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Raccolta di poesie di Nicasio Riggio
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

In dissolvenze

In dissolvenze


Sfuggente forma, le cui grazie
inusitate affini,
mai di te memoria fu così vaga
cotanto assente l’animo.

Reso ludibrio scatta
l’inconsulto automa
e la scintilla è la stessa.

Tu, al vacuo che s’affolla
l’uguale meraviglia accenni
che sostieni.

Quanta fatica discacciare
i luoghi comuni dalla mente!

Se ti soffermi
invariabilmente mi sorridi.
Ruotano gli eventi e già ti vidi
disciolta forma soave in dissolvenze.

*

Improbabili accordi

Improbabili accordi

Petulanti rime o galoppanti metri
a briglia sciolta, raccattati qua e là,
di getto o di rigetto,
sempre maturi il tempo
ed in ricerca vi risolva
nei limpidi reami dell’animo.

Non si ferma il fluire del fiume
tranne che secco, se pur lento,
temporaneo, incerto, nel mare
che s’espande.

Non si ferma lo scorrere del verso
che riversa copiose stille
nell'anima colma che trasale.

Questo io dico a chi cerca
insulse ridondanze,
improbabili accordi,
appiccicate etichette.

Il poeta non svende le sue rare parole,
semmai le ricrea;
almeno trova, fra i tanti già letti,
il tuo testo migliore.

*

Un fil di fumo

Un fil di fumo

Ogni lacrima tratterrò venuta
a visitare questa notte d’ombra
e di gelo, dove si perde il volto
e la sua grazia andata, rinvenuta
estranea a forza, celando il battito
d’ angoscia già provato ad ogni passo.

Così nell'assieparsi della folla
scorsi quel grumo che mi porto dentro
e come allora ne rifiuto il senso
evaporata dentro un fil di fumo
o dentro un’altra bolla del creato.


*

Alla fine d’un sogno

Alla fine d’un sogno

Appena desto ho cercato
la tua guancia.

Son corso esultando
allo sbaraglio.

Labirinti, fosse, tranelli
campanelli del tempo.

Avvisi di streghe latenti,
d’orchi incombenti.
.
Ma in un giardino incantato
vegliavano fate.

Rosati bulbi, nidi, farfalle,
spazi inviolati.

Non mi pesa il rimpianto,
quanto lasciare insoluto
il dilemma cresciuto
alla fine d’un sogno,
dove talora ritrovo
quel caro compagno,
di giochi, perduto.

*

Elucubrazioni all’aperto

Elucubrazioni all'aperto
variazioni sul tema
(tratta dall'inedito: Digressioni)

Accoccolato sotto un bel cipresso
(meglio se fosse stato un bel cotogno)
con la goduria di frutteti e foglie
col venticello che fresco dappresso
vi coronava il corso del bisogno,
(quando si dice è l’aria che t’ispira!)
A fare cominciai strani pensieri:
atomiche, cimiteri, buchi neri,
puttanieri, comici, giocolieri,
giornali, giornalisti, faccendieri,
un ragazzotto fico fermo lì
intento a stropicciarsi l’ombelico,
una virgola omessa nel progetto
e tutto crolla mentre sto all'aperto;
tutto sommato ma chi se ne frega!
Che questa foglia è larga quanto basta
e forse meglio all'uopo più dell’acqua.

*

I libbra novi

I libbra novi

Dintra la me muderna libbreria,
tra nomi d'oru e fodiri di prugnu,
cci stava un vecchiu libbru di puisia
strinciutu comu un occhiu dintra un pugnu.
Scusatimi! Ma pi sta frinisia
di scriviri pi rima 'un mi nn'addugnu,
avia di diri un pugnu dintra un occhiu,
ma pari propiu ca mi cci 'mpapocchiu.

Dicemu puru comu s'havi a diri,
dicisi ca di dda l'avia a livari
cussì cu i molli, jennu a ghiri a ghiri,
nisciu e mi lu misi pi sfugghiari
e chistu fu ca propiu nto finiri
truvai na frasi alquantu singulari,
dicia cussi: si parri di la vita
scrivila a 'nchiostru e jetta la matita.

Corpu ntra corpu, dicu 'n-fidi mia,
forsi a primura o puru ca distrattu
di chiddu chi man manu cci liggia
dintra ddu libbru vecchiu ancora ntattu,
m'appujavu tanticchia a libbreria
e bedda matri nun l'avissi fattu!
Ca i bedda libbra novi a l'appujari
sataru tutti 'n-fila e pari pari.

*

La ruota

Aleggiare di canti, nell'andare

alterno dei cieli, messi gioiosi,

avvolgete le candide piume

che viene la notte, solita,

incline a chi ascolta,

ferma senso e lancette,

libera l'anima.

 

Ma l'ora più avvezza

rimbalza precaria e vacua,

l'ali tarpate stagnano

sulle folte antenne,

tacciono i cieli,

una coltre di nubi s'addensa

di squallido grigio.

 

Stinto ogni colore

si restringe la vita

a collo di bottiglia.

 

Gira la ruota e tira

i remi in barca il fiato corto

con la sua rete vuota.

 

Tornano verdi fronde a soleggiare,

il mare ripiglia l'orizzonte.

 

Se meraviglia è l'uomo, è idea

che s'approssima al fine

riunendosi in volo,

ch'altro intelletto imbriglia.

 

 

*

Questi versi per te

Questi versi per te

Ho gli occhi stanchi,
è stato un giorno mediocre.

Non so immaginarmi quieto;

così mi sorprendi a vegliare,
provvida bruna,
carezza dai lunghi capelli
colma di stimoli.

Era la nostra intesa
alba struggente d’attesa
d’incontri febbrili.

Giungano questi versi a te
agli amori mai smessi,
come questo che ancora
scalpita nella memoria,
esalta, nutre e rinnova
la gioia di vivere.























































































*

Distrazioni

Distrazioni

Scivola stanotte a fior di pelle
un soffio sottile a carezzare,
che pure gli alberi avvertono e le stelle
e fa di questa notte le più rare.
.
Beate parentesi son quelle
dove ogni cosa tutt'intorno tace
e ti ritrovi al centro d’un mistero
che quasi si disvela in questa pace.

Attimi, brevi soste, distrazioni,
quanto concede il vano frastornarsi
portandosi dietro ogni pensiero;

così rilassata ogni fibra rimane
e remota è l’angoscia, è lontano
il latrare insonne d’un cane.

*

Evanescenze

Evanescenze

Non urlano le foglie
alla voce rabbiosa del vento,
lievi su se stesse girano
e giacciono.

Sgranate statue,
di memoria avita,
occhiute e senza dita
divora il tempo.

Ma altro è che marmo scolpito,
plasmare l’istante malfermo
d’un lasso infinito.

Bolle di gocce vaporose
scendono e mai toccano terra.

Colorati fluttuanti riflessi
durati un abbaglio.

Fra chiaroscuri intricati,
sfuma la meta al crocevia,
così raggira quel faro
evanescente nella foschia.

*

Non più

Non più

Non più dentro vortici attratto,
canto di sirene ascolterò,
poi che divenne greve la parola,
corrose, toccò il fondo, tracimò
incrostandone il mondo.

Ma se l’eco perenne ti commuove
portandoti all'orecchio una conchiglia,
incisa resti, al suono-meraviglia,
una parola nuova.

Gioisci dunque! Rigenerato cuore,
sola causa al fine che discerne;

e a questi che si accalcano, pensieri,
come un groviglio d’ali disumano,
battere convulso d’un lontano
infrangersi di voli,
dia pace il tempo, un anelito d’arte
e qui lavori in disparte nell'animo.

*

Amata terra

Amata terra

Io non so se esista un lembo di terra
come questo, altrove,
dove si prova quello che io provo
dove se miri il cielo, come stanotte,
viaggi in un sogno ad occhi aperti.

Qui, non desidero altro, ché
per grazia ritrovo le mie radici;
discendo pendici di monti
e nei tramonti disegno profili.

Ecco! Aci e Galatea far capolino,
amanti ad ogni amante
l’occhio strizzano
come languide lucciole destate
nei pleniluni incantevoli
di questa adorata Sicilia.

Attraverso miti e passioni,
mi riconosco storia rara
d’arte e di profumi,
di genio e di fatica,
d’atavica memoria al cui richiamo,
dolce, mi percorre un brivido;

e torno a te cielo di lumi silente,
punto in cima dove s’affoga il cicaleccio
e si dilata l’anima fra stelle
e respiro di mare e di limoni.

Non senti più le tue vene, siculo distratto,
dall’alto dissanguato e in basso inerte,
per mafia e fame conosciuto ai più?

Dentro topaie metropolitane
sterilizzati nei vostri i Pad, i Phone,
dentro cuffie assordanti, ebbri di connivenze,
isolati isolani chi ci riscatterà se non noi!

Amata terra
io non rinuncerò mai a sentirmi
universo fra le tue braccia
in pace con me stesso.