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Raccolta di poesie di Marino Santalucia
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Trittico 3

Di cosa è fatta la poesia

se non di parole che sfiorano e sconfinano per poi tornare, lasciando nudi

chi le possiede.

 

La poesia cede al vento

che la spinge verso l'anima

entra, si spoglia

ed appende i versi all'attaccapanni.

 

Come scegliere le parole sentendone il peso

farle salire e scendere dentro noi

una ad una

convinti di aver lasciato a terra

quelle giuste.

*

La vita di prima

Con te ho perso la ragione
solo per il gusto di franare dentro

smantellare il corpo e l'anima
i suoi rovesci

i punti in cui combaciavo
con la vita di prima.

*

Aspettami

A chi arriva secondo
ed alle seconde possibilità

alle avventure mai avute
ed alle scelte non fatte

all'amore invisibile
ed alle carezze sfiorate

ai bulbi del cuore che fioriscono
fuori stagione

ed infine

ad ogni respiro che resta in gola

io dico

ASPETTAMI.

*

È l’amore

È l'amore profondo
quello che si strappa dalle ossa
che riemerge dal viso
che riaffiora tra le rughe

e le pagine di un'intera vita
ti riabbracciano
come il mare d'estate.

*

I Tuoi Occhi

I tuoi occhi
hanno riflessi scuri
argentei
direi straordinari

cerchiati da rughe
come mura gentili
accorte
quasi aristocratiche.

La bocca
con le sue morbide pieghe
somiglia ad un frontone
dipinto di rosso

abbiglia il viso
e a poco a poco
diventa più intensa, calda
come l'abbraccio della rosa selvatica

punge continuamente i giovani sguardi
s’inchina, s’agita e dondola
abbracciando tutto
con un sorriso interminabile.

*

Le Parole

Nel silenzio le parole
trovano riposo, invocano il buio

abbandonano la memoria
naufragando sulle ossa della terra

svaniscono

come la bocca serrata
a rimasticar sorrisi.

*

Dove cercare

Dove sono finiti i nostri incontri

i sorrisi dei giorni che non ho saputo trattenere

gli anni più giovani e quelli più vecchi

le ombre che disegnavo sui muri al nostro passaggio

le lettere mai spedite e quelle con l'indirizzo sbagliato

i naufragi e le fatiche per riconquistarti.

Dove dove sono finiti?

*

Sulla pelle dentro il sangue

le immagini
si affollano sulla pelle
dentro il sangue

percorrono il corpo
mi ubriacano
come la primavera

una tempesta
dove ritrovo me stessa

un paradiso fecondo.

*

Cuore nudo

Siedi sul mio cuore nudo
in modo del tutto naturale
con in dosso
nient'altro che uno sguardo
sciolto, posato gentilmente
sulle sue carni.

*

Dettagli

Mi hai chiesto d'accendere un fuoco in questa notte
per illuminare
le parole che evaporano dalla terra
e conducono verso l'alto

diventando così
un'occasione per stare insieme
ai dettagli sparsi nel cielo.

Incontro i tuoi pensieri
e li amo
come fossero figli miei.

*

I Baci

I baci
sono effetti collaterali
senza i quali, non potrei amarti
in quell'istante diverso
limitato da un intervallo
un frammento di frattura
che dal nulla
riaccende la voce, le sillabe
o ancora uno strappo, che
spegne il silenzio
e ritrova il linguaggio.

*

L’ultima riga delle favole

Potrei raccontarti dei fiori
che non hai mai ricevuto
di ogni cosa che per te
è la metà del cuore.

Della ragazza che incontri sul treno
dei segreti custoditi negli orologi fermi.

Delle parole non scritte
dopo l’ultima riga delle favole
di chi resta o fugge dall’inferno.

Ma ti racconterò di me
ora che sai tutto quello che
per me è ignoto.

*

Poesia a vapore

La poesia a vapore
è una poesia che sbuffa
che arranca in salita e si libera in discesa
che attraversa stagioni e stati d'animo
che sosta dentro
con la sua valigia ingombrante.
La poesia a vapore
porta laddove
il corpo non arriva.

*

Senza fretta

Giungere è smettere d' arrivare e non vorrei rose ad aspettarmi. Le coglierò di notte senza fretta quando l' azzurro diventerà blu. 

*

Il bandolo dell’anima

Che rimangano sospesi pure

i versi in attesa d'esser colti

come fichi maturi costringerli poi,

ogni giorno a cadere sui fogli

con il pesante compito

di cercare il bandolo dell'anima.

*

Il domatore

Fisso i tuoi occhi
come il domatore
cerca lo sguardo della tigre
che immobilizza le parole
lasciandole sospese in gola.

*

La gelosia

Scrivere su dei fogli bianchi candidi come lenzuola è semplicemente un fatto carnale, andare a letto con i propri pensieri lasciandosi alle spalle il possesso, la gelosia delle parole che sorridono e ammiccano.

*

Il piacere

Se una notte mi restasse difficile

prender sonno

comincerei a leggere le sfumature nell'aria

e coricato su un fianco con la sigaretta lasciata nel posacenere

godrei l'addensarsi delle ombre.

Non che mi aspetti chissà cosa

ma proprio perché non escludo nulla a priori

mi concedo questo piacere.

*

Il tuo sangue

Anche se
tu fossi solo terra
il tuo sangue
avrebbe parole d' acqua
che non tacciono e sussultano
nel frinire dei giorni estivi.

*

Il tempo giovane

Ti sorrisi quando vidi il tempo giovane sul tuo viso dannato.

In quell'istante un'anima corrotta annegava
La mia.

*

Il brusio delle impronte

In questa vita fatta di aghi di pino e soffice terreno
io respiro lentamente con passo leggero.
Il brusio delle impronte e il chiacchiericcio dei pori
ai confini del mio corpo clandestino
sono una manciata d'acqua silenziosa, notturna e luminosa.

*

Lenzuolo di versi

Uso il rastrello

per raccogliere parole,

le getto in aria

lasciando che il vento le separi

e cadendo

creano da un tessuto grezzo un lenzuolo di versi.

*

L’intreccio

Ho visto le tue mani
intrecciare parole
come un'artigiana

occhi bassi e spalle curve
a reggere tutto il peso
custodito nella tua anima

una rete ove s'impigliano
le vite degli altri
accostandole con molta cura alla tua.

*

Le grida

Le grida hanno radici
e la poesia è albero.
La penna diventa badile
e sotterra le anime.

Dal mio pollice
spuntano fiori
accompagnati
da un canto.

*

Viaggio

Invece del ritorno
prenoto un orologio che finga le ore
che mi prenda la mano
per non dimenticare.
Il chiasso delle onde
è voce a cui non si sfugge
ed io naufrago
dentro me.

(omaggio a tutti i profughi)

*

Le mie rughe

In questo corpo che abito
m'arrampico dopo l'ultima tempesta
come se ad attendermi
ci fosse una ricompensa,
ed il sole vestito a festa, fa le fusa
mentre il suo fitto parlarmi
trattiene il sale tra le mie rughe.

*

Io lì, giaccio.

L'assenza
è dove il buio mi conduce
tra essere e non essere
un luogo di cenere.

Un'ombra fredda
mi passa accanto, senza notarmi
ferma, come le acque intorno alle mura
non dico una parola.

Io lì, giaccio.

*

Silenzi

SILENZI

Amo del silenzio la forma
la figura e la sua larghezza,
che minaccia di volar via
senza dirmi addio.

Quando gli alberi si chinano,
la densità del suo urto
è spostamento d’aria
odore che sfiora.

Trasparenza che assume corporeità
ferma a mezz'aria
in un luogo senza nome.

*

Caro

Caro
dovresti capire le mie morti
sono labirinti enigmatici
cappelli da cui estrarre
nuove resurrezioni.

Oramai è troppo tardi
e non potrò dirti
le meraviglie che hai perduto
stringendomi al collo
quelle tue frasi assassine.

*

Il pasto finito

Ti accomodi
cercando in me l’appetito
quando il pasto è ormai finito
non respingo, ne mi oppongo
alla tua fame.
Nella mia inappetenza
ho bisogno di un’intesa
di una gradita condivisione.
La stanza è male illuminata, ed io
mi guardo allo specchio.
Sfatta, ravvivo i capelli
lieta che tutto sia (finito) sul grammofono
e suoni una musica
distorta in altri rumori
che contengano derive.

*

Coglimi ora

Coglimi ora
finché sono matura
finché sia estate
finché la violenza degli anni
non deturpino il mio corpo.

Prima che la vita si alzi
e lasci questo banchetto.

Coglimi ora
che sono perfetta
prima che le altre mi adombrino
prima che sia trafitta dalle tenebre
prima che il vento sferzi sulla sabbia
e cancelli il tuo nome

prima ancora, che ti dimentichi.

*

L’altra

L’ALTRA

È difficile dire se l’altra me
sia una finzione o una malattia,
sempre in procinto d’esistere
ed abdicare allo stesso tempo,
le sue apparizioni improvvise
deviano i miei passi gemelli,
poiché non conoscendo il viaggio
o il perché del viaggio,
non sapevamo se stessimo
per nascere o morire ogni volta.

*

Baci

Ma ecco che
improvvisamente la tua vita
ritrovi i baci smarriti

liberandoti dalla burrasca
prima che l'amore
anneghi sul tuo corpo.

*

Pungenti come zagare

Geometrie dell'incontro
quando gli occhi, cadono sul tuo corpo
una città di ladri nel mio

albero solitario
dove scivolano nelle sue valli
le tue mani ardenti

pungenti come zagare
sono legna
che bruciano nel mio fuoco.

*

Nato da un urlo

Credo nell'eternità della parola
nelle vecchie istantanee
nell'erbacce che non muoiono
nei traditori, che traditori
non lo sono affatto.

Non credo nell'alloro
e gli applausi
nei visi corretti
nelle parole di circostanza
nell'equilibrio dell'anima.

Nasco da un urlo
dal fondo di una lacrima
da un battito appena accennato
da un alone di fiamma.

Questa notte
comprerò un biglietto di sola andata
e avrò ingannato il buio.

*

Il volo dell’anima

Si dice che, il volo percuota l'anima
la renda libera dagli armenti terreni
dalle trincee scavate
da mani sterili.

E tu, tu amore mio
spiega le ali verso l'ignoto
sferra un crudo assalto
prima che la corrente impetuosa
devi la tua ascesa.

*

Dentro me

Qui dentro le cose si confondono
in uno strato spesso e impenetrabile.
Com’è che sono diventata così?
Immagino un lampo
un trambusto di confronti d’ogni tipo
mi soffocano, ci soffocano.
Dentro me
è successo un fatto strano
è tutto bianco o nero
e tutto quello che non mi uccide
si trasforma in un’invasione di tenebre
che rende nudo il mio dolore.

*

Solo Mio

Questo corpo che
nessuno di voi conosce
tranne me.
Quest'apice di vita, esiste
solo per me.
Anche se piccolo, questo mondo
è carne e ossa.
Fatto di quartieri, labirinti
parchi e monumenti.
Questo corpo si perde
nelle notti millenarie
dove ogni stella, galassia
o buco nero
rappresentano materia.
Di questo è fatto
il mio corpo.
Solo mio.

*

Solo Fumo

La tua ostinazione
le belle teorie
la filigrana tra le parole difficili
sembra un pezzo di pane raffermo.
Anni ed anni
senza un soldo di dialogo
se non
a senso unico
il tuo.
Vorrei confessarti tutto
le monete che tintinnano dentro me
depredata
senza una verità
divorata
dai tuoi giudizi.
In questo buio che attanaglia
ho sparato due colpi
puntando al tuo ego.
Finalmente
il silenzio.

*

Come sei lontano da me

COME SEI LONTANO DA ME


Dopo ogni ritorno
mi perquisisci
per ricordare il passato in ordine cronologico
felicità, litigi, offese.

Come sei lontano da me
anche ora, e dire
che bastava così poco
per essere noi stesse.

Una giuntura, un nodo
per poi deviare dalle nostre vite
oblique come scale,
ci attardiamo sul pianerottolo
l'una di fronte l'altra
osservandoci come inquiline sconosciute
tu scendi ed io salgo
sulla mia vita.

*

Forse in primavera

Se fossi fatta di carne
potrei baciarti
ma sono un torrente
e non so se tornerò.
Forse in primavera
quando si scioglieranno le lacrime
sarò qui ad aspettarti.

*

Il sipario

Ma ecco che
ritrovi i baci
smarriti nella burrasca.

Sul tuo corpo
le mie braccia
chiudono il sipario.


*

Figlia

Le mani della figlia
diventano madri dell'albero
di cui lei è frutto.

*

Il mio spirito

Con il corpo scucito
fa capolino l'uragano
color tabacco è l'aria

selvaggia contro i bordi
del mio sangue

s'avvicina la fiamma
a farsi prendere di sbieco
dove brucia il mio spirito.

*

I folli

Ma non è il mio proposito favorire i folli?
Persino guardarli
e non annoiarsi
quando sollevano le spalle
incuranti degli altri.

*

Non sentirò dolore

Scivola e lasciati condurre
tra i miei sentieri, sino alla diga
ti mostrerò quello che non ho vissuto,
la carrozza persa ed il treno
su cui non son voluta salire.

Lasciare cose e persone
non mi farà sentir sola.

La musica nella testa, alla fine
mi terrà compagnia
nonostante il veleno che ingoio
per assopire l'anima.

*

Il Ricordo

Il ricordo, è la prova di ogni vita
dove tutto rimane
anche un’impronta sulla battigia
rimossa dalle onde.
Era lì, sino ad un attimo prima
e sembra non esserci più.
Ma io, so che è stata lasciata
e solo questo basta
a non cancellarla per sempre.

Quando non lasceremo più
aloni sul vetro
il nostro respiro continuerà a scaldarci.

*

Disordine

Del disordine dentro me

metto a posto la materia

anche se, la mia anima

abdica, ai sommovimenti umani.

*

Secoli e sabbia

Siamo stanchi io e il mio corpo

non saremmo più mutati  nè ornati

da un nuovo aspetto.

La mano destra e quella sinistra

sono secoli ridotti in sabbia dal tempo.

Fermo all'ancora

il corpo.

*

La divisione

Uscendo di casa
divido il peso, con questa terra
che è dentro me.
A lei, volgo i miei occhi,
come non piangere
attraversandoti
ora che sei quercia?

*

Lino bianco

Ho la sensazione d'esser sospeso tra due giardini, affascinato da fiori che appaiono come parole assenti, prese in ostaggio da lunghi petali, di lino bianco. In quell'istante il mio corpo nasce per attraversarsi di nuovo.

*

La vita immobile?

Se la vita fosse immobile la sua curva saprebbe di amaro fumo. Una lenta scia inquieta tra noi e il mondo. Circondata dalla malinconia di non possederne il futuro.

*

I vuoti del corpo

I pezzi che ritrovo intorno a me

discordano con i vuoti del corpo,

non riesco a calzarli

e mi arresto sorpreso.

 

Perchè sono andati via

ed hanno scelto il suolo come dimora?

 

Li ho visti comperarsi dei vestiti nuovi

e confondersi con altri 

perdendosi tra la folla.

*

La confessione

Possa servire la poesia, là dove piove, avvicinare le ginocchia al cuore e confessarsi completamente.

*

Spine di coag

Non vivo solo, nei giardini del corpo

il sangue intriso di rosso prende forma,

la carne umida trasuda spine di coaguli.

 

Cocci e polvere offrono tormenti

da mescolare alla polpa vermiglia

in cambio di un corpo nuovo

modellato per farne un arbusto.

 

Piantato nel verde lenzuolo

rimanda ogni eco alla radice

che sembra svuotarlo ogni volta

come un seno annoiato dal tempo.

*

Trittico del Corpo

LUNGO SILENZIO

 

Lascio il beneficio del dubbio

a questo corpo mortale, chiuso

in un lungo silenzio,

cresceva dentro, un mostro vorace

che da tempo

evitava di guardarsi allo specchio

negoziando ogni volta

l'appuntamento con se stesso.

 

 

 

PRIMA O POI

 

Visto dall'alto, il mio corpo

somiglia ad una tronco

disteso sul mondo.

Alcuni suoi anfratti

s'illuminano colmi di traffico.

Centro di un movimento caotico

ove risiedono, occhi e terrazze

in attesa, che prima o poi

qualcuno s'arrampichi.

 

 

 

QUALE MASCHERA

 

L'attesa su di me

è silenzio immobile

scivolerò, mi innalzerò

più forte del vento.

Qui nell'ombra

quale maschera avrò

nella vita che è incendio?

*

Il volo dell’anima

Si dice che, il volo percuota l’anima
la renda libera dagli armenti terreni
dalle trincee scavate, da mani sterili.
E tu, tu amore mio
spiega le ali verso l’ignoto
sferra un crudo assalto
prima che la corrente impetuosa
devi la tua ascesa.

*

Poesie tratte da ’Gli Angoli del Corpo’ ed. MontaG 2014

MA ERO L'ALTRO?

 

Dubito a volte

che il viso indossato ne nasconda un altro.

Ma ero l'altro prima d'ora? E se si.

Quando ho attraversato quell'equatore?

 

 

TRA I DENTI

 

Scompongo l'inquietudine

su questo corpo, con l'anima tra i denti

viaggio tra il coltello e la ferita

incontrandomi per caso.

 

 

QUIETE

 

E che silenzio sia

in tutti quei posti

ove il mio corpo urla.

 

 

*

Le pause delle imbastiture

Se potessi far l'orlo alla mia esistenza

preferirei il punto cieco, cosicchè

sul mio corpo nulla si vedesse

e se la pena é profonda, che giochi pure

tra le pause delle imbastiture.

 

*

La follia

Pigiato contro me stesso

allontano la follia, anche se

essa conduce

alle più alte vette.



Attraverso quest’immagine

una volta e ancora

la mia bocca torna voce

ed innalza urla



che celebrano

il duello dentro me.



http://www.rivistadiwali.it/2014/06/16/marino-santalucia-la-follia/

*

Io sono donna

Amo il mio corpo
come una madre,
sprofondo nell’essere
slacciata alla vita,
senza redenzione.
Poiché
chi disobbedisce a se stessa
ha il dominio assoluto
e non deve inchinarsi.



/www.rivistadiwali.it/2014/03/23/io-sono-donna-marino-santalucia

*

Diwali Rivista Contaminata n:°6 Spaesamenti

Vorrei raggiungermi
unirmi a lui, stargli accanto e
solo allora sentirne il cuore
stordito senza fiato
perduto allo stesso tempo
con quella beltà e violenza solenne.

Stavo appena sbocciando,
quale essere sarei stato?

Dovevo impararlo
sforzandomi verso l’esistenza
d’esser autentico, libero
dall’altrui sguardo
dalle ombre
dalle radici.

http://www.rivistadiwali.it/2014/09/14/marino-santalucia/

*

Silenzi interrotti

La stagione delle notti
si apre con nuovi sogni.
Alla luce del mattino
mi sveglio in punta di piedi
ed ascolto
i silenzi interrotti.

*

Bucando la vita

E scendevo

piano piano

senza far rumore,

la polvere

danzava sulle scale,

un pentagramma su cui le note

si librano leggere, in punta di piedi

cercando di toccare il cielo, zoppicando

avvolte nei cespugli di parole,

bucando la vita, mentre

ci aggrappiamo completi, fisici alla verità

resina di pigna, annerita dal tempo, ritorna

al corpo mio.

 

*

Sulle mie labbra

Sulle mie labbra
l'amaro cerca posto
tra linee bagnate.

Celebra la poesia
scritta di getto
senza riflettere.

Angoli di luce
orfani di punteggiatura
inseguono l'ombra del dolore.

Che ancor ora
m'appartiene.

Marino Santalucia

*

Togliermi la pelle

Io sono me e nessun altro

togliermi la pelle non serve a nulla

come voler fuggire dal proprio corpo.

Non ti piangerò più in là

del mio ricordo asciutto.

*

Tra un pensiero e l’altro

Tra un pensiero e l'altro
scrivo sospeso,
disponendo i versi
per gridarli ad un certo punto,
e non dimenticarli, come la verità.
Non ho volti
negli occhi, la voce è cambiata,
spalancata, come le finestre d'estate
che non hanno memoria.

*

Nuda e spersa

Mi piace
questa intimità della pioggia
che riposa sull'anima vinta
in quell'ora nuda e spersa,
dove lo spazio
abbandona il presente.

*

Qui

Sarai sempre qui, vicino a me
intatta, priva d'ombre,
ti raggiungo sul sentiero
come l'ultima foglia,
nei tuoi sogni
condotto dal vento
sul tuo cuore addormentato.

*

Nel Canto

Nel canto

La folle verità
nel bel morir,
avendo vissuto
le nostre febbri.
Grani d’ambra
che urtano raggi di sole
come fanciulli.
Gemme
prive di forme, improvvise
come lagrime
legate ai polsi.
Lievi
senza urto,
nell’attesa del sorriso
che veste
il mio respiro,
dentro labbra
dove il sangue a cascata
s’incurva nel canto.

*

Tra una terra.......e l’altra

Vivono nel contempo
l’una nell’altra, dentro
il pensiero è luogo che s’avvicina
il primo, e s’allontana
il secondo, tenendosi
all’ancora di notte.
Nell’aria seminuda,
come un’incisione nel cuoio
cerco quanto è rimasto
nelle lingue del passato, ove
il viaggio si confonde
con il cielo nei miei occhi.



*

Trittico

Se questa tregua contro il tempo
servisse a tener nascosto il bivacco dei versi
che fanno da spola, tra i gradini dell’anima e il cuore.
Non sentirei il fremito
che m’avvisa del buio prossimo.



Per quale ragione improvvisa
dovrei bastarmi,
smettere di colpo e non veder nessuna crepa
in questi colori saliti agli occhi, presenti
nella penombra delle prime file.



Giro in tondo dentro me
come un cane cerca la sua posa,
niente mi sottrae a questo moto
ove nulla finisce.
Una solitudine immensa esiste
e sembra torpore,
la pioggia una finzione,
l’anima disfatta nell’aria
è orto incolto.

*

Così pura

Così pura
che quasi non ti sento,
schiarire il passo
mentre mi raggiungi
nel sonno alto.
Cade gentile
sulla mia anima
il velo che porti nella notte
per lavare l'ifinito.
Domani
il nostro destino
tremerà come ali di vespa
per un nuovo volo.

*

Voli di farfalle

Non v'è più quello che desidero
e viene facile senza pensarci troppo
scivolare
con un movimento semplice
tra voli di farfalle.

Leggero il soffio.

Come il vento
non so che giorno sia, oggi
che sento il sole
sulle mie labbra.
E non ha fine la notte
per le poesie
lasciate a beccheggiare
come foglie sul fiume.

*

L’eco tua

L'eco tua, risale nel vento
senza perdersi in lontananze, che
ingannano il presente, disperso
nei sogni, come quella nota
che scioglie il silenzio
rendendo vivo il ritmo.

*

Donne

DONNE

Nessuno mai
è riuscito a descrivere
la vostra essenza, se non
voi stesse, boschi impenetrabili
pitture astratte, sulle guance
del mondo
respingete, il dissolto sguardo
senza timore dell’andatura, dove
nemmeno lo specchio
riesce a catturarvi
e fissarvi per un attimo.
Rappresentate
la volontà e non l’obbedienza
e se anche vi sfugge
diviene pietra
ove edificare il futuro.

*

Guardo il sorriso

Guardo il sorriso
che tu vedi,
carico di fantasia
circola nella stessa arteria
attraversando il tempo
oltre i confini.
Al sicuro, carezzato
da lingue limpide
portate dal vento
e lasciate sulla neve.
Smisurato, senza nome
come la tempesta.

*

Cella di luce

Sulle lenzuola sgualcite
rimangono appese
parole nude, che
strappano l'aria
con il loro odore,
lasciandole imbrattate
del loro suono
nel silenzio
notturno,sbrecciato
diventato cella di luce.

*

Le nostre parole

Se non fossimo vissuti
le dimensioni
delle nostre parole
non avrebbero corridoi
su cui viaggiare.

*

Fiori

Io dico,
che strano il tempo
sui fiori avvizziti
cambia spessore.
Disidratato, arido.

*

Pretendo la verità

Pretendo la verità
statua nei templi
simile all'aquila.
In volo
s'abbatte con felina baldanza
... sugli agnelli.
Falciati dalla luna
pallida nemica.
Correvi
un volo a picco
vibrato, famelico
su tutte le anime.
Avversa
a chi deve mentire
con ardenti occhiate
tra neri alberi.
Assale e sottomette
femmina, decisa
sicura.

*

Uscendo di casa

Uscendo di casa
divido il peso
con questa terra
che è dentro me.

A lei
rivolgo i miei occhi.

Come non piangere
attraversandoti
ora
che sei quercia?

*

Tre atti

E questo
spartir la carne,
nel corpo tuo
tre atti
tutti d'un fiato.

*

Punto Nero

A questo punto
nero come la pece,
soffio via la polvere
dalla memoria,
asciutta dalle parole
che assorbono i pensieri,
piantati
in una terra incolta,
dissodata negli anni
e preparata per il giorno
che traccerà
la linea di partenza,
e ricominciare
di nuovo tutto daccapo.
Imparare a respirare
nel liquido materno,
costretto a controllare
i movimenti,
sino all’istante in cui
scivolando nell’imbuto
m’affaccio alla vita.
Una luce intensa
stordisce e fluisce,
nel mio corpo nuovo
l’aria si fa strada.
Fiume di lava
sgorga con lo stesso impeto,
urla
nel dichiararsi al mondo.
Un oceano
dalle infinite dorsali,
in cui fluiscono
miliardi di esseri
incrociandosi per caso.
Costretti ad armarsi
per le guerre che l’aspettano,
imparando ad accogliere
tanto la vita
quanto la morte,
nel silenzio dell’onda
che siede davanti
alle grida
che ho dentro.

*

Senza alibi

Ora che la luce è accesa
i segreti prendono corpo
nelle tue mani.
Senza alibi
assalti le tue ombre
illuminandole
con fulgore inedito.

*

Sono un’altro io

Non ho fatto altro
che donarmi, perso
per poi ritrovarmi
confinato nel corpo.
Perchè non accade nulla
in questo esilio, stretto
come lo spazio curvo.
Apparente esperimento mentale.
Forse io,
ora
sono un'altro io.

*

Almeno per te

Almeno per te

si confonda la pioggia

con il cielo azzurro.

Fianco vasto

monte dalle braccia aperte

verso la terra, madre di fanciulli.

Lampade accese

alle soglie della notte

un campo di spighe, color miele.

Pronte a salpare

lente, dentro fiumi

di galassie, limpidamente riflesse.

*

Ombre taciute

Inquieto il pensiero
frequenta ombre taciute
disegnando nature opache
nel futuro.
I capovolgimenti
scompaiono nella parte oscura
tenuta ai margini dell’origine
dell’anima
della terra.

*

L’amore

Siamo dinanzi a lui
il suo volto è aperto e puro
come l'acqua sorgiva
muta a tratti
innocente melodia.

*

La notte

Ho un disperato
bisogno di te
delle tue mani
che la notte
inseguivano le mie
cercando la strada di casa
Ora
sola come la rosa nera
volgi lo sguardo altrove
per sconfiggermi
ancora una volta

*

La carne

Questo pungere la carne
viva dentro me

Carne e sangue
precipitano gentilmente di spalle
abbandonate nelle zone d’ombra
tra le soglie del tempo

Capaci di resistere
nella scrittura delle mie
dita sporche

Macchiate d’inchiostro
temono l’ardere della critica
che incendia la mia poesia

*

Più nulla

Non riconosco più nulla
è come se
fossi nato in questo momento.
Il mio smarrimento si protrae
privo di ricordi
in un contenitore vuoto.

*

La menta

Ho sempre trovato delicato

il profumo della menta.

La sua dolcezza tra le narici

l'odore inebriante nei suq

assopiti alle prime luci del mattino.

Le immagini invadono

i miei ricordi.

Nei bicchieri alti

e nella loro trasparenza

lasciano intravedere

un mondo parallelo

oltre il vetro.

Deformato dalle sue curve

mi stringe al petto

spezzando ogni precipizio

*

Punta della biro

Scrivendo sento voci
che giungono
dalla punta della biro
come se un nodo si sciogliesse
dal fazzoletto.
Creando così
un mantello di parole
steso sul foglio.
Lo avvolge da un'estremità all'altra
come ali di uccello
per poi sollevearsi
senza lasciare alcuna traccia.

*

Terra rossa

L'ultimo verso torna sempre
ad inseguire la penna
che scorre sul foglio
ingiallito al tempo
smosso come terra rossa
arida del Maghreb...

*

A quest’ora

A quest'ora

dovresti dormire tra le mie braccia

e non tra i cuscini delle tue altalene

appese al vuoto

lasciandomi dondolare senza tempo...

*

Riva ove porti

Vivo per esser riva

ove porti in viaggio

la tua nave.

Ferita da un'onda sfinita

e naufraga ai miei piedi

il tuo canto.

Marino Santalucia

*

Cercando tracce

In passato ho cercato d'indagare il mio corpo

sfibrato dagli eventi

cercando tracce su di esso

dopo esser sceso all'inferno.

Appartenuto al nulla

prendo in mano i cocci per ricompormi

con una tempra diversa.

Abbracciando tutto quello che mi circonda

briciole di mondi con lingue e denti differenti.

Generano suoni nuovi

vibrando nell'aria, che

attraversandomi provocano la vita.

*

La Nascita

Quando rifletto

sul senso del viaggio

che l'uomo fa

verso se stesso.

Temo d'essere ad un punto fermo.

Ma poi mi stupisco

e commosso contemplo la strada fatta.

Ancora qualcosa da scoprire

da ricercare sul mio cammino.

Aldilà del velo

oltre l'apparenza della superficialità.

Sono davanti allo specchio

indosso una tunica

la tolgo lentamente

e percorro il mio corpo.

E' denso

misterioso

sconosciuto persino a me stesso.

Esco dal sogno.

Steso sul letto

in posizione fetale

celebro la mia nascita.

*

Ritornerò

Ritornerò persino
vivo di ciascun immagine
accampata geometricamente.
Annaffiando questo foglio
con lacrime d'inchiostro
mi sposto la speranza.

*

Sentirmi

Il modo di sentirmi
è il mio carnefice.
Um mammut che sopravvive
come impronta indelebile.
Potrei smettere
ma suiciderei me stesso.

*

Fili d’alga

Tra coralli e luce
indosso voci
Salate s'mpigliano
tra fili d'alga
come i baci miei
...nella tua bocca

*

Il mio corpo urla

E che silenzio sia

in tutti quei posti

ove il mio corpo urla.

*

Aveva la tua pelle

Quando ad un tratto t'ho visto
sono rimasto turbato e commosso

Questo libro
mi fissa e mi domanda

La notte appena scesa
aveva la tua pelle?


*

La lettera

La lettera d'amore
è arrivata in ritardo
nonostante
i miei versi fossero già lì
senza appuntamento
incisi
chiari sui tuoi seni
seduti al tuo fianco
immaginano
una lunga attesa
si stancheranno
fingeranno d'essere arrabbiati
per una volta.

*

come le stelle

Come le stelle
che cadono
senza farsi male
Le ombre
ricamano orli sui muri
Dove il sole
non scalda il cielo
Frenato dal desiderio
Gridato di notte
Lascia a quest'uomo
un istante per vivere la fine

*

Il sole albeggiante

Il sole albeggiante
mostra la genesi
quasi per caso.

Un nuovo linguaggio sboccia
con enorme potenza.

Emigra il dettaglio
già quasi cancellato
dalla nebbia che dissolve
il rosso verso il giallo
in un’istantanea armonicità.

Accenna a quella scomparsa
dell’immagine contenuta
nei mutamenti luminosi
cambiando le linee di contorno.

Tratta dall'antologia
"In vino veritas"
(Giulio Perrone Editore)

*

Il Cancello

Sei scappata
ed io poco dopo ho fatto lo stesso
non cercavo di inseguirti
fuggivo da me
dalle stanze incomprensibili
dai cartoni mai aperti
da quelle scatole cinesi in cui ti rinchiudesti
e nascondesti noi
i nostri progetti
il nostro futuro
pensandoli al sicuro dalla tempesta.
Sarebbe arrivata prima o poi
arriva sempre una tempesta.
Chiudere il cancello sarebbe inutile ora
ora che ci siamo persi.

*

Memorie Lontane

MEMORIE LONTANE

Memorie lontane
scritte ad occhi chiusi
in una lettera
ad una sconosciuta
con le iridi stellanti
e lo sguardo estraneo

È l’ora dei ricordi
una barriera di vuoto
una trappola colorata
uno stato di sospensione

Nel mondo degli sconosciuti
nella vita degli uomini
che non si voltano

Il gioco della sorte
come serpente nel paradiso
scende il gradino più basso

*

senza titolo

Gioco ancora
in un altro mondo
con un’altra parola
a bordo del vento
Senza pagar nulla
vedo sogni
galleggiare nell’aria
alcuni s’impigliano tra i rami
Scoppiano e nascono
come fiori
verso la vita
quasi cadendo
verso l’alto