I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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il vento fa il suo giro
Il vento fa il suo giro Il mio limite, rimanere con gli occhi appesi sulla brina d’una bellezza per sempre. Così il vento fa il suo giro fa spallucce alle chiacchiere pettegole giudizi e responsi e mi dice che l’inverno ha in tasca i suoi ritagli di sole e che tutto a volte si attarda sui davanzali in una specie di insonno torpore e che persino un viottolo di foglie non teme il tratto d’uno sguardo infinito, oltre.tutto (2024)
Id: 72145 Data: 02/12/2024 14:25:58
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a b c
a b c una vita non basta a narrare una storia, nei giardini d'infanzia scrivevamo dentro bolle di sapone e quegli occhi bambini correvano in ogni direzione fra l’erba viola e i ramarri fradici di sole seduti su quadretti più grandi di noi. Erano dita nel buio pronte a capire la fatica di raggiungere la Zeta con il fiocco reclinato sul colletto. Una vita, una vita fa. La tua vita basterà a scrivere di te ?
Id: 72093 Data: 22/11/2024 11:08:51
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Babel
Babel Dalle torri afferri lo sfacelo di Babele ogni brivido di terra è raschio, nello stormir di voci mi vedi quaggiù nel vicolo con la polvere sul viso, ma se pensi che abbia gli occhi rossi no, ti dico, è solo il vento che consola le mie ciglia impara a custodire il tuo linguaggio non fra le pagine di una bibbia morta, ogni giorno, altrove son sempre stata altrove, dopo che il saggio mi svelò il suo segreto
Id: 72086 Data: 21/11/2024 14:34:52
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Domenica mattina
Si taglia per i boschi fin su la salita della pieve diroccata lo sforzo nelle gambe, lieve, quando ti si apre l’orizzonte, limpidissimo opale un filo bianco sui crinali del Corno fra le tegole di una canonica che dirupa giù sghemba e un cimitero di Spoon-River che ha visto croci migliori di queste, si posa qui l’alchimia di certe domeniche assonnate qui, fra i castagni di Matilde inzuppati di foschie azzurrine, tiepide, di pane cotto lievitato che sale dal forno di una scolorita piazzetta. Soffio sui piumini di un tarassaco mi dicono che la vita può essere un ricordo, come quei trenta nomi rimasti a custodia del tempo di tutti e di nessuno. Sono i soldati del ’45 scolpiti sul torrione, frodati dalla storia la solita bastarda e maledetta storia, immaginavano un paese liberato per un aggancio di luce in cambio della morte
Id: 71996 Data: 05/11/2024 13:20:17
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Novembrine.II
Novembrine.II In un silenzio di neve sepolto fra rose e crisantemi /che non ha né rose né neve/ solo il sorriso digitale del mondo il ticchettare algido del tempo, fors’anche le mie labbra non sanno più parole versarsi in acqua o in coriandoli di gocce. È così che va tutto, smorzato, come un giornale aperto sull’asfalto che aspetta il movimento della vita quando il mondo fugge via e nell’aria resto indietro
Id: 71962 Data: 28/10/2024 00:57:35
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2 note di sax
Il viale stamattina, - un nugolo di pioggia - inzacchera una visione che gocciola dai vetri dell’auto, c’è qualcosa di caldo e di triste quando piove latenti, nell’aria due note di sax fuggite dal negozio di musica volteggiano sul ciglio romantico d’una malinconia come se l’autunno nel suo cader di nuvole ed ombrelli intonasse un blues randagio
Id: 71911 Data: 20/10/2024 12:19:42
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Gorla
Gorla - (20 Ottobre 1944) L’obiettivo era Breda incenerire le armi far saltare i forni della grande fabbrica del fuoco ballavano i motori nell’aria, e dipingeva l’autunno sui vetri di scuola i fioretti di chi imparava a scrivere o giocava coi numeri, tesero le orecchie i maestri dentro il grande frastuono e dopo fu solo fumo, polvere e silenzio, e silenzio mediatico ché i vincitori non avessero macchie o postille da inserire negli annali di storia ***** nota: (se oggi chiedi a qualcuno cos’è successo a Gorla il 20 ottobre 1944 ben pochi sapranno rispondere) -------------------------------- Io contro OGNI guerra
Id: 71910 Data: 20/10/2024 11:45:29
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Il primo fiore del freddo
Il primo fiore del freddo (ciclamino selvatico) Trapelano dal buio silenzi e piccoli bagliori tremori d’acque e gambe alte come alberi è sempre un infinito estendersi puntare il centro oltre un orizzonte la bellezza di non raggiungerlo mai. Restano poche stelle accese sulle notti d’autunno danno luce a finestre colme d’anime danno anima a fuochi di pensiero. Volevo dirti che ho visto il primo fiore del freddo, oggi su un prato e ho pensato a te un ciclamino tenta di vivere, selvatico, libero più forte della tua paura. E voi, di quante preghiere e misfatti andate fieri? quanti vessilli nobiliari, molti li vidi finire in cartapesta, io con le mie intemperanze ho naufragato al largo in acque sommosse, qualche volta ho incontrato Cristo e mi sono dannata per osare di capire il suo credo nessuno si salva da questo affresco di cielo imbevuto di preghiere e bestemmie.
Id: 71884 Data: 14/10/2024 11:22:22
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Parole stonate scazzate
Parole stonate scazzate Scrivevo come avessi ricevuto l’ostia sacra scrivevo dappertutto ..la necessità.. nell’acqua e nel cibo sui marciapiedi dove pensavo le orme fossero reali scrivevo sui vetri dove mi specchiavo sui davanzali rossi di gerani sui necrologi di me stessa sulle croste degli alberi scortecciando l’illusione molto ho gettato nei cestini di rifiuto, un gran falò di tutti i miei pensieri che avrei voluto -alati- scrivevo forse scrivevo. Ora mi confondo nella folla, gli abiti appesi a quest’ombra mia distante, e guardo fuori scrivendo così a caso, come viene, parole scazzate parole incespicate. Guardo, come si guarda una realtà che piove e che lascia la sua cortina umida di cose e leggo talvolta la bellezza e la bruttezza, le ostie di qualcuno in bocca d’altri, le mani rapprese, le gambe accavallate ed occhi al buio che scintillano di brace. Qualcuno brilla e io lo vedo. E tristezze e malinconie e amori e sesso un marenero di parole, dove lì, alla riva, si dà in arbitrio come pesci liberati alla marea. Scrivevo messaggi in bottiglia chissà dove e su quale spiaggia forse su un’isola deserta o nel deserto o in cielo o dentro un oceano prigioniero. Scrivevo come aggrappata ad una luce. che non c’è più.
Id: 71866 Data: 10/10/2024 20:39:28
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Nemmeno una nuvola
Nemmeno una nuvola Di nuovo e sempre dai ballatoi in penombra la lingua stride sulle povertà, restano incollate come bolle blu le nuvole al soffitto dei teatri dove in silenzio gli angeli intrecciano le dita e gli occhi, e se va .inonda. l’anima il cultore la sente non indossa orecchi da mercante, nel cortile stanotte ho visto sfumare l’ultima di Orione e ho pensato che il confine non sta nel cielo e che gli anni luce sono una distanza più terrena
Id: 71849 Data: 07/10/2024 21:39:13
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Sta finendo l’estate
Sta piovendo sui pini del bosco una leggera soavità rinfresca l’aria al dolce gocciolare tic…tic…tac… vivo dell’aggroviglio naturale terra bagnata e zolfo se siam fatti della stessa materia il richiamo al nostro essere creazione. Mentre tra i filari spiove dai neri grappoli la pioggia, l’estate scuote i suoi panni e vedo la goccia consumarsi lentamente come la tua vita
Id: 71693 Data: 08/09/2024 12:02:54
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Soufflè
Si nasce nel soffio di un giorno qualunque ce ne andremo alla stessa maniera, prenderemo un ticket o un treno per qualche altro zoo? Mi ricordo davanti all’uscita, a rapinare germogli di cielo, così è stato da sempre ma qualcuno come noi c’era a galleggiare sogni traforando nebbie fumose e le parole, parole senza futuro disincanto d’ossigeno quinterra, con quel che s’impara vivendo. Da fuori e dopo millenni respiro un’aria pulita ogni spillo punge le vene senza più sanguinare (2018)
Id: 71675 Data: 05/09/2024 18:22:29
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Be quiet Mojave
Be quiet Mojave C’e sempre un punto latente una maglia disfatta, un angolo, una duna nel Mojave inondata dalla malinconia di un blues un Bagdad cafe’ incendiato di armonie e solitudini interiori vicoli d’anima dove sedersi al tramonto ad aspettare il temporale o la navetta dello shuttle spiovente dallo spazio o il ragazzo dalla chitarra stonata. È una quiete sospesa, breve che ti porta fuori, nel deserto e ti salva da ogni vortice di vita sotto una luna storta, lì dove l’orizzonte s'imbuca fra le nuvole in quell’attimo sbiadito fra eterno e sfuggente mi piace stare.
Id: 71650 Data: 31/08/2024 21:06:37
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E’ passato un po’ di tempo
Il tuo impermeabile sulla gruccia ha rubato qualche ruga in più alla polvere non è cambiato e la casa è chiusa di giorno, solo a sprazzi dai vetri t'ho immaginato, un cenno di vicinanza, ciao sei qui, forse troppo appannati dalle lacrime o dalle nuvole. Cos'hai fatto di tutte le tue ore diluite in anni? Di tutta la ricchezza che ti nasce normalmente? Io, inarrivabile da sempre all'orlo dei tuoi occhi.
Id: 71641 Data: 30/08/2024 21:36:35
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Ipotetica Brest
Ipotetica Brest Quante stelle sui fili del telegrafo cadute giù nelle notti d’estate a camminare come la donna di Brest la donna di Hikmet sull’elastico del telegrafo così leggera, così grave a prestare il silenzio alla notte o alla pioggia con la nebbia negli occhi; anch’io soffocavo… e mi scendeva dai capelli ogni fiume ogni fiore ogni fremito di vento il brivido stralunato di un passo mancato la caduta dall’alto con una stella di meno (2009)
Id: 71591 Data: 06/08/2024 20:57:46
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Per quella goccia di eternità
Per quella goccia di eternità Raffinare ancor più i silenzi ombreggiando lo sguardo su una luce che fa male per quella goccia di eternità trascritta negli anni di sole e pioggia. E son’io nella mia ostinazione ancora a custodirla amarezza, dolcezza grani di sabbia scivolati con grazia sulle dita se guardo il mare vedo solo l’orizzonte senza più immaginarmi l’oltre riva
Id: 71575 Data: 02/08/2024 11:56:40
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Aereoporto
Tutto quello che scrivo lo metto in un pozzo ogni tanto la luna lo illumina e quasi lo vedo l’aeroplanino portatore di parole che affonda il carico nell’acqua. Lo vedo quando lo tiro e s'inabissa là dentro poi resta immobile sottacqua, e così anch’io. A volte riemerge, a galla, parole come bolle in ascesa. Parole d’inchiostro in acqua d’inchiostro difficile percepire colore su colore occhi buoni o ciechi, ognuno vede per ciò che sente. All’ombra dei miei pensieri in qualche modo un aeroplanino di carta vola ancora dalla mia mano al centro del pozzo qualche volta illuminato dalla luna
Id: 71531 Data: 15/07/2024 20:49:33
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Volo a vela
Volo a vela si stacca piano l'aliante sfigura pallida la terra resta giù nel vortice, vola alto fragile metallo ! vai, vai, con l'aria che si arrotola alle ali obliquo spazzi il vento sulle creste d'un azzurro polveroso, e fa male agli occhi lì si tuffa nel silenzio l'uomo eterno nel suo tornare-rifuggire sotto un mondo che si muove senza più rilievo sopra i boschi, le città sopra i vetri di bottiglia, volo a vela, e morirei sospinta da una calma solitaria come cera liquefatta alato ride il sole distinto da ogni turbamento (2007 Dublino)
Id: 71509 Data: 12/07/2024 17:09:44
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La purezza del poeta
La purezza del poeta Alla fine ho ragione io il deserto è stretto fra rocce dure e sabbie sbiadite ha smarrito il senso del fiume la sua cristallina voglia di esondare dov’è la purezza di un poeta senza avvertire una goccia di sete? Che in quell’uno è tutto luce e buio insieme. Dino seduto sull’abisso lo chiese a se stesso e guardava dall’alto al basso. Sì, ci passa Dio sul fondo come ci passa la formica e tu che pensi di dare sentenza in un mondo troppo pieno d’inchiostri-mercanti Chi sei, tu? Poeta. Vorrei conoscere il tuo nome. (2024) ***** testo ispiratomi da questo bellissimo articolo su Dino Campana, il poeta tradito e umiliato in vita da chi, nelle sue presunte certezze, non capì mai niente di lui: http://www.orizzonticulturali.it/it_studi_David-Fiesoli-3.html
Id: 71488 Data: 09/07/2024 15:04:24
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Brulica il tempo
Brulica il tempo Scusami se ho le mani di carta l’incendio che parte dagli orli, inavveduti, come la malasorte dei momenti no brulica il tempo dentro un raggio di luce un germoglio di marzo è nato dal ramo del melo l’inverno è passato, cercai nelle tue pupille quel battito d’oro gocciolato dall’ombra del sole nient’altro volevo
Id: 71474 Data: 08/07/2024 13:48:34
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I Termini
I Termini Le pietre tacciono avvolte nei loro stemmi confini tracciati da voci e inchiostri depongono termini puramente sbozzati, grezzi ma il sole non offusca il viola della lavanda e le spezie degli orti o il ricordo degli antichi hospitali dove si praticava la gentilezza ruderi ci sovrastano oggi spegnendo nelle stringhe la voglia di mettersi in cammino (2024)
Id: 71458 Data: 05/07/2024 13:54:31
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Non ci protegge l’infinito
Non ci protegge l’infinito ci avviluppa nel cadere e cadiamo semplici ad involucro di goccia liberi come pollini appena l’acqua, l’aria, sfiorando col respiro che si flette tremando sul blu dell’occhio che piange oceano ma ci alziamo leggeri d’eterno da millenni nella genesi, una danza di gocce in risalita sfidando magicamente la sua legge di natura tutto è .gravità. ? nel sotterraneo morire respiriamo buio sciolto inghiottendo luce sempre più giù finchè il labirinto di rumori si zittisce e l’incanto ritorno rituale dentro una spirale di magia tu salpi dentro una goccia nel tuo viaggio immemore nel tempo non hai tempo sei il tempo sei luce sei goccia sei la mia piccola goccia e dall’aria cadi e dall’acqua risorgi (2016)
Id: 71371 Data: 27/06/2024 12:45:29
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I colori sbriciolati
I colori sbriciolati Nella vivace protesta dell'arte noi restiamo assetati di bellezza colmi di deserti roventi come naufraghi come bracconieri suggellati nell'intarsio di visi dai lineamenti uguali o negli abbracci di Klimt, i colori sbriciolati l'indipendenza del pensiero è una distinzione d'anarchia è poesia.... avanzi lungo sentieri troppo scoscesi ti vedo fulgidamente oscuro e accecante roteare la spada è illusione.... tutto è riflesso del vetro battuto dal raggio nella goccia che infrange il momento (2009)
Id: 71308 Data: 22/06/2024 12:34:57
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Gli occhi degli Alberi
Gli occhi degli Alberi Li ho visti piegarsi alla pioggia resistere al temporale sul dorso le sferzate della vita ma eretti nei rami spogli e nudi spesso muti di dolore li ho visti appassire dolcemente nel parco, al mattino, quando tutto tace e senti solo i tuoi passi autunnali colmare il mesto suono del vento sfinire dolcemente fra la ruggine delle foglie. Li ho visti, li ho visti senza parole, e con molte parole cambiarsi la pelle in nuove cortecce fatte di niente li ho visti sorridere e piangere desolati o correre immobili come salici in fila per star dietro i fatui echi sociali commerciando in radici, in valori. Qualche volta li ho solo intravisti li ho amati, disegnati, cantati, alberi di una visibile nobiltà taciturna lottare selvaggiamente contro i liquami avvelenati della terra e…..vincere. (2013)
Id: 71116 Data: 03/06/2024 22:34:56
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Nodo
Nodo I nodi ecco, i nodi hanno mille modi di stringerti hanno parole concave che intrecciano il tuo cammino. Me ne stavo a guardare le tue mani immaginando come le stringevi intorno e intorno a me ed era bello osservare le tue dita annodare la nota più leggera, la più fragile in tutto quel dolore (2014)
Id: 71099 Data: 01/06/2024 21:27:53
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Lo stesso viaggio
Lo stesso viaggio Infagottati dentro antiche tristezze sembriamo tutti passeggeri su un treno senza mèta a scarto ridotto spettatori di un grigio vapore ai finestrini dove le dita sfiorano fredde paesaggi d’un tempo andato amori sepolti, affetti lasciati speranze affumicate dove le dita talvolta non sentono più nemmeno la vita, mi ribello non voglio essere un piccione appeso al filo elettrico del disincanto c’è troppa amarezza nei bicchieri di tutti anch’io sento la vita andare la sazietà, il vuoto, la non parola il silenzio immane che verrà
Id: 71039 Data: 25/05/2024 14:12:54
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Non arrivano gli angeli
Non arrivano gli angeli scrivo china interpretando grafie antiche mentre il cielo brucia e la vita in ombra si dilegua ma se odo ancora il canto, la poesia se odo il pianto e il marenero e l’orrido che spuma fragoroso sulla roccia, se ancora la mia voce si dilata a cerchio nell’acqua in quell’impercettibile fruscìo di cose smosse allora attorniami col tuo silenzio le voci dentro, che tutto mi basta. Se di fuoco il mio cuore a rami coglie sterpi e rovi ma coltiva i caldi nidi che m’insegnasti ad intrecciare anche se non arrivano gli angeli ti dico, è sempre vita che germoglia vita, questo so vivendo, così combatto.
Id: 71029 Data: 24/05/2024 14:44:46
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Affresco montano
Affresco montano Spettinato sul crinale un vello di nuvole bianche scioglie la sera la pieve antica del borgo un dipinto avorio di cartapesta pare sospesa in un soffio di vento. S’arruffa appena il canto del cuculo, qualche grillo mette fuori lo spartito e finalmente due gazze hanno smesso di bisticciare tra le foglie, a quest’ora la valle s’addormenta recitando il suo vespro tacciono i latrati dei cani e il ronzìo della lama del segalegna, la scìa di un aereo chiude a cerniera il giorno, tutto è leggerezza dilatata nell’ultimo sole l’anima trova rifugio e si rannicchia
Id: 70987 Data: 20/05/2024 13:14:34
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A volte è senza nome
A volte è senza nome Ad una tristezza senza nome senza cognome o indirizzo ad una tristezza anonima ombra di tutte le mie non parole avvolgo questi giorni senza margini quelli dove la pioggia resiste oltre l’azzurro quelli dove la morte e la vita nell’offesa si toccano
Id: 70959 Data: 17/05/2024 00:28:16
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Cose lievi
Cose lievi Un granello di sabbia negli occhi col fastidio di tenermi fra le ciglia. Io, la storia di un fastidio, ricordi? Coi lampi d’inverno ti ho visto arrivare randagio come chi cerca riparo. “dovresti essere più leggera” già, col senso giusto di chi riesce a sorridere nei giorni freddi. “io ho sempre freddo”, questo la tua bocca bisbigliava. “perché hai freddo ? Tu no. Tu non dovresti avere freddo” Poi mi hai detto all’incirca di smetterla subito, che un deserto fortifica le labbra e blocca le parole, che scavare ogni perché non porta nè salvezza nè speranza. Ed era vero. E mi pento della resistenza delle mani che scavano, scavano per togliere l’erba alta dentro aiuole rattrappite, che sanno dei colori e dei fiori che sbocci e che anch’io uccido. Ti disegno un bacio sulle labbra che non ti arriverà mai. O forse sì.
Id: 70914 Data: 13/05/2024 01:27:04
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Come il cielo sopra Berlino
Come il cielo sopra Berlino un salto fatto di pensieri fitti nel tempo senza più tempo un cielo in cui sparire per un po’ dove un angelo dal sorriso dolce s’accontenta di guardare dall’alto tutta la tua vita e non dirà nulla e non farà nulla, non vita non morte. . . qualche volta, fra la folla, lo sai da subito l’incontro degli occhi, occhi come i tuoi appesi ai cornicioni a sfidare le nuvole con un pensiero di terra sulla punta dei piedi con questa sospensione da caduta aguzza e terribile sopra una città che ti indica il bianco o il nero…e nient’altro.
Id: 70881 Data: 08/05/2024 18:35:02
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Atlantico di tanto tempo fa
Atlantico di tanto tempo fa Nell’erica viola che digrada al mare l’uomo, in quel suo minuto eterno allarga le braccia per comprendere l’Oceano puntino nero contro il blu, niente dimora, solo bandierine puntate sulle geografie del mondo itinerari dove non abita nessuno .e tutti. cammina dentro la speranza di un attimo l’uomo del faro solo, in un arcobaleno fosforescente che gli porta l’orizzonte fra le dita, se spiega il cielo come una carta stellare sa che ogni risposta è arrotolata e che ogni casa è a forma di stella e là in mezzo, imprecisata c’è anche la sua chissà se l’ha trovata
Id: 70828 Data: 01/05/2024 22:22:44
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Polvere
Polvere Ogni goccia un granello del deserto che poi la clessidra, sai, lo zucchero dentro…solo polvere, stavano lì, pensieri cicatrizzati sul filo del tempo. Ma se ti serve l’oceano Arturo Bandini, esci, e prenditi una folata di sabbia sulla bocca perché niente rimane intorno ai miraggi non dona illusioni la polvere. Cos’è accaduto al mare ? Ti chiedi esiste, lontano, dove le clessidre sanno tempi e distanze. Esci di lì se ancora mi senti
Id: 70806 Data: 30/04/2024 01:45:37
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I nostri vecchi
I nostri vecchi - 25 aprile Nelle storie dei padri, dei nostri nonni oltre i calli della zappa fra il mais e i filari dei cavoli germogliava ogni tanto il principio di un’idea un desiderio di riscatto, di uguaglianza. Mio padre non c’è più e mio nonno fu solo un romantico socialista emblema di un mondo in fiamme. I nostri vecchi hanno resistito alle intemperie dei campi alla grandine piovuta da canne di fucile ai tradimenti assassini degli amici, hanno scritto 25 Aprile in rosso su calendari inchiostrati del loro sangue. Forse noi… no, noi abbiamo perso la guerra col presente così labilmente effimero, la continuità di riconoscere-combattere per un principio vero
Id: 70699 Data: 25/04/2024 20:52:04
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Astrazioni
Astrazioni Stando qua sui tetti sento gli occhi aprirsi su un pianto di stelle, Orione puntando a destra là nel cielo è sfumato oltre la linea bassa strizzando l’occhio a Sirio, mi dice che l’inverno è andato. Da quassù vedo meglio il mondo da quassù sogno solo se scrivo se affido alle parole un altrove, un deserto, una costellazione, un nome, perché tutto ha un posto dove stare, viviamo come scimmie in una jungla d’intenzioni in città ostili che ci somigliano senza trovare un nord e un sud d’aggancio a qualcosa di reale bellezza, i ruggiti da qui, diventano agonie lontane. Affondo in quest’attimo notturno dove l’inchiostro può scambiarsi atomi con l’energia remota di una stella, scrivo ma non dimentico di vivere
Id: 70661 Data: 25/04/2024 00:17:00
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Irene
Irene Non sarà un risveglio, Irene ma un lungo sonno sigillato da un bacio. E non sarà un addio ma solo arrivederci, arrivederci a un dopo lì dove non saranno più lutti e rosari o sangue di figli versato sulla strada o telefonate ghiacciate nella notte. Anch’io perdo qualcosa di me, oggi, domani sarà il solito domani con una croce in più nel campo ed un altro posto vuoto a tavola. Fai buon viaggio, bella Signora.
Id: 70580 Data: 20/04/2024 23:18:41
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Credo nelle nuvole
Credo nelle nuvole, nelle loro pagine, nitidamente scritte e negli alberi, soprattutto d’autunno. (Talvolta mi pare d’essere un albero) Credo nella vita come territudine, come grazia o disgrazia. Eugenio Montejo Credo nelle nuvole Ed io, se ho creduto nella morte è perché ho dimenticato il respiro delle radici. Credo nelle nuvole nella leggerezza delle foglie che formicolano vene e si stendono al vento donando l’infinitezza verde dell’esistere. Se ho creduto anche un solo giorno d’esser morta di me so d’averlo creduto perché sognavo un eternolungoinfinito sognogrigio senza nuvole né alberi né foglie Livia
Id: 70564 Data: 17/04/2024 18:39:47
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Il cielo d’aprile
Sarà Giove o il Leone, guerreggiando a trovare quel vessillo di quiete? Guardo le stelle girare a mezza giostra in quest’angolo di aprile, un rondo’ di lune strisciare sull’occhio furente di Giove non cambieranno ellittica, né saremo mai così grigi più di questa grigia penombra siamo topi su un cumulo di terra avulsa. Andiamocene via, verso Deneb sulla coda dell’aquila prendiamoci il tempo di restare immortali col pensiero, per poco. Se il Leone sopravviverà stanotte lo saprà la scienza e domani anch’io, desidero un inchiostro più leggero un’eclisse di sole in Indonesia, una cintura di tre stelle spioventi a primavera. Apro il respiro s’un davanzale di frontiera la vita già è difficle, quando sottrae non aggiunge
Id: 70541 Data: 15/04/2024 01:03:42
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Terragno
Terragno di terra riarsa e oasi improvvisate, qualcosa turbò l’aria cosi forte, così magica in quel tempo di terremoti e cembali. Ho immaginato i mulini verdi sull’acqua le mani colme, fresche le frasi, i simboli, i segni sepolti fra le dune. Si andava di passo alle nuvole aggrovigliati, come rarefatti ma a volte anche ruvidi corvi prima che il tribunale annotasse sentenze, che fregatura la gente allineata nelle brevi dimensioni, povertà e ricchezza tu a sinistra, tu a destra. Invece ci sono limbi dove stare senza mète e passaporti, senza gente di confine luoghi col sonno fra le ciglia, un suono, una parola un amore da scrivere in poesia e tutto questo è dolce, è lontano è terraverde
Id: 70509 Data: 10/04/2024 01:44:14
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Sole buio
sole buio dopo il ramo di mandorlo fiorito nell’azzurro dipinse d’oro il grano sull’ala nera dei corvi venuti a seppellirlo. Amavo quella poesia anche se era croce, adesso sto qui perché mi basta il silenzio sto qui e me ne frego di quanto sole buio intorno le voci. Fra la nebbia intravedo gli imperatori del nulla e rimpiango i miei angeli caduti
Id: 70423 Data: 29/03/2024 18:37:53
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Orologi desueti
Orologi desueti Quando ti parlo mi seguono i tuoi occhi senza più chiedermi nulla ci sono giorni in cui il sole cuoce la pelle dove sarebbe bellissimo chiudere gli occhi, semplicemente, sotto una carezza di luce col respiro a rilento ascoltare il suono del vento o il verso del cuculo che torna dalle terre dorate. Il tempo sbiadisce l’esistenza come una gomma cancella dalle dita anche l’ultimo contatto, ci sono giorni in cui quando mi parli non riesco più a chiederti nulla ché il tuo viaggio iniziatico s’e ancorato ad un tempo orfano dove il linguaggio è sfiorito fra le lancette di un orologio che non segna più il tempo
Id: 70385 Data: 25/03/2024 01:45:41
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Voi
Voi E’ il dolore che vi leggo le parole vi cadono come lacrime sul biancolatte di uno schermo e vanno per rivi, o fiumi lenti pozze raccolte o stagni immobili dove il vento s’acquatta clandestino ma brilla l'acqua come l’inchiostro imperlato s’un antico manoscritto intorpidito da gesti d’anime
Id: 70349 Data: 20/03/2024 21:14:29
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Vento di marzo
Vento di Marzo Scarabocchia il vento uno spolverìo di rosa sul viottolo fiori di ciliegio chiacchierino
Id: 70322 Data: 17/03/2024 13:59:49
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Coriandolo azzurro
Coriandolo azzurro Nel grigio affollato un coriandolo azzurro vola via carnevale dei miei occhi fiocco di danza turbina nel tocco la vita le poche volte nel concedere dolcezza lievissima carezza azzurra fra i capelli
Id: 70305 Data: 14/03/2024 18:17:04
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Da qualche parte
Da qualche parte Da qualche parte dove corre a gambe lunghe la statale oltre i campi arati della mia terra se torna la primavera saprò dei germogli dell'orzo, e delle spighe verdi del loro piegarsi ridendo al vento. Non c’è un tempo giusto per masticare un disincanto o parallela una leggerezza cristallina. Così io sono adesso, come nella spiga vita, morte, poesia, un arruffo di groppi intrecciati. Cammino senza mèta tenendo sulla bocca un silenzio colmo, ma dolce, un universo stipato di mille viaggi e guardo immobile oltre la ferrovia ciò che passa e ciò che è passato, quel punto lontano, un istmo stretto di malinconia. Ti siedi e chiudi gli occhi alla sera come fanno quelli che non vorrebbero destarsi. Intorno, una quiete di Zefiro sfiora il silenzio.
Id: 70202 Data: 29/02/2024 21:23:36
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Favola
Favola
c'è un posto che conosco dimenticato dalla gente dove gli occhi mutano in coralli e i capelli crescono rami fluorescenti e le mani diventano frutti e fiori e spighe e le gambe agili arti di gazzelle e le voci sono il vento caldo dei tropici al tramonto e le parole cerchi d'acqua intrecciati su collane d'osso c'è un posto deserto che nessuno conosce ma è lontano-lontano come un girotondo e non hai scarpe buone per girare intorno al mondo e non hai coraggio e non hai nemmeno -te- che t'accompagna così quel luogo resta in una fiaba troppo lontano immerso dentro un mappamondo
Id: 70186 Data: 28/02/2024 13:18:16
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Doomsday clock
https://thebulletin-org.translate.goog/2020/01/press-release-it-is-now-100-seconds-to-midnight/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc Doomsday Clock - (L’orologio dell’apocalisse) 90 secondi, midnight o'clock, a mezzanotte precisa spariremo polvere e cenere poi sarà la neve così candida morbidamente pulita a stendere il suo freddo silenzio sulla nostra ignominia di piccoli uomini, noi formiche ammassate dove ci faremo mancare l’aria in quell’ultimo centimetro di cielo non reggeremo la forza per entrare nell'era nuova dell’acquario né mai saremo -l’uomo che verrà- oltre la soglia del DNA nella nostra bibbia cammuffata Dio fece a sua somiglianza l’Uomo promettendogli una fine con effetti speciali multicolor persino Assenzio, la stella, nel suo ultimo splendore metterà a tacere potere e avidità
Id: 70172 Data: 26/02/2024 01:20:56
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Parole nuove
Parole nuove Quando un giorno ti vedrò arrivare con le tue gambe fatte di vento scriverò parole nuove che ti somiglino
Id: 70164 Data: 24/02/2024 13:20:44
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Amsterdam
Amsterdam Amsterdam dei vapori e delle nebbie del mercato all’angolo dei fiori lanterne rosse frementi sui canali ove trasuda ebbra la notte senza assoluzione sai di piogge sante nel ferro dei tramnvaj nei cesti di bulbi a primavera degli ombrelli a quadri ripiegati e cafè incisi nei vicoli di pietra e sei colore di fiamminghi tubetti dei pittori e dei murales osceni e sacri senza idioma mostri incauta tutta la tua varia nuda umanità
Id: 70144 Data: 22/02/2024 11:59:54
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Brusii dell’imbrunire
Brusii dell’imbrunire Ho capito che l’onda non risacca nelle immense vie del vento vedi l’albero nei suoi nudi rami sulla rètina al sol morente dita rattrappite al cielo sanguina anche ultimo brusìo di luce s’intrattengono le brine ai nodi immobile sta l'albero trafitto
Id: 70143 Data: 22/02/2024 11:52:32
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l’affetto è un sentimento essenziale
L'affetto è un sentimento essenziale La traccia di un’indagine sbagliata non portava nemmeno la sua firma nascosta dentro l’usuale maschera di carnevale donna-uomo, chi sei davvero? Sì, tu chi sei davvero se falso o vero eppur la tua tristezza mi fu cara la mia carezza sincera perché, ahimè, si sente col cuore anche chi t’inganna
Id: 70132 Data: 21/02/2024 01:13:09
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Nell’atomo rosso di un sole
Nell’atomo rosso di un sole Non c’è verso che tenga la scrittura, filosofia di pura libertà per gli esseri davvero liberi dove riconosci al primo tocco i segni di una mano disarmata priva di pallottole nascoste o lanterne melense di carta ti protegge l’infinito ti avvolge nel cadere e cadiamo semplici nell’involucro di goccia liberi come pollini appena l’acqua, sfiorando nell’impercettibile vibrar del ciglio come un tasto di pianoforte cadi nel malinconico abitare attraverso un imbroglio di strade ove l’incrocio vero è il tuo sesto senso ed inghiottendo buio vai respirando luce schiudo le mani come in un solstizio d’inverno nessuna mai fu storia di pietre
Id: 70117 Data: 18/02/2024 21:28:34
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Dalla collina un mare verde
Dalla collina un mare verde E’ un gelo di steppa l’immobilità di chi ti ignora che per certi occhi sei sempre la stessa una figura, una santa, una puttana, una che non s’avvicina, una che t’invade una caramella, un’insolente una inutile fantasia, un'imperfetta melodia una, una qualunque che per come la vedi deve andar di logica comune per quanto modesta o chiassosa sia nella poesia risiede la mia casa, in questo rinnovato silenzio amo il timido fiore, il più invisibile confinato nel sottobosco dei pensieri si accontenta del mio sguardo e così… grazie non sai da qui quanto la collina si apre nel suo verde-mare qui ho piantato alberi ovunque anche sotto la pioggia nei notturni degli orologi spaiati forse qualcuno ha capito o forse no
Id: 70081 Data: 12/02/2024 17:52:39
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Nell’improvviso di ogni cosa che risuona
Nell’improvviso di ogni cosa che risuona E piovvero ore come chiodi e piovvero nuvole acide mentre il fulmine seghettato rideva nel morso della vita. E tu com’eri, creatura insonne fra il grano e la lavanda viola il cordoncino di seta smarrito sul sentiero il veleno nascosto nell’anello la chiave di lettura serrata nei pugni immortalato dentro i miei canti in un dedalo d‘anni lunghi come il mio affetto nell’improvviso di ogni cosa che risuona, stai. e come Provenza io più non sono ho camminato senza più trovarti ed ora, fuori dai teatri a recita degli applausi finti mi innamora l’ombra della luna, ritrovo l’eco giusta, l'aria pulita luce di purissimo cristallo ogni pulviscolo nei vicoli
Id: 70065 Data: 10/02/2024 20:37:04
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Rivisitazione sulle lapidi di Lucius e Aner
Rivisitazione sulle lapidi di Lucius e Aner Dove sono Lucius Atherton e Aner Clute, il seducente rubacuori e la peccatrice di Spoon River? Essi dormono sulla collina di Spoon River… LUCIUS ATHERTON Ho la mia croce sulla collina di Spoon-River Io, Atherton Lucius di Spoon l’attraente fante di cuori che mai pensava d’invecchiare qui accanto a me giace Aner Clute la prostituta (ma chissà se mai lo fu l’inquieta Aner) indubbio è che le promisi di sposarla ma il mio riso sapeva di menzogna perché dell’amore amavo l’idea e invero tutte, inclusa Aner, quando mi scoprii la prima ruga, pensai - questo è un effetto ottico… - ma lo specchio irridente mi rispose - guardati Lucius, la vecchiaia menzogna non conosce - Col tempo poi le lettere mi sembravano sfocare Perché dovette capitare proprio a me ? Dopo -quella cosa-, sdentato e ormai ingrigito più nessuna mi guardava con incanto nemmeno la cameriera del Mayer’s restaurant dove a pensione m’ero trasferito. Il passare rapido del tempo ho rinnegato per trent’anni ancora d’illusioni Io Lucius Atherton, il dismesso don giovanni di campagna, ed ora ho una lapide sdentata e sciatta come me, da qui non passa mai nessuno che possa ricordarmi giovane e bello nei giorni lievi dell’estate ANER CLUTE Fui di Spoon-River la vergogna ma a parlare era solo la calunnia perché mai io finii sulla strada, ogni sera davanti al mio cancello trovavo Lucius ed Homer Clapp in verità io amavo il primo dei suoi gesti l’eleganza e del suo riso la menzogna un’estate mi chiese di sposarlo (o forse io lo immaginai ?) ma Lucius si recava ai matrimoni che non erano mai i “suoi “ giaccio qui accanto a lui ogni giorno qualcuno porta fiori alla mia tomba ma nessuno può sentire la mia supplica - date a Lucius una foglia del suo cedro chè possa riposare estati lievi, sotto l’ombra dei suoi fragili rimpianti –
Id: 70030 Data: 06/02/2024 18:27:52
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Il vento alle vele
Il vento alle vele Il vento alle vele brucia l’anestetico compresso sulla garza delle labbra ognuno governa il suo vascello fra tempeste e bonacce e nei notturni andanti la luna scende al mare a bersi della visione il sogno. Siate poeti di una setta estinta sciolti all’albero maestro in balìa della luce delle stelle in balìa d’un soffio di cielo, albatros raminghi dipinti ai voli oltreconfine. Certe immensità non tornano spumano via come onde fra le onde
Id: 70009 Data: 04/02/2024 20:21:13
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A margine di riga
Declinando, quando il sole chiude la corolla ai fiori i profumi rinserrati in sé. Sopraffatta dall’afasìa che torna conto i passi del gambero la mia lingua a corto di traduzione una deriva senza bagnanti tiene insieme i drappi delle labbra e vanno, a profusione con l’idioma dei balbuzienti idioti i miei insetti di pensiero che al sole depongono uova come larve omissioni, parole, verità. Declinando ancora un passo sotto a margine di riga sotto il cumulo dello schermo luminoso osservo un gesto (ritirato) era forse un “sol” di polpastrello un tocco di poesia una sottile piuma alata.
Id: 70002 Data: 04/02/2024 00:20:30
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Rubo quello che mi piace
Rubo quello che mi piace Nascondo le dita che vorrebbero rubare è innocente rubare qualcosa nei giardini di chi non coltiva fiori di plastica, se domani ti manca un tulipano pensami
Id: 69968 Data: 31/01/2024 14:18:01
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Il tempo non porta cicatrici
Il tempo non porta cicatrici Questa candela ti ha parlato di me ancora è un lume nel buio e se la cera consunta la renderà minima basteranno tutti i ponti, i prati, i deserti che abbiamo attraversato con le nostre fughe di parole le nostre figure immateriali ombreggiate di sole e pioggia. Tu eri lì ogni sacra stagione a dipingere un ovale perfetto del mio viso sconosciuto e le gentili Madonne, e i Cristi illuminati dalla tua grazia hanno accarezzato i gesti della tua anima. Noi ci siamo solo seduti accanto così giovani e... sorridi ?, nella penombra d’angoli e spine un posto inacessibile ma bello come te e saremo ancora lì, senza cicatrici, su un mozzicone spento di candela ancora in una zolla di terra nascosta nell’altra parte del cielo.
Id: 69949 Data: 28/01/2024 18:24:41
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Colletti bianchi
Colletti bianchi Questa idea della felicità tappata negli spiragli inattesi è appena un soffio schiusa fra le pieghe delle cose, lo vedi anche tu ch’è solo una libellula sulle dita un impalpabile afferrare per non precipitare dentro gli orologi fermi sulle piazze declamanti gli orologiai del nulla. Che paesaggio la mente… scale, finestre, e gradini
e da ognidove un miraggio, e che scialbo concetto ho io dell’aristocrazia sciacalla e funzionaria che manda avanti calcoli, opportunismo, e amici degli amici privi di talento e viaggi dentro un vero centimetro di fede. Scendo alla prossima dove l’aria è periferia dove lo sguardo sprofonda oltre il semplice guardare
Id: 69929 Data: 26/01/2024 17:23:20
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Gli occhi dei piccioni
Gli occhi dei piccioni I numeri, cosa vuoi che siano i numeri un cruciverba di logiche nodi d’esistenza. Quando gli antichi incrociavano le stelle risolvevano equazioni più semplici del nostro linguaggio, pensa a un alfabeto da imparare ad occhi chiusi dentro un giorno qualunque, di timide intenzioni come fosse il primo giorno di scuola ove accendere una luce. Noi, qui, in questi deserti raggrinziti di smog abbiamo gli occhi dei piccioni la sorda malinconia ripresa in volo da vite scese dal cornicione
Id: 69826 Data: 09/01/2024 20:46:28
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900 e la bellezza
La bellezza è una ferita Un giorno un chiodo cade da una parete... fran, ha ragione lui, l’autore. ...fran... cade. Naturalmente. Ha ragione lui. Un giorno un chiodo cade e non sai perché debba essere proprio quel giorno ma è così. La bellezza ferisce anche quando si porta via chiodi e quadri. E tu non sai più farne a meno. Come quelle parole che appena bastevoli mancano sempre di un soffio il centro perfetto. E che sono lì a ricordarti che sanguini violentemente sotto il sole incurante di averle sentite sprofondare come una lama tagliente, sottilissima, dentro la sensazione calda delle viscere. Non ha gioia perfetta la vera bellezza.
È feroce, insopprimibile, indelicata, è … lieve. Ecco perché devia da un’estetica comune. Le parole sono rami che invitano l’aria, la bellezza è un sogno d’aria, un senso che non ragioni. Che accogli come ti prende. La bellezza. La bellezza, sì, è una ferita, una macchia di papaveri nel prato che dilaga nei pori della terra in modi indiscreti e profondi, acuminati, paradossalmente fragili. Un giorno ti volti e capisci che non puoi più farne a meno, che la sai finalmente riconoscere, ha un sapore, un colore, un odore, una presenza nei capelli profumati della ragazza che ti viaggia accanto in tram, nell’ombra di due piccioni intenti a tubare sui fili elettrici della tua città. E se ne sta nascosta sotto una grondaia intrisa di pioggia, rannicchiata, smarrita dal gran frastuono del mondo, gli schiamazzi di chi passa, la violenza di chi calpesta le orme degli altri. Se ne sta lì e tu ti volti, così, improvvisamente e capisci tutto. Tutto quello che c’è da capire senza una parola. E ti ferisci, non puoi far altro perché cominci ad amarla mentre la perdi ancora.
Id: 69805 Data: 07/01/2024 01:37:46
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Trattienilo questo fanciullo
Trovassimo anche noi un puro, discreto, sottile lembo umano, una nostra fertile riva tra pietra e corrente. (R.M.Rilke – La Seconda Elegia - da Elegie Duiniesi) Trattienilo questo fanciullo Trattienilo questo fanciullo, latore di un’anima lontana come l’eco di un’urna chiusa lui risponde trattienilo nel peso indescrivibile dentro la cavità di ogni vena viva, lui è quel piccolo adolescente smarrito in cerca delle sue lusinghe soavemente arrotolato nel pensiero pensato morbidamente morto in sé inquietamente Io amo questo fanciullo morto nelle sue inguaribili convalescenze impassibile di colori falsati, bianco tappeto di un invernale destino agli incroci degli sguardi straniti solo miei attòniti Se lo potessero vedere fra la platea dei morti recitanti gli assegnerebbero il sorriso stordito degli angeli di coloro che la felicità confondono protesa verso un altro mondo bellissima e dannata felicità come un dono inatteso appeso oltre la forca del tempo
Id: 69745 Data: 29/12/2023 19:11:41
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Crisalide
Crisalide
dieci cicatrici preziose e tingono di vero l’illusione che tu sia da qualche parte, rosari luminosi per la musa che oggi indossa le tue impronte io non sono niente, anzi dovrei scusarmi ora che la farfalla non c’è più, e tutto si trasforma. Ma tu, come vivi ascolti ancora il suono delle parole gli incubi la notte dove ti ripari d’inverno, l’inverno della tua tristezza... Hai acceso il fuoco ? Senti freddo da una eternità e il tuo fiore protesta. Stavi la’ fuori a guardare lo scempio delle tue ruvide amarezze "perché da me non può nascere nulla nemmeno un fiore" erano questi i diluvi senza fine le negazioni, la pioggia battente A cosa serve la poesia? A salvarci, a salvarti da te, pensavo. a ridarti un fuoco, un segno, dovresti tornare a casa, sai mettere due quadri, misurare l’ampiezza del giardino e delle braccia accendere un lume dietro le finestre, vivere ugualmente legando le ossa frantumate incollarle alla tua inusitata dolcezza compromessi di vita per uscire dai diluvi. Il mare gonfio è un’onda di schiuma improvvisa che ti prende la vita, ti sbatte altrove ma non ti uccide. E se per caso scrivimi un saluto se ricordi il mio nome.
Id: 69643 Data: 14/12/2023 01:03:31
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Il marchio di Caino
Il marchio di Caino Mio nonno Caino uccise suo fratello in un campo di grano fra le spighe insanguinate portiamo in faccia il suo dna le nostre cellule ricombinate e ora ne ho capito il segreto ma forse voi pensate che Dio sia giusto… Nephilim caduti o Cherubini spettri di un cosmo centrifugato credenza nomade fra le parole di una Bibbia di cui ho perso il segno questa nostra mortalità esposta, ci marchia nella condanna del nascere
Id: 69605 Data: 08/12/2023 00:16:05
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Certe mattine come sono
Certe mattine come sono Alla pioggia che ingrigisce l’asfalto in un velo sfrangiato di bitume agli ombrelli a scacchi rossi vuoti d’orbita nei passi, come sono pallidi gli autunni di sfiducia alle parole di poca fede dietro le sacrestie del cuore, come sono sfocate le verità dei fari sulla lente storpiata del vetro, e gocciola e va lenta quando bussa sul parabrezza, ritmica
Id: 69418 Data: 06/11/2023 13:40:57
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Archeologist
Archeologist Scavo fra le rovine di un tempio pagano con la mia penna fuori tempo una predestinazione, ho pensato, ma perché io ? Vengo dal pipistrello, spirito guida e non lo sapevo prima di aver smarrito il senso del tempo prima di aver sostato nell’ipogeo ascoltando in un perfetto silenzio l’insieme delle loro storie 22 marzo 2018 Archeologist – Livia
Id: 69364 Data: 30/10/2023 12:15:27
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blu notte
Blu notte Randagi della luna adepti alle straziate fughe in un quarto di finestra accesa a notte
Id: 69310 Data: 20/10/2023 21:25:53
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dal Cinese
dal Cinese Primavera di chi non ha niente di chi ha camminato i confini, e quando son tornati erano diversi, polvere e sassi frantumati dalle fionde malelingue e quel riso primavera che figurava bene e meglio, nel menù di un cuoco per finta cinese riesumato nel piatto del giorno, quando il riso lo nascondevi in una manica piega impercettibile magìa? O vicino all’angolo della bocca, la tua bocca bella di parole che ricordavano la pioggia malinconica o il pianto di chi è solo come te, delle volte penso se hai ancora quell’ombra di carezza
Id: 69179 Data: 01/10/2023 16:54:07
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Frastagliati
Frastagliati Eppure ti ho baciato rivadimare nella tua linea frastagliata col mio linguaggio sbagliato ho accettato il sale sulle labbra le tue ferite a cielo aperto ma oltre dietro l’invisibile si aprivano vene e sorgive e fontanili di luccichii dorati come illusioni. Torno sempre a cercarti con la carezza di un’onda più leggera. Silenziosa.
Id: 69148 Data: 28/09/2023 13:47:55
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Ungaretti e i suoi fiumi
Ungaretti e i suoi fiumici guardava dentro scopriva se stesso in fondo se l’acqua portasse in ogni rivolo la vera goccia l’unica sacra ragione per cui siamo qui sapremmo riunire estuari e affluenti attraversare canali sconosciuti come fanno le farfalle per parlarci di quell'altra vita ostinati a rimanere nel buio di una livida luna abbiamo dimenticato ogni memoria d’acqua e questi fiumi gutturali, smemorati hanno una voce che scende a valle vuota
Id: 69134 Data: 26/09/2023 23:52:57
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Le vele
Fino a quando furono di carta pareva avessero le ali visitando il nord e il sud degli orizzonti per me, un viaggiare verso le isole vergini un nuovo mondo sospeso fra le spezie delle americhe perdute, sopra i legni corrosi dal sale, vascelli di carta, di parole e schiume le sentivo salire dalle dita, queste fragili onde d'inchiostro avevano la presunzione di portare un poco di felicità
Id: 53501 Data: 20/05/2019 21:50:46
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mezzogiorno di cuoco
Punti d’arrivo, bilanci i panta rei lasciati da una filosofia non scritta ci penso domani che tanto domani arriva burrasca o tempesta spaghetti al tonno, acciughe, capperi, e fiamma bassa per il sugo un tablet, infinito mappamondo oltre i confini del tavolo sempre questa assurda voglia di parole, - per come sanno palpitare, certe parole - che azzurra il mio rettangolo di cielo mi guarda dai vetri, un po’ nuvolo e un po’ grigio fors'anche un po’ infinito, ottobre malinconico mentre passa il giorno, il mezzogiorno.
Id: 53468 Data: 17/05/2019 20:39:47
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