I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Trittico 3
Di cosa è fatta la poesia se non di parole che sfiorano e sconfinano per poi tornare, lasciando nudi chi le possiede. La poesia cede al vento che la spinge verso l'anima entra, si spoglia ed appende i versi all'attaccapanni. Come scegliere le parole sentendone il peso farle salire e scendere dentro noi una ad una convinti di aver lasciato a terra quelle giuste.
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La vita di prima
Con te ho perso la ragione solo per il gusto di franare dentro
smantellare il corpo e l'anima i suoi rovesci
i punti in cui combaciavo con la vita di prima.
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Aspettami
A chi arriva secondo ed alle seconde possibilità
alle avventure mai avute ed alle scelte non fatte
all'amore invisibile ed alle carezze sfiorate
ai bulbi del cuore che fioriscono fuori stagione
ed infine
ad ogni respiro che resta in gola
io dico
ASPETTAMI.
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È lamore
È l'amore profondo quello che si strappa dalle ossa che riemerge dal viso che riaffiora tra le rughe
e le pagine di un'intera vita ti riabbracciano come il mare d'estate.
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I Tuoi Occhi
I tuoi occhi hanno riflessi scuri argentei direi straordinari
cerchiati da rughe come mura gentili accorte quasi aristocratiche.
La bocca con le sue morbide pieghe somiglia ad un frontone dipinto di rosso
abbiglia il viso e a poco a poco diventa più intensa, calda come l'abbraccio della rosa selvatica
punge continuamente i giovani sguardi s’inchina, s’agita e dondola abbracciando tutto con un sorriso interminabile.
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Le Parole
Nel silenzio le parole trovano riposo, invocano il buio
abbandonano la memoria naufragando sulle ossa della terra
svaniscono
come la bocca serrata a rimasticar sorrisi.
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Dove cercare
Dove sono finiti i nostri incontri i sorrisi dei giorni che non ho saputo trattenere gli anni più giovani e quelli più vecchi le ombre che disegnavo sui muri al nostro passaggio le lettere mai spedite e quelle con l'indirizzo sbagliato i naufragi e le fatiche per riconquistarti. Dove dove sono finiti?
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Sulla pelle dentro il sangue
le immagini si affollano sulla pelle dentro il sangue
percorrono il corpo mi ubriacano come la primavera
una tempesta dove ritrovo me stessa
un paradiso fecondo.
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Cuore nudo
Siedi sul mio cuore nudo in modo del tutto naturale con in dosso nient'altro che uno sguardo sciolto, posato gentilmente sulle sue carni.
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Dettagli
Mi hai chiesto d'accendere un fuoco in questa notte per illuminare le parole che evaporano dalla terra e conducono verso l'alto
diventando così un'occasione per stare insieme ai dettagli sparsi nel cielo.
Incontro i tuoi pensieri e li amo come fossero figli miei.
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I Baci
I baci sono effetti collaterali senza i quali, non potrei amarti in quell'istante diverso limitato da un intervallo un frammento di frattura che dal nulla riaccende la voce, le sillabe o ancora uno strappo, che spegne il silenzio e ritrova il linguaggio.
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Lultima riga delle favole
Potrei raccontarti dei fiori che non hai mai ricevuto di ogni cosa che per te è la metà del cuore.
Della ragazza che incontri sul treno dei segreti custoditi negli orologi fermi.
Delle parole non scritte dopo l’ultima riga delle favole di chi resta o fugge dall’inferno.
Ma ti racconterò di me ora che sai tutto quello che per me è ignoto.
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Poesia a vapore
La poesia a vapore è una poesia che sbuffa che arranca in salita e si libera in discesa che attraversa stagioni e stati d'animo che sosta dentro con la sua valigia ingombrante. La poesia a vapore porta laddove il corpo non arriva.
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Senza fretta
Giungere è smettere d' arrivare e non vorrei rose ad aspettarmi. Le coglierò di notte senza fretta quando l' azzurro diventerà blu.
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Il bandolo dell’anima
Che rimangano sospesi pure i versi in attesa d'esser colti come fichi maturi costringerli poi, ogni giorno a cadere sui fogli con il pesante compito di cercare il bandolo dell'anima.
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Il domatore
Fisso i tuoi occhi come il domatore cerca lo sguardo della tigre che immobilizza le parole lasciandole sospese in gola.
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La gelosia
Scrivere su dei fogli bianchi candidi come lenzuola è semplicemente un fatto carnale, andare a letto con i propri pensieri lasciandosi alle spalle il possesso, la gelosia delle parole che sorridono e ammiccano.
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Il piacere
Se una notte mi restasse difficile prender sonno comincerei a leggere le sfumature nell'aria e coricato su un fianco con la sigaretta lasciata nel posacenere godrei l'addensarsi delle ombre. Non che mi aspetti chissà cosa ma proprio perché non escludo nulla a priori mi concedo questo piacere.
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Il tuo sangue
Anche se tu fossi solo terra il tuo sangue avrebbe parole d' acqua che non tacciono e sussultano nel frinire dei giorni estivi.
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Il tempo giovane
Ti sorrisi quando vidi il tempo giovane sul tuo viso dannato.
In quell'istante un'anima corrotta annegava La mia.
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Il brusio delle impronte
In questa vita fatta di aghi di pino e soffice terreno io respiro lentamente con passo leggero. Il brusio delle impronte e il chiacchiericcio dei pori ai confini del mio corpo clandestino sono una manciata d'acqua silenziosa, notturna e luminosa.
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Lenzuolo di versi
Uso il rastrello per raccogliere parole, le getto in aria lasciando che il vento le separi e cadendo creano da un tessuto grezzo un lenzuolo di versi.
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Lintreccio
Ho visto le tue mani intrecciare parole come un'artigiana
occhi bassi e spalle curve a reggere tutto il peso custodito nella tua anima
una rete ove s'impigliano le vite degli altri accostandole con molta cura alla tua.
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Le grida
Le grida hanno radici e la poesia è albero. La penna diventa badile e sotterra le anime.
Dal mio pollice spuntano fiori accompagnati da un canto.
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Viaggio
Invece del ritorno prenoto un orologio che finga le ore che mi prenda la mano per non dimenticare. Il chiasso delle onde è voce a cui non si sfugge ed io naufrago dentro me.
(omaggio a tutti i profughi)
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Le mie rughe
In questo corpo che abito m'arrampico dopo l'ultima tempesta come se ad attendermi ci fosse una ricompensa, ed il sole vestito a festa, fa le fusa mentre il suo fitto parlarmi trattiene il sale tra le mie rughe.
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Io lì, giaccio.
L'assenza è dove il buio mi conduce tra essere e non essere un luogo di cenere.
Un'ombra fredda mi passa accanto, senza notarmi ferma, come le acque intorno alle mura non dico una parola.
Io lì, giaccio.
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Silenzi
SILENZI
Amo del silenzio la forma la figura e la sua larghezza, che minaccia di volar via senza dirmi addio.
Quando gli alberi si chinano, la densità del suo urto è spostamento d’aria odore che sfiora.
Trasparenza che assume corporeità ferma a mezz'aria in un luogo senza nome.
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Caro
Caro dovresti capire le mie morti sono labirinti enigmatici cappelli da cui estrarre nuove resurrezioni.
Oramai è troppo tardi e non potrò dirti le meraviglie che hai perduto stringendomi al collo quelle tue frasi assassine.
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Il pasto finito
Ti accomodi cercando in me l’appetito quando il pasto è ormai finito non respingo, ne mi oppongo alla tua fame. Nella mia inappetenza ho bisogno di un’intesa di una gradita condivisione. La stanza è male illuminata, ed io mi guardo allo specchio. Sfatta, ravvivo i capelli lieta che tutto sia (finito) sul grammofono e suoni una musica distorta in altri rumori che contengano derive.
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Coglimi ora
Coglimi ora finché sono matura finché sia estate finché la violenza degli anni non deturpino il mio corpo.
Prima che la vita si alzi e lasci questo banchetto.
Coglimi ora che sono perfetta prima che le altre mi adombrino prima che sia trafitta dalle tenebre prima che il vento sferzi sulla sabbia e cancelli il tuo nome
prima ancora, che ti dimentichi.
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Laltra
L’ALTRA
È difficile dire se l’altra me sia una finzione o una malattia, sempre in procinto d’esistere ed abdicare allo stesso tempo, le sue apparizioni improvvise deviano i miei passi gemelli, poiché non conoscendo il viaggio o il perché del viaggio, non sapevamo se stessimo per nascere o morire ogni volta.
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Baci
Ma ecco che improvvisamente la tua vita ritrovi i baci smarriti
liberandoti dalla burrasca prima che l'amore anneghi sul tuo corpo.
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Pungenti come zagare
Geometrie dell'incontro quando gli occhi, cadono sul tuo corpo una città di ladri nel mio
albero solitario dove scivolano nelle sue valli le tue mani ardenti
pungenti come zagare sono legna che bruciano nel mio fuoco.
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Nato da un urlo
Credo nell'eternità della parola nelle vecchie istantanee nell'erbacce che non muoiono nei traditori, che traditori non lo sono affatto.
Non credo nell'alloro e gli applausi nei visi corretti nelle parole di circostanza nell'equilibrio dell'anima.
Nasco da un urlo dal fondo di una lacrima da un battito appena accennato da un alone di fiamma.
Questa notte comprerò un biglietto di sola andata e avrò ingannato il buio.
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Il volo dellanima
Si dice che, il volo percuota l'anima la renda libera dagli armenti terreni dalle trincee scavate da mani sterili.
E tu, tu amore mio spiega le ali verso l'ignoto sferra un crudo assalto prima che la corrente impetuosa devi la tua ascesa.
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Dentro me
Qui dentro le cose si confondono in uno strato spesso e impenetrabile. Com’è che sono diventata così? Immagino un lampo un trambusto di confronti d’ogni tipo mi soffocano, ci soffocano. Dentro me è successo un fatto strano è tutto bianco o nero e tutto quello che non mi uccide si trasforma in un’invasione di tenebre che rende nudo il mio dolore.
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Solo Mio
Questo corpo che nessuno di voi conosce tranne me. Quest'apice di vita, esiste solo per me. Anche se piccolo, questo mondo è carne e ossa. Fatto di quartieri, labirinti parchi e monumenti. Questo corpo si perde nelle notti millenarie dove ogni stella, galassia o buco nero rappresentano materia. Di questo è fatto il mio corpo. Solo mio.
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Solo Fumo
La tua ostinazione le belle teorie la filigrana tra le parole difficili sembra un pezzo di pane raffermo. Anni ed anni senza un soldo di dialogo se non a senso unico il tuo. Vorrei confessarti tutto le monete che tintinnano dentro me depredata senza una verità divorata dai tuoi giudizi. In questo buio che attanaglia ho sparato due colpi puntando al tuo ego. Finalmente il silenzio.
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Come sei lontano da me
COME SEI LONTANO DA ME
Dopo ogni ritorno mi perquisisci per ricordare il passato in ordine cronologico felicità, litigi, offese.
Come sei lontano da me anche ora, e dire che bastava così poco per essere noi stesse.
Una giuntura, un nodo per poi deviare dalle nostre vite oblique come scale, ci attardiamo sul pianerottolo l'una di fronte l'altra osservandoci come inquiline sconosciute tu scendi ed io salgo sulla mia vita.
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Forse in primavera
Se fossi fatta di carne potrei baciarti ma sono un torrente e non so se tornerò. Forse in primavera quando si scioglieranno le lacrime sarò qui ad aspettarti.
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Il sipario
Ma ecco che ritrovi i baci smarriti nella burrasca.
Sul tuo corpo le mie braccia chiudono il sipario.
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Figlia
Le mani della figlia diventano madri dell'albero di cui lei è frutto.
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Il mio spirito
Con il corpo scucito fa capolino l'uragano color tabacco è l'aria
selvaggia contro i bordi del mio sangue
s'avvicina la fiamma a farsi prendere di sbieco dove brucia il mio spirito.
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I folli
Ma non è il mio proposito favorire i folli? Persino guardarli e non annoiarsi quando sollevano le spalle incuranti degli altri.
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Non sentirò dolore
Scivola e lasciati condurre tra i miei sentieri, sino alla diga ti mostrerò quello che non ho vissuto, la carrozza persa ed il treno su cui non son voluta salire.
Lasciare cose e persone non mi farà sentir sola.
La musica nella testa, alla fine mi terrà compagnia nonostante il veleno che ingoio per assopire l'anima.
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Il Ricordo
Il ricordo, è la prova di ogni vita dove tutto rimane anche un’impronta sulla battigia rimossa dalle onde. Era lì, sino ad un attimo prima e sembra non esserci più. Ma io, so che è stata lasciata e solo questo basta a non cancellarla per sempre.
Quando non lasceremo più aloni sul vetro il nostro respiro continuerà a scaldarci.
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Disordine
Del disordine dentro me metto a posto la materia anche se, la mia anima abdica, ai sommovimenti umani.
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Secoli e sabbia
Siamo stanchi io e il mio corpo non saremmo più mutati nè ornati da un nuovo aspetto. La mano destra e quella sinistra sono secoli ridotti in sabbia dal tempo. Fermo all'ancora il corpo.
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La divisione
Uscendo di casa divido il peso, con questa terra che è dentro me. A lei, volgo i miei occhi, come non piangere attraversandoti ora che sei quercia?
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Lino bianco
Ho la sensazione d'esser sospeso tra due giardini, affascinato da fiori che appaiono come parole assenti, prese in ostaggio da lunghi petali, di lino bianco. In quell'istante il mio corpo nasce per attraversarsi di nuovo.
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La vita immobile?
Se la vita fosse immobile la sua curva saprebbe di amaro fumo. Una lenta scia inquieta tra noi e il mondo. Circondata dalla malinconia di non possederne il futuro.
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I vuoti del corpo
I pezzi che ritrovo intorno a me discordano con i vuoti del corpo, non riesco a calzarli e mi arresto sorpreso. Perchè sono andati via ed hanno scelto il suolo come dimora? Li ho visti comperarsi dei vestiti nuovi e confondersi con altri perdendosi tra la folla.
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La confessione
Possa servire la poesia, là dove piove, avvicinare le ginocchia al cuore e confessarsi completamente.
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Spine di coag
Non vivo solo, nei giardini del corpo il sangue intriso di rosso prende forma, la carne umida trasuda spine di coaguli. Cocci e polvere offrono tormenti da mescolare alla polpa vermiglia in cambio di un corpo nuovo modellato per farne un arbusto. Piantato nel verde lenzuolo rimanda ogni eco alla radice che sembra svuotarlo ogni volta come un seno annoiato dal tempo.
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Trittico del Corpo
LUNGO SILENZIO Lascio il beneficio del dubbio a questo corpo mortale, chiuso in un lungo silenzio, cresceva dentro, un mostro vorace che da tempo evitava di guardarsi allo specchio negoziando ogni volta l'appuntamento con se stesso. PRIMA O POI Visto dall'alto, il mio corpo somiglia ad una tronco disteso sul mondo. Alcuni suoi anfratti s'illuminano colmi di traffico. Centro di un movimento caotico ove risiedono, occhi e terrazze in attesa, che prima o poi qualcuno s'arrampichi. QUALE MASCHERA L'attesa su di me è silenzio immobile scivolerò, mi innalzerò più forte del vento. Qui nell'ombra quale maschera avrò nella vita che è incendio?
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Il volo dellanima
Si dice che, il volo percuota l’anima la renda libera dagli armenti terreni dalle trincee scavate, da mani sterili. E tu, tu amore mio spiega le ali verso l’ignoto sferra un crudo assalto prima che la corrente impetuosa devi la tua ascesa.
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Poesie tratte da Gli Angoli del Corpo ed. MontaG 2014
MA ERO L'ALTRO? Dubito a volte che il viso indossato ne nasconda un altro. Ma ero l'altro prima d'ora? E se si. Quando ho attraversato quell'equatore? TRA I DENTI Scompongo l'inquietudine su questo corpo, con l'anima tra i denti viaggio tra il coltello e la ferita incontrandomi per caso. QUIETE E che silenzio sia in tutti quei posti ove il mio corpo urla.
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Le pause delle imbastiture
Se potessi far l'orlo alla mia esistenza preferirei il punto cieco, cosicchè sul mio corpo nulla si vedesse e se la pena é profonda, che giochi pure tra le pause delle imbastiture.
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La follia
Pigiato contro me stesso
allontano la follia, anche se
essa conduce
alle più alte vette.
Attraverso quest’immagine
una volta e ancora
la mia bocca torna voce
ed innalza urla
che celebrano
il duello dentro me.
http://www.rivistadiwali.it/2014/06/16/marino-santalucia-la-follia/
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Io sono donna
Amo il mio corpo come una madre, sprofondo nell’essere slacciata alla vita, senza redenzione. Poiché chi disobbedisce a se stessa ha il dominio assoluto e non deve inchinarsi.
/www.rivistadiwali.it/2014/03/23/io-sono-donna-marino-santalucia
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Diwali Rivista Contaminata n:°6 Spaesamenti
Vorrei raggiungermi unirmi a lui, stargli accanto e solo allora sentirne il cuore stordito senza fiato perduto allo stesso tempo con quella beltà e violenza solenne.
Stavo appena sbocciando, quale essere sarei stato?
Dovevo impararlo sforzandomi verso l’esistenza d’esser autentico, libero dall’altrui sguardo dalle ombre dalle radici.
http://www.rivistadiwali.it/2014/09/14/marino-santalucia/
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Silenzi interrotti
La stagione delle notti si apre con nuovi sogni. Alla luce del mattino mi sveglio in punta di piedi ed ascolto i silenzi interrotti.
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Bucando la vita
E scendevo piano piano senza far rumore, la polvere danzava sulle scale, un pentagramma su cui le note si librano leggere, in punta di piedi cercando di toccare il cielo, zoppicando avvolte nei cespugli di parole, bucando la vita, mentre ci aggrappiamo completi, fisici alla verità resina di pigna, annerita dal tempo, ritorna al corpo mio.
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Sulle mie labbra
Sulle mie labbra l'amaro cerca posto tra linee bagnate.
Celebra la poesia scritta di getto senza riflettere.
Angoli di luce orfani di punteggiatura inseguono l'ombra del dolore.
Che ancor ora m'appartiene.
Marino Santalucia
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Togliermi la pelle
Io sono me e nessun altro togliermi la pelle non serve a nulla come voler fuggire dal proprio corpo. Non ti piangerò più in là del mio ricordo asciutto.
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Tra un pensiero e laltro
Tra un pensiero e l'altro scrivo sospeso, disponendo i versi per gridarli ad un certo punto, e non dimenticarli, come la verità. Non ho volti negli occhi, la voce è cambiata, spalancata, come le finestre d'estate che non hanno memoria.
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Nuda e spersa
Mi piace questa intimità della pioggia che riposa sull'anima vinta in quell'ora nuda e spersa, dove lo spazio abbandona il presente.
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Qui
Sarai sempre qui, vicino a me intatta, priva d'ombre, ti raggiungo sul sentiero come l'ultima foglia, nei tuoi sogni condotto dal vento sul tuo cuore addormentato.
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Nel Canto
Nel canto
La folle verità nel bel morir, avendo vissuto le nostre febbri. Grani d’ambra che urtano raggi di sole come fanciulli. Gemme prive di forme, improvvise come lagrime legate ai polsi. Lievi senza urto, nell’attesa del sorriso che veste il mio respiro, dentro labbra dove il sangue a cascata s’incurva nel canto.
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Tra una terra.......e laltra
Vivono nel contempo l’una nell’altra, dentro il pensiero è luogo che s’avvicina il primo, e s’allontana il secondo, tenendosi all’ancora di notte. Nell’aria seminuda, come un’incisione nel cuoio cerco quanto è rimasto nelle lingue del passato, ove il viaggio si confonde con il cielo nei miei occhi.
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Trittico
Se questa tregua contro il tempo servisse a tener nascosto il bivacco dei versi che fanno da spola, tra i gradini dell’anima e il cuore. Non sentirei il fremito che m’avvisa del buio prossimo.
Per quale ragione improvvisa dovrei bastarmi, smettere di colpo e non veder nessuna crepa in questi colori saliti agli occhi, presenti nella penombra delle prime file.
Giro in tondo dentro me come un cane cerca la sua posa, niente mi sottrae a questo moto ove nulla finisce. Una solitudine immensa esiste e sembra torpore, la pioggia una finzione, l’anima disfatta nell’aria è orto incolto.
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Così pura
Così pura che quasi non ti sento, schiarire il passo mentre mi raggiungi nel sonno alto. Cade gentile sulla mia anima il velo che porti nella notte per lavare l'ifinito. Domani il nostro destino tremerà come ali di vespa per un nuovo volo.
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Voli di farfalle
Non v'è più quello che desidero e viene facile senza pensarci troppo scivolare con un movimento semplice tra voli di farfalle.
Leggero il soffio.
Come il vento non so che giorno sia, oggi che sento il sole sulle mie labbra. E non ha fine la notte per le poesie lasciate a beccheggiare come foglie sul fiume.
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Leco tua
L'eco tua, risale nel vento senza perdersi in lontananze, che ingannano il presente, disperso nei sogni, come quella nota che scioglie il silenzio rendendo vivo il ritmo.
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Donne
DONNE
Nessuno mai è riuscito a descrivere la vostra essenza, se non voi stesse, boschi impenetrabili pitture astratte, sulle guance del mondo respingete, il dissolto sguardo senza timore dell’andatura, dove nemmeno lo specchio riesce a catturarvi e fissarvi per un attimo. Rappresentate la volontà e non l’obbedienza e se anche vi sfugge diviene pietra ove edificare il futuro.
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Guardo il sorriso
Guardo il sorriso che tu vedi, carico di fantasia circola nella stessa arteria attraversando il tempo oltre i confini. Al sicuro, carezzato da lingue limpide portate dal vento e lasciate sulla neve. Smisurato, senza nome come la tempesta.
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Cella di luce
Sulle lenzuola sgualcite rimangono appese parole nude, che strappano l'aria con il loro odore, lasciandole imbrattate del loro suono nel silenzio notturno,sbrecciato diventato cella di luce.
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Le nostre parole
Se non fossimo vissuti le dimensioni delle nostre parole non avrebbero corridoi su cui viaggiare.
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Fiori
Io dico, che strano il tempo sui fiori avvizziti cambia spessore. Disidratato, arido.
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Pretendo la verità
Pretendo la verità statua nei templi simile all'aquila. In volo s'abbatte con felina baldanza ... sugli agnelli. Falciati dalla luna pallida nemica. Correvi un volo a picco vibrato, famelico su tutte le anime. Avversa a chi deve mentire con ardenti occhiate tra neri alberi. Assale e sottomette femmina, decisa sicura.
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Uscendo di casa
Uscendo di casa divido il peso con questa terra che è dentro me.
A lei rivolgo i miei occhi.
Come non piangere attraversandoti ora che sei quercia?
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Tre atti
E questo spartir la carne, nel corpo tuo tre atti tutti d'un fiato.
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Punto Nero
A questo punto nero come la pece, soffio via la polvere dalla memoria, asciutta dalle parole che assorbono i pensieri, piantati in una terra incolta, dissodata negli anni e preparata per il giorno che traccerà la linea di partenza, e ricominciare di nuovo tutto daccapo. Imparare a respirare nel liquido materno, costretto a controllare i movimenti, sino all’istante in cui scivolando nell’imbuto m’affaccio alla vita. Una luce intensa stordisce e fluisce, nel mio corpo nuovo l’aria si fa strada. Fiume di lava sgorga con lo stesso impeto, urla nel dichiararsi al mondo. Un oceano dalle infinite dorsali, in cui fluiscono miliardi di esseri incrociandosi per caso. Costretti ad armarsi per le guerre che l’aspettano, imparando ad accogliere tanto la vita quanto la morte, nel silenzio dell’onda che siede davanti alle grida che ho dentro.
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Senza alibi
Ora che la luce è accesa i segreti prendono corpo nelle tue mani. Senza alibi assalti le tue ombre illuminandole con fulgore inedito.
*
Sono unaltro io
Non ho fatto altro che donarmi, perso per poi ritrovarmi confinato nel corpo. Perchè non accade nulla in questo esilio, stretto come lo spazio curvo. Apparente esperimento mentale. Forse io, ora sono un'altro io.
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Almeno per te
Almeno per te
si confonda la pioggia
con il cielo azzurro.
Fianco vasto
monte dalle braccia aperte
verso la terra, madre di fanciulli.
Lampade accese
alle soglie della notte
un campo di spighe, color miele.
Pronte a salpare
lente, dentro fiumi
di galassie, limpidamente riflesse.
*
Ombre taciute
Inquieto il pensiero frequenta ombre taciute disegnando nature opache nel futuro. I capovolgimenti scompaiono nella parte oscura tenuta ai margini dell’origine dell’anima della terra.
*
Lamore
Siamo dinanzi a lui il suo volto è aperto e puro come l'acqua sorgiva muta a tratti innocente melodia.
*
La notte
Ho un disperato bisogno di te delle tue mani che la notte inseguivano le mie cercando la strada di casa Ora sola come la rosa nera volgi lo sguardo altrove per sconfiggermi ancora una volta
*
La carne
Questo pungere la carne viva dentro me
Carne e sangue precipitano gentilmente di spalle abbandonate nelle zone d’ombra tra le soglie del tempo
Capaci di resistere nella scrittura delle mie dita sporche
Macchiate d’inchiostro temono l’ardere della critica che incendia la mia poesia
*
Più nulla
Non riconosco più nulla è come se fossi nato in questo momento. Il mio smarrimento si protrae privo di ricordi in un contenitore vuoto.
*
La menta
Ho sempre trovato delicato
il profumo della menta.
La sua dolcezza tra le narici
l'odore inebriante nei suq
assopiti alle prime luci del mattino.
Le immagini invadono
i miei ricordi.
Nei bicchieri alti
e nella loro trasparenza
lasciano intravedere
un mondo parallelo
oltre il vetro.
Deformato dalle sue curve
mi stringe al petto
spezzando ogni precipizio
*
Punta della biro
Scrivendo sento voci che giungono dalla punta della biro come se un nodo si sciogliesse dal fazzoletto. Creando così un mantello di parole steso sul foglio. Lo avvolge da un'estremità all'altra come ali di uccello per poi sollevearsi senza lasciare alcuna traccia.
*
Terra rossa
L'ultimo verso torna sempre ad inseguire la penna che scorre sul foglio ingiallito al tempo smosso come terra rossa arida del Maghreb...
*
A questora
A quest'ora
dovresti dormire tra le mie braccia
e non tra i cuscini delle tue altalene
appese al vuoto
lasciandomi dondolare senza tempo...
*
Riva ove porti
Vivo per esser riva
ove porti in viaggio
la tua nave.
Ferita da un'onda sfinita
e naufraga ai miei piedi
il tuo canto.
Marino Santalucia
*
Cercando tracce
In passato ho cercato d'indagare il mio corpo sfibrato dagli eventi cercando tracce su di esso dopo esser sceso all'inferno. Appartenuto al nulla prendo in mano i cocci per ricompormi con una tempra diversa. Abbracciando tutto quello che mi circonda briciole di mondi con lingue e denti differenti. Generano suoni nuovi vibrando nell'aria, che attraversandomi provocano la vita.
*
La Nascita
Quando rifletto
sul senso del viaggio
che l'uomo fa
verso se stesso.
Temo d'essere ad un punto fermo.
Ma poi mi stupisco
e commosso contemplo la strada fatta.
Ancora qualcosa da scoprire
da ricercare sul mio cammino.
Aldilà del velo
oltre l'apparenza della superficialità.
Sono davanti allo specchio
indosso una tunica
la tolgo lentamente
e percorro il mio corpo.
E' denso
misterioso
sconosciuto persino a me stesso.
Esco dal sogno.
Steso sul letto
in posizione fetale
celebro la mia nascita.
*
Ritornerò
Ritornerò persino vivo di ciascun immagine accampata geometricamente. Annaffiando questo foglio con lacrime d'inchiostro mi sposto la speranza.
*
Sentirmi
Il modo di sentirmi è il mio carnefice. Um mammut che sopravvive come impronta indelebile. Potrei smettere ma suiciderei me stesso.
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Fili dalga
Tra coralli e luce indosso voci Salate s'mpigliano tra fili d'alga come i baci miei ...nella tua bocca
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Il mio corpo urla
E che silenzio sia in tutti quei posti ove il mio corpo urla.
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Aveva la tua pelle
Quando ad un tratto t'ho visto sono rimasto turbato e commosso
Questo libro mi fissa e mi domanda
La notte appena scesa aveva la tua pelle?
*
La lettera
La lettera d'amore è arrivata in ritardo nonostante i miei versi fossero già lì senza appuntamento incisi chiari sui tuoi seni seduti al tuo fianco immaginano una lunga attesa si stancheranno fingeranno d'essere arrabbiati per una volta.
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come le stelle
Come le stelle che cadono senza farsi male Le ombre ricamano orli sui muri Dove il sole non scalda il cielo Frenato dal desiderio Gridato di notte Lascia a quest'uomo un istante per vivere la fine
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Il sole albeggiante
Il sole albeggiante mostra la genesi quasi per caso.
Un nuovo linguaggio sboccia con enorme potenza.
Emigra il dettaglio già quasi cancellato dalla nebbia che dissolve il rosso verso il giallo in un’istantanea armonicità.
Accenna a quella scomparsa dell’immagine contenuta nei mutamenti luminosi cambiando le linee di contorno.
Tratta dall'antologia "In vino veritas" (Giulio Perrone Editore)
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Il Cancello
Sei scappata ed io poco dopo ho fatto lo stesso non cercavo di inseguirti fuggivo da me dalle stanze incomprensibili dai cartoni mai aperti da quelle scatole cinesi in cui ti rinchiudesti e nascondesti noi i nostri progetti il nostro futuro pensandoli al sicuro dalla tempesta. Sarebbe arrivata prima o poi arriva sempre una tempesta. Chiudere il cancello sarebbe inutile ora ora che ci siamo persi.
*
Memorie Lontane
MEMORIE LONTANE
Memorie lontane scritte ad occhi chiusi in una lettera ad una sconosciuta con le iridi stellanti e lo sguardo estraneo
È l’ora dei ricordi una barriera di vuoto una trappola colorata uno stato di sospensione
Nel mondo degli sconosciuti nella vita degli uomini che non si voltano
Il gioco della sorte come serpente nel paradiso scende il gradino più basso
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senza titolo
Gioco ancora in un altro mondo con un’altra parola a bordo del vento Senza pagar nulla vedo sogni galleggiare nell’aria alcuni s’impigliano tra i rami Scoppiano e nascono come fiori verso la vita quasi cadendo verso l’alto
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