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Raccolta di poesie di Ivan Vito Ferrari
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

la mia vita

 

Rimasi, lì, con te,
Ascoltando il tuo cuore.
Venne di giorno, il mattino,
E si posò, sulle tue guance,
Trascinando vecchi stupori,
Ai timidi passanti della notte!
Vorrei, vorrei, perdermi
Nei tuoi occhi e
Riempirti di
baci
,
baci
Sentire il tuo respiro
Che trabocca dolcemente
Nel mio cuore.
Sii tu, il mio torrente,
La forza della rugiada,
L’acqua della vita, che
Mi disseta quando ho sete.
Sii tu, il mio disegno dell’orizzonte,
Tra le stelle del cielo, che
Sa innamorarsi ogni volta
Del tempo senza tempo!
Sorridimi ancora, amore mio,
Tenendo in mano le sfumature
Della vita e tutti i suoi colori.

*

Non smettere mai di Sorridere [A tutti coloro che hanno sme

Più volte volgo, volto lo sguardo oltre il confine, verso la direzione del vento, tra gli aquiloni del cielo e il rumore delle onde, guardando il riflesso dell’uomo che fui, che è stato, un mero ricordo del passato.

Lemme lemme l’orizzonte si va scuro, la spuma si fa neve al sole, lo scrosciare galoppa velocemente le ore consumate assiduamente, svestite in tutta fretta, frastornando la notte ch’io passai con tanta pieta.
Venne l’albore con pelle profumata, con passi silenziosi, biancheggiando il risveglio del mattino, nel candido splendore, sussurrando sotto voce bianche parole al pallido fervore!
Fianco a fianco timidi infanti palpitano come teneri lattanti.

Giunsero con gote rosse verso la brughiera, con ardore e prepotenza bussarono alla mia porta,

portando non una lacrima con sé, non un loro pianto, ma dondolando la culla del loro canto,

 un canto che non fa rumore, non fa colore, non fa odore.

I teneri infanti, aprirono la voglia a mani dure, senza smettere mai di sognare,

toccano i bisogni dell'anima nella curva del sorriso, ascoltando la palla infuocata del loro primo amore.

 Un loro fremito danzante fiaccola di qua, di là, sotto gli occhi del cielo e le carezza del vento,

un vento buono che suona per loro, sottovoce, svegliando la terra incantata, lasciata lì sul momento,

 in tutta fretta…
Come per incanto e disincanto, la mia anima rimase rapita,

 si rapprese portando in grembo la voglia di sorridere nuovamente.

 Il mio cuore si rallegrò, incastrato tra l’acquerugiola e il bianco spinto odoroso,

vedendo più volte, volgo il mio volto!

 

*

sogno di una notte di mezza estate

Il giorno si schiarì alla notte,
come la neve al sole,
così la spuma in un tulipano
lasciando le tracce del tempo!
Quel tempo, fatto su misura,
che risplende ogni volta al cuore.
Un cuore diviso tra cielo e terra,
che asciuga il fruscio di una lacrima,
con pallide coccole d’inverno!
Il giorno si schiarì alla notte,
come la neve al sole,
così la spuma in un tulipano
lasciando le tracce del tempo!
Rimasi lì sul momento, in ascolto,
cercando un sussulto, un brivido, un’emozione...
una tua carezza, un tuo sorriso,
un tuo sguardo.
Rimasi lì sul momento, in ascolto,
tenendo la curva del tuo sorriso, ondeggiare i bianchi respiri .
Vidi la bellezza farsi carne,
assaporare i sapori della vita,
tenendo le sfumature
del giorno e della notte.
Si fece sera, lì sul momento,
l’ora è vicina, senza dire una parola,
il giorno dischiuse le sue carezze,
lasciando il capriccio di un amante, l’incanto di un bacio
che assaporava il suo sorriso, sussurrando sotto voce,
il risveglio, tra le prime luci dell’alba!

*

mille volte grazie

L’amore è l’aria che respiri,
Giorno dopo giorno...
“L’amore è quel brivido taciturno che
Ti sorride ogni volta,
Senza un perché.
L’amore è l’odore della vita che vive solo di cuore pulito.
Un cuore bianco, disadorno dal pallido splendore che
Danza nel tempo infinito, tra i fiori d’arancio e gli aquiloni del cielo!
L’amore è quella vergine emozione,
Quella madre che veste il suo pupillo che
Lo guarda, lo bacia,
Lo bacia e lo guarda...
E lui, tra i tulipani e le rose,
Come un tenero amante
Gli sorride, con disarmante grazia,
In cerca delle sue coccole primitive,
come un lieve luccichio, un tintinnio,
che freme da quel desiderio palpitante.
Quando apri la porta, accoglilo sempre,
Perché lui sa, di cosa hai bisogno,
Conosce i sapori della vita, i sentieri del tempo.
Quando apri la porta, accoglilo sempre,
Perché prima o poi dopo la tempesta,
Le lacrime saranno ginestre, vestite di tulipani, che
Sbocceranno come tanti petali di rosa
di qua, di là, laggiù, lassù... oltre il confine...
quando ti accorgerai che le tue impronte
avranno vissuto quel sogno tanto atteso
trovando il vero nome ad ogni cosa!

*

un tenero abbraccio

Chi sei tu che,
incendi i miei giorni di parole che
bagnano i desii
stesial sole a crogiolarsi sulla sabbia infuocata?
Sei forse tu quel palpitio che bussò poco fa
alla mia porta silenziosa?
Si infrangono
gli attimi del cuore, sospesi...
lungo la strada, con caldi
... respiri
con passi silenziosi
attraversavano
il mare che
non finiva più...
chi sei tu!