I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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avanti
piano piano mi hai portato nel disordine di una stanza come forse era la tua.
Non so se capirti sempre di più o interrogarmi sulle mie resistenze nel confronto con le tue.
Strano questo parallelo ad oggi di noi due...
Tu che ti protrai nel tempo senza essenza ed evolvi solo nei pensieri, io che qui mi protaggo nella vita terrena e lascio tutte tracce ancora tangibili.
Ho perso l'importanza attribuita ai nuovi volti che si affacciano alla mia conoscenza Ho perso la voglia di altre empatie dal giorno del tuo saluto solo la forza di ciò che hai fermato spezzerà la catena di questo mio cambiamento d'animo.
Nella meraviglia del mondo riscoperto dagli occhi della mia piccola nuova parente in arrivo
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Sarà Sara a sera
Sarà per Sara sarà a sera e Sara lo sentirà, aiuterà se in suo potere queste profondità mie, sarà Sara a non farle inghiottire, perchè Sara sarà la forza ed il giusto colore che darò alle cose. A sera Sara sorriderà e sarà una resa per me, ma la più dolce, la più giusta, andrò poi sereno verso notte padrone dei vortici, che mi volevano affogare. sarà Sara, proprio lei sprofondata, la mano che mi sorreggerà guidandomi sicura, ed io come un bambino sollevato per un braccio, muoverò i miei passi su sentieri accidentati lievitando, scalpitando, contento, fissando terra.
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influente
sei il silenzio dello sconcerto dei miei sentimenti,
sei il diverso da ogni conosciuto in una totale disinibizione,
sei la rivelazione della sottostima del mio immaginario,
sei l'amore, la passione di ogni mia audace azione l'inconsapevole ragione,
sei il vero me che non si sarebbe perso,
sei la giusta direzione,
seil'ignoto del nostro domani terrificante e dolorifico o affascinante e romantico,
sei la tranquillità nell'attesa di scelte non spese di dolci desii assecondati,
sei il prezioso ritrovo scopo di ogni mia ricerca,
sei come il primo nome dato ad una scoperta,
sei l'assenzio nel mio bicchiere,
sei il genere del film della mia vita non definito.
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ininfluente
sono la norma,
sono l'emozione, che non eccede e non affievolisce, sono il bicchiere mezzo pieno che disseta, sono il bicchiere mezzo vuoto che non basta,
sono la striscia di mezzeria
sono la ruota di mezzo che non traina e non si fa trainare, sono la tranquillità nella vita arresa, che mi tiene sottobraccio ma nostalgica degli estremi vissuti.
sono la strada di mezzo
la luna opaca che non brilla e non scompare. Ogni mia forza è erba sotto la neve di un perenne ghiacciaio. Ogni mia debolezza è un eclissi dietro le nubi
sono l'equidistanza
sono arrivato decimo ad una gara di venti iscritti sono la stella a metà tra quella che più splende e quella che a fatica si vede
sono il giallo di un semaforo
sono un gelato preso ad aprile una cioccolata calda di marzo sono la terra in un'eclissi di luna sono la luna in un'eclissi di sole
sono e non sono
Al confine dell'esistenza come in ogni nostra percezione la maggior parte della gente che ci circonda
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tela di speranza
Sono una Semplicemente tela mio dolce Pittore, con dentro il sogno di divenire la tua Importante opera. E mentre afferri il pennello, Mi domando Se Il tempo sarà un crescere di un'illusione, l’avvicinarsi delle mie ambizioni, oppure se i colori di cui mi donerai, mi porteranno a dar parte di un tipo di mostra dai valori cui io non credo
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micio tra i piedi
Allungo la mano sui miei stinchi in questa sera, accarezzando il dorso al tuo pensiero che sta passando come un micio a coda ritta e si struscia la schiena su me.
23-11-07
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fame di parole
Con gli occhi mangio veloce le tue parole, che finite, mai mi lascian sazio. Poi mi fermo. Ricerco sul palato il loro gusto e mi torna una gran fame.
27 gennaio 2008
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luna vuota
Eccomi qui stasera A camminare piano Sulla parte in ombra Della mia mezza luna E continuo ad alternare Spicchi di bianca luce Con semicerchi di buio Anche se questa Sarà una lunga notte Di luna vuota.
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il mio divenire
Il mio divenire Gioca ancora A nascondino Tra gli alberi di paura E le siepi di perché
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fragola rossa
ero un bambino, una grossa torta di panna, una grossa fragola rossa nel mezzo ghiotta. Il desiderio ardeva, ma l'educazione frenò lesta l'istinto di mangiarla. Mai dimenticherà l'occhio mio triste, quelle dita svelte che la rubarono. Resterò a pensarti come quella fragola in ogni mio domani
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nella cartellina
come in una stanca domenica d'inverno mentre fuori piove e tu riordini casa,
così in questa notte calda, riordino i miei pensieri
e non trovo più alcune cose.
Ora ho capito cos'hai portato via in quella cartellina quando sei sparita.
il mio non pensarti di ogni spesso,
quelle due chiacchiere ora così assenti,
quella presenza rassicurante,
quel volto paonazzo da risaiola che si nascondeva,
quel gioco di sguardi che lo precedeva,
quei discorsi da aperitivi,
quei pranzi con le verdure,
la schiacciata col thè caldo, l'estatè e zucchero di canna per il mio caffè,
quell'attenzione che mi davi per interesse o cortesia
la presa di giro, la disponibilità, preoccupazione e bontà d'animo.
semplicmente, importantemente, quello che eri
quello che non hai saputo capire quanto servisse essere
anche per chi come me, incrociava di rado i tuoi profumi.
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Le cose giuste
Sdraiato assorto ti alzi distratto bevi nella notte scalzo passeggi.
Ingoi bocconi di un cinico tempo che ti travolge. e la tua evoluzione?
tragico pensiero d'insonnia bianca. chissà cosa sarai oltre ciò che vedi.
tormentato, confuso stanco e sdegnato dal cinguettio lesto che precede l'alba.
Ricerchi il cuscino nascondi le braccia al vento fresco della notte d'estate,
ma l'occhio bugiardo, gode nel chiudersi, di dolce ipocrisia. la mente lo sa.
scandirà le ore, avvertirà la luce, seppellirà i pensieri nel caos del mattino.
Tu sei questo in alcune notti piccolo uomo che cresci zitto.
Solito disagio in un io che muta, si riempe di scrupoli di responsabilità,
abbandona eforie a botte della vita s'assume doveri dell'essere adulto.
Senza poter leggere quali sono, età dopo età, le cose giuste.
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diciannove giugno
Entro dentro ad una grossa nuvola densa io come voi, e non vedo più niente intorno. Mi fermo mi rigiro tutto bianco a destra, tutto bianco a sinistra e sopra e sotto chissà cosa c'è più in là? Inizia così la lotta all'ignoranza spaventa ed assale ciò che non sai ciò che non spieghi. E torno bimbo, e ragiono ragiono poi cammino come fossero i primi passsi in ogni respiro in ogni azione in ogni parola ora si celano mille scrupoli Tutto si fa più peso pur occupando lo stesso volume e procedi a passi piccoli avendo perso il senso della ragione, quella visione staccata, superiore con cui programmavi il daffarsi. E sembri in moto, funzionante attivo, ma chissà per quanto ancora sarai dentro con lei a domandare, a provare di capire o solo a rispettare e ricordare tra dolci sorrisi nostalgici e calde lacrime di rabbia e dolore.
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a sara
doni i tuoi occhi adesso a tutti noi per vederci dentro, per scrutarci i silenzi, ma a cosa servono poi se ci nascondiamo dietro muri spessi mentre anneghiamo zitti nei nostri guai?
Mi chiedo quando calasti il sipario senza che nessuno potesse accorgersene, quando l'attore si confuse col personaggio per divenire tutt'uno, quando il sogno affievolì, quando tutto intorno iniziò a girare forte, quando ti sei tappata le orecchie da ogni fiato che ci sprona a vivere.
Mi chiedo quando, ma che importanza ha ora che hai scelto ora che hai fatto.
accartoccio Rabbia spazzo via dolori vorrei solo la pace tu possa aver trovato, sia così grande e bella da meritare di oscurare tutto quel sentimento rigoglioso nascosto nelle emozioni del vivere quotidiano.
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fagotto
Cos'è il futuro sei te domani o io ieri? è l'arrivo del vento il riflusso dell'onda è il tramonto o l'alba? è ciò che nasce dentro di te o che muore nel tuo silenzio ascolta nella vita il sapore delle cose non so cos'è il futuro ma ci porterò tante domande racchiuse nel fagotto alla fine di questo bastone che ho sulle spalle.
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correnti forti
lasciatemi stare correnti forti soli accecanti sabbie mobili sotto i miei piedi voglio fermarmi guardare e basta non vivere più.
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senza titolo
lasci nel ricordo lineamenti dolci capelli morbidi. Cosa stringere di concreto nelle carezze della tua assenza? lascia ogni tormento sperdersi lontano arriccia nella mano la foglia secca abbandona ogni briciola al vento e scappa
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piede scalzo
La pianta del piede stanca Cammina scalza Su pietre fredde Non ha fatto il callo A tentazioni paure dubbi Ma l’alluce guarda avanti E prosegue su fango, asfalto O braci ardenti
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faro
Chi illumini faro quando girando non sei rivolto a me? Con ansia aspetto si ritorno la tua luce che guidi nella notte qust'animo dondolante tra le buie onde di un brutto mare
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mano di poker
come ad una partita di poker mi ritrovo che della mia vita non so più quali e quante carte cambiare mentre tutto l'avere è già stato puntato.
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due fratelli
Due fratelli le mie personalità che si persero le mani anni fa Ora si rincontrano stanchi Ognuno con i suoi bagagli Ognuno con la sua avventura Si abbracciano e proseguono insieme Mano nella mano In questo cammino Su due strade Che si allontanano Ed Ognuno ne segue una
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pedone nero
Consapevole del pedone che sono non posso che andare avanti lemme lemme in questi quadri bianchi e neri,
io uguale a tanti,
ho sognato la pazzia del cavallo nei suoi movimenti irregolari, la decisione dell alfiere dei suoi passi lunghi e precisi, la prudenza del re che ovunque va piano piano, la torre e la sua retta via,
ma resto innamorato di te regina mia, della tua libertà di movimento che ti fa sembrare così lontana da questo gioco e sembri Non avere regole e camminare oltre questa scacchiera...
Io umile ti servo ti proteggo, schiavo delle emozioni delle tue danze
mi chiedo chi mai ha il coraggio di mangiarti?
Mentre ti ho sulla mia diagonale ad un passo e tocca a me.
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quante cose non sono
Quante cose non sono ancora state dette quante non scritte ed il gioco continua a lasciarle intendere inconsapevoli di dove è il confine tra verità ed illusione
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metamorfosi
Come un baco in una larva ti aspetto per volare mia metamorfosi e col tuo arrivo mi riempirò di colore e leggerezza e vagherò dei fiori assaporando il profumo
10-06-02
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ariete
valori nel profondo mi fermano qui accosto piano non mi muovo e non parlo. Il desiderio dentro come un ariete contro un alto portone chiuso. dietro nascosto un uomo piccolo la forza delle sue mani a contrasto. Io sono l'ariete che insiste Io sono le braccia che tengono chiuso
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acqua cheta
Tra fruscii e sogni deliranti nello scricchiolio di foglie secche sotto lontani ponti dorme ciò che ero che sarò e piano acqua scorre cheta fino ad incontrarli.
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