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Raccolta di poesie di Francesco Repetto
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Comasine

 

 

Alla parte fragile di me

che perde equilibrio

nei contorni del giorno,

che inciampa nel sole

e divampa in paure

-pari a quelle di un bimbo

nel buio-, 

a quell'amico sincero

Vi chiedo

di improvvisare un sorriso

come quando ragazzo saliva

per queste montagne

che gli davano forza,

ed il tempo ch'è ora 

pareva lontano. 

 

 

 

 

*

Variana

 

Di Variana

mi manca l'aratro,

il profumo di nebbia

sui campi,

le pozze d'acqua

specchiarsi

in cieli di stelle

e di luna..

Il sapore del pane infornato,

i rintocchi delle campane,

l'odore del fieno

appena falciato,

i passaggi di tempo,

la Valle,

la legna bruciata.

Di Variana 

mi manca la sera,

i pertugi, le corse

per orti e frutteti,

la gazza ladra,

i vigneti,

le more,

le estati perdute

del bimbo che fui,

la pace.

 

 

*

Mamma

 

Saperti là sola

senza poterti baciare.

Sapere che ci sei

e non ci sei,

che ci sarai

per sempre. 

 

 

                 

*

Genoma

Sei dentro la guerra

e scopri

che anche in trincea

la gente è la stessa di sempre:

c'è chi ha paura, certo, 

ma anche chi vive

come se nulla fosse cambiato. 

Uomini e donne che perdono la vita, 

eppure il cielo compatto di giorno,

la luna di notte, 

e ancora il sole che albeggia, 

le stelle.. 

E insieme file di morti,

pari a polline che scende

e al canto del gallo. 

Oggi siamo noi le foglie in autunno,

sperando che il vento spazzi via il silenzio

e si resti aggrappati

al tempo che viene. 

 

 

 

*

RasenTe

 

Bacio i tuoi piedi nudi

e le tue lunghe ciglia

inchinandomi a terra

nudo io stesso

rasente. 

Sgorga acqua

dalla neve

-emozioni

come sogni-

anime che stanno

sul crinale a sera

aspettando altri sogni. 

 

 

 

 

*

Apnea

Stai zitta e leggi i miei occhi

l’insolito vizio di chi immune dal vizio

ti stringe i capelli e li sfiora,

l’inganno di un tempo che non è tempo

di una stanza senza vento,

pelle chiara baciata dal sole.

Ti immagino che tremi, rabbrividisci,

che muovi i piedi che scalpiti,

languisci,

che ti dimeni, che tremo io stesso

guardando i tuoi occhi

nei miei,

come un abisso!

 

 

*

Passi

 

Passi

lasciandomi in bocca

la bella speranza,

sale la voglia di amplesso

risale l’aspetto

di amante

percossa di baci..

Ma ora che è tutto finito,

passato lo scroscio

di ormoni rubati,

sopito

mi dico vergogna,

ed urlo

nel gelo del treno

rimosso

da mille lampi

e peccati.

 

 

  

 

  

 

*

E ti violento il cuore

Annaffiato dal calore del tuo corpo

come un fiore che s’inciampa nella terra,

sei bollente come fuoco maledetto

se mi assale la tua bocca,

se mi mangi e mi accalappi,

se mi sfiori le labbra

come rugiada su foglia,

circospetta.

Prorompenti questi baci,

questo sogno esagerato,

i tuoi occhi chiusi

mentre mi dondolo nel letto,

le tue unghie che mi assaltano

e mi estirpano un segreto..

Annientato mi risveglio:

tutto intorno ancora è buio,

era un sogno la tua bocca

che ingoiava il mio stupore,

e morendo ti appartengo

e ti violento il cuore. 

 

 

*

Empatia

 

Ho voglia

di far suonare queste mani,

di farle correre sulla tua pelle,

ho voglia di sfiorare la tua bocca

con la mia bocca,

di sentire la mia voce nella tua voce,

di assaggiare la tua voglia.

Carta e pennino,

come foglia accartocciata su foglia,

abbandonati nel vento della sera,

solenne miraggio,

passeggiata,

primavera.

 

 

*

Ellisse

 

Quando l’ellisse

diventa cerchio perfetto

io uomo rinasco.

Quando le mie piccole dita

si intrecciano alle tue

e fanno giri improvvisi

sulla tua pelle,

sui tuoi seni bianchi,

sul tuo viso di luna,

in quell’incanto smarrisco

come nuvola che sale,

come alito di stella,

tormento,

mare..

 

 

*

Libano

Osservo da lontano

che mi portano via,

sono nulla

che sussurra come frasca

in un corpo senza meta;

il sole trasparente

splende sulle cose,

le mie mani ferme e bianche,

la mia testa mossa

senza più pensieri:

mi chiudono

in questa calma buia

senza chiavi e senza ombra,

un grido sgozzato

si alza nell’aria,

leggero,

come un foglio di carta.

Ma la mia anima dov’è?

Dov’è, ora,

la mia anima guerriera?

   

 

 

 

*

Sulla mia barba

 

Una foglia

leggera

catarsi

che freme

e s'inciampa,

la respiro

s'incanta,

dolce sorriso

di Orfeo

mi abbaglia:

il fuoco divampa,

s'incastrano

le labbra

nella bocca

e dita d'assenzio

come un treno che corre,

e la sua voce cambia..

Questa esile chitarra

stanca,

su un cuscino di capelli

nei suoi occhi verdi,

come goccia di miele

sulla mia barba.

 

 

*

Mi paiono vent’anni

Mi paiono vent’anni
che non sento la tua voce,
ed è strano pensarti e ripensarti,
non mi sento completo,
ma sono appena tre giorni,
e allora grido,
cammino e grido
da questa casa cartolina
dove la luna piena
si affaccia alla nostra stanza,
al nostro letto,
indovina cosa faccio:
abbraccio il tuo cuscino
in questa notte di eclissi
ove la luce
si è appena risvegliata.

*

Angoletti

Bacche di lentisco,
querce spinose,
pascoli ovini,
morsi di cagne,
cieli tersi
di poiane in volo..
Borghi di mare,
viottoli,
scalini,
salite, discese,
schiume di nave,
cavalloni impazziti,
passiti
da bere
come nettare antico..
Monorotaie
su terrazze verticali,
specchi di luna
in acque trapassate,
luce, ombra,
immaginifiche ore,
scogliere,
gorgonie,
saraghi curiosi,
piccoli golfi..
Arenili,
stenelle,
gallette,
abbazie,
pinzimoni,
azalee..

*

Presagio

Le mie piccole mani
nelle tue,
siamo persi
beati
in una tasca di Brello,
salendo le scale
le mie labbra distratte
salutano il nome di Dio
da queste lignee
panche di pace..
Gli ho consegnato
un amore immenso
di luce riflessa:
i miei occhi perduti
guardando le tue lacrime dolci,
il tuo cuore di pietra
venuto alla luce,
il tuo respiro
adagiato sul mio,
il tuo sorriso d’acacia..
Paoina,
mia unica fonte di vita.

*

Elisa

Elisa è fiore
nei miei occhi stanchi
dopo notti e notti insonni
nel mio sguardo affranto.
Elisa balla e salta
e non si ferma
e la mia mente arsa
non sa più tacere,
il tempo corre
l’alba smarrisce
la mia energia si spande
dal mio corpo.
Elisa è specchio
di questo tempo
avaro
di parole
e sorrisi.
Elisa è luce
in questo cielo azzurro
la sua bocca che brama
nella mia bocca lieve.
Elisa è ombra
quando si spegne il giorno
e le colline sbiadiscono,
e il mio cuore batte
e batte invano.

 

 

*

Ricciolini

 

Da una luce fioca di lampione,

sfumatura accecante dei tuoi occhi,

aggrappato a quei piccoli seni

con la bocca,

alla tua pelle bianca

sorpresa,

appoggiata alle mie dita,

suonarti piano

come di un'arpa assaggi le sue corde,

i respiri protesi

sulle mie mani ubriache..

È stato così 

la prima volta:

l'ebbrezza di un amore diverso,

com'è diverso quell'amore..

E poi ricominciare a baciarci,

senza sapere di averti colto,

all'improvviso,

come il bagliore di un lampo

vederti scivolare via

nella notte

e sentirmi morire,

come adesso,

che mi ritrovo assente

come allora,

sperduto come allora,

consapevole che eri tu

la mia stella,

la mia unica stella

che mi ha scheggiato il cuore.

 

 

*

C’è stato un tempo

 

C'è stato un tempo distratto

da cui lasciarci cullare

su campi di fiori

e vitigni assonnati,

sotto cieli indolenti

fra l'azzurro dei monti,

l'atmosfera distratta

dei nostri baci segreti.

C'è sempre un tempo

per le messi, ed un altro

per la neve che cade,

un manto alto di neve

che copre il tuo cuore,

dove il silenzio rimbomba

e il frastuono mi doma.

Ci sarà un tempo futuro

che smetterò di badarci,

le mie lacrime asciutte

e un sole pallido e stanco.

E quel cielo indolente

sarà grigio fumo

e il tuo viso

un ricordo lontano

-e il tuo nome..

Il tuo nome

un dolce rimpianto-.

 

 

*

Cade pioggia gelata

 

Cade pioggia gelata

sul silenzio dei campi

e altra pioggia battente

sul tuo nome rimosso.

S’ode musica lontana,

dalla collina una campana

e una lieve brezza,

una scossa.

Appassiscono le fronde

cadute dai rami,

il tuo viso di padre

appena accennato,

e altre foglie si adagiano 

alle frasche.

Nulla ritorna,

nulla io posso:

solo pensarti e pensarti,

ma oltre quello non so,

e ti assomiglio

non poco, tuo

figlio dimesso.

 

 

*

Sacralità

Pervaso dalla follia
percepisco
Il distacco profondo,
perdermi nei suoi occhi
grandi
come due nocciole
di mondo,
premonire,
contemplare,
sentire
per il gusto di sentire..
L’odore della sua bocca
nella mia bocca,
bere dalle sua dita
nel silenzio della sera,
i cani che abbaiano,
il vento
che sbatte le ali,
le canne di bambù
lungo i crinali..
Un bambino che piange,
la luna che ascolta
Il grido
degli uomini soli.
Bruciami tempo,
ti supplico,
istiga il mio canto,
violentami l’anima,
portami con te,
fammi sentire legato
con le tue mani addosso,
voglio guardarmi soffrire
mischiarmi all’inferno,
vivere e morire..
Fiamme e deliri,
nuvole basse,
non lasciatemi solo,
non datemi tregua,
risparmiatemi
un abisso dimezzato,
ubriaco!
Solo così mi avrete svuotato
e mi avrete riempito.
Risa e calore,
lasciate che veda,
le mie parole sono fuoco,
ed io sono impaziente
di impazzire.


*

Addio

Su una scala d’ ulivo
ascoso alla vita
Su un fremito d’ ali
di falci rattrappite
Su una stele nel muschio
di gesso vestita
Sul tuo corpo sudato
di monti di mare

Sulla creta del muro
perduta maggese
Su un brivido
che mi sale..
Sui vestiti dimessi
da che passammo il confine
Sulla tua pelle
ferita

Sulla strada
che porta alla croce
Sotto un cielo
di stelle e frangenti
Sulla sera che scende
il ricordo sopito
Sul tuo viso
morente

Sul congedo
una mano rugosa
Nelle pentole stracce
polenta conciata
Su una tavola
che ci ha visto ridere..
Sulla tua pipa
d’ arenaria.

*

Acquerello

Chinata la fronte
sulle tue forme,
la mano appesa
ad un silenzio indolente,
le labbra distratte
che si lasciano baciare
da un alito di vento.
Invidio quella luce
che ti penetra dentro,
la tua anima rapita,
assopita,
la mia anima smarrita.
Girovagavo perduto nel mondo,
e tu eri lì
a sfiorare le onde col tuo sguardo
e i tuoi occhi chiusi,
nella lieve carezza del mare.

*

Spergiuro

Hai partorito
un barlume di stia,
quatto quatto
inespresso e inascoltato
spergiuro,
totalizzante
abbandono,
perenne
perdono,
carità di tempo..
Acerrimo impavido
urlo di rabbia,
dolo del mio sangue,
sprezzante,
mortifero
seme disperso.

*

Velo di sposa

Questo candore improvviso
ha un aspetto nuovo,
un’ immagine sacra
o colma di sole
che all’improvviso
s’irradia
nel velo di sposa.
Non esiste parvenza
né traccia d’ amore
in questa vita vacua
che un poco sorride
e appena dopo muore.

*

Comodamente assisi

Comodamente assisi
su un manto
di lucciole
ed erba,
c’ eravamo arresi
al tatto sorpresi
dall’ alto salire del sesso
dall’ umido
dolce
sentire dei corpi
i nostri corpi
intrecciati..
Carne su carne
sospesa
dal lento venire:
mi tenti
ti prendo
ancora da capo
godendo,
distesi
mi sento morire.

*

Mi è concesso.

Mi è concesso
alzare gli occhi
sopra il mondo
e vedere,
sgranare l’emozione
di una luce,
di un volto
trasparente
che mi entra nel sangue
e me lo brucia.
Mi è concesso
ripartire,
lasciare questa vita
quando voglio,
abbandonarmi
alla carezza
di un cristallo,
assaporare
sul mio corpo
l’energia che divampa,
i battiti del cuore,
una lacrima
che scende
sulla bocca,
il suo calore.
Mi è concesso
sorridere
ancora,
stropicciarmi
sotto le lenzuola,
godere
di un abbaglio.

*

Afflato

Afflato sospeso
su una scossa di baci
che non sono baci
ma specchi rifranti
di amori lontani,
di lodi e carcasse
trafitte da un cumulo
di frecce inesplose.

*

Cinque battiti lontani

 

Cinque battiti lontani

in una notte senza luna:

il fruscio delle foglie,

il fremito dei cani,

il velo delle trame dei ragni sulla mia pelle,

su un lato del mio corpo la carezza dello Spinti,

sull’ altro l’ eclissi del mistero,

un silenzio fitto fitto di parole.

Tu chiamami per nome

che senza altro pensare

salirò la riva seguendo la corrente

in senso opposto alla mia stella;

ti parlerò dolcemente,

com’è dolce questo ricordo mattutino..

Passeranno le scie degli aeroplani

e il richiamo delle luci,

mi diranno che è tempo di partire

per un nuovo domani,

ma io vorrò restare

e continuare come piuma

a stropicciarmi gli occhi

con l’ usignolo canterino.

 

 

*

Edera

Quella cortina
Di nebbia densa
Dal bosco dei campi
Trasaliva al cielo tutto uguale,
grigio fumo a brandelli,
dove le luci
nulla potevano
fino al piazzale di ghiaia:
i nostri corpi clandestini
verso la notte rosso fuoco
prendevano forma:
l’ alba lucente ed ingrata
di un veloce arrivederci!

*

Maschere

Finti come maschere dormienti
fra quattro o cinque mura
spellate dal silenzio!
O quante parole inutili
offuscate da quei silenzi..
Il mio cuore si interroga
e non sente piacere,
non sente niente
al di là di queste mura,
ma ancora silenzio,
e assenzio da dosare
sulla mia anima rispenta.
La mia anima appena rinsavita
è bruciata dal desio,
e poco dopo,
o tempo,
di nuovo estinta.

*

A Mario

 

Sei adagiata sul manto

di una goccia di brina,

agganciata al respiro

di mille pensieri,

sei la foglia leggera

nell’ acqua gelata, 

il sentiero frascoso

che porta alla cima.

Sei il galoppo morente

della mia età vagabonda,

la voce roca di Mario

ferito alla testa,

nel sangue celato

da mezzo metro di bianco,

in un inverno di tempesta.

 

 

 

 

 

*

Madre e figlio

La pigrizia mi abbaglia,
mi attanaglia,
mi prende
e s’ incaglia,
mi somiglia ogni sbaglio
si delinea la smania
di capire e sapere
di violare la gialla
umidiccia visione del mondo
ristagna..
E' la massa
che scaglia
le sue spire infuocate
lungo i soliti corsi
e ricordi
mi striglia,
la sua faccia mi imbriglia
e ritorna ad essere seria
come un tempo
che era sincera
mia mamma.
Oggi sconfitta si incarna
O s’ insinua
Come un monte inzuppato
Da violente minacce
Di pioggia,
si scorda tutto
quello che sono stato
per lei
e mi inquina la soglia,
nel bene e nel male
s’ inchioda
mi roda
e mi sento in gabbia.
E la gabbia s’ increspa
Di spille e carezze
E cadendo mi giro nel letto
E mi avvinghio
Come quando bambino
Mi sentivo disperso,
In questo sorriso stonato
Forzato deriso
Nel cuore
Mi si staglia
Un piccolo
Grido di rabbia,
ferito
suo figlio.




























*

Di autunno rifranto

Accaldata,
la mia anima rinasce
su un sospiro di pianto
e di foglie
trasalite,
camminando
e conturbando,
rifiorendo
sul cammino
di una brezza
di lago,
leggera
di autunno
rifranto.

*

Frammenti di tempo

Frammenti di tempo
si staccano
dai fili di rame..
Mi aggrappo
all’ unica traccia
rimasta di me
in un lembo di vita
nel meriggio d’ estate.

*

Trentadue anni

Come dice Sanguineti
il mio stile è non avere stile,
quindi corrompo me stesso
e mi infradicio
di versi scomposti
su un’ aiuola che non esiste,
e ripongo una virgola,
e un’ altra parola ripongo
sull’ anima del mondo,
e l’ agnello che corre
nei prati intorno a casa
su un selciato di aghi di pino..
Pino, mio padre,
senza sigaretta,
si sdraia sui miei scritti
e li rinnega,
rinnegando me stesso
senza stile,
Suo figlio,
Che compone chissà cosa,
che scrive sciocchezze
su un ammasso di carta,
e non lavora.

*

Vita

Contenitori di fumo
come acqua che scorre
sui sogni dell'uomo..
le luci di un piccolo posto
fra colline e fessure
di legna,
le stesse luci
si accendono
e si spengono
da secoli
e secoli di mondo.
Solo lune nel cielo
e tramonti
e stelle migranti,
resta uguale il contorno
che è stato,
pari a oggi,
e domani
il silenzio del tempo.

*

Un bacio

Un bacio

che non è

un bacio

come al solito rubato..

Un bacio sulla porta,

questa porta,

la mia porta nella notte

quasi all’ alba,

dopo che eri stata da me

la prima volta,

come una stella cadente

che si posa sul mio cuore,

sul tuo cuore,

all’ improvviso,

un presagio d’ amore..

 

 

*

Bussana

Distrutto dai ricordi
In mezzo alle correnti..
E tutto il tempo guardo
La tua bellezza che mi appare
Come in sogno,
una bellezza variopinta
di passione improvvisa,
di lenzuola a fiorellini,
felice di essermi riempito
il cuore,
pago di non essere saggio
e niente altro..
Eppure questo è il mio sonno leggero,
o è la realtà delle cose ?
Se solo ci fossimo incontrati
Io nel pieno candore
Della mia forza..
Ma invecchiano le parole
In mezzo ai sogni,
in mezzo alle correnti
invecchia il mio amore..
Uno spreco di fiato
gli anni ormai passati
senza il tuo sorriso,
sulla mia nuvola impazzita.
Tutto ciò che è sublime
Trascorre come il vento,
e ci vorrebbero artigli
per aggrapparci
a questo mare di Ottobre..
Quando sarai lontana
dalla mia voce
e da quella stanza,
la luna rincorrerà le stelle
sopra un cielo troppo vuoto,
e tu prenderai in mano
queste parole
e lievemente leggile,
e ricorda i nostri corpi nudi
e il tuo viso arrossato,
e siine fiera
di quei giorni insieme,
mano nella mano
ad accarezzarci piano.

*

Villetta Di Negro

Potessi ogni giorno
bere un sorso
di quello zampillo improvviso,
passione a cascata,
ospiti dei giardini di Agosto
dove l’usignolo
e le fronde degli alberi
acquietano la mia brama di vita.
Ribollendo sulle tue gambe,
il mio seme impazzito
ha conosciuto la pace dei sensi
e, senza nessun timore,
sì è lasciato cullare
dalla colma.
Là,
nascosto tra i rami
e le voci lontane,
tutto il mondo
sembrava svanito,
ed io sull’ orlo
dell’estasi
mi son chinato
a baciarti la bocca
come hai sempre sognato.

*

Pino era mio padre

Pino era mio padre,
i suoi occhi azzurri,
la sua bianca barba da rifare,
il suo dito storto
bruciato il suo sorriso,
le sue lacrime sottili
come neve in Paradiso....
A chi chiedo aiuto stasera,
a chi racconto di lui
e della mia vita..
Pino è mio padre,
quando aprono i cancelli
e m’ incammino..
quando mi chino
sopra i forti
col cannocchiale,
Pino è ancora mio padre..
Quando traccio l’ asfalto
sotto il temporale
col gesso rosso rosso
e gli sorrido ..
Quanti chilometri si è fatto
a sussurrarmi parole
in giro per il mondo,
per boschi e per riviere,
campi innevati o di sterminio,
pianure, ciminiere..
E montagne da scalare, e funghi,
funghi grandi come giganti,
e specchi d’ acqua dolce
e sassolini che saltano,
due o tre volte
nel mare..

*

Castagnole

Venivamo dalle nebbie
Come spiffero e rugiada,
Fra cristalli di neve
E zucche di Gerbole
Rischiarate di baci..
Venivamo da mieli d’ acacia
e licheni,
E campanili di rossi mattoni,
e nell’ edera a grappolo
ci siamo riscaldati
in una notte senza nome,
naufraghi
in balia dell’ amore..
Passano le ore,
passa un tempo
che non muta
le sue forme..
E adesso provo un vuoto
silente e fragoroso,
e nel silenzio della notte
senza stelle
mi pare di ascoltare
la tua voce..

*

Papà

I tuoi occhi celesti

sperduti

contro le pareti male imbiancate, 

quell’ odore acre di farmaco

e di puzzo di piscio e di sangue.

La tua bocca rovesciata, 

le mani che vorrebbero strappare le ferite

e gli ultimi tubi di vita dal naso,

da quella triste stanza di ospedale.

Il lento mormorio di un respiro affannoso,

dopo anni e anni di cosa..

Cos’è mai la vita, papà?

Oggi, stanotte,

in questo infinito momento,

cosa resta della tua vita ?

(Hai già smesso di ricordarti chi siamo)

 

 

*

Sferzano i venti..

Sferzano i venti
questa insenatura di mondo,
tante volte ho visto
e rivisto
polvere salire da terra
e adagiarsi sui vetri:
ho abbracciato questo tempo
mille volte,
e altre mille
mi sono visto sparire
nella penombra.
Ho guardato l' orizzonte
senza contare i battiti del cuore,
e cadendo
mi sono accorto
che resterebbe tutto
maledettamente
identico,
anche dopo di me.