I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Pianto di libertà
Perché piangi? … operosa contadina, curva sotto il sol a lavorar nei campi, certo il tuo pensier è con tuo figlio in battaglia impegnato. Preghi pel suo ritorno e che da morte scampi, mentre le lacrime solcano il tuo viso precocemente invecchiato. Perché piangi? … dolce bambina dai lunghi biondi capelli, cresciuta in fretta, … piccola donna sola. con un balzo hai saltato gli anni più belli perso l’infanzia, i giochi, le bambole, i compagni di scuola. Perché piangi? … coraggioso soldato, partito per combatter una guerra che neppure capisci. Hai lasciato l’amore con un bacio rubato, per qualcosa che ti spaventa e ti fa orrore, ma … a cui obbedisci! Perché piangi? … amico partigiano, la tua vita è una sfida costretto alla fuga, dal nemico braccato come lepre ferita. Salvo è il tuo eroe, la tua stella guida, che impavido si sacrificò per la libertà e l’altrui vita. Perché piangi? … Patria mia, lacerata da anni di guerra che paion millenni, col sangue dei tuoi figli a frotte versato partiti per la morte poco più che ventenni, caro hai pagato … il prezzo di un fato spietato. Smetti di piangere! … la guerra è infin finita! dal timor del doman non farti sopraffare. Rinasci nell’alba di una nuova vita, è il momento di rialzarti e di tornare a sognare.
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Il vitalizio
C’è una cosa che accomuna i politici di ogni color, e che quando poi matura son per tutti noi dolor. Tutti i giorni a litigare per salvare l’apparenza: “questa legge non sa da fare, … c'è ... c’è bisogno … (ah si!) di coerenza!”. La sua origine è persa ormai … in un alone di mistero. Si sa solo che giammai si abolirà sto ministero. Pochi anni di “lavoro” mettiam pur le virgolette, basta e avanzan a costoro che si dicon persone “elette”. Ai! … Italia mia … tutti ormai sanno che sei sull’orlo di un precipizio. Tante son le cose che non vanno, ma la peggiore è il vitalizio.
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Amore nei campi di grano
Ogni anno, a luglio si rinnova in campagna un rito che è una festa. Sotto il sole, madre natura si giova e dei suoi frutti al raccolto ci si appresta. Le giornate passan liete sempre intenti a lavorare, tra le spighe rigogliose un amore può sbocciare. Gli sguardi ad incrociarsi come fuoco fan scintille, mentre i cuori, prima rischian di fermarsi poi all’unisono batton a mille. Le fatiche del lavoro trovan conforto e refrigerio. Nel pensiero di un sol bacio cresce il sentimento, con timore e desiderio. Venuta è ormai la sera, i campi è tempo di lasciare, finito è il giorno e così … anche un altr’anno. Nelle menti degli amanti resterà vivo il ricordo dell’amore, e pel domani … se son rose fioriranno.
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