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Raccolta di poesie di Daniela Pericone
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Lo sguardo volge tenace all’interno #GiornoMemoria

Lo sguardo volge tenace all'interno

seppure fuori franate le torri

i muri squarciati non ceda l'inferno

se i volti fremono in abbandoni

gli uni sugli altri premono i cuori

tu confondi il tuo corpo d'aria

a passi invisibili tra la calca

 

la vita è altrove - ma non sul piano 

lungo e malioso dell'orizzonte

la vita è dentro - giù nel fondale

di spesse nubi d'un volo che tace

 

lo sguardo segue la folla lontana

quell'agitarsi stolido e insano

non v'è dolore né sudore

che scrosti il manto corroda il vento

brucia distante un viola di luna

imperturbata veglia ragione

tradisce un'ombra di camaleonte.

 

(Daniela Pericone, L'inciampo, L'arcolaio, 2015)

 

*

Mi chiami come se

Mi chiami come se

t’avessi sottratto qualcosa

come se fosse toccato

a me trattenerti

mi guardi e non parli

dal tuo fondo di blu

come a spiegare che

è questo il colore del buio

un lampo d’algore l’inciampo

prima del nulla più oscuro

del pieno nel vuoto.

Il blu è solo

un bagliore del nero

l’ultimo aggancio

alla vita che già

adesso ti ha perso

più ignara e più stupida

senza un segno di te

senza te che la guardi

e la pensi e solo pensandola

diventa la vita che è

la non morte di me.

 

(da L’inciampo, L’Arcolaio, 2015)

*

Happy feet

Dicono che per capire un uomo
sia bene fissarlo negli occhi
oppure osservarne la curva
errante delle mani,
ma io, non so perché,
preferisco guardare i piedi,
quel punto di contatto tra l’anima
e la terra dove il passo
misura l’affondo nella vita,
la soglia di equilibrio
tra l’incerto sfiorare
di punte da ballerina
e il pieno espandersi della pianta
a possedere tutta la terra,
e le dita, poi, costrette
dall’involucro delle scarpe
che, più che proteggerle, le nasconde
alla vista di chi potrebbe sbirciare
una contrattura eccessiva
in contrasto al sorriso
o un solletico strano e quasi impudico,
una voglia di libertà
che dal più piccolo nervo
s’irradia con un guizzo
al pensiero più lontano.

(da Il caso e la ragione, Book Editore, 2010)

*

Mi scrivo

Mi scrivo lettere
e non mi rispondo.
Busso alla porta
e con voce artefatta
riferisco che in casa
non c’è nessuno.
Vorrei proprio sapere
dove sono finita
e chi è quell’intrusa
un po’ triste un po’ schiva
che mi abita adesso,
così remissiva che
non s’altera in nulla,
a tutti sorride
ma son solo fantasmi,
ha fatto la cuccia
nella stanza più interna
e ogni tanto passeggia
compagna degli alberi,
a ogni ramo sfogliato appende
rimpianti d’abbrivi mancati.

(da Il caso e la ragione, Book Editore, 2010)