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Raccolta di poesie di Leila Falà
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Una crema tutta per sé

da "Della propria voce" Qudulibri 2016

 

Una crema tutta per sé

 

 

E decido.

Prendo tempo per me.

Metto una crema al vapore

di sciocchezza qua e là.

Una crema magica, anti-tutto.

 

Anti rughe, anti sporco, anti grasso

Anti scon-forto-da-week-end

anti malessere, solitudine, depressione

anti frustrazione da risultato imperfetto.

Non da cattivo risultato, quello no.

Ma imperfetto, questo sì.

 

A culo: prendo tempo per me.

 

Ecco però spuntare la vocina

di “io”, mia sussiegosa mammina.

Chiede se ho fatto questo e quello prima

della crema, “Mia carina”.

E “Faresti meglio a sistemare lì, qui, qua”

dire, fare, baciare, telefonare.

Poi ti darai la crema, dai.

 

Tu, cara, essere perfettissimo

pulitore del cielo e della terra

di tutte le cose visibili e invisibili

per mezzo di te tutte le case

sono state sistemate.

E le questioni più delicate?

Parzialmente scremate.

 

Sospiro, mi sottraggo, cerco di desiderare.

 

La vocina insiste, non si arena

io mi armo di desiderio, lo ascolto e per la crema

ingaggio una battaglia senza più respirare.

Battaglia che strema.

 

Non dico no come va a finire.

 

*

Una e trina da Della propria voce

da "Della propria voce" antologia del Gruppo 98 poesia, a cura di Leila Falà Qudulibri ed. 2016

 

Una e trina

 

 

Una e trina, una e dozzina

madre studiosa casalinga

impiegata artista madonnina.

Onnipresente, onnipossente.

Senza limite al farsi carico.

 

Resto però fuori contesto

gli occhi ben confitti

nel concreto delle cose

stropicciata e malintesa.

In cerca sempre d’altro, di qualcosa

mi attesto nel non so

e lo sono pienamente.

 

Polimorfica, ecco. Tutta e niente.

Sono eccezionale. Come tante.

E forse sono un po’ tutte.

Ecumenica, direi possente.

 

Allora una e trina

più un'altra quindicina.

Le impersono tutte e quindici

poi sedici, poi diciotto

e mentre il tempo scorre

mi faccio ventitré.

*

Abat-jour

Abat-jour

 

Quando

a colloquio col sonno mi spoglio

scappano dai ripostigli

dai ripari diurni del corpo

 

si appollaiano su l’abat-jour in attesa

sul colle dei libri non letti

sui colloqui virtuali

di cellulari in riposo

ali di parole

dette lette ascoltate rubate

a bocche distratte

a insegne loquaci.

 

Attendono come passeri sul filo

che la luce si spenga.

E vanno a infilarsi rimescolate nei sogni

a spiegare i significati della mia irrequietezza

il senso dei gesti non fatti.

 

Mi sospingono fino a depositarmi

verso minuscole verità.

 

*

Mobilia

Mobilia

 

Scaffale a giorno

su misura

componibile adattabile

ai momenti di solitudine.

Brulica di pensieri smodati

in edizione economica

e brossura.

Disponibile anche in metallo

per risuonare il mezzogiorno

e non dimenticare di mangiare.

 

Tappeto in lana

per scivolare dal divano.

Antimacchia

durevole, resistente

con motivi suonati a mano.

Disponibile anche in altri pensieri

per baci nuovi lusinghieri.

 

Cassettiera stile libero

con alone senza bicchiere

completa, corredata

di affetti personali

e scrittoio a scomparsa

per guerre senza parole

colme di effetti collaterali.

 

Causa trasloco cedesi

prezzi trattabili.

 

 

 

*

Langue

Langue

 

L'oca langue

langue d'oc

lingua d'oca

batte qua e qua

sguazza e gioca

evoca cantori

e rifà il verso

poi si basta e s'acquieta.

 

Lingua scritta

in punta di penne

ad ingannevoli equazioni

sussurra dis-soluzioni

senso e dissenso

leggera si eleva

e leva il torpore intenso

causato da abusi mediatici di senso

da lingua diva televisiva

finta oca che gioiva giuliva

ma illanguidiva e ti seduceva.

 

Lingua di piuma

che eroica si batte

ma è sola e poca

e si fa fioca

senza stupire starnazza

povera lingua.

D'altra parte è d'oca

perciò stupidamente ora langue

 

e anche la penna.

 

 

 

 

1/9/2012