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Raccolta di poesie di Giampaolo Giampaoli
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Perdita

La strada,

voragine che lo ha inghiottito

con il suo bipede d’acciaio,

compagno discreto, lo so

può donare quel calore

estraneo alla consueta emozione.

A terra la sua vita si è sciolta,

la sua moto dispersa nella sua bellezza,

oggetto abbandonato,

fedele amico che lo ha tradito,

che è stato tradito.

Nella leggera nebbia

di una pioggia imminente

avanzano senza comprensione,

disposti con tenue dolore

a reagire inutili.

Ciechi e sordi ai veritieri rumori,

non si voltano

all’ultimo rombo del motore

che apre la foschia,

fa entrare la luce del sole.

 

*

Distanze

Oggetti di un agire perso

negli angoli della memoria

danzano dinanzi alla mente

se cerco parole dolci da annotare

nei versi tristi, della sera.

Tu mi aspetti con gli occhi

impressi nei colori artificiali

dello schermo, mi sai

vicino e sei distesa,

ti culli nel tuo sentire.

Tanto vicini e lontani

nel palpito dei nostri cuori,

uniti in emozioni reciproche,

recisi nei pensieri;

i colori del mio schermo

sono asciutti, essenziali,

densi di un’umanità fastidiosa,

che è dentro me,

che voglio narrare.

*

Istinti di felicità

In te

 

In te riscopro la mia energia,

forza da non confondere

con gesta ribelli, mai compiute.

Promesse si consolidano,

crescono inesorabili,

disattenderle non mi sarà concesso.

In te vorrei affrontare i timori

per selezionare il passato,

molteplice nei suoi volti,

per donarti solo i volti

che desidero concedermi.  

 

Il potere della poesia

 

Raccontare la realtà nei versi;

un gioco, se ne sono capace

voglio dedicarlo a te,

per rispetto al tuo risentimento,

per le fatiche della tua mente

riversate nelle braccia stanche

a costruire la tua realtà,

aspirazione si compie in parte,

ma nel tuo cuore restano ferite

da sanare. Le guarirei

per saperti disteso nell’abbandono.

Ti regalerei il bene,

pregio estraneo al pensiero comune,

te lo darei per la nostra

lieve amicizia, posta nei rituali consoni

all’uomo retorico,

ma lo farei senza esitare

e ti chiederei se ha un valore

questo stimolo di civiltà,

emozione da provare, spartire

con l’uomo retorico degno

di versi capaci di sedare

lo spirito irruento, alla sera,

quando la varietà dei poeti

riflette sotto gli ultimi  

respiri del giorno.

   

Stefano

 

Cullato dall’attesa,

cellula cresciuta

nel corpo amato,

il pensiero di te

scalda il flusso del mio sangue,

freddo nel quotidiano

succedersi degli eventi.

Sogni, ti svegli ribelle

costretto nel grembo,

prigione inconsapevole

del ciclo della materia,

si plasma lenta e senza traumi,

assume l’originalità

della tua figura celata.

E mentre prende forma

la concezione della tua esistenza

nella mia mente confusa

i fantasmi si librano,

pause senza limiti di tempo;

i fantasmi portano domande

a cui non vorrei più

concedere turbate risposte.

 

Pochi versi

 

La brevità della poesia

appaga i sentimenti,

profondi padroni dell’anima

chiedono di esprimersi.

Pochi versi per narrare

il piacere, il rimorso,

che non consentono al cuore

di abbandonarsi a se stesso,

simili sono nel logorare,

impietosi nella loro intensità.

La brevità della poesia

mi concede la pace

se dipingo con le parole

la tempesta dentro di me.

 

Insieme

 

Il tuo viso immerso nel sonno,

lo guardo e ho piacere

dei suoi lineamenti severi

nel delineare la tua bellezza.

Il tuo corpo lo avverto vicino,

lo accolgo nell’intimità

tra desideri e rimpianti.

La mente nel dormiveglia

si difende da impetuosi aggressori,

esaltano la coscienza, li avverto

nel carattere di pensieri reconditi,

ma il tuo respiro mi invita al riposo

dettato da un corpo senza energia,

provato dalla nostra esistenza

unica nell’unione fisica,

nel bisogno di compenetrarsi

anche nel sonno.

 

Ritorno

 

Parole sofferte

nella timida falsità

della tua voce umiliata,

tu la detesti nel sottoporla

a ridicoli rituali sonori

ripetuti nel trascorrere

delle stagioni gettate, sprecate.

Sei tornata per scuotere

le mie giornate per te retoriche,

senza bagliori nella speranza,

vana hai chiamato

per riesumare la gioventù

che ho voluto offuscare;

il calore che avevi preso disonesta

era gelo da cui l’estate della vita

mi ha scaldato.

Sei tornata per sentire

il gelo che ho nel petto per te,

è vano sperare di scioglierlo.