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Raccolta di poesie di Giuseppe Bisegna
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Raccomandazioni a mio figlio n.1

Se chiudo gli occhi vedo mia madre giovane, più di me

vestita a fiori

mi inquadra con una Yashica e sorride, Dio come sorride mia madre

 

Io mi guardo le scarpe rosse e bianche

ho imparato a camminare da poco

ancora adesso. Dov'è questo momento?

 

chissà se mio figlio che sta arrivando lo sa?

Qualcosa mi dice di sì

 

Sii magico figlio mio, il tempo non esiste, anche quando invecchierai

non credere a chi dice il contrario

siamo la stessa cosa, qui, mentre mi guardo le scarpe rosse e bianche

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Movimento singolo con febbre »
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Freddo »
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La coperta a fiori

i proiettili hanno deturpato i volti e squarciato le gole

dicono che non si contano i corpi di questa mattanza
fra la moschea, i giardini e le strade intorno
sembra ci siano più responsabili
sembra non ce ne siano

la telecamera passa di fretta su un mare di benevole, tremende coperte
fra arti scomposti e sangue secco

c’è n’è una a fiori arancioni
chissà se ha fasciato un bambino o si è bagnata della sua pipì
chissà se ha scaldato le effusioni di due amanti
chi sa il perché delle cose?
chi sa il perché della guerra?

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Se uno parte »
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Nove »
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La strada

La desideravo da bambino con la bici,

il suo limite invalicabile oltre il cancello di casa,

spartito perfetto per le marcette ritmate sui passi

accompagnati da un fumetto in mano.

Fosse stata a due passi dalla scuola

oppure immaginata;

le montagne in fondo potevano essere il grande nord,

oppure svoltare su una pista sabbiosa.

Desiderarci una moto sdraiata come ai telefilm americani

la mattina in una tv ancora ingenua.

La strada di casa, fuori mano, sempre isolata

e il cimitero poco più in là, come in un film che non ho mai fatto,

sentirmi un po’ un Addams nella testa prima dell’adolescenza.

Il lungo muro buono per i murales,

alle prime idee di appartenenza.

Dimenticarla,a lungo snobbarla,

prima il rigore, forse poi lo studio e un’altra vita,

e a ridosso dei trenta, con la rivoluzione sopita,

la chitarra richiusa, solo con qualche altra lettura,

il proposito di una testa più serena,

per assurdo che sia è lì che richiama,

la strada che incita alla via,

forse che non è luogo d’appartenenza

e devi camminare per forza di cose

e allora non ti lascia nessuno

perché è dato pur certo che ci si solo incontra

e poi si va via, e non ti lascia nessuno

perché è giusto così, si cammina

e quella è la via.

*

Una situazione tragicissima »
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*

Padre proteggi

Invidio Dio che sa restare calmo.

ma tu li senti i colori della musica
quando suona?

l'aria che ti riempie i polmoni,
la stessa che saluta la pelle dei condannati a morte,

lo senti lo schiaffo della violenza sul creato?

ma che ci vuole per farti felice
quando sai che nulla è perduto,
che altro ti serve?

io so solo che i muri a secco
nella mia terra resistono ancora.

Padre proteggi.

*

Di un racconto o di un ricordo... »
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Dei poeti cittadini »
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*

il lusso della dignità

Si concedono di tutto questi signori
furbi, puttanieri e potenti
Si concedono di tutto questi signori
un’ironia che umilia ogni ideale
e rispondono con lo scherzo alla tragedia
Si concedono di tutto questi signori
elogiano sacrifici e rinunce che loro mai faranno
commemorano morti ammazzati dalle loro stesse mani
Si permettono di tutto questi signori
insegnano il credo agli apostoli e
Cristo parla per gli altri, mai per loro
Si permettono di tutto questi signori
il lusso dei privilegi, il lusso di essere impuniti
il lusso delle case all’insaputa.
Sbruffoni refrattari alla società umana
che non sia viscida, servile
meschina e ambiziosa come loro
Si concedono di tutto questi signori
tranne che il lusso della dignità,
quella che abbonda nelle case di chi
non arriva a fine mese

*

la poesia morta

Ci starei volentieri anch’io
ancora a parlare di tramonti, nostalgie, amanti e sentimenti andati a male.
Ci starei volentieri anch’io
ancora a riempirvi le tasche delle mie malinconie, a tediarvi con vittimismi esistenziali e con giorni che non hanno fine.
Ci starei volentieri ancora e l’ho fatto, ma al momento non ci sto più, al momento non si può più.
Poeti, questo ammazza la poesia, la strangola fino a dove è già morta, tra i fiori e i tramonti sta la sua putrida bara.
Vi gratifica scrivervi addosso? Degustare fra attardati decadenti amori depressi o solo immaginati?
Poeti, la vostra è un'arma e mai quanto oggi va caricata.
Caricata contro i barbari
contro i culi e le tette
contro i grandi fratelli
contro i palazzinari e i furbetti
contro i sorrisi e le carità imbonitrici
contro gli impuniti a vita
contro questo fondo di fogna che ristagna e ribolle alle spalle di chi vomita il sangue nelle fabbriche, nei cantieri e pure al bordo delle strade
contro l’opinione pubblica che marcia inquadrata a livello della terra e impaurita ghermisce zittendo chi prova il volo
contro i fariseismi che inchiodano ancora nuovi cristi.
Contro.
Siate più Majakovskij e meno Zivago
altrimenti signori miei, non ci sarà più nessuno a leggere dei vostri fiori, dei vostri tramonti, dei vostri amanti.

*

dissociato - accessorio

dissociato

accessorio


la brughiera secca
quella finestra non la apre più nessuno
la paura


prego, lentamente

sei libero? concretamente, sei libero?


non sei libero.


è solamente
la tua mente
sola lei ti mente

*

Bando di concorso »
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*

La sestina vincente »
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*

Autunno

...e le fermate dei bus
stanno sempre lì
a suggerirti altri sguardi
che potrebbero essere familiari
che lo diventano se ci metti i ricordi.

mi innamoro – per pareggiare
con chi non deve chiedere mai –
almeno due volte al giorno
all’andata
e al ritorno,

e le strade traverse
stanno sempre lì
a suggerirti una scelta
un altro modo per tornare a casa
o per credere di non tornare più.

*

Confessione ad Elisa

Non lo verremo certo a dire a voi
che fate dei riconoscimenti ufficiali una condizione vitale
e nemmeno a voi, maniaci dell’accademismo di maniera.
Lo diremo a chi non si sente in dovere
di porre limiti e paletti, pesi e misure,
lo diremo a te, questa notte, prima di lasciarti ai sogni.
Il nostro, quasi un dovere, forse arduo, forse spesso disatteso ma,

altrimenti chi si farà carico dei vostri sentimenti scaduti?
un po’ per volta ci carichiamo delle vostre miserie
e le portiamo a compimento, le accompagniamo all'ultimo respiro
perché sappiamo, di come via sia difficile durare ai sentimenti

ci prendiamo la briga di penare per voi
le illusioni, le euforie, le delusioni, le attese,
le foto, un fiore, i dettagli, i biglietti d'auguri, gli sguardi,
i nodi allo stomaco, un tramonto, le mezze parole, le lacrime,
ed alcune canzoni,
sono i nostri attrezzi del mestiere.

Sappiamo che nella loro semplicità e nella loro quotidianità
essi assumeranno la forma del dramma, con la loro presenza,
forse prima, forse dopo
e il loro peso sarà a volte duro da sopportare ma,
ci siamo noi
che ci appostiamo sugli strascichi delle cose andate a male
che strappiamo di colpo o aiutiamo a sfilare con la calma,
dove la calma diventa ossessione

questo facciamo, proviamo a depurare
e ci piacerebbe vedervi a tutti ridere.

Non lo diremo a voi chi siamo,
a voi che sprezzereste persino Dio se vi si presentasse senza un titolo
a voi manichini imbalsamati che vivete di emozioni preparate
lo diremo a te, questa notte, prima di lasciarti ai sogni.

Siamo quelli che, per prenderci in giro,
a volte chiamano poeti,
e il nostro è quasi un dovere, è forse arduo e forse spesso è disatteso.

*

Serve tutto. »
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*

Riflessione con un bicchiere di vov

Che dispiacere,
vedere
esseri eterni
sprecare la vita
ad aspettare la morte

*

é giusto ciò che pensi? »
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*

Al tempo dei morti

Sono nato
al tempo dei morti
qualche giorno prima
dei morti

perché questi
mi trovassero vivo

*

Gli alberi a punta

E varia il mio giorno
mentre il sole tramonta
dietro gli alberi a punta

stormi di uccelli neri - nell’aria -
mentre il sole tramonta
dietro gli alberi a punta

*

Il Pellegrino e il morto

Senza dramma non c'è pellegrino
il dramma blocca l'illusione
e il pellegrino cerca il morto
e trovatolo gli dirà:

morto! esci da questo corpo!

e il pellegrino regnerà.

*

A chi fa di tutt’erba un fascio »
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Con nota »
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*

I poteri forti

Quella straordinaria solidarietà
che scatta fra i poteri forti,
quella che manca nel popolo,
quella che se ci fosse
le ghigliottine sarebbero ancora al lavoro

come un covo di serpenti
si stringono e tengono caldo fra loro
questi assassini
e fingono e sanno fingere
premura verso il popolo

l’attenzione per i morti di fame
è solo televisiva
si riguardano fra loro
questi infiniti vigliacchi

figli di una madre
e di cento padri.
Mi rincuora solo
che anche loro come me
saranno pranzo per vermi.

*

La morte del gatto striato

L’inutile vigliacca stupida potenza di una macchina

gli hanno aperto le viscere
a questa povera bestia
l’hanno rotta dentro.
un’intera mezza giornata
tra rantolii silenziosi
e miagolii di lasciarmi stare
una compartecipazione alla morte estranea agli esseri umani

già fa odore di carogna
e questo ci accomuna

al prossimo che negherà la sofferenza animale
o mi dirà che questi fratelli non hanno un'anima,
credente o no,
gli augurerò di reincarnarsi in un gatto

o in una qualsiasi bestia da macello

e di fare la stessa fine



*

Senza titolo

Ho sognato
di perdermi tornando a casa
di rimandare appuntamenti,
mai presi

di essere comunque me stesso
pur non avendo una faccia

*

Interno esterno o della perfezione

Interno esterno
interno esterno
interno esterno

con facilità passo una porta
con fin troppa abitudine varco una soglia

dentro fuori
dentro fuori

non me ne vogliate signori
ma è la mera solutio perfecta che regge il tutto

ed è uno ed è due
ed è due ed è uno,

tre, il numero perfetto
tre, il completo

come è in alto
così è in basso
come è in cielo
così è in terra

dentro fuori
interno esterno

è il cerchio che si chiude
è la sfera
è la forma più perfetta

*

Dico No, quindi sono.

Quelle che fermano l’acqua
sono le pietre che vedi
quelle che restano sul fondo
vengono levigate

*

per Cristo

Delle mani e dei piedi
non sono rimasti che monconi
sanguinanti

troppo le troppe devastanti
rinchiodate date
a martellate

dalla continua ipocrisia

Provo una gran pena
per Cristo

*

Che si lasciano dietro

Quant'è vuoto


il vuoto
delle cose degli uomini
e quant'è vuoto


il vuoto
che si lasciano dietro

*

Senza titolo

Tra sceglier orgoglio e indifferenza
scelsi di fare il buffone
ricado spesso
nelle mie vesti monotone

non per altro
ma solo per forza di cose
ci dispiace per voi
ma noi
a volte

ci vestiamo da uomini.

*

Scritto con nota »
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*

La farsa o svilimento della parola »
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*

Immagine

...e Dio parlò con l'Uomo,
e l'Uomo parlò con Dio,
e si resero conto che sono,
l'uno l'idea dell'altro...

*

Ferroso Suonare


Una spanna in più di alcool
non permise di accordare la chitarra
ma questa notte,
il suo ferroso suonare
fu solidale melodia,
fu la migliore compagnia

*

A-Dio

Addio a-Dio
quanti addii
si devono dire
per riempire Dio?

*

Come Jarry

Ho preso la bicicletta
stamattina
come Jarry
per prendere un caffè
nel bar più lontano da casa

rendere il caffè come un piacevole impegno
che mettesse da parte
gli altri pensieri

come Jarry
stamattina
senza dare troppe spiegazioni

*

La Battaglia

È una battaglia dura
ma fino ad ora sto tenendo testa al nemico
anche se nelle retrovie c’è disperazione
davanti porto fiero la lucida armatura

ho scoperto che il tempo si, sistema le cose
ma che col tempo tutto un po’ si guasta
anche i sentimenti più alti, anche l’amore

a sera, col campo dove restano solo frecce e polvere
scopro che ci sono ancora fin troppe cose da sanare
l’effetto del veleno sulle ferite ora dura un po’ di più

scopro che dopo l’azzuffa avrei voglia di parlare
ma con chi?
alcune cose le devi tenere solo per te
per sempre per te

vorrei gridare di pianto
ma il nemico si sentirebbe poi forte

è una battaglia dura
ma fino ad ora sto tenendo testa al nemico
anche se l’ombra dell’ harakiri serpeggia tra le fila
sto tenendo testa al nemico

*

Stasera

Un violino mi ha accompagnato

stasera

a casa

mentre il marciapiede

fuggiva via.

*

Quando manco troppo

I rumori di casa
tra mezza notte e l'una e un quarto
l'impressione dei passi sulle scale
la sedia spostata in cucina

anche se tutti dormono

le ombre in giardino
verso le due
il lampione e la luna
la mia ombra doppia
e non so l'altra di chi sia

quasi novello Peter Pan

e i gatti svegli
a tutte le ore

è pure questo che mi manca
quando manco troppo
da casa o da me stesso.

*

Rimasuglio di cuore

Sono morto d’infarto
con un rimasuglio di cuore
quel poco che basta per commuovermi ancora al tramonto
o per sentire Dio,

perché un pezzo
l’ho dato a lei
e a lei
e a lei,

ma tutto il resto
te lo sei preso tu
e ti assicuro è tanto,

sono morto d’infarto
con un rimasuglio di cuore
quel poco che basta per provare dolore
o per sentirti ancora.

*

La solita soffitta

Sono risalito
stanotte
nella solita soffitta

il camino era spento
il gatto grigio si rotolava sulla paglia

e mio fratello si affretta ad aprire la finestra

deve entrare un po’ di luce

*

Nell’autogrill il tuo pensiero

Nell'autogrill semivuoto
in un angolo una signora
beve qualcosa

e mette molta solitudine

una bambina capricciosa
movimenta un po'

tutto il resto
lo riempie il tuo pensiero

*

Ricordi

Nonostante ormai sappia
che le cose degli uomini
valgono quel che valgono
e cioè poco,

non so fare
ancora a meno
dei ricordi

*

Non serve fare troppo il gentiluomo

E quando poi
dovrei aspettare per sentire
una parola dolce dalla tue parole
e quando spesso
faccio finta che mi ascolti
mentre io ti sto parlando
non sono fesso, sai me l’accorgo
e ci rimetto
non serve fare troppo il gentiluomo
non ci riesco
perché poi tutto, anche il silenzio
sembra dovuto
e lo hai capito
che non sono un supereroe
ti son scaduto
ho mal di pancia quasi sempre
mal di testa e una carie al dente
non so volare
ma le stelle lassù
provo a portartele con le parole
e ti sembra poco
ma a volte a te tutto sembra troppo normale
niente di speciale
ma per me sei la cosa più importante
e se per te è ancora poco
beh io ci provo
son convinto che tutto può cambiare
e non come te
che dici di sperare
ma poi forse solo a parole.

*

Un pomeriggio d’autunno

Sono morto
in un pomeriggio d’autunno
con il sole al tramonto
perché tu ridevi anche se io ero serio
per la tua indifferenza anche se avevo bisogno

Sono morto
in un pomeriggio d’autunno
perché la morte si affronta con la mente
e sei vivo anche senza corpo

Sono morto
in un pomeriggio d’autunno
perché stufo delle chiacchiere
perché per alcune cose sei sempre solo

Sono morto
in un pomeriggio d’autunno
con il sole al tramonto
perchè stanco
delle etichette del mondo

Sono morto
in un pomeriggio d’autunno
con una croce al collo
con un amico sicuro

Sono morto
in un pomeriggio d’autunno
con il sole al tramonto
perché conosco il momento giusto
e non ho atteso che arrivasse il buio.

*

Le parole

Io ci credo sempre
le parole bisogna dirle
perché non serve solo avere l’idea di quel che si vuole
le parole hanno una forza
le parole sono una potenza
e le potenze se parli ti ascoltano
perché non serve solo avere l’idea di quel che si vuole
le parole bisogna dirle
io ci credo sempre

*

Nodo allo stomaco

È rimasto il tuo profilo
nelle vetrine guardate assieme

luccichio e colori
sono ora fastidio

un solo bicchiere d’acqua
dopo tanta sete.


Fino a quando
gli indaffaramenti di ogni giorno
ti avranno messa da parte.

*

Di padre in padre

La rabbia
e poi il pianto
di un rude uomo
ignaro dei sporchi giochi

le lacrime
sulle guance riarse
seccate a sole e sudore

i sogni cresciuti a fatica
di padre in padre
di zolla in zolla
di paure in speranze

distrutti, annientati
da bilanci d’azienda
e dal profitto di pochi

È allora poi così peccaminosa la rivolta?

*

Cristi

Casali abbandonati
punti diroccati nella campagna
case di cristi
che qui sono morti
inchiodati alla terra

*

Una testa

Una testa fa paura,
una testa al posto giusto
vi fa molta paura.
Ma una testa
al posto giusto,
può farvi comodo.

Allora cento teste
saranno tagliate
per metterla a paura.

Ma una testa
al posto giusto,
ci sarà sempre,

una testa alzata,

a mettervi
molta paura.

*

Musica


Rinchiuso con me in un contesto primordiale

la vita non si sente ma assale.

*

La tazza

La tazza sul tavolo
fu di compagnia
in quella sera
in equilibrio
fra un pensiero
e l'altro.

*

Stamattina

Stamattina sull'uscio

accalcati
altri sogni sovrapposti

di notti precedenti

*

Quel che rimane

Quel che rimane
delle foglie sull’acqua
ha un movimento
che tende al circolare

alcune cose si riconoscono tardi
o forse solo al momento giusto

che alcune note di pianoforte
possono spiegare il mondo

*

Ti dedico

Sono spesso assente
da me.
Ti dedico gli andirivieni dell’anima,
lei,
dopo cena
è sempre a casa.

*

Come ignaro viandante

È necessario bagnarsi di folla
e poi lasciare che l’anima asciughi,
come sale
affiorando le realtà

Ci si deve sporcare di voci e sguardi
e poi correre negli eremi interiori,
con silenzio
affinando i significati

Mettendo e togliendo


Ci si può lasciar trasportare
e poi invitare a sedere insieme,
catturando ogni cosa nuova

È necessario purtroppo ferirsi
e poi le cicatrici tesseranno un disegno,
di che si è
ed è giusto tanto

sciogliendo e coagulando

*

Quello che so


Provo ancora a scrivere
anche se
quel che sento taglia la mano

quello che so fa ridere un po’
quello che so è delle favole

e poi a che serve
se sto in silenzio,
sono bravi tutti
a fare come tutti.

io di meno, a farmi compagnia.

con i sassi nel cuore
-che pesano-
ma sono loro, con gli spifferi,
a far rumore

quello che so fa ridere un po’
quello che so è delle favole

cerco di fare
con i miei tempi lenti

confido in qualcosa
che lassù si muove

perché, quello che so fa ridere un po’
e quello che so è delle favole.