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Raccolta di poesie di Lino Bertolas
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Marina

Vorrei andare un mattino
sopra la diga, la spiaggia deserta
e di lì guardare il mare,
i massi che frantumano le onde,
i gabbiani assorti sulle sponde
di una barca, la felicità nell'aria.
Il giorno iridescente
come le gocce sulle reti
appese al sole.

*

Sere di ottobre

I miei pensieri attorcigliati alle nuvole
che alle sere di ottobre non offrono
che sorrisi sfuggenti
e ristagni del cuore.
Anticamera d'inverno, le luci fievoli
come i silenzi appendono ombre
al tuo davanzale.
E' il tempo che non fa rumore,
che fa volgere il capo
al fruscio di passaggi per via,
al loro odore.
La dolce malinconia
è una foglia che volteggia nell'aria
per pochi istanti, per i rari passanti
e poi si dilegua.

*

Operazione Sorgente di Pace

Hai lasciato la tua casa
sotto un cielo che ruggiva di bombe.

Sulla soglia il tuo gatto
e la bambola rosa
ad attendere chi distrugge i tuoi sogni.

Il silenzio del mondo è una polvere
che ricopre ogni cosa.

*

Autunno sul lago

Di alate aeree vertigini
si alza il tuo canto in cielo
che in questo grigioverde mattino
si genuflette al lago.
Ammainate vele tintinnano sui cardini
nel solitario approdo,
dalla darsena un improvviso stormire
di anitre sul molo.
Oscilla il giorno
sulle sue fragili colonne, scolora,
assonna lo sguardo a sconosciuti passanti.
Non altri da me ti guarda
e accompagna innanzi il tuo volo
ora che ti fai ombra e pallido sogno
nel tuo disparire lontano.

*

Punto di domanda

Tu non sarai alba, non sarai bocca
né distratta equazione del presente
e io per te non sarò albero,
non cognizione, non pozza di sorgente
che disseta. Se il gatto
sul divano addormentato può sognare
di meraviglie e lune,
di pesci argentati in fondo al mare,
non possiamo noi sognare?

*

L’attesa

Con una saggezza forse antica
guardo le vibrazioni della luce
dalla finestra sulla tenda.
Potrei starmene qui
tutto il giorno ad aspettare
il declinare dell'estate,
il luccichio tra il fogliame
che muove il vento
e l'attesa che il tempo si consumi
e consumi il succedere degli anni
come istanti lasciati a gocciolare
sui fili tesi tra terra e cielo.


*

La mémoire des volets blancs

Credo tu possa sostare
in queste ombrose stanze
tra le pieghe sospese del cuore.

Sostenere il peso di pensieri furtivi
che il vento solleva e ripone
fintantoché i tuoi occhi sanno sognare
fantastiche orme sul muro
e il gatto colore carota
non smette le sue fusa sommesse.

Credo tu possa riprendere il filo
di aquiloni impazziti in uno spicchio di cielo
e rimettere penne, matite e colori
nei loro barattoli vuoti.

L'ora che corre
non ha più mani o carezze
per cullare le tue ciglia stanche.
Nel giorno assolato a venire
è boa ancora remota
la memoria delle persiane bianche.

*

Una canzone

Una canzone mi basta
a pensare di te
ad evocare gocce dalle nuvole
a sgranare tra le mani
lapislazzuli azzurri
come segreti nascosti
nel divenire sera.

*

Luglio

La luce va e viene
in questo clima insolito di luglio.
Districarmi tra le nascoste mire
e i movimenti noti, il gatto da accudire:
può creare solo un piccolo subbuglio
l'inattesa voce al cellulare.
La tua figura si allontana,
svanisce forse nei miei ricordi al mare.
Si fa più chiaro il giorno, ora più scuro.
Non c'è contorno al saliscendi folle
delle nuvole col sole,
ascensore veloce, cambio di umore.
La tua eco in me si fa assente,
zigrina le ultime parole.
Il chiaroscuro delle memorie
è quadro che non sa copiare o che non mente.
Inseguo al crocevia d'estate
lo scrutare di mappe, il dado ad occhi chiusi,
l'attesa improvvida di nuove mattinate.
Se appena l'ombra volge in chiaro
estranea ogni piega all'angolo del viso.
In un palpito di luce esplode
- onda sulla pelle -
la tua risata sulle dune come allora,
tra le più belle.

*

Oggi è giorno

Oggi è giorno di trasparente pace,
di passeggiate per le città affollate
in mezzo a gente che non mi vede,
dove il respiro s'incrina al vento,
dove bambini si attardano
alle fugaci visioni di gatti nei giardini.

Oggi è giorno di dissolvenze,
di passi per strade che non hanno nome,
di tregue ricercate
nelle nuvole sbrindellate in forme anonime.

Oggi è giorno di somiglianze
nell'odor di mare e luci chiare
tra case bianche e sassi
dove io smarrito mi abbandono
felice nel non sapere, nel non trovare
e l'aria che si chiude sui miei passi.

*

Ci sono cose

Ci sono cose che non ti posso insegnare.
L'uccello che spicca il suo primo volo,
la tartaruga lungo la via del mare.
Ci sono parole che non so dire.
Il cielo ammaliato dal primo sole,
i sommovimenti del cuore.
Quando è la giornata a cadere
e non ha dolore.
Essere vivo in questo momento,
pensiero che si agita e vola
senza brezza o alito di vento.
E' la vita che preme
dietro ad ogni parola.
E' il tempo, e la sua carezza,
che ti prende alla gola.

*

Rimane così

Rimane così
unito ad un pensiero
glabro disfatto
mutevole e discendente.
Della sua ombra
reca mistici passi
e sconosciuti volti
di un bosco di passanti.
Graffia un lascito di pioggia
e forse non è
che un sogno di frescura
su questo tempo infranto.

*

Ascoltando Not dark yet

Sulla tavola inespressi desideri
e briciole di pane.
La tovaglia sarà poi sbattuta,
ripiegata nel cassetto,
ora ancora lì con i suoi fiori delicati,
ritratti di glicini e lillà.
Fuori
la luce si è appannata
nel giorno che silenzioso se ne va.
Non è ancora sera,
ma presto lo sarà.

*

Buonanotte

Buonanotte a questa notte
fatta di gatti sotto la luna,
di ciottoli tondi nell'abbraccio
del mare, di persone in auto
che non sanno dove andare,
di pensieri smarriti nel vento,
di un mondo che a volte è crudele
e non ha sentimento,
buonanotte a chi abbandona
la propria terra
e per chi non è una notte qualunque,
alle voci lasciate lungo la via,
alla musica che vola nel cielo,
all'eco perduta di passi
sotto casa mia,
buonanotte anche a te
che dormi serena sul divano
e al tempo che mi ascolta
e per una volta rotola piano.

*

L’ultimo sguardo

Quando il tempo si consuma
vorremmo dire tutto
o rimanere nel silenzio.
Un diario quotidiano,
come se fissare parole e ricordi
fosse viverli due volte
o cancellarli uno ad uno
perché il cuore se li scordi.
Giriamo sempre sullo stesso punto
come intorno alla luce la falena,
cerchiamo un'epifania ricorrente,
l'amore che si specchi in un solo viso,
la frase che dia significato al mondo
come se il mondo finisse insieme a noi.
E al crepuscolo ci prende
il bagliore flebile del cielo
che a occidente rivela
l'ultimo suo sguardo.

*

Come è primavera

Nell'attesa silenziosa
scorrono le parole
sulla carta lucida, patinata,
svaporano come le ultime stille
sul confine incerto della sera.
Altra pagina tu giri,
un altro giorno del calendario:
cosa è prezioso e non è,
cosa rimane a noi oltre il ricordo
al di là di una foto che oramai scolorisce
se non l'umana pietà per ognuno,
per il gatto che ci addolciva di fusa,
per il pettirosso a cui tocca fuggire
da una luce così effimera e bella
come è primavera.

*

Ritratti (in treno) - 2

Vicino al finestrino del treno
parlavi con linguaggio desueto
di un paesaggio ameno,
dei canyon del Colorado, di Renzo Piano;
tenevi desta la nostra attenzione
mentre il treno sferragliava
ignaro della propria destinazione
e, nell'ascoltare, il mio sguardo
mirava lontano dove già si profilava
il volto di Milano.

*

Ritratti (in treno) - 1

La gonna pieghettata
svelò una gamba fasciata
in una calza nerovelata.
Sembravi una Monna Lisa che dormisse,
le mani raccolte sulla borsa.
Solo i braccialetti tintinnavano
nell'oscillare monotono del treno.
D'improvviso
ti destò uno squillo al cellulare.
La bocca si piegò in un sorriso
mentre parlavi e le mani
tracciavano segni nell'aria
quasi a volare.

*

Lasciami correre

Lasciami correre
con il vento in faccia
il sole negli occhi,
lascia che il cuore martelli
il sangue nelle vene,
che la strada scorra sotto di me
e il giorno porti leggero il mio corpo
con una spinta maggiore di quanto pretenda
la naturale legge fisica
perché io sono vivo e mi basta
questo balzo felice nell'aria.

*

Sera a Verona

Accovacciato in un angolo di bar
a masticare pizza senza niente da bere.
Questa come altre sere. E' vietato anche fumare.
Da fuori schiamazzi di ragazze francesi.
Chiome e gonne volteggianti a salutare i nuovi mesi.
Scintillio di voci. Pensieri sospesi.
Accoccolato me ne sto tra bisbigli
e musica alla radio.
La cameriera ripone le stoviglie. Ammucchia i tavolini.
Posacenere svuotati. Tovaglioli vicini.
Tra poco me ne andrò radunando ogni cosa.
Ancora gente che entra, giornata che passa.
Istanti svaniti. Petali di rosa.

*

Di te

Di te ricordo il vento tra i capelli,
la sua carezza che ti cattura piano,
il tocco intermittente e lieve,
assenza di peso, approdo lontano.
Chiudere gli occhi era il tuo gioco.
Il nulla intorno. Solo il vento
e la sua voce che ti svelava
a poco a poco
i passi e i volti di un mondo strano.
Così eri tu nei miei ricordi.
Ma quando il vento ritorna a mugolare
la tua figura in me si fa presente.
Gli occhi chiusi, il tuo sorriso aperto,
rivolta là verso l'oriente
dove da sempre, sola, vedevi il mare
e tutto il resto intorno non era niente.

*

Paesaggio uno

Rincorrendo i giorni
uno dopo l'altro
- cani non avvezzi alla catena -
nella stretta dei pugni
solo il vento
o un'icona preziosa da vegliare.
Ricordi perduti lungo riva
all'incerta fonda del canale
dove balugina a tratti la sua luce
e l'acqua salsa già dimentica
la sua dicotomia dal mare.
Ancora due, tre passi ...
in fondo al molo la sirena.
Una voce che fischietta non si cura
dei pensieri lasciati alla deriva.
Il silenzio appunta una preghiera
tra le maglie strette della sera.

*

Il bicchiere poliedrico

Il bicchiere poliedrico
che rifrange nell'acqua
lo stelo del suo fiore,
vero e anche
immagine di sé
nei petali vermigli
nel guizzare del gambo
verde tra l'azzurro
ombroso e fresco delle gocce,
immemore della zolla
in provenienza
né della proiezione
mistica e sicura
di futura putrescenza,
presente solo a sé
a uno spazio di presenza
così dolce rassicurante
come il tavolo la finestra
e il vento che si fonde alla tua voce
e tutto ciò che intorno resta
e ancora non si assenta.

*

Portami

Portami a vedere il mare d'inverno.
La spiaggia lunga e solitaria e di lontano
i profili bruni dei trabocchi.
Ascolteremo lo sciacquio lento
dell'onda,
le nostre voci disperdersi nell'aria.
La luce in cielo sottile e rara,
gemma preziosa ad incantare gli occhi.

*

Nebbia - 2

La nebbia straripa sul bianco dell'alba,
incauto il giorno si avventura,
cerca una primogenitura
che non sia altro da sé, da un approdo
in un porto di salvezza,
sfida il mare tenendolo a distanza,
sventola bandiere in controluce,
stanco alfine digrada, tentenna,
in un sussurro di malinconia si annera
nel nero della sera.

*

Nebbia - 1

Nebbia sugli alberi dormienti
nei giardini,
nebbia sulle campagne smorte,
nebbia sui cespugli e sui rovi,
nebbia sulle nostre anime assorte.
Nebbia che non sa di essere nebbia
e nasconde per strada i passi della gente,
intride gli sguardi in cerca di salvezza
in un mondo sfumato, ora inesistente.

*

Avevi un modo tuo dolce

Avevi un modo tuo dolce
di colloquiare,
non slogan, strepiti
o altro bagaglio inutile
ma l'arte di ascoltare
più che gli umani discorsi
il parlottare quieto
delle poche foglie impigliate al ramo
e il vento che sospingeva le nuvole
verso sera in un brontolio strano
quasi un sottofondo noto
alle fusa di un gatto assonnato e tu
a cui chiedevo d'insegnarmi
mi rivolgevi un sorriso d'attesa,
la promessa di un giorno non lontano
da non rincorrere troppo
per accorgersi che tutto
era già svanito celermente
in uno sfregolio di mordi e fuggi
e la memoria sola
tirando previdente il freno a mano
ad accostare lenta
nel discrepare appena
il muro dei ricordi.

*

Inverno

La brina, lo scarto invernale
dove uggiola il giorno;
al freddo che ti assale
poni la tua residua fiamma.
La spina che preme il fianco
e fa il respiro corto
non sia alibi o lamento
al transito del vento.
L'olio del frantoio già valica
lo scoglio dell'inverno e si spande
in un anno nuovo, oleoso.

*

Sotto la neve, Assisi

Lasciaci smarriti in questa città
dalle torri antiche medioevali
quando il vento assale e si frantuma
tra i vicoli e gli antri bui
degli archi in pietra,
lasciaci smarriti
all'usuale gioco dei sensali,
solo una piazzetta a riposare
i passi stanchi e millenari.

Lasciaci smarriti in fronte al muro
dove la meridiana cede la sua ombra
al manto bianco della neve
e il colore si muta in blu e turchese
nelle vele sacre delle chiese.

Lasciaci smarriti a rimirare
la quotidiana giostra dei passanti,
la lontananza di giorni e luoghi
in questo mondo di fuggitivi e santi
a cui mi chiama
il tocco dolce delle tue ginocchia
sotto il tavolino del caffè.

*

Giorni di dicembre

Questi primi giorni di dicembre
hanno una luce rara tra le dita.
Si adornano di ricami filiformi,
tessono fili dentro nidi di memorie.
Si fa limpida l'aria
nella brevità del giorno
e rami secchi bruciano
all'accendersi dei falò sulla collina.
Tu sgrani ricordi dentro gli occhi,
riepiloghi stagioni nell'arco di un sorriso.
A sera, al chiarore dei fanali
preferisci la penombra,
nella residua luce vedi
la leggerezza delle nuvole
e lasci al peso della terra
tutto ciò che ingombra.

*

Cieli di novembre

Mi attira il vento
nei cieli magicamente azzurri
di novembre a volte
segnati da nubi passeggere
e le foglie gialle e rosse
dei ciliegi non più ciliegi
ma macchie di colore nel presente
trascinato nella danza in apparenza
di polvere mescolata col dolore.
E' un attimo
che si confà con questa brezza
e con la mia anima illuminata
di leggerezza.

*

Autunno

Bizzarre ancelle
introducono l'autunno
sferrando calci alle foglie
e dai rami togliendo
loro il colore
mistificata la clorofilla
nell'oro.
Trattenendo il respiro
l'autunno affonda
ossigeno nei fogli
appiccicosi dei calendari.
Dalle mie scarpe
levata la polvere
è ora
di riprendere il viaggio.

*

Echi, parole e singole voci

Echi, parole e singole voci
ad ammazzare i singulti del tempo.
Gli occhi aperti dei morti
sono specchi gratuiti del mondo
dove il mondo
è immagine flessa
del presente che più non si pone.
Sulla curvilinea liscia del tempo
cerco improbabili nicchie.
Se non le trovo
scavo, le creo
e lì mi nascondo.

*

Senza titolo

L'utilità di queste parole
non è sottintesa, piuttosto
la fragilità delle tue orme
disseminate a riva
o l'ombrosità sicura e immobile
di bianche nubi inquiete
nel cielo a primavera.
Apri dunque le mani
nella corrente al fiume
e prendi ciò che l'acqua vi trattiene.
A sera le parole sussurrate
sono spiragli di luce tra le dita.

*

Nella notte

Affondo i miei piedi
dentro il buio.
Solo piccole finestre
- ritagli preziosi di luce -
si fanno guida
ai miei segreti passi.
Nascosto nel suo velo procedo
ad ignoto peregrinare.
Penso ad altri come me
viandanti nella notte.

*

Capoverso

Capoverso non è
inversione di rotta
a celare i confini del cielo.
Raccolgo brillanti
dietro ai ciottoli persi.
Il fumo della mia sigaretta
- già andato -
rivela il volto tuo radioso
e lo strano sorriso.

*

Nei pressi di Barcellona

Lasciami godere questo sole
che ci illumina il cuore
e colora di verde
le montagne vicino a Rupit.
Non chiedermi di ieri
o che faremo poi.
Siamo solo noi ora
e questo giorno incatenato di luce.

*

Tramonto uno

Apparentemente il giorno declina
con noncurante grazia
e la sabbia accumulata sul tuo seno
non ha consistenza alcuna
ma nei tuoi occhi la cenere
riverbera di brace
mentre la meridiana si abbruna.

*

Da te

Da te
avrò parole
e gocce
e solitarie attese
nella moltitudine
regina del presente.
Da te
graffi leggeri
e clessidre
e pagine di vento
- tatuaggi temporanei -
prima che sulla tua pelle nuda
il giorno ridisegni
dune di silenzi.

*

b egr Sig

b egr Sig
l'attesa della festa
è ruota senza uscita.
I tuoi preparativi
rimorsi già perduti.
In questo scorrimani
di strade a doppio senso
il traffico non ferma.
Rimani solo tu
e la tua ombra -
alla fermata vuota.

*

Calma di vento

Calma di vento.
La bonaccia prende chi
non ha sogni nel cuore.
Distillerò parole.
Gocce d'acqua dolce
nel grande mare salato.
La levità del presente
a sollevare nuvole e silenzi.
Su di te, amore assetato.

*

Previglilia

Di te e di altri
tieni il conto
su sferragliati accenti:
dovizia di parole.
I tomi di una vita
sono forse
scissione già avvenuta.
All'improbabile gesto
- scorrere lunari
come foglie
o polvere di strada -
non rendi ricevuta.
O era solo
nel tuo strizzare d'occhi?

*

Ad altri lidi, ad altri porti

Ad altri lidi, ad altri porti
condurrò la tua vela.
Più non saranno rifugio i fiordi
padroni persi alle nostre sorti.
Parvenza del mondo la tua mezza mela
davanti allo specchio figura recisa.
Non basta drizzare la vela,
tracciare le mappe dei nuovi sentieri.
A guardare il cielo lucente
la tua schiena il tuo seno
è già paesaggio ammaliante.
Le tue parole sono sospiri
tiepidi e leggeri.
La luna
il dolce veleno di sempre.

*

Romeo incontra Giulietta

Sorridimi ora
seppure tu
a me sconosciuta
e io a te
mentre il tempo si abbandona
ai raggi rubati del sole di novembre
inermi a dare il calore ricercato
eppure abbaglianti e forti
nel tingere il cielo
di un azzurro insperato.
Sorridimi ora
che le vecchie case
sono solo spettatrici
e il fulgore dell'ora
lascia ancora sulla scena
i nostri personaggi
- e i passi tra i fogliami
dorati e rugginosi -
prima che il cielo stenda il suo sipario
dagli attori alle attrici
e la sera non distingui più i colori
sopra i rami.

*

Festina lente

Ascolto solo il vento la sera
e i silenzi che profumano di mela.
Il tuo nome è leggerezza
e di te incorono i miei pensieri.
Affrettati lentamente
alla fontana che sciacqua la tua arsura.
I giorni sono gocce di rugiada
anelli intorno alle tue dita.
Si divincola il tempo. Svanisce
l'essenza di ciò che ieri era
la macina del cielo a consumare
la mia limitatezza fatta preghiera.
Sorrido a te adesso
e non ti riconoscerò più tardi.
Solo i tuoi occhi barattano
pugni di sabbia e sogni alla frontiera.

*

La freccia e la tartaruga

Non abbiamo la pazienza

del ciottolo che attende

con indulgenza la consunzione

dei suoi spigoli duri

in rotonda essenza.

A noi fa fretta il momento,

la corsa della freccia

che non raggiungerà la tartaruga.

Al credere al gioco d'illusione

che volge la sabbia dentro la clessidra

spianiamo sulla pelle ogni ruga

senza avvederci delle mutate forme.

Così inganniamo l'attesa del giorno

con incerto riparo o fortuna

ad inseguire inutilmente orme

sotto raggi impietosi di luna.

 

 

*

Giorno di pioggia

I tuoi perché

geograficamente posti

terra verde d'Irlanda

da Galway a Limerick

- giorno che si avvera

annuvolisce la stanza -

non hanno risposto a ciò che ...

ma il gocciolio lungo la ringhiera

è brivido di gioia dolcemente

e dolcemente scivola

sull'erba.

*

Primavera

Vieni, andiamo,

la primavera trabocca

dai prati in fiore,

dal bordo delle nuvole,

agita e sconquassa

questo nostro cuore.

Sobilla il sangue

nelle vene narcotizzate,

risveglia le nostre narcolettiche giornate

e le colora di calicanti e viole.

Dal gorgo ciclico del tempo

riporta voci e note antiche,

instilla in noi un desiderio nuovo

che fa lieve il giorno e le nostre vite.

*

Estrellas

Di tante parole non tengo

che labirinti vuoti.

A disserrare il filo

dalle tue mani avrò

minotauri contro

e incauta la nera vela

che più non riconosce

l'orientamento della sera.

Qui si fa cacciatrice preda

e preda cacciatrice

sulla scacchiera cieca dei ricordi.

A decifrare le verità nascoste

muovi le pupille incontro alla bufera

poiché la troppa luce

non ci fa più veder le stelle.

*

La notte rivela

La notte rivela

ciò che il giorno ci nasconde.

Il fantasma apparso dietro la finestra

l'eco dei segreti passi e la tua voce

prima sconosciuta.

A te offrirò

la gioia subitanea del presente

e ai tuoi occhi celati

nella forma misteriosa della luna

l'ora residua e tanto più preziosa

quando la notte affonda avanti l'alba.

*

Preziose sono le gocce

 

Preziose sono le gocce

che io ho raccolto dalle tue palpebre

per quando il cielo

si farà immemore delle copiose piogge

e delle nuvole.

Anche le parole si muteranno in eco

a derubare ombre dai ricordi.

Lasciami solo

in questo specchio immobile

dove si flette inosservato il giorno.

La memoria nascosta tra le mani

è canna di palude.

 

*

Ho già vissuto il tempo

Ho già vissuto il tempo

dei pensieri consumati lungo riva

quando i giorni volteggiano stanchi

piroscafi sonnolenti alla deriva.

Ritaglio la forma delle onde

nel suo disfarsi quotidiano

ma non è riparo sufficiente

dalla conta silenziosa di clessidra.

Nell'inseguire nuvole e gabbiani

ombre in volo sorridenti

umetterò le labbra ad assaggiare

scampoli di cielo.

*

Il cane di Picasso

Al cane di Picasso

non interessano i quadri.

Al posto dei caldi colori

l'allettante odore

di broccoli e fiori,

l'humus che sta sotto il sasso,

l'ineffabile filo

degli aquiloni in volo

da sottrarre al cielo

con un fiuto da ladri.

Al cane di Picasso

non interessano i quadri. 

*

Le nuvole stanno

Le nuvole stanno
nei calici dorati della festa

alle promesse di compleanno.

Da guardare ad occhi chiusi

quando il giorno è uno stelo

dal capo reclinato.