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Raccolta di poesie di Michele Schicchi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Martirio di Santa Margherita

Nel taglio degli occhi uno sbaffo,
il mascara.
Che mai ti lamenti
se ti chiamo a quest’ora?
Col rossetto appassito: ti voglio.
Tu mi guardi, il corpo tace
io m‘addentro e siamo lì,
come per ogni allineamento...

della luna! La luna piena...
e mi grida e mi fissa la pupilla
che si dilata e sono qui
irsuto, col fuoco, le membra, alieno.
L’azione spiega da me e volteggia

ologramma che galleggia lì davanti

ad ogni inspiro.
E tu, Dea che fu
omissione di soccorso
ultima della dinastia, reato incompiuto.
Tu che misera ogni sera
te ne stai sul divano

piena di routine, ma che vedi?

Le dita affondano nella carne mobile
e sospiri ed inspiri:
sarà per quel neo nero solitario sulla schiena
o per quello sbaffo bianco:
mi son perso,
ma son stanco
ed espiri.
E galleggia.
Ed i suoni e la luce in particelle
fendon l’aria,
si ritrae geometrico il volto di se stesso:
e le membra, e le smembra
e la lama fende l’aria
e gli schiocchi, e gli schizzi
fissi gli occhi.
Dea che sei:
nei templi echi d’odi
dalle ere che furono,
negli affreschi uomini proni
da cornice nei deserti,
i sepolcri ormai scoperti
e quei campi
ormai cosparsi di scheletri e di sale
e tu, che sei solo carne umana
e mi trovi ancora ingiusto
se ti faccio del male.

*

Besar 14

Brucia l'intellettuale,

l'intellettuale brucia davanti ai miei occhi.

Gli animali sbranano ogni forma di civiltà

e la civiltà decade.

Decade, le biblioteche sono forni primitivi

i musei imputridiscono al sole.

Quell'elegante grido di 100 anni fa

non ha alcun significato: la parola non esiste oggi.

Oggi, ora, ... il tempo non è più misurato

abbiamo schiacciato tutti gli orologi.

L'infinito davanti ai miei occhi

la parola, la scrittura dopo 5000 anni

finalmente son morte davanti all'infinito.

*

Immenso 8


L'atomo fu l'immortale
mentre tutto si piegava alla stoltezza dell'imperfezione.
L'uomo morì, sfiatando il cuore
La terra si distrusse coi suoi stessi veleni
I soli si spensero in un ultimo tenero bagliore
e le galassie tutte si disgregarono nel più lucido buio.

L'immenso visse con la morte di essi
fatto perfetto dall'imperfezione,
l'elettrone
è il suo intradibile padre.

*

Immenso 2

Una dolce aurora copre le stelle della terra.
Immaginario collettivo di sempre:
l'inappropriatezza dell'anima.
Immagine del singolo:
albero maniacale
distruttore di vite
innocenti
deboli
moribonde nell'animo inutile.
La vita di un cielo sotto terra
partoriva stelle 
che si riflettevano in uno specchio:
l'amore totale.