma questo a lui non basta mai
deve camminare
scendere a lago attraverso le viuzze mai viste
in esplorazione
deve far entrare tutta quell' acqua negli occhi
e tutta quell' acqua non gli basta mai.


E' sempre il bambino che va al lago
che sale alle cime dei monti
mentre l' aria intorno profuma sempre di rose.

 

Mi porta con sè.

 

foto mia

*

Selvatica

È una piccola orchidea
In serra sfiorisce, e non si apre
Preferisce stare tra l' erba e gli altri fiori.

 

E' al sole vero,
non alle lampade che si apre,
impudica mostra il piccolo clitoride.
E l' anima fragile,
e impaurita all' aperto.

 

*

Cam girl

Parte così
col motorino d' accensione del motore
poi imbocchi la strada familiare
tutti i pensieri nel taschino
all' autoradio, in sottofondo
Io sono un gigolò
-e penso a lei-
soltanto un gigolò
-e penso ancora a lei-
sotto questa pioggia sottile di un sabato mattina.

 

Perchè lei è una cam girl
si muove sinuosa
erotica e maliziosa
nel mondo che ha inventato.
E' come piace a te
proprio perchè l' hai scelta te
alla vetrina delle anteprime.
Ha l' età che vuoi
ti mostra quel che vuoi
accende la tua voglia
anche se non ne ha voglia
e questo è quel che vedi.
Ma lei è una cam girl
con tutti i suoi problemi
e quelli non li vedi
vedi seni affascinanti
che muove con maestria
e allo specchio il suo sedere
nel palcoscenico allestito
basta che muova un dito
e il resto è fuori campo.

 

Poi vorrai veder di più
i sogni
e magari quello che ha nel cuore
lei non risponderà
e il sistema scriverà
---**CAM CHIUSA**..

*

Non guardare le vetrine

Entriamo dalla grande porta in pietra, aperta
e già ti dico che ti voglio bene
e mancheresti se un domani qualunque tu non ci fossi.
Proseguendo per le mie strade si passa dalla vetrina dei binis
piena di palline argentate e dorate ripiene di rosolio
luccicante se non la guardi.
Più avanti il panettiere espone le mantovane
lucide, dolci e profumate
è ben allestita, con panini a forma di animali e casette
ne esce un dolce profumo di burro e vaniglia
se non la guardi.
Giriamo a destra, e tu accanto
che si dice che accanto è un posto per pochi
ma io resto un po' indietro
che da dietro hai un bel culo
da prendere a pacche e pizzicotti e carezze, e baci.
E ti dico ancora che ti voglio bene
e che anche quello mancherebbe se un domani qualunque non ci fosse.
Ma c'è una vetrina più avanti
e ci arriviamo ancora accanto
è piena di trenini e locomotive
aeroplanini radiocomandati, macchinine
motori da 3,5cc e radiocomandi sofisticati.
Non puoi non guardare
e così lo vedi,
negli spazi scuri non ci sono i tuoi seni
e non sei rimasta indietro
non arriverai ancheggiando e dondolandoli,
accanto qui non c'è nessuno
e ti dico che ti voglio bene
e manchi in questo domani qualunque.

 

foto Vivian Maier

*

Lei

Amo il suo corpo,
di schiena.
Amo salirci,
di bacio in bacio
fino alle base del collo
e baciarlo
fino alla ferita
che s' inarca altissima.

Mentre le mani
stringono i seni
il corpo
trova un incastro perfetto
e la mente scivola
in un paradiso inconosciuto.

*

No name

Si faceva di eroina.
Lo puoi trovare negli spazi bui tra le cose
dove anche lui guardava
mentre le cose crescevano
a dismisura
e si prendevano tutto lo spazio
con gran fragore di pianto.

 

Allora lui si faceva di eroina
e le cose svanivano
solo cosi poteva vederlo
capelli biondi, al vento delle locomotive.

 

Il verbo è giusto, si faceva
mentre la locomitiva si faceva aereo
in rotta di collisione
verso la montagna più inaccessibile al mondo.

*

Brave ragazze

Le ragazze si divertono a farla vedere
magari dal giardino pensile delle fate
in cima alle mura.
A gambe penzoloni aspettano i pischelli delle elementari,
e loro arrivano,

che le voci corrono,
allungando il rientro a casa passano sotto le mura.
che ne vale la pena.
Guardando pensi che han scordato le mutande
ma dovevi vedere come ridevano mentre se le toglievano.

Forse ora per le fate non è più tempo di magie
ma non le scordano, e sorridono al pensiero
e non saranno scordate, e sorrido, al pensiero.

*

Sogno sconclusionato

Quando guardo la luce che ti circonda io creo il tuo corpo
quando guardo il buio che ti circonda e non ti vedo
ricreo il tuo corpo.

Ho sognato una pianura, blu profondo
in fondo a una valle di monti neri
forse era lo specchio di un lago ma è uguale,
in cima ai monti un castello
e alla finestra la castellana che mi salvò dalla pioggia un giorno.
C' era un foro al centro, nero e scuro
dava in una stanza enorme e buia
e la pianura era come una lastra di vetro
e la castellana al centro della stanza, stesa.
Cavalieri arrivavano da ogni dove, coi loro cavalli bianchi
mostravano stendardi, e armi, e corazze lucenti
e scendevano fino alla castellana
ma nessuno tornava.
La castellana dalla finestra stava a guardare,
a guardarsi.
Io non so dove stavo
forse alla stessa finestra
con un tè caldo, e biscotti.

La castellana nel buio piena di luce, zitta.

*

Dicono

Dicono che c'è un punto
lungo il sentiero
oltre il quale non si può andare.
E' questo che si va cercando.
Dicono che sia in cima alla montagna,
qualcosa come una vetta
che sale a baciare le nuvole
o una colma, dove le nuvole riposano.
Dicono che lì il vento piega gli alberi a terra
proprio come qui
e una volta arrivato diventi come lui.

Ma allora non finisce il sentiero
ridiscendi piegando gli alberi a terra
accarezzando i narcisi, e poi i ciclamini
giù fino a increspare la superficie del lago
fino alla panchina sulla riva
ad asciugarle il viso.

Ma non è questo che si va cercando.
Forse è solo come quando esci da un bosco,
su una strada mai vista,
e sei felice per la scoperta,
e prosegui curioso
senza paura
leggero.

*

Bianca

Bianca.
D'abito e di pelle
Stai nel riquadro luminoso della finestra
sospesa,
in un passato che non passa mai,
al centro di tutte le cose.
Bianca.
Ho visto il tuo corpo nudo
nell' aria calda di vapore,
nel sole del mattino
nelle penombre della sera.
Così ti penso
quando ne ho bisogno,
quando sono un piccolissimo figlio,
quando non vieni,
quando non ti sento.

Poi per magia sui vetri si formano goccioline
che il sole trasforma in scintillii,
e danzano per la stanza
come sulla tua pelle bagnata.

E tutto si fa caldo.
Accogliente
Di pace.

*

Sotto la gonna

Non importa di che colore fosse la gonna
lei la aprì all' improvviso.
Sotto, un enorme cannone che la sparò in cielo
e c' erano cammelli, elefanti e giocolieri tutto intorno.
E un mangia fuoco sputava fiamme sul pubblico,
seduto ai bordi della gonna.
Nell' aria volteggiavano acrobati e note
insieme al profumo di lei.

 

Lei, la proprietaria della gonna,
era immensa, alta fino al cielo
con gli occhi chiusi ondeggiava la testa tra le nuvole
inzuppava le mani nel sesso,
come biscotti nella tazza del tè.
Fuori dalla gonna intanto un carrettino vendeva i gelati
da tempo immemorabile,
con gran rumore attirava la gente.

 

Ma sotto la gonna, sotto c'era il suo mondo
lei ci scivolava leggera
sprofondava nel suo cielo
sempre più rosso
fino a diventare un lampo.
Non era più neanche lei.

 

*

Della morte e i suoi inganni

Pochi gli incontri con lei,
da giovane neanche ci fai caso,
passa quasi inosservata.
Poi un giorno ti ferma a un angolo e si presenta,
ti presenta un parente, o un amico,
Giorgio, o Roberto o Adriano.

Te li mostra tenendoli tra le braccia,
freddi e bianchi, come se se li fosse presi lei.
e tu li guardi, e li tocchi..
è vero sono proprio freddi e bianchi
e allora li scuoti, e li pizzichi,
li chiami ma loro niente,
nessuna risposta.
Roberto avrebbe detto oh, che cazzo fai pizzichi?
Giorgio m' avrebbe anche mandato affanculo..
e gli avrei detto che non sarebbe poi stato tanto male, con sua sorella..
e qui di sicuro m' avrebbe dato un pugno.

Qualunque cosa Lei abbia tra le braccia, non sono loro.
Loro non ci sono più in quei corpi.
Lei non ha niente di loro tra le braccia.

 

Quello che piangi è proprio questo,
non sapere dove sono.

*

L’ odore della carta

''Getta quel libro, è odore della carta.
Il libro appena preso nelle mani, quel libro di cui stiamo imparando il funzionamento,
attraverso cui stiamo prendendo coscienza dei processi della macchina alfabetica,
quel libro deve essere gettato via,
perché non è altro che "odore della carta".''
(Mario Benedetti)

 

 

Ho un libro nelle borse della bici.
Mai finito.
Sta lì per le soste sulle rive di qualche lago
o per una panchina in mezzo al bosco
attorno allo stagno degli alberi bisbiglianti.
L' intenzione almeno è quella
ma quando sono alla riva mi perdo nel brillare delle onde
nel profumo dell' albero sotto a cui sto
nell' odore dell' acqua, dell' aria o del legno della panchina.
La voce del lago riempie l' aria.
E lo stesso al bosco,
nei giorni di sole l' aria sa di resina e eriche calde
gli alberi bisbigliano piano per non disturbare il concerto dei suoni del bosco.
Non c'è lo stesso concerto ogni giorno, non ti puoi annoiare.
Non così dopo un temporale
che ti sorprende all' improvviso.
Gli alberi allora bisbigliano forte e la musica cambia
L' aria si fa elettrica
sa di muschio, e di funghi,
di attesa che gli uccelli tornino a cantare.

Il libro intanto s' è inzuppato un po'
l' odore della carta bagnata è forte ma si asciugherà.
Lì dentro ci sono altri profumi e brillii, altri orizzonti
non miei ma altrettanto belli.
Anche se gli occhi è solo carta che vedono, e inchiostro,
e i sensi sono i miei profumi, brillii e orizzonti che sentono.

 

Così oggi prendo la bici.
Vado verso non so
a non finire il libro.

 

*

Ama il poeta per quel che è

Ama il poeta per quel che è,
lui non è i versi che scrive,
è un solo un uomo, o una donna.
Finge,
inventa sorgenti inesauribili
acqua che sgorga chiara
da bere con le mani
e lunghi viaggi per arrivarci
che non finiscono mai.
E poi è solo il tuo sesso
umido di gioia
come sorgente dissetante.

Inventa giardini incantati
e cespugli
e pozzi dei desideri
E poi è sempre il tuo sesso.

Inventa colline e avvallamenti
meraviglie accarezzate dal sole o dalla pioggia
ma i sentieri per arrivare alle colme non finiscono mai.
E poi è solo il tuo corpo
un corpo che un giorno ha sofferto,
o gioito,
gioito così tanto che è esploso in parole e versi
ricadute come braci a incendiare i fogli.
Un corpo che ha fatto gioire il suo.
Un corpo che forse neanche esiste.
Ma l' ha fatto ammalare d' esistenza.

I suoi versi ne sono solo l' anamnesi.
L' ombra della luce.
E la luce non arriva mai.
Dal buio vede la luce dei suoi desideri
assomigliano solo ai tuoi.

*

Radici

Tu non vedi
ma quel quadrato di cielo è pieno di radici
le mie
e scendono come volti lungo le mura
e io sono l' albero.

 

foto mia

*

Una stanza a cielo aperto

C' era odore di fieno qui
di fieno e stallatico
e di latte appena munto
di mucca, da portare a casa,
fargli fare la cremina sopra
e prenderla a cucchiaiate, con un po' di zucchero.
O di capra
da consumare sul posto, ancora caldo.
Come piaceva a noi.
E l' aria era piena di pigolii e belati.

Ora, tutta questa gente lungo le mura non lo sa
e cerca vetri temperati
gelatiere a corda
e stracci che puliscono l' impulibile
colle che incollano più delle saldature
e venditori che giurano che è vero.

 

Solo qualche vecchio ricorda e se gli incroci lo sguardo ti saluta e sorride.

 

Tutta la gente non sa delle fate che ti sorridevano dall' alto delle mura
tutta la gente non sa della stanza che ti cammina a fianco
sospesa nel tempo, piena di quello che hai amato
cose scordate che riappaiono, come dall' ombra
e ti danno la mano
e tu ti siedi, all' angolo, al tuo posto preferito sul gradone
e per tetto il cielo
e ci sono angeli che guardano alle finestre
guardano dentro.

Ma è un attimo, e si riprende il cammino
sempre osservati da qualcosa.

 

foto mia

*

Tutto quel bianco

Qui si sta bene
è un bel prato di margherite, un po' in pendio
e tutto quel bianco somiglia tanto al nostro.
Ci avremmo messo un plaid
e tirato fuori il pane, e i fruttini,
per la merenda
ci saremmo scaldati al sole.

 

Ma tu mi dicevi zingaro, e vagabondo
e un po' ti piaceva, che eri come me
e in casa morivi, vuoi mettere le rive di un fiume?
Così riparto, che questo prato non è mio
devo andare verso le nuvole là in fondo, che chiamano
come se neanche io fossi mio.

 

E poi devo andare verso i suoi tre anni
che niente vale di più della sua gioia.

*

Silenzio

A volte il silenzio è un colore,
un giallo con sopra pennellate d' azzurro.
E strappi neri in quell' azzurro.

E' scoprire che nessuno li ha visti.

A volte è un suono,
un larsen che spazia nell' aria.
E puoi guidare col movimento.

E' scoprire che per altri è solo rumore.

A volte è un grido,
forte.
Nell' aria o sopra un foglio.

E' scoprire che nessuno l' ha udito.

*

Canzone

Pedalavo sulla ciclabile dei fiori
e pensavo a tutti quei cantati amori
pedalavo verso non so dove senza meta
che così si va, cercando un segno, una cometa.
Son arrivato a un paio di constatazioni
pensando a tutti quei poeti cantar le muse
forse son solamente cose astruse
forse mi avevan preso per i coglioni.

E girano le ruote girano sulla ciclabile
girano come le palle di quell' Annibale
girano le ruote girano come la vita
e al ritorno poi questa discesa sarà salita. zan zan! (strumentale opzionale Sol Do)


Dunque dicevo ho svoltato un pò più avanti, non so dove
in quella strada che va verso, non so dove
ma si vedevano all' orizzonte le montagne
tutte imbiancate di neve e zafferano.
Zafferano? (altra voce)
Sì, zafferano alpino, non lo vedi?
Ma quali fiori, quali amori, quali colori
se non li vedi tu son solo cose, senza sapori.


E girano le ruote girano sulla ciclabile
il sole rende l' aria un po' più amabile
le muse forse non son propense a darla via
e questa è solo una canzone da osteria. zan zan! (come prima)

Adesso credo che sia proprio l' ora di tornare
la batteria è in rosso e ho poca autonomia
le cime possono anche aspettare
le muse anche tanto le trovi sempre sulla via.
Però so dove stanno i prati dello zafferano
posso vederli anche dopo, da lontano.

 

*

Lettera da dove ogni cosa va a morire

Non pensate a un luogo come un eremo
o una qualche lugubre grotta piena di pelli di serpente,
zanne d’ elefante, ossi di balena o gusci di lumache.

Se c’è un luogo è un eremo errante
su strade senza indirizzo conosciuto,
se c’è è una grotta luminosa dove tra le crepe appaiono volti dimenticati
lì le balene volano
come cavalli  alati cavalcate
e hanno il colore che vuoi
Lì ogni cosa è viva.

 

Non sperate neanche di leggerla questa “lettera”
Da lì non partono lettere
solo avvisi di spedizione,
notifiche direbbero oggi,
così che ognuno costruisca la sua.

*

La ragazza

La ragazza è venuta da me
in una notte lontana
la ragazza è venuta da me e si è rifugiata negli occhi.

 

La ragazza è venuta qui
e somigliava all' infanzia
furono giochi e canti, e sembrava felice.

Le ho detto spogliati, guardati
forse sei la poesia?


La ragazza era scritta nel sangue, negli incroci delle vene.

Certo si possono descrivere, le curve i seni i fianchi,
le gambe affusolate e quel sedere che porta in giro
certo si può descriverlo, anche senza guardare.

 

La ragazza stava ritta e altera
quasi arrogante allo sguardo
Posso chiudere gli occhi e passarci a memoria su quelle curve,
e accarezzarle ancora, e ancora , e ancora
perchè è la poesia.

 

La ragazza ora dorme, in qualche luogo là fuori
La ragazza è con me, dorme quieta al centro del cuore
e da lì si espande ovunque,
ovunque c’è da sognare..

 

*

Migrante stanziale

C'era una zingara a vegliarmi le notti un tempo
appoggiata al muro
sempre sorridente nel suo abito rosso
e con sempre rose tra la mani.
La sua cornice dorata svaniva nella la notte
per me scendeva tra lampi di blu elettrico
a cancellare le ombre.
Poi svanì per sempre la sua gabbia
e fu sempre con me, a ogni ombra del bosco
nei pendii di montagna, dove crescono i narcisi
nel brillare del lago
in pezzetto di cielo disegnato
e ancora nelle notti più buie.
Ma per sempre non è per sempre.
E' tornata alla sua cornice
sta in una casa che non so
e io giro al bosco
con un fischio a tremila hertz nelle orecchie
e confonde il silenzio
il canto e l' incanto
e so che non la vedrò più nella sua cornice.

Anche se la cerco ancora
negli arcobaleni delle cascate
in un lago che brilla al sole
e deforma il profilo dei monti.
O solo nel buio della stanza.
Fuori dalla sua cornice dorata.

 

*

Anima muta

Stava lì, sospesa,
nell' abitacolo pieno di fumo
sembrava come al bancone di un bar, strafatta
e beveva,
e fumava quelle super slim lunghe da zoccolona,
doveva aver ballato nuda sul cubo tutta notte.

 

Solo che il fumo era il mio
e l' anima anche,
nell' aria fredda del mattino riprese a ballare
Non servì dirgli che ero stanco
sembrava sorda
nemmeno mostrarle le labbra, che leggesse,
sembrava cieca
e non diceva nulla
come muta.

 

Non diceva di primavere future o passate
nè di prossimi inverni.
Non parlava di gioia
o dolore
solo si mostrava, e mi teneva sveglio,
io la pregavo di lasciarmi addormentare
che ero stanco, tanto stanco.
Ma lei non ascoltava più nulla.


E così
sono ancora qui.

 

*

Bimbi piumati

Tu guardi al cielo, azzurro e pieno di nuvole
magari puoi anche farci una poesia
che dica della bellezza.
Che dica del volo di quel piccolo gabbiano
che hai notato nell' angolo più a destra.


Guarda! Dici al bimbo che osserva lo stesso cielo.

 

Ma lui non sente
non ascolta
lui ha le piume
e vola
immerso nell' azzurro oltre le nuvole.
E' nuvola e cielo.
E niente lo può tirare giù.

Lui è la bellezza.

*

Il grande prato dei narcisi

E così l' ho visto
era una bella giornata di sole
la vecchia casetta della Funicolare di Como è rimasta tale e quale
solo con molta più coda
che va e si ferma spesso
anche davanti alle foto antiche esposte sul vecchio muro dell' ingresso.
E così l' ho visto
il grande prato dei narcisi
proprio come lo ricordo, non era un sogno,
in pendio
Lei in alto, luminosa
e tutti la guardano da tanto è bella.
Io non ci sono
non ci sono ancora
e tutti ci guardano da quanto eravamo belli.

 

*

Io faccio finta

E così un mucchio di terra diventa una montagna da scalare.

E se casco faccio una valanga

Ma se apro le braccia

posso scenderne volando.

Con una pila divento speleologo

costruisco tunnel sotto il tavolino

e ci entro.

Due alberi, un pò d' erba e una casetta nell' angolo

diventano un bosco incantato.

Una foresta da esplorare.

A casa poi, sotto la tenda,

posso anche farti un caffè.

Che non si vede.

Io faccio finta,

ma tu credici davvero.

*

Atmosfere

C' è qualcosa di indefinito oggi al bosco.
Non è triste, anzi sta fiorendo
e gli alberi gemmano.
Ma si è creata una radura ai margini del bosco
e lì c'è come un' atmosfera di attesa.
Un' atmosfera di attesa per qualcosa che non verrà.


Alcuni alberi giacciono,
stesi a terra e impilati in bell' ordine
muti e nudi, senza braccia.
Tutt' attorno gli uccellini gridano
forte
nell' aria stridente volteggiano veloci,
senza sosta o direzione
come non avessero più memoria.
O dimora.

Il sole splende silenzioso.

*

Sogni da bambino

Le vernici invisibili!
Chi non ha sognato di trovarsi nello spogliatoio delle ragazze
magari con gli occhiali a raggi x, per vederle meglio.
E poi le radio allo strombolio di fragolosio
quelle che creano interferenze che bloccano le onde bugiardiche
e ti fanno dire la verità così ti sgamano sempre.

Ma sono così tanti e veloci questi sogni
che all' ultimo non ricordo il primo.
E ho pensato..
sono grande,
da grande non servono tutte quelle cose,
basta premere sugli occhi e appaiono volti e paesaggi e corpi prima invisibili,
basta premerli un pò di più coi pollici e si mischiano con le nuvole
e poi le oltrepassi fino ad arrivare alle stelle
e ai pianeti coi loro anelli
e soli gialli girano tutto intorno con contorni sfavillanti
e poi la solita scritta,
bianca e sfolgorante su sfondo rosso.

Quando apri gli occhi la trovi ancora lì,
proiettata sul muro bianco,
e ti accorgi che, in negativo,
è un enorme fungo atomico in un cielo in fiamme.

"ma come fanno gli angeli a volare in un cielo rosso rosso"

E lo stai a guardare.

*

Gioia

La gioia non è una cosa grande,

è una bimba piccola piccola.

Ti devi inginocchiare,

metterti alla sua altezza.

Poi apri le braccia,

lei prende la rincorsa

e ci corre dentro.

 E l' accogli.

 

Per un istante non siamo più lì,

abbiamo  ali leggere .

*

Verrà un giorno

E’ sicuro.
Verrà quel giorno.
E verrà perchè c’ è chi già lo immagina.

Si potrà uscirà di casa
e trovare una cabina,
tipo le vecchie cabine telefoniche.
Ci si potrà entrare e uscire sulle rive della Senna
per una passeggiata
O in Stephansplatz
ad ammirare la cattedrale
e cercare quella pianista cinese che suona tanto bene.

La sera si potrebbe andare a Salisburgo,
per una cena al sushi rotating bar..
strano ma vero..
Va bè, all’ inizio basterebbe la riva di un lago qui vicino
o il centro di Bologna
chè lì “non si perde neanche un bambino”.

E la sera basterebbe un posto per guardar le stelle
che già ho visto in un lontano ieri.

E verrà quel giorno.
E’ sicuro.
Devo solo tener duro per esserci.

*

Primavera

La strada per i monti mostra antiche primavere sempre nuove.

I rossi sfacciati

e i bianchi purissimi

i rosa timidi

e gli allegri gialli delle Ginestre.

 

I monti come profili di giovinezza,

e primule tante,

i soliti due merletti neri saltellano

sulle gambette esili, tra l' erba.

 

Sembra dicano alle betulle tutt' attorno

ancora nude

è primavera!

Sì, adesso è primavera

fuori e dentro.

Anche le betulle si vestiranno presto

con l' abito nuovo

e danzeranno, braccia al cielo,

se il vento vorrà.

 

*

Un’ anima

E' venuta a trovarci un giorno
non si sa perchè
nè quanto tempo rimarrà.
Forse è entrata dagli occhi,
come fa la gioia a volte
e la nostra casa ci è sembrata troppo piccola per contenerla
così che si allestiscono sempre nuove stanze,
per renderla accogliente,
perchè rimanga.

 

E ogni tanto si mostri.
Come una nuda primavera
nell' abito fiorito di nuovo.

 

A volte parla come in sogno.
Chiede solo un prezzo da pagare.
Che l' ami,
e la ricordi da sveglio.

 

foto mia

*

Un altro desiderio

C’èra una donna sulla colma
bellissima
tra il verde raccoglieva i fiori
vestita dello stesso colore
e i ciclamini
del colore della sua vita
il viso ora è dissolto nel sole.

 

Qui, oggi, il ragazzo è uscito sul balcone
a fumare una sigaretta,
scarteggia un plettro sfregandolo sul mi basso,
per fare le note più ruvide
intanto unisce con lo sguardo puntini luminosi di stelle
per farne desideri portare nelle tasche
Disegna una donna china sui fiori
alla colma
vestita dello stesso colore
il viso dissolto nel blu profondo della notte.

 

Non è mai rientrato
non ha mai smesso di fumare
nemmeno ora che il fiato manca
e la vista traccia raggi attorno alle stelle,
e sdoppia la luna
e non se ne vede il centro.

Continua a disegnare
attento ai particolari
con tutti i suoi desideri in tasca
e ancora lo stesso plettro.

Sogna un vestitino nuovo,
di un colore mai visto
su un viso in pieno sole  al davanzale.


Sarà un altro desiderio
da portare nelle tasche.

 

foto mia (al borgo di Lovere)

*

Un’ armonica

Babbo storceva il naso
e parlava poco
la musica era solo un sogno,
un bel sogno sì,
ma non valeva giorni persi di lavoro
diceva.

Intanto suonava l' armonica
e anche i fili d' erba
e l' aria si riempiva di suoni
tra i narcisi e i ciclamini
sopra Brunate.
Da lassù guardava il lago
e il profilo dei monti all' altra sponda
e quando guardava all' altra sponda
aveva la mia stessa età
non misurabile in anni.

 

E questo ho imparato.
Quando io guardo all' altra sponda
e seguo il contorno dei monti
come lui,ho la stessa sua età
non misurabile in anni.
E salgo ai narcisi e ai ciclamini
e trovo una fisarmonica che suona.
Basta una gita,
una strada
un colore,
un suono.
Un cannone a metà tra il cielo e il lago
che spara lontano un ricordo.
E risorge.

 

"E suonare mi tocca per tutta la vita".

 

foto mia

*

Vieni giù dal pero

Il nipotino dice che ogni tanto sto a parlare con gli angeli,
vuole solo dire che a volte non sto attento.


E io però penso che è vero
sul mio pero ci sono angeli magnifici
che danzano, e si accarezzano
e risplendono
e il pero si è fatto altissimo
tanto che quasi non si sente più il solito Vieni giù dal pero.


Devi stare in silenzio a guardarli
se vuoi accarezzarli svaniscono
che solo una mano d' angelo può accarezzare un angelo
e mamma diceva guardare e non toccare
e poi aggiungevamo
è una cosa da morire.
Era una Grande mamma.

 

Questo pensavo
fino all' altro giorno
finchè, dovendolo chiamare, non ne ricordavo il nome
per un lungo dieci secondi
ho passato in rassegna tutti i nomi conosciuti
compreso quello di zia
che mi chiamava bravo signore
e intanto chissà dov' era.

 

Poi ho pensato che, forse, anche lei stava a parlare con gli angeli.

*

Unico corpo

Nel sogno sei così sfumata,
come in un blur di photoshop
sarà che al risveglio fatico a ricordare
ma ricordo l' incanto.
Allora, nei disegni di domani
ti dipingo una vagina purpurea tra le gambe

con pennellate feroci e marcate
e poi sto a guardarla
e penso che non ne sono degno
perchè non è origine
o nascita
ma meta e desiderio di possessione.

Desiderio di entrarci
in quel buio profondo che ho disegnato tra le pieghe
di venirti dentro ad abitare
e non volerne più uscire,
o non riuscirci più.
Ma non c'è lo stesso incanto,
così prendo e sfumo tutto
con un blur di photoshop.
E d' improvviso
il mio corpo è il tuo corpo
e il tuo il mio
il mio sesso è il tuo
e il tuo il mio
è ancora incanto
non importa più cosa c'è tra le gambe.

Sei tu che vieni ad abitare.

 

immagine Alvin Booth

 

*

Elleboro

E poi ti accorgi che non è come nelle poesie.

 

Un giorno sali alle colme,
al grande prato sul limitare del bosco dei ciclamini,
il prato tanto cantato,
il prato dove correvi nel sole
tra api e farfalle
e le bambine erano belle,
i fiori tanti,
le freccie rimbalzavano agli alberi,
e un' armonica riempiva l' aria.

 

Un giorno sali alle colme dicevo,
e scopri che il grande prato non è poi così grande,
come se il bosco fosse avanzato a prenderselo
ma nel bosco non ci sono ciclamini,
e allora cerchi la scusa della stagione,
l' inverno è quasi finito,
ma anche al prato non ci sono fiori,
nè api o farfalle..
sarà che non è stagione.

 

C'è solo un elleboro,
dove il prato finisce e scivola ripido a valle,
se ne stà lì, col suo verde sfacciato, e ride,
come a dirti inutilmente povero illuso,
vieni giù dal pero.

 

Inutilmente, appunto,
perchè era un nocciolo quello dove mi arrampicavo,
perchè non è pazzia,
io li ho visti i narcisi, e i ciclamini,
non era un sogno,
si sente una fisarmonica suonare davvero.

 

Forse più su, alla prossima colma.
Più su, la prossima volta,
devo solo smettere di fumare per arrivarci,
non di scriverne.

 

foto mia

*

Nascondino

Succede questo alla chiesa domestica,
ci si alza la mattina,
e magari dopo colazione giochiamo un po' a nascondino eh?
Tu conti, io mi nascondo
tanto goffo come sono lascio segni ovunque e faccio rumore
e poi mi trovi sempre.
Se non mi trovi continua a cercare che mamma,

l' ultima volta,
s'è nascosta così bene che ancora cerco.
Anche tu continua a cercarmi.

Fossi anche dietro un albero.

 

foto mia

 

*

Lilith

C'è una donna che passa volando sul tempo,
come fosse un' onda di memoria.
Ha seni alti,
glutei sodi,
e impudico inguine.
Splendida da ammirare.
Se trova un poeta, inerme,
si mostra nuda
(perchè è sempre nuda)
e lo uccide d' altro amore.

Non le servono armi per farlo,
nè braccia,
nè corpo fisico.
Senza una parola viene la notte a farti l' amore,
si nutre del tuo amore,
ma ti mostra i tuoi desideri solo per farsi sognare.
Canta in suoni e gementi melodie
e lascia sempre qualcosa
sperando nel ricordo
anche solo due piume sul comodino
insieme al profumo della gioia.

Se però la ricordi,
se ti sembra di rivederla in un' altra,
da sveglio,
t' accorgi che la sua immagine è un ricordo di altre vite,
dove l' hai gia vista,
dove forse era te.

E' invincibile,
come è il ricordo di lei.
Se qualcun' altro l' ha vista
sappia che anche lei ha i suoi sogni,

ma non sogna mimose,
sogna di essere sognata,
sogna qualcuno a cui dare un nome.

*

Allora è primavera

Già proposta, ma visto che primavera torna sempre... ripropongo, vestita di nuovo.

 

Allora è Primavera.

 

Quando ci prende il vento.
e ci porta con sè come aquiloni.
Nel cielo.
Quando il cielo si fa lago.
e il lago si fa specchio.
E dentro lo specchio i monti, e le colline,
e tu.
Quando le onde ti accarezzano
e, nascosti tra i monti, fioriscono i desideri.
Come boccioli.
Come primule.


Quando lei li guarda,
i miei desideri più nascosti.
Quando anche lei si guarda, in quel lago,
vestita dei miei desideri,
e si piace.


Quando le onde non son più acqua ma grano al vento.
e quando quel vento gira e gira
e porta i desideri a sbocciare e fiorire.

Quando anche lei si vede fiorire,
colma di quei desideri
e sboccia nel suo fiore più intimo e bello.


E si piace.

Allora sì che è Primavera.

 

foto mia

 

*

E ti mostravi orgogliosa

Ti ho fatto un ritratto
seguendo a matita ogni curva
visibile e non visibile
anche le più tormentose,
che metti in mostra orgogliosa.

 

E poi il viso,
riescono sempre male i visi,
e i graffi tra i seni,
guarda, risplendono.

Di certo anche più di uno
e ogni volta è una magia.

 

Perchè non sei più tu,
quella non sarai mai tu,
o forse sei proprio tu
e non l' ho capito.

 

Ma sì, sei proprio tu,
affacciata al balcone della mia immaginazione,
a cucire parole antiche in modo nuovo.

 

immagine Francine Van Hove

*

Piste del sogno

Io ci provo ancora, il giorno.
Imbocco il sentiero che s' addentra nel bosco
e che seguendo la vecchia ferrovia arriva alla cava da cross,
dove l' argilla rossa appesantiva le ruote
e le ruote si ribellavano schizzandola ovunque.
Il sentiero è cambiato
la vecchia ferrovia non si vede più
coperta d' erba e terra
e gli alberi che mi guardavano e guardano passare sono più alti,
così sembro più piccolo,
ma li riconosco, e anche loro credo
e tra qualche giorno vestiranno a fiori
per il prossimo passaggio.
Qualcuno è caduto lungo il sentiero
e rallenta il passo
già lento di suo
altri si son fatti belli,
di altri restano solo le radici.
La cava invece non è cambiata,
lì sono cambiato io,
l' argilla rossa in questo giorno di sole
impolvera solo un poco le scarpe,
questa bici non ce la fa
la devi accompagnare alle salite
e non decolla verso il cielo.

 

E così la sera.
Imbocco il sentiero che s' addentra nei sogni
e che seguendo vecchie piste arriva alle stelle,
fin dove le stelle correvano e giocavano
e io correvo con loro.
Anche qui il sentiero è cambiato
le vecchie piste non si vedono quasi più
coperta di bollette e impegni, e fastidi
ma le stelle che mi guardavano e guardano passare sono infinite,
così sembro sempre io il più piccolo,
e le riconosco, e anche loro credo
qualcuna manca
altre hanno forme familiari
e tra un po' brilleranno più forte
per quando tornerò lassù.

 

Non così la notte.
Dentro il sogno nessuna mancanza
e i più bei sogni giocano ancora tra le mani.

 

 

versione estesa 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2019/03/01/piste-del-sogno/

*

Ho un Sogno

Ho un sogno.
E so dove trovarlo.
Così oggi prenderò la mia bicicletta e costeggerò il fiume.
O mi addentrerò in un bosco.
Forse prenderò una ciclabile,
ne uscirò nei pressi di un incantevole borgo storico.
O ai bordi di una pericolosa provinciale,
che va verso le rive di quel lago tanto caro,
ci andrò anche solo per ascoltarne l' onda.

Potrei anche passare dal quel prato,
dove c'è la quercia della mia giovinezza,
quella che mi faceva l' ombra.
C'è un altro posto dove potrei andare..
dove un giorno ho incontrato la mia tigre dai denti a sciabola,
e cercare di fargli paura, senza riuscirci.


Lì c'e anche una Madonna che non ti guarda,
e sta,
semplicemente sta,
di spalle al cortile guarda verso gli arbusti
proprio gli arbusti dove mi ingarbuglio sempre.
Altre volte vorrei trovare posti nuovi.
Che in fondo non importa il posto.
Perchè dove vedi il tuo io vedo il mio.
So dove trovarlo.
Anche da questa poltroncina dondolante.

*

Ricordi

Quando la penso,
un po' più forte del solito
ne costruisco il ricordo
e lei arriva sempre,
come a dire lo so,
sono qui,
bravo.

 

Come quando da piccolo desideravo una grattachecca
ed ecco che subito si sentiva il suono delle ruote sul pavè,
arrivava il carrettino del ghiaccio.
Si prendeva un pezzo bello grosso
per la ghiacciaia
che si poteva anche grattarne un poco
da mescolare con zucchero e limone.

 

Ma questo probabilmente non è vero
chissà quante volte non è arrivato quel carrettino
lasciando un desiderio.

 

Perchè i ricordi cambiano
e si inventano,
e ci si illude siano veri
e io sono qui
e non sono bravo.

*

Metti che

Metti che leggi una poesia,
ti sembra di intravedere una donna dentro,
e pensi..
ma questa è lei.


Metti che
ne leggi un' altra,
e ti meravigli di come fa.

 

Come fa questo scrittore a sapere della terra che hai mangiato.
Degli amori che hai avuto.
Dei tumulti che hai nel cuore quando guardi un lago
Della gioia che hai in petto quando guardi una farfalla,
o una rosa.
Dello strazio che ti prende al ricordo del bimbo che hai lasciato nel bianco.
Della dolcezza che ti si scioglie in cuore per una favola.
Per un sogno.
Per una cosa lontana e lacerante.
Irraggiungibile come le stelle.

 

Metti che un giorno provi a scriverle tu tutte queste cose.
E leggi solo l' ombra di quello che volevi dire.
Ma continui a scriverne.

 

immagine Alvin Booth

Alvin Booth2

*

Scendendo il fiume

Ti sei fermato un po'.
Un giorno, scendendo lungo il fiume hai trovato un' ansa così bella che ti sei fermato un po'.


L'acqua faceva mulinelli sulla superficie
e giocava coi sassi,

limpida e chiara
sembrava un' eterna estate

l' erba era verde
e la ragazza al bagno si vestiva dei tuoi sguardi.

 

Eri partito da un piccolo foro, nella roccia,
dove l' acqua sgocciola in un vecchio bacile
e scolma, scendendo a valle
e corre
e cade in pozze insieme all' arcobaleno.

 

Ma quell' ansa era cosi bella che ti sei fermato un po'.
Non so la durata
era un' eterna estate
ma le cascate, più avanti, e le rapide,
erano così attraenti
che sei sceso seguendo la corrente.

 

L' ansa è rimasta uguale a quell' eterna estate
e la ragazza aspetta uno sguardo.

 

L' ultimo salto, insieme all' arcobaleno, è a senso unico,
troppa l' altezza per tornare indietro,
ma evaporeremo un giorno
ri-usciremo da quel foro
e ripasseremo di lì,

in un' altra eterna estate,
sempre uguali cambiando.

 

*

Alibi

Sono quello che ho intorno,
non chiamatemi poeta
o musico o altro.

 

Se vado così spesso alle rive di un lago
è perchè lì sono l’ aria che increspa la superficie
o l’ acqua calma e scura, profonda.

 

Sono i sentieri che salgono a Brunate
col muschio tra i ciottoli,
e alla colma non so più che anno è
nè quanti ne ho
sono il bimbo in eterna fuga,
col motorino nero troppo grande.

 

Sono il bimbo con l’ arco e le frecce, a caccia di ragni,
che, attenta!, qui ce ne sono molti.
Sono il ragazzo che guarda le nuvole dall’ alto..
con le mani sporche di grasso di catena.
Sono un suono di armonica e fili d’erba tra i narcisi.
E alla colma c’è ancora mamma che prepara il pic-nic,
e sorride,
perchè le rubo il plaid
per un rifugio sotto il nocciolo
Oh, lo so che la sera poi si torna a casa
ma io lì lo scrivo, alla colma,
con uno strumento tecnologico.
Lì lo scrivo,
sul grande prato dei narcisi,
appena fuori dal bosco.
Lì lo scrivo di quel sorriso,
e si nota la mancanza,
perchè in realtà, alla colma son solo,
non c’ è nessuno,
solo un pò di vento
che bisbiglia tra le foglie del nocciolo
che offre ancora riparo dal sole.

 

Se lo scrivessi a casa, la sera,
fingerei quel sorriso,
fingerei quella mancanza.

 

foto mia

*

Donna

E' un rifugio il tuo seno,
la schiena un pentagramma di note e pause.
Sulle tue gambe si regge tutto il tuo essere

Lingua dolce di miele.
Fianchi come rive di un fiume sinuoso.


A volte asciutto,
e allora sei un letto di pietre e limo,
ma basta solo un abbraccio di pioggia,
una lacrima che irrighi la terra.

 

Una che da sola basti
e non rifletta il cielo.

 

*

Non ho la parola

La vedi la mattina, appena sveglio,
s' alza pianissimo,
ogni giorno,
in alcuni filtra tra il verde degli alberi e porge un buongiorno
in altri si spande e riverbera su un bianco di neve
in altri ancora alza goccioline danzanti nelle pozzanghere,
e il cielo è tutto grigio.
In fondo non importano i colori,
quella cosa che si alza ti prende,
ti porta a vedere tutti i colori dell' arcobaleno.

 

Ti tiene un attimo eterno
poi è tardi, bisogna andare.

 

Ma resta una sensazione,
come aver visto qualcosa di invisibile
che si percepisce bene,
un sentiero verso la gioia e l' armonia.
O il contrario, l' armonia che sta per venire..
E non ho la parola per dirla.
Fotografi ogni secondo della giornata
cercando in ogni fotogramma quando viene.

 

E' come una fame di meraviglia
che non sfama mai,
Rende miracolosi i giorni.
Perchè poi viene,
sempre.

 

13 - 1

*

Oggi lo so

Rileggendo un vecchio scritto:

https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=3344&Tabella=Narrativa

 

Oggi lo so,
quel bambino dagli occhi neri e furbissimi
quello che non sapeva stare nel banchetto
guardava sempre dalla finestra un altrove che non capivo
verso dove le rocce slavavano nel buio.

 

Oggi lo so,
all' uscita di scuola non erano le case di Como che vedeva,
le sue avevano gli occhi strappati
e fantasmi alle finestre,
meno una,
quella verso cui accellerava il passo.

 

Oggi lo so,
lo chiamavano il figlio della iugoslava,
e lei jugoslava non era,
quel bambino era tutto ciò che era.

 

Oggi lo so.


Oggi sono nato ancora
a Fiume,
In qualche altro mondo,
e guardo le case col cuore strappato.

 

*

Segni

Puoi vedere cosa non c'è scritto in questi segni d' inchiostro.
Questo è il bello.
Puoi vederli diluire e sgocciolare,

neri lungo il foglio,
Anche se dicono del sole.

 

Foto mie (elaborazioni)

*

Meraviglia

E' entrata un giorno e il tempo s'è fermato
crescono rigogliose
da allora le margherite
la sento passeggiare
quando tutto tace.

 

Avevo già sognato tutto
e l' avevo sognato perchè voleva farsi sognare
forse è il sogno la via tra i mondi.

 

E' entrata un giorno e il tempo s'è fermato
la sento passeggiare
quando tutto tace.

 

Avevo già sognato tutto
come su un sentiero invisibile verso la meraviglia
un sentiero dove non sai se vai verso
o se lei sta per venire.

 

E' entrata un giorno e il tempo s'è fermato
La sento passeggiare
quando tutto tace.

*

Sogni nel vento #GiornoMemoria

Se ve ne parlassi

non credereste mai

ai sogni che nascevano qui

ogni sera

all' apparire della luna

in un quadrato di finestra.

Se ve ne parlassi

non credereste mai che non sono mai morti

hanno oltrepassato la finestra

e ora vivono nel vento.

Senza parlarvene

tutti li ricordano.

*

Anima nel vento

La notte,
dopo che il giorno s'è spento
lentamente nella sera,
lei esce da questa stanza,
silenziosa.
Non serve rincorrerla
ti mostra tutto quello che vede.

Eterea e impalbabile come il pensiero,
scivola sul vento della notte,
vola attraverso boschi e laghi
o sopra le luci della città,
entrando in altre stanze
mentre in questa un' altra presenza vola.

Io la conosco,
l' anima mia.
Si stacca come fuggendo da questo mondo
come se andasse a un furtivo appuntamento,
con altre anime in volo.
Tornerà al mattino,
senza dare spiegazioni,
riconsegnandomi a questo mondo.

Ogni giorno,
finchè un giorno,
stanca,
si scorderà di tornare
e resteremo là, nel vento.


-------------------------

Dopo i sogni
apro gli occhi al giorno
Sole nascente

*

Una piccola cosa

E' una cosa piccola, l' anima,
credi che che abiti il corpo.

Invece è là fuori,
in qualche luogo.
Forse nella mente di una ragazza
che fece oplà un giorno
oplà e un bacio
oplà, un bacio, un salto e un girotondo.
E tutti giù per terra.

A volte è al bosco,
in cerca di una radura,
di un' angolo d' azzurro
da cui aprire le ali al volo,
e salire verso la colma dei narcisi.

Ma quando sta dietro ai vetri dei tuoi occhi osserva il mondo
osserva gli alberi curvarsi al vento
e il cielo, e le nuvole baciarsi.
E' lei che te lo fa notare.
Non so come fa
ma è da questi occhi che si guarda apparire in angolo di cielo
volare radente tra gli alberi
e salire veloce ai narcisi.

E' una cosa piccola, l' anima,
solitaria e sempre un po' bambina.
Non le importa del tempo
o di quanti anni hai dietro quei vetri
come quegli alberi
che si baciano
lucidi di pioggia
e che non sanno la loro età.
Puoi averne tredici o diciannove
quaranta o sessantasei.

Si nasconde tra le righe l' anima
ma se qualcuno crede di vederla,
lì tra le righe,
tu dì che non è vero,
e non sbaglierai perchè è la verità.
Sarà già altrove
per un altro giro.

 

E' una cosa minuscola, l' anima.
E'una piccola scintilla d' infinito vagante.

*

E girano le date

E girano le date

come in un carosello

e girano i paesaggi

ma tu, sul tuo cavallo,

tu sei sempre quello.

 

Metteranno degli specchi

un giorno, tutt' attorno

e sparirà il cavallo

con tutto il carosello.


Avranno la tua faccia

e tu sì,

tu sei sempre quello.

*

Le cose che restano

Io non lo so dove restano le cose che non sono più,
o che semplicemente non sono.


So che riempiono spazi fatti d' aria,
li riempiono di di vibrazioni,
costringono le stelle a seguirne i contorni
e imprigionano le nuvole e altre cose dentro quei contorni.

E' così che al bosco ci sono alberi che non sono alberi
e a guardarli ti chiedi se la notte lì da soli hanno paura
o se aspettano mattina senza timori illuminati delle stelle.


E è così che ci sono cespugli di margherite che danzano al vento
su una musica inudibile,
come in un giro di valzer.
E' così che al lago gli spruzzi non entrano in una figura che brilla al sole.
Facile l' alibi dell' illusione, delle mancanze o della fantasia.

Ma poi i monti riflessi nell' acqua disegnano skyline di città mai viste
e le macchie tra il verde mostrano il mistero di volti inconosciuti.

*

In cerca di me

Vedi come riappare l' infanzia in certi luoghi?
Come ombre ai muri, in esplorazione,
e le guardi passando tra loro, come ombra
e non ti volti
per non vedere chi ti guarda.
Prosegui, in esplorazione,
cercando a ogni angolo un segno.

*

Una piccola poesia

C'era una piccola poesia,
che si rannicchiava sul mio petto
cullata dal respiro.

Stava così e dormiva,
così lontana coi suoi sogni senza tempo.
Nelle orecchie aveva il mio cuore
e il respiro era il ritmo del suo sognare
la mano sui capelli il vento che la spettinava in sogno.

 

Oggi è vestita del suo colore preferito,
non dirle che è rosa, è pink,
non sa che sono qui
col suo cuore di due anni in petto e non ci sta,
starà un poco a guardare in giro
magari addossata alla parete
poi sceglierà nuovi giochi e amici.
Mamma poi torna sempre.

*

Una strana befana

La bruceranno.


Lo sa.
Fosse anche solo perchè è femmina
e gira sola e libera la notte,
scopamunita e indipendente
portando gioia a tutti.
Non è neanche più tanto gnocca,
fuori dai canoni maschili.


Ma in questa notte magica,
si sfinirà
donerà tutta se stessa
porterà ai bimbi e ai bimbi nel cuore la gioia che meritano
e tutti gli animali parleranno male dei loro padroni
che non li sentiranno.


Si sfinirà.
Quando la bruceranno sarà già morta.

*

Tettebelle

Tettebelle sta dormendo
e quando dorme non sa di dormire
così Tettebelle non sa che il suo corpo si espande
si espande in nuvole bianche e nere
si indora e poi brilla al sole
e se piove si ricopre di gocce di splendenza.
Io che sto a guardare il cielo da sempre
pieno di nuvole bianche e nere
di schiene e cavalli e sogni
soffio, così il vento gli dà vita.
Perchè Tettebelle è il sogno che riempie la vita mia.

 

*

I più begli auguri

Mi svegliava la mattina.
Perchè non dovrebbe succedere ancora?
Da piccolo chiudevo gli occhi
e mi trovavo su una nave pirata,
tra onde e tempeste
o balene bianche da inseguire.
Poi col sonno la nave partiva per le stelle.
E la mattina mi svegliava,
ed era festa
e un bacio,
e sotto l' albero appariva ancora magicamente qualcosa.
Perchè non dovrebbe succedere ancora?
Devo solo chiudere gli occhi e non ascoltare i rumori di questo mondo,
Arriveranno magicamente da un mondo a fianco.

*

Davvero non lo so

Io davvero non lo so
se Natale sta o non sta nelle luci
che in questi giorni riempiono le strade e le case,
nelle comete al neon,
nell’ allegria delle cene
o nelle modelle in perizoma rosso e ponpon che occhieggiano dagli schermi.

 

Ognuno ha o non ha il suo.

 

So che c’è in cuore, il mio, come una preghiera,
un’ orazione segreta dove taccio,
inutilmente,
le speranze più oscene.

*

Sogno erotico serale

Forse dovrei fare come quel mio amico,
quello che suonava la chitarra,
come me,
si siedeva a bordo palco, le gambe penzoloni
chiedeva allegramente a tutte un rapporto orale..
veramente lo chiedeva a tutti.
Probabilmente così ne ha avuti più di me
anzi questo è sicuro.

 

Ecco, dovrei fare proprio così,
e dirtelo, che voglio guardarti tra le cosce,
di una spalancata bellezza
e baciarti il sesso,
salire attraverso il ventre fino a baciarti i seni
mentre i sessi si mescolano
e continuare a salire
fino a giocarci, tra i seni
e poi ancora più su
per un bacio a fior di labbra.

 

Potrei trovare il coraggio in un bicchiere di prosecco
ma non credo stia lì dentro, il coraggio
e le uniche bollicine che conosco sono quelle dell' aranciata.

 

Ecco, te l' ho detto (che non riuscirò a dirtelo).

*

Non sono più lì

Vi ho mostrato i pendii che salgono ai narcisi,
e più su il profumo del sole sullo zafferano alpino.
L' albero rifugio al limitare del bosco,
i suoni dell' armonica nell' aria leggera.
Ma non sono più lì.
Il mondo era un pezzetto di cielo
dove un falchetto disegnava le sue traiettorie
e si gettava a piombo sul lago
per il brillio di un dorso,
e io ci stavo sotto.
Ma non sono più lì.
La casa sapeva di legna
e di caldo buono,
c'erano giardini segreti
e farfalle tante
e bruchipalla sotto ogni sasso.
Ma non sono più lì.
Lì non pensavo di scriverne,
bastava viverle,
il sogno era il risveglio
con nelle orecchie un canto
e una voce.
Ma non sono più lì.

Non so se sia questione d' età o di maturità,
ma a me piace anche qui
e l' amore adulto,
i seni di una donna,
i fianchi,
gli inguini coperti da mutandine minuscole
e i seni enormi,
percorrerli col pensiero e con le mani.
Adagiarmi al loro calore,
tra le lenzuola.
Mi piace questo quotidiano amore.

 

Ma non sono più lì.
E un po' mi manco.

*

Quando il Natale era Natale

Quando il Natale era Natale
il mondo era pieno di luci
e il cuore dei bimbi s' incantava.
Quando il Natale era Natale
si faceva a gara a chi ne vedeva più
a chi vedeva le più belle
e ancora è così.
Quando il Natale era Natale
i bimbi scrivevano letterine
e il cuore era pieno di speranza.
e ancora è così.
Quando il Natale era Natale
l' attesa era magica
per quella notte,
e ancora è così.
Quando il Natale era Natale
quella notte il sonno era un nemico invincibile
nessuno ha mai visto il visitatore
ma il mattino se ne trovavano le tracce.
e ancora è così.
Quando il Natale era Natale
si cantava scendi dalle stelle
in coro
e ancora si fa.
Quando il Natale era Natale
una cometa viaggiava brillando
e diffondeva la sua luce.
E ancora brilla per chi la guarda
e anche per chi non la guarda.

Sarà ancora Natale a breve
e, te l' hanno già detto?
Babbo Natale non esiste,
è roba da bimbi,
solo loro ci credono
e quando lo diranno anche a loro
si nasconderà in un angolino del loro cuore.
Ma è lui che spinge mamma e papà a far loro doni.
E' lui che li ha portati a loro un tempo
e poi si è nascosto
in un angolino del loro cuore
quando han detto loro che non esiste.

A me piace ancora Natale.
Davvero.
Piace prepararlo, con cura,
piace l'odore dei peperoni arrostiti e della cucina.
E poi la sera, tombola e scala quaranta,
carte da regalo strappate dappertutto,
e confusione tanta.
Profumo di panettone,
di buono,
di gioia.
Gli occhi dei bimbi pieni di quella gioia
saranno la gioia mia di oggi,
un regalo che da bimbo non avrei mai immaginato.

Se pensi che sia solo la festa di una sera,
e magari finta,
vuol dire che non hai neanche quella.

*

Non uscire

Non uscire.
Non uscire da qui,
è una piccola stanza
la stanza della musica.

 

Da fuori non lo diresti mai,
nulla si sente,
ma dentro ci sono onde che premono sul petto,
dove abiti, in altre stanze,
onde spinte da tremila watt.


Come fa un' espansione in sol sulla luce di scarico.

 

Per un paio d' ore non uscire.
Non uscire di qui,
anche se è una piccola stanza.

*

La gonna di Jenny

Sta per piovere,
rotolano bocce oltre le nuvole
che si agitano al vento
Angeli o demoni ci stanno giocando.
Il lampo che le attraversa
accende la tua gonna in cielo
gialla, di un giallo intenso
che gira, e danza,
al ritmo delle nuvole.
Altri lampi mostrano altre danzanti meraviglie.
L' aria è carica di suono.
Poi piovi.

*

Questo è

Dicono che l’ amore sia questo scorrere veloce del sangue,
questo suo riempire le vene e i corpi cavernosi.

 

Ma non credo che basti.

 

Allora forse è questo pensarti sempre,
questo vederti, in ogni luogo dove non sei, senza cercarti.
Oppure questo accostarti il passo di nascosto,
questo ostinato portare nelle tasche quello che non sei.

 

Ma neanche questo credo che basti.

 

Poi un giorno ho sognato un luogo dove non c’eri davvero,
neanche cercando.

Le tasche vuote, la paura forte,
non c’ erano ftrade che ripartivano da lì,
nessun altro luogo dove andare,
in quel luogo senza te non c’era nient’ altro.
Neanche gli angeli ad ascoltare o suggerire.
Il mondo finiva lì senza di te.

 

E questo è.

*

Letterina-bis

Voglio proprio scrivergli una letterina.

 

Perchè lui abita la fantasia
lo stesso luogo dove abita anche lei da un pò.

Potrei scrivergli di darle un bacio per me
e augurarle un buon Natale,
vorrei anche che le dica che sto bene, ma lei non ci crederebbe.
Potrei scrivergli che ho ancora paura
come quando, da bimbo, mi lasciava la mano,
e cadevo,
ma adesso sorrido quando la penso,
ho appreso l' equilibrio.

 

Ecco, l' ho scritta.
Tutto qui.
Non scrivo altro.
Ma lo penso.
Lui ascolta anche i desideri pensati.

*

Everywhere

Le anime tornano da dove son venute.

L' aveva sognato
l' aveva sentito crescere nel ventre
avrebbe avuto due occhi neri e vispi
lo vedeva già, tra i giochi di bimbi
correre al prato nel sole
o lanciare frecce, di legno, al bosco.
L' avrebbe accompagnato a scuola
e si sarebbe fatto grande
si sarebbe sbucciato i ginocchi prima
e il cuore poi.
L' avrebbe lasciato volare
al momento giusto,
e già immaginava il distacco.

Ma era un uomo,
si toccava il ventre
e sapeva che non sarebbe mai successo.

Resta però un' anima,
che non torna,
resta ovunque,
nei prati, nel sole
o tra gli alberi al bosco
con le ginocchia sbucciate e l' archetto di legno,
e gioca
e vive per sempre.

*

Aria dicembrina

Che strano,
l' aria stamattina sa di mattine di dicembre antiche,
nel cortile di una caserma a Chiusaforte
spaesato e spettinato dal vento di Tarvisio che asciugava la valle.
Gli occhi al Fella che scorreva non ancora tranquillo verso casa
e faceva sognare un ritorno di sicuro lontano.

 

La stessa aria che invece là sapeva di mattine di dicembre casalinghe
quando si guardava il Cosia sfociare nel lago.

 

foto mia (foto nuova, stelle vecchie)

 

*

Un caffè

La mattina appena alzato metto gli occhiali,

un paio d' occhiali sempre un po' sporchi

con una lente ingiallita dal fumo.


È ora di un caffè e guardo fuori,

il cielo è grigio oggi

ma un grigio come lo disegnano i bimbi

a strisce e macchie d' azzurro

e gente che ci vola dentro tenendosi per mano.


È l' ora del caffè

guardo al fondo della strada,

all' incrocio da dove spunterà

vestita di pink

e tra un attimo sarà qui.


Ma è l' ora del caffè,

bisogna andare in cucina a prepararlo,

e nell' attesa dare una sciacquata agli occhiali

per vedere meglio fuori

che lei non arriva mai quando lo scrivo in una poesia

*

Il sogno è una bolla

Il sogno è una bolla,

una bolla di sapone,
e da questa poltroncina si vede bene.

Sei così bella riflessa sulla superfice esterna,
è vero che lo sei sempre ma lì ti vesti di nuovi colori e lucentezza.


Questa poltroncina sta proprio sull’ orlo
e sull’ orlo sta scritto fin qui e non oltre,
oltre è terreno scivoloso di sogno
toccarlo potrebbe farla scoppiare.

Solo dopo che gli occhi si son fatti pesanti la puoi penetrare.


E volare via insieme.

 

foto mia.

 

*

Un piccolo luogo

A un certo punto della provinciale,
a destra si vede un santuario, in cima alla collina.
Lì devi girare, nella strada che sale alla cima.
Ma non è quello il luogo.

Scendendo dall' altro versante c'è un lavatoio..
deserto ora,
ma se ti siedi sulle sue panchine in pietra puoi sentire il profumo del sapone,
il vociare delle massaie e
il ridere dei bimbi che giocano nel prato a fianco.
Ma non è quello è il luogo.

Proseguendo la strada si fa sterrata inoltrandosi nel bosco,
poi scende verso il fondovalle passando da uno spiazzo,
cintato da siepi,
con un crocifisso in legno e rosari appesi,
ma non cè nessuno.
Neanche quello è il luogo.

Da lì in poi la strada si fa più ripida e sconnessa,
scende veloce e scura d' ombra,
passa da un' antica abbazia, in mezzo al bosco,
e c'è un abbeveratoio, dopo un tornante, tenuto colmo dalla sua una fontanella.
E' un luogo sperso nel tempo,
la provinciale è lontana,
non fa più rumore.
Ma non è il luogo.

La strada adesso si fa peggiore,
scavata dall' acqua che tracima lavando fuori i sassi,
ma ancora qualche tornante e si arriva a fondovalle,
lì c'è un ponticello che passa sopra a un fiume che scorre calmo,
tra filari d' alberi e prati ai lati
e fiori e api
e l' aria si apre al sole,
non è più umida e scura.
Non è lì.

Pochi km ancora e si arriva a un' altra provinciale, verso casa.

Casa,
ecco,quello è il luogo,
da lì puoi tornare all' inizio della poesia e riscriverla,
mettendo tutto quello che non hai detto,
parlando dei compagni silenziosi che accompagnano il viaggio
da lì, magari con una bici argentata,
proseguire verso la fine del viaggio.

O inventarne un altro.

*

La città dei balocchi

La città brillava quella sera,
brillava di stelle e luci e colori.
e non erano in cielo,
ma su tutti i muri,
e qualcuna cadeva a terra.

 

Lo so, è una fila di proiettori a disegnarle
è solo una cosa commerciale,
per attirare gente,

possibili acquirenti ai mercatini di Natale.

 

Ma la città brillava e i muri parlavano
e quella era proprio la mia città,
la piazza dove saltavo da un lastrone della pavimentazione all' altro
attento a non finire sulle fughe.
La piazza fin dove a volte arrivava il lago
che ci potevi entrare con la biciclettina.

 

Però neanche da bimbo è mai stata così piena di stelle.


Non c' era il bimbo quella sera,
c'ero solo io, con tutti gli anni che ho,
con gli occhi pieni di stelle,
a rincorrere quelle cadute per saltarci dentro.

 

Dicono che per ogni stella caduta c'è un desiderio
Chissà se da dentro la stella il desiderio vale di più.

 

 

*

Letterina

Un tempo scrivevo letterine a Babbo Natale,
e non ero ridicolo.
Ora so che il dono più grande non era il regalo,
era la letterina,
qualcuno l' avrebbe letta
e fatto di tutto per darmi uno stupito sorriso.

 

Ora che so le scrivo ancora,
so dove metterle
e lui sa dove leggerle
e sarò ridicolo
e potete pure ridere.
Ma lui sa dove leggerle.

E mi regalerà ancora uno stupito sorriso.

*

Sulla statale dei 5 laghi

La statale costeggiava un lago dove non son mai stato
sulla sinistra monti, e colline,
campanili nel biancazzurro del cielo
e tutto il verde pieno di sole.

 

Poi c'è stato un attimo,
un attimo lungo una vita, un' altra vita,
c'è stato un attimo in cui non ero io,
non ero io a guardare tutta quella bellezza,
quei campanili nel biancazzurro sopra al verdesole.
Non era un semplice immaginare un altro cuore.
Ero in un altro cuore.

 

Il lago poi è apparso a destra,
e una vela bianca che appariva e spariva tra gli alberi si è ripresa l' attenzione.

 

Mi son fermato per una foto
e più avanti in un posteggio dove non son mai stato
che sotto c'èra la Dora mai vista che voleva essere rivista
e qualcos' altro che dovevo rivedere,

ed era proprio lì.

 

foto mia

*

Quadro

Nel quadro la dominante è il nero.
La zingara nel quadro mi accompagnava ai sogni,
col suo sorriso e il suo odore di colori a olio secchi.
Il rosso parigino, il bianco dei voulant e un poco di verde tra i fiori.
Ma non è che sorridesse sempre,
quando il buio vinceva sulla luce e restava solo un' ombra sulla parete
più di una volta l'ho scoperta piangere,
sorpresa da un lampo blu elettrico dei filobus sotto casa.

 

Forse aveva un dolore
forse sentiva il mio.

 

Ora la parete dove stava si è fatta d' aria
così che la mia zingara è ovunque
dissolta nella stessa aria, tra cornici di monti
nella nebbia che sale dal lago all' imbrunire.

Sa che non la vedrò più nella sua cornice vera.

Ma come allora mi accompagna ai sogni sorridendo,
finchè poi il buio vince sulla luce...

 

Forse ha un dolore
forse sente il mio.

*

Una via d’ unione

Forse è davvero nel sogno la via d' unione
e quando la vedo passeggiare,
e non serve che dorma,
quando la vedo passeggiare portandomi dentro
mi trovo per gli stessi viali dei giardini
tra gli alberi fioriti,
cullato dai suoni del lago.

 

Un uomo le tiene la mano
e sognano
e lei a un certo punto sorride,
e mi guarda passeggiare per gli stessi viali,
già grande,
portandola dentro in altro modo.
E sono proprio io, tra gli alberi fioriti.

 

Forse è davvero nel sogno l' unione
lì quello che era è
quello che è era o sarà.

 

*

L’ ora muta

C'è un' ora muta,
quando il sole scende oltre i monti.
In quell' ora il lago s' indora, e pare calmarsi,

è lì che manca
e non è solo nostalgia
o tutte quelle balle sull' età
che fa lacrimare gli occhi.

 

È che il tempo senza è sempre di più,
è che gli anni sono sempre di più,
è che non ricordo la voce,
la voce in-canto sulle rive di un sogno.


Per questo sogno spesso
sperando di sentirla
chiamare il mio nome.

 

E l' ho sentita stamattina,
inconfondibile,
forse tardavo a svegliarmi
stanco della giornata di ieri
e l' ho sentita,
strano come possono esserlo i sogni non c' era nessuna parola
solo voce che era presenza,
corpo,
e la mano che m' ha svegliato.

 

Ma non c' era nessuno intorno, solo un' ombra sul muro.
Forse mancava forte.

 

*

Invincibile

Lei passa volando sul tempo,
come onda di memoria.
Ha i seni alti,
glutei sodi,
e mostra un impudico inguine.


Splendida da ammirare.

Se trova un poeta, inerme,

si mostra nuda

(ma è sempre nuda)

e lo uccide d' altro amore.

 

Non le servono armi,
nè braccia
nè corpo fisico.

Senza una parola viene la notte a farti l' amore,
si nutre di quell' amore e ti mostra i tuoi desideri
solo per farsi sognare.
Canta in suoni e gementi melodie,
e lascia sempre qualcosa
sperando nel ricordo
anche solo due piume sul comodino
insieme al profumo della gioia.

E se la ricordi,
se la rivedi da sveglio,
t' accorgi che la sua immagine è un ricordo,
di altre vite dove l' hai gia vista,

o dove è stata te.

 

Invincibile,
così è il ricordo di lei.
Se qualcun' altro l' ha vista
sappia che anche lei sogna,
sogna di essere sognata,
sogna qualcuno a cui dare un nome che le dia un nome.

 

Disegno Roberto Ferri

 

*

Sogni

Vedi com'è l' amore?

 

Ancora mi riempie le tasche di sogni,
e io li porto in giro,
li mostro al bosco, come stendardi,
li infilo in qualche foro di un albero amico.

 

Ma forse lì poi muoiono.

 

Allora li porto al lago
a rimbalzare sulla superfice
li faccio volare come aquiloni, senza filo,
alcuni oltrepassano i monti
fino ai fiori di luna, oltre i narcisi,
qualcuno torna.

Torna in un ragazzo che viene sotto il palco
e mi dice che ha registrato l' assolo
così a casa se lo studia per farlo uguale.

Altri proseguono
fino alle mie amiche stelle
tra i cristalli colorati
e non so se torneranno.


O forse,
se torneranno,
saranno come quelli ai fior di luna.
Saranno sogni di bambino.

*

Memorie di un bimbo

Le mura erano di vetro
Ricordi?
Appena fuori dalle mura,
dove inizia la strada che sale a Brunate.
Le mura erano di vetro
e fuori tutte le tonalità del verde
i canti dei grilli e degli uccellini.
Lì non si sentiva la mancanza delle aule normali
grigie e immerse nei rumori della città.
Da quei banchi si poteva andare oltre
ricordi?

E noi eravamo sempre oltre,
a rotolarci nell' erba
o salire per i sentieri che entravano al bosco.
E' li che ti vedo ancora chinarti a raccogliere una ghianda,
per le operazioni di matematica,
o una foglia di platano,
per un collage,
o ancora le margheritine
da infilare in un bicchiere con un poco di inchiostro blu
per studiarne il sistema linfatico.


Non ci incontreremo più
Anche se saremo sempre insieme.

 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/11/06/memorie-di-un-bimbo/

*

Passaggio a livello

La visuale è di più di un chilometro a destra
e molti di più a sinistra,
davanti appena una ventina di metri.

L' animo è impaziente, sofferente ai tempi morti,
ti inchini
e passi sotto per attraversare quei pochi metri.

Dall' altra parte una ragazza,
gonna ampia
stesso animo impaziente e sofferente.

Si inchina,
sorride mostrando quel che sa di mostrare
e passa sotto per attraversare.

Al centro
all' incrocio dei corpi
un sorriso senza muscoli.

Solo una vibrazione d' animo, uguali.

Non voltarti,
si volterebbe anche lei.
E potrebbe arrivare il treno.

Non voltarti.
Aspetta di essere oltre le sbarre.
Quando voltandosi si vedrà solo il treno in corsa,

e dietro, non vista, lei che lo guarda passare.

*

Rifugio

C' è una una panca tra gli alberi
sotto i cespugli di roselline selvatiche.
Un rifugio,
a volte serve un rifugio segreto e buio dove star solo.
Lì qualcuno ci vede,
e poi da lì si vede la strada per le stelle.

 

(elaborazione di foto mia)

*

Novembre

C'è profumo di torta in cucina
di mele buone.

Mamma non c'è in cucina.

Forse la finestra è aperta e viene dalle case vicine
ma è presto in questo primo di Novembre grigio e umido
è buio e non ho ancora alzato le tapparelle
la finestra certo è chiusa
e mamma non c'è in cucina.

Forse allora viene da un novembre antico
quando i Novembri erano rosa
e non ricordo se era più buono il profumo di torta o della sua gonna.

Starò qui ancora un pò
in questa magia di penombra che confonde le cose
e puoi guardare quello che non c'è
e mamma non c'è in cucina.

Dal rumore fuori piove
e dovrò alzarle le tapparelle
anche se mamma non c'è in cucina
e guardare giù, e scendere
a guardare gli iniettori che non schizzano
e l' auto non funziona
e mi sporcherò le mani
di nero e grasso
e sapranno di benzina
e niente,
non sapevo a chi dirlo che mamma non c'è in cucina.

*

Il vecchio fico

E' un vecchio fico selvatico
sulle sponde del villoresi
nessuno ne raccoglie i frutti
troppo asciutti
e troppo poco dolci ormai.
Così i rami son tanto carichi da arrivare a pelo d' acqua,
sembra stanco,
tanto stanco da non riuscire ad alzare le braccia al cielo.
Tutti lo vedono passando,
qualcuno nota anche le paperelle sotto le fronde
che si cibano dei suoi frutti.

 

Pochi si accorgono che sorride offrendo i frutti.
Nessuno sente il Villoresi scorrere cantando per lui.

*

Come fa il vento (riproposta musicata)

C'è l' uscita
là in fondo, dove svolta la valle,
là, dove spunta l' airone spaventato dal suono.
La imboccherò un giorno
la prenderò
come fa il vento.
C'è un' uscita tra le nebbie alzate dal sole,
per questo qui è pieno di posti luminosi da scoprire
l' acqua già attraversa la luce
so dov' è, e la prenderò.
Partirò per arrivare.
Sarò in salvo.
Nella sorgente.

************************************************

Ultimo (capo) lavoro di Augusto Madaschi,

musicista compositore cantante strumentista poliedrico.

(testo mio)

 

*

Sognando i luoghi di domani

Devo trovare un modo,

un modo per arrivare a un luogo dove la neve non è fredda

e il sole non scalda.

Un luogo dove le intemperie e il vento non fanno male agli alberi,

e gli alberi hanno la corteccia leggera, come pelle,

Lì la luce la fa trasparente

e dentro si vedono i sogni di tutti, e loro ne prendono la forma.

Devo trovare un modo per arrivarci passando attraverso il bosco

dove già si vede la via.

Devo trovare il modo per arrivarci dopo che lei l' ha raggiunto.

 

Non prima per non farla penare,

non troppo dopo per non farla aspettare.

*

Viandando per arcobaleni e laghi brillanti

C'è una strada, nuova, che taglia i paesi a lago passando alta sui monti.
E poi ci sono io, che ho sempre fatto quello che non va fatto,
irrimediabilmente, in modo irreversibile.


Così ho lasciato la strada nuova per la vecchia,
quella che costeggia il lago per poi salire alle cascate degli arcobaleni.

Tanto per lasciare che gli occhi si allaghino d' acqua
tanto per vedere le case sciogliersi nel lago tra le foschie
tanto per cercarmi ancora su quella strada
sempre dopo la curva
e sempre dopo ogni curva
un passo troppo avanti.

Intanto il lago brilla sotto il sole,


intanto cerchi un verso per descriverne la bellezza
o quello che è,
quello che forse per altri non è.


Poi pensi che forse tutta questa poesia ti fotte
con questo stare a farsi pensare sempre,
che basterebbe sedersi e farsi come le cose.
Farsi come quell' albero sulla riva
e come lui affondare le radici nell' acqua
e accarezzarla coi rami.


Dire al lago e a tutte le cose intorno che sono loro la poesia,
poi puoi andare a vedere i colori dell' arcobaleno.

 

*

Era solo un sogno?

Ho fatto un sogno, credo.

 

Credo perchè ora non so più se stavo dormendo.
Lei era qui, la vedevo bene nella stanza buia
fatta di minuscoli pixel illuminati dalla luce lunare che filtrava tra le tende,
ma forse era un lampione.
Bella come sempre
ma pareva lamentarsi,
e risuonava nell' aria un rimprovero.
Sarà che le ho appena portato un vaso di ciclamini
quelli grossi, di serra, colorati,
di un bel finto color rosso pomodoro.

Pareva lamentarsi,
portami i nostri, pareva dicesse,
quelli di un violetto tenue,
portameli nei cesti di rami che mi costruivi da fanciullo, con la terra coperta di muschio
quelli che sai dove crescono.

Ma io dicevo non posso,
ho ancora cascate da vedere,
coi vestiti umidi d' acqua sospesa,
e devo vederegli arcobaleni che quell' acqua crea.
Devo vedere il lago brillare al sole
e deformare il profilo dei monti.
Devo suonare tra un pò sai, a fine mese.
Devo sentire ancora le vibrazioni attraversarmi il petto
e il cuore battere a tempo,
in gola.

E poi tra un pò là dove crescono i nostri ciclamini farà neve tra gli alberi,
devo andare a sentirla sciogliersi tra le mani, e pungere le dita,
sentire l' aria fredda sulla faccia e vedere le corteccie delle betulle sfogliarsi.
Devo far vedere tutto questo ai nipotini.
Ma non manca molto, ci andremo insieme poi ai ciclamini vedrai,
e anche più su, oltre la colma, fino ai narcisi,
ci sarà un' armonica che suona.

 

Pareva calmarsi al pensiero dei nipotini,
io invece ora so che le manco.

*

Preghiera a Vento

Al sentiero del bosco oggi
il solito merlo.
Il solito merlo e i soliti fiori dei mille pensieri.
Il solito merlo stava alla toilette delle pozzanghere.
I fiori stavano tutti a lato del sentiero.
Ho accelerato l' andatura,
ma al merlo non è importato molto
e l'aria smossa non bastava a far volare i pensieri.
Così che venga pure Vento, con tutta la sua turbolenza,
li saprà raccogliere,
li porterà con sè
fino a dove va a riposarsi,
dopo aver bisbigliato un po' tra le foglie dell' albero che sa il mio nome
e conosce le mie poesie.

 

"perchè al mio bosco ci sono alberi che non sono alberi, e in questa stagione hanno tutti i vestiti sparsi a terra"

 

*

Poesia invisibile

Un giorno andrò al bosco,
ancora non so se sarà d' estate o inverno
se sarà giorno o notte.
Ma un giorno andrò al bosco,
quello solito,
di alberi capovolti e tronchi gravidi di muschio,
quello col lago in mezzo e te tra le margherite.
Proprio quello meta di tanto vagabondare.

 

Ecco, un giorno andrò a quel bosco
e niente sembrerà uguale
svolterò sì al solito sentiero
seguendo i canti dei pettirossi
ma stavolta tu apparirai, al sentiero,
vestita d' amore,
e mi vedrai arrivare,
e ci vedranno arrivare, all' ultima curva,
oh se ci vedranno, non avremo paura
saremo uno attorno all' altro,
finchè si alzerà la nebbia.
Poi saremo poesia invisibile,
che qualcuno scriverà a rovescio.
Ripensandoci.

 

foto mia , più photoshop.

 

*

In cielo

Dovrei scrivere di te,

della bellezza che m' incanta.


Ma cosa vuoi che scriva,

se nemmeno il corpo è più il tuo,
e l' ho inventato,

forse solo un segno nel cielo è vero,
un La.

Poi tutto è cresciuto, come in una jam session.


È rimasta però una goccia di splendore sotto l' occhio.

 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/10/11/in-cielo/

 

*

Quando arrivi davanti al lago

C' era una volta un lago,
che ancora c'è...

 

Ecco, è questo:
Tutta quell' acqua davanti è sempre la stessa e mai la stessa,
i muri sì, le case, le strade per arrivarci,
quelle cambiano, invecchiano o ne nascono di nuove.
L' acqua no,
e così tu,
anche se non sembra agli occhi.
Un mattino ti alzi e l' acqua gira in mulinelli leggeri sui gradini che scendono al lago,
un' altro l' acqua sbatte le barche legate al molo, violenta.

 

E così tu.

 

C' era una volta un lago,
questo si racconta ai bimbi,
un lago senza fondo, che in fondo un fondo non serve,
tutto è lì alla superfice, ti ci puoi specchiare,
il cielo ci si può specchiare, e gli alberi e le case della riva.
Se è un giorno di sole con la Breva può arrivare aria di pioggia,
all' orizzonte, dove il lago svolta, puoi già vederne le nuvole nere a cappello dei monti.
Se è un giorno di pioggia,
all' orizzonte puoi vedere il sole splendere tra il fumo della nebbia.

 

E così tu.
Mutevole sempre uguale,
mentre tutto attorno cambia.

 

foto mia

*

Autunno

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/10/06/autunno/

 

Certe mattine d' autunno l' aria profuma di neve,
come fossi sul greto sassoso di un torrente che scende dal passo alpino.
E' presto per la neve,
forse farà pioggia
ma intanto l' aria è piena di profumate promesse.

 

Di sicuro farà neve,
c'è promessa nell' aria
coprirà le pietre del greto
lasciando solo una striscia d' acqua, al centro.

 

Di sicuro farà neve,
La puoi già sognare sai?
bianca e silenziosa
così fredda che neanche il sole
da sopra le cime degli alberi riesce a scaldarla.

 

Dal greto di quel torrente c'è bianco dappertutto
il vento soffia via la neve dagli alberi e la trasforma in tanti spilli.
I pini bianchi e carichi si confondono col vento e la marcia si fa dura.
Dalle finestre della caserma, la tana dei lupi, è uno spettacolo magnifico
ma dai pini non si vede l' uscita,
intanto i pensieri fioriscono sotto la neve sai?
certo verranno a prenderci
e domattina anche lei verrà a trovarmi
con le sue scarpine da cittadina si prenderà un raffreddore.

 

La puoi già sognare sai?
l' altoparlante farà il mio nome
e l' aria attorno si riempirà del suo profumo,
c'è già promessa nell' aria.

 

Guardo fuori la neve,
Nel vaso un ciclamino, il suo.
E questo è solo un sogno, l' aria è ancora piena di sogni dove i merli zampettano nella neve.

 

Al risveglio poi il prossimo incanto scioglierà la neve.

*

Gocce di presente immaginato

Ogni tanto capita che di giorno sparisco.
Non solo quando mi confondo in un paesaggio o in una poesia, non parliamo poi delle canzoni.


Capita quando piccole gocce di presente immaginato si fanno vere,
capita quando pare di vederla davvero svegliarsi la mattina,
arruffata,
e prepararsi per la giornata,
o la sera prepararsi per il sonno.

Capita quando un' immagine o un pensiero, una musica le risvegliano,
queste gocce,
portandole qui, vere, e feroci, ad alzare un desiderio,
un sogno.
Capita che poi scivolino a far parte dei ricordi,
come fossero ricordi ancora da venire.

 

Anche il nipotino se n'è accorto,
dice che ogni tanto sto a parlare con gli angeli,
non sa che non sono proprio angeli,
Non sa che le ho tutte in tasca, quelle gocce,
così che il viaggio si fa sempre più pesante
mentre dovrei invece pensare a renderlo più leggero
che le forze potrebbero calare presto.

 

Forse aveva ragione zia,
che mi chiamava bravo signore
che mi chiedeva il nome ogni volta
che mi sposerebbe se non fosse fidanzata
che non ricorda con chi, e passava leggera tra i giorni.
Ma poi viene sera, e il silenzio,
ricominciano a piovere piccole gocce di presente immaginato che si fanno vere,
scivolano in tasca a farle ancora più pesanti.

Ma le tasche reggeranno
e reggerà l’ ultimo ponte
dicono che se hai amato tanto ci si può passare in due.
In una sola goccia immaginata.
(e poi che ci farei qui da solo?)

 

ps (non è vero che sono le gocce a fare il viaggio più pesante, loro lo fanno più leggero, e colorato, di riflessi di sole e d' azzurro, misto al bianconuvola)

*

Paradisi

Il paradiso, se c'è, non è un posto privo di ogni dolore,

è un posto prima di ogni dolore.

 

E può essere che ne veniamo risputati fuori,

se qualcuno ci desidera forte.

*

Succede così

Succede così,
non devi neanche star lì a pensarci.
Succede mentre guardi un film, per esempio,
Ti accorgi che gli ultimi dieci minuti li hai persi
perchè t' è passato in mente un ragazzo in volo sopra la vecchia cava d' argilla rossa.
E tu sotto, che non t' aspettavi che finita la salita la moto continuasse verso il cielo.
E l' anteriore punta pericolosamente a terra, così accelleri,
la ruota gira, gira veloce nell' aria, l' anteriore risale e l' atterraggio è perfetto.


Ma non è più la vecchia cava, atterri sulla colma della Presolana,
al passo, vicino alla casa degli orsetti.
E io scelgo i rametti, che quello è roba da uomini, pardon, da bimbi
e tu addentrata nel bosco scegli il muschio più bello e pieno.
Servirà a tener calda la terra, nei vasi di legnetti,
e le cipolle dei fiori che hai scelto.


Succede così.
A quest' età succede così.
Non devi neanche star lì a pensarci.

*

Una vecchia amica mia

C'è sempre qualcosa che ci tiene vivi,

un ricordo, un sogno,
un amore, una stella che non cade,

una vecchia zingara che torna a trovarti.


E' un po' che non passava di qua

un tempo guardavamo l' olona scorrere sotto le finestre di zia Mary

e le si illuminava il viso con i lampi della filovia.

Mi guardava muta e consolava i miei tredici anni,

scopriva tutte le mie bugie,

ci facevamo compagnia,

poi mi accompagnava ai sogni.


Deve avermi visto piangere Mary

così è passata per la mente

col suo sorriso più bello

per portare anche a me un sorriso.


Ma se la guardi bene anche lei,

orfana ora,
e per sempre giovane nella sua cornice,

piange per Mary.

 

*

Piccola luce

Forse non sta in un bel corpo l' amore

in seni alti e dritti o glutei sodi.

Forse sta nelle crepe dei muri, o della pelle o dell' anima.

Forse sta nel prendersi cura di un piccola Merlo

o di chi s' è fatto minuscolo.


Forse sta nel vestire un bimbo, l' amore.

Prepararlo per l' asilo

mentre l'altra, sul seggiolone, protesta per la colazione.

 

Sta nel volerlo fare. Non nel doverlo fare.

 

Ma dove lo vedi più forte è tra le macerie polverose

o buttato nel fango.

Tra viali insanguinati,ponti crollati e piazze ferite.

 

È una piccola luce contagiosa
che cresce

e che non puoi fermare nè spegnere.

Se si spegnesse non saresti nemmeno lì ad accorgertene.

Non ci sarebbe niente lì ad accorgersene.

Nè polvere nè fango

Nè ferite insanguinate

nè piccole luci.

 

Sarebbe già finito tutto da tempo.

*

Silenzio

La stanza è piena di silenzio,

si sente forte, anche a tv accesa,

tanto da non riuscire a seguire il film d' azione.


A occhi aperti non si vedono più Merli volare

nè gli alberi tra le cui braccia andavano a riposarsi.

Il sottobosco s'è fatto d'un unico grigio colore

come il muschio che ricopre i ceppi.

Sembrano svanire anche le figure al bosco, svanire nel lago ghiacciato antistante.

 

Eppure qui ci sono tutti i loro sogni,

anche se non si vedono a occhi aperti.

E non so più da quanto tempo vagano qui,
perchè non ricordo le date,

ma non è il tempo che importa

la stanza è piena adesso.


Adesso che è vuota.

*

Pensando a te

Erano tutte lì, le parole.
Ascoltavo "e penso a te",
i suoni potenti costringevano il cuore in un angolino del petto,
la chitarra graffiava l' aria riempita dalla sezione fiati e dalla luci.
E pensavo a te,
e sì, si tu lo sai.

 

Le parole erano tutte lì
e tornavano in mente
insieme a qualcosa che non scordo.

Era una cover band di Battisti, di grande impatto sonoro,
ma capire tu non puoi se non eri lì
e se non hai mai visto un airone alzarsi in volo lungo il fiume.
Era un canto libero, e s' innalzava altissimo,
mentre tornava in mente
dolce come mai, come non è lei.

S'innalzava in cieli immensi, fiumi azzurri e praterie,
e a terra un' attrice di ieri,
di un cinema di periferia
e lei sola sa se è vero o no che credo in lei.

 

Le parole erano tutte lì,
al di là del limite degli occhi
e si offrivano nude, limpide e purissime in un quadro immacolato.
In due mondi, perchè così si chiama quella cover band.

 

Le parole erano tutte lì..
come fai a trovarne di migliori?

*

Sulle rive del naviglio

Viene da Panperduto,

scorre veloce, come sempre,

scorre tra rive verdi e immerso nei fiori.

È una bella giornata di sole.

Lei è lì vicino

anche lei immersa tra i fiori

un rosario le preme il petto

e ai piedi una rosa

rosa

e la pelle di un altro colore.

 

È una bella giornata di sole,

solo un makita a rompere il silenzio.

*

Mary

E' andata all' incontro.
Gli hanno messo l' abito più bello,
quello che non sa di avere,
e lo bruceranno.


Per un po' non ci si crederà,
la si cercherà tra gli alberi in riva al lago
poi resterà qualcosa che non muore.

Mai.

*

Imprinting

 

Ecco cos'è tutto quello sfumare delle rive nella nebbia,
e la pioggia che saltella nei circolini che fa sulla superficie del lago.
Mentre vedi già il sole
brillare sulle mille ondine della breva.
Un' imprinting.
E non puoi cambiare.
Sempre in attesa del sole.

 

 


"passerà questa pioggia sottile
come passa il dolore" (De Andrè)

*

Una ragazza

Lei da giovane era una ragazza,

tò, guarda, direte

e basterebbe aggiungere bella, o brutta,

o al limite insignificante,

per dare maggior senso.

Come se dovesse per forza esserlo.

 

Lei era una ragazza

e non so se per l' inclemenza del tempo

o le angherie della vita

o le gioie,

o qualcosa che porto dentro anch' io, se n' è scordata.

Non della ragazza, di essere diventata adulta.

Così, nel suo camice bianco lindo di lavanderia

diceva a tutti che li avrebbe sposati..

se non fossi già sposata, aggiungeva,

ma non ricordava con chi..

come avesse scordato i figli mai avuti.

 

L' altra la lascerebbe fare se solo tornasse indietro.

 

Ma uno sposo, o sposa, che l' attende c'è,

lei però non lo sa e l' ha già disatteso due notti.

Lui è paziente.

 

*

Ballerina di samba

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/08/25/ballerina-di-samba/

 

L' aria era calda, in una delle tante sere d' estate,
la preparazione la solita,
il pomeriggio speso a far collegamenti, sound chek e prove sotto il sole,
la cena e un po' di riposo aspettando l' inizio della festa.

 

Era proprio una bella piazza,
la scalinata che scendeva dalla chiesa sembrava fatta apposta per riempirsi di gente,
lei è apparsa all' improvviso, sola,
non ho visto da dove sia venuta
roteava nell' aria calda d' estate, piena di suoni
danzava nel suo vestitino leggero
che poco nascondeva delle forme sinuose in movimento.

 

L' aria era calda, e l' aria ero io
o almeno le note sospese nell' aria su cui danzava.
Non erano le procaci forme
o il bianco del vestitino che la facevano spiccare tra tante.

 

Lei era la famosa signorina fantasia
e la rossa chitarra che stavo accarezzando la faceva danzare.
Poco importa del vestito,
poteva essere bianco, o rosso
azzurro, o verde,
che verde non te l' ho mai visto.


Io la facevo danzare.

Alla fine della sera e dei suoni,
smontato il palco è sparita la folla,

lei era sempre lì,
roteava alla luce dei lampioni.
danzando su una musica immaginaria.
Gioiosa.

Non è stato un sogno.

 

E' ancora qui
col suo vestitino,
e danza,
ma questo è un sogno.

*

E’ passata di qua

E' passata di qua
non siatene gelosi.
E' passata di qua
e si è fatta vedere bene,
era la speranza esaudita.
E' passata di qua
e ha proseguito la sua corsa,
perchè ognuno ne merita un po'.

 

Che importa se passando è sfuggita.
E' passata di qua
ed è stata un dono.
Quello rimane
non è un ricordo
è qui
e ci sarà sempre.

 

Foto mia, Sacro Monte Varese

 

*

Al borgo della luce

Il borgo era pieno di luce,
sulle case la luce disegnava figure tra arabeschi e scritte.
Non è magia,
è una fila di proiettori, a bordo lago, che la spara sulle case.
Ma incanta lo stesso,
la bellezza incanta sempre.

 

Oltre i proiettori il lago era nero,
e così il cielo sopra il lago
era la notte delle stelle.
Cinque facevano da corona al lago,
in cerchio, e una al centro,
non la più bella,
erano tutte belle.

 

Era la notte delle stelle ma nessuna è caduta,
così brillernno ancora, almeno un altro anno
e poi un altro
e un altro ancora.

 

Cinque facevano da corona al lago
e una al centro,
che non era la più bella.
La più bella è caduta anni fa,
tanti,
non ricordo quanti,
troppi.

 

In foto "Lo sguardo del viaggiatore", Giorgio Oprandi.

 

*

Scordata

L' aveva  scordato

quanto erano belli i giorni,

lei ormai lo faceva spesso.

Scordare.

 

Scordata, come uno strumento

in un' orchestra di gigli rossi

al vento

non tiene il passo alla melodia.

 

Ma ne tiene uno in petto,

stretto al seno.

E' solo che l' aveva scordato.

 

(e la porterà via, ben accordata)

*

Ricordi mai visti

Si alzò al cielo,
arcuato.
Tra le labbra un tunnel
di buio.
Caldo e leggero.

 

(ti si vede l' anima)

 

Nessuna luce sul fondo
solo desiderio di percorrenza.

 

(a volte chiudo gli occhi,
e lo spazio si abita di ricordi mai visti)

*

Brillii

Nuda,
oltre i vetri chiusi.


Non il vento le accarezza i seni
nè il sesso nascosto nel nero.
Il viso in ombra, le mani al nero.


Ha un abito bianco da indossare
che steso al sole attende

e bianche lenzuola vuote,
sulle mammelle spavalde
antiche e solitarie battaglie.

 

Intanto,
di là dell' angolo,
il lago brilla.
L' aria sa di una eterna estate.

 

*

I ciclamini

Questo fa il tempo,
può stare tutto in un attimo in cui scopri i ciclamini.


E domani è domenica, pensi,
il caporale chiuderà un occhio al contrappello,
si può prendere la vecchia seicento
fuggire da Chiusaforte,
dalla tana dei lupi,
per venire qui.
Non a casa ma qui,
qui dove sei tu,
dove sei tu e i nostri ciclamini.

 

E non sai come fa a starci tutto quel tempo
ma sai che devi ripartire
o l' attimo potrebbe farsi di un rosa eterno.

 

Proseguendo la strada sale,
sale seguendo l' acqua che scende fin qui,
sale attraverso l' umido e le nuvole
sale nell' aria colorata di verde
verso il passo.
Tu con noi.

 

Poi, nel punto più vicino al cielo
il cielo ha pianto.

*

Cerchio (riproposta)

(un vecchio testo, senza modifiche)

 

Ho cercato colori, trasportati dai suoni nell' aria
ma mi son ferito le dita
raschiando i confini.

 

Mura da abbattere
da ridurre in rovina perchè escano le note
fino al cielo
e brillino, e danzino, e si colorino
minuscole gocce al sole.

 

Formeranno un arcobaleno
e tornerà a terra
al centro.

 

Per continuare a riempirlo
di suoni e colore
ma senza chiudere ferite da dove potrà uscire di nuovo
per un canto
che si rialzi al cielo
a brillare, a danzare


e che ritorni al cuore...

*

Desidera

Desidera.
De-Sidera.
E' forse questo il senso?
Una sola volta.
Cadrà una sola volta quella stella.
Una lontananza astrale.
Eppure qui si cade e ci si rialza.
Sempre.
Eppure ne ho raccolte così tante, di quelle briciole,
di quella polvere di stelle arrivata fin qui.
Ne ho così tanta nelle tasche che si son fatte leggere
e mi rialzerò anche stavolta.


Domani sarò al lago,
lì sono le stelle che esprimono i desideri
raccoglierò quella che desidera essere presa.
E si rialzerà con me.

Non viaggerà più un anno luce all' anno
così da sembrare sempre uguale.
Invecchierà con me,
brillerà fino a spegnersi nelle mie tasche.

*

Non è nulla

Questa stanza al buio non ha gli angoli che avrebbe in pieno sole,

ma nell' angolo più a nord di dove sto,

calcolato sulla memoria delle forme,

non c'è nulla, o almeno non si vede,

un invisibile e indicibile nulla.

Ha la forma del buio,

e non ricordo chi diceva che nulla non è nulla

perchè se fosse nulla non sarebbe nulla.

Nulla non è nulla, nulla è nulla.

Ha la forma del buio,

fatto d'erba e alcool.

Ma non fa nulla.

Dormi.

 

*

T’ ho visto

Devi chiamarlo forte

a voce alta,

strapparlo alla realtà

e dipingerlo ogni volta di nuovo

con la tavolozza dei desideri.

 

Poi abbandonarcisi dentro.

 

Allora spunta, dal mio taschino,

si fa largo tra i plettri colorati

le corde e altre cose da non dimenticare.

 

Come a dire, T'ho visto!

 

O come diceva mamma,

Te set un pursciel..

 

*

Eravamo alla stazione

Eravamo alla stazione, mamma
e dovevamo andare al lago,
avevamo le giornate già negli occhi
sotto il sole, sulla spiaggia.


Svanì tutto in un momento,
come te,
svanita, dicono, in polvere nel vento
o forse hai solo preso un altro treno.


Sono ancora qui alla stazione, mamma
ferma nel tempo,
manda una carezza col vento,
e una canzone.

*

Ultimo sogno

E' qui con me sempre,
non so se abita il cuore o la mente
ma gira nudo per casa,
gli puoi contare le vertebre.

 

Forse è uno specchio
distorto
di quello che è
ma qui non ha maschere.

 

Lo nutro,

e ne mangio ogni notte

in abbondanza,

più di quello che gli do,
eppure cresce,
non lascia spazio ad altro,
occupa tutto lo spazio
tanto che non può più uscire
e mostrarsi.

 

Nè io posso più mostrartelo.

 

scultura Leon Richman

 

*

Lamentazione

Non posso,
non posso ancora farmi d' aria e d' energia,
tornare tra le stelle o chissà dove
a farmi d' acqua o terra.

 

Lì stanno le cose non vissute
I molti luoghi non visti
Le donne mai avute
e farle attendere è sopportabile.

 

Qui si vede il cielo.
Qui splende il sole.
Qui ho piantato semi,
che hanno dato frutti,
e a loro volta altri semi.

 

E Devo vederne i frutti.

 

Poi, quando si alzerà la nebbia
a nascondere il sole
sarò poesia invisibile
e qualcuno mi scriverà al rovescio.

*

Piccolo sogno

E' un attimo.


Si stacca dalle mani e vola,
in campo azzurro,
un piccolo sogno.


Ride piena di gioia,
sa che la riprendi,
non la fai cadere.

 

*

Pensiero

Il pensiero,

questo è il guaio.

Il pensiero veloce.

 

Segue idee lontane nel tempo,

ricama arabeschi su pentatoniche minori

che le dita stanche non seguono.

È così che qualche nota salta,

tu le senti, ma manca al rewind.

Nessuno se ne accorge se non conosce l' idea.

 

Così il tuo corpo,

danza sulle stesse pentatoniche,

seguendo lo stesso pensiero

io lo vedo,

ma al rewind solo inmagini statiche

e fotogrammi mancanti,

forme fuse nel bronzo e ferme nel tempo.

 

La modella non c'è più

e nessuno se ne accorge.

 

*

Ogni tre salti

Fai tre salti

fai una giravolta,

altri tre salti

poi giù sul divano.

 

Non scordare come si fa a ridere di gioia.

 

Fai tre salti

fa una piroetta

altri tre salti

poi alza le gambe.

*

Dipendenza

Due casse iniettano 700 watt a destra
e settecento a sinistra,
direttamente nell' aria.
Quattro spie riferiscono tutto quello che dicono
così l' aria attorno è piena di suono,
denso, che ci puoi nuotare.
E di quell' aria non puoi più farne a meno.

*

L’ altra riva

Quando babbo guardava le luci all' altra sponda
aveva la mia età,
non misurabile in anni.
Quando io guardo l' altra riva seguo il contorno nero dei monti,
come lui, e ho la stessa sua età,
non misurabile in anni,
i monti al lago la sera si scuriscono di luce inversa
e l' acqua prende lo stesso colore del cielo.
La nipotina intanto guarda oltre la cima dei monti
e abbiamo la stessa sua età
non misurabile in anni.

Guarda uno spicchio di luna ancora giallo di sole
che ha la nostra stessa età
non misurabile in anni.

 

*

In forma d’ anima

Poi un giorno guardi il cielo

e è pieno di pecorelle  e altre forme sopra l' azzurro,

diciamo a Luglio

ma solo perchè siamo a Luglio.

 

Non ricordo il mese di lei.

 

E' il solito cielo mutevole in forme e colori.

Eppure c'è qualcosa oltre tutto quell' azzurro

qualcosa dove i mesi non contano

e non è più così importante il mese di lei.

 

Così anche lei.

 

Era tutta rivestita  di carne

che si vedessero bene le forme

allo specchio

così per come le vedi.

 

 

Era tutta rivestita  di carne

che non si vedesse la forma,

e così non la puoi descrivere, o disegnare,

eppure l' hai lì, sulla punta della lingua.

 

Ma non ricordi il mese di lei.

*

Ti porto a ballare

La nascita rivela gli anni
e gli anni quando viene sera mettono nostalgia
così alcuni aspettano il sonno
e il sogno
altri vanno a cercarla
per ucciderla in qualche bar
altri restano a casa a scacciarla stupefatti
almeno per qualche ora.

Io vado a suonare in piazza
sotto le stelle
o sotto un albero
e ti porto con me
la mia chitarra fa tremila sogni
è questo il tuo dono
li posso accarezzare
il compressore li rende udibili
sulle corde più ruvide.
E' piena di graffi e scrostature
e ha suoni duri e distorti
anche per te
cosa importa dove sei ora
sei qui, le note ti riempiono lo spazio attorno
ti si vede la figura
sei qui
t' ho portata a ballare
su un ritmo famigliare.

*

Da qui

Certo che è bello guardare il lago
da una panchina verde sulla riva.
Guardare all’ orizzonte il cielo cambiare di stato
e la luna salire a specchiarsi sulle onde
Mentre il silenzio intanto scende.

Oppure passeggiare per le vie del centro
ascoltare il rumore dei passi
che risuonano sull’ acciottolato..
portami per mano nei sotterranei del mercato coperto
in quell’ angolo buio delle prime curiosità.
Portami al parco della madonnina
conosco il passaggio per guardarla in faccia.

 

Però è da qui
da questa poltroncina dondolante
come fosse in una sala prove insonorizzata,
fuori il silenzio,
e dentro tremila watt che vibrano nelle ossa.
E’ questa poltroncina la riva da dove salpano i vascelli volanti,
da qui le stelle nascono dall’ acqua per specchiarsi in cielo.
Da qui che i sotterranei sono pieni di luce
e sempre da qui le madonnine sorridono.

E’ da qui che mi addormento ogni sera
sui seni di Erato
rannicchiato sull’ erba del suo pube in fiore.
E’ da qui che si invertono le cose
c’ è silenzio in sala prove
e tutte il rumoroso mondo fuori.


Qui ci si addormenta senza nessuna distanza
tra la luce delle stelle e le stelle stesse.

 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/07/05/da-qui/

*

Cartolina

Arriverà anche questa.
Non so se ci sarà scritto presentarsi con i capelli corti
o ci sarà l’ orario del treno consigliato
così che all’ arrivo siano tutti lì, in attesa,
pronti a portarti a destinazione.

 

Però ho già disatteso cartoline del genere
strappando minuti al tempo
scegliendo l’ ultimo treno della giornata.
Capelli lunghi che non mi riconoscano subito,
far finta di nulla e oltrepassare tutti gli attendenti,
girare un po’,
alla scoperta del luogo dove avrei dovuto stare,
sentire come scalda il sole in quel luogo,
e non visto ascoltare come cantano lì gli usignoli.

 

Disattenderò anche questa,
farò finta di nulla
per girare ancora un pò al bosco.

 

Saprò che è arrivata solo dagli usignoli del bosco
che non fuggiranno al mio passaggio.

 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/07/06/cartolina/

*

Fin qui

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/06/28/fin-qui-e-non-oltre/

 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/07/01/fin-qui/

 

Non è mai arrivata davvero fin qui
solo qualche riflesso
antico
nello specchietto elettronico.

 

Eppure si è portata via tutte le sue valigie.

 

E non verrà ancora
fin qui
ma solo per prendersi le ultime cose.

*

Una bolla di gioia

 

In fondo

è tutto qui
Da fuori.

 

Lucida e brillante al sole,
creata da un soffio,
e dal sole prende tutti i colori
piena di riflessi d'erba, di cielo e di te.

 

Un altro soffio e prende il volo
insieme alla fantasia
passasse su di te potrei vedere i tuoi seni, caldi di sole
le tue anche spalancate,
o le natiche, due soli gemelli che si baciano.

 

Posso soffiare ancora un pò
Per vederti accarezzare la rosa più rossa e profumata tra l' erba del giardino.
Posso guardarla fremere al tocco del respiro.
So ancora suonare i fili d'erba.

 

Vola su tutto il corpo come fosse un territorio da esplorare.
Posso vederti come non t'ho mai visto..
Tra onde tremolanti di vento.
Se fai piano, con soffi delicati,
ti mostra altri incanti.
Scintillii e arcobaleni..

 

Devi inumidire un po' le dita
piano piano.. per poterla penetrare, senza farla scoppiare.
E' lì dentro quella rosa
i suoi profumi, il calore di quei soli, la rugiada sull' erba.
Puoi toccare tutto quello che da fuori potevi solo vedere.

 

Perchè è lì dentro che si alza la fantasticante gioia

*

Evaporato

Le braccia furono le prime,
indicando al cielo,
Poi il resto evaporò in una nuvola di fumo,
proprio la sera dei fuochi sul lago
in un cielo rosso rosso sull' acqua nera..
Ma lui era lì
e se ne accorse.

 

E fu così.

 

Contò lentamente le parole dette e non dette,
diluendole nelle lacrime piante.
Poi tirò un sospiro e sparse il fumo nell' aria.
Restò solo un odore pungente.
Quindi chiuse la finestra,
spense la luce
e il fumo si spense nell' acqua dolce del lago.

 

E resterà così.

 

Solo un sospiro mai svanito.

*

Nudo sogno

Nei sogni di domani
ti dipingo una vagina purpurea tra le gambe
a pennellate feroci e marcate.
Sto a guardarla e penso che non ne sono degno
perchè non è mai origine
o nascita,
è meta e desiderio di piccole morti.
Desiderio di entrarci
in quel buio profondo che si scorge tra le pieghe,
venirti dentro ad abitare
e non volerne più uscire.
Lì dentro potrei anche farti venire al mondo ancora
e ancora.
Poi d' improvviso
il mio corpo è il tuo corpo
e il tuo il mio,
non importa più cosa c'è tra le gambe.
Veniamo insieme al mondo.

Nuovi.

*

Come fa il vento

C'è l' uscita
là in fondo, dove svolta la valle,
là, dove spunta l' airone spaventato dal suono.
La imboccherò un giorno
la prenderò
come fa il vento.
C'è un' uscita tra le nebbie alzate dal sole,
per questo qui è pieno di posti luminosi da scoprire
l' acqua già attraversa la luce
so dov' è, e la prenderò.
Partirò per arrivare.
Sarò in salvo.
Nella sorgente.

 

foto mia (valle del Cosia)

 

*

Non c’è scampo alla bellezza

Sono venuto quassù oggi perchè da qui si vede il lago.
Son partito presto, caricato le batterie,
inforcato la bici, che la strada è lunga.
La strada è lunga ma da quassù non è come dalla riva,
il lago sembra pieno di polvere d' oro,
e le case piccole
come le vede il solito falchetto, che vola alto,
quasi senza battito d' ali.
Da quassù è proprio qui davanti,
e gira intorno al sole.
Aspetta un brillio diverso,
una pinna che spunta dall' onda
per buttarsi in picchiata velocissimo.
Poco sa di tutta questa bellezza, forse nulla.
Come i ragazzi qui a fianco,
si baciano, si toccano
e poco gli importa del lago
per lui la cosa più importante è lei
e per lei, lui.
E penso che anch' io ero come loro un tempo
e allora da dove arriva tutta questa bellezza?
forse è solo il ricordo di un posto felice
forse era meglio stare a casa, e baciare una donna,
accarezzarla
e questo lago è solo una gran pozza d' acqua.

Ma poi, al ritorno, giù per la valle del Cosia
un Cenerino s' è alzato "in volo lungo il fiume e poi.."

..e poi niente..
non c'è scampo alla bellezza.

 

*

Desideri

C'è una donna sulla montagna.
Tra il verde raccoglie i narcisi
vestita dello stesso colore
il viso dissolto nel sole.
Intanto il ragazzo è uscito sul balcone
a fumare una sigaretta,
unisce puntini luminosi di stelle
per farne desideri da conservare in tasca.
Disegna una donna china sui narcisi
vestita dello stesso colore
il viso dissolto nel blu.
Non è mai rientrato
neanche ora che la vista traccia raggi attorno alle stelle,
sdoppia la luna e non se ne vede il centro.
Andrà a suonare oggi,
attento a non sudare preparando il palco assolato
con tutti i loro desideri nelle tasche.

*

La gonna di Jenny

Piove

rotolano bocce oltre le nuvole

che vorticano scure al vento

Un lampo le attraversa

e accende una gonna in cielo

di un giallo intenso

Gira al ritmo delle nuvole

tra altri lampi si vedono bene

altre alternanti meraviglie.

E l' aria è carica di suono.

*

La bellezza lacerante

Guardale i seni
lucidi e scolpiti.
I fianchi
fissati in plastica posa.
Potresti dire che erano già nel marmo
da dove sono usciti,
oppure, per un pittore,
ce n' erano tracce invisibili sulla tela.
Ma la bellezza è un' idea,
magnifica e vera,
la copia è bellezza dolorosa
e lacerante.


Tanto che la prenderesti a martellate sui ginocchi perchè non parla.

 

Scultura Beatrice Bissara.

 

*

Sogno sconclusionato

Così anche oggi son qui,
su questa poltroncina dondolante,
la luce entra come una lama nella stanza in penombra.
C'è qualcosa sopra
che danza
in forma di minuscoli pezzetti d' anima.
Sospesa nell' aria.
E canta.
E l' aria vibra come la superficie d'un lago al vento.
Liquida.
Ho attaccato sensori al mio Arduino,
fotoresistenze per scoprire variazioni nella luce,
sensori d' umidità e temperatura
per le variazioni atmosferiche,
infrarossi, anche,
per vedere quello che non c'è.

 

Niente.
Nessun segnale elettrico.

 

Quello che c'è non c'è.
Eppure danza, e canta.

 

*

Come una statua

Guarda il torso di Venere.
Con i seni inarcati di pesante marmo
e le natiche possenti.
Freddo, forse, al tocco.
Ma agli occhi tutto il calore del corpo,
al cuore tutto il calore dell' anima,
eppure ne mancano parti.
come un tronco senza rami.
Ma tu continua a guardare,
se riesci davvero a sentirne il calore
appariranno, come per magia,
al pensiero vivo tutte le parti
e le movenze
fissate invece dall' artista in un' unica posa.

 

*

Nuda

Nuda,
come allora.
Dentro gli occhi non importano i giorni,
i mesi, gli anni.
In fondo ai miei occhi il tempo è illuso.
Dal fondo dei tuoi ti guardo le mani,
ti accarezzi cercando un sogno.
Tutto è come allora.

Perchè oggi la presbiopia compensa le rughe.
Come un filtro di photoshop.
E tutto è ancora come allora.

(e se ai tuoi non è così, guarda coi miei)

*

Specchio d’ acqua

C'è un piccolo specchio d' acqua, azzurro
sarà per le piastrelle che delimitano i bordi
o per la vernice del fondo.

E c'è una pompa che increspa il pelo,
e l' acqua brilla sotto il sole,
come un lago alla Breva.

 

Uno lo sa che non è il lago,
il verde intorno è stato appena steso
e i fiori che vede, non sono sbocciati lì.

Ma gli uccellini cantano e uno si allieta
si allieta perchè un giorno l' ha visto il lago
ha visto il verde tutto intorno
cambiar colore con le stagioni
e sa dov'è.

 

Poi forse non è nemmeno per il lago
è che quei giorni non era solo,
in cima al verde sbocciavano i fiori
e tutta quella gente
non lo lascia mai.

 

*

Piccolo sogno. riproposta musicale

Ho un sogno

come tutti,

sta su una mano sola

lo lascio accoccolare sereno

tanto che ci può dormire,

e sognarmi.


Sta su una mano sola

proprio qui, illuminato dalla lampada a led della scrivania

tra il fumo di sigaretta e la notte.

Lo vesto di pensieri

poi lo sto a guardare.

 

Ma è quando lo svesto

che si fa feroce,

prende corpo e sprofonda nella mano

risale le braccia

e invade il corpo.


E non so più se è il mio o se io sono il suo.

 

*

La più bella rosa immaginata

__ rem___Perchè si immagina sempre,                 
                 come potrebbe essere ___solm___                      

 

___la7___Ma in fondo poi si immagina                
                come si vorrebbe sia. ___rem___

 

Così si sta in attesa
correndo fino al prossimo angolo di strada

 

fino ad un incrocio benedetto
che non arriverà.

 

E se la trovassi in vendita
esposta sulla bancarella


con rossi petali d' accarezzare
e da sfogliare

 

Probabilmente la comprerei
se avessi i soldi la comprerei

 

ma quell' incrocio non esiste

e forse
non è neppure benedetto.

 

Allora forse da una finestra
probabilmente con balcone

 

da dove guardo il mondo
dalla mia poltroncina

 

Apparirà radiosa
piena di luci e di colori

 

forse non come l' immaginavo
ma unica e preziosa.

*

Sempre giovane

E' sempre giovane
e lo è stata ancor di più.
Ma oggi è sempre giovane
e io non so che bel viso avrebbe.

*

L’ eterno

Solo le luci, là in fondo, svelano l' altra sponda,
il lago è una macchia nera
nera come il cielo e i monti intorno.
Solo un guizzo brillante sull' onda indica che si muove,
e non è la quiete, o la pace,
nemmeno la gioia di esserci, qui.
E' l' eterno.
E' che tutto è com' era
qui, adesso,
tutto è come è sempre stato
e come sempre sarà.
Le luci là in fondo son fuochi d' altra gente
e tutto è me.

*

Come il sole

Come il sole
per i non vedenti.
Questo sei diventata,
un' invisibile fonte
di vaporoso calore buono
che mi riscalda.
Riscalda l' aria e tutte le cose che contiene.

 

*

Routine mattutina

Ti guardo
seduta al tavolo della cucina,
fumi,
mentre fumo una sigaretta
e l' aroma di caffè riempie la stanza
la luce filtra dalle tende.

Ti dico che nevica
siamo già a marzo e ancora nevica
e il freddo è forte
e poi altre banali cose quotidiane.

 

Inzuppo il biscotto
e non so dirti se è più dolce il caffè o tu che lo bevi.
Allora mi alzo
per una carezza a spostarti un po' la maglietta
e darti un bacio sul collo,
c'è un posto fatto apposta
appena sopra i seni
tra i quali poi è dolce scivolare.

 

Il freddo è fuori
possiamo aspettare a uscire,
intanto ti bacio dappertutto.

 

Come fossi lì.

 

*

Presenza

Ha chiamato oggi,
non perchè è la sua festa, lo fa tutti i giorni.
Il telefono era muto
stavamo così nel riposo pomeridiano,
e bastava all' amore.
Ha chiamato forte
e sul balcone è sbocciato un bel fiore rosso acceso.
Senza spine.

 

*

Verrà qualcuno in questi giorni

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/05/08/verra-qualcuno-in-questi-giorni/

 

Verrà qualcuno in questi giorni,
è l' ora, hanno detto,
è stanca di fuggire,
sceglieranno il vestito migliore
per coprire un corpo devastato
ma sarà ugualmente nuda, e senza denari.

Verrà qualcuno in questi giorni
che dovevano essere di festa,
e qualcosa arriverà qui
resterà a lungo
farà dell' estate un buio inverno
e nell' inverno nessun chiarore di neve a rischiararlo.

Verrà qualcuno in questi giorni,
e non chiederà nulla
ma dagli la mano
e fai che se ne ricordi il nome.

L' hanno solo detto,
non si sa mai
nessuno è infallibile.
Non dovesse venire
aspetta.
Aspetta.

Aspetta.

*

Innamorato

https://bonvinifranco.wordpress.com/2018/05/07/innamorato/

 

Dici di sì?


Perchè si alza
il desiderio se ti vedo?
E anche se non ti vedo?
Perchè sto a pensarti sempre?


Io dico di no
cioè no che non è per quello.

 

Perchè dicono non sia questo scorrere veloce del sangue
questo riempir col sangue vene e corpi cavernosi,
O almeno questo non basta.
E dicono non sia nemmeno questo pensarti sempre
come un' ossessione.. appunto.
E nemmeno questo trovarti, in ogni luogo dove non sei
senza cercarti.
E accostarti il passo di nascosto.
Non è neanche questo portarti dentro immaginata mia.

 

Forse
-e dico forse-
è perchè un giorno sono arrivato in un luogo dove non c'eri
neanche cercandoti
non c'eri nell' aria
e nelle foglie
e nemmeno nel sole o nel cielo.
E la paura fu forte
improvvisamente non c' era nessun altro luogo dove andare
nessun domani
e in quell'oggi non c'era più nulla.
Neanche gli angeli o le madonne ad ascoltare.

 

Ma di questo non ne sono sicuro
perchè sono ancora qua
e anche tu.

*

Il mio taschino

Vi ho già parlato del mio taschino?
Non di quelli per l' orologio, che non ho,
un normale taschino di una maglietta estiva,
dove ci puoi mettere i plettri
o gli occhiali
o tutto quello che desideri.

 

Una bimba ci ha guardato l' altro giorno,
era una bella giornata di sole
si giocava a io apro le braccia
tu prendi una bella rincorsa
fin là in fondo
e ci corri dentro
ti prendo.

 

Così l' ha visto.
Cos'è?
   Un taschino!
Ma è vuoto!
   Vero.
   Ma ci puoi mettere gli occhiali
   e quando li togli c'è il ricordo degli occhiali.

 

Ma daai!

*

Ci sono vite

Ci sono vite che resistono alla morte,
mutano,
vanno ad abitare in in chi le ha amate
e più erano amate più sono palpabili.


Ferme nel tuo tempo veloce
mandano messaggi dal domani
con codec obsoleti di ieri
e sono in tutto quello che tocchi
in quest' oggi.


Non importa se non siano mai nate
o concepite.
Sono state amate.
Sono state desiderate.


Abitano dove sono state desiderate.

*

Al mio lago

Sembrava un quadro di Van Gogh il lago quella sera,
stavo seduto sulle rive


sa essere nera nera la notte al lago
chiuso tra montagne che non si vedono.
Nera nera anche l' acqua, tra qui e l' isola
ma un nero che non fa paura
stavo lì a guardarlo
come si guarda una cartolina,
le luci in fila sull' isola
disegnavano traccianti dorate sulla superfice,
l' acqua cantava una ninnananna antica
non era la prima volta
quello lì era il mio lago
visto migliaia di volte
come può meravigliare così ogni volta?


Forse capita ai nati al lago
forse è così piccolo che ti ci sta dentro
forse ha un profumo che innamora
il suono poi spegne la parola
che si accorda con le onde.
Resta qualcosa di eterno
che si è alzato un giorno
e non trovando le parole
le ha disegnate in una grotta.

 

E quando te ne vai sai che sarà sempre lì.

*

E’ facile non notarla (rivista e riproposta)

Non è come un colpo di clackson improvviso
quando ti volti a guardare
e fai un salto indietro
per la macchina che sta arrivando veloce.
Neanche come una nota stonata nel bel mezzo dell' assolo
che correggi tirando un po' la corda col dito
per farla sembrare un passaggio voluto.
E neanche le braccia mancanti alla Venere
quelle si vedono bene.

 

E' qualcosa nell' aria,
sempre presente
e prende forma col sole,
entra dai fori delle tapparelle non ancora alzate
o si fa visibile sotto due fotoelettriche
ai lati del palco
in una sera d' estate.
Prende la forma di quello che ami
e tu è solo quello che vuoi vedere,
quello che ami.


E' qualcosa che sa ricostruire le braccia alla Venere.

*

Questa non è una poesia

(rivista e riproposta in vista del prossimo spettacolino per l' ANNFAS)

 

Quando iniziò la musica
alla festa di Maria Ausiliatrice,
nel piccolo cottolengo,
lei era lì,
proprio davanti al palco.

 

Non ha fatto molta strada per venire a sentirci, lei abita lì,
vederci non so,
stava con gli occhi fissi al cielo
a bordo della sua sedia spaziale.

 

Solo un leggero sorriso sulle labbra
e un leggero movimento del piede
a tempo
rivelava l' ascolto.


Non ha mai smesso.

Fino alla fine del concerto.

 

 

*

Un piccolo triangolo di ghiaia

E' buio qui
sotto i rami di quest' albero
la luce del sole non passa
ma almeno l' aria è fresca
che bisogna star attenti a non sudare.

E sta sulle rive di un lago quest' albero
di fronte a gradini in pietra
che scendono in acqua
lasciando a sinistra un piccolo triangolo di ghiaia
dove i bimbi vanno a giocare.

E' li' che andavo anch'io
acqua alle ginocchia
mutande un po' larghe
che al fratello maggiore cominciavano a star strette
un cimino per canna da pesca.

Questo bastava
non c' era ieri nè domani
qualche pescetto bastava
da portare a mamma
ne avrebbe fatto un' ottima cena.

Qui sotto quest' albero
anche oggi non c'è ieri
nè domani.

*

Finale rock

Quando sarà l' ora,
lo vorrei rock.
Un classico finale rock.
Tra rullate di tamburi e colpi di piatti.
Corse veloci su e giù per la pentatonica
e per finire una bella pacca sul manico della chitarra..
per lo stop.
È sempre stata buona con me ma gli piace, lo so.

Oppure una nota troppo alta
un corto tra valvole roventi
che scocchi una scintilla che arrivi alle stelle
veloce e improvvisa
ma giusto alla fine della battuta,
che non si senta che ho smesso di suonare.

Poi il silenzio.
Se proprio non sarà così, due braccia basteranno.

Ma non adesso eh..
C'è tempo.

 

E non prendetevela con me se non desidero nessun "prima di andare"

*

Lilith

Musa incantatrice,
disegnata dagli artisti,
cantata da uomini e poeti..
Sembra che il mondo tutto sappia di lei.
Ma non è vero.
Lei beve a fontane che non dissetano.
Scritta e mai letta,
dipinta e mai guardata,
musicata e ascoltata.
Senza età e senza tempo.
Bella di una bellezza che non sfiorisce.
Lilith è leggenda,
e come il nipotino insegna
una leggenda non è che non e vera,
non si sa se è vera,
potrebbe esserlo.
Che poi è uguale a potrebbe non esserlo.

Credo che sia l' unica a non aver mangiato la mela
oggi diremmo "non omologata"
ma oggi ce ne sono molti "non omologati"
e non sono certo demoni.
Non c'è nessun demone
solo una donna non nominata
sola amando tutti gli uomini
e amata da tutti gli uomini
solo per il tempo di una piccola morte.
Ma in cuore nessuno la abita.

 

L' anima salva.

*

Un piccolo quadrato di cielo

Ci sono dei gradoni in pietra sotto Portatorre
e se da lì alzi gli occhi il cielo ha quattro angoli,
Un piccolo quadrato che contiene tutto il cielo,
di ieri e di oggi, e domani
e tutto il tempo del mondo si affaccia da lì e mi guarda.
Certo che così ci piove dentro
ma in quel piccolo quadrato c’è tutto quello che mi serve
per farne un rifugio bellissimo.

*

Oltre

Oltre
o aldilà
o come lo vuoi chiamare
presuppone un limite.
Che davvero non so se c'è.

 

Intanto qui le nuvole disegnano figure care in cielo
e i merli mi seguono lungo la strada

e gli posso parlare,
qui la luce e il pulviscolo seguono contorni misteriosi
e le ombre tra le cose bisbigliano.

 

Oltre
o aldilà
o come lo vuoi chiamare
forse è fine
punto
stop.

 

E qui restano i merli smarriti
non trovandomi lungo la strada.

 

*

..e facevo il manutentore..

Facevo il manutentore
seguendo piste, e schemi
trovavo un minuscolo 741 guasto
in un armadio elettrico a sei ante.

 

Però vedi che sono sempre io, mamma?
sono venuto ad accarezzarti la foto
e la data
e ho fatto cadere i numerini
e non ho la colla.

*

Dolore

L' aria è piena di dolore

(non puoi non respirare)

dilaga nei polmoni

insieme a tutte le stelle cadenti

da un cielo disperato.

 

 

 

*

Respiro

C'è una poesia,
sta tutta rannicchiata sul petto
cullata dal respiro.
Sta tutta rannicchiata in petto e dorme,
ed è così lontana coi suoi sogni senza tempo.
Nelle orecchie un battito di cuore
sta nelle braccia come tra corde d' altalena
il respiro è il ritmo del suo dondolare
e la mano sui capelli è il vento che l' accarezza.
Non mi vede e non sa che sono qui
così ogni tanto apre un occhio,
uno spiraglio su luoghi perduti.


Sbircia
e riprende il dondolio.

*

Anni fa ho incontrato un angelo

Anni fa ho incontrato un angelo

fu una notte,

e profumava di canzoni e giovinezza.

Non è sceso dal cielo

è sempre stato qui

su questa terra

nella via a fianco

e già lo cantavo dalla giovinezza.

 

 

                                                          Nella notte vidi lei
                                                              che senza dirmi nulla
                                                                 negli occhi mi guardò
                                                                    e poi mi prese per la mano

 


Quella notte però aprì la bocca

e dentro c' erano le mie stelle

e il mio mondo,

il profumo delle mie notti mentre le guardavo,

i sogni di bambino si fecero di ragazzo

 

 
                                                               Feci ciò che volle lei
                                                                   e corsi verso l' alba
                                                                     fin quando ci fermò
                                                                       il primo raggio di sole

 


Arrivò davvero veloce l' alba

correndo fra le stelle

ma nessun raggio di sole ci fermò più

volammo davvero nell' azzurro immenso.

 

                                                                  Un volo di gabbiani
                                                                    in quell' azzurro immenso
                                                                      cristalli colorati
                                                                         intorno alle mie mani
                                                                          e lei stringeva me.

 


Oggi è ancora qui

sono solo più stanco gli dico

e ho un po' più sonno la notte

e correre tra le stelle è un sogno

ma sei ancora qui gli dico

profumi ancora di canzoni e giovinezza.


Profumi di acqua lacustre quando vado al lago

Profumi di resina e eriche al sole se salgo ai monti

La notte profumi di cotone caldo sulla pelle

e seno da latte,

di pelle di bimbo quando abbraccio i nipotini,

di pelle di donna a volte

e di sesso anche

che non è vero che gli angeli non l' hanno.

Profumi di tutto ormai

di shampo, bagnoschiuma,

di luce e di buio

di eterno desiderio.

E dei sorrisi che incendi.


                                                                 Improvvisamente lei
                                                                    in questo mio sorriso
                                                                       che è nato insieme a lei
                                                                          col primo raggio d' amore.

 

once upon a time

*

Non aprire gli occhi

Non aprire gli occhi
non è qui,
il profumo che senti
è solo l' Airwick
che dalla sua mensola spara fragranze di fiori
ogni mezz' ora.
Non aprire gli occhi
e sarà come fosse qui
nel sogno puoi tenerle la mano
accompagnarla sullo stesso sesso,
caldo di desiderio .

Non aprire gli occhi
gli occhi ingannano
e ti diranno che non è vero niente.

Intanto qui c'è il suo sogno, vero,
che vuole essere sognato,
solido e duro.

*

Il solito capanno

Questo è il solito capanno delle margherite

dove ti confondevi tra di loro,

quest' anno però non sono ancora fiorite,

il capanno si mostra per quello che è,

un rifugio abbandonato per i viandanti del bosco,

un ristoro.

Nel campo di bocce a fianco è cresciuta l' erba,

incolta,

e al laghetto dietro l'acqua deve aver corroso le rive

tre grandi betulle e altri alberi attorno ci son caduti dentro.

Le betulle muoiono lente

come gli altri alberi

e non so se lo sanno o se se ne dolgano.

L' umido fa crescere funghi sulla corteccia

e qualcuno se ne nutrirà

gli uccellini cercano vermi tra le radici in aria

e cantano.

Il sole splende e si specchia nell' altro laghetto

di fronte al capanno.

Tre tartarughe ci nuotano nel cielo specchiato.

In questo tutto sembra come sempre

ma le margherite non sono ancora arrivate.

Forse se vengo più spesso,

se porto qui i pensieri a fiorire fioriranno

*

Ho negli occhi un bimbo (rettifica)

Ho negli occhi un bimbo.
La madre lo porterà al Crocifisso domani
per un bacio e un saluto.
Non usciranno di casa troppo presto,
appena il sole avrà scaldato l' aria della notte
così che non prenda freddo.
Ed è già festa,
non sa ancora di dolori e passioni,
passeranno lungo le mura
piuttosto che per le vie interne
che accorcerebbero il percorso.
Lungo le mura perchè lì ci saranno le bancarelle di Pasqua
dolciumi, caramelle, giocattoli,
qualcosina la madre troverà
per non lasciare gli occhi asciutti.
Ma il vero stupore sarà per i chioschi contadini,
per i pulcini o le grandi bestie da stalla
per l' odore del fieno e dei maiali
e per gli animali di fattoria di cui si parla tanto a scuola.
Faranno una sosta al grande prato,
proprio dove le mura svoltano,
per un bicchiere di latte
tiepido e salato
delle pecore che i pastori espongono,
giocherà coi loro cani.
Poi giù per il viale verso il Crocifisso.

Andrò anch' io lì domani
so di trovarlo perchè sono io quel bimbo
e oggi qui con me non c'è.
Anche se non è lì che ci siamo separati
oggi qui con me non c'è,
per questo andrò lì,
gli porgerò la mano
e se vorrà prenderla ancora gli dirò andiamo a casa.
Che anche qui oggi, tra gli uomini, non si sta poi tanto male.

 

Sono stato lì poi

e non c' era

perchè ero io

sono io quel bimbo

riconoscevo ogni pietra di mura

ogni angolo percorso per arrivare al Crocifisso.

Sono rimasto così.

Forse ho sbagliato tutto

cercando il bimbo mentre dovrei cercare l' uomo,

e portarlo qui in quest' oggi.

 

 

*

Dove non son mai stato

Ci sono posti che riconosci subito,

come la vecchia casa all' angolo

proprio all' incrocio con le rotaie,

e gli alberi  nudi attorno

con le dita nel profondo azzurro.

Lo steccato in cemento ferroviario,

l' intonaco scrostato

le persiane secche e screpolate dal sole

tutto ricorda che lì sei stato bene.


E c' era qualcun' altro lì.

Lì qualcuno ti aspettava alla finestra,

ti vedeva fermo al passaggio a livello e poi attraversare i binari fino a casa,

non ti chiedeva come mai ci hai messo tanto.

Lì qualcun' altro stava bene aspettando.

 

Ma non sai perchè, non ricordi l' interno della casa

gli alberi visti  dalle finestre,

il rumore dei treni la notte, nella stanza buia,

o delle auto all' incrocio

nè  i visi  e le voci.


Lì è un posto dove eri senza essere di questa vita.

*

Un piccolo movimento

Non è stato il bacio
nè l' icona o il luogo.
E' stato un piccolo movimento del pollice
involontario
sul legnoso alluce
a stupire e riconsegnarmi a me.

*

Ho negli occhi un bimbo

Ho negli occhi un bimbo.
La madre lo porterà al Crocifisso domani
per un bacio e un saluto.
Non usciranno troppo presto,
appena il sole avrà scaldato l’ aria della notte
così che non prenda freddo.
Ed è già festa,
non sa ancora di dolori e passioni,
passeranno lungo le mura
piuttosto che per le vie interne
che accorcerebbero il percorso.
Lungo le mura perchè lì ci saranno le bancarelle di Pasqua
dolciumi, caramelle, giocattoli,
qualcosina la madre troverà
per non lasciare gli occhi asciutti.
Ma il vero stupore sarà per i chioschi contadini,
per i pulcini o le grandi bestie da stalla
per l’ odore del fieno e dei maiali
e per gli animali di fattoria di cui si parla tanto a scuola.
Faranno una sosta al grande prato,
proprio dove le mura svoltano,
per un bicchiere di latte
tiepido e salato
delle pecore che i pastori espongono,
giocherà coi loro cani.
Poi giù per il viale verso il Crocifisso.

 

Andrò anch’ io lì domani,
so di trovarlo perchè sono io quel bimbo
e oggi qui con me non c’è.
Anche se non è lì che ci siamo separati
oggi qui con me non c’è,
per questo ci andrò,
gli porgerò la mano
e se vorrà ancora prenderla gli dirò andiamo a casa.
Che anche qui oggi, tra gli uomini, non si sta poi tanto male.

*

Radici

Sì,
le gioie mettono radici nel tempo
sulle quali risalgono poi fino ad oggi.

Eppure chissà quante ne hai avute
e scordate,
fuori elenco,
come fossero scontate.

Forse allora sono le lacrime
viste
causate
piante
immaginate
cadute
ad ammorbidire la terra
a mettere più profonde radici.

Risalendole,
non si arriva sempre ad oggi
si torna agli occhi che le hanno piante.
E dentro c' è un mistero
profondo
di colpe e innocenze.

*

Come figli

Come figli
correvamo sul lago
non dico sulle vie attorno
proprio sul lago...
E sfioravamo appena l' acqua.
Tu Breva
io Tivano.
Ma felici.
Erano mondi segreti, cavità acquatiche e lucenti
Uteri negati ai padri,
come me,
che ne vanno
in_vana
ricerca.

*

Primavera

Disegnala la primavera,
a pennellate decise e forti
o a parole, che qualcuno non vede.
Dì che il verde qui di fronte splende sotto il sole
che spuntano ovunque macchie di colore
che ondeggiano per l' aria in movimento
ci sono gialli timidi, rossi appassionati e dolci rosapallido.
E dita sbucano da tutto questo verde, verso il cielo
e fioriscono, mettono foglie,
in tutto questo arcobaleno di colori ci sono impronte di bimbi
e suoni, e risa.
Le vesti leggere.
C'è un' amorosa vita che vola e canta tutt' intorno
e ti sorprende che ti prenda forte.

 

*

Come fosse sempre oggi

Non ricordo le date
non ricordo se fosse estate o inverno
o se il freddo fosse dovuto alla stagione.
Nè ricordo la data
devo pensarci un po' anche sulla mia
per fare il conto degli anni.


Ma ricordo che sembrava dormisse,
per letto il freddo pavimento del bagno
la barba mezza fatta.
Come fosse sempre oggi.

*

È passata

È passata da un ramo all' altro

una minuscola fiammella arancione.

Non ha lasciato segni nè bruciature

non lo so cos' era.

Ma è passata da un ramo all' altro

una minuscola fiammella arancione.

Ed io ero lì a guardare.

*

Dove ho visto la neve

Ho visto la neve uscendo dal sonno
cadere in freddi fiocchi grigi dal cielo nero,
la finestrella era piccola, senza vetri,
il cappottino troppo corto
e il respiro si gelava uscendo dal cuore spaurito.

 

Dimmi che verrà mattina.

 

L' ho rivista ancora nel sonno
ma il sonno era inconciliabile col gelo
era dello stesso colore,
freddo e infinito.

 

Questo non è il mio trenino dei sogni,
dimmi che verrà mattina
che finirà questa gelida notte
che questo vagone merci sul binario morto non continuerà il viaggio.

 

Domattina mi sveglierò a casa
con i piedi asciutti
e dalle finestre entrerà il sole.

*

Danza di stelle

Mi sorprenderà una notte una danza di stelle in cielo,
nel solito guardare di tutte le notti
Sarà forse davanti al lago,
i riflessi sull' acqua saliranno in scie dorate
per unirsi all' eterna danza.
E una poi esploderà in un bagliore accecante
un bagliore che farà nero il resto del cielo
così accecante da far nera per cecità la stessa stella.

 

A occhi chiusi, sulla retina, resterà uno svanente buco nero
avvolto in un alone azzurro di mistero.

*

Bianca betulla

Nudi i rami
una bianca betulla disegna ricami nel cielo azzurro di Marzo.
E' bellissima.
Lei non lo sa
ma è così bella perchè io chiamo betulla una betulla,
e cielo il cielo
e ricami i ricami
e bellezza la bellezza.

*

Oggi non vorrei parlar d’ amore

Oggi è uscito il sole, dopo tanta pioggia

il solito vecchio sole così bello da sentire sulla pelle.

E il cielo è azzurro,

pieno di nuvole in movimento mutanti di forma.

Alcune si sfrangiano in ali d'  angelo

altre in forme umane che uno vuol vedere

altre in animaletti.

Soliti scherzi da nuvola.

Eccone una adesso,

si pone tra me e il cielo

dietro il pino qui di fronte

cambiandone lo sfondo.

Sembra un altro,

sui rami risaltano gli uccellini nel bianco,

prima se ne sentiva solo il suono,

E niente, non ho altro da dire.

Oggi è uscito il sole,

e riscalda,

nonostante non sappia se sia una giornata buia o solare la nostra.

Lui prova a farla chiara.

*

Io non vorrei andare in paradiso

Si ha un bel dire di quanto sia bello
starsene su una nuvoletta
a bersi un buon Lavazza
ascoltando musica divina
suonata sul pianoforte infinito di Dio.

 

Che poi preferirei fosse un chitarrista,
col manico lungo quanto il braccio.

 

Dicevo si ha un bel dire.
Credo invece che il paradiso sia un posto tormentoso
e il caffè non è mai dolce come quello che ci vedono bere,
da lassù.
Senza poterci parlare
o abbracciare
senza poterci dire nulla
senza nemmeno l' alibi di un muro.

 

Partire.
Vorrei.
Come i gatti che cercano un luogo magico
e spariscono.
Direi a tutti che son partito per un bel posto
inventerei un software che risponda ai messaggi
e invii foto di spiagge assolate
o città da sogno.

 

Che dica che non si preoccupino
che dica che sto bene.

*

Futuro

C'è stato un giorno che non ho visto il domani

così ci ho sbattuto forte.

E non era ieri.

*

Era già musica

Ci bastava una musica
e ballavamo la vie en rose.
Io a mezz' aria,
tra le tue braccia,
stretti.

 

Tu,
l' amore
le note
e i colori.

*

Drop life

Si svegliava un pò irritato la mattina, per la fame,
ma trovava subito dove far colazione
lo riconosceva dall' odore.
E' così che si calmava,
poi apriva gli occhi,
lasciava che il mattino ci entrasse dentro,
chiaro, assieme al viso di lei.
Non c' era il tempo, nè il luogo,
lei era il suo tempo e tutto quello che c' era,
sarebbe stato così per sempre.
Il mondo poi si allargò davanti al lago
quando col sole sulla pelle si lasciava addormentare dalle onde,
c' era gente intorno, e risa di bimbi,
e c' era sempre lei, il mondo era bello.

 

Il tempo arrivò aspettando babbo tornare dal lavoro,
era un uomo buono,
tornava sempre con qualcosa,
una macchinetta perforatrice, per farci i coriandoli
riempire i sacchettini, che domani è festa,
o anche solo una trottola.
Ecco, voleva fare l' elettricista
come babbo
magari prendere un treno la mattina e andare al lavoro
che al lavoro doveva essere un posto bellissimo
se tornava sempre con qualche meraviglia.
Anche il Don era buono, e poi i maestri
poi i professori...
e voleva sempre fare l' elettricista.

 

E allora chi erano quegli uomini che venivano la notte
mani in tasca a portar spavento
Chi era che veniva a farlo nascondere sotto le coperte?
E se trovava un pò' di pace, tra gli alberi, dalla madonnina,
chi era che veniva a prenderlo?
a ricordargli che la pace non esiste.

 

Divenne poi un elettricista
e non riusciva a voler male agli uomini
ma il tempo s' è fermato.
Apriva gli occhi la mattina
e lasciava che il mattino ci entrasse dentro,
chiaro.
Il mondo era ancora bello.

*

Perso di vista

Perso di vista,
oltre il filare d' alberi in fondo alla pista.


Mai perderlo di vista
non sai cosa fare se lo perdi di vista
anche se lo senti ancora cantare,
che un motore a ventisettemila giri canta.
Sposti un po' il pollice sinistro a destra
il destro un pò' verso te alzando anche la radio inutilmente,
calcoli mezzo giro
vedendolo a memoria
poi molli i comandi e aspetti lo schianto e il silenzio del motore.

 

Invece eccolo.
Spunta dalle cime, un piccolo aeroplanino in balsa
pelle bianca, lucida e plastica, ali rosse brillanti al sole
(mai usare il bianco nuvola per le ali nè l' azzurro cielo)
che ondeggiano assieme al pollice, a salutare.

Sul castello un supertigre,
dieci cc che se ne fregano della gravità,
però lo metti al minimo, visto che è andata bene
e inizi la planata verso la pista erbosa appena rasata.

 

Il motore tossisce appena appena
solo l' aria sul profilo tiene su l' aereo
mancano ancora pochi metri, le ruote già pronte
ma in fondo perchè atterrare?
c'è ancora miscela,
riporti su il gas e il motore torna a cantare ancora,
muso al cielo l' aeroplanino risale verso il sole.

 

Era solo una finta.

*

Passaggio di tempo

Gli alberi ondeggiano fuori di qui,

oltre i vetri di questa calda sala d'attesa.

Si scrollano il peso della neve
ondeggiando lenti al Burian che risolleva i fiocchi.

Ma non cadranno,

hanno radici nel tempo,

aprono un passaggio di tempo

e viaggi nel tempo solo miei.

Avvolti nella polvere di diamante,
che pungeva le dita nel viaggio fin qui,

mi salutano

muti

bianchi e silenziosi.

Sono gli stessi che trovo in fondo al passaggio.

 

(Mi ricordo di loro)

*

Una giornata al lago (rivista e riproposta)

C'è una panchina dove il lago sembra più azzurro
e l' aria più leggera, fresca e calda di ricordi.
E' un po' più lontana delle altre,
c'è un po' di strada da fare
ma la riconosceresti tra mille,
è l' unica con lo schienale ancora orientabile
l' unica che ti mostra impossibili ricordi di passeggiate in carrozzina
o di un bimbo che non sapeva decidere
se guardare il lago, o la strada
che anche la strada aveva il suo fascino.
Passavano Guzzi rosso fiammante col volano luccicante,
qualche Topolino o millecento
e festose ragazze in bicicletta.

Io scelgo sempre questa, orientata al lago,
è da qui ti vedo arrivare, appoggiare alla balaustra e guardare il lago
fino alla fontana là in fondo,
che getta spruzzi altissimi,
ti vedo passare una mano tra i capelli e sorridere.

Ci metto sempre un po' a capire che non sei tu.

Giro lo schienale alla strada
chissà, forse arriverai da lì
nel tuo solito abitino azzurro cielo, leggero leggero.
E infatti arrivi, illuminata dal sole
il sorriso è quello di prima.

 

E ci metto ancora di più a capire che non sei tu.

Intanto l' altra ragazza guarda sempre al lago
e alla fontana
e alle rotaie che salgono a Brunate tagliando in due il monte,
si volta, mi vede e resta a guardarmi un po'
indeciso il sorriso.

 

Come ci volesse un po' a capire che non sono io.

Andrò più avanti, più tardi, verso la stazione
e prenderemo il treno per casa
guarderemo dai finestrini tutte queste case passare
e i prati, gli alberi, il sole calare,
senza fretta,

perchè ci vuole un po' a capire che in fondo eri proprio tu
che arrivavi in pieno sole con la gonna svolazzante
eri proprio tu che guardavi il lago
e non ci siamo riconosciuti.


Sempre tu ad abitare ancora così forte questi pensieri
e ad accompagnarmi a casa.

Perchè non c'è una vita sola.

*

Quante vite

Quante vite qui, amoremio più grande,
che amoremio non te l' ho mai detto
mi manca
e quante morti.

Vanno e vengono
su lunghi corridoi di tempo,
e per il tempo sono solo lampi
attimi veloci.

Dei tuoi attimi molti non ne sanno nulla
altri li hanno amati
e io tra loro,
ma non so l' ultimo
che così si è fatto eterno.

*

Bimbo mio

Oggi

Mute le case

Muti gli orti

Mute le scritte ai muri.

Ieri

Lì fiorivano  le rose urlando alle finestre

Il sole! Il sole.

La notte pianti alle lune

Eppure Dio c' era

 

 

(ma forse era stanco, forse troppo occupato (De Andrè))

 

 

 

*

Sei

Sei in una minestra calda, la sera.

 

Sei nella polenta e latte, che ci piaceva tanto.

Sei in una tazza di malva, per me con troppo zucchero, che solo così mi piaceva.

Sei il pensiero mentre preparo cena.

Sei, mentre apparecchio la tavola senza il tuo posto.

Sei.

*

I sogni non finiscono

Cè un foro nella roccia da cui gocciola l' acqua.
Non è in cima al mondo,
solo in cima al mio mondo
e non diresti mai che quelle gocce sono un mare di sogni.

 

Cè un foro nella roccia, dicevo
e l' acqua sgoggiola in un piccolo bacile di pietra,
per togliere la sete ai viandanti.

Trabocca poi in piccoli rigagnoli e pozze
dove puoi saltarci dentro,
schizzare l' acqua tutt'intorno
e sporcarti le mani con la terra.
Quando l' acqua si sarà calmata
ti ci puoi specchiare
puoi vedere il cielo attorno alla testa.

 

Più in giù le pozze s' ingrossano
si fanno marmitte dei giganti,
ti ci puoi bagnare e alleviare il calore estivo.

Ma già le gocce non sono più lì
continuano e i rigagnoli si uniscono
in cascate
verso altre pozze ancor più grandi,
con una muta puoi scendere insieme alla cascata
cadere in una pozza insieme all' arcobaleno
e proseguire fino alla cascata successiva.

Finchè arriva a un fiume
ancora impetuoso
dove l' acqua gioca con le rocce affioranti
rovescia i gommoni e gli hydrospeed,
gioca con gli uomini.

 

Puoi scendere anche in canoa
quando il fiume si stanca
e le rocce diminuiscono
e si fa calma la strada verso il lago.
Nelle anse i pesci abbondano
e saltano guizzando al sole.

Spuntano delle vele, veloci,
le rive si animano di bagnanti
il paesaggio è sempre da sogno,
si mescola il verde e l' azzurro
il rosso di qualche motoscafo che sfreccia
la città appare là in fondo.

 

Ma non è mai finita
la città, che ne ha bevuto l' acqua,
è gia alle spalle
e il fiume cresce
e gira
in anse e tornanti
passa nuove case
nuove foreste
regala nuovi sogni.

 

Eppure quando arriva al mare sono ancora le stesse gocce
ma cariche di storie e sogni..

E non è mai finita
rigoccioleranno di nuovo da quel foro.

*

Basterebbe un verso

Basterebbe un verso,
che scenda lungo la curva dei monti
dalla baita del Falchetto
e proprio come un falchetto
volteggi in cerchi concentrici
giù verso il lago.

 

Basterebbe un verso
così forte che da qua si senta
e mi porti con lui, volteggiando,
a veder le barche,
la linea obliqua della funicolare
affondare nel lago.


Ci sono spiaggie e famiglie al bagno
bimbi che pescano o nuotano.
Tetti e vie dritte che li tagliano.
La casa amata.

 

Basterebbe un verso
che si getti a capofitto nella casa amata
fino all' odore di legna,
di carbone per la stufa
fino al caldo dell' acqua nel mastello
e al calore delle mani.

 

Basterebbe un verso
per dormire ancora su quel seno
sereno
con nelle orecchie un canto
e una voce.

Basterebbe un verso
e nessuno potrebbe dire quanti anni ho lì
o nel grande giardino segreto
dove giocavano le farfalle coi bruchipalla
dove sotto ogni sasso c' era un tesoro
e il sole giocava tra i rami
con me.

 

Basterebbe un verso
ma non sono buono,
gli anni qui si sanno
e porteranno presto quel verso nel vento,

per scendere lungo la curva dei monti
dalla baita del Falchetto,
insieme al falchetto
volteggerà in cerchi concentrici
giù verso il lago.

*

Strada facendo

Al km 147 il cielo è azzurro
i paracarri al fianco, la campagna, le case,
scorrono via veloci agli angoli degli occhi.
Pochi chilometri più avanti
iniziano a colorarsi di scuro,
il sole sembra impigliarsi in un campanile
mentre manda gli ultimi raggi d' arancione nel cielo azzurro
poi affonda alle sue spalle.

 

Resta solo il cielo
ancora azzurro e senza sole

pieno di segni in nuvole rosa,
due ali, un paio di baffi,
maschi e femmine disegnati, pirati,
un coniglietto,
c'è pure un galeone volante per salirci con la fantasia.


Pochi chilometri ancora perchè i disegni virano dal rosa al nero
e il cielo dall' azzurro al blu.


E nel blu appaiono le stelle
una, dieci, cento,
brillanti.

 

Se dico cielo
è il mio cielo che guardo
dell' azzurro del vestito di mamma
o del nero delle sue scarpine.
Se dico sole è il suo sorriso.
Se dico pioggia, il suo pianto.
Lei sa che guardo le stelle
e che mi ci perdo ancora
così tanto da scordare l' uscita.

Lo sa fin troppo bene.

 

E ancora,
se non ci fosse memoria di quel cielo
potrebbero cadere tutte le stelle,
e conficcarsi a terra
nel parcheggio dove cadrebbe anche il galeone.

*

Dove nasce la gioia

Perchè avrà pure una fonte
un luogo dove se ne sta
in attesa di esser vista.
Forse una nota
strappata con forza
ruvida
che mandi le valvole in saturazione
e riempia l' aria
riecheggiando
in un delay
se pur digitale,
O forse una poesia
o una sola parola di quella poesia
che colpisca la corda giusta
saturando un sentimento
e riecheggi per giorni e anni.
O un colore?
un accostamento tra forme e colori
che si imprima nella retina
e non se ne vada chiudendo gli occhi.
O tutte tre insieme
una danza colorata
che satura gli occhi
e le orecchie
e i sentimenti.
O forse sei semplicemente tu.

*

Haiku (occhi)

Apro le imposte
sul cielo grigio di oggi
Disegno un sole

*

Una poesia

T' ho scritto una poesia d' amore

o almeno credo che lo sia

se così non è vuol dire che ho sbagliato tutto sull' amore

e non sarebbe una novità.

Ma non si può riavvolgere il tempo,

ormai l' ho scritta,

non è questa però,

non la leggerai.

A me basta che passeggiando

tu senta come una contentezza in cuore,

per il sole che splende nell' azzurro,

per un raggio di luce sulle piume di un pettirosso,

per un fiore testardo cresciuto tra le crepe di uno scalcinato muro.

Ma più per uno stormir di foglie degli alberi che la sanno.

Mi basta che la sera, in camera, te ne ricordi

e nasca una carezza con un' altra poesia.

*

Che ne sarà di lei

Che ne sarà di lei quando non sarò?
Lei che abita questo cuore, come una casa
questo cuore che chiamo mio.
Dove se ne andrà?
Dove ce ne andremo?
Forse uno nell' altro
fin dentro il mistero di una nuova casa.

*

Gocce di memoria

Fermo, al centro della scena.
Dietro le spalle girano vetrine sullo sfondo.


Ora quella delle mantovane
lucide e dolci
ed ora quella dei binis,
minuscole gocce di rosolio
splendenti e argentate.
Ora quella dei giochi e dei pianti
ed ora quella dove nevica popcorn
e il gelato sale
magico e multicolore
avvitandosi nell' aria.

 

Di fronte un ottico
un kebabbaro
un negozio di tecnologie magiche
e un riparatore di tecnologie magiche.

 

Quel che vedono gli occhi non è quel che guardano
puoi mangiare un buon panino kebab
menu completo
patatine salsa piccante e bibita
tra minuscole gocce splendenti e argentate.


Non sono ombre della luce di oggi quelle gocce
c'è stata un' altra luce che le ha generate
e sono diventate la luce di oggi.
Non puoi cancellare nulla
anzi, se guardi bene
tutt' attorno
ne fioriscono altre.
Sempre nuove.

*

Passa l’ organello

Passa l' organello.

E' qualcosa nell' aria.

E nessuno vede

nè sente

men che meno parla.

Tutti presi alla guerra del Golfo.

*

Stagioni fatate (riproposta e musicata)

                                                       C'è voluto un po' ma qualcosina è uscita.. migliorerà.

 

Forse sono passate / le stagioni fatate

e non ci ho fatto caso.

E ancora credo per me / e non solo per me

che verranno domani.

Un elettrico argento / m'ha portato sul lago

in questo vagabondare.

Non è il nostro lo so / però qui si veniva

anche solo a guardare.

oltre la fine del lago / le cime dei monti

e l'azzurro del cielo.

Qui c'è ancora il tuo cuore / i tuoi sogni

e li vedo brillare.

Sotto un tiepido sole preautunnale / e li vedo brillare

sotto un tiepido sole preautunnale

Sono qui / sulle rive del lago

e mi sembro un coglione

un sognatore acchiappanuvole

con la mia lattina di tè al limone

Sono qui / sulle rive del lago

sono venuto a cantare

Farà neve lo so / e anche presto

e sarà ancora più bello

quando si farà attorno al lago

come un anello.

 

Sono qui sulle rive del lago..

tra le mani soltanto un panino..

Ne vuoi un pochino?

*

Pensiero feroce

Vedi il pensiero?

S' alza improvviso a volte

feroce

si fa luce e riempie l' aria

lo afferri tra le mani

lo agiti

come a zittirlo.

E alla fine muore,

ma non lo fa mai davvero

è solo una piccola morte momentanea.

*

Pensiero sonoro

A volte penso in suoni,
è scontato che sia quando suono,
nessun nome di nota
solo il suono
e il pensiero del suono muove le dita,


Non so se sia così per tutti.


L' emozione poi colora il suono
di rosa o d' azzurro
o crea lampi gialli in un cielo rosso
oltre il soffitto.


Capita più di rado
per me una volta, forse due,
che il pensiero ammutolisca
e tu resti ad ascoltarti
e non sai più cosa muova le dita in quei passaggi.


Resti ad ascoltarti e a guardare oltre il soffitto
quei lampi nel cielo rosso.
E cosa c'è di più bello di un ragazzino
che ti dice che ha registrato tutto
che andrà a casa a studiarselo,


quel passaggio che forse non è neanche tuo.

*

Idrovolanti (rivista e riproposta)

                                                            Si scrive perchè non si hanno ali per volare

 

A volte penso che non stai bene qui dentro
perchè mi duole il petto
come volessi aprirti un varco,
uno spiraglio,
uscire per andar ai campi, alle margherite
e poi su fino ai narcisi
oppure al bosco, a muschio e ciclamini
o solo in quella panchina in riva al lago
a guardaregli idrovolanti.

Resto immobile, per lasciarti uscire
ma tu non esci mai.

 

Allora esco io,
usciamo , ti porto per campi, a margherite
oppure al bosco, a muschio e ciclamini
per sentieri conosciuti
arriviamo fino al lago.
C'è una panchina tra le rose
da lì si vedono gli idrovolanti.

 

foto mia. Idroscalo Como

*

Haiku (sul fiume)

Scorre il fiume
Sotto il grande cervo
gesti di sempre

 

*

Sul fiume

Scorre il fiume che attraversa il paese
e mille lanterne, gialle e rosse illuminano la via
deve arrivare qualcuno.

 

Intanto grandi fuochi indorano l' acqua
l' ansa è una grande piazza
e danzano le streghe
c'è un grande cervo che brucia
col suo cavaliere
e l' albero dei frutti luminosi sparge fiammelle nel fiume
come semi
e scorrono, e vanno, e spariscono lontano
cresceranno altri alberi mille miglia intorno.

 

Tutti intanto attendono lei
chiamandola.

 

Il mangiafuoco, i saltimbanchi,
i bimbi salvati dalla paura del pentolone
perfino le cose,
i fiori si illuminano
col cuore dei bimbi.
Un basilisco dagli occhi rossi guarda in su
al ponte dove stiamo
ma nessuno muore.

 

Ed ecco arriva
proprio da sotto il ponte
una vecchina fuori moda
nera nera nella sua barchetta di carta luminosa
ha freddo e cammina a fatica
ma ha un dono per tutti.


Anche per me che ho in braccio un sorriso che abbaglia.

E nelle tasche sogni.

 

*

Haiku (ogni tre versi un desiderio)

Guardo la foto
Un vecchio bambino
e la befana

 

*

Haiku (sogno di primavera)

Guardo il sole
Sogno di primavera
anche d' inverno

immagine sumi-e (dal web)

 

*

Cerco una parola

Cerco una parola,
una parola per dire Dono
che non dica ecco
questo è un pacchetto di sigarette
che poi diventa Mio
e lo giro tra le mani
lo apro e lo fumo
e non resta nulla.
Che non sia un bel microonde
dato in dono
per aver comprato la batteria di pentole
triplo fondo.
La cerco perchè sento di averne avuto uno
non ho niente tra le mani
eppure scorre in me
come un fiume
e nessuna goccia è mia
ma posso bere.
Qualcosa come la gioia della sorgente
che sa della gioia del mare
e delle nuvole tutte.
Qualcosa di eterno
che s' è alzato da terra un giorno
a cercare la stessa parola,
nell' orizzonte.
Qualcosa che è lì da sempre
in tutta la bellezza che c'è
tra qui e l' orizzonte,
in tutto quello che c'è da vedere.
Qualcosa di libero nell' aria.

*

Basterebbe un verso

Basterebbe un verso
che scenda lungo la curva dei monti
come un falchetto
e volteggi in cerchi concentrici
giù verso il lago.


Basterebbe un verso
così forte che da qua si senta
e mi porti a lui a volteggiare
a veder le barche
la linea obliqua della funicolare
affondare nel lago.
Ci sono spiaggie e famiglie al bagno
bimbi che pescano o nuotano.
Tetti e vie dritte che li tagliano.
La casa amata.


Basterebbe un verso
che si getti a capofitto nella casa amata
fino all' odore di legna,
di carbone per la stufa
fino al caldo dell' acqua nel mastello
e al calore delle mani.


Basterebbe un verso
per dormire ancora su quel seno
sereno
con nelle orecchie un canto
e una voce.


Basterebbe un verso
e nessuno potrebbe dire quanti anni ho lì
o nel grande giardino segreto
dove giocavano le farfalle coi bruchipalla
dove sotto ogni sasso c' era un tesoro
e il sole giocava tra i rami

con me.

 

Basterebbe un verso
ma non sono buono
e gli anni si sanno
e porteranno presto quel verso nel vento.

*

La mantellina di Mami

È una piccola mantellina di lana

di quelle che coprono appena appena le spalle.

Mamma era un incanto.

È una piccola mantellina di lana

che adesso vola nel vento,

spesso passa di qua

ed è per lei questo canto.

 

Non so se sente la voce

o anche per lei è un soffio di vento

parrebbe non ascoltar preghiere

non cedere a indulti.

 

Poi d' improvviso la vedo

in due occhi scintillanti di bimba

e la sento cantare

con voce di bimba,

Tanti aluli a te

Tanti aluli a te.

 

E rispondo

Buon anno Mamma

Buon anno.

 

*

Forse metterò una cravatta

Forse metterò una cravatta,
una bella odiosa cravatta azzurra
sopra la camicia bianca.
Forse metterò una cravatta
per nascondere i bottoni
che qualcuno potrebbe aprire,
scoprire che c'è pelle sotto
e peli, e batte un cuore.
Forse metterò una cravatta
una bella odiosa cravatta azzurra
che faccia piacere allo specchio.
Forse non metterò una cravatta
e non coprirò gli specchi.

*

Pensiero

Esco nell' aria
fredda di mattino.
E' Natale
il mattino è quello di un qualunque mattino
la parola Natale
scritta qua sopra
non vola nell' aria.
L'aria è piena
di dolcissimo pensiero.
Sto in ascolto.

*

Vigilia

E così è arrivato
son qua tutto indaffarato
pulisci scampi e polipetti
cozze vongole e gamberetti
ma il pensiero un pò svolazza
e la maionese intanto impazza.

 

Lo so che cè chi non ne ha
e forse a casa solo sta
ma non credo sia peccato
se in tavola è apparecchiato.

 

Se cè un poco d' allegria
con i figli, in compagnia
anche di chi è andato via
anche con la nostalgia.

 

Sto pensando alla mammina
al suo re e lei regina
non sarà come da bambini
che ora abbiamo i nipotini
ma i pensieri sono buoni
sono questi i suoi doni.

*

Babbo Natale

Te l' hanno già detto?
Non esiste..
Solo i bimbi ci credono
e quando lo diranno anche a loro
si nasconderà,
in un angolino del loro cuore.


Ma è lui che spinge mamma e papà a far loro doni.

E' lui che li ha portati un tempo
anche a mamma e papà.
E poi si è nascosto
in un angolino del loro cuore.

*

Ghe credi minga tropp al Natal ca ta ma cuntet su

Ta ma diset che 'l Natal l'è voj
ma d' un voj pien de lus
ca brila e gira e gira
che te se pù indue set.


Ma l'è dumà culpa tua
ca ta stet lì a guardai
imbambulà.


A lè propi li dedree
al gà gli oeucc luster
e 'l coeur in pena perchè tel vedet no.


Al gà fregg
el se scalda sfregand ul fregg in di man
zitto
ma 'l te surid
se te ghe dunet un suldin.


E 'l brila in del coeur.

*

Avessi buone le parole

Avessi buone le parole, ti scriverei.
Non a te nè di te,
avessi buone le parole ti scriverei
come un pittore che dipinge
guardando oltre la figura.
Avessi buone le parole ti scriverei,
su rami d' albero ti scriverei
sceglierei un salice
e se fossero davvero buone le parole
un respiro invisibile le farebbe danzare
giocando coi raggi obliqui del sole.


Ed io sulle loro punte.


Ma non ne sono capace
e le parole non prendono mai vita.
L'ho fatto,
oggi, sotto questo sole obliquo
ma il salice è solo la piantina di salvia
qui sul mio balcone,
e le parole leggere leggere
voleranno via presto
senza lasciar traccia,
tranne la figura.

*

Quando il Natale era Natale

Quando il Natale era Natale
il mondo era pieno di luci
e il cuore dei bimbi s' incantava.
Quando il Natale era Natale
si faceva a gara a chi ne vedeva di più
a chi vedeva la più bella
e ancora è così.
Quando il Natale era Natale
i bimbi scrivevano letterine
e il cuore era pieno di speranze.
Quando il Natale era Natale
l' attesa era magica
per quella notte,
e ancora è così.
Quando il Natale era Natale
quella notte il sonno era un nemico invincibile
nessuno ha mai visto il visitatore
ma il mattino se ne vedevano le tracce.
Quando il Natale era Natale
si cantava scendi dalle stelle
in coro
e ancora si fa.
Quando il Natale era Natale
una cometa viaggiava brillando
e diffondeva la sua luce.


E ancora brilla per chi la guarda
e per chi non la guarda.

*

Amore

Tienimi nascosto

coprimi

come una coperta tra due sedie

al centro della stanza.

Sarà il centro di ogni cosa

così che il luogo dove sto oggi sia ogni cosa

Amore sia ogni cosa.

E portami

oltre la fine delle cose.

*

Oltre

Lì il tempo era uno sconosciuto.
Sì, il sole s' alzava, ogni mattina
e entrava la luce con l' aprirsi delle persiane.
Sono sicuro anche che brillasse la luna in cielo
la notte, là fuori.
E sotto la luna stavano i sogni
liberi, tra gli alberi,
lì una coperta non bastava a proteggerli
e l' alba arrivava sempre
in quei freddi giorni d' estate.
Lì dentro devi chiudere gli occhi
per vedere le rose impazzare di gioia al sole.

*

Scegli con cura il dono

Si avvicinano le ricorrenze
come appuntamenti prefissati.
Che siano di gioia, o dolore, o dolciore
arrivano sempre.
Prima ancora arriva la scelta del dono
sceglilo con cura,
è facile la scelta se ne conosci i gusti
per i vivi è facile anche la consegna, all' indirizzo conosciuto
ed è facile immaginare la meraviglia negli occhi del destinatario.

 

Per chi non c'è devi aver più cura
spegni la tv e stai in ascolto
troverai quello giusto.

 

Per chi non c'è alcuni pensano sia impossibile la consegna
altri pensano sia impossibile che non sia possibile
e vedono la meraviglia.

*

Notturno

Ta Da!

magia magia magia

questa cuffia fa duemila watt

al grande concerto della meraviglia

e la poltroncina è un cavallo di legno alato.

Mi piace la notte

le ore si allungano incantate,

c'è un alberello nell' angolo

lancia raggi di luce lampeggiante

rossa, verde, blu

e stelle ottiche tremolanti.

A che età si smette di essere bimbi?

Son così lontano dalle sue ali adesso

nello specchio non si vede

non si vede il bimbo che guardava le stesse luci.

Accoccolato e desiderante.

Ma un regalo lo vorrei lo stesso,

che non costi nulla,

un sogno..

sognarla così forte che riesca a sentirmi

devo dirle che non c'è giorno senza lei

e di perdonarmi per i giorni senza me.

 

 

 

 

 

 

 

*

La bellezza lacerante

Guardale i seni
lucidi e scolpiti.
I fianchi
fissati in plastica posa.
Potresti dire che erano già nel marmo
da dove sono usciti,
o per un pittore
ce n' erano tracce invisibili sulla tela.
Ma la bellezza è un' idea,
magnifica e vera,
la copia è bellezza dolorosa
e lacerante.
Tanto che la prenderesti a martellate sui ginocchi perchè non parla.

*

Troppo umano

Come posso scriver poesie
se la poesia è amor divino
e crea la realtà.
A me piace questa
e l' amore umano
i seni di una donna
i fianchi
percorrerli col pensiero e con le mani.
Adagiarmi al suo calore,
tra le lenzuola.

Seguire ogni sentiero fino a trovare l' ingresso

e andare ad abitarci.
Mi piace questo quotidiano umanissimo amore.

*

Le stesse parole

Me ne andrò di qui un giorno,
pensavo quando il freddo gelava la paraffina
e l' aria del mattino sapeva di gasolio e etere per motori.


Ci sarà pure un luogo migliore
una terra da conquistare
un chiosco alle hawaii su una calda spiaggia
o una baita in montagna nell' aria pura.

 

Ma sono ancora qui
perchè è qui quel luogo
qui abitano le cose desiderate
e le vedi nello stupore di due occhi incantati nell' arcobaleno
da qui parte il sentiero per arrivare ai narcisi
e qui è l' incanto di una bimba in canto
qui il rosso è dolce e caldo e potente
qui porto sogni e desideri in tasca
e i fior di luna crescono sui palchi.

 

Da qui si vede il cielo,

e ci sono panchine confortevoli lungo il sentiero.

Qui si ama, si desidera e si spera.

 

Penso ancora me ne andrò di qui un giorno
le parole sono le stesse
vanno solo reinterpretate.

*

Una lacrima sul viso

Qui, nel relax del vapore caldo di quest' acqua

appoggio le dita sugli occhi e premo,

per restare un po' al buio

a immaginare di sfuggire alle beghe di questo mondo.

Lo faccio spesso, roba da uomini duri eh..

Quasi subito il buio si riempie di puntini colorati

come i chiodini dei giochi dei bimbi

e danzano, in movimento casuale.

Oh, non c' è nessuna magia

non so la spiegazione scientifica

ma non c' è nessuna magia.

Ed ecco un albero, una casetta, un sole in cielo che si fa subito un viso.

C'è una lacrima sotto l'occhio

o credo ci sia perchè me l' hanno fatto notare

e mi piace, non è un' imperfezione dello sviluppo fotografico.

Premo,

la lacrima s' espande, si fa rossa,

piena di puntini in corsa,

la prima competizione per la vita.

Dura pochissimo, un lampo e torna il buio,

la lacrima ora è l' acqua dove sto

al buio, in silenzioso ascolto di un battito di cuore.

Lo so che è registrato in memoria

ma non ricordo l' indirizzo

e poi ho questo fischio a tremila hertz

che confonde il silenzio.

L' acqua s' è fatta fredda,

sollevo un po' le dita,

del buio resta solo un alone giallo,

al centro

che si allarga

mentre torna la vista.

Poi le nuvole.

*

Fottila

Fottila la poesia

anzi mandala a farsi fottere,

come bestia inginocchiata.

Vai a pesca oggi

o al bosco, a cercare il muschio per i ciclamini

o semplicemente sta a guardare le nuvole

senza voler dargli un nome.

Fottila,

che lei non ci pensa due volte a fottere te,

come una fiera accovacciata,

magari in un guizzo negli occhi di una trota

la trota appesa all'amo che lei ti fa sentire in gola

o nel cespuglio di margherite al bosco

attraverso il quale si mostra.

Nuda.

O proprio mentre guardi le nuvole,

in un nome che passa veloce.

Vedi?

Sei fottuto.

*

All’una e trentacinque

Con in tasca

la speranza di un sogno

Si cede al sonno

 

*

Ricordi misti

Quando la penso, un po' più forte del solito
cercando di costruire un ricordo
lei arriva sempre,
come a dire lo so, sono qui, bravo.
Come quando da piccolo volevo una grattachecca
e subito si sentiva il suono delle ruote del carrettino del ghiaccio sul pavè.
Si poteva grattarne un poco
da mescolare con zucchero e limone
finchè era bello grosso.
Ma questo probabilmente non è vero
chissà quante volte non è arrivato
lasciando un desiderio.
Che i ricordi cambiano
e ci si illude siano veri.
Che mio padre non ha mai alzato le mani
ricordo solo una sculacciata a mio fratello
per un capriccio.


E probabilmente lui ricorda quelle a me.
E probabilmente lei arriva per caso.
E probabilmente neanche per me.

*

Altrove

Mi son alzato..
E già cantavano
mi son vestito..
Non puoi fumare a teatro
ma c' erano canzoni ed allegria
Dopo un pò sparì il confine tra il palco e la platea
per un paio d' ore sparirono tutti i confini
e tutti gli affanni.

*

Inciampato in un dolore

Era bello
giovane e forte
quello che a Milano dicono un drago
saltava dai balconi per un paio di belle tette
e un sorriso d' amor sincero.


E nessun rimpianto quando smise,
quando i capelli imbiancarono.


Poteva ancora far correre locomotive
sui binari della fantasia
farle fumare sotto una galleria
fermarle al semaforo e farle fischiare forte alla ripartenza.


Per il sorriso di un figlio,
mentre la figlia stava a guardare.
Lei stava sempre solo a guardare.


Nessuno sa perchè smise anche questo
se n' è andato, dicono,
ma devi avere un posto da dove partire per poter andare
qui non c' era più niente
nè albe nè tramonti
l' ieri era un dolore dietro il quale sorridere oggi
domani uguale all' oggi
due occhi sorridenti solo lo specchio della consapevolezza di quello che nessuno vorrebbe essere.


Così scavalcò l' ultimo balcone
inciampato, dicono,
inciampato in un dolore che posso solo minimamente credere d' immaginare,

perchè il mio "si è fermato a un passo". 

 

 

 

                                                           '' Che il dolore può essere portato dentro

                                                                                   intatto e inoffensivo, come un proiettile

                                                                             come un proiettile, che si è fermato accanto al cuore ''

                                                                                                   (cit. Luigi Cappello)

                                                                                                      

*

Lune gemelle

In cima a una collina
si stagliano su uno sfondo rosso rosso
sul sentiero per salirci non ha ancora fatto neve
qualche ciuffo d' erba resiste al freddo
e brilla alla luce della luna.


Gli alberi ai lati mormorano anche in assenza di vento
e il sentiero prende i colori dell' arcobaleno
anche in assenza del sole.


Lì a volte un angelo attraversa il rosso
accende qualche stella qua è là
e poi ci si adagia sopra, mi chiama

senza voce.

Da un pò non viene.


Lo so, è un sogno
ma è solo lì che l' ho visto

e lì tornerà a chiamarmi come prima.

*

Della morte

La prima volta che ho visto la morte

aveva il viso di nonna

e non ho avuto paura a baciarla

e accarezzarle la mano.

Fredda

nonna non era mai stata così fredda

non era lì dentro.

E' rimasta la morte

e riempiva tutta la stanza,

voleva intristirci tutti

e ci stava riuscendo bene.

Nonna invece era fuggita prima

era una dura lei.

*

Liberi i pensieri

Vanno liberi i pensieri
fin dove l'acqua è solo un suono nel buio
oltre i vetri
e le rocce bianche di luna sopra sembrano caderci dentro
da un momento all' altro.


Veloci
un attimo dopo il buio imbianca di neve
il suono zittisce
e cadono sulla neve
lasciando impronte di scarpine inadatte
punta e tacco
come i passi di un Merlo.


E non importa da dove li guardo nel loro andare
ripartono
se ne fregano che sia un tormento
passano e ripassano da altri vetri
dove il buio fuori fa paura
ma la luce dentro non è da meno.


Io glie lo dico, non di lì
lasciatemi in pace
ho già aspettato tanto
ai due lati del vetro.


Ma non importa da dove gli parlo,
sono con loro
come una cosa sola.

*

Consistenza

Non ci sono più quei seni alti e sodi
testimoni di tante battaglie senza vincitori,
quelle cosce bianche e tornite con incastri perfetti,
spazi per appostamenti prima della battaglia.
Ma io li ricordo
ed erano per me
non importa se ora sono quel sole rosso all' orizzonte
che non si vede ma incendia il cielo
e sostiene nuvole pesanti.
non importa se ora hanno un' altra consistenza.
La stessa del sogno.

*

Sono qui

Sono qui, ora
e ci sono già stato,
seduto sotto l' albero d'infanzia.

 

In mezzo alla radura. (o forse è un palco)

 

Sono qui per farmi vedere in fondo,
e gli alberi di fronte sono avvolti nella nebbia
si vedono appena
c'è silenzio, e attesa
come se da quegli alberi dovesse uscire lei,
da un momento all' altro,
la tigre dai denti a sciabola che m' ha ferito un giorno
e ancora ne porto i segni.

 

Gli alberi ondeggiano
che siano loro in attesa di un suono?
Del primo accordo?.

 

E allora eccolo.
Entrerà in loro come un vento
e danzeranno
e canteranno le foglie
e si colorerà la nebbia.

 

Poi, qui, tornerà quel vento
ad accarezzarmi le foglie.

*

No name

Non so chi fosse

è arrivata stanotte, in sogno

da dietro

e tirava forte per la cintura.

Alla vita.

È arrivata mentre ero preso nelle mie faccende..

Un bullone da tirare..

un filo da collegare..

il nome da dare a una variabile che ne ricordi il senso.

Si faceva sempre più vicina

si sentiva dal calore alle spalle.

Pensandoci bene non c' era nessuna cintura

quindi mi voltai, per offrire altri appigli

svanì, sciolta in me

o viceversa

o semplicemente non c' era nulla.

o c' ero io ma non solo io.

Resta un nome da assegnare a una variabile

che ne ricordi il senso.

*

Sospesa

Sospesa,
in un passato che non passa mai,
al centro delle cose.

 

C'è,
ho visto il suo corpo.

 

C'è,
nel sole che si alza e abbassa,
ogni giorno.

 

C'è,
nelle nuvole che a volte lo coprono,
e poi piove.

 

C'è,
quando la penso,
e ne ho bisogno,
come un piccolissimo figlio.

 

C'è
quando non viene,
quando non la sento
preso tra mura insonorizzate.

 

C'è e manca.

 

Ma quello che manca di più sono le rughe che non ho visto.

*

Vuoto

È successo qualcosa

ormai non ha più importanza cosa

nemmeno ricorda cosa.

Però è successo qualcosa

e lì qualcosa è nato

ed altro è morto.

Come a un bivio, allo zero atmosferico,

si prosegue per la strada protetta

sotto una campana in plexliglass

e piu si avanza più si alza il vuoto.

 

Ma forse l' altro non è morto

è solo sull' altra strada, che corre parallela.

 

Non puoi tornare, la strada è lunga, lo zero lontano.

 

Vedi l' albero fra le strade?

Estende le radici sotto tutte e due le strade

se ne può sentire l' odore passando per un bosco.

 

Intanto il vuoto sale, 

devi solo proseguire

trattieni il fiato

a 999 la cupola fletterà

a999.7 inizieranno a formarsi crepe

a 999.99 cederà.

 

Inondandoti dell' altro.

 

 

 

*

Eterna vie en rose

Vedi il disegno che fanno le radici?

S'estendono, da un' origine

fino a una nipotina

che canterà una vie en rose

senza spartito..

A memoria.

E oltre.

*

Giorgio, riproposta (definitiva)

Giorgio ha perso.
Le eroine vincono sempre,
hanno poteri molto forti, ti trovano ovunque
ti fregano comunque.
Lui ci ha provato, un giorno, a scordarla,
ma quella stradina buia, dietro il cimitero, non era abbastanza lontana.
La paura di non riuscire era forte
così comprò un pò di coraggio.

 

Quando lei lo trovò c' erano solo le stelle
alte in cielo..
Quando lei lo trovò c' erano solo le stelle
alte in cielo..
(who lights the stars in the nights?).


Fu così in un caldo accecante
che lei spense tutte le stelle.
Ma non fu nulla di eroico,
Giorgio ormai non aveva difese
E lei non era proprio Eroina
Ma Bastarda e Puttana.

 

Quando lei lo trovò c' erano solo le stelle
alte in cielo..
Quando lei lo trovò c' erano solo le stelle
alte in cielo..
(who lights the stars in the nights?).

*

Viaggio

C'è un posto, lungo la ciclabile, dove non sono mai stato
e nemmeno conosco qualcuno che ci sia stato.
Anche se lo conoscono tutti, per sentito dire.
Così oggi mi metto in viaggio,
non per cercarlo, se c'è qualcosa de vedere si mostrerà.


Forse sarà un' auto rossa, sbucando improvvisa da destra a portarmici,
o uno stupore improvviso,
un' assenza di suoni nell' aria,
nessun riso di bimbo,
nessun rumore di cascate.
Un' assenza dei colori dell' arcobaleno per gli spruzzi d' acqua.

 

Vorrei ci sia una donna lì
la immagino già,
Ferma nel tempo a sessant' anni,
mentre io li ho passati già da un pò.
Ferma sulle rive di un lago
dove si specchia lei e il cielo, insieme,
col suo sorriso e il suo vestito azzurro.


Vorrei mi prendesse il capo tra le mani,
come faceva un tempo,
per lenire un dolore, un tormento, o solo per stanchezza.


Vorrei lo poggiasse poi sulle ginocchia

nella penombra
e mi lasciasse riposare.

 

Un giorno lo troverò quel posto
e la troverò,
ci volessero altri sessant' anni.

 

Non ho fretta.

*

L’ odore della musica

Hai mai sentito l' odore delle valvole calde e rosse?

Non lo puoi descrivere.

Nessun odore puoi descrivere.

Se si potesse, ti direi che per me è l' odore della musica.

Mentre per te è odore di vetro rovente

rame e zoccoli di bachelite caldi

misto a legno caldo e pelle.

 

E è rosso. E dolce.

 

Sa di mia madre, nei pisolini pomeridiani di bimbo.

 

Quando mi stringevo al suo corpo.

 

*

Foglie morte

E' caduta una foglia qui davanti
s'è staccata dal ramo ed è andata ad aggiungersi alle altre,
a terra, leggera.
Proprio mentre stavo guardando.


Forse se la porterà il vento, stanotte
o il camion della pulizia strade, domattina.


Se tu passassi di qui domani,

a giorno fatto,

potresti dire che non è caduta una foglia.


Ma io l' ho vista cadere dondolando
e anche se sarà in un altro luogo è ancora qui.


Perchè è qui ogni altrove immaginato.

*

Incontro, una notte al bosco

C' era solo la luna sveglia quella notte,
e io.
Tutti dormivano.


Illuminava l' aria

e i pulviscoli di neve brillavano  freddissimi e pungenti tra gli alberi,
creavano una nebbia bianca sulla stradina sterrata per la polveriera,
proprio in mezzo al bosco.


Non c'era un suono, solo freddo e male alle dita per il fucile gelato.
Ma bisognava stare all' erta, per un improbabile chi va là,
mancava ancora qualche ora per andare a riscaldarsi.

 

E' apparso all' improvviso
da destra, grande, fiero, spezzando un ramo,

così l' ho visto.
Dev' essermi fuggito di bocca lo stupore e lui ha visto me,
s' è fermato,
è indietreggiato un passo per rimandare il suo cerbiatto nel bosco,
ma lui no.


Lui è rimasto a guardarmi,
e io a guardare lui.

Ero armato, lui doveva conoscere i fucili ma non se ne andava
/non aver paura/pensavo,  e intanto non so cosa pensasse lui
il silenzio sembrava più fondo e il tempo era l' eternità,
poi ha traversato con calma la stradina col suo cerbiatto e è sparito nel bosco.


Verso chissà dove.

 

All' orologio mancava ancora qualche ora per andare a riscaldarsi.

 

*

Let the children dance

 

Da questo palco si vede la felicità danzare,

come non ci fosse domani.

Da questo palco si danza con lei,

come non ci fosse domani.

 

*

Alibi

Sono quello che ho intorno
non chiamarmi poeta
sono quello che c'è stato, c'è e ci sarà
non chiamarmi musico o altro.


Se vado così spesso alle rive di un lago
è perchè lì sono l' aria che ci scivola sopra
l' acqua calma e profonda.


Sono la funicolare che sale a Brunate
e all' arrivo non so che anno è
nè quanti ne ho
sono il bimbo sperduto, in fuga,
col motorino nero troppo grande.


Sono quello con l' arco e le frecce, a caccia di ragni,
che, attenta!, qui ce ne sono molti.
Sono il ragazzo che guarda le nuvole dall' alto..
le mani sporche di grasso di catena.
Sono un suono di armonica e fili d'erba tra i narcisi.


Intanto c'è mamma che prepara il pic-nic,
e sorride.


Non mi manca nulla lì
ci sono tutti
tutto quello che ho avuto, che ho, e che verrà.
Oh, lo so che la sera si torna a casa
ma io lì lo scrivo, tra i narcisi.


Lo scrivessi a casa, la sera,
fingerei quel sorriso di mamma,
fingerei di non avere mancanze.

*

Non per forza angeli

Perchè per forza angeli?

Fossero anche due lupi

a venirmi a cercare un giorno,

due lupi Selvatici

a pelo nero come i Merlo

li seguirei.

Oltre le margherite,

e i ciclamini

fino alla cima,

alla radura oltre il bosco,

dove nascono i narcisi.

E sarò narciso,

non dovessi farcela sarò ciclamino.

Anche margherita va bene.

*

Mentre il fumo danza

Saremo ancora sorpresi

lo so

da questa vita che scorre

e troveremo un guado, un ponte, un lampo

per traversare la notte.

Filtrerà luce tra le tende

a illuminare la stanza.

Mentre il fumo danza.

*

Stagioni fatate

Forse sono passate / le stagioni fatate

e non ci ho fatto caso.

E ancora credo per me / e non solo per me

che verranno domani.

Un elettrico argento / m'ha portato sul lago

in questo vagabondare.

Non è il nostro lo so / però qui si veniva

anche solo a guardare.

oltre la fine del lago / le cime dei monti

e l'azzurro del cielo.

Qui c'è ancora il tuo cuore / i tuoi sogni

e li vedo brillare.

Sotto un tiepido sole preautunnale / li vedo brillare

Sono qui / sulle rive del lago

e mi sembro un coglione

un sognatore acchiappanuvole

con la mia lattina di tè al limone

Sono qui / sulle rive del lago

sono venuto a cantare

Farà neve lo so / e anche presto

e sarà ancora più bello

quando si farà attorno al lago

come un anello.

 

Sono qui sulle rive del lago..

tra le mani soltanto un panino..

Ne vuoi un pochino?

*

Giorgio (definitiva) »
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*

Luogo d’ anime

Sono qui,
steso al suolo sotto questi alberi
da qui si può vedere il cielo,
il cielo che entra attraverso i rami
fino agli occhi.
E penso, questo è il posto dove sto.

 

Eppure, da qui, a volte riesco a vedere le cime degli alberi
e attraversarle come il cielo entrato agli occhi
e vedermi al suolo, steso.

 

Ci dev' essere un altro luogo
chi sa dove
in continua espansione sopra tutta la vita
e da dove mi guardo.

 

Da lì posso vedere anche un ragazzo
seduto alla fontana col fucile a terra
o una donna e una carrozzina, in riva al lago
posso vedermi nella tormenta dalla quale ho temuto di non uscire.


Lì non c'è il tempo.

 

Se guardo bene poi
tutta la vita è piena di incroci
con altre vite
e più le conosci o le hai conosciute più si espande in esse,

come gocce di inchiostro solubile in acqua.


Allora una goccia va a colorare una bambina d' azzurro
un' altra una donna di rosso
o una nonna di nero,
una corsia d' ospedale di grigio,
come il giardino che si vede alla finestra.


Da lì tutte le altre vite agli incroci possono vedere la mia.

Non è solo questione di ricordi.
C'è quel luogo pieno di gente.
Non sono angeli, sono solo anime.

In espansione verso domani.

*

Breve breve

E l' aria si riempì di schizzi

blu elettrico

e rosa mutevole al cobalto.

Vibrava.

E c'era un gran caldo luminoso,

e nient' altro.

Nemmeno tu.

Perchè eri me.

*

la vie en emeraude

(rubando 14610 fili di bisso smeraldino ad Amina.. sarò perdonato?)

 

Ci son stati giorni rossi

e neri

e giorni di una splendenza infinita.

 

E ancora ci sono.

 

Tutti legati da 14610 fili smeraldini invisibili agli occhi.

Anche il lago oggi dev' essere di un bel colore smeraldo

nonostante qui piova

e non è tempo di bagnarsi.

 

Tornerà il sole

donando altri fili d'oro

con cui cucire altri giorni per raggiungerlo.

 

*

Innamorato

Dici di sì?

Dico di no.

 

Perchè dicono non sia questo scorrere veloce

questo riempir del sangue le vene e i corpi,

O almeno questo non basta.

 

E nemmeno questo pensarti sempre

come un' ossessione.. appunto

Questo trovarti, in ogni luogo dove non sei

senza cercarti.

O accostarti il passo di nascosto.

 

Non è neanche questo portare  nelle tasche quello che non sei.

 

Forse è che un giorno sono arrivato a un luogo dove non eri

neanche cercando

e la paura era forte

perchè improvvisamente non c' era più altro luogo dove andare

e lì non c'era nulla.

Neanche gli angeli ad ascoltare.

 

Ma non ne sono sicuro.

 

*

Nella

Lo so, non é il vero nome
ma non ricordo il suo
e Nella è il più bel nome al mondo.

 

Era la mascotte della tana dei lupi
in quel di Ugovizza.
Non s'è mai trovato da dove entrasse,
forse scavalcava il muro
in qualche punto senza filo spinato
ma non c'era nessun punto senza filo spinato.

 

La trovavi sdraiata sui bordi della grande fontana
la notte,
al centro del cortile,
in realtà non ricordo se fosse davvero una fontana
vedi come il tempo inventa i ricordi?
ma ci si poteva sedere attorno.

Era un grande pastore di chissà che razza
(inventerei anche quella)
alpina, come noi, bianca, come la neve, di pelo folto.

 

Ti guardava passeggiare
avanti e indietro
mentre stavi all' erta per chissà quale nemico.
Un metro era la distanza minima consentita
oltre s' alzava, e si spostava un metro più in là.


Le notti a Ugovizza sanno cos'è il freddo
l'aria e le stelle sanno farlo dimenticare
le stesse stelle però sanno anche mostrarti un lago in un angolo di cielo sgombro.

 

Lei lo sapeva,
credo leggesse nel pensiero,
se ti sedevi al bordo della fontana

il fucile a terra
e scordando un attimo il nemico e il freddo
preso nelle onde del lago
lei arrivava
e appoggiava il muso sulle ginocchia
per una carezza.


E c'era un gran silenzio di pace nel cuore

come in riva a un lago di notte.

*

Così si va

È così che si va

si svolta per strade nuove

perchè nelle altre sai che non c' era.

In cerca, curiosi

si guarda tutto quello che c'è da guardare

riscaldati dal sole

o sorpresi da un acquazzone improvviso

tra una salita e una discesa.

Si va e si cerca

e non si sa se la rivedrai

forse domani,

svoltando a destra dove oggi sei andato a sinistra.

Forse passerà un giorno

un mese

o un anno

Forse passerà la vita

per trovare una panchina assolata per sempre

allora la vedrai.

 

*

Dove nasce la gioia

Perchè avrà pure una fonte
un luogo dove se ne sta
in attesa di esser vista.
Forse una nota
strappata con forza
ruvida
che mandi le valvole in saturazione
e riempia l' aria
riecheggiando
in un delay
se pur digitale.


O forse una poesia
o una sola parola di quella poesia
che colpisca la corda giusta
saturando un sentimento
e riecheggi per giorni
anni.


O un colore?
un accostamento tra forme e colori
che si imprima nella retina
che non se ne va chiudendo gli occhi.


O tutte tre insieme
una danza colorata
che satura gli occhi
e le orecchie
e i sentimenti.


O forse semplicemente sei tu.

*

Il vento

Eppure qualcosa abbiamo disimparato imparando.

Il vento che senti sul viso correndo

in moto o in bici è solo aria

dentro cui ti muovi.

Poi arriva il nipotino

e ti dice che invece è perchè sta correndo come il vento.

E il Vento è un compagno con cui correre.

E gli dici sì. E' così.

 

*

Calma

Questa dove sto è una panchina in pietra

Sta tra due alberi, due tigli credo,

proprio qui di fronte un cigno si liscia le piume

steso, sull' erba,

sulle rive di un laghetto davanti al bosco di bambù.

C'è anche un cespuglio di rose più in là

e qualche pino, che allunga la punta nel bianco delle nuvole.

C'è calma.. se non ti volti.

Perchè dietro c'è i Tigli, reparto del policlinico

e altri reparti tutto attorno.

Qui si scende con la scusa di fumare

per non guardare il tizio col tubetto dello zucchero liquido in piena vena

Per tirarlo fuori dalla tana di Bianca Neve.

*

Un ricordo

Questo è un ricordo.
Una principessa,
tutte le altre bimbe, come ancelle stavano attorno
in cerchio, di spalle,
non vedessero mai le signorine della colonia quel bacio innocente di bimbo.

 

Era pomeriggio, un caldo pomeriggio d' estate, nelle ore del riposo
scordai per un pò la casa lontana e il lento passare del tempo.
C' era solo una fiaba, e la meraviglia questo era,
una fiaba e una principessa
e anche la colonia sembrava bella, come un castello.

 

Svanì veloce, il pomeriggio dopo esattamente, quando scelse un altro bimbo.
Che facciano così le principesse?
Per non invecchiare?

Come le muse?
Per restare vive e giovani nel ricordo?
Perchè è questo che è rimasta
un' eterna bimba vestita di meraviglia.

 

Chissà dov'è oggi
se ha resistito al passare degli anni
se è ancora quell' eterna bimba
o se è come la vedo oggi, in sogno,
una donna svestita di meraviglia
nel riquadro di una finestra sul mare
danzare nel sole di un pomeriggio estivo.


Ma questo è un ricordo ancora da creare.

*

Implosioni

Vedi come bolle l' acqua?

Ti chiedessi di immergere le mani non lo faresti di sicuro.

Eppure è fredda, più di quando ha iniziato a "bollire".

Difficile agli occhi percepire la differenza tra implodere e esplodere.

Più difficile la fiducia.

*

L’ odore della carta

Getta quel libro, è odore della carta.
Il libro appena preso nelle mani,

quel libro di cui stiamo imparando il funzionamento,
attraverso cui stiamo prendendo coscienza dei processi della macchina alfabetica,
quel libro deve essere gettato via,
perché non è altro che "odore della carta".


(Mario Benedetti)

 

 

Ho un libro nelle borse della bici.
Mai finito.
Sta lì per le soste sulle rive di qualche lago
o per una panchina in mezzo al bosco
attorno allo stagno degli alberi bisbiglianti.
L' intenzione almeno è quella
ma quando sono alla riva mi perdo nel brillare delle onde
nel profumo dell' albero sotto cui sto
nell' odore dell' acqua, dell' aria o del legno della panchina.
La voce del lago riempie l' aria.
Lo stesso al bosco,
nei giorni di sole l' aria sa di resina e eriche calde
gli alberi bisbigliano piano per non disturbare il concerto dei suoni del bosco.
Non c'è lo stesso concerto ogni giorno, non ti puoi annoiare.
Non così dopo un temporale
che ti sorprende improvviso.
Gli alberi allora bisbigliano forte e la musica cambia
L' aria si fa elettrica
sa di muschio, e di funghi,
di attesa che gli uccelli tornino a cantare.

Il libro intanto s' è inzuppato un po'
l' odore della carta bagnata è forte ma asciugherà.
Lì dentro ci sono altri profumi e brillii e orizzonti altrettanto belli.
Anche se gli occhi è carta che vedono, e inchiostro,
e i sensi sono i miei profumi, brillii e orizzonti che sentono.

 

(Anche la frase di Benedetti però sta scritta in un libro eh..)

*

Se tu sapessi

Sapessi come sei cambiata

non dico lì, dove sei ora

che non so più

ma qui dentro, dove non sei

dove t' ho inventato

in mille diverse.

 

E' vero,

su mille una sarà vera.

Ma non so qual'è.

*

L’ ora più dolce

C'è un' ora,

quando il sole sta per scendere oltre i monti

in cui il lago s' indora, e si calma.

L' acqua si ferma e i cigni hanno già fatto l' ultimo volo.

È lì che manca

e non è solo nostalgia

o tutte quelle balle sull' età.

È che gli anni senza sono sempre di più

è che non ricordo la voce,

la voce che cantava sulle rive di quel lago.

Per questo ci vado spesso

finchè un giorno la risentirò

chiamare il mio nome.

 

*

Solo segnali elettrici

Da queste alture si vede il lago,

e decido che è bello.

E poi si vede tutto questo verde macchiato di rosso, e di bianco

l' arancione dei tetti e il verderame della cupola.

E decido che è bello.

Il sole è alto e luminoso

se lo guardi, accecante, come non potesse brillare di più.

Scalda la pelle

e il suo brillio colpisce gli occhi.

E decido che è bello.

L' aria sa di fiori, di erica calda e di alberi.

E decido che è bello.

 

Penso che potrei istruirci un Arduino

attrezzarlo con fotocamera, per i colori

con fotoresistenze, per la luce

un "naso" elettronico, per l' aria

un sensore di temperatura, per il calore del sole.

 

Certo dovrei dichiarare nel programma che più i colori sono vivi e ben combinati più è bello

che oltre una certa soglia di luce il sole splende e che questo è bello

che se gli idrocarburi sono bassi e l' ossigeno a un buon livello l' aria è pulita, e questo è bello

che oltre i 37 gradi comincia a far davvero caldo.

 

Poi la penserebbe come me, certo, e come chi mi ha programmato.

 

Allora penso di togliere la parte decisionale

e lasciarlo lì, con i sensi accesi

con le tensioni che variano agli ingressi

i dati accumulati nelle variabile

e le fotoresistenze a fondo scala per troppa luce.

A non decider niente

Penserebbe che quella è la libertà?

 

Almeno fino a esaurimento delle batterie

e interruzione dei sensi

nè colori nè tensioni.

 

Buio elettrico.

 

 

 

*

Giorgio . (rivista)

Rivista e riadattata per essere "musicata"

Work in progress.

 

 

Giorgio ha perso.
Le eroine vincono sempre,
hanno poteri molto forti, ti trovano ovunque
Lui ci ha provato, un giorno, a scordarla,
ma quella stradina buia dietro il cimitero non era abbastanza.
La paura di non riuscire era forte
così comprò un pò di coraggio.
Quando lei lo trovò c' erano solo le stelle
alte in cielo..
(who lights the star at nights?)
e vinse senza difficoltà.
Fu così in un caldo accecante
che lei spense tutte le stelle.
Ma non fu nulla di eroico,
Giorgio ormai non aveva difese
E lei non era proprio Eroina
Ma Bastarda e Puttana.

*

Sogno in Rem (video)

 

 

Sogno, in Rem
F.Bonvini-A.Madaschi

 

Rem Do   Rem Do


Ricordo ancora - i seni tuoi                        Rem
danzare nel mio sogno.                              Do
E allora aspetto un po’ - nel sonno poi      Rem
mi aggrapperò a quel sogno.                      Do
E allora sarò lì - sui seni tuoi                      Mim
alleggerendo il peso                                    Fa
ma qualcosa poi non va                              Lam Re
qualcosa sempre sta in sospeso.                  Lam Re Re4


Al risveglio ricorderò                                  Do – Mim – Fa - Sol
soltanto fumo in questo sogno                   Do – Mim – Fa - Sol
e come sempre - poi scorderò                     Do – Mim – Fa - Sol
che niente danza in questo sogno                Do – Mim – Fa - Sol
che niente danza in questo sogno.               Do – Mim – Fa - Sol

                                                                    Do – Mim – Fa - Sol     


E allora dimmi tu - come si sta                    Fa Sol
con questo peso sopra il petto                     Fa Sol
E allora dimmi tu - se ero là                         Fa Sol
o se era solo un’illusione.                             Fa Sol

 

                                                                     Fa Sol - Fa Sol
                                                                    Do – Mim – Fa – Sol

 

Ma niente ha un senso - io lo so                   Lam Re
e a ricordarti continuerò.                              Lam Re - Rem

*

Occhi

Li ho intravisti un giorno

guardando i miei occhi nei suoi.

Erano come un brillio lontano sul lago.

E ora son qui.

Negli occhi dei nipotini.

 

*

Ho visto i margini della pioggia

Ho visto i margini della pioggia

fermo ai bordi della strada

in un pomeriggio d' agosto

sul sellino della moto.

Dapprima fu un suono

poi, voltandosi, la vista.

Avanzava veloce.

Non servì accendere il motore

nè accordarlo allo stesso suono

fuggendo in direzione opposta all' avanzare.

Anzi fu la parte più pericolosa

attraversare l' incrocio

e lo stop

in incosciente velocità.

Mi prese, e non mi fece nulla

se non rinfrescare un pomeriggio torrido.

Ho visto i margini della pioggia

e non ne ho più paura.

 

*

Giorgio

Giorgio ha perso.

Le eroine vincono sempre,

hanno poteri molto forti, ti trovano ovunque

Lui ci ha provato, un giorno, a scordarla,

ma quella stradina buia dietro il cimitero non era abbastanza.

La paura di non riuscire era forte

così comprò un pò di coraggio.

Quando lei lo trovò c' erano solo le stelle

alte in cielo..

(who lights the star at nights?)

e vinse senza difficoltà.

Fu così in un caldo accecante

che lei spense tutte le stelle.

Ma non fu nulla di eroico,

Giorgio ormai non aveva difese

E lei non era proprio Eroina

Ma Bastarda e Puttana.

 

 

 

*

Così saresti

Con i capelli ancora neri

che l' Ada è davvero brava a far le tinte

e poi è simpatica, dovresti farci un pensierino.

Poi, con la bici, prenderemmo quella strada a destra

che le altre son già percorse

e gli occhi devono brillare sempre del nuovo.

Avresti le tue scarpine di vernice

che non sai se troverai la neve ma sono così belle.

Ci fermeremmo un pò alle margherite

perchè è li che hai visto papà suonare i fili d' erba.

(Lo so che erano le puntine di uno spinterogeno,

ma anche il suono sorridente di un motore può essere bellissimo.

Per questo forse ti piaceva il suono della mia moto,

con l' espansione accordata in re,

e alzavi la gonna per salirci a cavalcioni

che tanto lascia che guardino, a guardarla mica si rovina)

 

Torneremmo a casa, dopo aver salutati i gatti,

a mangiarci un' anguria intera.

A te non farà male.

*

Una giornata al lago

Da questa panchina il lago sembra più azzurro

e anche l' aria è più leggera e fresca.

E' un po' più lontana delle altre

partendo dalla piazza

ma è l' unica con lo schienale orientabile

così ti puoi sedere guardando il lago, o la strada

che una volta non c' erano tutte queste macchine

e anche la strada aveva il suo fascino.

Qualche Guzzi col volano luccicante

una Topolino

o festose ragazze in bicicletta erano un' attrazione.

 

Scelgo sempre questa, anche se sempre orientata al lago,

è qui che arrivi, ti appoggi alla balaustra e guardi  il lago

e la fontana là in fondo getta spruzzi altissimi

ti passi una mano tra i capelli e sorridi

e io ci metto sempre un po' a capire che non sei tu.

 

Allora provo a orientare lo schienale verso la strada

chissà, forse ti vedrò prima

arrivare in bicicletta nel tuo solito abito  leggero.

E infatti arrivi, pedalando piano

con lo stesso sorriso di prima

e io ci metto sempre un po' di più a capire che non sei tu.

 

La ragazza guarda sempre il lago

e la fontana

e la rotaia che sale a Brunate tagliando il monte

e si volta

e mi vede

e resta a guardare un po'

come se ci volesse un po' a capire che non sono io.

 

Andrò più avanti, più tardi, verso la stazione

e prenderemo il treno per casa

guarderemo dai finestrini tutte queste case passare

e i prati

e gli alberi

e il sole calare, senza fretta

perchè ci vuole un po' a capire che in fondo eri proprio tu

che ho visto guardare il lago e pedalare con la gonna svolazzante

se abiti ancora così forte i pensieri

accompagnandomi a casa

e che non c'è una vita sola.

*

Sfioritura

Al bosco, oggi, l'albero dove ti ho nascosto ha messo nuove gemme.

Fa troppo caldo per andarci e per questa età

ma lo so.

Le gemme han messo fiori, di pensiero,

arrivano fin qui, a riempire l' aria e le tasche.

Domani farà ancora caldo, troppo,

e non ci andrò

potrebbero essere sfioriti.

*

Sotto le non curanti nuvole (F.Bonvini/A.Madaschi) »
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*

sogno sconclusionato in Re-m

Ricordo ancora - i seni tuoi
danzare nel mio sogno.
E allora aspetto un pò - nel sonno poi
mi aggrapperò a quel sogno.

 

E allora sarò lì - sui seni tuoi
alleggerendo il peso
ma qualcosa poi non va
qualcosa sempre sta in sospeso.

 

Al risveglio ricorderò
soltanto fumo in questo sogno
e come sempre - poi scorderò
che niente danza in questo sogno.

 

E allora dimmi tu - come si sta
con questo peso sopra il petto
E allora dimmi tu - se ero là
o se era solo un illusione.

 

Ma niente ha un senso - io lo so
e a ricordarti continuerò.

*

Oltre questo mare

E si continua a navigare

sotto le tempeste

o il solleone

perfino nei giorni di nebbia

con le stelle nascoste alla vista

quando non si vede l' orizzonte

e sai che c'è solo acqua all' orizzonte.

Si naviga a memoria

e non sarà il canto delle sirene che ci ferma

si continua a navigare

sempre

e nessuna spiaggia oltre questo mare.

*

Lei è sempre bella

Lei è sempre bella

from once upon a time to today

le basta un velo d' olio rosso

leggero

per nascondere le rughe

e canta

e io sono tutte le mie età contemporaneamente

quando sto con lei

 

 

*

Dream, my little girl

Non sarà sempre così

tu ti alzi sulle incerte gambe e ti lanci

io apro le braccia e ti prendo.

Non deve essere sempre così

ogni volta un po' più lontano,

questo è il gioco

e qualche caduta è da mettere in conto,

niente paura,

così quando sarò troppo lontano andrai sicura su gambe forti.

 

E sogna,

sogna sempre braccia altrettanto sicure come approdo.

Poi,

con le tue gambe forti,

portami al lago quando vuoi,

quello dove ti porterò a sentire il suono che fanno le onde sulla riva

o quello della breva tra le foglie degli alberi

così che tu possa riconoscerlo passando,

perchè ogni albero ha la sua voce,

e li ritrovare quelle braccia sicure come un rifugio.

 

*

Sogni irriconoscibili

Proprio non riusciva ad amarla.
Aveva sognato per lei i sogni più belli,
aveva immaginato il futuro.
Ma proprio non riusciva ad amarla.
Anche se i sogni non smettono,
e tornano feroci la notte
mostrando un viso felice e sereno
che non riconosce.
Proprio non riusciva ad amarla.
Ed è per questo che l' amava
più di chiunque altro.
Perchè lei era suo figlio.
E adesso ha un viso felice e sereno.

*

White Hachab

Lo so, dicono sia affogato Achab
trascinato sul fondo dalla sua ossessione più profonda
ma si sa, gli scrittori s' inventano le storie più fantastiche.


Potrebbe essere stato ingoiato
una volta sott' acqua
e col suo arpione aperto una strada verso il culo della balena
e da lì uscito, a riveder la luce.

 

Oggi sarebbe imbiancato
al contrario della sua balena
che invece ha assunto un bel colore bluaceo raggrinzendo.


Se ne starebbe sul pontile
a guardare il mare
a mattina tarda eh
perchè non ha nessuna voglia di alzarsi alle quattro e venti
e andare in cerca della balenottera ormai raggrinzita
nè di spararsi un selfie con l' arpione
a riprova dei fatti.


Che poi il telefono l' ha buttato tra le onde
perchè in realtà non ne aveva bisogno.
Gran sentimento il non bisogno,
innovativo e liberatorio.


Proprio come uscire dal culo della balena.

*

Con noncuranza

Se nevigliasse al sole luccicando
appena fuori dal tempo ordinario
allora i pesci sotto il loro pelo
guarderebbero il sole
raffreddarsi e raggrinzire.

 

Con noncuranza.

 

Intanto lei dall' altra parte
dello specchio appena sopra il pelo
si prepara per la notte navigando onde
al ritmo dei colpi sulla riva
verso il mattino.

 

Con noncuranza.

 

Ma quando la notte arrivò davvero
i pesci da sotto il loro pelo
videro il cielo cambiar di stato
e naviganti stelle
sulle loro rotte.

 

Con noncuranza.

 

Lei invece non se ne accorse nemmeno
e navigava al ritmo delle onde
seguendo stelle e pesci sulle stesse piste
stupefacenti e stellari
fin dove non fa mattino.

 

Con noncuranza.

 

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                            Versione 2

 

Se nevigliasse al sole luccicando
appena fuori dal tempo ordinario
allora i pesci sotto il loro pelo
guarderebbero il sole
raffreddarsi e raggrinzire.

 

Mentre con noncuranza vanno le nuvole.

 

Intanto lei dall' altra parte
dello specchio appena sopra il pelo
si prepara per la notte navigando onde
al ritmo dei colpi sulla riva
verso il mattino.

 

Con noncuranza delle stesse nuvole.

 

Ma quando la notte arrivò davvero
i pesci da sotto il loro pelo
videro il cielo cambiar di stato
e naviganti stelle
sulle loro rotte.

 

Tra le noncuranti nuvole.

 

Lei invece non se ne accorse nemmeno
e navigava al ritmo delle onde
seguendo stelle e pesci sulle stesse piste
stupefacenti e stellari
fin dove non fa mattino.

 

Dove con noncuranza vanno a finire le nuvole.

*

Pelle sottile

La ragazza aveva la pelle sottile

tanto che ci passavano i dolori attraverso

la sua mano sbucò lenta, e timida

attenta a schivare gli intoppi

cercando un appiglio

sull' autobus che ci portava a scuola.

 

Così la presi

per accompagnarla alla sbarra,

le urla furono alte

riprenderla e accarezzarla servì solo ad aumentarle.

 

Non c'era nulla da fare

 

Come non c' era nulla da fare quando quel tizio continuava a chiedermi, con gentilezza estrema, 

la via per la toilette

chè gli doleva il basso ventre, diceva

sfregando e battendole sul petto

e doveva andare di corpo, diceva

sfregando e ribattendole sul petto

in continuazione,

battendo e ribattendo

e che così gli sarebbe passato.

 

E io pensavo

ma perchè non mi chiedi dov' è il cesso

che devo andare a cagare.

E forse pensai a voce troppo alta.

 

 

Se la fece addosso piuttosto.

 

Intanto la ragazza urla ancora se la tocchi.

Dalle finestre intanto si vede la schiena di una Madonnina.

*

Questa non è una poesia

Quando iniziò la musica lei era lì

alla festa di Maria Ausiliatrice,

ce l' hanno portata

stava immobile a fissare il cielo

dalla sua sedia spaziale.

Solo un leggero sorriso sulle labbra.

Pareva neanche sentisse

Solo un leggero movimento del piede.

A tempo.

Fino alla fine della musica.

*

Giorni a favore

Ci sono giorni in cui è come fosse qui davanti,
al davanzale, luminosa e sorridente.
Eccheppalle, sempre sorridente.. non sarà una paresi? Direte.
Va bè.. non sempre ma alcuni giorni sono favorevoli
in quei giorni che l' aria è chiara e profumata
e dalla Madonnina si possono vedere le cime dei monti
e dalle cime dei monti la Madonnina.

 

Allora la vedo

come da un prato di trifogli sotto a quella finestra.

Le persiane sono aperte,

e le tapparelle alzate

lei sta a guardare il cielo con le sue nuvole

e gode del sole e dei canti che riempono l' aria.

Dietro la stanza è scura, non se ne vede l' interno

Per questo a volte mi ci trovo lì, all' interno

prima che si alzino le tapparelle,

la luce che entra a quadrettini

le disegna una scacchiera sul corpo,

e sui seni, ponendo due pedine in piena luce.

È sempre lei che vedo, da dietro,

guardare al cielo

cercando nelle nuvole un segno

godendo del sole, dei canti

o dell' aria smossa dal volo di un pettirosso

che muove le tende e le accarezza i fianchi.

Nudi.

Oltre il sole è forte

ed esco, attraversandola

e per un attimo mi vedo, da dentro lei,

là fuori su un campo di trifogli

guardare al cielo

cercando un segno nei nostri occhi.

*

Al museo dei ricordi inventati(4)

L' ho incontrata da ragazzino
la mia zingara,
appoggiata al muro.
m' innamorò il sorriso
e l' abito rosso a voulant bianchi.
Tra le mani poi, sempre un mazzo di rose,
rosse.

 

Sarei andato con lei ovunque
quando strizzava l' occhio
e mi diceva con parole mute sta tranquillo
non è lunga la strada di casa.

Sarei rimasto con lei per sempre
a farmi vegliare sulle rive dell' olona,
tra le sue braccia,
che quando ne avevo bisogno,
davvero bisogno,
scendeva dalla cornice,
e si sdraiava acconto a me abbracciandomi,
così, d' incanto, spariva il blu elettrico dei lampi
e il rumore dell' Olona,
i dolori si diluivano piano nel sonno .
E nel sonno faceva le magie più belle.

 

Ma ero solo un bimbo
mia madre mi rivoleva indietro.

 

L' ho rincontrata da uomo

se bastasse il passar del tempo a fare un uomo.
Stesso sorriso, così dolce,
il tempo non l' ha cambiato.
Stesso abito rosso, vaporoso
e fiori
tra le mani e nei capelli.

 

Mi riinnamorò degli stessi incanti.

 

L' avrei seguita ancora,
mamma m' ha lasciato andare da tanto...
sarei rimasto con lei per sempre
se non fosse stato un figlio a rivolermi indietro
o una donna da amare
e bimbi da coccolare.
Così' ho lasciata passare.

 

La incontro ancora a volte
ogni volta lo stesso sogno
lo stesso incanto
e ogni volta ,in sogno,
lascia profumate gocce di rosso Parigino.

 

 

*

Pura aria

Questo è:

Aria che mi avvolge leggera

calda dello stesso sole

piena di molecole volatili

e volatili canti.

 

Polveri,

ancora cercando

ostinatamente

nelle nuvole un segno.

*

L’ anima

Tu credi sia tua, l' anima,
che abiti il tuo corpo.

 

Invece è fuori,
nella mente di una ragazza
che fece oplà un giorno e un bacio
un salto e una giravolta.

 

Poi tutti giù per terra.

 

Oppure al bosco,
che cerca una radura
e un' angolo d' azzurro
in cui aprire le ali al volo.

 

Poi tutti giù per terra.

 

Se ne sta dietro ai vetri a volte
bagnati di pioggia
osserva gli alberi curvarsi al vento
per un bacio.

 

Poi sempre giù per terra.

 

Perchè non gli importa del tempo
o di quanti anni hai dietro quella finestra
Puoi averne tredici o diciannove
quaranta o sessantaquattro.

 

Come quegli alberi
che si baciano
lucidi nella pioggia
nulla sapendo della loro età.

 

Si nasconde tra le righe l' anima
ma se qualcuno crede di vederla, -lì-

tu dì che non è vero

non sbaglierai.

 

Perchè è la verità.
Lei è già altrove.

*

Il primo amore

Mamma.

 

Lo doveva fare.

Ha lanciato la sua monetina

ed è rimasta sospesa in aria.

 

Al posto del sole.

Che pure oggi splende.

*

nessun dolore

Non c'è nessun luogo dove ci si può incontrare

lo so

per questo, se resiste il sole  domani ci andrò.

e starò lì,

ad aspettare un non incontro.

Con fiducia.

E anche domani passerà.

 

*

Haiga

Vedi la cura?

Si fanno grandicelle

le tortorelle

 

*

Poesie

Capita di svegliarsi contento

se non proprio felice,

contento.

Fuori s'è già alzato il sole

e gli alberi sono carichi di verde

e altri colori.

Dalla finestra entra l' aria del mattino

il profumo del sole

e le tortorelle crescono

sul davanzale.

I vasi al balcone son tutti fioriti e riscaldati dalla luce

si andrà alle prove a pomeriggio.

 

Poi leggi una poesia..

e va tutto affanculo.

 

Perchè lei non c'è

e adesso piove

e i pensieri che le mandi chissà se arrivano.

*

Al museo dei ricordi inventati (3)

Stavo a un metro da terra

tra due mani forti.

 

E non volevo sentire.

 

Quelle mani non mi hanno più lasciato.

Solo quando si sono dissolte

coi suoi capelli di neve

ho capito.

 

Neanche io le avevo mai lasciate.

*

Al museo dei ricordi inventati (2)

Era sempre sorridente
nel suo abito rosso a voulant bianchi,
da zingara.

Tra le mani sempre un mazzo di rose,
rosse.


Pareva sorridere di più se la guardavo,
a volte strizzava l' occhio
diceva con parole mute di star tranquillo
che non era lunga la strada per casa.


La notte però era lei a guardare
mi guardava dormire sulle rive dell' olona,
vegliava,
e se ne avevo bisogno,
davvero bisogno,
scendeva,

si sdraiava acconto a me abbracciandomi,
nel blu elettrico dei lampi del filobus.


Io lo sapevo
anche a occhi chiusi, senza vederla, lo sapevo.
Si sentiva l' odore dell' aria ionizzata
e poi
non posso scordare l' odore della pelle.
Odore di colori ad olio secchi.

Nè il sorriso.

Era così dolce.

E anche oggi non è cambiato.

 

*

Al museo dei ricordi inventati

Quando lei aprì le cosce
il mondo sparì d' improvviso

stupefatto, nella sua ferita.
Restò solo quell' attimo
spalancato
feroce e dolce,
di una lacerante bellezza.

*

Acrobazie sotto la gonna

Aprì la gonna all' improvviso,

sotto un enorme cannone sparò una donna in cielo

e c' erano cammelli, elefanti e giocolieri.

 

Un mangia fuoco sputava fiamme sul pubblico,

ai bordi della gonna.

Nell' aria volteggiavano acrobati e note..

 

Lei, la proprietaria della gonna, era alta fino al cielo

con gli occhi chiusi ondeggiava la testa tra le nuvole.

Nelle mani inzuppava biscotti nella tazza del tè.

 

Fuori dalla gonna un carrettino vendeva gelati.

Ma sotto, sotto c'era un mondo.

 

*

Concerto

Il ragazzo s'è alzato presto

eccitato

ha un concerto stasera

c'è da preparare luci

e suoni,

curare i dettagli.

Che tutto sia perfetto

come sempre..

 

Il vecchio che era guarda

dal fondo del teatro

il lavoro fatto.

 

Sudato e soddisfatto.

Solo le dita un pò legate e ruvide.

Pensa che dovrebbe aspettare a uscire

in quell' aria fredda,

e dovrebbe farsi un pisolino a pomeriggio,

il sonno alla sua età può far brutti scherzi.

 

 

*

tanka

Leslie che gira

oggi come allora

E l' aria vibra

 

Sui palchi assolati

non c'è l'inverno

 

*

logica digitale

In attesa.

Nel loop.

Finchè{

(sull' ingresso digitale1 non c'è un bacio

&

sull' ingresso digitale2 non c'è una carezza)}

ha per effetto che basta una carezza a terminare il loop,

o un bacio.

 

In attesa.

Nel loop.

Finchè{

(sull' ingresso digitale1 non c'è un bacio

oppure

sull' ingresso digitale2 non c'è una carezza)}

ha per effetto che serve un bacio e una carezza per uscire dal loop.

*

Haiku

Rosa sanguigna

non sei solo miraggio

Lungo il cammino

*

Haiga - (la forza sia con te) -

 

Prende il volo
un seme di soffione
Fragile forza

 

*

Così si vive

Così si vive
battendo i piedi
a tempo
tra l' inizio di un concerto
e la danza finale.
Sbagliando i passi si vive
accarezzando i fantasmi si vive
ricordando i narcisi si vive
salendo ai narcisi si vive.
A passi lenti
cercando l' ultima perla
per quel portagioie di legno ruvido
come un plettro scarteggiato ai bordi
che strappa ruvide note.


Senza mai alzarne il coperchio.
Per scoprire che è pieno di perle.

*

Haiga

 

Volano pesci
La bimba è stupita
Loro danzano

 

*

Al Desirè

Spesso ti incontro al Desirè
un locale immerso nelle nebbie
nei vicoli più interni della città.

Io arrivo dal lago e tu non so
spunti tra le nebbie e spalanchi un sorriso,
un posto caldo dove i pensieri prendono vita.

E tu li accogli, i pensieri,
li tieni un attimo tra le mani, e brillano,
Entriamo, e l' attimo s' allunga quanto la notte
al Desirè

Fino al risveglio.
Ma il sogno resiste, palpabile, tra le mani,
come un duro pensiero.

*

Haiku (sulla colma)

Nell' aria fredda
Il glicine al sole
spande profumi

 

*

Haiku (embrujo)

Campo di fiori
Una panchina sola
fa nostalgia

 

*

Senza lei.

                                    "Se vai dal pensiero, porta il cuore con te. Se vai dall’amore, porta la testa con te.

                                           Vuoto è l’amore senza il pensiero, vuoto il pensiero senza l’amore" (Jung)

 

Sono io che penso.
Non sono questi giorni di primavera
di sole e natura deflagrante
di colori accesi e profumi intensi far splendere il pensiero.
Sono sempre io che penso.


Così come d' inverno, alla brughiera
con gli alberi che sfumano tra il biancore della neve e il cielo.
Sono sempre io che penso.

 

E' la notte che splendono
nelle notti senza stagioni
quando ogni rumore tace
e, pensandole, le cose del mondo sono qua,
in mano.

La lampada led sulla scrivania trasforma le volute di fumo in pensieri solidi.

 

Ma sono ancora io che penso
non l' anima o altro
csono sempre io he penso, mi riconosco.

 

E così appare il suo corpo
sempre più denso,
salgo tra le ginocchia,e le coscie,
dal pube ai seni poi la via è breve
il volto sempre più sfumato.

 

Poi appoggio la testa alla fessura
da dove viene la vita
e dove la vita va e viene
e vengo.


Senza lei. Per lei. Con lei.

*

M’hanno regalato un sogno

M' hanno regalato un sogno stanotte.
Stavo sulle cime dei miei monti
tra i narcisi e i mughetti
ma non c' ero...
ero il vento che accarezzava i narcisi
e puntava verso il bosco
per andare a cercare i ciclamini.

 

Ed erano così belli i ciclamini
e il vento così carico di profumi e colori
che si fermò a baciarli
e così forte il desiderio di averne uno
che all' improvviso il vento mise braccia di bimbo
e ne colse uno.
Il più bello.

*

Haiku (ovetto)

 

È un bel giorno
Sempre vince la vita
se c'è amore

 

*

Non come specchio

Di fronte sì
ma alla scoperta
al grande gioco delle differenze
maschio, femmina
alzo la destra, alzi la sinistra
tu una stanza da abitare, io la chiave
se rido, ridi
ma se sono felice, tu non so
anche se ridi
e se mi pizzico, non so se senti male
anche se anche tu ti pizzichi
e se non guardo, chissà se ci sei
Eppure a volte ci prendiamo per mano

*

Haiku

Ecco un pesco
Sento mamma cantare
la vie en rose

 

*

Lo Sgnago

Sgnagola lo sgnago
se lo allocchi sbregola via di lato
arpigno.
E' volputo lo sgnago
se lo spini s' alterca
e a volte checchistera.
Ma se lo allecchi
sdolcina tutto
e fa:
siocchino!

*

Haiku

Un solo suono
tra alba e tramonto
Passa veloce

 

 

 

(qual' è il suono di una chitarra senza corde?)

*

Da qui

Certo è bello guardare il lago da una panchina sulla riva
guardare all' orizzonte il cielo cambiare colore
e la luna salire a far brillare le onde

mentre il silenzio sale.
Oppure passeggiare per le vie del centro
coi passi che risuonano sull' acciottolato
portandomi per mano nei sotterranei del mercato coperto
o in quell' angolo buio che frenava la curiosità.
O ancora in quel parco della madonnina
prendermi per mano per andare a guardarla in faccia.

 

Ma è da qui
da questa poltroncina dondolante
come fosse in una sala prove insonorizzata
al centro del silenzio fuori
e tremila watt dentro che vibrano le ossa.
E' da qui che da quella riva salpano vascelli
e le stelle nascono dall' acqua per specchiarsi in cielo.
E' da qui che i sotterranei sono pieni di luce
e sempre da qui le madonnine sorridono.

 

 

E' da qui che mi addormento ogni sera
sui seni di Erato
rannicchiato sul suo pube in fiore.
E' da qui che si invertono le cose
il silenzio entra in quella sala
e tutta la musica esce fuori
Qui ci si addormenta senza distanze tra le stelle.

*

Verso sera

S' alza il desiderio a sera.
vibra come un theremin nell' aria.


Sarà quel lembo di pelle,
immaginato tra le pieghe della vestaglia,
sarà quel luogo che m'hai costruito in petto
abusiva e desiderata,
sarà che in quel luogo ci hai fatto il nido
rametto dopo rametto,
sarà che i rametti han messo bianche radici
e non c'è modo di estirparle,
sarà che le radici crescono
assieme al desiderio,
sarà che m'è caro questo tormento
dolce e eterno
che non muore mai
e io non muoio, con lui.

*

Haiga

*

Gioie e dolori (Tanka)

 

Strada facendo
Una spina di rosa
mi ha fermato


Al ritorno le rose
colorano la via

 

 

*

Giù, dall’ altro versante(rivista e riproposta)

C'è una vetta, ai confini di questo mondo.
Troppo distante, e poca la voglia di andarci.
A primavera neanche si vede
forse per l'altezza che la pone oltre l' orizzonte ottico.
O forse perchè presi a costruire altri mondi colorati
mondi dove i fantasmi e i mostri fanno sì paura
ma basta una scatola mangiapaura per vincerla.


La scorgi in estate la cima a volte,
brillare al sole,
o tra lampi e nuvole nere.
In autunno, da qui, si vede bene.
Alta.
Innevata se vuoi il bianco
ondeggiante di grano se vuoi l' oro.

 

Caricherò le batterie un giorno,
oltre la capacità nominale
e magari monterò un motore da 2000 Watt,
per fare la strada più leggera.
Un panino e una bottiglietta di chinotto nelle borse,
più un sacco di bigliettini, e nomi, e immagini.
E una chitarra, rossa.

 

Ci sarà un lago in cima,
con riflesso il verde dei monti
e brillerà al sole.
Troppo? No..
Ci saranno ragazze al bagno, motoscafi, gommoni in planata e vele alla breva.
Ci starò finchè farà inverno, e la neve nasconderà la via del ritorno.
Poi giù!
In picchiata dall' altro versante verso nuove terre e nuovi soli.
So com'è..
è come quando esci da un bosco, su una strada mai vista, e sei felice.
Lascerò in cima il panino e la bottiglietta di chinotto, su una panchina,
per i viandanti.


Getterò la chitarra indietro, a valle
qualcuno ne avrà bisogno.

*

Fiore di primavera

Mandami un fiore a primavera
non importa che sia il più bello.
Non contarne i petali o le spine,
un fiore di pensiero.
Manda un fiore non colto
col suo ciuffo d' erba
luccicante di rugiada al sole
e che profumi di caldo buono.
Manda un fiore

che cancelli tutti quelli immaginati.

*

Vita

So di un albero

che ha radici nell' infinito del tempo

e rami che sfiorano il cielo

e non smettono di crescere

Mai

 

Esposto al vento e alle intemperie

agita le radici a volte

se incurato

e la terra trema tutta

fin nel profondo.

 

 

Ma quando il sole filtra tra i rami

e filtra se l' amore è forte

l' aria si fa leggera

le fronde suonano la musica che vuoi

Steso alla sua ombra c'è tutto quello che ti serve.

 

È tutto quello che gli serve

per crescere ancora

 

*

Due Haiku

Sfiorata rosa
caduta sul terreno
Ciclo vitale

---------------------------------

Violata rosa
caduta sul terreno
Combino guai

(pensiero prima della scrittura)

 

*

Haiku (sfiorito)

Rossa ciliegia

bimba del mio bimbo

Sfiorisce il ramo

*

Haiku (silenzioso)

sta sulle cime
lo zafferano alpino
Plana un falchetto

 

*

Haiku (a sera)

Dolce la Breva

traversa le foschie

Una preghiera

 

*

Haiku (in polvere)

Senza barriere

polvere di farfalla

Esce al sole

*

Haiku

Siamo tornati

davanti al capanno

Le margherite

 

margherite

*

Se fossi stata più dolce

Se tu fossi stata più dolce

e anch'io

probabilmente sarebbe stato migliore

un amore perfetto e bello.

 

Ma mai bello come il tuo

*

Fermo immagine

Non darmi il per sempre dei grandi amori
viaggianti nel tempo e infiniti.
Dammi l' adesso
in un fermo immagine
un quanto eri bella,
fissato su tela trasparente
e portalo in un oggi.
In un quanto sei bella.

*

pensieri

Non c'è stagione

nei pensieri notturni

nasco ogni sera

*

Sul pendio

Nascono sempre

Macchie bianche nel verde

Piccole girasoli

*

valvole

In filamenti

Rossa e incandescente

suona la luce

*

Idrovolanti

A volte penso che non stai bene qui dentro

perchè mi duole il petto

come volessi aprirci uno spiraglio

e andar per campi, a margherite

o per cieli in mongolfiera

come quando guardavi gli idrovolanti al lago.

 

Allora sto immobile

a vedere che succede

e visto che non succede mai nulla esco.

 

Ti porto per campi, a margherite

per sentieri conosciuti

arriviamo fino al lago.

A guardare gli idrovolanti.

 

 

 

*

Vorrei essere tuo padre

Vorrei essere tuo padre

non solo perchè figlie non ne ho avute

ma perchè dev' essere bello imparare a crescerti felice.

Perchè dev' essere bello ascoltare i tuoi desideri

quando inizierai a parlare

e non averne paura se non sono come i miei.

Per avere paura invece

quando uscirai la sera

e non parlerai dei tuoi amori

di qualunque genere.

Ma quando inizierai a parlare

mi chiamerai nonno

e sarò solo l' arco

che ha lanciato la freccia

che arrivando alle stelle

t' ha generato.

 

*

Come un bimbo

Vorrei essere un bimbo oggi

per amare la donna più importante

di un amore che non ferisce

per essere amato dello stesso amore

senza sapere cosa sia l' amore

per essere amato dell' amore che mi ha lasciato libero

dell' amore nell' ultimo pensiero quando è dovuta andare

dell' amore che non è morto 

quando è dovuta andare.

*

Stasera al ballo

Ho più degli anni tuoi

.. e sto raggiungendo babbo ..

che per te il tempo s' è fermato.

Non sarà una di quelle balere sul lago

dove mi seguivate per un ballo

e dove c' era sempre un ballo.

Ma ci sarà ancora un ballo per voi.

Sulle mie corde.

E uno per me

sulle tue scarpine.

E più di un piccolo zorro.

*

Minuscole scintillano

Sui ciclamini

un arco di nuvole

cade in gocce.

*

Profumo d’ amore

Sa di sonno

agitato e accalorato.

Sa di tienimi in braccio

con un bacino sulla fronte

non mi farà male niente.

*

Al laghetto

(1)

Foglie a terra.

 

Al capanno delle margherite

il canneto canta

 

(2)

 

Foglie a terra

al capanno delle margherite.

 

Il canneto canta

 

*

Voglio un paradiso tormentato

Voglio un paradiso tormentato

un paradiso da dove Adamo sia stato cacciato.

E Lilith si sia trovata una compagna

per ripopolar la terra.

*

Respiro

C'è un corpo caldo nel letto

proprio qui a fianco

Invita ad accarezzarlo,

a accordarsi al suo calore

Così la mano sale, dal polpaccio alla curva dei glutei

dove un tempo si sarebbe fermata.

Oggi continua, timorosa e leggera

salendo fino al costato

a cercare un piccolo rassicurante movimento.

Poi il sonno arriva tranquillo.

 

*

Tra mente e sogno

E' il luogo degli esseri liberi
stanno lì, tra mente e corpo,
tra mente e sogno.


Non conoscono pianto
o gioia
nè peccato
o purezza.


Fatti d' amore
abitano oltre la superficie nella quale ti specchi.

*

L’ ultima ombra

L' ultima ombra è quella che fa sparire ogni cosa

sedie e tavoli, perfino gli amici a fianco

resiste per un pò qualche volto d' assenza

tra i fumi dello spirito di vino.

 

Poi ti svegli la mattina dopo

in cella di rigore.

Non berrai più.

*

Il silenzio

Il silenzio non è un foglio di carta bianco,
un foglio su cui sistemare parole
con fastidioso sfoggio di capacità linguistiche.
E non è nemmeno uno spartito vuoto
in attesa di note e virtuosismi
da scrivere con precisione matematica.
E' pietra
pietra viva
o legno.
Devi procedere per sottrazione,
con fatica
creare un' ombra qui
mettere in luce là
finchè resta un desiderio
un triste e nudo desiderio appagato.
Irreale e silenzioso.

*

Quando stringi al cuore

Con parole leggere

potrei dire che si stringe il cuore a guardare tanta bellezza

e s'accende un sentimento poetico e carnale.

Con parole più faticose

dico che non posso lasciar stringere il cuore

perchè dentro ci sei tu.

E ti resterebbe poco spazio.

Ma tu stringi e imprigioni.

*

Incontriamoci all’ iper

La strada per l' iper è la prima a sinistra
quella passata ormai da trecento metri.
Ma non importa, puoi fare inversione
alla prossima rotonda, vicinissima
se intanto non avessi imboccato il ponte sulla superstrada.
Non resta che percorrerlo fino a un' altra rotonda in fondo alla discesa.
Arrivato lì, ricorda, non imboccare la superstrada
riprendi il ponte e attraversalo,
da lì, ricorda, è la seconda a destra
poi sempre dritto fino all' iper.. o era il mattino?
Lo riconosci dalle grandi insegne sulla facciata.


Ecco, potremmo incontrarci lì un giorno, amore,
senza riconoscerti.

E' questa la vera paura.

*

Ricordi

Capita di scordare cosa c' era per cena ieri sera
e pensandoci venga in mente il ruvido sulla lingua dello zucchero sul ciuccio
o il sapore del medicinale amarissimo
sciolto in un cucchiaino di zucchero
e un fiume di altri ricordi probabilmente inventati.
Ninne nanne
passeggiate in riva al lago
una culla ai piedi del letto.
Chissà poi cosa c' era per cena ieri sera.

*

Di speranze morremo

Di speranze morremo
di attese che consumano la vita.
Perchè questo ci chiede
d' esser consumata
fino alla fine
che non è invano.


Così spero in altri vent' anni, almeno
di scorribande sulle vie d' acqua
in attesa di vedere i nipotini innamorati
nei loro vent' anni.

*

Oro

Tutta una vita

così simili all' oro

ora oro vero

*

Sceglili in un giorno splendente

Sceglili in un giorno splendente i pensieri
quando le imposte sono aperte
quando l' aria della stanza prende il colore del sole
quando i pensieri possono entrare
e vederti seduta, sul letto
a immaginare i fiori
i giochi sull' erba, i boschi,
mentre guardi la città.

 

E passando vien da dire ma che bel viso hai
che poi è solo un modo per sapere come stai.

 

Sceglili bene
e lasciali lì
per quando le imposte faranno da scudo.

 

Forse rilasceranno un pò di quella luce.

*

Lei guarderà tutto questo fiorire e sarà felice (2 in 1)

Eppure era vero.
Dopo la chiamata
la corsa in auto
e quella per le scale
la camera era vuota
lì non c'eri.


Il poco calore rimasto
convertito in gelo.
Solo un' infermiera
a indicare il sentiero
di là,
attraversando i dormienti
giù fino ai sotterranei.


Ma neanche lì c'eri
sotto il lenzuolo bianco
solo un corpo nudo.
T'ho toccato la fronte
nessuna traccia del calore antico.


Il resto, il giorno dopo,
chiuso in scatola
con un attrezzo ronzante insopportabile.
Sentirlo ti fu risparmiato.

 

Ma torneranno le foglie sugli alberi,
dopo che il vento che fa i capelli bianchi le ha strappate
d' un colpo, piegando gli alberi a terra
che per rialzarsi le hanno lasciate andare.


Forse non domani ma torneranno,
giovani e verdi spunteranno improvvise,
e gli uccellini torneranno a farci il nido e a cantare.
Oscureranno il sottobosco
dove nascono i bucaneve
e poi le gialle primule
e tutti gli altri fiori.


Anche gli alberi fioriranno
e le api inizieranno il loro lavoro
per addolcire il sonno ai bimbi.
E il cielo sarà azzurro.

 

Lei guarderà tutto questo fiorire e sarà felice.

*

Il makita è buono a montar cucine

Eppure era vero

Dopo la chiamata

la corsa in auto

e quella per le scale

la camera era vuota

lì non c'eri.

Il poco calore rimasto

convertito in gelo.

Solo un' infermiera

a indicare il sentiero

di là,

attraversando i dormienti

giù fino ai sotterranei.

Ma neanche lì c'eri

sotto il lenzuolo bianco

un corpo nudo.

T'ho toccato la fronte

nessuna traccia del calore antico.

Il resto, il giorno dopo,

chiuso in scatola

con un attrezzo ronzante insopportabile.

Sentirlo ti fu risparmiato

ma dovrebbero vietarlo.

*

A nord di dove sto

A nord di dove sto
lungo le mura poche panchine
pochi alberi su cui non crescono più i licheni
e asfalto.


Più in là il parcheggio è solo assenza
assenza del boschetto che si faceva selva inesplorata
dove si andava a costruir sentieri
verso l' albero da fumare, coi suoi rametti cavi
o a caccia di ragni,

ne avevi tanta paura da stringermi
o ancora a infilarsi la mano nelle mutande
per scoprire l' effetto che fa.

 

Eri così bella, la prima bellezza, l' unica.

 

Non mancavano gli indiani..
il grande edificio dietro il parcheggio nasconde il campo che era,
la segheria di via Paal,
le scalate con incosciente disattenzione alle enormi cataste
e il proteggerle dai loro assalti.

 

Più in giù il lago era il sogno da navigare.
E casa era il luogo sicuro.

 

Oggi è tutto più a nord
sempre più a nord
dove sto andando,
verso casa,
dove niente potrà più bruciare questo cuore
perchè diverrà cenere.

*

Danza alla luna

Era diventato troppo impegnativo
troppo dispendioso
altri interessi in gioco.
Appenderlo al chiodo sarebbe servito solo ai ricordi.
Così ho fatto il pieno
50 ml di alcool e olio di ricino
tanti bastano a portarlo in spirali sempre più strette verso il cielo.
Lassù 10 cc di muscoli bastano a puntare il muso verso la luna
ed eccolo lì
contro la faccia della luna, in verticale con le ali aperte
a danzare al ritmo del motore e del timone.
50 ml però non durano molto
e la gravità riporta il muso a terra
in picchiata
a motore spento
sempre più veloce.
Ho spento la radio
e le luci
per non vederlo
e ho aspettato lo schianto.

*

L’ anima

Stava sospesa
confusa
nell' abitacolo
pieno di fumo di sigarette
che tanto non avrebbe aggiunto alcun male.
Non diceva di primavere
nè di inverni.
Non parlava di gioie
o dolori
mentre la pregavo di lasciarmi dormire
che ero stanco.
Ma lei non t'ascolta.
E così
eccomi ancora qui.

*

Torneranno le foglie sugli alberi

Torneranno le foglie sugli alberi,
dopo che il vento che fa i capelli bianchi le ha strappate
d' un colpo, piegando gli alberi a terra
che per rialzarsi le hanno lasciate andare.


Giovani e verdi spunteranno improvvise,
gli uccellini torneranno a farci il nido e a cantare.
Oscureranno il sottobosco
dove nascono i bucaneve
e poi le gialle primule
e tutti gli altri fiori.


Anche gli alberi fioriranno
e le api inizieranno il loro lavoro
per addolcire il sonno ai bimbi.
E il cielo sarà azzurro.


Lei guarderà tutto questo fiorire e sarà felice.
Fino al prossimo colpo di vento.

*

Lei sorride per me

Lei sorride per me

ovunque sia.

So com' è il suo sorriso

e per questo lo so immaginare.

La vedo sorridere mentre mi guarda

proprio me, con la nipotina in volo sopra la testa.

La vedo sorridere sentendo la sua risata

dopo un naso naso.

Qualcuno dirà che non è possibile,

che sia proprio da ovunque

da così molto lontano non si può nè vedere nè sentire.

Intanto lei ne ride

e sorride nel mio cuore.

 

*

Oltre il muro

L' ho girata.
Non è per i seni che si intravedono
nitidi e sodi
sotto la vestaglietta
nè per le curve dei fianchi
per i quali la stessa vestaglietta a nulla serve.
Men che meno per l' inguine
nè per i sentieri boschivi da percorrere fino ad arrivarci.
E' la cornice insopportabile,
come una prigione.
Così l' ho girata al muro.
Chissà se è passata oltre.

 

Comprerò una scala.
Da dietro poi ,libera, dev' essere anche meglio.

*

Pudica

Sembra dica don't touch me-
se l' accarezzi si ritrae e chiude le foglie-
anche se l' annaffi-
ma si ricorda dell' acqua
e dopo un pò non si ritrae.--
Alle carezze invece non si abitua mai--
forse aspetta una mano d' angelo.

*

Spiraglio

S'è aperto ieri,
uno strappo nella penombra
ne è entrata luce.. o usciva?
e una figura.


Un volto amato da sempre
e il calore di tanti ricordi e sogni custoditi e persi.


Fotse è sempre stato aperto
e  è solo cambiata la luce
mentre nessuno s' accorgeva che passavo, lei, sdraiata, leggeva.

Non busserò, è così felice..

e infastidita potrebbe richiudere.
Non è la solita porta dove busso ogni giorno, da lì nessun segnale.

 

Ma il calore è uguale e antico.

*

Il dolore va rinfrescato va

Sono qui al chiosco delle caramelle

lungo le mura

dove mi dicevi , inascoltata

non allontanarti, stammi vicino.

Ora so com' era

ora sono io a tornare a casa solo

e stavolta non tornerai a riprendermi.

*

Ricetta della felicità

Guarda chi ami amare
innamorarsi di tutto.
Guardala splendere
è questo che vuole.
Ama quello che vede
anche quando non ti vede.

*

Nascosta tra i fiori

Eccola là
proprio in mezzo al campo.
E' un campo di margherite che vedo
minuscoli puntini bianchi nel verde
Lei è nata lì
tra le farfalle e le api che le fanno visita
e il vento la fa danzare.

 

E' proprio identica a tutte le altre
però ha un pensiero e queste parole.

 

*

Vedrai

Vedrai

niente più pollo frullato e tiepido

niente più carne macinata finissima

che ormai rifiuti.

Vedrai

Là è pieno di ciotole di croccantini da sgranocchiare ancora.

Ti ci accompagnerò.

 

 

*

Il sogno della musa

Adesso lo so

non era te che guardavo

credendo fosse sogno

era il tuo sogno.

Che io non ho sogni così belli.

Credere che fosse mio non è bastato.

*

Anima rock

Lei mica si ciuccia il pollice eh..
quella è roba da musica leggera.
Lei ti dice che sta bene tra le tue braccia
alzando il pollice, l' indice e il mignolo
per poi succhiarsi il medio e l' anulare
prima di abbandonarsi ai sogni.
E regalarteli.

 

*

Mai nati

Stanno sospesi
e la superficie del lago, sotto, brilla
parlano con voce di vento
o ticchettio d' acqua sull' acqua.
Sono desideri in attesa di un desiderio.

Nasceranno

*

Verso il cielo

Se guardi


c' è una vasca giù al parco nord
accanto all' albero dei nomi.
ora è gelata ma l' aqua scorre sotto
cade nel laghetto sottostante
con suono di angeli che saltano nelle pozzanghere.


Se non guardi


l' albero si fa il nome scritto
prende l' acqua con le radici
e la porta al cielo
la senti scorrere
con suono di angeli che saltano nelle pozzanghere.

*

Ti sentirò entrare in paradiso

Ti sentirò entrare nel paradiso sognato

lo so

le anime belle mandano sempre messaggi

ovunque

di rassicurazione

attraverso altre anime belle.

Fosse solo una semplice ninna nanna.

 

*

Certo che manchi

Come il sole,

adesso che le ultime gocce d' acqua

sorprese dal gelo

hanno irruvidito la carrozzeria.

E il sole arriverà stanotte,

in sogno,

stringendoti al petto.

Mentre fuori l' auto imbiancherà di gelo.

*

D’ Amor non ne sa nulla

La mia gatta

d' Amor non ne sa nulla

nè di speranze o illusioni

non si strugge per il gatto sparito nella notte

non più di tanto

anzi per niente

lui non tornerà struggendosi.

Va a caccia, questo sì

magari un pipistrello

o un bel topolino da mostrarmi orgogliosa.

Vedi? Non quelle schifezze in scatola che mi dai..

A dire il vero

non va più a caccia

e di quelle schifezze ne fa a meno per giorni.

Non sa che l' amo ma si affida

si lascia aprire la bocca

dove un corpo estraneo le ha ormai mangiato i denti

senza graffiarti

per un pò di pulizia

e riuscire così a gustare un piattino di carne macinata.

*

Al cuore del paradiso

Lei abita il mio cuore.
Ci è entrata un giorno che il tempo s'è fermato
da allora le margherite crescono rigogliose
e il sole brilla sempre sul lago.
La sento passeggiare
quando tutto tace,
non se ne va mai.
Perchè quello è il suo paradiso.

*

Felicita

Emilio stava con Felicita.
Una bella ragazzotta bionda e prosperosa
sempre sorridente.
Ma Felicita era una che non resta e se ne andò un giorno,
sorridendo.
Emilio non poteva resistere
Emilio senza sorridere partì per un lungo viaggio.
Al ritorno aveva capito che Gioia e Letizia erano molto meglio
lo puoi trovare oggi, seduto al bar all' angolo, a farsi un caffè
o un lattementa
mentre le lascia passeggiare libere sui marciapiedi della città.

*

Due stivaletti rossi

Guarda!
Sono proprio come quelli che mi compravi tu, ai mercatini lungo le mura.
Che importa se ora li vendono in questo centro di luci al neon
tra i banchi dei dolciumi, del pesce e dei latticini.

E che importa se i nipotini, da grandi, li compreranno nella zona franca di qualche spazioporto,
in culo all' universo.
Sono perfetti.
Ci metterò dentro le stesse cose.
Ci saranno sempre dentro le stesse cose.

*

Un gran bel pezzo di software

Ce l' abbiamo proprio in testa
Un software che all' istruzione prendi un bimbo collega tra loro mille librerie invisibili
non disassemblabili
e men che meno riproducibili.
Annusalo.
E' ora di cambiarlo?
Sì. stendilo su una superficie piana..
No, Bacialo e fallo ridere. (ma questo forse fa parte delle librerie invisibili.


Fa sì che il bimbo sopravviva.


Certo ci si può avvicinare
specificare la forza con cui prenderlo
e se la superficie piana sia orizzontale o verticale
e che non sia un soffitto o un pavimento,
la forza con cui poggiarlo.
Che è il pannolino che va cambiato, non il bimbo.


Ma con amore come fai a scriverlo in un software?

*

La scuola in riva al bosco

Era speciale.
Davvero in riva a un bosco,
al di là della parete di vetro si vedeva la spiaggia di verdi fili d'erba e margherite finire su una fila d' alberi.
Col bel tempo si usciva a contarli, per fare le operazioni.
al di qua della parete di vetro i banchetti erano di quelli verdi, col foro per il calamaio.
Proprio come quelli della scuola in centro dove è difficile starci fermo dentro.
Qui invece si poteva uscire sul prato, ad ascoltare gli uccellini e cantar filastrocche
o mettere ghiande in fila e far di conto.

Era davvero speciale
piena di bambini che non sapevano star fermi nel banchetto.

*

Non ho più paura

E ne ho avuta tanta
credevo se ne fosse andata
nella notte più buia al mondo
e mi avesse dimenticato in tutto quel buio.


Ero solo arrabbiato
e così m' ero nascosto
come al solito
sotto il tavolo, con la coperta fino a terra
così non la vedevo più.


E' sempre stata lì fuori
ad aspettare che uscissi
per continuare a baciarmi gli occhi
prima di dormire
e a venirmi a trovare quando più manca.


E ci sarà nel futuro anno.
Nei giri in bici per boschi e canali
nelle corse coi nipotini
o nelle serate estive ln riva al nostro lago.

 

Verrà ancora, e ancora
Come quando sbirciavo dalle coperte facendo finta di dormire
e veniva a cantare di fianco al mio letto.

 

Una vie en rose

*

Fine d’ anno

Senza trucco e senza inganno oggi è l' ultimo dell' anno
ancora una volta succederà che quello nuovo arriverà
ne ho passati così tanti che è bello averne un altro avanti
nuovo, bianco e immacolato come un quaderno regalato.
Potrei scriverci dei sogni e di tutti i miei bisogni
desideri e aspirazioni ne ho a quadrilioni
cose da fare od aggiustare
qualche bolletta da pagare
tanti baci da regalare.
Però quelli già venuti davvero mi son piaciuti
tanto che non so come farà ad essere migliore quello che verrà
certo un modo troverà e ogni giorno stupirà.

*

I sogni di un adulto

Nei miei sogni
bacio il tuo sesso,
caldo di sole
che batte sul prato d' erba ondeggiante
bagnato dalle acque del lago.


Nella realtà non è proprio il tuo sesso,
è solo una tisana calda allo zenzero,
un po' piccantina,
e il sole è una lampada,
il prato verde la mia poltroncina dondolante
e sul monitor qui di fronte scorre un bel film.

*

i sogni di un bambino

Vieni giù dal pero, mi dicevano.
Sei sempre con la testa tra le nuvole.
Sempre in un mondo a parte.


Ma era un mondo di sogno che ho cantato da sempre

Nei miei sogni, i sogni di un bambino
do sol fa do

vedo tante, tante stelle intorno a me
sol fa do


E ancora canto dall' alto del mio pero
Perchè finchè canto
quel mondo non sembra meno vero di questo.
Capita anche con ogni libro, ogni poesia, ogni quadro.


ah questo sogno, mi porta lassù
do fa do fa


fra di loro, stelle del ciel
do sol fa do

*

Colora le mie vie

Dammi un verde che non dia speranza
o un rosso che non sia passione.
Un bianco che non rispecchi il nero.
Dammi il giallo del suono di un violino
o un blu elettrico in saturazione, distorto.
Dimmi del viola delle lacrime di un' ombra bianca alla finestra.
Infine.
Fa che il grigio fumoso che porta i desideri al cielo lasci il profondo e misterioso blu.

*

Stella

La vedi in cielo quella stella?

Come brilla e come è bella

Eppure probabilmente non c'è più

e quel che vedi è la suà gioventù.

Anche se ti volti si fa luce attorno alla tua ombra.

*

Anche quest’ anno non s’è visto

Sembra proprio non voglia farsi vedere

dev'essere arrivato proprio mentre eravamo in cucina

a  sistemare un pò

e il nipotino aiutava a preparare le fette di panettone per tutti.

S' è sentito solo il rumore della finestra

e un pò d' aria gelida che entrava.

Inutile la corsa del nipotino

era già scomparso,

ma sotto l' albero illuminato brillava la carta dei doni

e, hai visto nonno?, s'è bevuto tutto il latte

e i tre biscotti, che due sembravan pochi

dev' essere stato proprio stanco e affamato

e le renne non eran da meno perchè si son mangiate tuute le carote

non ne è rimasta una briciola.

 

*

e negli occhi la stessa meraviglia

Domani sarà vigilia.
Certo non ci sarà la meraviglia di un tempo
quei doni apparsi magicamente sotto l' albero ora sono io a metterli.
l' attesa per quel trenino con la locomotiva sbuffante, e gli scambi, i semafori,
o quella scatola di Lego non ci sarà.
Non ho scritto nessuna letterina da portare alla cassetta in riva al lago
proprio di fronte al negozio di giocattoli.
A pensarci bene non c'è più neanche quel negozio.
C'è disincanto in giro per i tempi difficili
anche se mascherato bene con luci colorate e musiche sempreverdi.
Ma i bimbi non lo sanno
e non c' entrano niente
Natale è ancora Natale
e sarà il mio regalo la gioia di vedere negli occhi dei nipoti la stessa meraviglia di un tempo..
per quella scatola di Lego
e quel trenino
scritti con la stessa mia speranza nel cuore su quella letterina.

Un regalo che da bimbo neanche sognavo.

*

Finale

Quando sarà l' ora,

lo vorrei rock.

Un classico finale rock.

Tra rullate di tamburi e colpi di piatti.

Corse veloci su e giù per la pentatonica

e in ultimo una bella pacca sul manico della chitarra..

È sempre stata buona con me ma gli piace, lo so.

 

Poi il silenzio.

Se proprio non sarà così, due braccia basteranno.

Ma non adesso eh.. 

C'è tempo.

*

Sette botteghe

Sette mestieri
sette botteghe nelle varie corti paesane.
Chi batte sul legno,
chi carda la lana,
chi inforna e chi crea con l' argilla.
C'è un gran fermento.
Ogni bottega un angelo in ascolto
in attesa del segnale che li riunirà tutti
per un unico canto alla nuova nascita.

 

*

Piccola storia delle caramelle

Lo so, è vecchia

e la sanno tutti.

Alcuni la imparano così bene che non la scordano più.

Altri non ne vogliono proprio sapere

e la regalano a un passante sconosciuto

se glie la chiede.

*

Ama il poeta per quel che è

Ama il poeta per quel che è.
E non è i versi che scrive,
è un solo un uomo, o una donna,
un corpo che un giorno ha sofferto, o gioito
così tanto che è esploso in parole e versi ricadute come braci incendiando fogli.
Un corpo che ha toccato infettandosi le verità nascoste dell' esistenza.
Un corpo ammalato d' esistenza.
E i suoi versi ne sono solo l' anamnesi.

L' ombra della luce.

*

Il posto dei sogni

Così tanti me ne hanno regalati

che avevo costruito un luogo dove custodirli.

Il classico cassetto.

Non era certo il luogo giusto

tra mutande, calzini e altra biancheria.

Non era lì che volevano stare e non ce ne stavano altri.

Infatti un giorno l'ho trovato vuoto.

Un bel cassetto vuoto.

In fondo non è questa l' utilità dei cassetti?

Lo spazio vuoto all' interno?

I sogni poi mica son spariti..

 

 

*

Invincibile

Invincibile

è il ricordo di lei

Qui

i suoi doni riscaldano la stanza

anche se non c'è

quindi

se la vedete

ditele

*

Profumi

Certo un bel pezzo di roastbeef che si rosola in forno è irresistibile
Oppure la buona torta che faceva mamma, con le mele,
appena sfornata.
Ma prova ad avere un pò di nausea e non sono più tanto irresistibili.
Persino l' olio di ricino bruciato nei motori a scoppio può non piacere a tutti.
Ma ce n'è uno che ti allunga le manine per essere sollevato
e sorride di gioia vera se lo fai
e non raccontare balle sulla magia della natura
armi per farsi amare
o stratagemmi per continuità della specie.
E' magia di un mondo scordato
di buone torte
lino pulito
e seno materno.

*

Breve storia triste di quelli che se ne vanno

E così, Lei se n'è andata.
Ma lui non ne aveva colpa
perchè non è una colpa aver avuto un fratello
anche se si giocava i giorni senza accorgersene
tra le crepe e i buchi nei muri muti dietro il cimitero.
Però intanto Lei se n' è andata.
Ma Roby era forte
Roby era giovane
Roby era bello, e anche un pò diverso
Così la vita continuò
per finire poi in un volo aereo su una montagna per sempre.
Unica colpa il cambio volo.. per una notte in più di gioia.
La cosa più triste rimane sempre Lei.

*

Spogliati

Non sei poesia?
Più che descrivere le curve dei tuoi seni e i fianchi,
le gambe affusolate e quel bel po' po' di roba che porti a spasso
come paesaggi collinari o laghi in cui affogare servirebbe accarezzarli.
Guardati. Non sei poesia?
Con quel tuo stare ritta e altera
quasi arrogante nel sostenere lo sguardo.
Posso anche chiudere gli occhi e passarci a memoria su quelle curve,
e accarezzarle ancora.
Perchè la più grande poesia esistente è l' esistenza stessa.

*

Gli incanti

E' questo che conta,
i pochi momenti incantati che passano come nuvole ad abbellire un cielo azzurro fin troppo reale.
Come quando suoni in uno stadio con l' ampli in saturazione
e vorresti rallentare il tempo perchè quei ragazzini ti stanno guardando le dita, allora un pò più agili, per copiare le note.
O come quelle scarpine da cittadina immerse nella neve attorno a quel laghetto di montagna.
Ma non potevi sapere com' era qui, nella tana dei lupi, e io avrei dovuto dirtelo.
O ancora quella ragazza nuda sulle rive del lago scritta poi nel cerchio di un anello.
E vuoi mettere quella testolina che spuntava dalla culla,
nel garage delle prove,
a ogni pausa tra una canzone e l' altra?
Ecco, quelli erano alcuni dei momenti d' incanto
e non torneranno
ma quegli incanti restano, non si perdono
e ne tornano ancora di nuovi.

*

Qui non fa mai buio

Qui non fa mai buio

perchè il passato è una rete di sogni luminosi

il presente è una rete di sogni luminosi

e il futuro è una rete di sogni luminosi.

Forse è una rete di illusioni, come diceva Andrè

e forse siamo i pesci nella rete.

Ma intanto qui non fa mai buio.

*

Ogni tanto l’ amore mettilo da parte.

Mettilo da parte l' amore,
come puoi preferirlo a un giorno di sole,
a una corsa al prato con l' aquilone o un volo con l' aeroplanino ad elastico.
A volte anche per una brughiera nebbiosa.
Lui lo sa e ti lascia andare
Non è nasconderlo
lui lo sa
è a Casa
t' aspetta.

*

Quel bimbo

Non era vero. non l' ho lasciato indietro
è ancora qui, è sempre stato qui.
Come può non esser qui se ci penso ogni giorno?
E' qui nel vento che canta tra gli alberi
è qui negli arcobaleni e oltre
è qui e la voce è un canto di pettirosso
o un mi oltre la fine della tastiera
è qui anche quando guardiamo alle stelle insieme
è sempre stato qui.
E' solo che non cresce.
Per fortuna.

*

Si potrebbe fare

Certo che si potrebbe.
Si potrebbe fare un bel microonde che chieda al frigorifero se ha tutti gli ingredienti per la pietanza che ha deciso di fare.
Se non li ha che decida per un' altra pietanza, in base alle mie preferenze e agli ingredienti a disposizione.
E perchè dovrebbe farlo?
Perchè l' orologio gli ha detto che sto arrivando e lo smartphone l' ha chiamato per dirgli che ha sentito che sono affamato.
Certo che si potrebbe.
Ma forse è già stato fatto.

*

Prendi quel che c’è

Prendi quel che c'è
guardalo in faccia quel che c'è
perchè è tutto quel che c'è
non quello che è rimasto.
Se socchiudi gli occhi dietro c'è tutto quel che è stato.
E dici poco?

*

Musica

Una volta che hai imparato ad amarla la puoi sentire ovunque
anche nella pioggia che si fa solo il tappeto di sottofondo alla goccia che crea il battito.
E ti trovi a cantare i suoni.
E ogni cosa è suono e ha un posto nel tempo.
Non puoi cambiare marcia fuori tempo, nè spegnere la radio a metà battuta.
il silenzio e la tranquillità non esistono completamente
c'è sempre un muscolo in movimento e un canto nella testa,
canta allora le tue poesie, e fa che il canto non sia mai un lamento.
Il canto è vita, è vivo, e va anche oltre..
ho già pronta una canzone.

Chissà se sa danzare.

O se preferisce una ninna nanna, per addormentarsi.

*

Senza più passato

Sta al suo divano
come la margherita al campo.
Ancora così bella, con la corolla bianca e gli occhi da bambina.
Ti parla di un passato inventato,
del soldatino innamorato,
del figlio mai avuto
o delle sue scarpette di cristallo al ballo.
Sogna. Sempre.

 

Mentre l' anima sta, invisibile, guidando a fari spenti nella nebbia del suo cuore e sogna sogni veri.
Sogna che questa è solo una fredda estate, sulle rive di non so dove.
Già.. non so,
credo però sia al confine tra due mondi, nella speranza di riprendere il controllo per un ultimo saluto.

*

E’ stata qui

E' solo una città come un' altra
coi suoi monumenti, con strade come in tutte le città.
E questo è solo un lago come un altro
o un sentiero in salita nel bosco,
un mare,
una riva di un fiume dove fermarsi a riposare ascoltando l' acqua passare.
E questa stanzetta in penombra è solo una stanza in disordine con i soliti quadri alle pareti.


Forse non ti diranno niente
forse ti parleranno solo di bellezze artistiche e bei paesaggi
se non conosci un piccolo particolare.
Lei è stata qui, con me, almeno per un po'
e ha visto tutto questo
e l' ha cambiato tutto questo.


Solo per me.

*

Nei tuoi occhi

Nei tuoi occhi, impresso
cantando una ninna nanna, come allo specchio.
E quando li chiudi, m' imprigioni.
E lì non morirò.

*

Hendrix

Dicono sia uso rompere la chitarra a fine concerto
così che lo stesso sia unico e irripetibile.
O bruciarla, e mimare un bacio d' addio.
Che nessuno la possa suonare ancora.

 

Ma il prezzo è troppo alto e la mia chitarra puoi suonarla quando vuoi.
Poi a me piace ripetere,
così come ri-ascoltare
o ri-leggere, o ri-guardare.. ri-pensare e ri-vedere

 

A proposito, ri-guardati come eri bella
e riguardati.

 

E fanculo anche Hendrix.

*

Sulla ripa del cielo stellato

E' lì che si incontrano le anime

per una danza e un canto.

Come nei sogni di bambino.

E' lì, ai confini di questo mondo

che si incontrano due mondi sconosciuti.

Sognando come un bambino.

*

Anima nuda

Se ne sta lì, al bancone del bar, a bere
dopo aver ballato nuda sul cubo tutta la notte.
Non serve urlargli qualcosa da lontano,
è sorda
e nemmeno avvicinarsi perchè legga le labbra,
è cieca
Non ti dirà nulla,
è muta
Però se ti ci metti accanto, in silenzio, nudo,
scopri che sei tu al bancone di quel bar
e che non la puoi toccare
nè baciare.
Farà tutto lei.

*

Verrò con le margherite

Non è così che si fa in questi giorni?
Così verrò con le margherite
i tuoi fiori preferiti dopo babbo e i tuoi figli.
Verrò a trovarti una volta in più
perchè già ti trovo ogni giorno
nelle margherite selvatiche che crescono lungo gli argini pietrosi
o nello zampettare di un Merlo.
Lo so che preferiresti una fetta d' anguria a fregamusone
ma non è stagione.

*

Istante eterno

E' stato solo un attimo.
Ero lì ma non ero lì
Cioè mi vedevo lì
Quindi non potevo essere lì.
Ma era così bello stare lì

*

Solo in una fiaba

Solo in una fiaba puoi guardare l' inguardabile.

Solo lì puoi guardare i tuoi desideri attraversare il bosco come una freccia e sprofondare colpendo il lago, subito dopo la radura.
Ma aspetta..
il lago s' increspa, e luccica.
Sono ancora loro, sotto gli occhi del sole, intatti.
Allora forse il lago non è un lago
Perchè lì mille ce n'è.

*

Cuor di cipolla

Se na sta lì

in bellavista

aperto in due da un' affilata lama.

Eppure invisibile

oltre il lago negli occhi.

*

Ci son poeti

E intanto i poeti cantano
e pensano a nuovi versi
quando la luna tace.
Ci sono poeti che spostano i fiumi col pensiero dice una nota canzone
ma forse il fiume non è il fiume
chè vezzo dei poeti parlar di tane e nane.
C'è chi canta alla luna la donna amata
e chi canta l' amor perduto
che non per questo tornerà.
Altri ricordano amici e parenti perduti.

Altri ancora inveiscono al cielo.
Ma è questo che devono fare
non ne possono fare a meno.

 

Intanto i pompieri spostano le pietre con le mani.
In silenzio.

*

Adriano

Non l' ho fatto apposta.


Ero a spasso sul tubo e t' ho visto,
in uno di quei video che mettiamo tutti
per ogni occasione.
Battevi forte sui tamburi.

Poi.
Cos'è successo?
Per quale passaggio te ne sei andato e perchè?
E cos' è che se n'è andato?


Perchè sei ancora qui,
senza nessun battito di suono e in altra forma.


E non dirmi la Vita
perchè quella è eterna e la morte non è il contrario della Vita.

Dimmi!
Io davvero non lo so cos'è che se ne è andato.

*

Piccoli insignificanti dettagli

Mamma oggi non c'è.
E non raccontarmi balle
sul lasciarsi il passato alle spalle.
O che solo oggi conta
e che del domani non sei convinta.


Mamma domani non c'è.

Ma in una foto di ieri sì
e guardando con occhi di oggi
zoommando per vestirla di nuovi colori
trovi dettagli mai visti.
Un' incisione nel legno delle persiane..
un soldatino di stagno abbandonato sul davanzale..
Piccoli insignificanti dettagli
se non fossero stati lasciati da me
in un oggi lontano
sul davanzale dei suoi sorrisi
per un me di domani
e per un sorriso di oggi.

 

Perciò lascia sempre un dettaglio per domani nelle foto di oggi.

*

Verrà un giorno

E' sicuro.
Verrà quel giorno.


Perchè c' è chi già lo immagina.
Si uscirà di casa un giorno e si potrà trovare una cabina
tipo le vecchie cabine del telefono.
Ci si potrà entrare e uscire sulle rive della senna per una passeggiata
O in Stephansplatz ad ammirare la cattedrale
e cercare quella pianista cinese che suona tanto bene.
La sera si potrebbe andare a Salisburgo, per una cena al sushi rotating bar..
strano ma vero..
Va bè, all' inizio basterebbe la riva di un lago qui vicino
o il centro di Bologna
chè lì non ci si perde.
E la sera basterebbe un posto per guardar la stella.


Verrà quel giorno.
E' sicuro.
Devo solo tener duro.

*

Anch’io l’ho sognata

E che cavolo
mica potevo farmela mancare no?
Così l' ho pregata un giorno
di venirmi in sogno
e l'ho sognata
con la maschera più bella e il vestito buono,
sotto non so.
Ma non è venuta,
probabilmente le fessure erano ben chiuse
e non è riuscita a entrare sicura.

O sotto non c' era niente.


Per questo suono e suonerò ancora
per altre primavere.

*

Sogno d’ inverno

Lo puoi sognare sai?
bianco e silenzioso
così freddo che neanche il sole
da sopra le cime degli alberi riesce a scaldarlo.
C'è bianco dappertutto e il vento, unica cosa viva,
soffia via la neve dagli alberi e la trasforma in spilli.
I pini bianchi e carichi si confondono col vento e camminare si fa duro.
Da uno chalet sembrerebbe uno spettacolo magnifico ma da qui non si vede l' uscita e il tenentino troppo giovane non è d' aiuto.
Allora devi piantare le tende, e un fuoco, e un buon grog per rincuorare il tenentino.
Al mattino le braci serviranno a sgelare gli scarponi
E forse la bufera sarà passata,
passa sempre.

Ci verranno a prendere.

*

Fotografie

Finiti i tempi della carta, degli inchiostri e crampi di scrittore.
Oggi con un tablet o un pc e un buon software di sintesi vocale e dettatura

si può evitare ogni affaticamento.

E guardiamo nostalgiche foto ingiallite
di scrivanie in penombra con quaderni e calamai.
Ma il futuro è un lampo.
Domani, forse, collegamenti neurali eviteranno affaticamenti anche agli occhi.
Tranne che per guardare nostalgiche foto ingiallite
di scrivanie in penombra con monitor e tastiere.
Ma il domani è un lampo..

*

Com’è calma ’a muntagna stanotte

Gli camminava a fianco
fin dalla nascita
senza però fargli alcuna ombra.

Eppure non l' aveva mai sognata
proprio non c' era nei suoi sogni.

Lui cantava, com'è bella 'a muntagna stanotte
e la montagna pareva rispondere
con echi di tuono lungo la valle.

Le canzoni, diceva, sono come schioppettate
e arrivano dritte al cuore..
lo schioppo appoggiato a terra, qualche metro in là.

Quando arrivò il colpo, dritto al cuore, neanche se ne accorse
così che mai la sognerà.

Tutti gli altri iniziarono a sognarla proprio allora.
Finchè non rimetteranno il colpo.

*

Il Merlo nella Selva

C'è chi incontra pettirossi lungo la strada
e si chiede se sia sempre il solito
o se venga al davanzale a spiare o a cercare briciole di pane.
E c' è chi pensa alla selva come a una cosa oscura.

Io incontro Merli

E la Selva ha foglie e profumo di tè,
ci si entra con uno zainetto di biscotti e latte.
Di certo non sapreste perchè
se non sapeste che un giorno una Selva ha accolto un Merlo.
Ed è nata mamma.

*

L’ albero

L' albero qui di fronte ha perso quasi tutte le foglie
e altre ne perderà a breve
Qualcuno è passato, di buon' ora, a raccoglierle
con gran fragore.
Ma pensi si lamenti del bel colore perso?
o di mostrarti qualche ramo spezzato dal vento?
o abbia invidia del sempreverde pino lì a fianco?
No.
Nemmeno un lamento
nemmeno quando la neve gli appesantirà i rami
nè un lamento nè un vanto per la nuova bianca bellezza.
e nemmeno aspetta primavera.
Che pure verrà lo stesso

*

Eppure babbo era un uomo buono

Un uomo buono.

 

E' così che lo ricordo.
Voleva più bene a noi che a sè,
taciturno sì
ma anche se non te lo diceva si vedeva bene.

Un uomo buono.

E' così che lo ricordo.
Potevi verniciargli la bicicletta di bianco
come regalo
compresa la sella, e i pedali
le gomme, i raggi, i cerchi
e pure la catena
e ne sorrideva di nascosto
gridando irato
chi è stato!
Quella volta passò giorni in cantina
sopportando l' odore di trielina
utile a sverniciare ogni parte non necessaria.

 

Un uomo buono.

 

E' così che lo ricordo.
Potevi chiedergli un mangiacassette nuovo
il più economico, (lui faceva i coriandoli con la macchinetta per fare i buchi alle cinture)
e ne comprava uno migliore.
La scusa era "chi più spende.."
ma era proprio quello che volevi
di quelli che registrano,
col microfono che ci potevi anche cantare
e suonare e riascoltarti e risuonarci sopra.
Eppure non glie l' avevi mai detto. (Allora con mamma parlava!).

 

Un uomo buono.

 

Allora perchè mi fa fastidio chiamarmi uomo?
E perchè non mi sento ancora pronto ad entrare in questo mondo di uomini?
Nemmeno ora che è quasi l' ora di uscirne.

*

Il colore delle mele

Come lo senti il colore della mela di Eva?

Rosso?

Certo molti pittori l'han dipinta così

ma, si sa, i pittori sentono i colori in altro modo.

Se fosse stata verde?

No, bianca. Pura e tentatrice.

Solo poi, forse, s'è tinta di rosso.

Ma se qualcuno ha già pagato tutte queste rosse mele

perchè quella no?

*

Ma il bene non muore mai

Potete gridarlo ad alta voce
o scriverlo con graffianti parole in grassetto

e non mi convincerete.

 

Ho già sentito quelle parole un giorno,

da chi m' aveva regalato tutto,
anche quelle.


Hanno echeggiato per mesi
e ne ho pianto alla madonna
e poi sotto gli occhi della zingara
nell' aria pesante dell' Olona.
E' vero
lì ne ho dubitato un pò e me ne dispiace.
Non era vero.

Non era mai morto.


Glie lo scriverei se avessi un posto
su questa scrivania ingombra di cose inamovibili
dove appoggiare un foglio.
Perchè non glie l' ho mai detto.
E soprattutto se avessi un recapito certo.
So dov'è, ma non è lì.

*

Se n’è andato

C'era un così bel sole stamattina

si poteva pensare di scendere fino al lago

ma se n'è andato..

Perchè è questo che fa l' autunno

ti mostra una parvenza di primavera

e te la toglie

per prepararti all' inverno.

Ma si può far finta che ci sia

magari non in bici

ma si può prendere l' auto

e scendere fino al lago.

Sarà lo stesso lago.

*

Per un sonno lieve

Non pensarla

o rimarrà

così vicina da non farti dormire.

Mentre tu è solo quello che vuoi.

Dormire.

Sul suo grembo dormire.

*

Bella cuggi..

Ce l' hai fatta!

Le anime non accettano differenze

e col vestito buono e i fiori in mano sorridono raggianti.

E' vero. ci son voluti anni, troppi

ma gli anni sciupano solo i corpi

i Sogni restano uguali

e si avverano.

Illuminano gli anni a venire.

*

Prima di dormire

Dalla mia finestra

ti guardo alla finestra

non ha vetri la mia finestra

ma il freddo non può passare

e il tempo sembra non passare

neanche il sonno, poi, la chiude.

*

Sentinella del lago

Sta alla balaustra

affacciata a nessuna finestra.

Guarda il lago, aspettando un' onda diversa

e si lascia guardare.

 

Non le importano le stagioni nè gli anni

nè il freddo o il caldo

nè teme d' esser dimenticata quando farà inverno

la neve le cucirà un mantello, per riscaldarla fino a primavera.

 

Sa che tornerai in quei posti che sono sempre stati tuoi

 

Ha una spada al fianco

ma non la userà mai

qualsiasi cosa le racconti.

 

 

 

*

Three wise Men

Si sono iscritti al talent delle celebrità

Con improbabili nomi

Di non- credibile fama

Uno fuma il suo incenso, da mattina a sera

Uno s' abbuffa di mirra e erba buona da mangiare.

L' altro, ugola d' oro, canta l' amore in tutti i fiumi e tutti i laghi.

.......

 

1.  Del quarto non c'è traccia.

2.  Il quarto ha fatto sparire ogni traccia.

3. Del quarto son state fatte sparire le tracce

*

E sempre allegri bisogna stare

E' vero, non si può dire splendesse il sole ieri
e l' aria era umida e fredda
ma la nebbia che offuscava gli alberi là in fondo e nascondeva il sentiero non sembrava vera,
e infatti spariva al seguente battito di ciglia.


Oggi battere le ciglia non serve
pian piano la nebbia farà invisibile ogni cosa.
Sarà allora che si troverà il sentiero giusto?
Dietro un angolo fatale?

*

Nulla è cambiato

L' ho incontrata anche oggi

è ancora lì, appena passato il bivio dove il sentiero si dirama scendendo verso la cascata.

A occhio nulla è cambiato

gli stessi segni sulla corteccia

lo stesso svettare fiero,

sempre verde.

Lui è sempre lì a fianco

un ramo a sfiorarle la chioma

come ad accompagnarla nei suoi passi verso il cielo

ascoltando il canto della cascata.

Ed è bello guardarli dallo stesso canto.

*

Floating pin

Due scelte erano attese in input

dal pin analogico

Low o High, così distanti e riconoscibili

ma il filo si staccò scollegando ogni distanza

e presentandone una terza.

 

Il programma abortì

entrando in un loop infinito.

*

Recinto di parole

E' questo,
questo schermo bianco pieno di pensieri.
ogni parola scritta probabilmente ne cancellerà uno
mostrandoti il tuo
ma non c'è tetto a questo recinto
e forse per uno spazio tra le parole
o un' immagine che si affaccia improvvisa
qualcuno sfugge
e arriva al cielo
mostrandoti
un segreto invisibile mai ascoltato
che è sempre stato lì
è lì
e sarà sempre lì.

Libero.
Non se ne è mai andato
se non ti chiedi dove è lì.

*

Passata alla luce

Non si spense nessuna luce quel giorno

anzi si accese proprio nel cuore della notte

e il suono fu sgradevole e inopportuno

i chilometri troppo lunghi

e la notizia troppo vera.

 

Intanto la ragazza del bar continuava a servire caffè

a chi non sapeva della notte più luminosa.

 

 

*

Ottobre e nuvole

Dal divano dietro questa finestra si vedono due alberi

appoggiati a questo cielo grigio e nuvoloso d' ottobre.

Doveva essere una giornata di castagne oggi, e funghi, e grida di nipotini

ma ha iniziato a gocciolare e gli alberi qui di fronte dondolano le chiome

in segno di diniego.

Sembrano tristi però

ma non quanto me.

 

Quelli al bosco non ne hanno ragione.

*

abbiamo un problema

Non ho la mezza mela da darti

ne ho solo una, intera

e tagliarla mostrerebbe il baco

oltre al dolore.

Se la vuoi devi prenderla tutta

lucida rossa e bacata

in formula vista e piaciuta

*

Musa 2 (revisited)

Adesso lo so,
non era la mia musa
quella che non vi volevo cantare.

E poi la vedete una musa mostrarsi a un musicante di provincia?
E un musicante di provincia con una musa restare un musicante?


E' vero però, è in ogni dove.
Nei boschi, nel lago
splende negli arcobaleni in cima ai monti
oppure nei cieli notturni
o in un soffitto in penombra.


Ma non è la mia musa,
è la sua musa allo specchio.


La nostra musa.

*

Abitare

Se ti chiedono dove abiti

non dargli l' indirizzo.

Non è lì che abiti.

Dove abiti il lago è verde di riflessi

o azzurro di cielo

e le scarpe sono sempre comode

per camminare lungo il fiume

seguendo ogni curva

fino alla sorgente

tra canti di pettirossi.

 

Non mancano quercie secolari

per un pò d' ombra e ristoro nel cammino

nè giovani alberi da annaffiare.

La sorgente poi

toglie ogni sete.

*

Naked

Guardala contro il sole quanto è bella

e sembra lo sappia anche lei da come si lascia ammirare.

Sembra che ti inviti a sfiorarla.

Ma attento. Può sì essere docile

ma anche grintosa e violenta.

Non perdona sbagli.

 

Se la conquisti e la sai trattare

ti porta dove vuoi

veloce

anche da chi vorresti strappare ai sogni

evitando così di strapparcelo..

Con un pò di attenzione agli autovelox.

 

Peccato che l' abbiamo data

e non può più farlo

ma non per niente, forse il cuore non era abbastanza malato

e gli hp erano molti di più di dieci.

 

E poi tutto quello che doveva fare  l'ha già fatto.

*

Eccomi qui

Eccomi qui

sono venuto a trovarti

sulle sponde di questo laghetto che sai

sono venuto a cercarti.

Eccomi qui

dove tra i fiori portati dal vento t' ho vista danzare

E mentre il lago s' increspa mi pare di vederti arrivare

vestita di sguardo e di foglie risplendere al sole.

Non è vero lo so

così chiusa in me non puoi.

Ma troverò una spina un giorno in questo bosco

così fonda e aguzza da aprirti la strada.

 

*

La sera, prima di andare

Non prendetevela con me se non desidero nessun "prima di andare"

è solo un desiderio

una nota troppo alta

un corto tra valvole roventi che scocchi un arco che arrivi alle stelle

veloce e improvviso

proprio alla fine della battuta..

che non si senta che ho smesso di suonare

*

Come una ninna nanna

Ascolta la voce

non servono le parole

ascolta il suono, e la melodia

è il primo vero pensiero musicale

non lo puoi fissare su carta

come per le parole.

E non tornerà più.

*

Universale

Irina ha un accento russo

Suona sous le ciel de paris alla fisarmonica

sotto il sottopasso de cavalleggeri al Vaticano.

Intanto Guandaliña sta senza denaro e passaporto

passati di mano sul metrò

ma ti racconta il suo paese con occhi brillanti.

Il tevere, più in là, scorre come sempre

tranquillo

e se non ne sai il nome

somiglia tanto al tuo fiume.

C'è bellezza dappertutto.

Solo al rientro mi son accorto che non c'eri.

 

*

E’ facile non notarla

Non è come un colpo di clackson improvviso

passeggiando

quando ti volti a guardare notando la macchina che arriva veloce.

Nè come una nota calante nel bel mezzo della canzone.

E neanche le braccia mancanti alla Venere.

E' un pulviscolo nell' aria.

Sempre presente

e prende forma di quello che ami

così che tu è solo quello che vedi, quello che ami.

Sa ricostruire le braccia.

*

Cartolina

Le luci sono proprio lì davanti, in fila

oltre lo specchio di calmissima acqua che le separa dalla riva.

Solo il loro chiarore insieme alla luna svela i contorni all' isola

perchè la notte qui sa essere di un buio profondo come il lago in cui si specchia.

Ma non per questo triste.

Solo statico, come qualcosa di eterno,

senz' audio,

come una cartolina.

Se guardi bene non ci sono io, nella cartolina.

Ma non è un ricordo di ieri.

E neanche un desiderio di andarci domani.

E' un' immagine stampata nel cuore

in miliardi di pixel.

 

Sempre presente.

 

 

*

Dopopioggia

L' aria oggi è fresca
il sole non ha ancora scacciato l' umido del dopopioggia
ma il bosco ha gli stessi colori di ieri
l' inverno è lontano.


Nel laghetto si specchiano ancora gli alberi
il capanno delle margherite è sempre al suo posto
con le margherite selvatiche nella radura di fronte.


Anche gli uccellini cantano
e ogni tanto uno splash di tartaruga al bagno.
Ci sono anche i ragazzini
che chissà cosa pescano in questo stagno in mezzo al bosco.


Sembra che niente sia cambiato

se non chiami il suo nome
e forse, per chi mi guarda alla panchina, niente è cambiato.
eppure solo ieri eravamo in due qui
e potevo mostrarti le margherite e il lago.

 

Anche oggi siamo in due
solo che non lo sai.

 

Vincent Van Gogh - La chaumiere sous les arbres

*

No dai questo no. (chiamiamoli polpacci)

!!

Non puoi starmi davanti in bici

e alla prima salitina alzarti in piedi e mostrare i polpacci..

fasciati in trasparenza.

Chi se li ricordava così possenti?

 

*

Abbiate speranza

Abbiate speranza voi che uscite
c' era scritto all' imbarco
e lei sperava.


Sperava ci fosse scritto

all' approdo
abbiate speranza voi che entrate.


Ma forse aveva ragione Dante
in queste strade non c'è..
o meglio
è proprio lì, dietro l' angolo
stesa a terra.


Lei guarda e non si riconosce.


Chissà, sarà al prossimo angolo di marciapiede.

*

Sei quel che non sei (vero come il vero)

Sei quel che non sei.

 

Infatti ora che qui non sei
ho inventato un posto dove sei.


E non so più qual' è il posto finto
e quale il falso.

*

Vergine del Lario

Quale mano l' ha dipinta
non si sa.
Ma era così bella
e di dolce sorriso
che le acque divallando e trascinando massi
le girarono attorno
lasciandola in piedi
sola col bimbo a sinistra
e le lasciarono un dono.
Così da poterla guardare anche oggi
quando le acque infuriano.
Anche se non farà nulla
se non ricordarti che sai nuotare.

*

Il treno

Corre veloce e rosso attraversando città pianure e monti
carico di vite.
E molta più vita corre altrettanto veloce fuori dai finestrini
nessuno se ne accorge più-
Qualcuno gioca con lo smartphone per accorciare il viaggio
mentre il treno attraversa un parco giochi, o un luna park.
Un altro legge di avventure e storie d' amore
mentre due si baciano là fuori nel prato.
C'è chi ascolta musica, in cuffia
passando vicino a un' orchestra di cicale e fili d' erba.
Chi sogna a occhi chiusi paesaggi da favola
sfrecciando ai piedi dei monti col lago dorato di sole a destra.

Mi porterò un libro a luci rosse, il prossimo viaggio
da tenere ben chiuso nello zainetto
per vedere dal finestrino che succede..

*

Zan e zan

Sono una bella coppia quei due
zan e zan
sempre fianco a fianco
eppure il tempo li divide,
uno in levare e uno in battere
una linea netta
visibile a occhio nudo
uno di qua e uno di là.
Ma l' orecchio li sposa.

*

Forza 7

Si piegano le cime degli alberi al vento stasera
e il cielo è carico di minacciosi nuvoloni neri sul blu di sfondo.


Eppure incanta.


Intanto il vento consuma la sigaretta tra le dita, fino a scottarsi,
si insinua nei calzoncini e sotto la maglietta che non è quella della salute
e forse non mi lascerà impunito per questo.


Però il cielo incanta.


Avrebbe incantato anche te.
Anche quando il vento portando via le nuvole ha reso il cielo simile agli occhi della nipotina.
Anche quelli ti avrebbero incantato.
E anche vederti sul fondo di quegli occhi.
Ma non potevi fare altrimenti.

 

sky

*

Ballerina di samba

Roteava nella piazza in festa
l'aria di fine estate piena di suoni
permette ancora vestitini leggeri
che poco nascondono
delle forme sinuose in movimento.
E l' aria ero io.


Non erano le forme
nè il bianco e arancione
che la facevano spiccare tra la folla.
Era la famosa signorina fantasia
e la rossa che stavo accarezzando la faceva danzare.


Alla fine della sera
e dei suoni
sbaraccato il palco
e sparita la folla
era ancora lì,
che roteava.
E la sua fantasia la faceva danzare su una musica immaginaria.


Gioiosa.

*

40 cavalli

40 cavalli

possono bastare per staccarsi da terra

dopo aver corso veloci verso il cielo

stringendoli tra le gambe.

 

Solo pochi attimi

a ruote libere

ma l' assetto dell' attimo prima   -di toccare terra-

deciderà dell' attimo dopo.

*

Speranza è il suo nome

Lo faceva scrivere

Gli mostrava paesaggi da descrivere

in parole che lui metteva in un pc o sulla carta a matita

ma i pensieri che le parole svegliavano arrivavano al cielo

disegnandolo con colori brillanti e vivi.

Non sarebbe mai invecchiato con lei

nè lei con lui.

Perchè è in quel cielo sempre nuovo che vivevano.

 

*

Notturno

Sta facendo notte,
ancora pochi minuti
o poche ore
con le canzoni e le sigarette
e poi il sonno l' avrà vinta.


Lei allora potrà fuggire
scivolando in silenzio e invisibile
tra gli alberi e lungo sentieri sconosciuti.


Io la conosco
arriverà certamente sulle rive di un lago
sosterà un poco e salirà veloce verso i monti.
forse incontrerà due amiche
o una madre
o solo me
o due bellissimi bimbi.

 

E' così che a volte tarda a venire
ma torna
ogni mattina
senza dire nulla dei viaggi, degli incontri, dei giochi
e mi riconsegna al mondo.

 

Lo so che si stancherà un giorno
resterà forse sulle rive di quel lago
a giocare con quei bimbi
e scoccherà come una freccia a ventosa verso i monti
scordandosi di tornare.

*

Piccoli anatroccoli crescono

Proprio in cima al lago, verso nord

c'e un posto dove il fiume mescola le sue acque.

A volte dolcemente

e altre con passionale irruenza.

Certo, a volte anche in piena furia

mescolando oltre alle acque detriti e cadaveri.

Poco più in su però

il fiume sale a tornanti e crea anse di relativa calma.

È lì che trovi gli anatroccoli più belli

e stranamente pochi se ne prendono cura.

Così ne adocchi uno, per quando ripasserai di lì

Lui non ti ricorderà, ma tu sì.

Il luogo, una particolare macchia sul piumaggio

o un' ala leggermente storta.

Finchè un giorno non lo vedi più

Sparito.. come mai esistito.

Non vuoi sceglierne un altr per ora

e così ti avvii verso casa

notando quel gruppetto di cigni proprio alla foce del fiume.

Uno alza l' ala, leggermente storta,

ma non è che ti ha riconosciuto.

Forse ha solo paura.

Forse un difetto genetico di famiglia.

Forse non è nemmeno lui.

*

Dettagli

Basta un dettaglio

Un cocuzzolo

Uno scorcio di tetto (. .)

Una curva del fiume

Una mano

Una vasca vuota.

Per ri-costruire con precisione

Un paesaggio mai visto

E inesistente.

E non per questo meno vero di quello che vedi.

*

Percorso fuori tracciato

L'Aurelia corre costeggiando il mare

e, a sinistra, ai piedi dei monti.

E il mare, dal sellino della bici è uno spettacolo.

La meta il prossimo paesino

alla ricerca di ricordi di tante gite d' infanzia.

Ma può capitare di trovarci due cancelli, enormi, subito dopo una curva che bloccano l' ingresso alla galleria che porta al paese.

Puoi rinunciare, tornare al campeggio o scegliere un' altra meta.

Oppure accontentarsi della spiaggetta proprio sotto la strada, tranquilla e carina.

 

C'è però una stradina dismessa sulla sinistra

sale dritta verso le cime passando sotto i ponti dell'autostrada

I blocchi in cemento sono facilmente aggirabili da bici o moto o a piedi,

sarà dura portare lassù sessantaquattro anni di peso ma chissà,

magari in cima passa qualche vicinale che scavalca la galleria.

 

E infatti c'è.

Per i pochi terreni in piano sulle cime.

Dopo qualche curva eccolo lì, il paese, lo puoi vedere tutto in un colpo d' occhio.

Non si sa se è lui che abbraccia il mare o il mare che lo abbraccia.

Non l' avresti mai visto così se la galleria non fosse stata chiusa.

 

E allora giù per i tornanti

Verso la meta prefissata e oltre

Alla ricerca della colonia di tanti pomeriggi estivi.

 

 

*

Al santuario delle Grazie

La strada è dura

per salire sui monti dietro il mare

perfino per una bici elettrica argentata.

Hai tempo di pensare a qualcosa per cui pregare.

Dicono che la Madonna quassù ascolti.

 

Ma forse più che ascoltarti la devi ascoltare, 

e qualcosa ci dev'essere in questo posto perchè di tutte le richieste pensate , per me o i miei cari, non ne è rimasta una.

Ne è sorta una spontanea..

Pace. Nel mondo. Di cui ne faccio parte anch'io , con i miei cari e tutti noi uomini.

 

*

Preconcetti o millantate spiaggie

Prendi un paese lontano

Affori andrebbe bene ma è meglio una spiaggia esotica,

mai vista.

Certo ne hai un preconcetto

e ci sono prove anche inconfutabili della sua esistenza

foto, video, recensioni di chi c'è stato

perfino di chi c'è stato affatto.

Splendide immagini di una spiaggia accarezzata dalle onde fatte luccicare dal sole

o uno splendido tramonto col sole che si riflette sull' acqua calma.

Il bimbo annegato a riva qualche metro in là, fuori campo

Oppure solo del bimbo, come se le due cose non coesistano.

Metti che un giorno ci vai.

Certo te ne farai un concetto tutto tuo

inquinato da preconcetti tutti tuoi

mentre la realtà sfugge

sfugge e cambia profilo a secondo del lato da cui guardi

 

Come cambia una notte insonne

raccontata da un ansioso o da un novello sposo

magari in luna di miele.

*

L’amore rende liberi

Ma proprio liberi..
nel senso che a un certo punto se ne va.


Forse voglia di nuovi cavalli, o cavilli?
o solo grilli.
Fatto sta che se ne va, regalandoti un dolore uguale al suo.


Resti comunque libero di immaginarlo
e ci si scrivono poesie
e libri
perfino trattati.


C'è chi lo disegna, aggiungendo particolari ogni volta
sempre più bello.
Qualcuno lo musica.


Alla fine non è più quello che era
è qualcosa d' inventato, che non esiste
e non sai più
se è mai esistito.

*

Vuoto

Almeno -900 mBar..

 

L'olio in serpentina a 248 Fahrenheit
porta Solvente nero d' inchiostro sui 194 °F
che bolle e prende il volo a 188,6 °F.

 

Intanto il vuoto tiene a bada quella testa calda dell' inchiostro
un tipo che si infiamma facilmente
così che Solvente, che non è da meno, lo possa abbandonare facilmente

separarsene
fuggendo verso un cielo gelido che lo riporterà, in gocce, trasparente e cristallino.

 

Separare due teste calde è difficile..
ma non impossibile.

 

Grazie a un razionale vuoto.

 

(ricordarsi di togliere calore a inchiostro appena si accorge di essere rimasto solo, pena l'esplosione)

 

*

Chi ha scagliato la prima pietra?

Un lancio isolato,
magari da un cavalcavia.


Una mano sola, stolta, o un branco di suoi simili.
Queste le notizie che fanno odiens
e allora giù articoli e tg
con descrizioni particolareggiate di come la traiettoria della pietra,
in perfetta sincronia con quella dell' auto che sopraggiungeva,
abbia attraversato il parabrezza..
e poi dibattiti, manifestazioni di sdegno e disapprovazione

e altre descrizioni
raggiungendo inconsapevolmente,

forse non tanto inconsapevolmente,

l' effetto opposto.


Perchè la prima pietra
per definizione o emulazione
non è mai l' unica.

*

Quando la pioggia s’è fatta pianto

Non so quand'è successo
perchè in fondo la pioggia "piove"
irriga il mondo
che senza ne morirebbe
fino a un certo punto è stata perfino una delle cose più magiche.
Contare tutte quelle gocce, guardarle scivolare sui vetri per prevenirne il percorso..
leccarle anche.
Tutte quelle pozzanghere luccicanti per specchiarsi e saltarci dentro,
e poi nei temporali gli angeli giocavano a bocce
o i diavoli, il suono non cambia.
Però è successo.
E quando succede continua per giorni

mesi forse

anni.

 

Finchè una gocciolina

scorrendo sul vetro

cade in una pozzanghera luccicante.

E ci salti dentro.

 

*

Uno su mille ce l’ avrà

Uno su mille ce l' avrà

che sia purtroppo o per fortuna non si sa

ma così sempre sarà

finche quell' uno non si fermerà

e sotto la fratellanza riposerà

*

domani

Spendi bene i giorni, si dice
ma per comprare cosa?
e poi chi vorrebbe in pagamento qualcosa che a sera muore?
e domani poi?
come fai a spenderlo se non sai se l' avrai?
Credo che invece si compri il domani
in formula non visto e chissà se piacerà.
Il prezzo?
Desiderio e letizia non bastano
pessimismo e fastidio neanche
credere che arrivi è già un buon acconto.
Di sicuro sarà nuovo nuovo, di zecca
e traversarlo sarà sorprendente
di bene o di male.

*

Don’t worry

Amore se ne va a volte,

a volte per sempre.

Ma non è che va a morire

Amore non muore

ha solo bisogno di spazio

Così tanto spazio che lo trovi dappertutto,

nel ragazzo affamato al campetto

attento al grido "è pronto" lanciato alla finestra,

in altri ragazzi come lui

che incontri per le vie d'acqua o al bosco.

Lo trovi in posti in cui non crederesti ci sia

come non fosse mai invecchiato,

in quei ragazzi senza età

in quell' altra dimensione di sogno

*

Più forte delle parole

L'ampli rispondeva male l' altro giorno,
poca dinamica,
gain ballerino e strani fruscii.


Inutili i tentativi di aggiustare toni e volumi.
Finchè ho spento il trasmettitore wireless
allora si è sentito un canto.

 

Il ricevitore prendeva un radiomicrofono,

dei ragazzi nella sala accanto,
sulla stessa frequenza.

 

Così per le parole.
C'è qualcosa che viaggia sulla stessa frequenza e ne cambia il senso
o forse gli dà il giusto senso.

Qualcosa come un pensiero non parlato, una rapida onda.

Devi solo sintonizzarti,-  ascoltare in silenzio.

*

Oltre le porte del cosmo (che stanno su in Germania)

Le nuvole son gonfie d'acqua oggi

qui oltre le porte del cosmo.

E infatti piove.

Nell' altro oltre credo sia uguale

ma cè un uomo, vestito di nero

mesto e spalle curve sotto il suo ombrello riparatore

con cui spara imprecazioni al cielo.

Sotto lo stesso cielo, più in là,

un bimbo.. 

guarda al cielo

all' unico punto luminoso

piove.

Alza le braccia e raccoglie le gocce con la lingua.

Non gli hanno ancora spiegato che può non essere lo stesso cielo.

 

(quello che non reggo sono solo le parole)

*

Visioni

C'è come un foro nelle nuvole

nuvole scure in un cielo nero.

Tra i bordi dorati e brillanti si intravede una luce vivida

Poi, all' improvviso, tutto va in negativo

il cielo e le nuvole si fanno sempre più chiare

quasi dello stesso colore

e dai bordi sempre dorati si intravede un altro cielo

Scuro, nero, che piano piano si riempie di stelle.

Ma ecco che il cielo si fa rosso

e iniziano i lampi..

Forse è ora di togliere i pollici che premono

sugli occhi

e vedere che il cielo è sempre azzurro

con in più uno strano sole.

Forse è anche ora di smettere di far sti giochetti

e smettere di fare il bambino, che ne ho già fatti due,

e a loro volta altri due.

Ma tant' è.. 

non è giocando che si impara?

*

E ancora guardo al cielo

È festa in questo paesino di Brianza

La gente sembra preferirla alle televisioni

Vascheggia nel budello tra le file di bancarelle

E chiacchera, un occhio ai bimbi che non si allontanino troppo

Ci saranno i fuochi tra un pò

Riempiranno il cielo di colori

E starò a guardarli, naso insù, senza età

E non sarò il solo.

*

E questo che vogliono

Che ci si chiuda nel silenzio,

non solo i poeti ma gli uomini tutti

chiusi nelle case,

chiusi in piccoli luoghi dove ci si sente protetti e amati.

Per paura, senso d' impotenza o desolazione.

Ma io son stato in spiaggia a vedere i fuochi

tra genti d' ogni età e luogo

e credo sia lì l' amore,

all' aperto

bene in vista

per chi lo vuole e deve e  sa vedere.

E ci tornerò.

*

Canzone d’ amore per te

Proprio per te

che non la vuoi

non l' ho scritta

e non la canto.

Se riuscirai a sentirla

sarà valsa la gioia di non scriverla.

*****************************************

//Lo so che si dice valsa la pena

//ma valsa la pena l' ha inventato qualcuno che vuol farci credere che nell' amore ci //sia sempre una pena nascosta.

//E non è vero.

*

Assomiglia a un’ idea

Eccola lì, ci hai pensato per ore

provato e riprovato

e quando hai deciso di smettere eccola lì.

La riga di codice che non abortisce il programma

o il passaggio tra due accordi

non costruito su matematiche armonie nè dissonante.

O ancora

l' assolino appena tace il canto.

Arrivano così, di loro iniziativa, le idee

ti suggeriscono come riparare un tubo interrato

senza scavare e rovinare un così bel giardino e il portico.

Se non arrivano

o ci stai pensando troppo

o aspettano tempi migliori.

Stanno solo tacendo

non possono andar via

e non puoi mandarle via.

Altre si trasformano in ideali.

*

Appena sotto il seno

Con la testa sul grembo,

è così che cancellavi i dolori improvvisi

alla testa, ai denti

alle orecchie per il cambio di pressione

scendendo le curve della Serravalle

sui sedili di una seicento in festa.

Carezzandomi i capelli.

 

E' così che torni ancora

ad accarezzarmi i capelli

per ogni dolore improvviso.

*

Ti perdono

Capita, che si fermano per strada

a una vetrina allettante

o ad ammirare un paesaggio

e tu continui la strada.

Per disattenzione o altra attenzione.

Così ti perdono di vista.

Oppure ti fermi tu, al paesaggio che hai già dentro

o semplicemente ammirando una strato luccicante

alle vetrine della musica felice.

E loro continuano la strada.

Al discanto li hai persi di vista,

Capita, ci si perde a volte

questioni di priorità.

 

Quanto ci si cerchi poi sta a quanto ci si manca.

*

15 giorni

Tanti sono bastati per mettere radici.

Così profonde e vaste da togliere il nutrimento ad altra vita

cosi veloci da non lasciare tempo per correre ancora ai prati.

Solo il tempo per l' ultimo dolce bacio indolore

tra le braccia del suo padrone.

E accompagnarla all' ultima corsa.

 

 

*

Sono un ragazzo fortunato

"perchè m' hanno regalato un sogno"

 

E' stata mamma.

 

M' ha regalato l' amore per la musica
con le sue canzoni senza tempo.

 

M' ha regalato l' amore per gli animali
coi suoi gatti che la ricambiavano.

 

M' ha regalato l' amore per la natura
con le sue margherite, anche quelle selvatiche, alte e un pò infestanti.

 

M' ha regalato il suono delle onde di lago
che echeggiavano nel silenzio caldo del suo grembo
passeggiando sulla riva.

 

M' ha regalato una chitarra un giorno
strappata con fatica al budget familiare
con cui posso far riecheggiare le onde.

 

M' ha regalato la forza di stare senza lei
passeggiando sulle rive
con lei e tutti i suoi doni.

 

*

Il giardino oscuro

Lo spacciano per incantato.
E infatti così sembra
lì il cielo è sempre di un bell' azzuro cobalto
e le nuvole candide ci danzano dentro
Il verde è forte e rigoglioso
anche se l' erba del vicino è sempre la più verde.
Solo poche regole:
darsi da fare
coltivare il giardino che darà i suoi frutti
di solito a fine mese
ma la più importante
non entrare nei boschi che lo circondano.
Facile no?
Però le regole son gran tentatrici
e gli uomini, col buio non visti, ci entrano.
Vengono gemiti e lamenti da lì
ma ci crescono i lillà, e i ciclamini.
Lì c'è l' incanto che vuol essere visto
e gli occhi perdono l' innocenza e trovano la pace guardandolo.


Così qualcuno ha inventato un guardiano
alla cui vista non possono sfuggire
e desse un senso di colpa.

 

Gli uomini ci entrano ancora
ma non c'è più pace.

 

(e non Dio ma qualcuno che per noi l' ha inventato

ci costringe a sognare in un giardino incantato)

*

Viaggio

Sono venuto alla stazione

a prenderti.

Avevi quel tailleur grigio fumo

quello dello specchio

e io la solita corazza d' inossidabile argento.

Non so cosa hai visto

ma sorridevi e non parlavi.

C'è stato un bacio

come quello degli amanti

(non c'è tempo).

Andiamo al lago?

E così siamo andati.

Il sole era caldo

il lago non era mai stato così bello

come quello visto nei tuoi occhi

ci si poteva anche bagnare

con gli schizzi della prua.

 

Ma tutto questo è successo domani

mentre oggi è ancora ieri.

*

E ci si fa specchio

Quello che conta è lo strato d' argento

sottilissimo alla nascita

tanto da vederci attraverso.

Basta uno sguardo

e vedi tutto quello di cui han bisogno

sorrisi di benessere

pianti di fame o dolore.

Sembra poca casa ma è tutto.

Poi si ossida, si inspessisce,

é sempre più difficile.

Passano persone a specchiarsi, e non vedono

non vedono i graffi nell' argento

ricoperti da altro argento per non farsi più attraversare.

Ma quello che l' ha attraversato è rimasto lì

intrappolato

e vorrebbe spaventare Amore

che fregandosene dell' argento arriva dappertutto.

Ma Amore non conosce Paura

*

Come il sole

Come il sole

per i non vedenti.

Questo sei diventato

un' invisibile fonte

di calore buono

che mi riscalda

riscalda l' aria e tutte le cose attorno.

 

 

*

Backup

Sempre fare i backup

gli hardisk si sa sono scontrosi.

Un giorno non ne senti più il ronzio, nessun lampeggio di led

inutili i riavvii.

Forse stanchi

consumati dal tempo

preferiscono andarsene senza preavviso

al massimo uno stridio graffiante

un ultimo saluto dissonante per non farsi rimpiangere.

Ti trovi con uno schermo nero e vuoto.

Sempre fare un backup

meglio da dos, grezzo, di tutta la partizione.

Su un hardisk esterno, avviabile sempre da dos.

Così basta un nuovo hardisk, e un restore

e, non è magia,

ti trovi tutto esattamente come prima.

 

Più di prima

montagne magiche e scatolette argentee

disegni a matita

cancellati perchè un giorno ti fermavano il sangue,

quadri, sogni, incanti,

pizzi e merletti che ti fermeranno il sangue di nuovo.

Sicuro.

 

Ma chi se ne frega.

Intanto lo schermo è animato e il cuore è forte.

 

*

Larsen

La musica va.

Tieni il tempo.

Serve un buon compressore,

e un overdrive, leggero leggero

ci penserà il compressore a mandarlo in saturazione al momento giusto.

Intanto tieni il tempo,

battere e levare.

Alla nota finale ondeggia un pò le dita

per un buon sustain,

il compressore alzerà il volume..

cerca l' onda nell' aria

rientrerà negli humbucker e tornerà nell' aria

All' infinito..

O almeno fino al fischio finale.

Ascolta il tempo e guardalo.

Per lo Stop simultaneo.

 

*

Memorie

Ne hanno inventati di tutti i tipi.

ddr1,2,3,4,... md, sd.. sempre più veloci.

E sempre più capienti,

Dai pochi mega di una volta ai giga in sovrabbondanza.

 

Puoi riempirle fino all' orlo,

 bè, forse un pò meno calcolando gli indici

e cancellarla quando vuoi.. non protesterà.

 

Ma con quella umana non hai speranze,

non ti lascia cancellare le cose che hanno importanza

e cancella da sola quelle che non ne hanno.

Non per spazio o per una specie di garbage, forse per protezione.. dai sovraccarichi o dalle illusioni.

 

Forse neanche tanto da sola, qualcuno discrimina le cose che importano dalle altre.

Ma non sono io, o almeno l' io che mi conosco.

E crea indici di tabelle di ricordi associati a giorni piovosi e altri ai giorni di sole.

.

 

*

Buco bianco

Siamo un buco bianco in cielo.

Passati da un buco nero apertosi per caso

in qualche universo che non conosciamo-

Casuàlità apparente solo perchè non ne capiamo le leggi.

Un insieme di molecole e particelle in evoluzione

che affondano radici dappertutto.

E stiamo qui,

a cercare le leggi di un miracolo

che deve ancora venire

e di cui non ne sappiamo nulla.

 

 

*

Tempo da lupi

Strano Giugno

oggi è piovoso, freddo e umido.

Sembra quasi ottobre

e che domani si possa andare a far castagne.

Ma tu prova, ad andarci,

non ne trovi una..

le castagne se ne fregano

e Giugno è sempre Giugno.

 

I lupi intanto si staranno crogiolando al sole

da qualche parte

sul grande prato verde.

*

Mix (da me a me)

Vorrei scrivere davvero di te.
Ma non ti conosco.


Un giorno, con la paura in cuore,
e inseguendo profumi, colori, e orizzonti
hai visto un cielo non tuo.
E sei fuggito..
ma dove? se eri sempre con te.


Con te, vagabondo sulle strade di lago,
con te, vagabondo ai vagoni sulla ferrovia,

 

Poi qualcuno ha fermato il volo,
senza dare spiegazioni,
riconsegnandoti al loro mondo
dove nessuno doveva guardare.
Ma non era il tuo,
e non potevi più crescere con me,
non potevi diventare come loro.


Così son fuggito io,
e t' ho abbandonato.
Nel bianco.
Con la tua astronave per nuovi mondi.

Non ci incontreremo più
Anche se sei qui
con me per corridoi dove pochi ti vedono,
con me quando non c' era via e "là fuori era un paese lontano"
con me adesso, in un assolo in re minore
con me anche quando taci.

 

Chissà come saremmo se fossimo rimasti insieme.

*

Desideri di vita

Ero un desiderio
lo so,
così forte da diventare vero
e vivere di vita mia
su questo mondo che hanno immaginato per me.


Altri sono così forti da sembrare veri
e iniziano a vivere di vita propria
magari in un libro,
in una poesia
o in una mente.


E a volte non c'è differenza.

*

Aspettando l’ orata

Alla foce di questo fiume calmo

dove si specchiano le luci della costa

proprio di fronte alla montagna in mezzo al mare

così si aspetta, su questa regista sotto l' ombrello.

Perchè il cielo è coperto e nero.

 

Un occhio alla luce della stella

per coglierne ogni piccolo movimento

e uno alle onde del mare

per capire se è solo un movimento d' onda.

 

Intanto il mare sta cancellando ogni impronta del giorno.

 

Alla fine qualcosa arriva.

Non importa che sia un' orata,

basta la luce dei fuochi là in fondo

o la voce antica del mare

o il cielo che si apre all' improvviso

e ti mostra le stelle e un pezzo di luna.

 

Ma si è fatto tardi..

bisogna andare,

oggi si torna a casa, all' amato lago.

*

Undefined

Così è il tuo corpo

Come passato a un filtro di photoshop.

Non si vedono le nuvole nere

Nè le bianche.

Un' altra passata e spariranno anche le stelle,

i buchi neri e tutte quelle galassie dove viaggiavano le astronavi.

Resterà un unico colore di fondo

ad abbracciarmi dappertutto.

*

Lei è felice

Sì, è felice.
Per un bacio sulla guancia
o una carezza col pollice sulla mano.
Anche o proprio se non sa più chi sei
e non sa più chi è.
Anzi se non sa chi è
e non sa neanche chi sei.


Non sa più non è una categoria di pensiero tanto giusta.

*

Un fil di fumo

qui, da questo palco

si può vedere un fil di fumo.

No, non è all' orizzonte

ma proprio qui di fronte.

E la sera sarà più bella

al sapor di salamella.

*

Consigli per gli acquisti

Mezzo chilo di farina gialla,

per una bella polenta

densa tanto da poterla tagliare a fette

una volta raffreddata.

Mezzo litro di latte, di quello intero,

mamma lo faceva bollire finchè la schiuma usciva dal pentolino.

Poi ci buttava la polenta a pezzi.

Era molto buona.

Nella corsia a fianco intanto una signora, sola, compra un pacco di bucaneve.

Forse per lei, forse per la figlia.. forse è la madre che le sta dicendo

Questi ti piacciono tanto!

Domattina ci facciamo una bella colazione.

Al banco frigo un' altra è indecisa su un pezzo di carne.

È proprio il pezzo che piace al suo sposo.

Peccato che lo sposo dev' essere fuggito,

magari, proprio quando aspettava un figlio.

Perchè lo rimette giù e si avvia alle casse. Oppure per oggi avrà già speso abbastanza o ha pensato che non abbia un buon sapore.

Anche la mia cena però,

sarà questa farina rapida di oggi

o il latte che chissà da dove arriva

non avrà il sapore di una volta.

*

Ferita

C'è una pianta qui al parconord.

Mostra il tronco nudo sotto la corteccia aperta ai passanti.

Come una ferita.

La vedi?

 

 

Qualsiasi cosa pensi sia successo

ci sono buone probabilità che sia sbagliato.

Tante quanto quelle che sia giusto.

E non puoi farci nulla.

Lei non te lo dirà

Come non lo dice agli alberi lì attorno.

 

Ma loro l' abbracciano coi loro rami,

questo lo puoi fare.

 

*

Franco!

Il bosco oggi profuma

di aghi di pino, sole e margherite.

Gli alberi suonano al vento

la canzone  che riconosci solo tu.

È un giorno giusto per fermarsi un attimo a questa panchina di fronte allo stagno verde,

subito dopo la zóca del pirutit.

Ma qualcosa rompe la pace,

e chiama. Franco!

Un tuffo allo stagno.. è solo una tartaruga infastidita dal rumore.

Franco è solo un rumore..

Arriva un gruppetto di persone, sarà stata la moglie di qualche mio omonimo.

Sarà solo un rumore ma è un bel rumore.

Rispondo quando lo sento, anche alle assonanze.

Franky va bene, o anche solo Frank, o un più lungo Francesco.

Zia mi chiamava Francisco, con la esse, e ricordo che mi piaceva molto il suono.

Però lei non lo ricorda.

Neanche il suo ricorda.

L' ultima volta ero un bravo signore che era andata a trovarla

Peccato fosse già sposata, diceva, anche se non era vero. Non poteva.

Forse oggi avrebbe potuto.

Sì.. sono contento di rispondere se mi chiamano Franco.

 

Così al commiato:

A presto bravo signore..

(pausa)..

Salutami Enza.

 

 

*

Fin qui e non oltre

Forse è una prerogativa dei nati al lago.
Forse è quel confine di montagna sempre davanti agli occhi.
Unico sbocco il cielo.


Il suo mistero troppo lontano per un bimbo, o un vecchio, perfino per un aviatore.
Tutto è qui, il sole che luccica sull' acqua, il vento che la increspa o i lampi che la impauriscono.
Forse per un bimbo l' infinito è oltre le montagne
lo spazio là non è limitato
forse non c'è paura dei lampi
o desiderio che torni il sole
l' infinito non muore contro le montagne nè nasce mai.
Niente paure
niente desideri
niente finzioni
niente aspettative di tempo.
Chissà se ci sono i suoni.
Niente di niente.

 

Però io voglio stare di qua
voglio andarci ancora a pescare su quel lago.
Con la speranza che non piova
che poi è il desiderio che ci sia il sole.
Con una radiolina
e magari un libro
o perchè no, un topolino,

nell' attesa che abbocchi.


E se pioverà ci sarà sempre un portone per ripararsi.
Tutte quelle goccie si aggiungeranno al lago.
Che rimarrà lago. E canterà andando verso il mare.

 

E' di qua che voglio stare.
In questa infinita finitezza.

*

Grave perdita

L' unica.

La perdita del poi.

Cresce fino a mangiarsi tutto l' adesso.

Può farti perdere il prima.

*

Progetto per la costruzione di una barca in legno di balsa

Per prima cosa devi scegliere bene il legno,

senza nodi e non troppo spesso. Diciamo un paio di millimetri scarsi.

Anche il collante ha la sua importanza

non servono grandi tecnologie, un comune attaccatutto andrà benone,

solo un pò di epossidica per i supporti dei motori.

Il tiglio va bene per i supporti.

Due motori sono indispensabili.

Evitare colle a caldo

Si possono sciogliere all' avvicinarsi al sole.

Già sperimentato.

La fusoliera, a centine, piuttosto affusolata,

e il ponte senza balaustre.

Le vele su un telaio di seta leggerissima

vanno posizionate appena dopo il baricentro, partendo da prua.

La vestizione è la parte più bella

non usare l' azzurro, o sarà quasi invisibile in acqua o in cielo

nè il bianco nuvola.

Il rosso va bene per i giorni di sole e il giallo per i giorni bui.

Il monocote va steso bene, senza grinze o fessure

le fessure potrebbero far filtrare acqua

e appesantire il legno

così che, abbassando le vele in orizzontale,

Non riesca a decollare.

Ma se hai fatto tutto bene basta alzare un pò il timone e la prua punterà dritta verso il sole.

Da terra la puoi vedere da sotto, scintillare ancora umida.

Se non hai scordato un paio di alettoni, sul bordo posteriore delle vele la puoi far roteare

e vederle i fianchi, e il ponte, la prua e la poppa.

Puoi lanciarla in verticale fino allo stallo e farla ricadere in picchiata.

 

Se la comunicazione non si interrompe puoi riprenderla e farla riammarare tranquilla.

Se no, ricomincia da capo.

*

Vieni quando sono felice

Non oggi,

il cielo è grigio e l'aria umida

e poi, non è neanche un bel posto qui.

Non dovrebbero concedere visite qui.

Verrò io un' altra volta,

col sole,

dove le visite son concesse

anche se tu non ci sei, c'è solo una foto.

Intanto,

se sbatto più forte queste uova

la frittata verrà migliore.

*

Vitami(n)a

Riprendimi in braccio

come una volta

offrimi i seni

che ho ancora sete

di vita

la tua.

e coprimi.

(Con le tue foglie)

 

(e tua madre diventerà una pianta 
che ti coprirà con le sue foglie.

Bambino. A. Merini)

 

Frida Kalho painting

*

La sponda

Era proprio una bella sponda,
stava distesa tutt' attorno al suo lago.
Di giorno le sembrava di stare stesa ai prati, al verde dei monti,
e la notte era la cornice di uno specchio di stelle.
Lui batteva, e ribatteva sulla sponda
infilando le sue mani in ogni anfratto provocando anche piccoli smottamenti,
piccole piacevoli ferite.
Ma c' era il mare oltre la sponda,
che aveva bisogno di lui,
e lei se ne accorse
si lasciò sgretolare in minuscoli frammenti d' arenile
e si aprì
come una donna amorosa.
Lui restò lago
ma si fece anche fiume
e la penetrò.
Lei divenne due magnifiche rive
che lo accompagnano
sempre
nel suo viaggio.

*

Allora esiste!

E' apparso in cielo, all' improvviso

non è solo sui libri della maestra

o in fantastiche storie di pentole d' oro.

Fermati al bordo della strada

e guarda con me.

Ti insegno lo stupore!

 

(negli arcobaleni giganti c'è sempre un fantasma)

*

Unica spina

C'è uno strappo, qui, nel taschino,

dev' essere successo al bosco

durante i soliti giri.

Non ricordo grandi rovi, dev'essere stata una spina solitaria.

E' rimasto solo un plettro, nel taschino,

e pochissime altre cose troppo grandi per passare dalla fenditura,

un bacio,

una partenza,

qualche fiocco di neve,

Margherite.

 

Inutile tornare, i sentieri erano troppo intricati

e poi, in fondo, il plettro è tutto quello che mi serve per ritrovare tutto, la sera.

 

Guardando meglio c'è un graffio anche sul petto, un foro,

la spina dev' esser stata lunga..

e gocciola.

 

Avessi studiato matematica potrei calcolare il volume di ogni goccia

e il tempo che resta..

Ma ho fatto il manutentore

e riparato pompe.

Non ce n'è stata una di irreparabile.

 

Anche senza ricambi

a volte bastava montare le membrane all' incontrario.

A testa in giù.

E si poteva proseguire

*

Si accettano consigli (e insulti colorati)

Più che un consiglio fu un lampo.

Nero.

Nell' azzurro incosciente.

I colori accesi.

Alla fine c' erano solo ombre dei giorni passati.

Restò una zingara a vegliare le notti

e a dirmi che fu un lampo

anche per il consigliere.

Un Merlo dai capelli di neve.

Come diverranno i miei.

*

Tempo scaduto

Il giro di giostra è finito,

il gettone dura un minuto

Massimo due.

Ma Lui non si chiama Massimo,

così Leo se ne esce con un

"Ok. Va bene, così possiamo andare a casa

a giocare con la mia sabbiera,

e i giochini che non scadono."

*

Non rompe...

Aspetta l' attimo

l' occasione arriva sempre.

Magari tra un mi minore e un do,

0.9 poi è un buon diametro, puoi tirare il decimo tasto fino al si, oscillando un pò sopra e un pò sotto l'intonazione esatta..

Qualche nota a spasso lungo la pentatonica per poi atterrare in sol.

Ora attendi la prossima, senza rompere i coglioni.

Ecco, "non rompe i coglioni" è un bel complimento.

Alla prossima!

 

*

Teletrasporto

Da piccoli ci si crede

così fortemente che è vero.

E ci si trova su navi di pirati

o a cavalcare dinosauri.

Io senza troppa fantasia stavo su un' astronave tra le stelle.

Il fatto di addormentarsi sul divano e ritrovarsi in cameretta, a letto, confermava l' ipotesi.

Capita anche da grandi a volte, come quella volta, a militare,

usciti per il solito giro di ombrette a un certo punto

Zap!

Ti ritrovi in cella di rigore, la mattina dopo.

Ma forse è un' altra cosa.

Però succederà anche stasera, su un piccolo palco di una festa d' oratorio.

Lo so

Sarò anche su altri palchi,

magari quello della balera del campeggio sul lago di Como

O quello sulle gradinate dello stadio di Meda

O alla Nuit! Night club malfamato in quel di Sondrio.

Oppure su un vecchio 850 con le chitarre in mano ,in cabina,

e il whisky nei foderi, in viaggio verso bellinzona.

Ci saranno anche tutti gli amici musicanti persi solo di vista

e mamma davanti al palco che danza come una volta con papà.

Anche se, a guardar bene sul palco, sarò sempre lì.

E mamma non c'è.

Andrà tutto bene.

*

Sogno sconclusionato

Sarà lunedì
o tra un anno, o tra 10, forse 100.
Disegnerò due supercrome esplodere in cielo
come stelle, in sogno,
e ricadere in unica pioggia di minuscole scintille
in un lago in fiamme.

 

Mentre tutta la città dorme, e sogna,
e non si accorge di nulla.

*

Se t’ amassi

Se t' amassi
e andassi a cercare cos' è questo Amore
probabilmente non lo saprei mai.
C'è chi dice che è un colore,
Rosso a giorni, o blu in altri o nero.
Chi dice che ha un gusto, dolce o piccante.

Chi lo sente sotto le dita, accarezzandolo.
Chi giura d' averlo visto brillare, nudo e splendido.. nella cecità silenziosa.
Chi ne sente il profumo.

Chi dice che ha un suono,

una musica lieve o un battere di metal estremo in codice morse

oppure un assordante martello pneumatico che batte, e ribatte, gonfiando i corpi cavernosi.

Così non lo saprei mai.

 

Quello che so è che io diventerei te, e tu me.
Anche qui, ora, mentre friggo le zucchine scottandomi un pò le dita
o perchè no, in bagno, prima di schiarirsi le idee, che poi son quelle che ti fregano.

 

Che tu lo sappia o no non è strettamente necessario
nè indispensabile all' Amore.

*

Bellezza interiore

Un bel dire..

Ho cominciato a crederci un pò meno quando il proctologo,

infilandomi la sonda ecorettale,

ha detto,

va che bella prostata ingrossata abbiamo qua dentro.

E sono sicuro avrebbe detto qualcosa anche il dentista,

da bimbo,

se non gli avessi morsicato un dito prima.

 

Così ha detto altro.

 

E poi ci sono le statue di Grillo, e della Bissara

Di Rodin e Claudel-

I quadri di Montoya, Ortiz,

Hopper o Van Hove.

Bellezza da vedere

Come il sole che brilla sul lago

o la pioggia, che fa quei rimbalzini che ricadono in tante goccioline e increspano l' acqua.

 

Viaggia nell' aria,

la bellezza,

entra dentro gli occhi.

*

via Rovelli

Lì sta la prima casa

in via Rovelli

in una città di lago.

Non posso non passarci ogni volta che ci vado.

Lo so che hanno cambiato il portone con uno automatico, sempre chiuso,

e non vedrò il cortile con la porticina del giardino dei giochi.

Nè la ringhiera che lo circonda.

Ma ci vado lo stesso.

E' come ritrovare un altra casa,

calda, accogliente, senza respiro e dai suoni ovattati.

Una casa che neanche ricordo.

Dove lei era la mia casa.

*

Knocking on Heaven’s Door

Oggi si sente

forte

più che mai

*

Calma apparente

Una musica dolce..

L' acqua è calda e il vapore sale con le note nell' aria.

C'è un bel sole che filtra dalle tende.

Ma senti che rumore in petto.

Copre tutte le musiche.

*

Senti che aria

Fu per caso

un pomeriggio

seduto davanti all' ampli, in cameretta.

Si sentiva l' aria spostata da coni.

Più volume più aria.. ma sapeva di carta e polvere.

Da lì l' idea,

un pò di profumo spray della mamma sulla tela dell' ampli e l' aria profumava di lei.

Ma non bastava.. e allora anche sui coni, da inzupparli bene.

Il volume cominciò a calare ma l' aria era buona.

E se ne spruzzassi un pò sulle valvole? mi son detto mai contento..

 

L' esplosione fu forte

e anche la puzza.

 

Ma ho imparato che non si spruzza il profumo sull' alta tensione delle valvole incandescenti.

*

Giù, dall’ altro versante.

C'è una vetta, ai limiti di questo mondo.

Troppa la distanza, e poca la voglia di andarci.

Da bimbi neanche si vede

forse per l'altezza dei bimbi che la pone oltre l' orizzonte ottico.

O forse perchè tutti presi a costruire altri mondi di mattoncini colorati

dove per i fantasmi e i mostri basta una scatola mangiapaura per buttarci un bigliettino e un nome.

Poi cominciano le avvisaglie..

si scorge la cima a volte, brillare al sole, o tra lampi e nuvole nere.

Oggi, da qui, si vede bene.

Alta.

Innevata se vuoi la neve o ondeggiante di grano verde se vuoi il verde.

Caricherò le batterie un giorno, oltre la capacità nominale

e magari monterò un motore da 2000 Watt, per fare la strada più leggera.

Un panino e una bottiglietta di chinotto nelle borse, più un sacco di bigliettini, e nomi, e immagini.

Per me magari sarà d' acqua, con riflesso il verde e le cime innevate dei monti e brillerà al sole.

Troppo? No..

Ci saranno ragazze al bagno, motoscafi, gommoni in planata e vele alla breva.

E ci starò finchè fa inverno, e la neve nasconderà la via del ritorno.

Allora giù!

In picchiata dall' altro versante verso nuove terre e nuovi soli.

So com'è..

è come quando esci da un bosco, su una strada mai vista, e sei felice.

Lascerò in cima il panino e la bottiglietta di chinotto, su una panchina,

per i viandanti.

 

*

Guida tu

Penso questo a volte

inforcando la bici.

Guida tu.

E lo fa.

Davvero.

Mi porta dove nascono i ranuncoli

e l' acqua cade in sette cascate

Sulla via degli gnomi,

verso una madonnina nel bosco.

Lasciagli un pensiero..

basta qualche margherita e un fiore dei mille pensieri.

E una carezza.

Detto.

Fatto.

*

Gli uomini non cambiano

"Hanno i soldi per comprarti e poi ti vendono"

Rende benissimo l' idea.

Perchè cercare altre parole?

C'è solo una speranza.

Crescerne di nuovi.

*

settima proboscide (piove)

Profumo dolce

irrora i petali

del fiore antico

*

Peccati di gola e altro

Anche l' occhio vuole la sua parte

diceva Puretta

mentre le radici proliferavano

e gli offuscavano la vista.

E Francesco..

carne viva in gola

vibrante per la radio troppo alta.

Intanto qui le pareti son tinteggiate in verde

Speranza

e anche le porte.

Dalla finestre si vedono gli alberi,

il bosco tra il lago e i monti.

Ma il profumo è asettico.

*

Fantastici mostri

Fantastici e splendidi
mostri di Fantasia.
Fantasia fa di una puttana una santa
di una santa una puttana.
Fantasia fa del bianco il nero
e del nero il bianco.

A suo piacimento.
Non serve cancellare l' uno o l' altro.
Fantasia torna.
Sempre.
A ricordarti che è un inganno,
non sono due ma tre.
E l' altro sei tu
allo specchio.

 

"ogni pensiero vola"

*

Forno crematorio

Lì non si inceneriva la gente.
Si inceneriva l' amore
che era un fiore chiuso fuori
nei giardini dove brillava il sole
e la Madonna non guarda.

E dentro solo puzza di scienza.

Così non credi più a chi ti offre un fiore.

Ma i fiori son ribelli.
E volano.
Cadono anche dagli alberi
per accarezzarti in viaggio.
Senza nessuna scienza.

*

L’ armonica

Babbo non approvava molto

e parlava meno

la musica era solo un sogno

non valeva giorni persi di lavoro.

 

Ma intanto suonava l' armonica

e riempiva l' aria tra i narcisi e i mughetti

sopra Brunate.

 

Ed è questo che ho imparato.

 

*

L’ anima è un mostro orribile

L' anima è un mostro orribile,
non può essere che così.
Se trova un poeta, inerme,
si mostra nuda.
(E' sempre nuda.)
E lo uccide.
(Non si sopravvive alla vista.)
Ma tu
poeta
ti prego
non
morire.

.

*

Parole di neve

Capita che un giorno qualcuno ti dica parole che poi ti accompagnano per una vita.

Le trovi sui muri.

Nelle parole di altra gente, nei film.

E così ti abitui

pian piano non son più neanche un dolore.

Sono un compenso.

Esattamente quello che ti sei meritato.

 

Poi, per caso o no

nelle parole dello stesso qualcuno

scopri che hanno accompagnato anche la sua.

 

Ma non cambia molto.

Sono esattamente quello che ci siamo meritati.

*

Sbocciano

Sbocciano.
Nonostante dove.
Nonostante quando.
Nonostante Giove.
Nonostante tutto.
Fiere o malferme sbocciano.
Anche non viste.
Piccole ferite ad irrigar la terra.

*

Sette demoni

Sette demoni
non basteranno.
Splenderai sempre nella tua veste rossa.
Anche senza un corpo tuo.
Libera.

*

Puoi farmi pipì sulla scarpa

Puoi farmi pipì sulla scarpa.

Mancando un attimo l' albero.

E quando hai finito

puoi correre per il piazzale

gridando

l' ho fatta!

l' ho fatta anche sulla scarpa al nonno!

Felice.

E ne sarò felice.

*

No arms

Stavano in mezzo alla radura

Whithout arms

Si abbracciavano sotto

*

Un saluto

Era lì, anche stamattina.

Il merlo nero, nell' erba

passando veloce non s' è mosso, e non un suono.

Così son tornato indietro e si è lasciato avvicinare.

E toccare.

Un saluto e il viaggio continua.

 

Credo sia ancora là.

 

 

*

Preghiera a Matteo

Al sentiero del bosco oggi

il solito merlo.

Il solito merlo e i fiori dei mille pensieri.

Il solito merlo alla toilette delle pozzanghere.

I fiori tutti ai lati del sentiero.

Ho accelerato l' andatura

ma al merlo non importava molto

e l'aria smossa non bastava ad alzare i pensieri.

Così che venga pure Matteo, con tutta la sua turbolenza

Lui saprà raccoglierli

e portarli dove va a riposarsi

dopo i suoi giri attorno all' albero che sa il mio nome

e conosce le poesie.

 

(ogni bosco ha un tuo albero)

*

Perennemente gravida

Iniziò a battere nel ventre,
piano piano.


Come c' è entrata
è un segreto
che nessuno può violare.


Certo, ogni tanto nasce qualche poesia
che qualcuno fa sua
e poi porta per il mondo.

 

Ma lei è sempre lì,
nel ventre.

 

Perchè lei vuole vivere.

 

Di vita propria.

*

Musa

Non vi canterò la mia musa,
nè le dedicherò una canzone.

 

Vi potrei raccontare che la sento.
La sento accarezzarmi il viso con mani di vento scendendo la Napoleona.
La sento, in un canto di campane
passando da un paesino di campagna,

nel profumo delle ginestre, al bosco,
o in un ramo di salice che splende al sole.


E la vedo, nelle scie che fa l' aqua al passaggio di un cigno,

la vedo uscire in forma di raggi dalle nuvole imbronciate di oggi,
o nel merlo che mi spia lungo i sentieri.

 

Magari ci credereste.


Ma lei no.


Lei è con me, sente i pensieri, e non ci crederebbe.
Conosce ogni mio desiderio
e sa che non sono poi così poetici.


Ma sono miei. Per lei.

*

Ho un nome

Ho un nome,

che non è il mio.

Al mio potrei far finta di non sentire.

Qualcuno deve pur saperlo

perchè chiama forte a volte

senza nessuno suono.

E non c'è nessuno.

Forse non è oggi che chiama

 

 

*

Vai

Vai avanti tu.

Tutta questa mania di salire,

di arrivare assieme in un posto dove poi

ognuno è perso nelle proprie emozioni di felicità.

Vai avanti tu.

Curerò il percorso fatto insieme finora,

spianerò le prossime buche,

che non ci siano intoppi.

E starò a guardare la tua felicità.

Poi accompagna anche me fin lassù.

E vedremo il sole

regnare su questo antico mondo.

 

*

Poet(ar)duino

All' infinito
in mezzo alle stelle.
verso l' alba

 

*

fioriture

A volte rifiorisce,

nel mio cuore.

La primavera non è necessaria.

*

Lontani

Lontani..

Come si misura lontani?

In chilometri?

In giorni? in anni?

In fin dove arriva lo sguardo?

O puoi sentire la voce?

Ognuno misuri come vuole.

Purchè non in "troppo"

*

Io te lo lascerei succhiare

Io te lo lascerei succhiare,

anche se è una delle cose che mi piacciono di più,

specialmente quello alla menta.

Anche fosse l' ultimo.

Anche nel giorno più caldo d' Agosto.

Anzi te lo darei proprio tutto.

 

A me basta un pò d' acqua.

*

Desideri

Sapessi scolpire, ti scolpirei
in marmo o argilla, seguendo ogni forma.
O dipingere, su tela o carta, ti farei, quasi vera..
Se fossi un vero poeta potrei scrivere di tutto questo.
Ma so solo chiudere gli occhi
e immaginarti di marmo vivo
aprire le braccia e correre nel sole,

immaginarti fatta di aria nell' aria di questo aprile,

di gocce d' acqua brillanti alla luna.

O in una cornice dorata

a pettinarti i capelli con movimenti lenti.
Anche nelle tue stanze non sei male
figura danzante controluce.

 Vera più del vero.

So desiderare. Questo sì.

 

E non smetto.

Da 750.000 anni fa.

                                                       

https://www.youtube.com/watch?v=-RR_iRdCtuk

*

Non in suo nome

void (setup)

# define Santa = 0;

# define troia= 0;

# define dolce = 0;

# define velenosa= 0;

# define valore= 0;

//*******************

 

void (main)

 

Non dirle che l' ami.

L' amore è solo un nome che abbiamo inventato.

Una definizione per l' indefinibile.

E poi, se un giorno le è stato rubato

o tradito, non ci crederà.

Solo, se anche non avesse braccia da alzare al cielo, alzala.

Se non avesse gambe portala sulla schiena, con te.

E desiderala.

Santa o troia

dolce o velenosa.

Quando troverà un valore a questo

e la schiena si farà più pesante

Glie lo puoi dire.

 

return(valore)

*

E poi, un giorno

E poi, un giorno

accade che dai una sistemata al cassetto dei sogni.

Così, per far spazio ai nuovi.

E scopri che i doni ricevuti sono proprio quelli che desideravi

e anche più.

E lo spazio è immenso.

Allora ringrazi la Vita.

*

Anna verrà

Sta già bussando alle porte della vita.

Forte.

E ci vedrà.

Scoprirà che non è mai stata sola in quel mondo tutto suo. caldo e sicuro.

Dobbiamo solo mostrargli che anche questo non è poi così brutto.

 

*

Per adulti

Sai che non lo so?

Se sia questione d' età

o di maturità.

So che intanto invecchio

andando a cercare il meglio

o meglio

qualcuno che mi dica che deve ancora venire il meglio

qualcuno che cerchi il meglio.

 

E Devo andare.

*

Ancora vivo

Grazie, mamma

per questa spina che ho nel cuore

,dove abiti,

frutto di un amore antico

ancora vivo.

*

E suonare ti tocca, per tutta la vita

So dei giochi col si la do

e di lei che canta una melodia.

 

Ma c'è molto di più.

Accade un giorno che viene a cercarti,

sembrerebbe per caso ma non è così,

ti conosce da sempre e ti costringe ad ascoltarla.

E canta, e ti piace.

Se non la senti per un pò la vai a cercare.

Ti costringe a cantarla.

Così ti trovi in un pomeriggio di nebbia e di "scarpe bianche come me" a cercare gli strumenti per farlo.

Non le importa se diventerai un mago con quegli strumenti. Vuole solo essere cantanta.

Ed è da allora che la canto

solo o su un palco

o da questo sellino in riva al lago

a un merlo, a una porta, a un albero, a una statua, a un verso. Alle margherite.

È sempre nuova e giovane

abita con me. Ovunque.

Ma lei suona il piano, e io non suono la tromba..  

(vergine e inafferrabile).

*

Un verso, da sotto la porta

Da qui si torna.

*

Da sotto le nuvole

T' ho disegnata vestita di nuvole
tra le curve delle tue colline.
Dentro un cielo azzurro.
Ma era un ricordo
Chissà com' è ora lì quel cielo
e quelle colline.
Le puoi vedere dalla tua finestra?
Perchè dalla mia non si vedono.
Sta facendo buio?
Entra ancora un pò di luce?
Hai di che giocare?
Forse oltre l' ultima curva si stanno accendendo le luci di qualche città
perchè nulla finisce oltre l' ultima curva
anche se non vedi.
Così domani andremo al lago.
Oltre tutte le curve e le discese.
Così.
Per cercarti nel cielo da sotto le nuvole.

E cancellarti le rughe.

 

Salvador Dalí
Le Miel est Plus Douce que la Sang

*

l’ importanza delle cose che non importano

Qualcuno le chiama "api".

Stringi più forte.

A volte anche "Vero" è importante che non importi.

Stringi più forte.

Se  (Sogno != Vero)  {non importa};

Stringi più forte.

Non servono braccia, nè corpi.

Stringi più forte.

Qualcuno lo chiama "andare a vedere il colore del vento

ma potrebbe essere il calore del fuoco

o il freddo di una tempesta

o lo stesso profumo del Sogno.

Stringi più forte.

E sarà musica nell'aria.

 

 

*

Ho un Sogno

Ho un Sogno.

E so dove trovarlo.

Così oggi prenderò la mia bicicletta e magari costeggerò un fiume.

O mi addentrerò in un bosco.

Forse prenderò una ciclabile e ne uscirò nei pressi di un incantevole borgo storico.

O una pericolosa provinciale, verso le rive di quel lago tanto caro, anche solo ad ascoltare l' onda.

Potrei anche passare dal prato, dove c'è la quercia che mi faceva l' ombra.

C'è un altro posto dove potrei andare.. dove un giorno ho incontrato la mia tigre dai denti a sciabola, e cercare di mettergli paura.

Lì c'e anche una statua che non ti guarda, sta, semplicemente, di spalle.

A volte vorrei trovare posti nuovi.

Ma non importa il posto.

So dove trovarlo.

Anche stando a casa.

 

*

Guarda

Tu guarda.

Che sia un bimbo nel buio, di notte. Solo.

O una donna, nella sua camera vuota.

O un uomo, su una panchina alla stazione.

Guarda bene. Con attenzione.

Non è il bimbo, nè la donna o l' uomo.

E' qualcosa che non ha nome

nessun suono pronunciabile.

Certo, se non fai attenzione un nome lo trovi, ma non è il suo.

Per quello che vedi basterebbe un gesto,  un canto.

E sparirebbe.

*

Nel mezzo

Stava nel mezzo -

Il mezzo s' espanse

contro il cielo buio.

*

E mi mostravi orgogliosa

Le ho fatto un ritratto
seguendo a matita ogni curva
visibile e non visibile.

 

E poi il viso,
riescono sempre male i visi.

 

Ogni volta però era una magia.

 

Ma non era lei, non sarà mai lei,
forse non è lei e non l' ho capito.

 

Sei tu, affacciata al balcone della tua immaginazione,
a tessere parole antiche in modo nuovo.

 

E hai scordato il suo nome.
E il mio.

*

Alla mia chiesa

canti Ucraini

alla mia chiesa antica

lei è la stessa

*

Il pesciolino d’ oro

Facile un tempo

pagare cento lire un pesciolino d' oro

per la tua voglia di avventura.

Facile non voler ritornare.

Oggi lo stesso pesciolino

costa molto di più,

non c'è prezzo,

non lo puoi comprare.

Perchè non hai più dove tornare

*

Era una fredda notte, buia e..

Era una fredda notte, buia e silenziosa.

Lei bussava forte all' anima.

Ho acceso il riscaldamento

e messo luci agli angoli della stanza.

Che si vedesse che non c'era

E un rock,

per saturare l' aria, e l' anima.

Sperando che non desistesse

e entrasse lo stesso.

Per un giro di valzer che non so ballare.

*

Nostalgia

Nuvole bianche
in un giorno di sole
scrivono nomi.


Rinascono in mente
voci e immagini care.

*

Poesia mai scritta

Poesia mai scritta,
quella dove io non ci sono
e nemmeno tu.


Dove queste valli, nate dal brillare di due nere sorgenti, non ci sono
e nessun fiume le attraversa
Non c'è nemmeno tutta questa neve sui capelli
causa del tempo, che non ho scritto.
Neanche l' amore forse,
perchè è là fuori, nell'aria e fugge col vento
o in una nuda poesia scritta.


Poesia mai scritta,
dove l' uomo è uomo e non è geloso per il furto di una costola nel sonno.
Dove questo furto non fu mai scritto.
Qui il cuore non si spezza se l' albero dei desideri non dà certezze
alla sua ombra si può stare in piedi, uno alla schiena dell' altro senza timori, voglie o gelosie.


Poesia piene di parole che non ho mai saputo dire.

Per questo verrò un giorno a dirtele.

*

Mi manca

Quello che mi manca
è un orologio.
Da infilare nel solito taschino
quello pieno di plettri, scontrini, palline di pelo e cose da conservare.
Sempre più zeppo d' illusioni.
Quello che mi manca
è un orologio.
Che mi insegni che il tempo passa,
il taschino si fa pesante
e i muscoli dolgono sotto il peso.
Quello che mi manca è un orologio
che mi dica l'ora di svuotarlo.

 

Ma non l' acquisterò.
Non lo guarderei.

*

Lontane stelle

Ho dormito in riva al lago da giovane,
come molti.
O sul greto di un fiume,
come molti.
Forse è lì che ho imparato ad amar le stelle.

O forse prima,
quando le cantavo in una canzone sul balcone della cameretta,
come molti l' avranno fatto,
mentre il prato sotto si scuriva di freddo.

O ancora prima, senza memoria cosciente, e sempre in riva al lago.

Sì, dev'esser stato lì che le ho viste brillare la prima volta.
Come dovevano brillare negli occhi di mia madre e mio padre desiderandomi.
Come solo io.

*

Il libro delle regole

Chi ha il libro delle regole

ha la risposta a ogni domanda.

Non è necessario capire la domanda

e neanche la risposta.

*

Tempo

Alla mia riva

fioriscono ricordi

sull' io di oggi

*

Ombra

Lui mi conosce

vicina è l' infanzia

alla sua ombra

*

Gita al lago

Abbiamo sceso le scale in pietra

tetre e scarsamente illuminate.

Ma  siamo usciti per le vie,

c'era un bel sole e l' aria era calda.

Solita sosta al negozio dei "binis", quello con le palline argentate

al rosolio che ti piacciono tanto

e dal panettiere, per una mantovana da portarci per metà mattina

casomai ci fosse venuta fame.

Poi via, veloci, c'è tutto il centro da traversare

la lunga via dritta piena di negozi verso il Duomo

e poi la grande piazza.

Ed eccoci finalmente alla riva

possiamo sederci su una panchina

io e te

anche solo ad ascoltare le onde

a guardar le anatre procurarsi il cibo

e ogni tanto allungare lo sguardo all' altra sponda.

 

E' stata proprio una bella gita

anche se l' anno non è lo stesso per noi

e neanche il giorno.

Il sole è ancora quello e l' aria un pò più fredda.

 

*

Ne ho avute tante

Davvero tante.
Fin da bimbo.
Fucilini a tappo, tirasegni,
ferrari rosse per sfrecciare nel circuito di indianapolis sotto casa.
In un baleno si son trasformate in pistoni, fasce a elle e canne cromate.
Gomme tassellate e fango.
Sapevi che le gomme tassellate fan presa anche in aria?
O forse è solo l'effetto della controrotazione.
E son state sempre nuove,
corde e valvole calde, aria che vibra nella cassa toracica a ritmo di musica.
Aria.. in riva al lago, a guardar le stelle vanitose specchiarcisi.
E poi c'è stata lei.
Ma non sono finite, ne ho avuto ancora di più.
Molte proprio grazie a lei.
Gioie, si chiamano gioie.
Certo la ferrari rossa è diventata una bici d' argento e sfreccia sulle vie d' acqua
ma loro non smettono mai.

 

La prossima sarà a primavera
e si chiamerà Anna.

*

C’è chi ama le rime

C'è chi ama le rime,
quella in ore è ancora la migliore
si può attaccare a cuore
ma se cuore != amore
allora cuore = dolore
se invece cuore == ardore
allora cuore = sudore.
E sulla pelle, si sa, sudore = bruciore.
Che ci voglia un estintore?
Si, un estintore
e sul bruciore puoi tornare vincitore.

*

Invisibile

Era proprio la parola esatta

nessuno riusciva a vederla.

Forse uno? Due?

Ma no.. Zero.

Zero il numero insopportabilmente esatto.

Così s' inventò un sogno.

Sognò di essere sognata, e chiamata per nome. Il nome esatto.

 

The most beautiful dream.

 

E non ne uscì più.

*

Scintille

Computer..

stupide cose.

 

Se gli dici in loop

"se ore uguale 10 accendi una luce"

"conta 10 secondi e spegnila"

lui la tiene accesa un' ora.

O meglio la spegne un millisecondo e la riaccende.

Neanche te ne accorgi.

L' uomo no.

C'è qualcosa nella mente dell' uomo,

scintille e lampi elettrici

veloci e inconsapevoli che evitano l' errore e fanno la cosa giusta

e alla fine ti fan trovare come dirglielo.

 

Nel modo giusto.

*

Luce

Lei era la crepa nel mondo

dove entrava la luce

troppa

non faceva dormire

l' ho stuccata.

*

Lettori

Strane creature

capiscono i poeti.

Ti spiegano cos' han voluto dire

E credono sia vero.

*

Poeti

Strane creature

sempre in ascolto.

Non fan domande

hanno già scritto le risposte.

E credono sian vere.

 

*

Trappola (canzone per Alda)

Forse è stato un caso
era solo così buono
e poi, quando il mondo fuori era freddo e buio
da far paura
lui sapeva far tornare il sole, e l' allegria
potevi sentirti bellissima.
Ma quando se ne andava tornava notte nel tuo mondo
All' inizio stava via poco
bastava desiderarlo e tornava.
Con lui al fianco eri al sicuro.
Non c' era niente altro a cui pensare.
Ma un giorno iniziò a piovere
e non capivi
non capivi però bastava stringerlo più forte
ogni volta più forte.


Ora la bottiglia è vuota
lui non c'è più.

Ma spero che lì dove sei adesso non piova.

*

Poesia? informatica

int emotionPin = A0;
int logicPin = A1;
void setup()

{
logicval= (analogRead(logicPin)
}

void loop()
emotionval= (analogRead(emotionPin)

if(emotionval > 5000))
{
logicval = emotionval +1

}

else
{

}

if(emotionval > 15000))
{
logicval = emotionval +1

}

else
{
}

if(emotionval > 30000))
{
logicval = emotionval +1

}

else
{
}

if(emotionval > 32767))
{
logicval = emotionval +1

}

..error..
..rolls over memory..

 

*

Preghiera #SaveAshrafFayadh

Non volevo scrivere una poesia

e di sicuro questa non è una poesia.

Una preghiera, forse

una richiesta di grazia,

di perdono

per l' indifferenza

e la presunzione di credere che una poesia

o una canzone

serva a non farne uccidere altri.

 

(anche i barboni a Natale possono fare indigestione)

 

 

*

Ho trovato una ninfa nel bosco

Non spiegarmi cosa voglio dire con
Ho trovato una ninfa nel bosco
è la mia ninfa
non ne puoi sapere nulla
Forse è solo un verso su questo foglio
e anche il bosco è solo una parola
una riga
non un sentiero
ma l' ho trovata
da sempre
a volte canta
con voce di vento
a volte danza
con movenze di vento
a volte è invisibile
ma non per me
quando è invisibile suona
con suoni di vento
un giorno nello slargo in fondo alla riga
nel mezzo della parola
la vedrò cantare
e danzare
giocando con le margherite.
Le margherite crescono sempre
comunque
Forse sono l' unica cosa vera

in questa storia

*

Non andare verso la luce

Non andare verso la luce.

Quasi sempre è una fregatura.

Una carenza di ossigeno e glucosio.

Sovradosaggio di sostanze chimiche.

Una lampada accecante.

Uno specchio.

Guardati.

Sei tu che fai luce.

 

*

Solo per una sera?

A me piace Natale.

Davvero.

Piace prepararlo, con cura,

piace l'odore dei peperoni arrostiti e della cucina.

E poi la sera, tombola e scala quaranta,

carte strappate dappertutto, e confusione.

Profumo di panettone.

 

I volti dei bimbi non hanno prezzo.

Ma anche gli adulti non scherzano.

 

Se pensi sia solo per una sera vuol dire che non hai neanche quella.

 

 

*

Parole

Parole,

prendine di gialle, dorate e piene di semi

sistemale sul foglio, ben in ordine

e un pò di quelle rosse, ardenti.

Non scordare quelle azzurre, acquose, a volte,

o leggere.

Tra di loro ci stanno le bianche, soffici e vaporose, pure.

Puoi metterne qualcuna nera, che svolazza qua e là, quasi obbligatorie

come pure quelle color nostalgia, diverse per ognuno

E quelle dolorose? Un pizzico.

Continua, mettine più che puoi, finchè colano dal foglio.

Potrebbe uscirne una poesia, o forse solo una canzone.

Se non fosse per il verde..

Si vede troppo che non c'è.

*

Non andare via

Non andare via
cielo
dove ho visto nuvole disegnare strade
e ganci
e forme di donna brillare nel sole
e arcobaleni.
E neanche tu
desiderio di guardarlo.
Perchè non basti mai.

*

Giorni

Passano, i giorni
aspettando giorni inventati
che non arriveranno.

Finchè ci sveglieremo in un mattino di sole.

*

Nascerà a primavera

Nascerà a primavera
assecondando desideri antichi di bambina.
E sarà donna.
A noi tocca accompagnarla nei suoi
e se sarò fortunato,
vederli.

*

Ferita a morte

Per sempre.

E avete indetto una giornata

per ricordarmelo

E scritto canzoni

e poesie.

Da secoli.

Grazie.

Ma io ho ancora paura.

*

Va bene così

La puoi disegnare

alta, bella e maestosa,

puoi disegnare il terreno dove poggia i piedi

e ci affonda,

puoi disegnare il cielo dove alza le braccia

e ci si confonde,

puoi disegnare la pelle riscaldata dal sole,

puoi disegnare la chioma rilucente.

Poi vai al bosco

e scopri che la foglie son tutte lì, sul terreno dove affonda le radici

e anche qualche ramo s'è spezzato, aprendo un altro buco in cielo

e la corteccia mostra nuovi segni.

Allora, inutilmente, l' accarezzi,

inutilmente, sposti i rami caduti,

inutilmente togli un pò di terriccio dalle sporgenze del tronco,

inutilmente.

Perchè a lei andava bene anche bene così.

Lasci un pensiero. Un seme.

Al ritorno, a casa,

la puoi ancora disegnare,

alta, bella e maestosa,

con le braccia al cielo,

la pelle calda

e la chioma rilucente.

Mentre lei aspetta primavera.

*

Assenza

La casa, qui di fronte, ha un bel colore allegro

ben protetta dalle intemperie e dal freddo

col cappotto nuovo.

È stata vuota, tutto il giorno, con le tapparelle alzate. Come in attesa, ad aspettare un ritorno.

La guardavo dalla finestra ogni tanto ed era sempre lì, ignara.

Il figlio sì sapeva.. saran gli ultimi giorni. 

Ora il buio ha solo scurito il bel colore allegro,

il freddo è riuscito a entrare e le tapparelle si son chiuse

così silenziosamente da sentire l' assenza girare per la casa.

 

*

Pensieri

Li vedi?
Là in alto, che brillano accanto al sole
o a un sorriso di luna.
A volte passano veloce, di albero in albero
o corrono lungo le radici.
Altri dicono che non li puoi vedere,
altri ancora che siano fiori che il vento sa dove portare.
Lampi che portano vita, gioia o morte e dolore.
Ma quelli più veri non hanno lingua.
Hanno forma di te.
E sono per te.
Tuoi.

*

Immagina

Immagina,

il sole.

Perchè oggi

qui

s'è alzata la nebbia.

*

Qualche anno in meno

Non tanti eh,

facciamo 40

e potrei portarti ancora nei camerini dell' Ariston.

Niente di grande o artistico o poetico..

L'Ariston in quel di Bresso,

balera di ingaggi giovanili.

Si suonava cielo grigio su

and ticket to ride.

Ma gli intervalli in camerino

chiusi

forse sì c' era poesia

nel cercarsi

e scoprirsi

nel dirsi si.

finche qualcuno bussava,

e ricominciava il canto.

Oggi che ce li ho grigi su

e cielo grigio giù

posso ancora portartici

ogni volta che voglio.

Nella mia mente

*

Solo un film

Lei sognava un amore da favola.

Da una vita.

Lui anche.

Da una vita.

E alla fine ce l' hanno fatta.

Poi lei è partita.

 

Lo so, è una banale trama di molti film d' amore.

 

E ai vecchi è solo per l' età che lacrimano gli occhi.

 

*

Questa non è una poesia.

Una poesia dovrebbe parlare di cose profonde
ispirate da muse, archetipi o grandi miti.
Non di alzataccie mattutine
e code di millemila puntini rossi e bianchi in autostrada.
Non di manovali bergamaschi, o impiegati
o di gente che non va a vedere l' infinito di un orizzonte sul mare.
Ma quando è uscito il sole il cielo s'è fatto rosa sopra quelle vite.
E anche questo è il mondo.

*

luoghi

Accade qualcosa a volte,
in certi luoghi, che ti ci incatena.
Non solo il luogo natio.
Lì un giorno
sei stato davvero tanto bene..
o tanto male.

Non importa quando.

Magari lì su quello svincolo, un giorno

hai incontrato una tigre dai denti a sciabola

e sei riuscito a sfuggire, tornare a casa e raccontarlo alla compagna.

O poco più avanti, proprio prima dell' uscita,

t'ha preso.

*

Novembre

Ci fosse almeno la caratteristica nebbia..

ma oggi il sole splende,

e filtra tra i rami.

Riscalda tetti e pelle.

E tutta l' aria chiama.

Ma tu, che hai lasciato un addio,

non rispondi.

E non lo vedi.

*

Canto per un leslie innamorato

Vibrazioni d' acciaio
scivolano
su un tappeto rotante di oscillatori e valvole.

*

La casa della bellezza

Proprio in fondo alla via,

dietro una curva

c'è una casa, ha fiori ai balconi.

Gerani e margherite, l' edera abita i suoi muri

e il sole la illumina tutto il giorno così che le stanze sono luminose.

 

Non è quella.

 

Dietro, nell' ombra e nascosta alla vista, ce n'è un' altra.

Ha stanze segrete che si lasciano immaginare

sempre diverse

forse è uguale all' altra, forse no,

forse è solo diversa.

Quasi sempre è vuota

eppure le porte sono aperte

anzi, a guardar bene, non ci sono.

Alla finestra qualcuno vede una donna

qualcuno due

o un uomo

o un bimbo

o sè stesso.

 

Qualcuno non l' ha mai vista.

 

 

*

Se un giorno, all’ incrocio

Nel passaggio quotidiano

fermandosi all' incrocio lo puoi vedere.

Un edificio troppo grande, sembra fatto solo di finestre,

Non partire al verde!

Lascia fuggire tutte le auto

e nel silenzio che segue la puoi vedere, affacciata a una finestra,

in attesa.

La puoi sentire, puoi sentire il suo sguardo che dice sta arrivando!

Ma tutto è così sfumato,

immagini ferme e annebbiate nella memoria.

Sai che non puoi salire, non ci sarà nessuno.

Così riparti al prossimo verde.

Finchè un giorno tutto si farà più vivido.

Allora salirai.

*

Il portone in Legno

C'è un portone in via Rovelli

se entri, subito dopo un piccolo androne, c'è una scala

in granito, che sale buia al piano sopra

e più avanti il cortile.

Da lì si vede tutta la casa, i davanzali coi gerani,

il ballatoio che percorre tre lati delle mura, le mamme che richiamano i bimbi a pranzo che poi salivano sprezzanti e armati di paura le buie scale.

E la signora Verga, sempre bella e sorridente, il signor Verga, coi suoi scarponi alla Van Gogh sempre esposti sul ballatoio ad asciugare dopo una gita in montagna.

Lui stava spesso sul ballatoio.

Gli piaceva impastare carta di giornale con acqua e farina e colla e farne casette o statuine rugose come il viso della moglie.

E in fondo al cortile una porticina verso l' avventura, oltre palme e fontane, tartarughe e animali esotici, nani da giardino e ninfe.

Era sempre aperto quel portone..

Ci passo ancora a volte ma è sempre chiuso. Automatico.

Ci passo per andare a suonare a un campanello e farmi aprire ma non l' ho mai fatto.

Forse per non scoprire che sono spariti gli scarponi, e le statuine.. e il bimbo che sale le scale.

O peggio, che le ninfe e gli animali esotici non sono mai esistite.

*

Gli inguini

Gli inguini son come colline

alcune brulle e altre boschive.

Oggi però, da qui, in questa nebbia piovigginosa di vapore si vedono solo tetti e case.

Piove. Come si dice? La gatta non si muove..

Non puoi neanche programmare il prossimo viaggio.

Se non la direzione.

Perchè le più belle le trovi svoltando a caso, in una stradina sconosciuta.

Lì puoi anche trovare un abbeveratoio, come fosse lì ad aspettare.

Che senza dir niente sa che non lo scorderai.

E ripasserai.

 

*

Un piccolo luogo

A un certo punto della provinciale si vede un castelletto, sulla collina,

a destra.

Lì devi girare per salire sulla collina dove c'e un santuario.

 

Non è quello il luogo.

Scendendo l' altro versante si incontra un lavatoio..

deserto,

ma se ti siedi sulle panchine ai bordi riesci a sentire il profumo del sapone,

il vociare delle massaie e il ridere dei bimbi nel prato a fianco.

 

Ma neanche quello è il luogo.

Prosegui, la strada si fa sterrata e si inoltra nel bosco,

scende verso il fondo della valle passando da uno spiazzo, cintato da siepi, con un crocifisso in legno e rosari appesi, ma non cè nessuno.

 

Neanche quello è il luogo.

Da qui la strada si fa più ripida e sconnessa, scende veloce e scura, passa da un' antica abbazia, in mezzo al bosco, e subito dopo un tornante un abbeveratoio, tenuto colmo da una fontanella.

Un luogo sperso nel tempo.

 

Ma non è il luogo.

La strada adesso è ancora peggiore, scavata dall' acqua che tracima e scava lavando fuori i sassi e oscurata dai pini.

Qualche tornante ancora e si arriva a fondovalle, con un ponticello si passa sopra al fiume che lo percorre, scorre calmo, tra filari d' alberi e prati ai lati e fiori e l' aria non è più umida e scura.

 

Non è lì.

Pochi km e si esce dall' altra parte del bosco, su un' altra provinciale, verso casa.

Casa, quello è il luogo,

da lì puoi tornare all' inizio della poesia e da lì,

magari con una bici argentata,

correre verso la fine del viaggio.

 

O programmarne un altro.

*

jam session

E la musica è come un bambino

che cresce e impara.

*

Ci sono ore

C'è un buco nell' albero qui di fronte, tra le foglie.

Ci sono ore, come adesso, che è nero e i pensieri ci passano attraverso cupi.

In altre ore è azzurro, o bianco, può anche essere mosso dal vento, che allo stesso modo agita i pensieri.

Ma c' è un' ora precisa in cui il sole ci passa attraverso e esce in mille raggi.

Io non so qual' è l' ora muta delle fate di Fossati..

Forse nessuna, forse è quando non guardi e da lì escono cose incredibili.

*

In unica posa (Come una statua remake) quello che non cè

Gli occhi ingannano,

certo è splendida da ammirare, con le sue forme statuarie,

potrebbe essere anche in legno, più caldo del freddo marmo,

potresti lasciarla un pò davanti al camino per darle ancora più calore.

Oliarla con oli profumati.

Si lascia ammirare e ti piace starla ad ammirare.

Quello che manca è che non ti guarda, non parla e non risponde al tocco.

Non cè nessuno scambio dei desideri.

*

Routine mattutina

Il primo a svegliarsi è il pensiero cosciente,

cosciente di lasciare un sogno a riposare fino a sera.

Un sogno dove gli alberi parlano, e ti salutano al passaggio,

dove tra i cespugli di margherite si possono trovare belle ragazze, o ninfe dei boschi.

Poi si svegliano gli occhi.

Uno sguardo alla luce che entra dalle finestre per un' anticipo della realtà. Sembra un bel giorno

 La curiosità fa alzare le tapparelle,

il cielo è azzurro, a pois bianchi, solo una striscia di grigio all' orizzonte che il sole forse caccerà.

Ma l' aria? E allora si aprono le finestre, 

è ancora fresca ma anche questa il sole riuscirà a scaldare. Non c'è vento che muova aria o foglie e la raffreddi.

Sul retro invece c'è un albero che doveva essere in attesa che la finestra si aprisse.

Saluta con un ramo, un ramo solo agitandolo come a dire Buongiorno! Ben svegliato. Oggi sembra un bel giorno.

Un rumore improvviso però fa uscire il colpevole.. un merlo nero.

Ma sarà lo stesso un bel giorno.

Una nuova avventura.

 

 

 

 

*

Un cespuglio di margherite, al bosco

Se ne sta lì, nella piccola radura che dà sullo stagno.

Davanti a un casolare abbandonato.

 

Se ne sta lì solitario,

Al sole o alla pioggia aspetta che passi qualcuno.

 

Si lascerebbe guardare, accarezzare, si farebbe prendere anche qualche margherita per una carezza.

 

Ma son così pochi i passanti..

qualche fungaiolo,

due bimbi con la canna da pesca, credendo in un miracolo,

qualche vecchio in bicicletta.

 

Però così ha potuto crescere rigoglioso.

 

Se ne sta lì, al sole,

Il vento ogni tanto agita le corolle

e lui si guarda in giro.. ma non c'è un altra margherita in tutto il bosco.

 

Forse è proprio con quel vento impertinente che lo muove spettinandolo che è arrivato il seme.

 

*

Il prezzo dell’ anima

E' venuta a trovarci un giorno
non si sa perchè
nè quanto tempo rimarrà.
La nostra casa ci è sembrata troppo piccola per contenerla
e continuammo ad allestire nuove stanze,
a renderla accogliente perchè rimanesse.


E ogni tanto si mostri.
Muta.


A volte ci parla come in un Sogno.


Chiede solo un prezzo da pagare.


Il ricordo da svegli

*

Di-segni

Tornando in autostrada.

Gli alberi e i campanili all' orizzonte

iniziano a colorarsi di buio,

il sole riverbera d' arancione il cielo azzurro

mentre affonda alle loro spalle.

Qualche chilometro e resta solo il cielo

azzurro e pieno di segni rosa,

due ali, o un paio di baffi?

maschi e femmine disegnati, pirati,

c'è pure un galeone volante dove poter salire con la fantasia.

Pochi chilometri ancora perchè i disegni cambino dal rosa al nero

e il cielo dall' azzurro al blu.

Le luci dei caselli poi fanno atterrare il galeone.

*

Come una statua

Vi vedrò ancora nude?
Con i seni inarcati di pesante marmo
e le natiche possenti

strette in un abbraccio.
Fredde? Forse, al tocco.
Ma agli occhi tutto il calore del corpo,

al cuore tutto il calore dell' anima,

alla fantasia tutte le movenze
fissate dall' artista in un' unica posa.

Le amiche (Salvatore Grillo)

*

Transfert

Oggi è una bella giornata di sole,
si può fare fare una bella passeggiata in città.


Magari partendo dalle mura,
guardare le vetrine,
i monumenti,
ascoltare il ticchettio dei tacchi sull' acciottolato,
sentire il calore del sole sulla pelle,
a braccetto.


Cosi il tempo non passa.


Poi, in fondo alla via, si svolta a destra..
E io mi trovo in riva al lago.
E tu in Piazza Grande.

*

Nuvole

Chi scrive in cielo con le nuvole?

E cosa?

In che lingua?

A volte credi di vedere una lettera, un simbolo noto, ma non è così

Sono solo idee, idee svolazzanti che ognuno fa sue come vuole.

Le puoi prendere e farci il corpo della donna amata.

 

*

Se tu fossi un uomo

Se tu fossi un uomo..

non ci crederei.

Nemmeno se mi mostrassi quel segno genetico tra le gambe.

E non sbaglierei.

Perchè in realtà non lo sei.

*

Ghost

Non era molto tempo fa,
mi offrivi la schiena,
il petto,
o un pudico inguine coperto.


E non so se sia più viva la carne
o il suo ricordo.

 

Mi chiedevi di non fraintendere
e ho frainteso,
non vedendo le braci di una stella esplosa nel cuore.

 

Eppure stavo a guardare.

*

Nomi, Vite e intrecci

Umberto era un uomo famoso,
un giorno decise di partire e partì.
Non tornò mai più.

Laura era una persona molto solitaria,
non parlava mai.
Chissà cosa pensava laura.

Fritz era forte e coraggioso, gli piaceva andare in guerra.
Andò in molte guerre.
In una morì.

Rosy era una scrittrice,
molto brava,
ma nessuno leggeva i suoi racconti fino in fondo.
Chissà come finivano i racconti di Rosy.
Chissà dov' è finita Rosy.

Luigi stava piangendo,
Luigi era molto triste.
Come stia adesso, non so.

Gianni passeggiava molto,
un giorno vide una ragazza piangere sul bordo della strada,
ma non si fermò.
Gianni si chiede ancora oggi perchè piangeva quella ragazza.

Roberta nella sua vita disse solo gne gne
e nessuno seppe mai perchè.

Rosy e luigi erano innamorati folli uno dell' altra.
Ma non lo seppero mai.

Cristina era una ragazza molto dolce e sensibile,
un giorno si mise sul bordo della strada e pianse,
Gianni non le chiese perchè,
nessuno le chiese mai perchè.

 

Di marta non saprete mai nulla.

 

Gianni un giorno si accorse che era finito veramente
e capì perchè piangeva quella ragazza.

 

Luigi è ancora triste
aspetta Umberto
ma Umberto è partito,
e non tornerà più.

 

Perchè Rosy ha raggiunto Umberto,
e neanche lei tornerà più.

 

Nostradamus era un profeta,
la sua profezia più cupa il giorno preciso della Fine.
Quando quel giorno passò nessuno se ne accorse,
tranne Gianni.

 

 

Ma in fondo chissenefrega...

*

Yung Chu

Yung Chu era uno strano uomo

il suo nome non gli piaceva

così decise di cambiarlo

si fece chiamare Fritz.

 

Un giorno lo chiamarono in guerra

in una battaglia morì

insieme a molti altri Fritz.

 

Nella stessa battaglia di Yung Chu non ne morì neanche uno.

*

Stelle

E un giorno capì che nessuna stella avrebbe esaudito i suoi desideri,
stavano là, e brillavano, e non avrebbero fatto nulla.

 

E fu molto presto, troppo.

 

Allora costruì un' astronave, una corazza lucente dove nascondersi,
e partì.

 

Lì dentro bastava strizzare gli occhi per vedere nuovi mondi e navigarci.
e le stelle erano così vicine, come cristalli tra le mani.

 

Che importa se mi ha lasciato qua a guardarlo, a combattere e pagare per i desideri.

 

Almeno lui è nel suo mondo. Sopra questo

*

Fotografia

Sul vialetto verso il castello

e sullo sfondo il ponte levatoio.

 

Capelli corvini al sole e scarpette in tinta,

non le stesse con cui venivi a trovarmi a militare,

sarebbe davvero troppo per un paio di scarpe.

La conosco a memoria, tanto che potrei averla scattata io,

l' avessi fatto avrei detto:

questa sarà la mia mamma! E nessun altra.

 

Ma io non c' ero

e dal sorriso direi che l' ha scattata papà.

 

Oggi se ne fanno a migliaia

chissà se i posteri saranno migliaia di volte più felici.

 

*

Lo so che lo sai

Ma non so come fai

ma che importa

fallo quanto vuoi

mi piace

*

6 agosto ’45

Erano circa le 8 di un 6 agosto del 45.

 

Una bella giornata, poche nuvole,
una luce bianca e forte sulla città.
Il B-29 volava tranquillo, con la città nel mirino elettronico.


Ma nei mirini elettronici non si vedono le donne portare i bambini a scuola,
gli uomini fermi alle fermate dei bus,
per andare al lavoro,
la vita che si svegliava ogni giorno.


Intanto il ragazzino, si stava preparando,
con calma,
mettendosi in posizione.

 

Quando il mirino diede l' ok
il B-29 lo partorì.. un ragazzino di oltre 4000 chili.
Poi fuggì cabrando oltre i 18mila metri.


Era stato progettato bene, e baciò la terra con ardore.

 

La citta tremava.
Poi 71 mila uomini si alzarono in un fungo di polveri e ceneri,
portandosi dietro anche le case.
Altri 20mila se ne andarono nella notte.
50 mila entro un anno.
200mila entro il '50
E altri negli anni dopo.

Ma c' era la guerra da finire.


15 anni fa gli occhi che hanno visto il "ragazzino" piangere si sono spenti,

accanto alla moglie,
senza rimorsi né incubi.

 

Disse.

*

Fuochi sul lago

Evaporò brillando in una nuvola,
proprio la sera dei fuochi sul lago.

Ma lui se ne accorse.

 

E fu così:

 

Contò lentamente le parole dette e non dette,
diluendole nelle lacrime piante.
Tirò un sospiro e sparse il fumo nell' aria.

Restò solo un odore pungente.

Ma chiuse la finestra, spense la luce
e si spense nell' acqua dolce del lago.

 

E resterà così:

 

Solo un sospiro, mai svanito.

*

No border

Certe sere
nel silenzio della notte
quando non ho confini
sento il profumo del mare... rumore di onde
odore di erbe marine
brezze profumate
Scogliere schiumose
acquosi chiarori di luna, orizzonti sconfinati.....
Quasi potrei toccarli
ma toccarli sarebbe rendere reali i confini.

 

Reali come un lago
come una lavandaia col suo asse che guarda all' altra riva,
come un bimbo immerso fino ai ginocchi, con una canna da pesca,
come l' odore delle alghe di lago,
come il suono delle onde della memoria,
come un battello che passa e ripassa
come le stagioni.

 

Come foglie alla Breva e acqua dolce negli occhi.

*

Lilith

E' quella che disegnano gli artisti,
musa incantatrice,

cantata da uomini e poeti che l' alzano alle stelle.
Sembra che il mondo sappia tutto di lei.

 

Ma non è vero.

 

Lei beve a fontane che non dissetano mai.
Scritta ma mai letta,
dipinta e mai guardata davvero,
musicata e mai ascoltata.

 

Urla in silenzio
piange lacrime invisibili.
Senza età e senza tempo.


Bella di una bellezza che non sfiorisce.

 

Ma mai madre..

*

Uomini

Così grandi ai tuoi occhi di bambina,
qualcuno abitava anche il tuo cuore.
Li amavi, senza chiederti cosa fosse l' amore.
E i giorni erano belli, sempre nuovi da scoprire.


Poi qualcuno te l' ha rubato, l 'amore,
non importa come,
semplicemente se l' è portato via
e non è più tornato.

Non è servito il tempo a far tornare i giorni nuovi.

Nessuno abiterà più il tuo cuore,
ma glie lo farai credere.
Ti farai dare amore o glie lo ruberai.
Non li scuserai.

*

Un giorno

Un giorno andrò ai pini.


Lo so.


Porterò una tenda, e una sedia,
casomai l' attesa sia lunga.
Magari una brandina, non si sa mai.
Panini, sigarette e una chitarra,
e un taschino pieno di ricordi.


Chissà se da lassù si vede la strada sottostante,
chissà se si vede la nostalgia viaggiare in macchina accanto ai viaggiatori,
e chissà se salirà la nebbia
o splenderà il sole.


Chissà se mi sentirà aspettare.

*

Nuda

Nuda,
come allora.
Dentro gli occhi non importano i giorni,
i mesi, gli anni.
In fondo agli occhi il tempo è illuso.
E tutto è come allora.

 

Oggi la presbiopia compensa le rughe.
E tutto è come allora.

*

Volevo scrivere una poesia

Volevo scrivere una poesia.

 

Magari sui soliti ricordi d' infanzia,
sulle fughe sotto le bancarelle del mercato.
..fughe da casa..
Troppo scontato..

 

Potrei parafrasare qualche canzone,
parlare di Vasco o Zero.
Non mi va.

 

Una poesia per mandare a fanculo qualcuno?
O qualcosa..
fa sempre audience.
Ma non son capace.

 

Una poesia sulla guerra,
sulla pace,
sulle sofferenze del mondo..
Tutto già detto.

 

Sui gatti!
..a chi interesserebbe?

 

Una poesia su quella volta che mi sono innamorato,
e riinnamorato,
e ancora continuo..
Ma anche questo a chi interessa?

 

Allora ho deciso,

 

Non la scrivo più..

*

Bau!

Bau fa il verso a Napo.

Chi è Napo?

E' Napoleone, il cane della mia amica,

quella magra.

Ma sa cantare, la mia amica

Anche per Napo che non canta più.

*

Per aspera ad Anima

Giocavo con ogni cosa
coi sassi, sulla riva del lago,
con le tartarughe,
che stavano in un piccolo giardino
dietro una porticina in legno scuro in fondo al cortile,
E con tutti i suoi abitanti,
vermi a palla, pettirossi, millepiedi
nani da giardino e elfi, nascosti sotto le palme.
E sopra le palme le nuvole disegnavano in cielo.


C'era sempre musica intorno.

 

Poi, un giorno, la notte crebbe all' improvviso
il giardino, per la troppa voglia d' avventura si chiuse.

I fiumi si fecero viola

e l' aria irrespirabile.

Non servì a nulla una coperta, o fingere di dormire,
la notte durò molti giorni.


E Lei non si vedeva.

 

C'era la paura,
dello straniero con la tasca nuda,
a cui non so voler male,
di chi sapeva, e guardava, e studiava.
Perfino delle stelle, oltre i vetri.

 

Finchè la stessa musica di allora tornò un giorno

a riprendermi,

senza alcun merito.


Oggi resta solo un pò di penombra
la sera.

Forse è sempre Lei.

*

Big Bang

Scoppierò in cielo un giorno
tra le nuvole o le stelle
e sarò nell' aria.

 

Allora sì ti rivedrò
o ti Vedrò se mai t' ho visto davvero.

 

Non te ne accorgerai,
forse solo un giro d' aria sulla pelle
se lasci le finestre a farla girare,
o un formicolio ai piedi,
o un fischio continuo alle orecchie,
o un improvviso arrossarsi delle chiappe.

 

Non te ne accorgerai,
finchè anche tu non scoppierai in cielo.

 

Allora te lo dirò.

 

Se non è già il contrario.
E allora me lo dirai.

*

il giudice

Aveva sempre fatto leggi giuste,
che proteggessero gli uomini dalle loro umane debolezze.

 

Con ragionevolezza.

 

Ma una notte un diavolo lo andò a svegliare.

 

Cosa vuoi?
Le mie leggi sono buone.

 

Non temere,
devo solo ringraziarti
per gli uomini che bruceranno nel fuoco
ogni volta che le trasgrediranno.

 

Quella notte solo il giudice se ne accorse,
ma la ragionevolezza bruciò nel fuoco.

 

E il giudice pianse sulle sue ginocchia

*

Sogno

Volevo solo riempirmi gli occhi.

Che male c'era a riempirsi gli occhi di te
di qualcosa più grande del mare
del cielo e della terra
.
Sogni..

 

briciole sospese nell' aria
come fuochi sul lago
si spengono sulla superficie

 

guarda sotto

.

*

Venghino

Venghino signore e signori,
cosa cercate?
Giocattoli?
Scarpe?,
Carte luccicanti?
Vestiti firmati,
pacchetti,
pacchettini,
un libro di parole ripetute dall' inizio dei tempi?
albe e tramonti da sogno?

Non cè quello che volete?
E allora tutti fuori,
in giro
che importa la pioggia,
il vento,
il caldo o il freddo.
Tanto poi si torna a casa , dietro a una finestra, termoregolati.
Magari a festeggiare,
a chiacchierare,
a lamentarsi del lavoro,
a lamentarsi dell' amore,
a guardare dalla finestra e cercare ancora fuori.

E sono davvero lì,
fuori,
invisibili,
sognatori,
soli coi loro pensieri,
lontani,
magari svendendosi,
o vendendo un elefantino di legno,
per qualche soldo da mandare a casa.


Ma là in fondo.. in vetrina c'è un nuovo televisore al plasma

*

Solo una pompa

Sta in petto,

riceve segnali,

elettrici.

E lei pompa.

Sangue.

A volte accellera, per uno spavento, o una gioia.

O duole, per una delusione,

ma dicono non sia questo

è solo colpa di sostanze chimiche e qualche ormone in circolo.

Un giorno si fermerà

e le stesse sostanze, cercando invano di farla ripartire

provocheranno visioni,

magari riempiranno gli occhi di bianco

o accenderanno ricordi scordati.

 

Questo sembra sia oggi.

Solo una pompa

che sta in petto.

 

 

*

E se fosse per sempre?

Che palle!!

*

Come non se ne andasse mai via

Non si saprà mai il perchè.

 

Non era che mancasse il desiderio
nè l' amore..

 

Solo ha visto un' altra luce
e se n'è andato
solitario.

 

E tu come stai ora?

 

Ora che torna ogni sera a poggiarti la testa sul seno
per farsi accarezzare i capelli.

 

Ora che aspetti ogni domani.

E il domani non verrà mai.

*

fessura

Proprio qui

Sul pollice

 

Una sottile linea che si colora di rosso.

 

Ne esce un pensiero feroce

 

Che subito va a morire.

*

All’incanto dei desideri

Costano i desideri, dicono.


Ma allora.. se costano, basta pagare.
Molto.
La monetà è la paura,
la devi lasciare tutta sulla porta (chiedilo alla porta)
l' angoscia..
che se ne frega della porta

e l' attraversa

come fantasma d' arto mutilato.

 

Devi dare tutto quel che hai


Allora sì il corpo si modella ai desideri.

 

..ne resta solo uno..

                           ..che non puoi comprare..

*

Il bacio delle farfalle

Aveva appena smesso di piovere

L' aria era ancora fresca e il sole cominciava a filtrare dalle tapparelle

Così le ho alzate piano

E stava lì, sull' aoenium.

Bianca.

Non sembrava voler fuggire, anzi sembrava in attesa.

E infatti ne è arrivata un' altra, uguale, bella come lei

Han preso subito il volo

Volteggiando

Come in una danza

Scontrandosi

Sono state così per un po' davanti al mio balcone

E poi si sono allontanate

E io tra loro

 

*

Oggi è così

Sai quando guardi dalla finestra?
Lo so a memoria ormai il paesaggio.
La strada,
i due alberi che formano due mezzelune in cielo,
un altro un po' osceno,
il parcheggio con la tettoia scoperchiata che mostra la struttura arrugginita,
e le case, le solite case.

 

Oggi sembra che tutto sia fuori posto..

 

Al posto del parcheggio dovrebbe esserci un lago
e la strada non dovrebbe essere asfaltata e piena di buche,
ma in salita, verso il bosco e i monti.

Gli alberi sempre lì ma molti, molti di più.

 

Forse è solo la finestra che non è al suo posto,
o forse io, che guardo da dietro i vetri.

 

Ma farà sera
e tutto tornerà a posto.

 

*

Di draghi, spade lucenti e arcobaleni.

Sta negli occhi, inconsapevole,

tutt' attorno alle pupille,

come un arcobaleno.

 

Gli puoi mostrare carte infinite

impossibili da riempire

potrebbe iniziare a leggerle..

ma al secondo verso scorderà il primo,

e al terzo il secondo..

Alla fine le brucerà.

 

Puoi mostrargli una spada lucente

Un misto di acciaio e mogano

capace di risuonare nell' aria 

guidata da un' abile mano.

 

Bellissima

 

E fuggirà

 

Solo un arcobaleno uguale al suo potrebbe fermarlo.

Se solo non avesse giá bruciato tutte le carte..

 

 

*

Fede minore

Chissà perchè l' hanno costruita all' incontrario..

di spalle, verso gli alberi.

Forse che loro non potevano guardarla?

e neanche lei non doveva vederli?.

 

Ma loro trovavano la via.

Di nascosto.

E per un po' sparivano tra le sue accoglienti braccia.

 

Madonna Olinda

Affori- dentro le mura di Gerico

 

 

 

*

Il mio angelo

Lo so.


Verrà su un' husqvarna rossa.
Fiammante.

Gireremo per cave d' argilla
e guadi nei boschi.

 

Avrà una chitarra sulle spalle
come la mia
al posto delle ali.

 

Faremo concerti in tutto il mondo!

 

Andremo a donne, anche,
lui saprà dove portarmi,
e a trovare amici, e parenti.

 

Proprio come fanno loro, adesso, con me.

*

Mancanza

Non ti ho mai sentita tanto
come ora,
che non ti sento.
Se è un sogno.. è d' oro.
Mi vedo riflesso nei tuoi occhi,
come in uno specchio
che mi rimanda intatto,
e se li chiudi...
m' imprigioni
e mi rileggi l’anima.

Io, da qui, penso questo ogni volta che manchi.

Tu, da là, pensa questo ogni volta che manco.

*

Ninnamamma

Basta una gita,
una strada
un colore.
Un cannone a metà tra cielo e lago
che spara lontano un ricordo.
E risorge.
E così, arrivati in cima,
abbiamo proseguito su quella mulattiera.
Andiamo a vedere i narcisi, e le margherite.. più avanti?
A prendere i ciclamini?
Poi facciamo i vasi, coi rametti, per metterceli dentro.


Il tempo era lento.
Le gambe forti..
e poi, semmai, c' era babbo e le sue spalle forti.

 

Ora il tempo è veloce
e i muscoli iniziano a dolere.
E' tempo di tornare.
Farà presto sera

Ninna nanna ninna o
questo bimbo non lo do
perchè perchè perchè

perchè vuol bene solo a me.

*

La carne dell’ anima

Ha fame.
Ti pianta le sue arterie e le vene nel ventre,
come radici.


Si nutre dei tuoi desideri
poi te li mostra.


Fa male, e paura a volte,
eppure ha mani come le mie,
gli stessi capelli,
ride, piange e gode.. come me.

 

Forse sono io a aver radici in lei.
E chissà chi è che sbrana l' altro

*

La piazza in riva al lago

Sembra una normale piazza
come ce ne sono in molte città.
Sulla sinistra, guardando verso il lago,
una fila di portici e caseggiati antichi.
Sulla destra il Duomo.
Al centro passeggiano i piccioni,
mi ci portavano nei pomeriggi di sole,

a rincorrerli, buttargli il riso,
vederli svolazzare a destra e a sinistra.


Oggi non è cambiata molto
ma è diventata magica.


Quando ci vado in mezzo c'è quel bimbo, che rincorre i piccioni,
e se guardi a sinistra, sotto i portici,
ce n'è un altro, armato di spago e calamita che pesca monetine nelle grate davanti alla standa.
Da destra ne sbuca un' altro, pedalando veloce sulla sua biciclettina, poi alza le gambe e si lancia nel lago esondato fino ai portici.
Più avanti un ragazzo entra nel negozio di modellismo, a cercare nuovi pezzi per un plastico.
E un furgone della lavanderia si ferma a scaricare proprio davanti al negozio, in un ristorante. Poi fa scendere il figlio e entrano insieme nello stesso negozio.
Li guardo da sotto i portici, lo vedo uscire quel figlio, cresciuto, e con un figlio suo.
E proprio in fondo, sulla riva del lago, ci siamo davvero.. tutti e tre.

*

Prima di venirti a trovare

Prima di venirti a trovare
butterò tutte le fotografie.
Scorderò le parole.


Prima di venirti a trovare
scorderò anche te,

il sesso,
i luoghi,
la strada per venire,
le cose di questo mondo.

 

Porterò la curiosità.
Che il trovarti sia una cosa nuova.

*

Eri così bella

Stavi sulla riva del lago,
a sognare un figlio,
e t' ho visto.
Io ero nell' aria, nel sole e nel vento.
Eri così bella che t' ho scelto.
Io.
Il tuo nato.

*

Bianca

Splendeva,

Nel riquadro luminoso della finestra.
L' aria era calda, dal sole del mattino
e nebbiosa di vapore.
Sui vetri formava goccioline
che il sole trasformava in scintillii

che danzavano
per la stanza e sulla pelle bagnata.
E tutto era caldo.
Accogliente
In pace.

*

Io faccio finta

E un sasso diventa una montagna

da scalare.

Ma se apro le braccia

posso scenderne volando.

Con una pila divento speleologo

costruisco tunnel

e ci entro.

Due alberi e un pò d' erba

diventano un bosco incantato.

Una foresta da esplorare.

A casa, sotto la tenda,

posso anche farti un caffè.

Che non si vede.

 

Io faccio finta,

ma tu credici davvero

 

*

Torna quando vuoi.

Eri lì
l' altra notte
nello stipite della porta
mi guardavi battere su questi tasti
e non dicevi nulla.


Lo so è tardi, pensavo
ancora cinque minuti..
due righe..
una canzone..

 

Quando mi son voltato
per dirtelo
non c' eri più.

 

Avrei voluto dirti che mi dispiace
d' averti fatto aspettare
la sera.


Tutte quelle sere.

Qualche volta per giorni.

Ora so com'è.

 

Ora posso dire solo
Torna quando vuoi.

*

Vorrei scrivere di te

Vorrei scrivere di te.


Della tua pelle che m' incanta,
delle goccioline che ci brillano
nella luce della finestra,
dell' aureola che hai intorno
in un giorno di sole.


Ma questo in fondo è scrivere di me
che ti guardo.


Vorrei scrivere davvero di te.


Della tua gioia di venirmi incontro in quel sole,
di trovare cose nuove per me.
E riuscirò un giorno.

*

Metti che

Metti che leggi una poesia,
c' è una donna dentro,
e pensi..
ma questa è lei.


Metti che
ne leggi un' altra,
e ti meravigli di come fa questo scrittore a sapere della terra che hai mangiato.
Degli amori che hai avuto
Dei tumulti che hai nel cuore quando guardi un lago
Della gioia che hai in petto quando guardi una farfalla, o una rosa.
Dello strazio che ti prende al ricordo del bimbo che hai lasciato nel bianco.
Della dolcezza che ti si scioglie in cuore per una favola, un sogno, una cosa lontana lacerante e irraggiungibile come le stelle.


Metti che un giorno provi a scriverle tu tutte queste cose.
E leggi solo l' ombra di quello che volevi dire.
Allora non è il momento di smettere ma di riscriverle più forte.

*

Sogno N°1

Vieni! Dicevi. Ti bacio..
E così sono venuto stanotte..
con una mano sulla spalla.
.. Tu non c' eri..
Ma l' anima illudeva la presenza
e affrettava sempre più il passo.
Finchè, uscendo, s' espanse.

*

Sogno N° 5

Ti contavo le vertebre
la prima,
la terza,
la quinta.
Come un re
Un passaggio in quarta e settima
veloce
poi il re si fece minore.
E tutto si fece onda
onda che batte sulla rena della spiaggia.
Ed era dolce affondare in quell' acqua salata

*

Aquilone

 

Inseguendo profumi, colori, luci e orizzonti
ho visto un cielo non mio.

Ci abitava una stella..

una stella veloce,
inafferrabile.


Inutile rincorrerla.

 

Poi, lei ha trovato
il mio cuore,


e ne ha fatto aquilone.

*

Come una cosa mia

Come fosse una cosa mia

lo uso ogni giorno,

lo porto in petto

scordando che l' ho già regalato.

 

Forse non lo sa.

*

Stranger

Non poteva crescere con me

e così l' ho abbandonato.

Nel bianco.

 

*

La notte

La notte,
dopo che il giorno s'è spento
lentamente nella sera
Lei esce.
Non serve rincorrerla.
 
Eterea, impalpabile come il pensiero,
scivola sola sul vento della notte,
io la conosco,
è l' anima mia.
Si stacca fuggendo,
come andasse a un furtivo appuntamento,
col mattino tornerà,
senza dare spiegazioni,
riconsegnandomi al mondo.
 
Ogni giorno,
finchè un giorno,
stanca,
si scorderà di tornare.

*

I bimbi si nascondono sotto le coperte

...

Però lei passa volando sul tempo,

come sulle onde.

E li riconosce.

Allora si ferma un pò.

Li aveva sentiti cantarla un tempo, da grandi.

Quanto devono averla sognata dal loro rifugio.

Unica via per confortarli, farsi sognare.

Mostrarsi avrebbe posto termine al canto.

*

Cerchio

Ho cercato colori, trasportati dai suoni nell' aria

ma mi son ferito le dita

raschiando i confini.

 

Mura da abbattere

da ridurre in rovina perchè escano le note

fino al cielo

e brillino, e danzino, e si colorino

minuscole gocce al sole.

 

Formeranno un arcobaleno

e tornerà a terra

al centro.

 

Per continuare a riempirlo

di suoni e colore

ma senza chiudere ferite da dove potrà uscire di nuovo

per un canto

che si rialzi al cielo

a brillare, a danzare

 

e che ritorni al cuore...

*

Ho sognato di approdare

La prua batteva in due quarti sull' onda

azzurro il cielo

e azzurro il mare.

 

La prua batteva in due quarti sull' onda

e la barca procedeva veloce.

L' aria era calda e umida per gli schizzi di schiuma finchè si fece sera

e sparì l' orizzonte.

 

La prua batteva sempre i due quarti sull'onda

ma ai lati della barca due strisce, come un corridoio, una guida

l' aria sempre calda ma l' andatura rallentava

In fondo le luci di una baia e più da vicino il porto.

Sicuro. Confortevole. Accogliente.

 

Poi tutto si fece azzurro

azzurro il cielo

e azzurro il mare

 

La prua batteva in due quarti sull' onda..

*

Perchè io l’ ho visto

Perchè io l' ho visto.

L' Amore.

E non è che l' ho visto amarmi mentre lo amavo

chè sarebbe facile.

O non amarmi mentre lo amavo..

 

L' ho visto amarmi mentre lo uccidevo.

 

Da allora è sempre con me,

con me per corridoi dove pochi lo vedono,

con me quando non c' era via e "là fuori era un paese lontano"

con me adesso, in un assolo in re minore

con me anche quando tace.

 

*

Il taschino

Nel mio taschino non c'è orologio.

Forse qualche capello corvino, un pelo, un pezzo di stoffa.

I plettri fanno compagnia a scontrini dimenticati.

Nel mio taschino c'è tutto quello che va conservato per non andar perduto.

E ogni tanto una donna diventa un fiore

volgendo la corolla all' Ararat.

*

Come un pianto

E' come un pianto..

Eppure è qui,

ha messo i vestiti sulla sedia

e vestita di dolcezza mi parla felice.

Basterebbe un movimento a farla vera.

Invece con la mano copre uno spiraglio che dà su un posto magico.

Come a dire dobbiamo restare di qua..

ma si può intuire come un pianto.

*

nel fondo del tuo posto più bello

 

Com' è duro il mio bussare alla tua soglia

a volte, stanco, deluso, rinuncio.

Chiudo gli occhi.

E allora arriva il tuo sorriso

arrivi addormentata in un cielo stellato

arrivi con le parole, proprio al centro.

 

Ma più bello del venirti a cercare è quando arrivi senza avvisare

e lì sei la donna dei sogni di bambino,

di ragazzo , di sempre,

splendida e nuda.

Nuda l' anima e nudo il corpo, splendido come un fiore che sboccia.

Accendi il  desiderio e lo ristori con l' acqua della tua sorgente, e allora l' albero, ancora giovane, si fa più grande con la tua acqua..

per venire lì, con te.. nel fondo del tuo posto più bello

..

A generare una poesia.

Poi, altrettanto senza avvisare, te ne vai..

 

e resto ad aspettare, appeso..  il successivo incanto.

 

Che scioglierà la neve