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Raccolta di poesie di Piero Passaro
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Cos’è la nostra storia

Cos’è la nostra storia

“Mi rifiuto!” annunciò il vecchio conservatore,

era mio nonno , non volle mai veder il paese sotto un unico candore.

“Mi rifiuto!” pregò il pontefice  improvvisato triage,

di vedere positiva quell’inutile strage.

“Mi rifiuto!” pianse la mia mater dolorosa ,

di abbracciare i precetti dei fasci come la spina d’una rosa.

“Mi rifiuto!” ordinò il  fiero compagno ,

di combattere per le nere camice alzando il pugno.

“Mi rifiuto!” replicò  la donna che sposai ,

di gioire per la repubblica , fonte di nuovi guai.

“Mi rifiuto!” scandagliò il primo figlio al mondo messo,

di trasformare il rosso sentimento con l’assurdo compromesso.

“Mi rifiuto!” cantarono in coro i miei studenti,

di vestire gli abiti dei grandi , di correre agli armamenti.

“Mi rifiuto!”  protestò il mio giovane nipote ,

 dopo le mani pulite , di prestare fiducia al politico che perse ogni dote.

“Mi rifiuto!” urlarono i veri italiani,

di dare voto a chi copriva le morti dei Falconi e dei Borsellini.

“Mi rifiuto!”  promise quel cavaliere ,

di ostacolare la democrazia , parole mai vere.

“Mi rifiuto?” domando oggi a me stesso,

nonostante la vecchiaia e  la storia non concedono il permesso.

*

Una furiosa distrazione

Lavora e respira,
produci e ritira
ogni tuo ripensamento,
non aver risentimento.
La mattina senza esitazione,
la notte senza ambizione,
il giorno con devozione,
la sera con fruizione,
vivi un’armoniosa tranquillità.
Comprendi e ispira,
crea, e interroga
ogni tuo sentimento,
imponi un ragionamento,
la mattina con meditazione,
la sera con rivisitazione,
la notte con perdizione
il giorno con illazione,
muori in una furiosa distrazione.

*

Laura

Laura si alza, beve il suo caffè,

ascolta un po' di musica, ha tutti i suoi perché.

Arriva alla stazione e prende il suo treno,

comincia dalla mattina il suo amore che non ha freno.

Amore? Che intendo? Lei pensa sempre “me lo prendo” ,

tutto quel che può, la voglia di vivere, le cose, però…

Laura sai chi sei? Uno spirito sempre in movimento

ma cosa, di tutto questo, è il sentimento ?

Tutta questa emozione, Laura sai qual è la destinazione?

Lei corre, cammina , si muove e si protende;

vive, brucia, ride e lacrima ma il sorriso la difende.

Giunge, si siede e va per la metro,

legge, ascolta, viaggia, non si volta mai indietro.

Laura passa, è come un tornado emotivo nella vita,

ti fa provare millanta sensazioni tracciando una ferita.

Laura con chi sei? Il prossimo, crede tu sia sua:

dice che ti ama, ci crede davvero quando gli dici “fammi tua”.

Povero illuso, una sola vita si ha , e questo Laura lo sa.

Questo è proprio il criterio che le dà ansia di vivere,

con lei parli fintanto hai voce e fantasie, scrivi poesie;

con tanti quadri attorno e un magistrale sottofondo

stare accanto a lei non t’importa se è un modo triste e tondo.

Voglio stare con te Laura, alle prime ore del giorno,

a viverti, odorarti ed amarti, il resto della vita è contorno.

Laura torna a casa dalla stazione con la sua bici,

si spoglia e si fa un bagno, rammenta quel che dici.

Fra i suoi innumerevoli, progetta altri viaggi,

riempie la sua tavolozza con colori nuovi e saggi.

Se nella spedizione sei con lei, di ciò che è nuovo nulla ricorderai:

“insieme a Laura sono stato” soltanto codesto pensiero amerai.

Quel che sarà del tuo discernimento e come vivrai,

non influisce, poiché il ricordo del suo sorriso avrai.

Perché con Laura è così: se le sei vicino

è viver un’altra vita, come tornare bambino.

*

Poesia YF

Come un sogno giunge : prima , e dopo di un’oscurità,

lei torna e la vedi come fosse un santo, desiderosa , che non capisce ;

è bella ma non ne fa un vanto.

Procede , va avanti e si infligge sempre  domande,

quando la scorgi sembra l’eroe delle queste cavalleresche :

affrontar draghi, mostri e creature senza un perché.

Desideri colloquiare con nessun altro, quasi vien voglia di essere il suo aiutante, il suo Merlino.

Ragazza che mostra sempre in quel modo ;  che si ingegna di risultar sicura, d’essere in regola con l’occasionale person’ giudice di turno.

Insicura che combatte se stessa in celati modi,

i suoi sguardi, i suoi occhi, sono colmi di sospiri ;

essi sono profondi, li determina coi suoi deliri.

Ha sempre un po’ subito e sospirato, i suoi amici sono momenti soffusi,

l’affetto lo intinge da ciascun dei cuori le si son aperti e che le si son schiusi.

Incoscientemente forte, mentre s’avvide debole ,

ma lei non ne sa nulla, alla semplice serenità punta come un’iperbole.

Una fiamma  di color  polivalente in questo ardente falò di fuochi tutti uguali, tutti gialli, tutti rossi, tutti uguali.

Il sospir preannuncia la sua volontà d’essere sempre pronta ad aspettarsi il peggio,

offrendo sorrisi incantevoli per le persone, come dovesse convincerle tutte, un vero seggio.

Come la dormiveglia s’allontana, così nel sonno attanagliato , è la propria vestaglia.

*

Il terzo binario

Vidi, alla stazione, qualcosa di strano che mi fece pensar tutto il resto:
la trinità e l'ulteriore arbitrio, non un binario sinistro e neanche uno destro
ma il centro ed  il neutro,  il cui giudizio supera una scelta.
Il non aver parte, l' averne tutta…della grande comprensione il fascino permea,
il gemere con l’indole altalenante, di ogni ragione che vi sia:
L' estremo comprendere! Comprendete ciò che dico?
L ' essere conoscitivo dentro la nostra anima vuole continuamente capire,
poichè la conoscenza è, dalle differenti sfumature, un lieto subire.
L' ignoto è il non-essere, la non-esistenza…
una bestia la cui ferocia è placata dalla coscienza. 
Color la cui origine prevista ne ha due, ora ne pone uno centrale,
esso, delle lingue e delle razze, reca un sapere abissale.
Il terzo è il binario il cui treno mai si nota il veder transitare,
nessun giorno e nessun dove, per la persona che lo vede passare.
Coglierlo è cogliere la sublimazione conoscitiva di se stessi,
una gioia di rettitudine, la speranza di pacifici universi. 

*

Baigneuse

E' più dolce per gli occhi , veder le belle donne o le donne belle che dir si voglia,
l' uomo farle godere, far veder loro si è la propria traglia.
Desiderar il loro orgasmo , alimentar lor cuore : se l'uomo non agisce,
la donna bella o bella donna , non gode e gioisce.
Signora che porta godimento reca onor in cuor dell'uomo,
ci si può considerar onorevole , fiero e isonomo.
Tutte le vesti l'uomo d'onore sà vestire ,
da schiavo a padrone a maestro , deve capire.
Cosa c'è miglior del sorriso onesto,
della donna amar sai , ti concede il gesto?
Maschi noi possiamo sopravviver al funesto,
freddi , lunghi giorni senza senso codesto.
Perchè dei piaceri per donna non si tratta testo ,
donna felice per l'uomo, il mondo sarebbe questo.
Corteggia, compiace, festeggia, seduce
s’è uomo vero, alla donna questo conduce.

*

Ipertensione

Grandine cade, scivola
io osservo, guardo.
La signora sale, si arrampica,
i turisti parlano, discutono.
Ci sono i cartelli e indicazioni,
le persone si muovono, per direzioni.
Sale l'agitazione, forse maniacale:
parlare con persone, pena il male.
Appare una nobildonna indossante collant,
penso al suo profumo, col temporale fa pendant.
L' umore è nella pioggia battente,
ora si calma, come me.
Diminuisce il battito, il respiro decelera,
di norma cerco il permesso nel sesso, 
o in strane forme di possesso.
Mi distraggo, scorgo finestre aperte lungo strade:
è incantevole il loro riflesso, memorie mai diradate.
Vorrei continuare ma faccio sedere una stanca signora:
non ha una pensione,
io posso almeno concederle il seggiolone.

*

Assoldato

La via è scesa, la soffri quando c’è,
la soffri quando non c’è.
Dopo che lo ha plasmato e che finisce ,
la guerra rimane ma nell’uomo, finchè non perisce.
Perché nel momento che uccide non c’è sentimento senza tormento,
e  taluni di questi  ricordi , mentre avvide,  non lasceranno mai l’uomo manco nel tardi.
Tante vite spegnerà  , oltre a quel che è giusto e di ciò che lo era ,
quante mostrerà, le facce finte ai suoi cari ogni sera.
Ma quali ragioni possono ratificare le millanta lacrime di persone con questi  atroci scempi?
Quale contrasto politico o religioso deve privare l’azzurro naturale al ciel con questi lampi?
Nel giorno in cui il soldato tornerà alla sua vita con in mano un fucile e nel cuore una scaglia,
come potrà sentirsi quell’uomo, quando gli conferiranno una così puerile medaglia?
Chi può conferirne per questi atti matti?
Il soldato che parte , combatte in guerra e torna,
perde ogni arte, ogni ragionevolezza e adorna.

*

Notte

Notte,
Il tuo colore di ieri era freddo e pungente,
una proposta gelida di diventare tutt'uno con te.
Ho visto la tua oscurità che giocava,
astratta ed eguagliata solo dalla nebbia che ti sfocava.
Ero lì notte, mentre ti guardavo e ti ammiravo
nella tua perfetta onnipresente irreperibilità,
ognuno di noi è parte del tuo crepuscolo, della tua minacciosità.
Ombre di persone unite nel tuo manto,
inconsapevoli recano parte nel tuo antro.
Notte fredda, notte buia, amo perdermi nella tua conclave silente
alcuni amano veder morire lentamente,
e taluni dormire per vederti sparire.
Notte, il tuo regno è nativo di sogni e incubi, frammenti di realtà,
esistenze formate da un secondo, sfreccianti tra polarità.
Notte,
ergi incontrastata dove sospiri e inspiri,
mi lasci con un vuoto soave e grave.

*

Il labirinto bianco – (Centro storico di Gallipoli)

Cammino facevo, bianco avvolgevo
scorgendo questa via , gioire quanto buia sia.
Le vie son solo un punto di partenza, appena un cadenza,
l'arrivo non l'ho conscio , non è il volere del mio sapere.
Si scinde la via, la percorrenza è sua non mia ,
ma permetto all’ immaginazione di entrare con infatuazione :
Il labirinto bianco consegna dipinte agitazioni, sussurro di emozioni, risultato di palpitazioni.
Come un cinematografaro , con rapida precisione perpetua la differenza di visioni,
il labirinto smette di esserlo e muta nella più dolce delle sue destinazioni :
quella del faro , il soldato lucente che con la luce gioca,
illumina la grande distesa marea con passione fioca.
Il labirinto è già dietro e io guardo avanti il paesaggio ,
come all'interno dell'affresco, che il fascino mio pittura, di un viaggio.

*

Ti ho vista madre

Io ti ho vista  madre, mentre il tuo volto diventava verde di rabbia ,di solitudine, d'amore e d'angoscia.

Io ti ho vista  madre, mentre dal tuo grembo toglievano il tuo uomo che era mio padre.

Io ti ho vista con gli occhi sbarrati e le gote secche, gli sguardi spenti intorno al nulla che ti circondava, che circonda tutti noi.

Io ti ho vista madre , camminare tra l'acre odore di fiori e di morte.

Io ti ho vista madre , spegnersi la gioia dai tuoi occhi scuri di giorno,

tra pensieri lunghi e sospirati di notte,

di speranza e di abbandono, di inizio e di fine.

*

Pëtr Il’ič Čajkovskij , Overture 1812 – Sensazioni d’ascolto

Soavi distese  recano libertà allo spirito ,
come onde della marea, un ciclo ordito ;
frenato dall’ incursione di archi gravi e trombe solenni ,
presagiscono il terrore della vita e dei suoi accenni,
così improvvisi , così aleatori ,  gioiscono  in un ritorno fiero
di percussioni attente e rincuoranti come un siero ;
e l’ anima è contesa da codesti regni  :
emozioni perpetue  tra vita e morte e sogni !
Il rintoccar della beatitudine d’ un giardino d’aurore,
divien il saltellar di un’ anima danzante non priva di furore.
Tutto si ripete e gioisce , e un malanimo contrasto
fluttua nell’andirivieni di emozioni , con un voto funesto :
Si schiude il sublime improvviso ! La pelle lo sente col crescendo !
Archi che cantano e decantano ripetendosi , promettendosi ,
di pitturare i nostri sentimenti : lesti arcobaleni e foreste incantate ,
suonano acciocchè  diveniamo  gloria , timore e amore,  con tali sonate.

*

Mare

Sfiora la terra, accarezza la natura , pone un vero sentimento :
egli è un empatico , infinito, affresco in movimento.
Così neutrale ed immortale come avesse una personalità passiva,
magari un poco attenta, attarda tutte le ere verso la riva,
e la sua immensità situa i pensieri, i quali si tuffano come una diva,
in quel mare lontano, in quel mare nostrano.
T’appartengo in quel blu che di me fai sovrano !
Vedo la barca, vedo la vela, issata corre,
 lungo quel manto azzurro e astratto,
dove le storie sono conservate.

*

Ich Bin Ein Berliner !

Vidi una limousine all’aeroporto ,

vedemmo un presidente senza mai uno sconforto.

Vidi una lieta folla acclamante ,

vedemmo un orgoglio d’una nazione sognante.

Sentii l’amore dalle diverse generazioni ,

sentimmo l’etico splendore di sacre decisioni.

Sentii gli anni sessanta cambiare l’ideale fardello,

sentimmo le moltitudini unite, dal presidente e dal fratello.

Gioii con quell’uomo incravattato ,

gioimmo tutti , vederlo impegnato.

Gioii nella sua sacralità politica,

gioimmo a ricordarci ch’era arte repubblica.

Urlai il suo nome , il presidente dell’urrà ,

urlammo di diritti , egli non gemeva per la conflittualità.

Urlai quando i colpi per Dallas risuonarono,

urlammo d’ira quando i colpevoli scapparono.

Piansi l’uomo, ricordai il suo temperamento,

piangemmo il politico e sognammo un cambiamento.

Assassinai un ideale , l’unico condito da speranza,

assassinammo il presidente, con una silenziosa dimenticanza.