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Raccolta di poesie di Mariano Bonato
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

In riva al lago

 

In riva al lago le barche

ondeggiano nel denso tramonto.

Un cono di luce rossastra investe le anatre

che si rincorrono sbattendo le ali.

Spruzzi d'acqua e nebbia all'orizzonte

e il presentimento di qualcosa che deve accadere

tra la linea del lago e l'orizzonte del cielo.

Il sole offuscato dalle nubi

filtra sciami di mosche intontite dalla risacca,

mentre lo sguardo cerca un punto di riferimento

oltre le colonne di luci tremule,

oscilla tra le terre emerse in mezzo al lago

e le terre della sponda più distante,

si fonde con il quasi impercettibile sussurro

di chi sente l'ombra delle cose

e il tempo che si mangia il tempo.

*

Notturno

 

Oh guarda!

la luna arpeggia nel giardino con gli alberi

e la luce scivola sull'erba un colore d'ambra

e le tue scarpe sono rimaste sulla soglia...

dicono “seguimi” nella più insolita delle pose.

E l'oleandro annuisce

piegando i ramoscelli verso la luna.

 

Oh guarda!

il riccio è ritornato sui suoi passi

lungo il sentiero delle briciole, ombra furtiva.

Sussurra “non seguirmi”

dal più fuggitivo degli sguardi.

E i giovani ulivi annuiscono

con le piccole foglie che sorridono alla luna.

 

 

*

Su internet

 

Su internet abbondano sonetti,

imperfetti, perfetti, non sonetti,

e sonetti caudati, rinterzati,

vilsonetti e sonetti burchiellati.

 

A volte gretti e pure stiracchiati,

altre volte scorrevoli e ispirati,

ma sempre mossi dagli stessi petti

a cui la Musa induce i propri effetti.

 

I padri nostri nei loro giacigli

eterni certo non si rivolteranno,

se possan mai vedere il nostro affanno.

 

Non è proprio dei padri amare i figli,

tanto quelli perfetti ed aggraziati,

quanto i più imperfetti e disgraziati?

 

*

Ti rincontrerò ai margini del mondo

 

 

Ti rincontrerò ai margini del mondo,

in quella terra e in quello stesso mare

che abbiamo conosciuto nel profondo

di notti stellate, quando contare

i minuti che aspettavano in fondo

alla notte era l'ultimo degli affanni...

Tra i colori d'un vecchio mappamondo

ti rivedrò riemergere dagli anni,

come un vizio assurdo, come un diamante

nel blu del cielo lungamente acceso.

Tornerà da me il tuo corpo vibrante,

tornerà il tuo sguardo da cui fui preso

più di ogni stella sopra noi brillante,

più della vita così a me distante.



*

Piove



Piove da molto tempo sulle strade,

ma più piove sulla gente che affretta,

per un senso del mondo da operetta,

il girotondo d'auto che ci invade.

 

Piove su desolanti bus navetta,

su ciminiere grigiastre e non rade,

piove sulla vecchierella che cade

nello scarico della motoretta.

 

Piove pure sui campi atrazinati

e sui giardini rari e pellegrini,

sul buco dell'ozono e sui bucati,

 

l'acida pioggia di strali divini...

Piove immantinente da tutti i lati

sull'umanità e i suoi distorti fini.

*

La neve

 

Cade la neve la neve la neve,

Volante alchimia sul mondo che imbianca,

Che luci accende e finestre, che lieve

Rintocca, ovatta, pertugia, spalanca.

 

Cade la neve la neve la neve,

Sopra la fila delle auto che arranca,

Sulla gente che cammina più greve,

Su quell'amore che ancora mi manca.

 

Cade la neve la neve la neve,

Sento una gioia sottile, bambina,

Che confonde il suo battere lieve.

 

Scintilla il mio sguardo nella sua breve

Esistenza, e sono anch'io stamattina

Come la neve, la neve, la neve.

*

Personificazione



Ahi respiro maree e gorghi d'acidi,

fluttuanti pesci, sugheri, alghe e rami,

torti e persi fra gli infidi catrami,

del lento strangolio fini fallaci.

 

Mi curvo a voi saccenti e perspicaci

ominidi, a voi mi dilisco in stami

e piango morti più che infiniti ami,

più che il digiuno o il rosolare in braci.

 

Pesce divengo, senza umanità

e del limio eterno, tra cartine

al tornasole e una pizza battuta,

 

memore soltanto dell'assoluta

tossicità, presagisco la fine,

con souvenir ed ogni altra vanità.



*

A mio padre

 

I passi sotto la vigna lasciati

da mio padre erba e sangue martellano,

e pompano i ricordi livellati

dalla vita che passa, brano a brano.

 

Oggigiorno altri passi calpestano

la terra, irta di ordigni seminati

dalla guerra, e non è più la tua mano

a raccogliere i grappoli tagliati...

 

Pure un giorno ti vedrò, padre mio,

sarai tremula luce dell'oblio,

nella tua terra, già vecchio che scavi

 

la trincea dove piantasti la vigna

o che ti curvi e strappi la gramigna

con le mani callose dei tuoi avi.

*

Avvocato e clochard

 

 

Un anno fa facevo l'Avvocato,

Difendevo i diritti in Tribunale,

Sacerdote in un mondo disuguale

Dove il soldo cancella anche il peccato.

 

La mia vita era quasi normale,

Avevo casa, amici e un bel gessato,

Ma la crisi già l'aveva consumato

E poi la pancia mi faceva male.

 

Chiusi lo studio ed ora vivo in strada,

Elemosinando ogni santo giorno

Un euro, un pasto, come meglio aggrada.

 

Poi la notte distendo il mio giaciglio

Tra due colonne in centro, con intorno

Tanto freddo e una lacrima sul ciglio.

*

Specialmente di notte

 

 

Specialmente di notte il vento scuote

Le imposte e gli alberi lungo la via,

Mentre le auto stridono con le ruote

sull'asfalto frenando ai crocevia

 

E lo sguardo si perde sulla scia

Brillante di stelle diafane e immote,

Languida eco della lieve follia

Dei sensi accesi in alcove remote.

 

E tu, Luna, che d'una donna hai il volto,

Sei della memoria solo un riflesso

Sopra le guglie svettanti dei pini?

 

Io non lo so, mentre torno ai gradini

Di casa, ai muri dipinti di gesso,

Al caotico mio porto sepolto.

 

 

 

*

Discettano i poeti appassionati

Discettano i poeti appassionati,

tra parole mansuete o fulminanti,

rigorosi alcuni, altri concilianti,

sul valore dei versi pubblicati.

 

E che dire di suoni un po' datati,

che paiono a qualcuno strabilianti,

però senza costrutto, certo eleganti,

ma forse dal futuro divisati?

 

Che la poesia disseta gli assetati

quando esprime soltanto il vero accento,

se tocca il cuore come l'ala il vento.

 

Ma tu sonetto, che dei concitati

toni sei l'oggetto, giammai non vanti

aver meri rimatori per amanti.

 

*

Quando a maggio

 

Quando a maggio fioriscono le rose

il silenzio che ti viene a cercare,

ricorda, va cercando quelle cose

che dicono di noi senza parlare.

 

Quando le nubi bianche come spose

vibrano al vento che le sa toccare,

c'è un luogo dove mani maliziose

scoprono insieme la voglia d'amare.

 

Ma gli amanti non sanno quando il sole

spegnerà quella nuvola vibrante,

alta nel cielo che batte impassibile.

 

Loro sanno che un giorno mai distante

tremò l'erba in un bacio inaccessibile

dentro l'ombra d'un giallo girasole.

 

 

*

Postilla

 

Il XXI secolo è cominciato

come il secolo breve è finito,

con la specie umana divisa in due,

da una parte i baristi e i camerieri,

dall'altra i proprietari dei muri e i clienti,

a sorseggiare cuba libre col morto

su qualche spiaggia al tramonto,

mentre le ragazze truccate di Bahia

sorridono tristezza dalle hall degli hotel

aspettando che un grasso cliente

finisca la sua frittura di gamberi.

Si vende e si compra di tutto,

per sopire vuoti alimentari

e per alimentare sfrontate ricchezze;

perfino le banane, come scimpanzé.

Ma quando venne l'11 settembre,

e zanzare cresciute a dismisura

punsero il cuore dell'America,

nella prima estinzione di massa

dello skyline di Manhattan,

biliardi di dollari insanguinati

da deliri di potenza hanno spezzato

i fili invisibili, hanno sepolto

le emozioni con i corpi dissolti,

sigillato per sempre i pensieri

nella morsa di acciaio e cemento

delle bare piovute dal cielo.

Medioevale follia criminale

di piccoli insetti emuli dei mostri

più sanguinari del novecento...

ma si sapeva che il dollaro e il petrolio

sono quotati alla borsa di New York,

come in tutte le borse della globalizzazione,

molto più del sangue umano.

Non il sangue blu del principe

o quello un po' viola di vassalli, valvassori

e valvassini; ma il sangue rosso comune

dell'uomo che conosce la fatica di vivere,

il sangue di chi vende il suo rene

perché un compratore benestante e disperato

possa finalmente pisciare senza dolore

(perché la qualità della vita è importante...),

o il sangue del picano diventato nero

a furia di ingurgitare asbestosi nei polmoni.

Così il conto dei morti non torna

e non potrà mai tornare.

Anche i contadini dei sobborghi di Dhaka

sono sepolti dai monsoni

sotto gli argini spietati della terra,

mentre il mare di Sicilia

è un'urna sconfinata che scintilla.

La vita ridotta a sdentata paccottiglia

che si vende e che si compra,

questa è la cruda confessione di impotenza

dell'essere che è per la morte

e dei suoi deliri di potenza,

con le palpebre pesanti e la corona

di spine che cinge il capo di qualcuno,

mentre qui c'è il solito trambusto

di chi alza di scatto le tapparelle all'alba

pensando di non turbare il sonno di nessuno,

o di chi si appresta a sorbire il caffè

per allontanare dalla testa quel cerchio

fastidioso di sonno rubato.

Aspetterò che si finisca di contare i morti

prima di salire al giardino di Getsemani.

Aspetterò che dall'alto piova manna

al posto della neve; rannicchiato, intirizzito

tra i cartoni in un buco d'inverno del metrò.

Che pompieri e poliziotti, medici

senza frontiere e angeli della città,

tra gli sguardi riottosi di pasciuti benpensanti,

raccolgano i pezzettini di carne sparsi

prima che i cani randagi li divorino

o che imputridiscano tra i cenci e le pulci

nei covi degli sconnessi da ogni web,

disperati senza terra e senza conto in banca.

Aspetterò come un San Pietro sulla porta

che, col sangue, si riversino fiumi di parole vuote

nell'incomprensibile immensità dell'universo.

Alla fine non sarò io, no, non sarò io

a giudicare le spade innalzate al cielo

come monumenti di preghiera o di bestemmia

da schiere umane di figuranti passeggeri,

controfigure di angeli e demoni,

nei secoli dei secoli.

 

 

*

cosa sarà?

"Cosa sarà di te, piccolo amore,

quando io non ci sarò più?"

 

"Quando tu non ci sarai più

ti porterò con me nel cuore,

sarà come se fossi ancora qui."

 

"E cosa sarà di noi, piccolo amore,

quando anche tu non ci sarai più?"

 

"Quando anch'io non ci sarò più,

sarà il tempo di restare insieme

per sempre nella stessa notte."

 

*

Il gomitolo dei giorni

Il gomitolo dei giorni sorpreso

Dall'ombra del suo stesso filamento

Declina nella mente tutto il peso

Dell'amore trascorso in un momento.

 

E mentre fra le fronde sono preso

Da un quieto fluorescente movimento

Il volo di una tortora scosceso

Si alza lontano, bianca ala del vento.

 

Scompare oltre le nuvole leggere

Nel tramonto del giorno che si espande

Circonfuso da alchemiche raggiere.

 

E così se ne andrà pure il mio cuore

Lasciando a questa terra le domande

Che smossero il suo piccolo torpore.

 

*

nel cielo e nel vento

Le foglie delle querce sono celesti alabarde

ai confini delle nuvole bianche.

                                                   Sussurrano "è giorno"

al picciolo che le tiene sul ramo

nella luminosa certezza di un istante.

                                                            Ardono

in ombre tremule sui sassi e i cespugli di sambuco

lungo il sentiero che macina incessante la natura e il sangue,

nella luce che abbraccia le verdi moltitudini,

                                                                        il respiro dei vivi,

il frusto schicchiolio che ci trattiene collegati al fusto

                                                                                      a ricapitolare

il tempo in un vastissimo incomprensibile respiro.

                                                                                 Oh Dio,

saperti o non saperti esistere

è un problema di prospettiva quasi inconsistente

nel fluido che trascina le ere, nel magma

                                                                  che modella incessante 

il paesaggio sfuggente dei sogni terreni.

*

Al maestro di scacchi Bodin Marijanovic

 

Ora vive ad Arlington,

al numero 1101 di Wilson Boulevard,

sul muro fra gli altri come lui sospesi

nell'eterno muoversi della morte.

Sulla scacchiera senza pedine

un fruscio di foglie, un battito d'ali,

bocconi nella polvere di Mostar,

sul ponte, lo scacco imparabile.

 

*

il fiore del deserto

La linfa dei vivi

si espande nello spazio.

Il cadavere dell'umanità

è solo un delirio dei poeti.

Ma non lo si può inventare

un fiore come la ginestra. 

Dove potrò cercarti 

quando finirà la terra?

*

In che radici mi specchio, in che latte

In che radici mi specchio, in che latte

altri cieli ricordo, lune e odori,

in che prati, in che alberi, in che fratte,

parlare ascolto vecchi e nuovi amori?

 

E' forse in te, sonetto, rime artefatte,

che si ridestano sogni e memorie

della vita che di continuo batte

il pendolo del tempo e le sue scorie?

 

Non rispondere... Aspettami  nel mare

dei papaveri, con il filo rosso

acceso e la ragazza profumata

 

di spighe sotto la volta stellata.

Ma fa che sia stanotte, che non posso

stare una notte ancora senza amare.

 

*

L’acquamarina specchia mille luci

L'acquamarina specchia mille luci

sul tuo collo di fragile bottiglia,

ove raccogli l'acqua, la conchiglia

ubriaca di vento, il sale, e riluci

 

in te stessa come la corda tesa

dall'ancora arroccata sottochiglia,

vortice, schiuma ed alga sulle ciglia

accoccolate dalla luna accesa.

 

Sei volo di gabbiani e roccia dura,

sei sangue che ribolle di tempesta,

sei tramonto di sabbia che s'imbruna.

 

Ora che di domani porti pura

essenza, sulle scogliere dell'estasi

stampi il mio sogno di sentirmi luna.

*

La foto

Mi desti una foto di te piccina,

in bianco e nero, colori struggenti,

ma quanto tempo il pollice tra i denti

hai succhiato per farti signorina?

 

E' così amara questa medicina,

che dici amore per restar contenti,

un poco almeno, vivi fra i viventi,

alone sulla bianca pettorina.

 

Hai voltato la pagina e il suo velo

con quella foto dentellata ai bordi:

un ricordo rimane tra i ricordi,

 

quand'anche fosse un colpo a bruciapelo...

Ma chi poteva dirlo l'infinito

quel sorriso che il tempo ha scolorito?

*

Naxos

"Le mie valli discendono dai monti,

vaghe ninfe dalla notte bagnate,

tra le olive e le arance profumate

dal meltemi dei miei tersi orizzonti.

 

Il mio mare si specchia nei racconti

delle canne soffianti, modellate 

dal sale della Plaka nell'estate

degli amori e nel sole dei tramonti.

 

Ma tu che chiara vedi, viaggiatore,

la vela nera che fuggì da Cnosso,

rammenta che di nuvole è l'amore.

 

Sulle mie rive Arianna spense il fiore

della vita, dove frange di rosso 

la portara il tramonto del mio cuore."

 

da "isole parlanti"

*

sonetto dell’amore cieco

Donna, lo sguardo che tu vedi adesso

reca le tinte fosche del travaglio

incise sulla retina, bersaglio 

d'altri mondi di cui sono il riflesso.

 

Ma se fui pure nel mio cuore fésso,

che ancora avverto in cicatrici il taglio,

perdo ogni senno dinnanzi al barbaglio

che nell'iride tuo mi fa convesso.

 

Deh, non ti colga alcun tentennamento,

nè ti distragga punto altro dolore,

per tutto ciò che nei tuoi occhi splende

 

lasciami entrare e seminare il vento

nel tuo cuore, perchè vento di spore 

si fa la vita quando Amor la prende. 

*

senza T

L'indovino meteo

per domani dice bello.

Peccato a sentirsi dio di se stessi

ed avere nel cuore

una giornata di pioggia. 

*

Come una stella

Parli di quel cespuglio diroccato,

dici che sì, un filo di noi è rimasto impigliato

nel giardino in qualche posto nascosto.

Ma non so dire il colore del buio che verrà,

se di là della siepe la notte fiorirà

rosa e bianca come il pesco

o in un colore che non ho mai visto.

In un altro tempo sei rimasta. amore,

come una stella dell'universo dispersa

nella memoria di un dio che non conosco.

Però porto i tuoi occhi nel mio cuore

e tra le rose nel recinto degli scisti

mi domando se ancora viva esisti.

*

Come una stella

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