I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Tuonano i cieli,
Le saette si scagliano sull’arida terra,
Giustificano il tuo caracollante passo.
Un evanescente nitore
Incombe sul tuo volto.
La disperazione genera un lago nei tuoi occhi,
Il terrore non ne fa traboccare una stilla.
La nube di polvere alle tue spalle,
Si fa tenue.
Inizi ad incedere, erratico
Sulla spoglia terra.
Fedifrago per non aver corso
Con la tua gente,
Stai ad’ altercare con il tuo Dio.
Salvo, tra le trapassate carni,
Ti genufletti a lodare il tuo Dio.
Solo ora quel lago
Inizia a zampillare dai tuoi occhi.
Quanto dolore dovesti patire
Pur di vedermi apparire.
Tra le tue braccia mi sentii sicuro
Anche quando il mondo si fece scuro.
Passasti la mano sul mio viso
Il mio volto impresse un sorriso.
Presto via da te andai
Altrettanto presto nel tuo grembo tornai.
Grande donna ricca di virtù
L'uomo che sono l'hai generato tu.
L’oscura selva cha staziona in me
Di tanto in tanto si palesa.
La coscienza smarrisce il sano giudizio.
Mi ritrovo in un mondano piacere.
Ne sono appagato,
Mi ci fondo,
Non vorrei uscirne.
Raggiunto l’apice,
Riaffiora in me quella sottile voce.
M’incupisce.
Gentile pentimento.
Scappo da lui,
Mi rincorre,
Gli dico addio.
M’adagio su di un rutilante manto erboso.
Mi rimetto.
L’abbindolo non si celerà ancora su di me.
Stolta saccenza.
Mi pervade nuovamente
La feroce pulsione.