I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Nuova maternitą
Nuova maternità L’inganno delle parole l’innocenza della penombra e sarà una nuova maternità. L’arcobaleno del ricordo plasmerà una nuova creatura e sangue fertile percorrerà spazi aperti del corpo. Fausta Genziana Le Piane, La notte per maschera. Edizioni del leone, 2003
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Il triciclo di Shinichi
IL TRICICLO DI SHINICHI A Shinichi Tetsuta, morto a tre anni a Hiroshima con il suo triciclo Veloci sono i tuoi anni ed i tuoi passi di bimbo mentre giochi con Kimi nel cortile di casa. Tuo il desiderio irrefrenabile infine esaudito di un triciclo rosso fiammante. Impaziente laceri la carta i fogli e subito… una pedalata rossa una pedalata arrugginita. La piccola mano stretta sul manubrio - non poté l’esplosione separartene - tuo il desiderio irrefrenabile infine di volare. Neppure il sellino ti fu da ostacolo… una pedalata rossa una pedalata arrugginita. Fausta Genziana Le Piane
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A mio figlio Alberto
A MIO FIGLIO ALBERTO Di qua, ancora non ti conoscevo: fu la voce a farci ritrovare. Ti guardavo parlandoti di acque lontane colorate. Tu giravi verso me il capo e sapevi seguire il filo della mia voce sussurrata. Come un rabdomante. Oggi ancora ci stupiamo del nostro essere uno. Fausta Genziana Le Piane
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Pan
PAN Al fresco del crepuscolo esausto Pan s’addormenta con i piedi incrociati sulla buccia d’un pomodoro dell’orto appena annaffiato. E non s’accorge che il suo flauto continua ad emanare nell’aria note fino alla lontananza mentre Selene ed io dondolando da un ramo d’un ulivo con i piedi liberi e nudi ci arrendiamo alla sua seduzione. Fausta Genziana Le Piane
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Stonehenge
Stonehenge Un lampo e la notte fu mistero. La luna scese lentamente a posarsi come bianco coperchio sul cerchio delle pietre che, come lance, la trafissero. Fausta Genziana Le Piane
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Purezza
PUREZZA La purezza ha snobbato Il giglio che, esangue, imputridisce nel fango, e si è fatta cravattino al frac del diavolo. Fausta genziana Le Piane
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Vado a caccia di luna
VADO A CACCIA DI LUNA Come Artemide vado vagabondando libera per foreste e rovi giunchi e papiri cipressi e ninfee boschi e palme Vado a caccia di luna. La trovo, asola luminosa, appuntata sulla giacca di strass della notte che copre ulivi e fichi d’India. Ma non uso arco e frecce. Con l’uncino più tagliente la catturo nel buio per servirtela sul piatto dei sogni. Fausta Genziana Le Piane
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Nuova maternitą
NUOVA MATERNITÀ L’inganno delle parole l’innocenza della penombra e sarà una nuova maternità. L’arcobaleno del ricordo plasmerà una nuova creatura e sangue fertile percorrerà spazi aperti del corpo. Fausta Genziana Le Piane, La notte per maschera. Edizioni del leone, 2003
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Sisifo
SISIFO Ogni mattina la luce toglie le bende del sonno alla donna abbandonata nel letto. Una gomma s’ostina a cancellare lo sguardo poi scende e spegne il sorriso. Ancora non paga, decide di annullare le mani, il ventre -caverna d’incontri -, le gambe veloci, i piedi che volano. Ma c’è un genio del bene che premia la lotta e ogni mattina il manichino riprende la sua forma. Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2009
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Nebbia
NEBBIA Una striscia di nebbia si annoda come sciarpa al collo del dio dell’ulivo che silenzioso protettore vigila su un cielo scarno di voli. Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2002
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Il regalo
Il regalo Fu questo il regalo: un fragile castello di carte in equilibrio sul cuore che il primo alito di vento fece precipitare. Fausta Genziana Le Piane
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Il regalo
I il regalo: Fu questo il regalo: un fragile castello di carte in equilibrio sul cuore che il primo alito di vento fece precipitare. Fausta Genziana Le Piane
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Iuta
IUTA Riempire di carbone dolce il sacco di iuta della solitudine. Riporlo per l’inverno, per la festa del nuovo anno, nell’armadio all’ultimo piano dell’antica casa dove salgono ripide le scale e lente le ore. Prima di riprenderlo per le curve spalle dell’andare. Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’autore, 2009
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Stonehenge
Stonehenge Un lampo e la notte fu mistero. La luna scese lentamente a posarsi come bianco coperchio sul cerchio delle pietre che, come lance, la trafissero. Fausta Genziana Le Piane
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Carnac
Carnac Un granello di sabbia attraversa tessere di vento e si adagia nell’incrinatura secca della grigia pietra celtica a rompere l’equilibrio del tempo. Fausta Genziana Le Piane
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Larmadio
L’armadio Entrare nella stanza, nel buio dell’armadio cercare appesa la forma del mio corpo, non trovarla: scoprire che ha preso la pelle del tuo ed è rimasta prigioniera delle tue braccia. Fausta Genziana Le Piane Da Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2009
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Nuovą amaternit
Nuova maternità L’inganno delle parole l’innocenza della penombra e sarà una nuova maternità. L’arcobaleno del ricordo plasmerà una nuova creatura e sangue fertile percorrerà spazi aperti del corpo. Fausta Genziana Le Piane, La notte per maschera. Edizioni del leone, 2003
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Lomino invisibile
ino invisibile L’omino invisibile mi sorride con il suo sorriso invisibile per mormorarmi che la vita è una scommessa da rischiare, mi guarda con i suoi occhi invisibili per sussurrarmi che la vita è nascosta dietro le palpebre. L’omino invisibile -misterioso- mi abbraccia con le sua braccia invisibili per bisbigliarmi che la vita è possibile oltre le ombre. Mi tira per il braccio e mi fa volare a cavalcioni di un palloncino colorato verso altezze inusitate Sei forse il sogno, tu? Fausta Genziana Le Piane, inedita
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Sisifo
SISIFO Ogni mattina la luce toglie le bende del sonno alla donna abbandonata nel letto. Una gomma s’ostina a cancellare lo sguardo poi scende e spegne il sorriso. Ancora non paga, decide di annullare le mani, il ventre -caverna d’incontri -, le gambe veloci, i piedi che volano. Ma c’è un genio del bene che premia la lotta e ogni mattina il manichino riprende la sua forma. Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2009
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Fiore
Fiore A mia figlia Scilla Ti ho smarrita in un campo di papaveri, petalo tra i petali. Fausta Genziana Le Piane
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A mia figlia
A mia figlia Non conosco né il giorno né l’ora In cui hai lasciato la mia mano. Fausta Genziana Le Piane, Ostaggio della vallata, Tracce Edizioni, 2014
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Purezza
PUREZZA La purezza ha snobbato Il giglio che, esangue, imputridisce nel fango, e si è fatta cravattino al frac del diavolo. Fausta Genziana Le Piane
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Purezza
PUREZZA La purezza ha snobbato Il giglio che, esangue, imputridisce nel fango, e si è fatta cravattino al frac del diavolo. Fausta Genziana Le Piane
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Vorrei essere croce
Vorrei essere croce A mia figlia Scilla Vorrei essere croce fra le tue braccia e percorrere fino in fondo con te il Cammino che ci è dato. Vorrei che tu -croce della mia croce- baciassi le mie stimmate cicatrici dell’Anima immensa che invoca il cielo. Vorrei essere croce fra le tue braccia e piangere tra gli ulivi incandescenti il nostro essere donne. Fausta Genziana Le Piane, Incontri con Medusa, Calabria Letteraria Editrice, 2000
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Beslan
BESLAN Ho stirato il grembiule ho inamidato il fiocco blu con attenzione alle pieghe delle tasche per il primo giorno di scuola. Ho lucidato il portamatite di legno e adagiato i pastelli colorati con attenzione all’ordine per il primo giorno di scuola. Ho allineato quaderni gomma temperino righello squadra pennarelli Tutto ho sistemato con te nel sacco nero di plastica per il tuo ultimo viaggio nel primo giorno di scuola.
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Hiroshima
HIROSHIMA 6 agosto 1945 6 agosto 2009 Non arcobaleno in cielo ma striscia di luce scolorita da vento forte. L’impronta dei tuoi geta, Yoko, col nodo fatto dall’intreccio d’amore delle mie mani, è solo un fantasma. O forse un sogno. Seguo i tuoi passi nel giardino, dolce Yoko, mentre vai a scuola e il rumore del legno sui sassi martella la superficie del mio cuore. Ti raggiungo infine. Nel tuo mondo di polvere. Fausta Genziana Le Piane
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Pan
PAN
Al fresco del crepuscolo
Esausto
Pan s’addormenta
con i piedi incrociati
sulla buccia d’un pomodoro
dell’orto appena annaffiato.
E non s’accorge
che il suo flauto
continua
ad emanare nell’aria
note fino alla lontananza
mentre
Selene ed io
dondolando da un ramo d’un ulivo
con i piedi liberi e nudi
ci arrendiamo alla sua seduzione.
Fausta Genziana Le Piane
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Barbona rivestita
BARBONA RIVESTITA
Barbona rivestita
di stracci d’apparenza
rovisto tra gli avanzi
di parole scartate
alla ricerca di sostanza.
Nel sottoscala della casa
a riparo dal ponte
faccio un mucchio
delle insolite sillabe
e lo rinserro
sulle spalle
nel sacco di stoffa.
Mischio
mescolo
mischio ancora
e sorteggio
ad una ad una
le parole della tombola
vincente.
Fausta Genziana Le Piane
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