I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Status quo
Quando il pensiero si perde rimane un vuoto apparente che pervade il cuore, l’animo, la mente in inquiete dissolvenze.
Statico, emana l’aroma nauseante del principio costante: “non muovere”. Freddezza.
Ma quale emozione se il pensare non esce dal confine asfittico della mente?
Come credere al domani se, lo status opprimente non scompare dall'imperturbabile?
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Poesia
Vivo sussurro d’un dolce pensiero scolpita nel tempo del ricordo che muove il cuori, dolce e amara sei.
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Bianca signora
Del mio cuore affresco perenne mai dimenticherò il tuo nome.
Immagine con la fonte cinta di aureola celeste.
Radiosa come la primavera che alla natura dona aroma. Tu, di bontà mite e sincera il tuo profumo è quello della rosa sbocciata a primavera.
Dagli occhi tuoi un rigagnolo l’umanità bagna d’umana pietà e, rugiada divina.
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Non sparare
Mi rimbomba nel cervello questa idea su chi spara.
A quel povero soldato che le bombe vede scoppiar e, se qualcuno provasse a toccarle sentirebbe le mani bruciar.
Cade a terra lo sventurato, superbamente si eleva l’audace, timoroso s’abbassa lo scaltro ma, ciascuno ha un enorme paura di pigliare più colpi che può.
Si ode da un lato un commando, una bomba dall’altro si sente c’è chi rimane ferito per sempre c’è chi morto in trincea già sta.
Un crudele destino accompagna chi è chiamato a imbracciare il fucile per far fuoco sul nemico assoldato pure lui pronto a sparar.
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Ideale
Vale la pena vivere avendo un’ideale in cui credere, morire e lottare!
E’ entrato nel mio cuore quando ero un ragazzino, coltivato con passione, innaffiato col mio spirito il suo nome Socialismo.
Il sole nascente è l’emblema perenne di questo ideale mai domo e ribelle.
Quando germoglia nell’animo umano non costa fatica una stretta di mano; supera sempre gli eterni confini che l’uomo ha tracciato con gesti assassini.
L’onda del mare trasporta sublime questo ideale in ogni confine; supera sempre ogni tempesta si annida nel cuore e, nella testa.
Spinto dal vento come la spuma del mare varca i confini di terre lontane.
Porta con sé le dolci essenze di grandi battaglie per chi non s’arrende ai tempi nostri che sono cambiati dove distrutti hanno gli ideali.
Non sono riusciti a farmi cambiare l’amore fraterno per questo ideale.
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Rabbia per l’innocenza rubata
Solitario e silenzioso improvviso piombi sulla preda indifesa.
Con sguardo bonario avverti l’insano impulso, indossi la maschera e,rubi l’ignara carezza a un dolce bambino.
Maledetto l'incontro nella giornata senza luce.
Come il leone che cade nella fossa e, col suo ruggito muore il male ti circonda e ti precipita nel cuore.
Perché ti è dovuto questo cielo, questo chiarore se sul tuo cuore non c’è traccia d’amore?
Dentro l’immensa pace marmorea, dove non più s’ama, non si sogna, non si pensa, dove nulla si muove, neppure là,orco funesto troverai pace.
Lo sdegno ti morderà quello che resta del tuo immondo cuore.
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Universale amore
Nell’intimo del cuore si accende una scintilla che non conosce i fremiti dell’odio e dell’invidia.
Una luce tutta nuova, rischiara ogni cuore destandosi dal sogno mostra il suo splendore.
Un’ombra solitaria svela un segreto arcano ora si nasconde sfiorandoci la mano.
Nel gaudio dell’amore le montagne, il cielo e il mare riempiono il volto dell’armonia del cosmo.
Per festeggiare ancora il patto dell’amore avvolgici tra le tue braccia e, schiudi il nostro cuore; per te non c’è segreto solo, infinito amore.
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Una nuova età
Giovinezza, hai lasciato il passo a questa nuova età, oasi di pace e libertà. Ci s'incontra nella quiete delle cose che abbiamo intorno ricordando le antiche nenie le piazze, le sezioni, le chiese che sono la storia antica del paese. La scorza temprata dal tempo scopre perché nel sole c’è tanto calore e, nelle parole, la bellezza della poesia.
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Non restate muti
Note di musiche ci trascinano tra le braccia dell'amore.
Melodie che si levano frementi con gemiti profondi che par quasi provengano da altri mondi.
Spartiti di sogni e ricordi.
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Fantasmi
Nella notte che tutti gli spettri muove udì una cupa voce in quella tenebre buia e atroce.
Vide le bianche forme, e, il tormento che lentamente la vita divora sembra aspettarlo ancora.
Destatosi, la verità rivede assoluta.
Alza le braccia al cielo e, sulla coperta si strugge mentre il pianto gli si chiude in gola.
Un peso gli si incollò al cuore. Non sgorgò nessuna lacrima in quella notte di terrore.
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Albero
Quando ti spogli urli alle nuvole e, in sacra permanenza nascondi il seme nel profondo della terra.
Non sei indifferente all’infernale tormento ma, prodigo e contento combatti con il vento.
Così, come per ogni gioia fiammeggia un fiore, per ogni raggio di sole fiorisce un verso Amore.
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Mia Signora
Tra lo splendore degli azzurri occhi tuoi e dal candido velo avvinta di eterni raggi come fiore sopra il mare infinitamente viaggi.
Come una stella ti dilegui alla pupilla intenta e, con soffio rapito al vento esclami: non dite che si è spenta!
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Risorgere
Come roccia solitaria tra nube di veleno piena il disinganno della vita, proietta un bianco raggio. Migra il pensiero, distesa è la fiducia dell’etereo volo.
Si muove la mente e, l’astro luminoso le porte dell’amor schiude.
Non più ombre che inseguono come larve il pensiero mio da quando vidi risplendere il volto tuo.
Vivo e m’affido al tuo impavido pensiero e, non più guardo alla paurosa alba che nella gola malvagia l’esser mio gettò.
Mutati i mostri a nuova vita anelo.
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Risorgere
Come roccia solitaria tra nube di veleno piena il disinganno della vita, proietta un bianco raggio. Migra il pensiero, distesa è la fiducia dell’etereo volo.
Si muove la mente e, l’astro luminoso le porte dell’amor schiude.
Non più ombre che inseguono come larve il pensiero mio da quando vidi risplendere il volto tuo.
Vivo e m’affido al tuo impavido pensiero e, non più guardo alla paurosa alba che nella gola malvagia l’esser mio gettò.
Mutati i mostri a nuova vita anelo.
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Tempesta
Al ciel si lancia e tutto inghiotte.
Tutto sconvolge nel niveo giorno e, nella oscura notte.
Di attese adombra la mente, la sua vittoria attende.
La bonaccia con voce d’amor allontana il tormento.
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Bufera
Urlano i venti, nubi silenti si levano in turbinii di bianchi fantasmi nei grigiori del cielo in cerca di luci.
Una cupa sensazione invade l’animo.
Nel tuo regno come effigie infrante le mie certezze si perdono nell’attesa della calma tua.
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Campana
Rintocchi s'alzano al cielo.
Suoni di perdoni, pianti, preghiere irrompono negli azzurri.
Le dolci preci dell'Ave Maria sono inno alla vita.
Quando scende la sera i rimbombi di umili campane invitano le genti alla preghiera.
Armonia, gioia, oblio sono il desiderio della pace promesso al mondo dal risorto Dio.
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Amore
Dipinge gli occhi del suo colore.
Lo sguardo incontra il suo splendore esponendolo al cuore.
Il pianto, d’un neonato rende al mondo tutto quello che Dio ha creato.
Una dolce melodia pervade la mente di ogni essere vivente.
Un inno alla pace che miete amore in ogni cuore.
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Fantasia
Sta dove non esiste il male e, la felicità è reale. Fantasticare, far viaggiare la mente e, dimenticare per un attimo fuggente il presente.
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Imput 2
Nel sentiero scintillante del tempo la fuga e la salvezza di una stella scheggiata poggiata sul gocciolante stupore delle pupille tra giochi di perdizione immersi negli abissi della morale.
Nella scia della consapevolezza un nodo ci lega l'uno verso l'altra per la nostra rivolta che risvolta l'irrimediabile.
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Nella notte
Vestito dal silenzio sospeso tra istanti frammentari nascondo la presunzione, la sfrontatezza, la perversione, professandomi schiavo della tentazione. M’intimorisce solo il già.
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Voi
Qualsiasi cosa voi farete mai mi stancherete. I nostri affetti seppur rigirati dalle onde sempre si salderanno. Con gli occhi miei chiari osservo la vostra vicinanza cucita sul mio cuore con il filo dell’amore.
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I personaggi
Valori deformati.
Umiliazioni, accondiscendenti, giustizialisti, spergiuri, trafficanti.
La storia sarà nauseata dagli strazi di tanti innocenti ma compiaciuta dai liberatori. Già
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Non so se era giusto
Chiamarsi compagni.
Abbiamo conosciuto emozioni, sappiamo delle devastazioni culturali, dell’accentramento delle risorse delle ricchezze, delle esclusioni.
In questa contemporanea solitudine il fine non esiste.
La perseveranza alle regole ha senso se agli atti dell’oggi seguirà un nuovo domani. Nessun mattone per la costruzione d’un edificio può essere posto sul bordo d’uno strapiombo.
Manca la volontà.
Già.
Non esiste ne arte ne parte.
Gli uni e gli altri in brulichii di sintesi per altri dogmi.
Già.
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Nella notte
Vestito dal silenzio sospeso tra istanti frammentari nascondo la presunzione, la sfrontatezza, la perversione professandomi schiavo della tentazione. M’intimorisce solo il già.
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Morte bianca
Ricolmo di dolore, per le sofferenze patite sotto la cappa del lavoro.
Per molti: il tempo della morte.
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L’amore c’è e si può sempre trovare
Amo il calore della scienza e, chi gratuitamente dispensa sapienza.
Amo senza mendicare la mia diversità di osare.
Amo la natura bella e distinta e, rivolto a essa mostro il mio sorriso e, la mia grinta.
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Usuale
Al tramonto respiro l’aroma e il verde del bosco; la luna seducente, brilla.
Non distolgo gli occhi da lei e da quelle mille scintille che ha intorno.
Con audacia mi addentro in quel argenteo chiarore artefice di alba e tramonto al venire e al finire del giorno.
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Fioritura
Non solo quella del bosco, pur quella del tronco a cui spesso vado incontro.
Nel suo sbocciare solleva la sua contentezza; lo nota persino la sua corteccia.
Nuovamente colmo di vita e, una trama di rami fioriti teneri al richiamo del mio Amo.
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Per lei
A l'ornamento del tuo volto felice e contento confidenzialmente mi rivolgo.
Confido nel peccato come grazia divina per non essere lontano
Limito il confine e, trovo lo spazio dove perenne rimane dipinto il tuo volto.
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La mia visione
Cinguettano gli uccelli tra le fronde e, al barlume del chiarore si spalanca la natia luce che conduce l’audace nel loquace sentiero del cuore che fremendo e scalpitando all’amore conduce.
Al margine, il mare; il sole, attornia l’onda; la barca, oscilla tranquilla e, con squillante voce il pescatore una canzone intona alla natura.
Madre del sole, del mare, del cielo, delle stelle e, della luna.
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Imput 1
Il rosso del fiore il bianco del branco s'intingono nel nero di quel spento giorno che s'appresta a tornare e, tutt'intorno l'abbandono tra le ombre del quartiere, nel fetore della profanazione, nell'attesa dell'annuncio. Vago come il turbamento che sfugge al vento annunciando il temporale. Vago come lo sguardo di chi osserva distrattamente e gode dell'imperfezione per umiliare.
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Osservare
Un volteggiar leggero tra il vento che impazza librarsi in volo libero come una farfalla.
Posarsi su un fiore nella verdura accesa gustare con passione l’ora dell’attesa.
In quegli istanti assorti nel veder quel che sta intorno e, con fiducia attendere chi ci viene incontro.
Ora, un pettirosso si posa su un ramo e, in compagnia nostra fischia il suo “Amo” poi con eleganza s’alza in volo e danza.
Il tutto si ammira in compagnia del fiore e, per comprendere il tutto aprire il nostro cuore.
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Sguardi uniti
Quando il tuo e il mio sorriso fanno breccia nella giornata che s’affaccia tutto prende forma.
Il fiato nostro invade l’aria d’un aroma speziato d’amore.
La parola assume forma indefinita, primeggia la sensibilità infinita.
Quando la nostra felicità sconfina nell’universale il guardare, l’amare trabocca dal cuore inebriando l’animo del gusto della felicità.
La gioia più bella per la fertile generosità che esplosiva divampa è per la strada che porta all'ancoraggio, là dove alitano fragranze di terre lontane dove l'urlo è l'abbraccio con il nostro sorriso scolpito sul viso.
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Noi
Dentro a un granello di polvere il ricordo del tempo è atteso.
Il quesito:a quando?
Lo domando, scansando il rifugio divino che nel salmodiare ha il suo approdo naturale.
Quando le tracce portano al proibito il nostro piacere è violare le consuetudini.
Un gruppo di amici maestri del comprendere, dell’ascoltare, del discernere, del capire.
Noi, liberi pensatori in spazi aperti viviamo e a gran voce osanniamo la natura e il creato con il nostro ti Amo.
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Nessuna distinzione
Quel magnifico sentore di grazia giovinezza! Accarezza il decoro del ricordo che il cuore riceve dal profondo.
Sublimando la delicatezza di chi non giudica nessuna persona come essere inferiore a prescindere dal colore.
La forza pura della ragione si contrappone al vendicatore e raccogliendo il decoro del silenzio a combattere con la poetica si appresta.
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Fantastica danza
Dal torpore la bella si alza e, con baldanza un giro di danza.
Balla la donzella, agile come giovane gazzella.
Sulle punte, in vortice gira e, tutta la gente la ammira.
Seduta su poltroncina vellutata scosta la gonna inamidata. Mostra civettuola l’attaccatura completando il disegno di Madre Natura.
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Genitrici
Mamme, rimembrate il giorno in cui nel vostro ventre sentiste un sussulto di vita? Con amabile vanto gioiste e, con protettivo impulso la culla soffice gli faceste.
Mamme e figli. Stretto al petto con incontenibile affetto mirando il suo primo passo e, il suo sollazzo con la passione dipinta sul vostro volto bianco.
Società Ed ora le attese speranze disattese da vane parole di una società putrefatta che succhia sangue dalle vene, lacera la carne viva di attese e, dei colpevoli del triste misfatto ancora nessuna condanna.
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Il punto cardine
Sta nella direzione del sognare dove il vento si fa sentire; dalla finestra lo osservo, dialoga col mare. Dialogare. Lieve carezza, scure seducente per poca gente.
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Follia
Luci tremolanti riflesse negli occhi di chi con mani tremolanti sorregge bastoni intarsiati di ricordi. La mente sveste memorie, non scansa il dolore; graffia il pudore, non sa implorare.
Un peso di astri sgretolati. La mente non ne nasconde il viaggio.
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L’onore
In questo tranvai interiore spargo momenti.
Vorrei riflettermi negli specchi degli attimi vissuti per non cessare di essere.
Mi presento a l'oggi con permanente sorpresa senza il suono del compenso nel luogo dove tutto è già stato.
Forza, vanità, orgoglio, impattano nel quotidiano stravolgendo il delicato scenario umano.
Quando una stretta di mano veloce e conveniente sveste le attese e, s'invaghisce dell'egoismo veste il peggio del non agire, del non essere.
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Disegno
Con una pietra bianca l'immagine del pensiero che non può essere compreso.
Il decoro del silenzio delicatamente si nasconde e, sfida la trepidazione del momento.
La follia, si cimenta con l’invisibile; quando l’immoralità sorprende seduce il gesto e, non si pente.
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Travolto
Dall'immobilità, dall’incertezza. La paura. Già. Di essere prigioniero della resa, della rinuncia. So osservare, ascoltare scarnificare l’equivoco; la paura, mi esalta.
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Visioni
Non conta la competizione. Osservare. Trarne ispirazione.
Torrenti di fiori e, lo stupore s’invaghisce dei prati.
Una dolcezza colorata. Un uccellino che intona una nota la meraviglia, in quell'ora.
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Si diffondono
Maree di piogge.
L’asfalto è agitato il cielo, in degrado pare consumato.
Il sentiero, impregnato, il bosco ferito, l'albero raggrinzato dal vento.
Una ferita inferta senza nessuna pietà.
Già.
Cristalli che rimbalzano inseguono i momenti delle devastazioni.
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Tu sai che
L’amore è l’andare e il tornare del vento.
Nello sguardo si è fermato.
Viaggia nel sogno, regge l’impazienza per ogni fremito con benevolenza.
Tu sai del rivolo dell’amore distillando malizia; annuendo.
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Enigma
Si leva lo sguardo mio sul compiuto, sull’incompiuto.
Suggestione?
Esiste l’armonia della natura con quella del creato?
Ascolto il vento ma voci concordi non sento.
Indocile, impenetrabile quando si accanisce.
Solo quando tace la notte, sul mare giace.
Quando il contrasto senza pietà si ciba della sofferenza la natura, a fatica respira. Già.
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Una questione mentale.
Insegue, opprime, tortura questa dolente ferita brucia.
Nel silenzio della notte un ronzio d’intorno al volto e domando: perché tutto questo ho d’intorno? La danza delle ore nel torpore della notte.
L’ultimo pensiero dedicato alla vita prima della dipartita.
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Visioni
Non conta la competizione. Osservare. Trarne ispirazione.
Torrenti di fiori e, lo stupore s’invaghisce del prato.
Una dolcezza colorata.
Un uccellino che intona una nota la meraviglia in quell'ora.
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Contrasto
Il fogliame rotea, cade silente, le fronde spoglie e, un tappeto di foglie ci accoglie.
Tra spazi di luce il freddo e l’umido, in conflitto muovono il cielo mascherato.
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Rovine
Irriverente poso il mio fardello. Impreco al chiasso del mondo, al rumore assordante, che assorbe il mio respiro.
Il tumulto del tempo scorre sconsolato nelle pieghe del rimpianto.
In queste rovine gli uccelli nidificano. Conforto,tenerezza, la mia certezza.
Dentro, l’aria è satura di un profumo sconosciuto, l’eco, risuona, parlano i muri; raccontano di quelli che guardavano il Cristo morto tra i ladroni domandandosi: quando tergerai i cuori da questi frastuoni?
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Respiro
Nel giorno, l'aroma e il verde del bosco nella notte, la luna seducente ammiccanti scintille fan da contorno. In quell'argenteo chiarore artefice di alba e tramonto nel mio tragitto rimane al venire e al finire del giorno.
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Cromatici
I colori avvolti nelle notti, gli incanti dei tramonti floridi e accesi inebrianti si mostrano.
Congiunti con gli scuri per disegni d’amore chiaroscuri.
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Accoglienza e doglianza
La mano sia tesa, la parola, aperta al tempo per quel gravoso ondeggiamento che mina la vita e, pur la coscienza.
In tutta confidenza leggendo il pensiero del cuore spesso e volentieri non ho parole.
Del resto, se servono per sentenziare mi rifugio nel gesto solidale.
Il tempo, impazzisce e, l'improvvisazione spesso è antidoto benefico alle trame.
Dio, siede muto sull'ignoto del tempo e, il risuono del mare conduce lontano; là dove l'angoscia non ha fine.
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Ricolmo di dolore.
Per la sofferenze patita sotto la cappa del lavoro che per molti è stata la morte.
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Amo
Il calore della scienza e chi, gratuitamente, dispensa sapienza.
Il colore, senza mendicare la mia diversità di osare.
Amo la natura bella e distinta e, rivolto a essa mostro il mio sorriso e la mia grinta.
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Dietro
A quegli scogli volano i gabbiani e, si dibatte il vento. Lì giunge il fruscio del fogliame confuso con la risacca del mare. Col vento alle spalle il calore è con noi, in questo spaccato naturale dove si tocca il mare.
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Assolo
Nella notte m’incammino con passo cadenzato e, nel giorno confido. Sono predatore del silenzio, metto in gioco l’esistente per comprendere il mutamento
Non perdo l’orientamento, non mi confondo, il chiacchiericcio non mi spaventa, m’infastidisce solo perché non posso interloquire.
Denudo il pensiero, estrapolo l’essenza e, manifesto apertamente l’impazienza di sopravvivere. Quanto vorrei vivere.
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Credo
A quel che vedo. Alla capacità di superare il limite del circostante e nell'istante, la parola è una manciata di gratitudine quando incontra lo sguardo di chi mi sta d’intorno. Un contorno che ravviva l'esistente del mio mondo che non ama il presupposto.
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Amor
Da un fiore una grata fragranza si spande e, ad ogni petalo un palpito corrisponde.
Sentimento cortese, germoglia nel cuore e, per grazia ricevuta ardore a tutte le ore.
Non è che la percezione della marea purpurea nel momento del tramonto Sereno l'incontro con quello che ho intorno e,apertamente lo prendo per mano nel chiarore del reale, nell'armonia della vicinanza.
In ogni circostanza coltivo l'amore come quando mi prendo cura di un fiore.
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Io sono ancora
Profondi solchi raggrinzano il mio volto.
Il retroscena del rimpianto per un partito che non c'è.
Ricordo quel rosso che stupì le mie passioni.
Quando rosseggia il pensiero il mio cuore ha il battito d'un foglio disperso che nel turbine del vento urla il suo lamento.
L'oggi è il tramonto della mia storia quella di un uomo di sinistra un Socialista.
Un po birbante, incostante, giocherellone, ingenuo, amante del vino, delle parole, delle donne ma, sincero e conosco il tempo di una parte della vita e, dell'idea Socialista che mai ho tradita.
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In compagnia della luna
Il silenzio è infranto dal un sordo rumore che scuote l'immensa pace della notte e, come vivo specchio l’alone del mistero riflette l’immagine nelle salmastre acque.
Sciaborda la bianca spuma sulla rena, il tenue chiarore compagno di notti solitarie e, il mare; stupenda cornice della fioca luce lunare.
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Amianto assassino.
Tra spruzzi salmastri e, folate di venti invisibili spore nei meandri del respiro della vita si nascondono, per portar via l'ultimo fiato.
Il commiato, nello stordimento generato dalla paura della sofferenza.
Si parla di morte mentre un dolore febbrile entra nel cuore e, dalle labbra esce un bisbiglio.
Nel cuore, un rancore tenace per tramontare con il sole e,trovar la pace.
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Cielo
L'effluvio del tuo splendore inebria l'immagine con il candore dell'istante e, all'orizzonte oasi di pace si manifesta regale.
Immensa beltà il Creatore ti ha donato rendendoti maestà divina di tutto ciò che Dio ha creato.
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Da ponente a levante
Miro gli scogli scolpiti dal mare avvolti da fragranze d’un verde ancestrale inebriano l’aria dell’antico paese di dolci essenze, antiche preghiere.
Il sole nascente si specchia nel mare formando un colore davvero irreale; colore e magia. pare sognare l’antica punta bagnata dal mare.
Manara, dolce nome eterna mira di ogni pescatore.
Quando lo sguardo volge a levante ecco uno scoglio dipinto con arte, magnifico il nome, la croce l’emblema qui nasce un poema d’un borgo marinar.
L’onda si frastaglia su quel scoglio antico ricordo sempre vivo che porto nel cuor.
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Quello che offre il mar
Aria fresca, frizzante pura, belle donne in mezzo alla natura che il mar allieta con l’onda mossa, e, l’onda cheta. Bellezze vaganti, gente sanguina e cortese quella che passeggia in riva al mar senza pretese.
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Dialogo
France Lungo il sentiero che sale in alto per la perla montana l'aria vivente è mia confidente.
L'aria In confidenza ti chiedo quale è la ricompensa per questa tua lunga camminata?
France Lo stupore al passar delle ore. La luce maliziosa e, nel rimbalzo sonoro del bosco riconosco il profumo del sorriso di chi mi sta intorno.
L'aria Gradevole pur per me la tua compagnia rallegrata da un ricordo degno di nota e, intrattenuta da questa conversazione saluto te e tutta la comitiva.
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Un barlume di luce
Quando il mattino si veste del chiaro un radioso sorriso si riflette sul viso.
Preavviso della fantasia che muove la mente e, ravviva la poesia.
Versi, sensazioni, turbamenti, passioni; solchi profondi consumati dai tempi
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Pronti all’allegria
Per le aurore, i tramonti, i colori e, le loro sfumature, per aver toccato fiori e guance, goduto della festa con gli amici e, lo stupore, a tutte le ore per le onde danzanti.
Per le dolcezze delle parole i sorrisi delle presenze le nostre verità da dire.
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Paese
Il golfo addormentato, la tenue luce che con il suo spuntare il cuor rallegra.
Sul taciturno paese da ponente a levante frusciano le onde esaltando le incredulità dell’eccesso.
Un uomo sulla rena cammina, racconta e canta alla vita.
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Domando
Se tutte le bellezze teneramente custodite si mostrassero alle tue pupille e, la magia di una fata potesse intarsiarle di spighe dorate che diresti?
Se le bellezze dovessero svanire saresti tu la soccorritrice per farle nuovamente rifiorire?
Se gli ardori non imprimessero più i tempi tu, che ne diresti?
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Asbesto
Invisibile ai nostri occhi non avevamo paura poi, un operaio trascinandosi con rochi spasmi e, fame d’aria sputò sangue. Morì.
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Alveoli
Un acre sapore aspro un vero disastro quel rossastro colore del sangue.
Un lembo tra le pareti rinsecchisce con il suo profilo affilato. Attesa.
Si attizzano i pensieri in fiamma e, la forma del tronco s’infossa.
L’assenza. La fragilità. L'addio. La morte.
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Alveoli
Un acre sapore aspro un vero disastro quel rossastro colore del sangue.
Un lembo tra le pareti rinsecchisce con il suo profilo affilato.
Attesa.
Si attizzano i pensieri in fiamma e, la forma del tronco s’infossa.
L’assenza. La fragilità. L'addio. La morte.
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Chi sa
Dove la memoria finisce la vita inciampa; il tempo è un filo non più una traccia, una luce esangue.
Il pretesto è distratto dal tempo resta chiuso nel pugno della mano.
Si svestono i ricordi, si scansano le sapienze, più niente.
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Piacer
Con la scaltra mano tu, la mia hai guidato ai piacevoli segreti da tanti altri contesi.
Ci sfiorammo con le mani sommo il diletto tuo, alla pari del tuo il mio e, per questo fecondo piacer ringraziamo il buon Dio.
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Ringraziamento
Gratitudine per quello che mi avete dato senza nulla mai avervi domandato.
Gratitudine, per le piccole cose che alla pari delle grandi sono meravigliose.
Gratitudine a voi, per avermi creato.
Vivo allegramente e, se pur stonato, canto.
Nelle chiese non mi fermo a pregare soltanto sui monti e in riva al mare, innalzo il mio altare.
Omaggio la natura, la luce del giorno, la notte foriera di sogni gaudenti tra spicchi di stelle cadenti.
Ho giocato a carte scoperte la partita della vita.
La mia dipartita senza alcuna benedizione se non quella, dell’amore.
Nessun rimpianto, nessun rancore, nessuna presunzione.
Senza supponenza continui pure a ronzarmi sempre un’idea in testa.
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Gioia
Plasmata di luce induce a sorseggiare amore a tutte le ore.
Armonia preludio della serenità apertura all’incontro con chi ci sta intorno.
E' una luce trasparente veste ogni stagione e, il chiarore in essa sempre riluce.
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Tessitura
Nel bel mezzo del vivere nel giorno dell’incontro senza chiedere, ammirando, scivolando lentamente verso le intese tessute. Padroni del nostro destino il nostro paradiso senza dominio; solo l’incertezza, il forse, la sfida.
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AL chiarore di luna
Ci siam baciati, ci siam abbracciati al lumeggiar delle stelle e, le parole più dolci e più belle arrivavano lassù nella volta a sfiorar le stelle.
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Un fiore
Su un fiore eccitato, la musica, cosparge profumi di note per rubare le ore al mattino stupito.
Su quello stremato l’agonia del fiore avvizzito.
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Annullo la distanza
Infrango la consuetudine. Ignoro il confine. Propongo il ritorno.
Sfido la voce seducente adulatrice e ingannatrice di ieri, dell’oggi,del domani. Il chiarore dell’alba e, il rosso acceso del tramonto compagno fedele del mio viaggio nel mondo.
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L’amicizia è
Una porta aperta. Gratuita. Sensibile al piacere e, alla buona compagnia.
Rispetto disponibilità, buona educazione; l’amicizia è condivisione.
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L’augurio
La voce d'un bimbo la grazia d'una bimba la candida assonanza dell’innocenza nel fragore del tempo divampa.
Lo sguardo, è l'immagine del tempo.
La serenità dal volto chiaro ci afferrerà la mano. Questo è quello che ci auguriamo.
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Comprensione
Quando il silenzio ristora il fuoco fatuo della guerra la luce, preavvisa il suo tramonto.
Il dolore, l'agonia dell'abbandono, il rimorso per questo tempo sbadato.
Il mio affanno per non essere indifferente alle promesse d'un cuore dolorante, di un mare senza incanto, d'un sorriso discreto.
Il desiderio d'ascoltare e rispondere al tuo, al vostro, al mio grido d’aiuto.
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Insieme
Vieni sulla riva del mare cammineremo insieme verso la scogliera, dove riposano i gabbiani.
Lì,su quello scoglio dove si dibatte il vento troveremo le parole; le nostre onde d’urto contro il tormento.
Noi sempre nel punto privilegiato da dove osserviamo il mare per amare.
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Ode alla gioia
La gioia, induce a sorseggiare amore a tutte le ore.
Quest’armonia è preludio della serenità, affinità che guida il pensiero con limpido sorriso.
Preludio all’incontro con chi ci sta intorno.
Veste ogni stagione con favole alterne e, giocose fantasie incontaminate dal chiarore che in essa sempre riluce.
*
Comprensione
Quando il silenzio ristora il fuoco fatuo della guerra la luce, preavvisa il suo tramonto.
Il dolore, l'agonia dell'abbandono, il rimorso per questo tempo sbadato.
Il mio affanno per non essere indifferente alle promesse d'un cuore dolorante, di un mare senza incanto, d'un sorriso discreto.
Il desiderio d'ascoltare e rispondere al tuo, al vostro, al mio grido d’aiuto.
*
Luminarie
Nella tarda notte stelle luminose catturano l'attenzione.
Nelle loro mutevoli forme serena pace donano a chi indugia con attenzione per sua grande soddisfazione.
Partecipo a questo evento e, con batticuore appago lo stupore di quelle ore.
Scherzose e belle son le stelle.
Ammiccamenti, impertinenti nell'oasi dei lumi notturni per gli amanti contenti.
*
L’amore lo si può sempre trovare
Amo il calore della scienza e chi, gratuitamente dispensa sapienza.
Amo, la mia diversità nell'osare.
Amo la natura, bella e distinta e, rivolto a essa mostro il mio sorriso e, la mia grinta.
*
Un barlume di luce
Quando il mattino si veste del chiaro un radioso sorriso si riflette sul tuo viso.
Muove la mente, ravviva la fantasia, è poesia.
Versi, sensazioni, turbamenti, passioni: solchi profondi consumati dai tempi.
*
Esultanza
Il tripudio della vita trascina la parola.
Nessun pudore per le ore.
La folla vociante, ora è muta, piegata. al volere del tempo. Pian piano, In silenzio.
*
Insisto
Poso il mio fardello impreco al chiasso del mondo, che assorbe il mio respiro e, non mi vergogno.
Il tumulto del tempo scorre sconsolato nelle pieghe del rimpianto mai da me conosciuto.
Per un momento il filo del trascorrere racconta di quelli che guardavano Cristo morto tra i ladroni.
*
Dolcezza.
Nella tiepida notte si sentiva la leggerezza nel cuore e, la tua gradita presenza era la forza di quelle notturne ore.
Il mio stupore quando ti scoprii dolcezza.
Lieve come una carezza.
Nella bellezza della notte seguo il tuo sentore senza sapere dove sbatto la testa.
Quando l'albore fece capolino mi diede il suo buongiorno e, fui felice di gustarlo appieno non togliendomi d’intorno.
La Divina Commedia “ Purgatorio” Amor-che-nella-mente-mi-ragiona cominciò-egli-a-dir-si-dolcemente che-la-dolcezza-ancor-dentro-mi-suona. Dante Alighieri
*
A mia madre Elisa
Quando il nostro sorriso fa breccia nella giornata che s’affaccia, tutto prende forma.
Il fiato invade l’aria d’un aroma speziato.
Nella parola primeggia sensibilità infinita.
Quando la nostra felicità sconfina nell’universale pensare, osservare, amare diventa per noi essenziale.
La nostra vita terrena la si percorre insieme per seminare il seme del sorriso scolpito sul nostro viso.
L' uomo non vive altra vita che quella che vive in questo momento, né perde altra vita che quella che perde adesso. “Marco Aurelio”
*
Impatti di liberi amori
Con gli occhi colmi di luce e, gran soddisfazione avanza agile chi vive di emozioni; elargite dai giorni ai cuori predisposti per luminosi cammini lungo sentieri indefiniti.
Degli istinti primordiali afferrarne i contenuti per non essere sconvolti da imprevisti peccaminosi che negli aspetti naturali sono incolpevolmente incestuosi.
E' un legame di sangue che scorre fluente nelle arterie, nelle vene, nella mente.
Ardore. Amore. In connubio perenne con le questioni di cuore.
*
E’ Palese
In questo tranvai interiore attimi di ieri. Di oggi. Negli specchi dei momenti vissuti mi rifletto per non cessare di essere.
Mi presento nel mio oggi con sorpresa.
Senza il suono del compenso.
Nel luogo dove tutto è già stato.
Il delicato scenario umano.
Forza. Vanità. Orgoglio.
Impattano nel quotidiano.
Ignaro. Spesso mi abbandono a una stretta di mano. Veloce. Conveniente. Peggio pure del niente.
*
Ci saranno
Le emozioni, le suggestioni, le stagioni scansioni di colori, coesioni e.... il desiderio fa rifiorire le triplici mie sensazioni; sono soddisfazioni del vissuto e nell'intimo rivedo il cammino intrapreso.
*
La dimenticanza. Chi sa.
Dove la memoria finisce nulla si può aggiustare. La vita inciampa. Il tempo diventa un filo non più una traccia. La luce esangue è un pretesto distratto dal tempo. Si svestono i ricordi, si scansano le sapienze. Più niente.
*
Fermare il tempo.
Mai.
Gustare il momento. Intensa dolcezza è l’attimo, il riposo sulla vetta, il tramonto visto dall’alto.
Il pensiero è attratto dagli elementi: il vento che trascina, l’acqua che riporta, il fuoco che dimentica, la terra che si ostenta.
*
Momenti
Istanti dettati dai luoghi e, sfumature d'azzurri. I nostri occhi s'incontrano nei colori accesi dei giorni e ancora, profuse carezze sui tuoi capelli biondi.
*
Nenia di Natale
Una stella radiosa e lucente illumina il cuore e la mente. E' un disegno armonioso e divino che annuncia la nascita del nostro Signore Gesù Bambino.
S’avvivano gli astri al soffio fecondo e d’un cuor solo palpita il mondo.
Serenamente l’anima s’adagia nello splendore delle stelle luminose che parlano ancora la stessa voce.
Dolce come una musica lontana.
Spira nella notte un’aria di famiglia con canti, inni e preci.
La notte è un bianco ciondolo appeso a un cielo nitido, ideale.
Sarebbe così bello se il Natale portasse a tutti un po’ di pace.
*
Estemporanea
Il fiume si torce l’acqua scroscia abbondante il sordo rumore, il suo parlare.
Nel fondale, le anguille fan la lotta con le bottiglie.
Contaminazione.
E, tumultuosa scorre la fiumana poi, l’incuria. Tracima, frana.
*
Alveoli
Un acre sapore metallico, aspro, un vero disastro che incastro col rossastro colore del sangue. Un lembo tra le pareti rinsecchisce. Il suo profilo affilato. Attendevo. Si attizzano i miei pensieri in fiamma mi ristringo e la forma del mio tronco s’infossa. L’assenza, la fragilità, l’addio. La morte. Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
*
Momenti
Istanti dettati dai luoghi e, sfumature d’azzurri. Sì. I nostri occhi s’incontrano nei colori accesi dei giorni con profuse carezze sui tuoi cappelli biondi. Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
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Velatura autunnale
Nei vapori della nebbia con gli stessi miei occhi vedo per la prima volta quello che in realtà avevo già visto. Vibranti di gravitazionale intensità miriadi di vedute ai miei occhi s’alternano. Il verde in un altro bosco mieterà, il vento prenderà forza e ti arrufferà i capelli come una volta
Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
*
Credo
Alla capacità di superare il limite del circostante. Alle parole pronunciate con veemenza o con la calma. Solo lo sguardo quieto di chi mi sta d’intorno rende felice la mia esistenza in questo mondo. L’esistente mi ravviva. Non amo il presupposto. Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
*
Sospensioni
Tra le pause delle tue vanità orfane dei deliri della voce: musica, conversazione, gioco. Nell’intermezzo il bacio. Il rintocco, audace come il temporale è scritto sullo spartito del tempo. Il ricordo del dorato multicolore, il pensiero che matura nella natura si crogiola. Nel fervore del crepitio ardente ne giovava la mente. Le leccornie, sani rituali. Componimenti, affreschi. dedicati ai palati fini. Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
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Slanci
Due calici di vino rosso s’incontrano tintinnando. Provo a varcare la frontiera dei suoi occhi azzurri annullando quella breve distanza che mi separa dalle sue labbra tra i sensi maestosi e veri di chi ha vissuto con slanci affettuosi e veritieri
Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
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Osservo
Questa notte una costellazione respira sul mare; son stelle gitane.
Scintille che si specchiano nel lucente mare.
Estasiato sposto la visuale e, il raggio di una stella sembra posarsi sulla battigia.
L’eco della risacca mi giunge come la voce del mare, lo sciabordio, il suo respiro.
Nei riflessi della notte, mi perdo a guardare le stelle e il mare.
Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
*
Luna.
Lo sguardo sul cerchio e, nel contorno sfioro l'alone come altre moltitudini di persone.
La fama che l'accompagna, la notte trasforma e, dal mare, accesi contorni nei suoi d'intorni.
Si muove radiosa alla pari d'una sposa e, s'adagia sul mio cuore lei, femminile, accesa, luminosa.
*
Vivere
Una parola sussurrata, un flebile respiro, la calma del mare, un barlume nella notte, il mutamento, avvincendo il corpo ritagliando lembi di lacrime dal tuo soffrire per dire: Signore, io vivo.
*
Rinascita.
Tra gli scuri e ombreggianti colori c'è sempre un fine che si disperde rintanandosi sulla linea dell'orizzonte.
Li congiunge la mitologia incarnando un demone dominante che induce a esaltare l'incredulità, invitando a osare a compiere, a raccontare senza il velo della tolleranza senza un tetto per la notte.
Nelle acque salate l'inquietudine e, l'immersione nel profondo per una segreta penitenza.
Aspersioni per le impudicizie delle giovinezze così come delle vecchiezze.
Stanco dalla inutilità dei racconti delle imprecazioni, delle miserie rinasco quando la vita ha una scossa di eguaglianza tra l'intensità della passione e, la forza del perdono.
*
Moltitudini.
Trascinati dall'onda su quale sponda approdino non so dire. Brandelli di carne umana, occhi sognanti, schiavi dei tempi e, bocche imploranti per soprusi indecenti. Noi, benpensanti giudici della tragedia siamo lontani dal decoroso silenzio delle morti solitarie.
*
Tracce.
Tracce Tra tracce sottili di polveri vestito con una tuta blu la sopportazione, il peso che si diffonde senza tregua ancor più del deflagrare continuo della lamiera battuta per essere drizzata. I calli sulle mani, le abrasioni sulle nocche, il volo di chi cade. Il respiro si è spezzato in questo carosello ubriaco e l'orologio delle stelle non indica più l'alba.
*
Sole.
Osservavo come sorgeva e tramontava catturavo i raggi che sforacchiavano le nubi m'indispettiva il grigiore d'intorno; disperazione e amarezza su molte strade. Odio e paura questa nuova semina che non produce frutto, spietata e inflessibile di fronte alla debolezza umana. Parlo del sole mentre alcuni alzano contro se stessi i suoi bagliori.
*
Assolo.
Nella notte m’incammino Con passo cadenzato E, nel giorno confido.
Sono predatore del silenzio
Metto in gioco l’esistente Per capire il mutamento E, attraverso uno stretto marciapiede L’incontro.
Non perdo l’orientamento, Non mi confondo, Il chiacchiericcio non mi spaventa, Solo m’infastidisce Perché non posso interloquire.
Denudo il pensiero, Estrapolo l’essenza, E, manifesto apertamente L’impazienza di sopravvivere.
Quanto vorrei vivere. Pubblicata dall’autore sul sito “Scrivere”
*
Distacco.
In un vassoio di cristallo il fasullo appare vero. Senza riposo alcuno lavora l’intelletto per mettersi a braccetto con l’ingegno senza essere circospetto. Se non fosse contraffatto sarebbe l’antefatto del certo che misuro con il dubbio per non essere ingannato dall'acquisto taroccato. Dove andrò solo io lo saprò e, a condurre il gioco io non ci sarò. Questo peso a voi lo lascerò.
*
Il mio tempo.
Si confronti con la lealtà, domini il linguaggio sfogli i petali rossi per la mia voglia di eternità.
*
Ancora oggi vorrei
Sapere di quello che mi è ignoto.
Conosco l’altura per averla raggiunta e goduta.
Vorrei sapere quale è il conto che presenta la vita.
Dicono che non ha prezzo.
Mi spieghino allora della risalita dei venti, dei gorghi del calore, dei mulinelli.
Vorrei sapere la verità sulla crocifissione, senza le stazioni, i penitenti, i preti, con i loro paramenti.
Vorrei sapere del principio.
E, ancora di più dove è che l’universo compie il suo tragitto per essere cellula del corpo di Dio, staminale dell’eterno.
*
Tra i cenni
Estorti agli occhi si estingue il senso compiuto della consapevolezza.
Eccito il margine dove rimbalza il vento.
Mi arrendo.
Io sto dove il confine cede non dove si restringe, dove il mio sguardo non si ferma.
*
Rivolgi
Gli occhi all'abbacinante luce e, nella cortesia del contegno sazia l’indugio del mio tempo.
Grato ai teneri ricordi non dimentico i giorni dell’infanzia e, i colloqui con le notti foriere di sogni e fantasie.
Ricordi? Sì.
La cameretta, i due letti, la scrivania e, il costante agitarsi dei ricami, l’orto, il basilico in fiore, il mortaio, il fischio allegro del merlo e poi, il gozzo, il mare, il palamito da innescare, gli ami da cambiare, la corda da sbrogliare.
Ricordi? Sì.
Il sole, il fermento e, da quel punto privilegiato io so che mi osservi, contento.
*
Avrei voluto
Reggere il capo del Cristo, detergergli le ferite con l’acqua del mio mare dove le alghe danzano al ritmo della risacca.
Avrei voluto ripiegarne la veste e, rammendarne le toppe.
Pure la veste di un martire ha gli odori della pelle e i segni dei giorni distesi sulle pietraie e, sui prati verdi ammantati di fiori.
Da uomo è stato proclamato Dio.
*
Cerco
L’armonia con la natura quando di buon mattino m’incammino su per il sentiero per conquistare la meta che anzi tempo mi son prefissato.
La trovo nel cielo del mattino, nel vociare del vento, nel sordo rumore del bosco, nel canto degli uccelli che fan da sottofondo.
Al di fuori da questo l’animo mio, voce non sente.
Al sorgere dell’alba mi rallegra la mia esuberanza, al tramonto, quando il vento si zittisce ornata di un delicato chiarore la sera sul mare riposa.
Pure il cielo arricciato mi è compagno, la veduta del paese con la porta spalancata come era d’uso una volta, ora sì; la mia anima è coinvolta.
*
Il vuoto fruscio del tempo
Questo è il tempo in cui non posso entrare, a cui non posso oppormi e, in esso io appartengo.
*
Mi mancano
I boschi, le rocce, il mio nipotino, e chi mi è stato vicino.
Quando chiudo gli occhi mi sento in un deserto sperduto.
Mi viene in mente il torrente, il verde e, gli uccelli a cinguettare alla primavera.
Segna sempre le ore l’orologio sul campanile della chiesa e penso, alle ore della gioia che presto arriveranno.
Malgrado tutto, scrivo, e, resto in casa mia.
*
L’ incosciente
Viola, vaga senza rispetto è come una bandiera al vento, che così rimanga pure da una minacciosa nube, sommerso. Che rimanga pure nell'aria disperso, comprenda il valore del solo nell'euforia del suo volo. Forse comprenderà che il suo traguardo è il vanto.
*
Come credo.
Non credo come crede mia madre, non frequento più i templi con i suoi sacerdoti. Leggo con piacere le parabole di Cristo semplici come lo sono io e, penso a Dio che non sorride. Onoro in solitaria preghiera Dio nelle bianche pezze dell’infanzia stretto tra le amorevoli braccia della mamma e delle mani callose del papà. Non aggiungo altro. Tutto qua.
*
Similitudine
L’onda quando si frange sulla riva è viva; poi, come si depone la corona si ritira; un’altra onda arriva e, nuovamente vita; il mare, solo il mare ha il potere di generare nuove isole e, nel suo germogliare: il futuro, la vita.
*
Alla natura
Prendere la vita con semplicità come con naturalezza cresce l’erba nel prato e, lo strato interiore si rigenera a novello vigore.
Decodificatore il valore aggiunto del cuore che arreda l’intimo con genuino istinto.
Intinto di consapevolezza per donare alla natura la giusta accordatura della musica celestiale recitata dalla pioggia, dal vento, dal temporale, dal mare solo per dire: la natura è da amare.
*
Nel mondo doggi
Ci sono tanti stupidi ma ci sono dei dottori, infermieri, internisti, barellieri e inservienti che lavorano stringendo i denti.
Ci son pure i stravaganti, ahimè, per non parlare degli ignoranti.
Pur le banche hanno aperte questioni importanti per la truffa dei diamanti.
Sulle piazze affollate pure in tempo di emergenza i cretini fanno festa.
C’è pure un gran parlare senza arte e ne parte solo per fare un teatrino spettacolare.
C’è la scuola che oggi è chiusa ma, studiando e leggendo la cultura è un portento.
Nel cammino quotidiano incontriamo i volontari che soccorrono i disperati.
Per finire la tiritera non tutti assomigliano alla murena.
E, con questo vi saluto con un dire solidale che vuol dire aiutare.
Non far come l’egoista che si veste di nascosto e, il suo motto è sempre uguale: ho un impegno per voi io, non ci sono e, infine non vi conosco, chi si alza perde il posto.
*
Riflessione
Pensando e ripensando è giunto un cambiamento; tutto il mondo è in subbuglio perché quel che ci era dato all'improvviso è mutato.
Però, il codardo è rimasto tale e quale proprio come un maiale.
Il coraggioso si presta sempre per un aiuto solidale, che sia emergenza o normalità il suo slancio sempre a noi arriverà.
Mi ripeto tutto il giorno: che contorno!
Chi mi dice, non ci pensare vai tranquillo, passerà gli rispondo con una rima: questa è una bugia.
Non è tutto, un momento!
E’ arrivato un decreto che occorre rispettare, non son io, è la scienza a parlare.
Un cretino parla a vanvera, è saltata la democrazia; gli rispondo sempre in rima: ma che dici, ma va’ via.
Mi risponde: la tua è solo fantasia!
C’è chi ha pianto per ore e ore per la demenza della gente forse poi, dopo aver letto mi daranno del deficiente.
Ma, io dico: viva sempre l’efficiente l’equilibrio non guasta niente.
Poesia pubblicata in esclusiva sul sito Scrivere.
*
Pettegolezzi
Il pettegolo all'angolo si fermò e, un altro ne incontrò; oggi ci raffredderemo, beccheremo il mal di gola perderemo la voce e la parola.
Dovevamo raccontarlo giovedì quel che è successo mercoledì, da qualche giorno lo abbiamo promesso a quello lì.
Arrivò appena in tempo chi si aggira sulla piazza che a gran voce urla e schiamazza: lo sapete? La perpetua mi ha informato che il dottore è ammalato.
Quelli seduti sulla panchina sentenziarono: stava già male! Sarà moribondo. Che ne pensate? Chi stava in veranda disse: ma no! Ne avrà per un mese intero.
Questa è una catena che difficile è da spezzare velenosa come un virus porta i pettegoli a sentenziare.
A voi, amici miei, che ve ne pare?
*
A quella parte di umanità
Che genera il buio della terra e, costruisce per distruggere.
Diamogli la nostra voce prima di morire perché la vita scorre nel frastuono e, nella solitudine.
Siamo in corsa assetati dal denaro e, degli altri non ci curiamo.
Nonostante i pareri dei benpensanti gli angeli terreni hanno ancora per noi milioni di attenzioni.
A noi il compito di afferrare l’aria che senza voce da respiro passando fra le pareti di pace.
Distribuiamo sorrisi e, inviamo un saluto al mondo e, a chi ci sta intorno.
Poesia pubblicata in esclusiva sul sito Scrivere.
*
Pensando
E,ripensando è giunto un cambiamento; tutto il mondo è in subbuglio perché quel che ci era dato all'improvviso è mutato.
Però, il codardo è rimasto tale e quale proprio come un maiale.
Il coraggioso si presta sempre per un aiuto solidale, che sia emergenza o normalità il suo slancio sempre a noi arriverà.
Mi ripeto tutto il giorno: che contorno!
Chi mi dice, non ci pensare vai tranquillo, passerà gli rispondo con una rima: questa è una bugia.
Non è tutto, un momento!
E’ arrivato un decreto che occorre rispettare, non son io, è la scienza a parlare.
Un cretino parla a vanvera, è saltata la democrazia; gli rispondo sempre in rima: ma che dici, ma va’ via.
Mi risponde: la tua è solo fantasia!
C’è chi ha pianto per ore e ore per la demenza della gente forse poi, dopo aver letto mi daranno del deficiente.
Ma, io dico: viva sempre l’efficiente l’equilibrio non guasta niente.
“Poesia pubblicata in esclusiva sul sito Scrivere”.
*
Il pettegolo
All'angolo si fermò e, un altro ne incontrò; oggi ci raffredderemo, beccheremo il mal di gola perderemo la voce e la parola.
Dovevamo raccontarlo giovedì quel che è successo mercoledì, da qualche giorno lo abbiamo promesso a quello lì.
Arrivò appena in tempo chi si aggira sulla piazza che a gran voce urla e schiamazza: lo sapete? La perpetua mi ha informato che il dottore è ammalato.
Quelli seduti sulla panchina sentenziarono: stava già male! Sarà moribondo. Che ne pensate? Chi stava in veranda disse: ma no! Ne avrà per un mese intero.
Questa è una catena che difficile è da spezzare velenosa come un virus porta i pettegoli a sentenziare.
A voi, amici miei, che ve ne pare?
“Poesia pubblicata in esclusiva sul sito Scrivere”.
*
Femminilità.
Solo grazie alla femminilità posso partecipare ai riti dell’amore. La nostalgia del corpo che toglie il respiro nel petto, precipita sul fondo del mio mare. Tu, che mi fai giungere a quella bellezza che niente può sostituire e, apri l’attimo dell’amore nel profondo del cuore. Sono tuo debitore colmo di felicità; femminilità! Ascolto le parole, rubo i pensieri, sento il cuore battere nel momento più sincero della vita. Percorro la strada dell’incanto pensando a quante iniziazioni delicate mi hai dato; femminilità. La bellezza dell’anima tanto decantata non mi da alcuno di questi tesori se non ci fossi tu, femminilità. "Poesia pubblicata in esclusiva sul sito Scrivere"
*
Ciarlatani
Non splende in cielo il sole, le nubi non lo osservano a essere del tutto sinceri lo nascondono.
Con gli occhi spenti dalla paura chi mira il cielo e, non va oltre la visuale biascica parole oscure.
Sono come una lama tagliente tranciano il cuore e, l’offesa tormenta l’anima.
Perché dove soffia il vento anche le docili nuvole si muovono e, con naturalezza l’aurora sparge i suoi colori dorati a differenza del grigiore opprimente di chi santifica sentenze.
*
Dopo lintervista.
Chi svolgeva la missione del signor inquisitore diventava per sua sorte paladino della morale dichiarando a gran voce prima d’altro non rubare.
Il clamore del suo linguaggio causa un moto di rivolta che scuote con veemenza la coscienza della gente che a gran voce grida e urla sei un vero delinquente.
Chi gridava a perdifiato agitando il cappio al collo poi, sedeva in parlamento combinando un quarantotto.
Con la faccia assai tosta abbandona la procura per tentare la fortuna con un partito provinciale che inneggia la morale.
Trent’anni son passati tra governi multicolori e, ancor oggi c’è chi accumula tesori.
Anzi, un aspetto assai strano lega oggi il lombardo al siciliano suscitando il clamore di chi in coro a gran voce protestava in quell’ora giustizialista per dar contro a chi era Socialista.
*
Tra lamore e il pudore
Dal nato pudore le giovani figure nascondevano le rotondette forme oscurando ai curiosi le fattezze di quelle sinuose onde a chi in agguato la giovinezza prende.
Al sublime amore si offre l’acerba creatura con le dolcezze dei baci e, nei felici pensieri ai principati degli amori guarda con occhi aperti e chiari.
Pubblicata sul sito Scrivere il 9/7/2013
*
Per il trittico.
La scoperta del nuovo per il futuro dell’umanità è il servizio della scienza per ogni tipo di società. Nella bellezza dell’emozione, nella dote creativa dell’artista l’arte in ogni campo è una grande e libera conquista. Quando si scrive della vita, dell’esperienza, della conoscenza, della bellezza, dell’illusione la poesia ne è l’intima trasposizione.
*
Al despota.
Quando le campane scandiscono il rintocco per la tua fine io, ne sarò felice.
Il sopruso è letale.
Le tirannie per perseguitare sono le calunnie fomentate dalle tue schiere per compiacerti.
Verrà il giorno in cui le coscienze si ribelleranno alla tirannide io, sarò li a rallegrarmi con chi ha lottato per la libertà l'autodeterminazione a prescindere dall'idea politica e dal colore.
*
A voi
Non ho mai provato simpatia per chi esercita arbitrariamente il mandato che gli è stato assegnato.
Provo un senso spiccato di repulsione per chi ha fomentato in modo illusorio le passioni di una moltitudine servendosene come strumento di lotta.
Non mi piace la comprensione della morale perché sa tanto di ecclesiale.
Non mi piace per niente tollerare quello che è detto senza pensare, lo considero dannoso anche se per molti ahimè; questo mio dire non vale.
Non sono per la riverenza e la devozione perché sono Socialista con convinzione.
Sono legato semplicemente ai Socialisti che non hanno cambiato secondo la convenienza o, dell’opportunità dell’ultima ora.
Fraternamente e con teneri eccessi conservo il ricordo di un partito lontano in cui fin da giovane ho militato e, il carattere non certo remissivo per il futuro mi ha dato.
A voi tutti, fraternamente una stretta di mano.
*
Il ritorno.
Prima che agli occhi suoi affaticati e stanchi la dolce luce perennemente manchi l’emigrante, per tradizione vuole passeggiare sulle antiche vie, gustare il sole e le antiche compagnie.
Nessuna delle tante vie conosciute sono belle come quelle.
Sarà perché emigrò per terre lontane fuggendo dalle monotonie delle stesse strade, delle stesse vie a sospirare la sua terra d’amore, di mare e collina.
Si può fuggire per un miraggio che ammalia ma, come un sublime sogno della sua terra baciata dal mare, sempre il suo calore rimpiange.
Pbbl. Scrivere 21 – 01 - 2012
*
Foglio.
Il sorgere del sole illumina la mente a chi in pace di scrivere si sente.
Una calma armoniosa avvolge il pensiero scrivendo su quel foglio si svela il segreto.
All'amara solitudine doni il refrigerio di chi in quiete scrive un dolce suo pensiero.
A tutti tu concedi briciole d'amore, si spande con i versi tutto il calore.
Niveo, con i versi ti sciogli, soffia un forte vento e, tutti gli accogli.
*
Vita.
Catena infinita che il tempo infaticabilmente tesse.
Piante,animali, odio,amore, la forza e l'atto il senso e la mente.
Palpita in ogni tua specie l'animo mio come somma di ogni tua creatura.
Il cuore di tante forze primo erede ti scruta e, come vivo specchio l'eternità e l'infinità riflettono.
*
Versi.
Lanciati in cieli lontani ricordi di lieti sogni custodi di animi gentili coscienti siete dei palpiti di cuori felici.
Delle gioie custodite i segreti dei dolori lenite le arsure, testimoni di lontani passati.
Quanto vi amo, sensibili versi come coriandoli gettati ai venti.
*
Il mare saluta dicembre.
Ecco l’onda che tutto travolge sussurrare al mio povero cuore questo grande mistero d’amore che dicembre un giorno portò. Un amore disceso dal cielo con rispetto bagnato dal mare porta a tutti una lieta speranza e, l’effluvio di una dolce fragranza. Questo mare divino e potente gli occhi d’azzurro ha bagnato ora guardo il maestoso creato ed un astro risplende nel cuor. Dolcezze e amori infiniti rechino al mondo aurore divine affinché un giorno dalle cadute rovine sorga la pace,letizia e amor.
*
La croce.
Sulla cima di quell’incrollabile scoglio in cui batte l’eterna marea troneggi nitida in alto, inviti all’antica preghiera.
Il mare, con fremito alterno s’infrange sulla bella scogliera il vento, sussurra una nuova e dolce preghiera: “del popolo sei il gemito, dell’Eterno il sospiro un suono felice esclama un inno al magnifico Dio.”
Piantata la in alto nessuno ti potrà scordare da secoli attenta vedetta, proteggi la gente di mare.
*
Uomini.
Nel tragitto, l'angiporto di Genova è popolato di uomini per nulla estranei. Un alitare di terre lontane e, io mi ritrovo nella moltitudine svestito ma, non mi vergogno. Perché pure l'abito che ho lasciato sul lucido asfalto ha l'odore della mia pelle, i segni dei giorni, i rammendi della vita.
*
Infinita pace.
Quieta alla riva l’immensa spiaggia nella preghiera si stende, nel cielo stellato improvvisa si accende a specchio dell’onde la faccia lunare e, come rapiti da un’intima ebbrezza nel profondo silenzio, una dolce carezza.
Ed ecco i flutti che tormentan la riva, con lieve sussurro il vento trascina quei spruzzi salmastri che i volti ravvivan.
Un empito strano di sensi benigni avvolge i cuori di buoni consigli, le membra stanche bagnate dal mare riposano ora, su spiagge dorate.
E’ un’intima pace, un fremito sembra che sale al cuore e giunge alla testa.
*
Natività.
Questo giorno assai speciale il mio cuore fa palpitare di speranza e d’amore mi riempie tutto il cuore.
Oggi è nato un bambino, porta un lieto gaio annunzio di dolcezza e tepore che riscalda ogni cuore.
Questa notte così bella ci ha donato una stella che per sempre rimarrà in ogni cuore di bontà.
Il giaciglio e la capanna dove è nato il buon Gesù ci ricorda con speranza che ricchezza non ci fu.
Tra le braccia di Maria e, la fede di Giuseppe questo bimbo celestiale che Iddio ci ha donato ha portato la speranza in un mondo di arroganza.
Predicando con fervore contro l’odio e l’ingiustizia dal nemico fu trafitto il suo dolce sacro Cuor.
Questo grande sacrificio di quel giovane Signore vale più delle parole che noi tutti sappiam.
Sono stufo di ascoltare chi in fondo l’ha tradito ma, per me rimane un mito di amore e bontà.
Quante guerre seminate, nel suo Nome proclamate non da Lui certo volute che parlò solo di luce; una luce universale che irradia il mondo intero per dar Gloria a quel bimbo che disceso è dal cielo.
Questo giorno è tutti i giorni l’anno intero v’è racchiuso a Natale Tu ritorni per dar gioia a chi è perduto.
Questa festa è una gran festa non ce l’hanno regalata, Gesù l’ha conquistata con la gioia e l’amor.
E’ un bambino assai speciale che infonde gioia e amore rende certa la speranza in un mondo d’ignoranza.
Solo chi ti ha nel cuore e, rispetta la tua via ti festeggia a Natale con amore e simpatia.
*
Sensi
Ultime note languenti muoiono come sospiri sonori, mutano le forme ridipinte di strani colori.
Fantasmi di notti agitate, rimpianti di gioie passate.
Bagliori fugaci, presagi di nuovi dolori.
*
Lamento.
Se Tu indaghi con spirito sacro del cuore il profondo, se non è una menzogna che Tu sei probo mi domando: perché il mondo è ingiusto?
La pietra miracolosa dell’antichità ha consumato la vita, annientato il corpo e, sul ceppo nefasto non cade più una lacrima di vita e d’amore.
Invisibile polvere, distruttrice del corpo non della mente perché fai soffrire?
Perché salda alla terra è ancora la radice?
Perché se devo continuare a soffrire non mi fai morire?
*
Battigia
Seduto sulla rena tutto m’avvolge, tutto mi strabilia.
Il mare, con il suo sciabordio irrompe nel cuore, amore infinito.
L’azzurro del cielo si specchia nel mare formando un colore davvero irreale.
In quell'universo bello è sognare.
Una voce, in un sussurro mi dice: è stato davvero un momento felice quello che insieme abbiamo provato cullati dall’onde del mare argentato.
Un sasso lancio nel mare, un tenue rumore mi fa innamorare di quell’incanto, di quella magia, impressa per sempre nell’anima mia.
*
La luce
Quando il mattino si veste del chiaro, il viso riflette un radioso sorriso. Si ravviva la fantasia, e, la magia della poesia s’incontra per strada poco alla volta; a mia insaputa trovo la pace perduta lei, mi invita a dire: nessuna paura.
*
L’incontro saffico.
In una nitida giornata la ragazza raggiunse una contrada fiorita; ascoltò i fischiettii degli uccelli, e traballò per il penetrante profumo, e quando vide le rose gli rivolse un inchino.
Dal silenzio ossequioso la rosa rossa la osservò e, dallo sguardo implorò: non cogliermi ragazzina, non togliermi la vita.
Improvviso,un sorriso sbocciò e, sul volto una lacrima spuntò.
Si umetta le labbra e con la lingua nella carnosità si tuffa.
Si protrasse per ore quel sensuale gioco d’amore poi, si dileguò come fa una benefattrice; si eclissò nel chiaroscuro sopraggiunto e la rosa della rugiada si inebriò.
*
Anima
Quest’anima soffre per ogni essere umano ucciso, si rattrista per il pianto di un bambino, vivere con te è positivo.
Senza di te non sarei felice e, la pioggia verserebbe copiose lacrime per il mio infelice destino.
Non è un’anima come tante perché severamente mi ricorda la differenza tra amare e odiare, respingere, accogliere, includere, escludere.
Vive con me nell'interiore è lei il mio custode.
*
L’incanto
Nello splendore degli occhi tuoi s’incantano i miei. Il tuo sguardo s’incontrò con il mio e, un raggio di sole con il beneplacito del buon Dio irradia il calore dell’amore sul nostro viso. Lasciare le parole al fluire delle onde affidandoci alla sorte. Contornare la corsa socievole del cuore senza pudore, per un amore tra le rughe.
*
Appunto 14
Quando la mano è ferma per una carezza donata l’amore non ha data.
*
Appunto13
Compiamo il nostro cammino di redenzione per glorificare il desiderio anche quello più lontano che ha bisogno di essere da noi realizzato.
*
Il tempo
Sminuzzate nella trepidazione delle suppliche fatalità e urgenze schizzano veloci. Fogli inquinati dai frastuoni, dagli orrori del non osare.
*
Istantanea 1
I cuori santi Concepiscono l'enfasi Dei loro spasmi
*
Linea immaginaria
Sulla linea immaginaria l'incanto prende la forma della consapevolezza.
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Mare
Lo amo Questo infinito splendore Che per mia sorte Posso ammirarlo a tutte le ore.
*
Un suono di aiuto
Nel bosco, un suono lo ascolto; voglio interpretarlo: è un doloroso lamento per l'egoismo dell'uomo. Silenzioso, solo il fiato si fa sentire, superfluo parlare. Accolgo quel suono lamentoso, in quel momento chiede il mio aiuto. Mi pongo una domanda: che fare di quello che viene a mancare?
*
Compongo il mio rebus
La mia coscienza entra nel cervello con toni tenui così come nelle vette, nei colori, negli occhi di uomini e donne, nei rami degli alberi che con braccia supplici si protendono e, in quel che passa, che aletta, che muta.
Cerco di non far stridere le pagine del mio libro in fraseggi indistinti per non corrompere la mia curiosità.
Il tempo porta con se il riassunto del vissuto e, così accedo al ricordo del mio passato in sintonia con quel che rimane del mio futuro.
Sempre contro l'arroganza, le lusinghe delle religioni la tracotanza dei potenti.
Conservo con orgoglio la bandiera rossa che mi fu donata nella giornata della disfatta e, con essa nell'ideale vivo il resto della mia vita.
*
Ode stagionale
Creatore, donaci la felicità nei fiori dove Tu hai racchiuso il tuo cuore.
Non distoglierci dal nostro osservare.
Fa che ogni luce penetri dove il buio oscura.
Il mio,il nostro amore per ogni stagione che dalla creazione si succede in questo nostro paradiso terrestre così ricco di bellezze esposte.
Ode agli animi nobili che compiono il loro cammino di redenzione per glorificare i desideri, anche quelli più lontani che hanno bisogno che noi li realizziamo.
*
Lamore.
Lo riconosco dalla felicità, dalla vicinanza, dalla vena che pulsa, dalla ruga che marca; dal pizzicore che si spande sul mio corpo a tutte le ore del giorno.
*
Il prato.
Appare come una distesa in movimento. Non sono solo, ci sono gli uccelli che frusciano fra i rami fischiettando; gli Aceri, i Faggi che nella voce del vento pare, si pieghino supplici in quel momento. E'presente pure il Creatore in questo prato in movimento; avrei voluto chiudere le braccia in quell'istante; perdonami se non ti trattengo perché non sei solo mio mio Dio.
*
La natura.
E'quello che si osserva fin dalla prima ora alla notte desta.
Armonia che veste il decoro del silenzio.
Offre la sua semplicità.
La sua venuta non ferma lo stropiccio invadente di chi osa.
Mai si accartoccia.
Parla sottovoce e, avanza pian, piano tenendoci per mano.
*
La primavera.
Questo chiarore non è presente in nessuna altra stagione.
Si presenta puntuale talvolta ritardataria e,sul verde del prato in fiore il colore si distende.
Solo la sensibilità umana sente e comprende.
La luce è confidenziale per non essere estranea alla stagione e,si attarda per mostrarci la vetta in lontananza.
*
Mattino
Il mattino ingenuo fece capolino e, cortese ci alitò il suo buonumore che rimase con noi per il resto delle ore.
*
L’orco Baldanza.
Nella pancia dell’orco Baldanza il pasto caldo fa un giro di danza di minestra la pancia ne è piena lui riesce a respirare a malapena.
I pantaloni alle bretelle sono agganciati perché non cadano sotto gli stivali.
All’orco Baldanza non piacciono i bambini solo cavalli e adulti bovini.
Solo i bricconi sono i suoi amici e insieme vanno per galli e pulcini.
Tavoli rotondi e bottiglioni di vino per ingozzarsi fin dal primo mattino.
Quando trovano i maiali ingrassati si leccano i baffi pensando agli insaccati.
Sono una combriccola baldanzosa che non conosce né giorno né ora per cibarsi di tutto quello che adora.
Il peso varia tra i cento e i centocinquanta e, per arrivare ai duecento poco ci manca e per fortuna non si alzano più da seduti sulla panca.
Felici e contenti galli e pulcini ai quali si aggiungono ovini e suini.
Agile e lieve salta felice pure la lepre allegra e contenta che Baldanza ora non danza.
*
Prigioniero di un sogno
Erano compatte le notti e, la sposa nella cittadella mascherava contentezza mentre in carcere, isolato con il mio dolore, gemevo così:
troppo in alto son salito quando giunto sulla vetta una fitta stretta, stretta dal cuore alla cavezza mi dilania nello spirito perché so che non ti conquisto.
Ho patito tante pene per il tuo viso che ho sognato e, per un attimo accarezzato.
Tuo padre arrabbiato capo zona del mercato in prigione mi ha cacciato.
Dopo anni di dolore e, scontata la condanna, esco in fretta dalla prigione e, mi tiro una canna.
*
Da ponente a levante
Miro gli scogli scolpiti dal mare avvolti da fragranze d’un verde ancestrale.
Inebriano l’aria del mio paese di dolci essenze, antiche preghiere.
Il sole nascente si specchia nel mare formando un colore davvero irreale.
Colore e magia, pare sognare l’antica punta bagnata dal mare.
Manara,dolce nome eterna mira di ogni pescatore.
Quando lo sguardo volgo a levante ecco lo scoglio dipinto con arte; magnifico il nome, la croce è l’emblema qui nasce un poema di un borgo marinar.
L’onda si frastaglia su quello scoglio antico ricordo sempre vivo che si porta nel cuor.
*
Dolcezza
Cullata dall'onda sciabordi sulla battigia inopinatamente scompari.
Rimane l'essenza!
L'anima è pervasa da un'unica sensazione; magnifica, universale che assale.
Sarà forse per il candore di una stella o,il ricordo del passato che tu compari all'improvviso sul viso d'un bambino?
*
Peccati d’amore
A lei, che l’anello come novello sposo ha messo al dito tra le nebbie degli incensi, tra gli applausi dei fedeli curiosi e devoti, porga la sua benedizione a questi versi liberi e sinceri rivolti al cuor suo di pastore. Raccolga gli infelici, li consoli. Ricordi loro che Cristo predicò più con l’esempio che con la parola. Metta in guardia i giovani da chi cammina col collo torto e il viso basso e assolva chi pur in quaresima mangia di grasso. Inviti i giovani a ballare liberi di far l’amore e quando essi timorosi, si confessano dica loro: quel che è stato è stato, far l’amor non è peccato. Non bacchetti eminenza reverendissima la donna che la sua libertà cerca e trova perché il peccato d’amor Dio lo perdona.
*
Sguardi uniti
Quando il tuo e il mio sorriso fa breccia nella giornata serena tutto prende forma.
Il fiato nostro invade l’aria di aromi speziati d’amore.
Le parole assumono forme indefinite, primeggiano le sensibilità infinite.
Quando la tua e la mia felicità sconfina nell'universale, la realtà diventa fonte di spiccata sensibilità.
Solo allora l’amore, il pensare, il percepire la dimensione profonda che trabocca dal cuore inebria l’anima del gusto della felicità.
Pure nell'aldilà dove l’immensità non ha confini, liberi e leggeri come bianche piume, voleremo oltre.
Il giorno ritornerà e, lo saluteremo con il nostro sorriso scolpito sul viso.
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Mutismi
Abbiamo asserito corti silenzi tra gli spigoli del cuore, dove non contano le parole.
Racconti con la mente di animi silenti, pulsioni di frasi incompiute mai ambigue, colmano le spaiate differenze da maschio a maschio da femmina a femmina mentre la fievole luce irradia il colore dell’olio sbattuto dall'istante del sale caduto dalle lune.
*
L’idea o meglio l’ideale.
Col cuore che sussulta e desidera nel firmamento, nel mondo, nel mare; allegra, felice, festosa l’idea continua a viaggiare.
Sempre nel cervello sarai con lo spirito rivolto al pensare nessuno mai potrà rubarti l’antico e umano ideale.
Illusoria chimera non sei, alla pari della pace delizi l’uomo stracolmo di vizi che rinnova il puro ideale.
Limpida, ribelle, sincera che fiera ardi nel cuore come pura alma segreta la bianca scia dei sogni porti alla stella cometa.
*
Appunto di vita
La vita insegue la gioia e il dolore e, nelle sere stellate appisolarsi sotto il manto stellato è il gioioso regalo che il Creatore ha donato. Il mattino, osando, senza alcun rimpianto ripercorrere la stessa strada per la via di casa. Giorno dopo giorno, lavorando. Per molti non sarà molto, per me è tanto.
*
Mare
Quando il vento increspa le onde le vele gonfie delle derive dalle onde accarezzate pronte per suggestive regate nell’azzurro del mare.
Quando di fronte alla rena l’onda schiumosa frange il vagare del moto del mare fa la felicità del bambino che si lascia spruzzare.
Mi piace il brontolio del mare e, il risuonare dell’emozione quando varo il gozzo per andare a pescare.
Poi, dalla corrente mi lascio trasportare nel silenzio sicuro; nella cassa sistemo il pescato e nel mezzogiorno soleggiato ritorno da dove son partito ricompensato dal riflesso del sole che a riva mi ha accompagnato.
*
La mia passione per la primavera
Come il sole si specchia nel mare il sorriso nella giornata appena incominciata è forza vitale.
La fioritura del narciso annuncia la primavera vestita a festa e, regala ritagli di dolcezze per la gioia di adulti e bambini che comprendono le voci dei fiori invaghiti.
Tra le fantasie dei prati nelle notti temperate le stelle fanno la corte alla luna argentata; io corteggio il momento dell’ispirazione che la stagione mi regala.
Un periodo passeggero che anno dopo anno ritorna è l’amante segreto che di me si ricorda.
Lo amo oltre la soglia del prevedibile come si ama chi sa giocare nel torneo della stagione e, la vita attende la primavera con il suo volto sciolto e io la amo.
*
Acque di mare
I flutti baciano le sponde, sussultano le onde nelle balzanti acque con voci stupite.
Nell'ansa azzurrina l’onda spumeggia, si frange, si rovina.
*
Non piangerò
Come stavo comodo seduto sulla poltrona a scrivere poesie per te.
Infedele alla mia passione il coltello lo affondava affondo.
Ferite.
Piaghe aperte. Stimmate profonde della mia mente.
Memore delle tue acide parole che calano nel mio cuore sopra i capricci delle notti insonni. Quanti pensieri ipocriti.
Che disinganni.
Curvo nel silenzio attendo la tua ultima sentenza.
La mia anima sorella, sorridendo bisbiglia: uscirà dalla sua bocca il tuono. Dai suoi occhi i fulmini e dirà: il tuo povero cervello chi l’ha portato via?
Non verserò più lacrime per le tue parole.
Pieno di sogni affronterò la vita che non posso averla dimenticata.
Solo i casti, i morali fino all'ultimo respiro imiteranno con gli atti schivi le tue amare parole.
Non sgorgheranno inutili lacrime nel cielo che non ha mai notte.
Preso dal bisogno ardente di un po’ di refrigerio a frotte le idee ronzano e abbagliato dai miei più dolci ricordi, ne guardo il viso.
Che rottura, lacrimare per chi non ha mai un sorriso.
*
Auschwitz
Tristezza racchiusa in un cerchio di ferro e di fuoco; nell'aria essenze dolciastre e profumi di carne. Esseri umani marchiati d'infamia. Silenzi omertosi. Giudei sterminati. Popoli afflitti da lutti biblici che nemmeno Dio può comprendere. Sterminio di anime che vagano nell'universo alla ricerca dell'agognata pace. Urla di dolore. Rabbia. Silenzi. Storie di uomini spogliati della loro aura celeste hanno nascosto le loro memorie nella roccia. Neppure gli elementi della natura sconvolti da tanto orrore riescono a scalfirle. Recondite paure custodite nell'intimo del cuore scritte su questo foglio per non dimenticare.
*
Spirito
Dell’animo umano cui conosci i misteri con dolci respiri, ne sveli i segreti.
Visiti e proteggi con uguale misura chiese, conventi e, Madre Natura.
Ti getti sul mondo seminando l’amore inebri la mente di un lieve vapore alito fecondo che entri nel cuore.
Avvolto di luce tra armonici canti ti allietano in coro le schiere degli angeli.
Conforti gli afflitti nei tristi tormenti alberghi sovrano nei cuori ridenti.
Il tuo soffio feconda il Verbo divino che giunge sereno al ricco e al meschino.
Sei come l’anima, che per volere universale comune è a ogni mortale.
*
Amianto Assassino
Nelle estati le giornate scorrono lente tra lamiere roventi.
Negli inverni gelidi tra gli spruzzi del mare e,le folate dei venti.
Aliti che dovrebbero spazzare via nubi che non spariranno mai.
Spore invisibili si nascondono nei meandri dei soffi della vita per rapire gli ultimi respiri.
Nello stupore della paura mamme, mogli e figli parlano di morte. Un dolore febbrile entra nel cuore di ciascun figlio e, dalle labbra sue esce un bisbiglio.
Nel cuore un rancore troppo tenace perché tramonti con il sole e trovi la pace.
*
L’incontro
Nello splendore degli occhi tuoi s'incontrarono i miei e,come fiamme vive le lacrime davano nuova linfa alla nostra vita.
Il tuo morbido sguardo s’incontrò con il mio e,un raggio di sole con il beneplacito del buon Dio incoronò l’incontro.
Lasciammo le parole al fluire delle onde per vivere pienamente affidandoci alla sorte.
Contornammo la corsa socievole del nostro cuore con delizia e passione.
E, osammo.
*
Come vedo l’autunno.
Non è triste vedere le frasche spoglie, e un giallo tappeto di foglie.
E’ piacevole camminare sul soffice manto che regala la sorpresa e non si pensa più né all'estate né alla primavera.
La luce tenue toglie il leggero velo nell'alto del cielo.
Amabili energie si rinnovano presentandosi sconosciute all'oggi per essere sorprendenti domani nei vivaci colori autunnali.
*
Vado
Sventatamente mi getto nel viaggio lascio aperta la porta finestra il vento fa entrare oggi è il mio ospite naturale.
Studio il percorso, ho il mio riferimento che non perdo mai di vista per giungere in cima e poter scattare una fotografia.
Il libro di vetta è dentro a una cassetta, lo sfoglio e da una scritta riconosco chi ha intrapreso la via del ritorno.
E’ la ricompensa pacata che sempre è elargita a chi con passione e amore intraprende la sua camminata a tutte le ore della giornata.
*
Il riposo
Il bosco si è addormentato l’anemone perenne insegna alle persone che sanno osservare verità da ricordare.
Sogna il bosco e,il ritornello scorre come il nutrimento degli alberi che gli fanno da contorno.
L’entusiasmo accende la passione e,nel momentaneo riposo prospera la forza del verde grondante di umide gocce al far della sera.
Non c’è passaggio obbligato, la porta è aperta e, girandoci d’intorno con passo sicuro entro nel riposo del bosco portandomi sulle spalle la leggerezza dei miei anni.
*
Il cielo
L’ho fissato, ho ascoltato il fischio del merlo, ho osservato l’erba verde del prato oscillare e so che era presente la metà del tuo cuore.
L’altra era in compagnia di Dio. Padre mio.
Il fascino del ricordo mi accompagna nel bosco con il tuo spirito intorno.
Non vedo come i veggenti, gli angeli, tocco con le mani i faggi, gli aceri, i fiori, osservo la bellezza del bosco dai mille colori.
Sento il brontolio del vento e, come mi hai insegnato non mi spavento.
Prima che giunga il tramonto voglio essere di ritorno per osservare la caduta del sole da una posizione privilegiata quella che sovrasta il cuore e,regala la quiete divina di questa bella giornata.
*
Il chiarore
Quando il silenzio del giorno apre le porte sulla ciarliera città il chiarore, consapevole della confusione veglia e ritempra ogni ora. Nel ricordo, il movimento del gradevole badare e,il dinamismo diurno all'angelo custode mi fa pensare.
La verità che mai si congiunge all'anello mancante ribollisce per gradevoli pensieri e,quello che è esplicito si distende chiaro senza confondere.
Mi attrae la vita e, dolcemente mi rallegro, a volte mi entusiasmo oso e ringrazio e, i versi miei non li cancello in onore al buon Dio che mi ha dato un poco di cervello.
*
Aria
I respiri sono stati giustiziati urli attaccati ai ricordi nei bordi confidenziali degli anni passati. Chi è convinto che i vivi sfogliano le pagine di libri per nutrirsi del sapere si accorgerà ben presto che per alcuni il pretesto del non ho tempo è il voler sapere la fine anzitempo.
Nell'indice del perdono il frullo di una bianca falena che si posa sul fiore e,la libidine del suo succhiare le apre le ali per volare.
I ronzii fastidiosi delle mosche mi arrivano senza sosta ogni volta che nel mio camminare faccio tappa per riprendere fiato accaldato, in modo sfrontato chiedo il tuo conforto.
A Te che sempre mi stai d’intorno.
*
Non rinuncio.
E’ sempre più bonaria e, aperta la natura.
La notte serena rafforza la scorza, il venticello fresco vivacizza l’amicizia con l’ambiente circostante popolato di fusti e secolari piante.
Chi vuole può ascoltare il sonoro parlare del bosco senza spendere un soldo.
Il destino mi porta a bussare alla porta della fortuna.
La trovo nell'audacia che svolazza d’intorno al mio mondo quando sono con gli amici nella fronda del bosco.
Amabile la natura e, la vivo nella quotidianità aperta alla scoperta e, disponibile al cambiamento.
Proprio per questo non c’è pretesto e, girando d’intorno resisto e non cedo al torrido e all'umido in tua compagnia nulla temo.
Alla tua vita non rinuncio.
Mi aiuti il tuo splendore a ogni fare della stagione nella dolce combinazione nel mutare il silenzio nel suono del vento.
*
Stradina stretta e buia.
Tra la luce lunare mosso da un istinto che spesso mi assale nell'angiporto di Genova mi son ritrovato e,ho guardato quello che da qualche tempo desideravo invano.
Vico Santa Croce l’ho attraversato e, da una finestra vicino a un muro ho sentito il vociare roco di chi si sente al sicuro.
L’arietta di mare si fa sentire inebriando la notte del sapore del sale.
Io nel vicolo guardo e cammino, mi osserva il cielo strizzandomi l’occhiolino.
Alla fonte del piacere mi avvicino, sull'uscio c’è chi mi aspetto e senza fare circospetto entro e,mi stendo sul letto.
Ho chiuso gli occhi e, mi son lasciato carezzare da quella bella insegnante dall'arte di amare.
Poi con quel suo accento napoletano mi disse: vuoi un consiglio?
Da queste parti vai pure tranquillo.
Correva l’anno mille novecento settantatre non c’era inferno o paradiso il sorriso abbondava su tutte le labbra, oggi credo non ci sia più terra e generosità alcuna.
Non mi resta che augurare ai posteri buona fortuna.
*
Fuori dall’ordinario
E’ assodato, quel che è stato. E’ stato. Il pensiero padre dell’intelletto, afferma che il ricordo di quel che è avvenuto svanirà nella contemporanea quotidianità.
Riprendo gli arredi che ho conservato e,li propongo all'asta del libero pensiero.
Nessun euro, solo sentimento.
Per negare il consenso all'arroganza del prepotente, all'attrattiva della religione, all'insolenza della persona perché presto una nuova farsa ci sarà.
Un male dimenticarsi del c’era una volta una moltitudine che adorava il luccicore della vergogna e, poi cambiando bandiera non cambiò la storia.
*
Bevanda
Dalla morsa della giornata si è liberata l’essenza, la fragranza aromatica della pianta spunta e divampa nella giornata afosa.
Il fertile verde distende la pace delle ore assolate e, delle piante le foglie son schiave.
Scrivo con il rossore dell’incertezza queste parole e, in compagnia della mia armonia gusto la bevanda fredda dal sapore forte fragrante che disseta e rinfresca.
Lo svelo.
E’ la menta.
*
Plana e vola.
Discorrevo del più e del meno con l’amico mio Marco quando all’improvviso un branco di uccelli in volo sotto il benevolo sguardo del sole planava compatto poi nuovamente in alto verso il cielo intonando in maniera corale un armonioso canto.
Ora gli occhi incuriositi sembrano smarriti, inteneriti, arrossati dai pollini primaverili.
Perdiamo il filo del nostro parlare per un bisogno impellente di capire quel melodioso fischiare.
Nel salutarci qualcosa si mise in mezzo a noi, non so dir cosa.
E’ certo che siamo rimasti a parlare per una buona mezzora mentre il branco di allodole vola ancora.
*
Rituale
Nel cerimoniale dell’amore ci stanno tutte le ore.
Osservano.
Appagamenti intensi evidenti sui nostri volti.
I piaceri perversi, i respiri affannati le bocche che si schiudono nel momento dell’atto.
Reciproco possesso.
Ascolto i cuori che sbattono sulle pareti degli incanti di noi focosi e viziosi amanti.
Vicendevoli iniziazioni, dedicazioni ai particolari e le mani, le mie sulle tue cosce a risalire e,noi animali privi di morali.
*
Fantasia
Nell'arcipelago della fantasia ci sta una tartaruga che si mangia la lattuga che Rosanna ha seminato ad aprile inoltrato.
Nel pollaio tutto solo ci sta un pulcino e nel cielo azzurrino vola e danza l’uccellino fischiettando allegramente un richiamo permanente per la festa imminente.
Nello stagno lì vicino ci sono le anatre che pescano il pesciolino.
Ecco a valle la mucca bianca che accompagna il vitellino non distante la bruna alpina sta seduta sulla riva mentre il toro sempre attento guarda fisso in quel momento.
Sotto le querce e sugli ontani ci sono tanti animali dai colori assai strani.
Tutti insieme a costruire le bandiere per le feste fantasiose che non hanno patrocinio se non quello naturale che avviene con lo slancio di chi dice, non ci casco.
Tutto questo non è mica una bugia è soltanto il compleanno della fantasia che si festeggia in allegra compagnia.
*
Risoluto
Resterò libero, nessun vincolo, solo un proposito quello di morire come la mia mente vuole.
Lo rivendico come un mio diritto e so che è il mio umano egoismo che si ciba d’idealismo.
Tormentato dalla sete della verità come un malato di asbesto dell’aria compongo la mia poesia che della vita vissuta si ciba.
*
Spazzato via
Nel frastuono del traffico uno stridore di gomme lascia l’impronta scura sull'asfalto. La triste scena che fino a quel momento per tanti era un pretesto diventò la vera ragione per affermare che la velocità fa scendere lacrime di dolore per chi senza nessuna colpa è investito e muore. Si offusca lo sguardo, si stringe il cuore la tragedia che si consuma in poche ore. Tutto intorno. Un pianto muto. L’urlo rabbioso per il pirata accompagna questa triste giornata. Le pattuglie, le ambulanze militi e poliziotti quanti tristi addii hanno conosciuto a fondo. In questo lucido mondo dove la vita per alcuni non vale un soldo c’è ancora chi si diletta con la procedura. Dove si va? Non si fugge dal dolore. Osservare e comprendere che cosa è il crepacuore per una vita che muore.
*
Distacco
In un vassoio di cristallo il fasullo appare vero.
Senza riposo alcuno lavora l’intelletto per mettersi a braccetto con l’ingegno senza essere circospetto.
Se non fosse contraffatto sarebbe l’antefatto del certo che misuro con il dubbio per non essere ingannato dall'acquisto taroccato.
Dove andrò solo io lo saprò e, a condurre il gioco io non ci sarò.
Questo peso a voi lo lascerò.
*
Benevolenza
La clemenza di una mite giornata contornata dalla saggezza dell’aria nella setosa armonia della nottata non trema per una sguaiata voce lontana.
Le ultime parole siano amabili. Danze amorose di nuvole in calore.
Al centro dell’attenzione nell'astuta movimentazione della coscienza senza alcuna appartenenza si muove l’insolvenza.
Fallimento. Non è un’ossessione. Solo pura constatazione di quel che è stato il movimento.
Pensiero astratto dal contesto del cambiamento per un fine diverso che non è questo.
*
Prigioni
Reclusioni le preclusioni. Togliere gli striscioni. Ammiccamenti tra gli uni e gli altri. Noi. Sempre avanti. Direzioni. Dove portano le attitudini. Dignitari di valori. Non comuni. Universali.
*
Ispirato dal sogno
Quando il chiarore mi assorbe e la voce si orienta nel respiro del globo salvo il mio sogno notturno.
Nitido il cielo nel mattino e, il sole rinvigorisce pure in un caldo mattino d’estate, il ricordo del notturno.
Rifiuto l’invito dell’ombra passeggio all'aperto nell'aria temperata per niente afosa e, il mio sogno ancora ora nel mio fiato riposa.
Mai avrei pensato che il soffio custode del sogno trovasse nel mio intimo la sua naturale dimora.
Con gioia oscilla il mio cuore nello splendore del giorno felice di essermi svegliato e dal sogno ispirato.
*
A Caterina
Guardando con nostalgia quella finestra aperta che un tempo fu alcova ne varcai felice la soglia con il volto arrossato non per la vergogna.
La telefonata e il codice “amico del bar Ancora” e, tutta la novità era mia.
Non c’era mai monotonia in quell'abitazione ogni settimana si cambiava compagnia.
La tassista, la studentessa, la casalinga arrotondavano la quindicina e, poi la mensilità sempre con garbo e tanta qualità.
Il maldicente osservava e commentava senza mai varcare la soglia forse per paura di spendere o tenersi la voglia?
Non importa, la maldicenza ha portato in galera “la Rina”.
Mi sembra sentirla dire: un tempo lavoravo in posta ora io apro solo la porta.
La Caterina è morta, il suo spirito resta e ricorda a me quando da ragazzino mi ha fatto perdere la testa.
*
Metamorfosi
Mutazioni.
Esseri umani riciclati per costruzioni di castelli in aria.
Esposti i cimeli sacri per ammansire le immoralità.
Seduzioni di esseri umani.
*
Avanzo
Cammino con gusto e, d’intorno osservo quello che accade in quel momento.
Mi sento sciolto e, sospinto dal vento solo per rinfrancarmi mi fermo. Al margine del sentiero mi chino e colgo un fiore vero.
Dell’intenso valore suo mi pregio e, incontro l’avventura in questa colorata natura.
In mezzo ci sto io tra il mare e il cielo quando a bruciapelo volgo lo sguardo in alto e vedo il bianco dell’onda nel cielo azzurrino.
Appare all'orizzonte la sagoma di una terra è la magia della limpidezza che mi accarezza.
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Uno sbaglio?
E’ inutile che tu pianga e, ti senta sconsolato perché lungo il pendio che conosco solo io son giunto in soccorso a te, che ti sei nascosto.
C’è un lato di te che non conosco; sarà per questo che non ti giravo mai d’intorno.
Ora ti osservo e mi domando ne è valsa la pena per me di rischiare tanto?
Mangiando, bevendo e, rievocando il dettaglio termino dicendo: nel portare aiuto nessun sbaglio.
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L’evidenza
L’evidenza
C’è chi disprezza la modernità e vorrebbe ritornare alla carrozza perché i tempi si sono troppo evoluti e gli ideali sembrano incompiuti.
Per tanti la vita è funzionale all'interesse per altri ancora, modesta e faticosa.
In evidenza ci si metta pure la convenienza e, con trasparenza arrendiamoci all'evenienza.
Un senso di sgomento prende il cuore udendo queste tristi parole.
Fiammelle spente dal nuovo vento mattutino che infuria sul destino.
Ed essendo noi i fautori della nostra sorte dobbiamo essere pronti a non chiudere le porte.
In controtendenza alzare la testa perché ciò che ci contraddistingue è l’accoglienza.
Il vento gira a una velocità vertiginosa e cambia direzione di ora in ora.
Io sono ottimista e convinto che dalla parte mia soffierà ancora.
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Devastante
Il masochismo genera eroi il sadismo, carnefici.
Nemici della dignità.
Il sangue depaupera il respiro intinto nel nero.
I giochi sono aperti compiacimenti, sortilegi rinunce e costrizioni sono i giocatori.
Perversione.
Il cilicio la personificazione.
Aculei per le scarnificazioni, paramenti per le denudazioni, indossati per le vestizioni sacrali conferiti alle inutilità, delle mostruosità che non hanno le cognizioni delle diversità.
Stupefacenti. Annientanti. Sfiguranti.
L’orrido è valicato agghindando il superfluo con l’ipotetico.
Carne umana devastata da un piacere senza traccia.
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In una notte destate
La notte abbellita dalla luna festeggia la mostra di madre natura.
Nella quiete delle ore la spiaggia deserta è animata dal pescatore.
Nei boschi i grilli canterini agli albori mattutini con i saltelli fan gli inchini.
Trame che raccontano segreti, passioni, amori e, avventure in queste notti scure.
Al cielo sale l’umido vapore d’oltremare che dal terreno biancheggiando sale.
La notte osserva e si domanda se il buio che porta non nasconda una grave mancanza.
In questa notte d’estate si contano le costole degli alberi che sopravissuti agli eventi sono rimasti saldi alla furia dei venti.
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DA VICO della CASANA a VICO CARLONE “GENOVA”
Nel mattino nuvoloso si spegne l’entusiasmo e quando l’umore si rattrista ampio è lo spazio per lo sconforto.
Un chiodo usato dal carpentiere è lì sul marciapiede, altre cose al lato opposto sono ammucchiate e le brezze di ponente le fan volare.
Una porta si schiuse improvvisa, e ravvivata la vista dalla figura matura che spiccava tra le altre che mi sembravano scaltre, chiesi il prezzo per un’ora condivisa.
Nella stanza una poltrona a sofà e il profumo d’incenso saliva dal basso verso l’alto in deliziose spire.
Felice gustavo il suo profumo e, seguivo il movimento del suo corpo sopra il mio.
Le labbra glabre rosse e umide come le ferite le gustai. Erano squisite.
Con sdegno quando mi confessai il prete mi disse: volgare!
Poi non so come mi diede l’assoluzione.
Non mi sentivo affatto peccatore ma schiavo della bestia che ancor oggi mi rode l’anima e il cuore.
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Eterno
Basterebbe una voce rito d’incompreso pianto per avvolgere nel ricordo una distrazione che unisce.
L’anima si nasconde nel vortice del tempo.
Il mistero cristallizzato è il ricordo del momento in cui l’immenso creato si accende improvviso.
Un invito al sole a concepire eterno calore.
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Spiragli
Aperture contrapposte alle incognite per vestire le nude giornate.
Per non sprofondare nelle sabbie mobili delle ore senza sapere cosa fare.
Nelle tappe quotidiane le incertezze fanno crollare le intelaiature dei tragitti conosciuti per offrire il vago a discapito del certo.
Uno spiraglio che detesto.
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Pudore
La vergogna è uscita da dietro la porta sazia del delirio benefico per giungere all'apice di un piacere perverso.
Ora predomina la sfrontatezza travolgente insidia della giovinezza.
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A te
Ragazza o pur donna femminile lo sguardo sia perché il viso tuo ispira la squisita voce della poesia. Pregiato il sentimento che del romantico si abbellì in virtù di quel sorriso radioso che lucente al cuore giunge e, con impulso spontaneo all'animo arriva.
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Inseguimento
Corro all'inseguimento del buio. Impatto violento nel vuoto universo dell’oscuro. Nella notte mi abbandono. Osservo le ombre. Trovo le sequenze di brevi pensieri. Accatastate emozioni. Isolate commozioni. Sulle note graffiate di questo disco non so se sarò in grado di giocare con la luce per riflettermi nello specchio del vissuto.
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Fantastica danza
Dal torpore la bella si alza e con baldanza un giro di danza.
Balla la donzella agile e graziosa come giovane gazzella.
Sulle punte in vortice gira e c’è, pure chi ammira.
Seduta sulla poltroncina vellutata scosta la gonna inamidata; civettuola la ragazza mostra l’attaccatura completando il disegno di Madre Natura.
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Distacco
In un vassoio di cristallo il fasullo appare vero. Senza riposo alcuno lavora l’intelletto per mettersi a braccetto con l’ingegno senza essere circospetto.
Se non fosse contraffatto sarebbe l’antefatto del certo che misuro con il dubbio per non essere ingannato dall'acquisto taroccato.
Dove andrò solo io lo saprò e, a condurre il gioco io non ci sarò.
Questo peso a voi lo lascerò.
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Nel bosco
Ci siamo sbronzati d’amore e, il cielo compiaciuto bisbigliò al vento: i giochi che i più nascondono loro li mostrano alla luce del giorno.
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Approdo
All'imbrunire nel mare increspato un pesce ha abboccato all'amo infioccato.
Nelle acque perlacee danze di onde schiumose per congiungere i frangenti alle sfrontate carezze del mare.
Al solitario pescatore non rimane che lo stupore.
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La pioggia
Atterra sulla terra assaggia la morbidezza e intirizzita gocciola sulla strada cementata. Rigurgita vita quando è giusta. Vomita inopportunità quando si riversa violenta. L’acqua penetra, sgretola. Resta la colma misura di una smarrita società che non ha nessuna età. Zampilla l’incognita lambita dalla stupidità che ha la sua stonata vocalità.
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Respiro
Soffio dell’onore rivendicato dal cuore per nobilitare l’amore. Dipanata la matassa la domanda: Ordinaria quotidianità? No! Novità.
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Follia “Gioco d’azzardo”
Ti afferra la mano. Nell'inquietudine della mente avanza inesorabilmente. Scioglie le membra in movenze ballerine La fiamma viva della vita incatenata alle pene terrene. La mente estingue il nobile istinto. E, la fortuna instabile come la luna gira a favore delle slot con ritmo lento, uguale, inesorabile. Toglie risorse sacre sperperate dalla costante che invita a giocare l’ultima partita. Che non è quella della vita.
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Questua
Giornata di raccolta e, frugando nella tasca un euro. Non basta per andare e tornare. Rimbomba nella coscienza la domanda e la risposta. Il quesito. Qual è il prezzo giusto? Forse quello forgiato dal pianto? Svestito il ricordo lo strazio è un graffio ricevuto. E’ il grido d’aiuto.
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Alternare
Parole di dolore tra i rifiuti delle incombenze che non hanno l’olezzo dell’uomo. Nutrito da timori, ossessioni, tentativi desiderando l'estraneità. Malattia contemporanea. Nell'attesa si scioglie. Senza limite. Priva di resistenza. Alternanza a un brano, a un racconto, un modo di dire per non soffrire. Oltre le indulgenze conservate in un’ampolla di sangue. Vestendo le attese. Denudando le promesse. Alternando il salmodiare, con il melodico cantare.
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Pregiato intenso
Nella fronda cespugliosa la speranza avvampa. Esplora. Indaga. La schiva esigenza dell’anima pioniera. Che d’intenso si pregia. Una preghiera per lumeggiare l’attesa.
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A voi
Ragazze o pur donne femminile lo sguardo sia perché il viso vostro ispira la squisita voce della poesia. Pregiato il sentimento che del romantico si abbellì in virtù di quei sorrisi radiosi e lucenti che al cuore giungono sempre. Sublima e appaga sorridere. Un detto antico dice. Le donne vogliono il mondo e, l’uomo mite.
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Esistenziale
Tra i brevi rimandi strappati alle pupille note musicali si smorzano. Fluiscono sul ventre aspirando un canto roco dal senso compiuto. La passione ha nel suono il suo trascorso e, un incerto domani.
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Accesi desideri
Li abbiamo vestiti di stracci e, nei sussurrati segreti evidenti gli abbracci. Per noi, che intrecciamo i sogni ai quotidiani momenti senza vergognarci dei desideri immorali. A dispetto dei benpensanti e, dei santi.
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Contenitore
Un valore assoluto per ricomporre affinità o diversità con l’ausilio della parola e, con l’esempio.
Ecco il moto perpetuo che avvalora il tempo.
Comprendere.
Discernere.
Le consuetudini opprimono le coscienze.
Sancire il patto liberamente oltre le credenze, avamposti delle ignoranze che sublimano sempre arroganze e prepotenze.
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Dal mio osservare.
Dal mio osservare
Le nubi si sciolgono, gocce di pianti su fiori appassiti.
Sul fare selle sere i silenzi vestono le sfide delle giornate sulle quotidianità che si appartano.
Vivere e soffrire, duelli giocati sui fili delle esistenze.
I vincitori non corrompono mai le dolcezze dei giorni.
I perdenti continuano la sfida mordicchiandosi le dita.
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Adolescenziale paura.
Un brandello della mia paura esaltato dal pentimento; uno statico pensiero del turbamento adolescenziale tra il mutismo e il tranello. Il pensiero assente, lo strazio nascosto nel cuore di un piccolo angelo.
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Il mio giorno.
Lo porto a tracollo supplicando che non giunga il tramonto e, delle sue di carezze, ne conservo il ricordo. Nel giorno mi specchio, rovisto il cuore, vado e torno sempre dove il cielo ride e, la nube è il punto d’incontro.
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Meraviglioso.
Di quel sentore che chiamano amore ne rivendico il gusto, l’odore e, non per ultimo l’ardore.
Lo si conosce fin dal primo respiro quando nel cuore entra improvviso.
Si colma di grazia e bellezza per una grata carezza.
La naturalezza compie la magia e, ci sublima senza nessuna incertezza.
Prodigiosa la sensazione che sale dal basso ventre e, arriva al cuore con rinnovato vigore.
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