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Raccolta di poesie di Antonella Taravella
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

La casa e le ossa

Cosa resta della voce, o morte,
mimare l’aria segreta fra le
costole.

 

la casa e le ossa, ricordami di dirti
nella preghiera viva – piegata come la carta
insistere nell’evoluto – al volere di un pensiero

nella prima volta ti restarono il sole
la carne da pestare  all’angolo
nutrimento nel sapore
e nel letto sfilato - silenzio
distrutto

poi piccino mio principe – imbacuccato alla notte
fin sotto il mento
un grugnito di voci e storie
quanto il rapimento delle sirene

la corsa tirata per i capelli
nella terra percorsa dagli aghi
e poi bruciante come un singhiozzo
l’amore - chiodo calzato
nel ceppo amareggiato
del sale delle mie labbra

restami nell’ansa di cielo
che faccio con le mani

*

L’esilio attraversato

abito l’esilio come un cammino - destino di buio verso casa
intascando parole nella semplicità della sera
un nome ritmato nella festa delle foglie sbriciolate
attorno al tempo che fermo dal guardare abissi
come il tratto deciso delle tue spalle al tramonto,
attingo nella notte l’impossibile suono
degl’inverni attraversati come giardini d’arredare
e cerco il bordo, la palpebra bagnata dal nero
-  testimone nel giro sospeso al chiavistello
alibi di preghiere e addii ricordati per assenza,
che scioglie i muri sputati dalle luci – alternate
da quelle certezze addormentate sul lato sbagliato del ventre
e appiccicarsi poesie come fedi nuziali
miagolando come bestie sotto l’acqua che ci fa brucianti
come una parola impronunciabile

*

Segmenti di guerra

Segmenti di guerra

I

si rapprende un pugno di verbi
nella congiura che l'aria mi gira
- come in attesa di forca -
e spremo sulla tua bocca l'essenziale
per lavorarti un silenzio
con la lana e i rovi
di certe qualità allattate
con veleno di guerre

II

è particolare questo tuo gesticolarmi i rami
le foglie morte - macerate dai singhiozzi
sono dispersioni, tentacoli amarognoli
[nel patrimonio che le falde molli
disegnano a salire come vermi
una bava a seguire, che disprezza
il respiro dei liberi]

III

ti fai voce profonda, barocca come una caverna
l'esilio porta alla terra - altro vento difficile
e la notte, ancora, diventa notte come la memoria
che strappa dagli occhi le paludi e quei lussi
che cadono e ri-cadono nei fori delle tue orecchie

*

L’inedita bestia che precipita nei limoni

io porto una bestia ad abitarmi
si bacia i piedi mentre
si trat-tiene con una mano alla terra
e mi sento spiata nel gesto,
arcata sopraccigliare smarrita
al buio tardo della neve
*
un mondo nascosto, nei limoni
l’aspro morso della notte
in questo ancoraggio spento
*
dentro non resta che una mattonella
il nome pervaso d’azzurro,
                                               ha un nero angolo
da leccare – nel giro che la pancia
mi permette di spingere
in un minuzioso labirinto
*
e riconsegno la voce, al tuo occhio
il mio frequente assassino
che percorre a piedi
il mio animo precipitato
nei limoni

*

L’omaggio rimane sul tavolo come un formichiere

L’omaggio rimane sul tavolo – come un formichiere di versi

Voglio uccidermi, sfuggire alle mie responsabilità, strisciare di nuovo nell’utero.

-Sylvia Plath-

nervosa di giorni salati e di una casa spaccata
raccolgo l’odore pettinandomi una povertà
che mi percorre il corpo come una fame
in questo male che occulta la parola
con una paura che non mi parla
faccio d’erba le unghie
il mare ha nel sale il fuoco – che scrosta
l’impiccagione degli errori

e si fanno bestie questi pezzi di muro
senza colore tolgono la mia infanzia dai bulbi
le mani hanno un fondale di meduse
che in lamento schiumano piscio
in un eclissi di formiche e nuvole