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Raccolta di poesie di GarboFania
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Le tre P-ispirato a Kiki-

Le tre P-ispirato a Kiki-

“Si ferma a Montparnasse, per la neve
i riccioli son tutti appiccicati
dell’uomo che le parla sente il fiato
la fame la perseguita da tempo.
Scoprire dell’amore nel suo studio
è stato molto goffo, tra i pennelli
e mentre la scopava si specchiava
il thè fumante a lato dei fornelli.
Veniva tra i colori e il suo berretto
suppongo dipingesse la prestanza
mai stata, edulcorata e un po’ illusoria
bendata col calzino, alla sua vista.
Mangiava bonbon mentre sussurrava
“ingozzami, cucinami che ho fame”
ansava tra la panna e il suo daffare
fané il suo eccesso e pure i suoi pastelli.

Il quadro riuscì bene, lo vendettero
lo stomaco in tumulto fece il resto.
Lui. Ringhiava, copulava, pennellava.
Lei. Cullata, eppur vorace. Tutta piena.
Nel tempo trasformarono il rumore
rinchiusi sopra i tetti, là in soffitta
dipinsero tre P, con la matita:
“la Puttana, col Pennello ed il Pittore.”
Garbo@Fané-divertissement-

*

Sorride e pur trema-


Un uccello che si spollina sorride
pizzicandosi la veste delle piume
ripete quel gorgheggio, forma un verso
(la)
sublime Poesia nel margine sospeso.

Ed è Natura accordata nelle note
mi smuove tra la zolla a fior di cuore
diramando pio-pii di mattine in ore.
Sradica dolcezza lieve, sofferenza
la Madre che mi teme, ascolta …trema.
Un figlio con le ali, la strana, Sua sorella
che cinge al nido avito un nastro rosa.

E al canto irrequieto, solleva il suo cappello
protegge, ingarza al ramo e poi va via.
Garbo@fratelli

*

-Ipotesi tardiva

/


Potrei anche ripensarci, voglio dire a quell’ ipotesi
prendere al volo l'occasione, porgere al vento poppa, prua 
e varare verso un limbo che precipiti nel mare, 
onde, biglie, schiuma, passione. I gabbiani del romanzo.

Potrei forse rivedere quella immagine confusa, di te e me sopra 
la branda e sei cuori, due capanne un anello al dito e al naso.
Tendaggi a fiumi. Thè per due.

S'estende a destra poi a sinistra tremoliente la paura,
come un velo, sfondo il letto, sottosopra il nostro letto
e ti dico: “ caro-mio, a convolare il giro aspetto”!

Il bouquet resta inchiodato. Nell'azzurro REMO sola.
Si potrebbe...ma ti adoro, mentre ridi e poi lo ammetto
Sei spiazzato cucciolotto...Resto...vado...baro. ALLORA?


Garbo@vecchie insicurezze

*

Turgida in vita


-Turgida in vita-

Non è un MONDO senza vita, quello che mi sfiata dai lobi, fino ai lombi e ancora giù
non è il continuo strapazzo delle mie resistenze fisiche, illogiche, che osservo
Ora
mentre mi cambio le mutandine e scelgo un vestito, che scopra nuca e gambe
non è, per assurdo
quel timore allo sfascio, quel puzzo di brucio squadrato ,grugnito, ciò che
Ora
ripasso indossando ancora la pelle. La mia voglia equilibrica
non è, smarrita nello
sfondo burqaiolo -di parole preistoriche avvolte-,
l’indecisa voglia di giubilo, mentre aspiro l’ironia pura dai papaveri appoggiati, quelli sparpagliati sul mio letto.

Non è
altro che,
il vigore nella Tua schiena come una brughiera marina , teporosa ad alitarmi
sotto le ascelle, dentro la lingua, al disotto dei fianchi, ed è
solo lì
e per quello , che resto torrente scorrevole , rosa
fragrante di “ancora” , goduti
di dolore incontinente e violento.

Non è
MAI
spento in barba agli schemi
alla faccia dei banditi minaccianti,
non è
che mi fermi. Al contrario
m’evolve
il gluteo del Nettuno ,maschio
gustoso,
dalla bocca sapiente.

Io sbatto, ricucita.
Poi AMO.
Ritorno accesa.
Libera.
Mi rivisito
ancora.

Non è
non sarà intimidita
LA MIA TURGIDA VITA.

*

Virulenza

-Virulenza-
Sfoggio
una lunga capigliatura bionda ,
attorno ai polsi azzurri e alle caviglie
i miei ematomi.
Inclino
delle gambe introverse, rilevanti
le apro fiera,
nell’oro degli odori.
Il mattino mi ritrova sempre mentre
inesorabile striscia ammaliante
nel letto umido di me
e dei vostri pensieri.
Quanto mi piace allora titillarmi
mentre i ricordi infuriano
lo stomaco prova di nuovo
e non li digerisce.
Io sono un nulla
tradito da mani fraterne
eppure se mi tocco
posso sentirne il piacere.
Venire sbiancata
dalla miseria del mio stesso sangue
impoverito.
Uno ,due ,tre,
stella …perde.

Vi - resta un portamonete imponente
mi- resta un poderoso orgasmo
incestuosamente virulento.

E’ lecito tradire
ditemi (non v’è alcun scandalo)
…e godere?
Garbofania@

*

-Culi- dilatati

Quanto incida nei cervelli
l’idea grandiosa della nostra ALTEZZA…

Avanza così
un esercito di NANI scoloriti
imbellettati da timbriche francesi.
Nessuna luce che vibri
ma solo lo sforzo della sua ricerca visionaria
periferica.
E inchini affettati
e sorrisi cremosi
oppure grida artefatte, come dire
cotte a puntino.
Impietosi gli specchi ingialliscono
riflettono controllati vuoti
conversazioni così…graziose, colme
di elegante affettazione.

Ma i culi sgravati
toccano per terra
dilatati dal grande uso.

Garbosgrava@


*

Qui sui fianchi


E' qui, sui miei fianchi
anfore calde per appoggiarTi i pensieri
quando brucia la sete
pullula l'indefinita tensione.

E' qui che devi approdare
come un'onda stanca e abbandonata
raccolta dalla sabbia
alzata dritta, nel porto azzurro.
Voglio essere uno scorcio di mare aperto
dondolarTi nei pensieri
pallidi col sale , che diventi zucchero.
Quando dalle mie anche brulle
grondino , schiumosi
spruzzi primevi,
ferma
riposa.

E' qui
sul mio ventre che
Ti devi appoggiare.

Sentire
e poi bruciare
il Tuo lento
divenire.

Garbo e l'alta marea@

*

-Hai mai provato a domandare al cielo che tutto finisca-


Hai mai provato a domandare al cielo che tutto finisca
e le stelle finalmente si spengano
raccolgano l’urlo del dolore animale?

Hai ma sentito l’affanno della Lepre nella tana
all’avvicinarsi eccitato dello stivale infangato,
quel rumore del cuore che sembra schizzare
e in ogni respiro bruciar le narici.
E…
hai mai provato a guardare le immagini
quelle rubate, sottratte agli stabulari senz’aria
mentre milioni di Topi accecati e contorti
raccolgono l’urlo silenzioso dei Cani angariati.
Hai mai sentito
il terrore del Maiale al macello (simile alla disperazione di un bimbo)
un Vitello piangere lo strappo precoce
la disperazione della Mucca, che provi a proteggere il cucciolo.
Mai ascoltata?
E…
ti è mai capitato di osservare il dibattersi inutile
di Tonni incastrati nelle reti grottesche
in un mare dipinto con mutismo sanguigno.

Il Mulo muore di fatica, l’Orso non desidera ballare, il Leone umiliato intanto salta nel fuoco.
Non senti il loro sudore guizzare nel pianto?

Un visone scuoiato sai
puzza di dolore.

Hai mai annusato
la terribilità dell’umano?
Garbo per i fratelli@

*

Madre,figli

Apparve come folgore

fece tremare il suolo

ombra pelosa, pavida, arrogante.

Urlò Gaia, nella ferita mortale

 istintivamente protesse il famelico aborto.

Avido mostro, cieco, parassita

  egli, si nutrì

del pube della Madre

prosciugando ogni fonte nella folle sete di dominio.

 

Tuonò la voce dell’uomo!

 

Ora ha un respiro rachitico che muove

nel Suo Ventre molle e incestuoso, scorre

linfa infetta generatrice di mostri.

 

Costretta  a spruzzare latte dagli artigli,

fattrice, immobile nella gabbia di contenzione.

Tutto è Madre e noi ne portiamo il segno.

*

Serviti degli occhi

SERVITI DEGLI OCCHI
Adesso Ti devi fermare!

IncantaTi e vezzeggia alla luce votiva

la curva dei mie capezzoli

Imbronciati.

Ti ho detto di

NON  avvicinarTi.

Devi riuscire a far sciogliere le mie labbra

anche quelle più nascoste

solo con lo sguardo.

Stai fermo e non usare quella  lingua

neanche per parlare.

Pretendi con gli occhi

dirigi le paure, imbriglia le mie voglie.

Fermale, alimentale.

E’ tra le Tue iridi che ascolterò la durezza

di un maschio che si avviti

 cercando  ogni pertugio

Fammelo sentire

 prima ancora  con la mente.

E poi

all’apice del mio urlo

allora, girami

 fammi piangere allargando

servendoti del mio dolore.

Ma prima deflorami

scrutami così sottomessa

e pretendi .

*

Fallo e basta!


"Alita sul mio volto qualsiasi Tuo bisogno.
Che sia affetto, comprensione, depravata voglia,
rabbia violenta, paura folle.
Chiamami come mi senti
puttana, cagna- da legare-
bambina -da stuprare- oppure sovrana -da soddisfare-.
Posso percuoterti e percuotermi.
Sputa sul mio buco ogni contrattura efebica
e scivolami.
Calmati e calmami
usando ,prendi quello che più serva, a Te.
Consenti al mio odore di placare il Tuo prorompere
Ti chiedo di usare, sfruttare, affliggere…cullare.
Fallo ora che son forte.
Non temere la mia eroina
che dai muscoli allenati
Ti solletichi la lingua.
Fallo e basta, ora sostengo!
Non pensare."

*

Muto


"Muto
scivolo verso
cambio, mi scoloro.
Impallidisco e allungo le labbra.
E’ sul Tuo ventre che voglio ammansire le mie membra
e ‘ sopra le Tue bocche che Ti chiedo di farmi riposare.
Muto
mi definisco, sono primitivamente donna
per questo porto in me una mascolina debolezza.
S’è svelata nell’istante di una mancanza squamosa.
Ibrida-mente sorgo e poi sul “ Venereo “Monte m’innervo.

Mi disfo sulla Tua Luna
in un’impulsiva quanto tenera metamorfosi."

*

Lui

Lui
è un Uomo di cui è impossibile non sentire la mancanza
perché avvolgente come le spire di un pitone.
La Sua è un’elegante freddezza
dissimulata da due pozze azzurre.
Lui
è impulsivo e controllato
indefinito e saldo.
Impallidisco di piacere
davanti al tumulto della Sua perversione.
Sono costretta a un’apertura totale
un abbandono femminile
lamentoso, morbido.
Nella volontà virile mi sfida
protegge l’anima
flagellando la mia mente.
Io non posso che possedere
non desidero che inginocchiarmi.
Sono solo un suo prolungamento quando mi parla
mi sbriciola.

E non mi scopa
mi saccheggia.
E non mi ama
mi partorisce.

Lui
Nella gola incendia
brucia nell’ano
nella mia fessura fruga.
Tra le sue dita piango la gioia.

Lui
solo Lui nella mia testa.

*

Stasera posso essere?-

Stasera mi sento maschio
ho il clitoride nervoso.
Inspiegabilmente si è ingrossato
occhieggia ardito nella carne.
Stasera ho voglia di infilare
di sbattere i fianchi sui culoni bianchi.
Appoggiare la mia “durezza” negli incavi.
far sentire la femmina una regina.
In fondo potrei saperci arrivare
abituata a prendere e a lasciarmi fare!
Che voglia di affondare nelle tette calde
mettere il naso tra le cosce lunghe.
Voglio fare il maschio per una volta nella Vita.
Ho un fiore mielato che posso usare
avendo poi il privilegio di ritornare.

Dolce donna , femmina
tutta da chiavare.

*

Demone Ninfesco

Tienimi così, tra le tue gambe brune
Stringimi e fatti sentire ,che intuisca le Tue forme
Sai che nella mia insicurezza non mi basto e non mi piaccio
Ho bisogno di vedere quella Tua passione insana
Che poi toccherò con le papille
Spremerò dentro! La mia vulva…
Assorbimi e asciugami con la Tua peluria
Com’è dolce il suo brillio mentre avvicino la mia lingua
Dimmi sempre che son bella, che scopo come una dea marina
Il nostro atto sacrilego per gli stolti
Libera il mio demone ninfesco
Così Ti seduco
Esplodo in mille pezzi
Ritorno a TE come volevi

Perché ora insisti e piangi
Distogliendo la purezza del tuo sguardo