Hai fatto con me cose nuove

e prime - quadrifoglo trovato nel prato,

offerto - alla liberà di  un giorno

di cosmici passi.

Come tu sei.

Come tu pensi.

Come te, unico fiore.

Hai fatto gesti lievi, 

bacio di vela all'azzurro,

senza comandi senza voce,

hai fatto vita per me

e ti bastavi,

l'orizzonte solo te guardava.

Di me al fianco

un'immagine inconcepita

d'ultima cosa.

In un trapezio di neroblu

sventolano parole senza suono,

parole di sottilissima stoffa

e la mente è un vento

un mulinello che soffia e risucchia

le parole gli svolazzi

e il neroblu.

Fa vuoto,

fa scia e benda stretto gli occhi.

Quel che resta è carne

è bocca chiusa,

sono io.

Nella luce rovesciata

del mio fulmineo inverno,

sulla sponda bassa mi tengo e

strettissimo il cuore.

A cavallo di due ruote di tempo,

dubbiosamente

assisto inclinando

al miraggio del mondo emerso.

E dentro la giacca il doppio

del doppio di me appena si muove

come solo il respiro fa.

Il sonno beato degli angeli

sfregiati,

presto,

mi bagna gli occhi e

immobile resto.