chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Giuseppe Venticinque
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Accade adesso

In questo luogo e tempo

Affido colore alle parole

Non è pastello taciuto al vento

La tua essenza di un giorno spento

O forse è questo credere

Il vuoto sentimento.

Come il silenzio ondeggia

Dal mare alla deriva senza meta

D'impeto sospinto da amare

Adesso che nasce una cometa.

*

La goccia di stalattite

Mi chiedo se mai ti chiamerò

La mano sul telefono che non prenderò

Mi piego al tuo pensiero, non piangerò

Trasudo gocce di stalattite

Scorre un velo d'acqua sulla parete

Piccole gocce d'acqua si infiltrano

E incidono una voragine, scalfita mano

Dalle volte di una cavità greca

Si cristallizza la ferita che mi acceca

Ardite gemme d'acqua pietrificate

Le mie labbra sulla pelle, affogate

Uno nell'altro in ogni direzione

Sul pavimento ad ogni attrazione

Amarti e ancora amarti

Se mai ti chiamerò.

*

Anche se non c’è nessuno

Ad un tratto cominci a pensare,

più di quanto tu possa immaginare

chiudi gli occhi, per un'attimo

anche se accanto a te,

non c'è nessuno.

Tra una strofa e un battito

si spegne lentamente

il silenzio, dentro me,

il tuo spazio, il tuo presente

in una deriva emozionale.

Si accese la fiamma del mio amore

il giorno in cui la lasciai,

il fuoco mi brucia l'anima

e si dissolve nell'aria.

Un gran fiuto hanno gli amori

remeggiano su calme acque

restituendoci, l'ultimo bacio.

*

E intanto fuori piove

Onirico inganno,

Tormentata storia d'amore.

Non era nostro pensiero

Far parola con nessuno.

 

In un frammento di secondo

esplose la pioggia

sul nostro cammino.

A volte si cammina sui sogni

in una strada deserta, senza sosta.

Quasi invisibile un vecchio casolare,

preludeva un abbandono passionale.

Gli alberi oscillavano, mossi dal vento e

un pensiero balenò nella mia mente.

Il sorriso si accese sulle sue labbra,

in un silenzioso abbraccio

di intese e complicità.

Il profumo della sua pelle divampò in

una vera pulsione amorosa che

placava una sete condivisa.

La pioggia continuava a scendere

tra vibrazioni di brividi e

grandi sospiri.

Uscirono dalle crepe dei muri

parole bisbigliate, offuscate ombre

di un passato, ingannato,

oggetto del suo amore e

intanto fuori piove.

 

 

*

Ruba i miei passi

Ruba  i miei passi

camminiamo insieme

ci volteremo solo per dormire.

Raccogli le chiavi di uomini

che non sanno amare

la mano mia bruciare farà.

Setaccia le ceneri

di chi è morto già

dipingi il mio corpo

dai colori che vorrai

ruba i miei passi e non morirai.

*

Dipinto

Chioma di oro arbusti fratelli,

incline ad ovest

tendono le grazie variopinte in

un amalgama di gocce

di colore in scultura,

scossi da brividi pastosi

pastelli cangianti e tocchi sfumati,

il dito fluttua fluido e imprime.

Non c'è pennello nella mano dell'artista,

effusioni di colori gioiscono

accarezzati sul dipinto.

Fugge dal vento il bianco,

si spoglia la foglia

il rosso papavero ai piedi

schiarisce d'amore,

coinvolge la creazione.

Un quadro scosso dall'onda sonora

ma forse adesso, toccandolo vivrà.

 

*

Il sogno

Ero solo un ragazzino

quando non volevo studiare,

la mente navigava ancor

più lontana da tutti i mari.

Sogni viandanti in cerca di un appiglio,

forse li ho lacerati con un artiglio.

Canti di armonie nel mio fiorire,

sogno di camminare su un

tappeto che non so aprire.

Mi ritrovo maestro di me stesso,

in due lacrime di sole ritrovo le parole.

Mi stringevano le note ritrovate,

era solo un sogno, poi sono scivolate.

Mi sono svegliato in un tempo

in uno spazio, disorientato,

l'imprevedibile destino stringer vorrà,

tutti i sogni che ho da realizzare,

anche se dovrò invecchiare.

*

Dal nulla all’anima

Dall'altura le mani  annodano, sfere di sterpaglia

In un moto soffiato, rotolano alterno

Giorni impigliati nella rete di sale

Canneti intrecciati rinascono a essenza

Ne giorno ne notte all'imbrunire svanirà

Ciotola di marmo di acqua velata

Svela il tuo viso insignito

 

Di Caronte trascini la via

Di sassi fango e melma ti incammini

Attraverso vene di mari vissuti

Non osano i piedi insanguinati ribadire

Continua la via, fitta di spine

Artigli di fiele inibiscono, l'anima cruda

La volontà non ha ostacoli, intravede le orme

Scorre a pelo di acqua e si specchia la sovrana.

 

 

*

Cuore in guerra

E tu lasciar il mio respiro non volevi

il mio tempo hai inseguito

ogni mio palpito hai afferrato

tutti i ricordi hai cancellato

le stelle del cielo hai eclissato

il mio cuore si è congelato

cuore in guerra,

non ha lacrime il suo pianto.

*

Sfiorando il tuo seno

Volerò leggero senza piume

sul tuo caldo nido,

il cielo cadrà su di me e sarà tutto mio,

mi riscalderò sfiorando il tuo seno

e poi potrò anche morire.

Saprò aspettare il tuo ritorno,

innevato il mio ricordo

accanto ad un diamante.

*

Destini celati

D'avanti ai miei occhi, 

figure di un quadro nell'ombra

sospesi a destini celati.

Era apparso dal nulla,

un vecchio libro foderato in pelle,

ingiallita dal tempo

con su scritti a matita

delle frasi, ormai sbiadite.

Stava lì quasi sommerso dalla sabbia,

con alcune pagine logorate a metà.

Da una di esse si intravedeva

una scritta, mi avvicinai

presi in mano il libro e iniziarono

a scorrere le parole sbiadite,

fino a diventar chiare.

*

Ho perso te

Ho calpestato terre lontane

bruciate dal sole rugato,

ho attraversato l'oceano

di rabbia assiderato,

ho cosparso al vento

il tormento dal fuoco arso,

ho desiderato raccogliere

ancora una volta

il fiore sbocciato,

con il mio sangue ho dissetato

il mondo inbiancato,

ho amato così tanto e

son rimasto senza fiato,

ho incatenato la tempesta

dell'anima mia

ho perso la strada,

ho perso la strada

per giungere a te.

 

*

L’armata delle anime

Stridon i denti con

il vento in gola,

son bui i guerrieri,

senza nome,

falciati sulla torre

sospesa nontempo.

Ritrae le anime disperse

la barca, remeggia in un

cammin senza meta,

salpanti accecati tiran,

la fune indurita.

Nessun varco alla prodezza

nebbia fitta il fiato sottrae,

dominanti venature velate

scolpite da nivee.

Si odon lamenti,

di cavalieri vaganti,

la mano convulsa brandisce

il ferro affino, sangue incerto

scansa un'altra goccia

la terra avida la inghiotte.

Solo silenzio apparente,

cenere sparsa, tenebre adesso,

anime, esitanti noi.

 

 

*

Il giorno chiaro

....E venne il giorno chiaro.

Riemersi dal mare scuro,

dove ero intrappolato.

Un sospiro sentìì dal nulla arrivare,

volgendomi con lento ondeggiare.

Cavalli marini pronti

a partire aspettavano chini,

sorpresi nel mare scuro,

incline a schiarire.

Sospesa la mano ombrosa,

chiudendosi si allontanò

con furia impetuosa.

Ghermito all'amore,

lasciare non volevo.

Li d'avanti agli occhi tuoi spenti,

verdi, mi ricordo di luce splendenti.

Battito di luce che viaggia inesorabile,

attraversò spazio e costellazioni infinite,

toccando l'essenza dell'universo,

sfuggendo alla stella del mattino.

Sottratto, da una forza con passo lento,

mi teneva incatenato,

impedendo il movimento.

Un soffio di fragranza d'oleandro,

il vento sollevò al mondo infranto,

inondando la luna stupita,

rimasta di marmo, come scolpita.

Un tuffo improvviso lasciò cadere,

l'amore rapito e ingannato,

volle vedere.

Raggiunse le profondità,

ma il cuore si arrestò e

senza respiro si addormentò.

Finito il lungo viaggio,

non trovò l'amore sperato,

schiarì il cielo e arrivò il giorno chiaro,

trovandoli abbraccati al mare amico.

Senza speranza di vita,

un gridò sollevò chi,

adagiando le ali si fermò,

afferrandoli dalla morte,

proseguì il cammino e

per sempre l'amore tornò,

ingannando l'amaro destino.

*

Parole mai scritte

Amore chiamai, solo te,

chiamai amore

sin dal primo pensiero,

intreccio di mani adagiate

levai, sul corpo leggero.

Amore nel cuore,

che tanto amai,

fugace il tormento,

il cielo supplicai.

L'anima strinsi,

ribelle ti donai,

il cuore mio, estinsi

Amori nascosti,

infelici, derisi e abbandonati.

Due cuori nella tormenta,

placati da un sospiro,

di luce spenta.

Amori oltre le distanze,

il tempo non cancella,

le alleanze.

La leggerezza di un incontro,

ridesta gli amori,

discordanti al tramonto.

Dall'anima nasce l'amore,

cresce ed oltrepassa,

le origini del cuore.

Sveglia il tuo amore,

orizzonte rosso, 

il mio cuore canta,

somma col pettirosso.

Camminiamo a piedi nudi,

su un tappeto fiorito,

ma il fiore da amare sei tu,

il mio preferito.

L'incontro di due persone silenziose

e lo stesso battito di cuore,

incontrandosi, trovan le parole.

Amore al profumo di violetta,

si accende ansimante il tuo corpo,

espande, si adagia e poi aspetta.

Amori senza fine,

cominciano brevi e attraendosi

di luce abbagliante,

fissano il folgorio

di un fulmine accecante.

Ma il mio amore,

incertezze non ha,

toglierò tutte le spine 

e continuerò ad amarti,

fino alla fine.

*

Non c’è tempo

Non c'è tempo che

fugge al tempo,

di fiamma annerisci

il cuore avveleno.

Si scaglia la roccia

divampa il pensiero,

riaffiora dal mare

l'atteso levriero.

Strapiombo dirupo

di parole distorte,

allinea le righe

non ritornano le foglie morte.

La punta del

pugnale rovente,

inarca al vertice la costante.

Dal ferro foggiato

si fonde la ragione,

nessuna spiegazione,

nessuna rivelazione.

Tendo la corda monarca,

alla gente

tu che passi infuocato,

in questo frangente.

Il sentiero di mano indurita,

la nebbia al collo

e la pietra atterrita.

*

Cuore Gelido (testo inedito)

Si ode il canto dell'amor

d'aurora boreale,

cristalli frammentati

ai colori cangianti,

si placano sotto

un cielo bramoso.

Un gelido soffio

di vento, scuote

gli animi viaggianti,

i miei occhi non

hanno più lacrime

per bagnare le tue mani,

un ultimo petalo bianco

si stacca dal cuore gelido.

*

Logica

Nella logica dei numeri

nessun risultato è reale

a ciò che ci circonda.

 

Deturpa la mente all'infinito,

numeri alterati elevati alla potenza

combinazioni del prodotto,

sottratti all'ignoranza.

 

L'equivalente frazione

include, se sposti gli zeri

all'equazione finale,

la radice di nessun numero

alle parentesi amorfe equivale.

 

Tutti i numeri sequenziali

di un fondo comune

sono primi e infiniti e

non hanno valore alla radice.

 

Ma se la logica dei numeri

ha un senso di vita

nessun numero pari o dispari

cambierà il risultato

della nostra partita.

 

*

Profumo nella valle

E' solo l'eco del tuono

a ruggire nella valle

immersa nel silenzio

in una quiete eterea,

contornata dai mille

colori pittoreschi.

Un leggero tentennio

di rugiada spennella

le timide viole

ancora dormienti.

Ritornano istanti giubilanti

al ricordo del tuo profumo,

ancor più vigoroso

di tutti i fiori della valle.

Sbuffi di vento sfuggenti,

soffiano, respiro di fraganza

fin le onde di sabbia

tra le nuvole e ancor

più lontano nel corso

di un esiguo spazio

impenetrabile.

*

Odor Grànora

Sentìì lene donzella,

odor del rorido grànora,

immane diletta,

cinta fiatata aura,

lambisci , Nora.

Rubro ardore d'incanto,

a ponente volge,

nulla avvince vestigia,

stea assopita.

Corpo inerte velleità,

effimera ragione,

biondeggiano spighe

ne la via raccoglie

a sembrar bocciolo,

affluvio s'innalza,

nobile amòne.

Riveste bruma,

volto risolto,

candido bigio.

Finitimo branca rilievo,

vede or' portento ancella,

marmoreo chiarore

stende pòlve di tal' terra senza fin.

Chioma dir scura seta,

sbietta altresì cingi

spiga per lo seme,

grànora balioso, tu.

E verrà colui che sancirà

credea tu fossi , portento il ben.

 

*

E quando parlerò di te

                                                              

 

                                                             E quando parlerò di te,

                                                                non avrò paura,

                                                                non avrò parole amare,

                                                                non avrò ricordi perduti,

                                                                resterò silenzioso ad ascoltare,

                                                                l'eco della tua voce penetrare e

                                                                dal libro del poeta,

                                                                una farfalla volerà.

                                                             E quando parlerò di te,

                                                                il deserto fiorirà,

                                                                il vento canterà,

                                                                il cielo cadrà.

                                                             I miei occhi danzeranno,

                                                                la luna cercherà,

                                                                invano il tuo viso,

                                                                che nascosto nel mio,

                                                                cuor indiviso,

                                                                ed io avrò vissuto,

                                                                solo per te.

                                                             E quando parlerò di te,

                                                                mi racconterò,

                                                                le mie tempeste sorvolerò,

                                                                vedrò l'azzurro,

                                                                ciel dormiente,

                                                                liberare il respiro,

                                                                del vento ad oriente.

                                                                Cambierà direzione,

                                                                innalzandosi a ponente.

                                                             E quando non parlerò di te,

                                                                tu parlerai di me,

                                                                ed una lacrima di cera,

                                                                lentamente si scioglierà e

                                                                il mio cuore pulsare non saprà.

                                                             E da tutte le parole non dette,

                                                                una poesia nascerà.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Le mie colpe

Prendo su di me,

le colpe non mie,

la sofferenza e l'agonia,

il male generato dall'odio,

il pianto non ascoltato,

il tormento di un neonato.

 

Prendo su di me,

il sangue versato degli innocenti,

le terre bruciate dall'odio dei combattenti,

le lacrime di una madre, di nessun figlio.

 

Prendo su di me,

amarezza, risentimento e delusione,

le parole, che avvelenano il mondo,

rivalsa e sofferenza, inflitta al tuo nemico,

coloro che non hanno, ne nome, ne viso,

 

Prendo su di me,

chi è lontano, invisibile e inaccessibile,

il desiderio che non è più, un desiderio felice,

la sete d'amore, per le frustrazioni di rabbia ricevute.

 

Prendo su di me,  ma adesso...

chi prenderà me, con le mie colpe,

che soffocano dentro, il calice del mio cuore.