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Raccolta di poesie di Daniela Jaber
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Case.

Case attorcigliate come serpenti innammorati delle loro tane,

si aprono come fiori di cemento ai raggi del sole

per scordare l'inverno senza fine.

Danzano con i colori del crepuscolo

fuggendo poi con le ombre della notte,

per risvegliarsi al mattino impreziosite

dall'ineffabile quotidianita' della vita.

*

Attimi.

Aggrappati al nostro infinito,

soli, abbracciati,

cercando l'eterno 

scontiamo gli errori,

sicuri che tra un attimo,

l' eterno sara' ancora 

la nostra paura.

 

 

 

*

Filastrocca del grasso signore.

Un grasso signore vestito di scuro

rotola lento e veloce lungo la scala,

pensando, per quanto e' possibile,

alla vita incresciosa degli altri.

Il figlio mangiando pane e salame,

insegue le gesta di amici fantasma

mai conosciuti.

La moglie e' fuggita ad Ibiza con l'amica del cuore,

li' hanno aperto un chiosco di santi liquori

per gente pentita che cerca il perdono.

Il lavoro ambulante del grasso signore 

ha perso le ruote lungo la strada.

A lui, felice, 

resta la scala su cui rotolare,

snocciolando, speranzoso di giorni migliori,

consigli gratuiti a chi ne ha bisogno.

 

 

*

Alba.

Le ombre della notte

dopo avermi calpestato

scompaiono lente,

lasciandomi sola,

avvolta da veli di luce

che impalpabili cancellano

le rovine del letto disfatto.

*

Croccantini per gatti.

Indipendentemente da cio'

che ho dato ed ho preso,

dubbi e paure cadono

guardando questi due gatti

sornioni e randagi,

mentre sto in compagnia

sedendo con loro.

Lungo la strada

ne ho sentite di storie,

mischiate alla pioggia battente

dei sogni e del caso.

Ho anche teso le mani,

non ricordo

se per chiedere aiuto,

o aiutare chi senza saperlo

mangiava la sua solitudine.

Ed ora non capisco perche'

sto qui seduta a guardare

questi due ruffiani di gatti,

io che dalla vita ho avuto...

la vita,

magari un po' scolorita.

Ma va bene cosi',

come per  questi due mici,

che si accontentano 

di croccantini per gatti.

Meglio di niente,

che' il giorno sta ormai gia' passando.

*

Interiorizzazione

Maledetto vuoto che divora,

buco nero dell'anima,

voglie e passioni.

Per poi lasciarti sulla riva del mare infinito,

a contemplare un volto scolpito dal tempo,

che osserva imperturbabile,

corpi assetati di luce

che lenti tornano ad abbracciare il mare.

 

 

*

Contrapposizione.

Con i miei angeli e i miei demoni

incrocio la mia strada con la tua,

distruggendo le impossibili mille

sicurezze

che ti armonizzano la vita.

Patetici i tuoi tentativi di spezzarmi.

Virtuale realta'.

Rinasco come l'araba fenice

e appendo sopra il caminetto,

in quadri colorati, le mie idee.

Cupamente ti avvali della 

facolta' di non parlare,

ti crollera' addosso

come le mura che ti porti dentro.

Ti rimarra' soltanto lo sguardo stupito

che i miei angeli e i miei demoni

ti rivolgeranno ogni volta che respirerai

le insipide parole di ogni giorno.

 

 

*

Tra vecchie rovine.

Occhi scavati vagando tra pietre e rovine

narrano storie mai dette.

Qui, mischiato al monotono profumo dei fiori,

tutto arranca.

Il cielo occhieggia distratto, tornando alle origini.

Inutile guardare le danze dei fantasmi.

Inutile ascoltare voci rassicurate dalla luce di una mezza lampadina.

Meglio prima o poi ripartire,

lasciarla questa maledetta citta',

indifferente alle carezze distratte di un antico innammorato.

 

 

*

Streghe.

Figurine aggrappate alle ali del vento

ci lasciamo andare

bizzarre, vezzose, qualche volta mostruose.

Senza meta, senza ricordi,

vestite di sole, emozioni, paure, amori falliti,

dondoliamo felici accanto a lune arcobaleno

a cui fare boccacce disgustose.

Ci lasciamo sfiorare da favole e miti,

per poi con un calcio spedire tutto laggiu',

all'inferno.

Cuciniamo speranze,

per poi venderle in bottiglia.

Imbrogliamo i minchioni che ci vogliono adorate.

Siamo streghe,

forse un giorno diventeremo donne.

 

 

*

Sognata.

Seduti, smarriti, vicini, felici,

guardiamo il mondo

che scorre confuso sotto di noi.

Dondolando lenti le gambe,

diamo calci ai granelli dorati

che danzando brillano al sole.

Le ali, al tenue calore del giorno,

potrebbero aprirsi,

vele bianche distese nel cielo,

e insegnarci a volare.

Ma impauriti non lo vogliamo,

siamo animali terrestri.

Il mondo lontano e piccino

rotola e gira intorno al suo ego.

Noi divenuti nostalgici, lenti, pesanti,

ci prendiamo per mano

e lenti cadiamo sempre piu' in giu',

incuranti di tutto.

Con mani tremanti 

afferriamo e stringiamo

questo mondo piccino.

 

Un'occhiata distratta al di sopra di noi,

cio' che rimane di un sogno.

 

 

 

*

Fiaba.

Raccolgo il cristallo delle tue lacrime ancora bambine

per trasformarlo nei lapislazzuli del lago incantato,

dove Morgana e le sue sorelle,rubbata la tela ad Aracne,

la trasformano in una ragnatela dai fili dorati

dove potrai danzare a piedi nudi

senza la paura di cadere nel vuoto.

*

e.t.

Scivolo lento, ammantato di stelle

tra i vicoli ciechi di questa sporca citta'.

Sfioro invisibile e muto strane creature

partorite al futuro da fottute illusioni.

Sfuggito al nulla,

mi aggrappo al niente di sguardi sgranati

intenti a frugare nel buio.

Eppure queste strane creature che ancora sanno sognare

osservando il volto segreto del tempo che fugge,

mi danno sensazioni di vita

che mai avrei osato sperare.

*

Amore.

Giunta al fondo

di questa nostra storia,

potrei cogliere un fiore

dai petali sfatti.

Potrei smettere di correrti dietro

porgendoti brocche gocciolanti

di acqua ghiacciata

rubata alla tempesta.

Potrei spegnere il sole

o accender le stelle.

Rubare un frutto proibito

solo per te...

Quante cose vorrei fare

giunta alla fine

di questa nostra storia.

Una sola cosa

non posso fare:

lasciarti andare.

 

*

Notturno 2.

Volti che si sfiorano

perdendosi nel buio della notte.

Inutili carezze tentano

i fianchi fasciati di seta

delle donne bambine.

Il mormorio delle rose d'estate

schiacciate dai piedi sul selciato,

mentre unghie laccate di viola,

riflettono la luna.

Coperta soltanto

dalle risa imbarazzate

delle gatte innammorate,

la voglia d'amore,

prosciugando la gola

scende lenta nelle viscere.

Incerta se concedersi,

si disfa nei baci della notte.

Unendosi ancora una volta

alle ombre che attraversano il buio.

 

 

*

Sogno.

Sprofondando nel sogno

mi vesto di bianco come Ofelia,

distesa tra i fiori di un prato macchiato dal

sole.

Sto ferma,

e mi gioco il futuro

affondando le mani nel sogno.

Lo creo, lo impasto, lo coloro di luci e di

ombre.

Non so dove andare,

mentre assaporo

il bacio di giuda di qualcuno incontrato

per caso.

Il tuono esplode nella mia testa.

La pioggia mi bagna i piedi che vogliono

andare.

E' di tutti il diritto di andare

restare e tornare

La pioggia mi scalda la pelle

mentre piango lacrime false che sanno di amaro.

 

Lento risveglio nel letto disfatto dal sonno.

Avanzi di trucco sul viso.

La pelle incrostata.di.gocce di pioggia,

nelle mani il futuro che ieri non conoscevo.

 

 

*

Un regalo.

Ti regalo una rosa.
Puoi calpestarla,stracciarla, ammirarla.
Nasconderla in una teca di cristallo.
Puoi immergerla nell'acqua sporca,
trarne un'essenza, riderci sopra.
Friggerne I petali.
Puoi anche...
mangiarla no, questo non puoi.
Puoi anche ridarmela, io non mi offendo.
Insomma dimmi cosa vuoi farne.

No aspetta...
Io cosa ne faccio?!

*

Due innammorati.

La tiepida pioggia sfiora leggera

i baci di due adolescenti,

sperduti tra le foschie

di questo paesaggio senza sapore.

Corpi diafani si sfiorano appena, curiosi.

Un attimo e sono lontani,

corpi abbandonati alle nuvole grigie

basse sull'orizzonte.

Resta il silenzio

delle ultime gocce di pioggia,

delle foglie marcite,

di due innammorati

adesso troppo lontani.

 

*

Notturno.

Al tocco di un lembo di luna,

impalpabile seta,

dita leggere,

tessendo trame fatte di pallida luce,

avvolgono questo notturno

agli angoli tersi di una notte d'amore.

 

*

Notturno.

Un tenue lembo di luce,

impalpabile al tocco,

avvolgendo due corpi assonnati,

tesse con dita leggere raggi di luna,

per farne sospiri

tra cui perdersi

in questo stanco notturno.

 

*

Questo silenzio.

Silenzio che non racconta storie,
non ha sapore, non muta,
non ti illude, non ti inganna.
Ti strappa i pensieri, ti mangia l'anima
per poi accarezzarti con mano leggera.
Ti penetra dentro.
Suono mai udito
ti fa silenziosa,
infinita armonia nell'universo.

*

Prigioniera.

Battuta, oltraggiata,

schiacciata da luoghi comuni,

false promesse, viziose virtu'.

Non oso raccogliere fiori

da offrire al primo che passa.

Non oso danzare e cantare

con le streghe di Macbeth.

Non oso far accarezzare

dalla spuma del mare

il seno e le natiche nude.

Sono soltanto una povera donna

coperta di stracci

tessuti con la trama

della mia prigionia

e della loro falsa liberta'.

#SaveAshrafFayadh.

 

*

Poesia di Natale. Per chi ci crede e chi vorrebbe crederci.

Tra ombre assolute fatte di gelido buio,

di brina appena fiorita,

di case avvinghiate l'una al fianco dell'altra,

sotto un cielo scaldato dal fuoco di stelle lontane,

estraneo, inaspettato,

fastidioso e tenero insieme,

rotola il pianto lontano di un bimbo,

appena lenito dal flebile suono

della nenia di sempre.

Irrompe nel cuore

come un dono improvviso

che ancora non osiamo scartare.

*

Creazione.

Mondi lontani, inaspettati,sconosciuti,

esplorati per sbaglio,

guatando le acque in tempesta

di sogni disfatti.

Albe e tramonti foschi

di pioggia battente,

di sudore umidiccio

tra le pieghe del corpo.

Bagliori improvvisi

su occhi dischiusi,

incerti se aprire

le porte al destino.

Membra contratte

sul dolore assurdo e improvviso,

che squarcia e ferisce il pensiero,

rendendolo unico,doppio,

reale e posticcio.

 

Nel fango tra spasmi

l'altro viene plasmato.

(e adamo nasce da eva).

*

Un po’ prima dell’alba.

Lento, regale, il silenzio

si acquatta tra angoli oscuri

da poco trinciati

dai fari di macchine in fuga.

Sussurri, bisbigli, risate,

si alternano a passi pesanti,

sforzati dal sonno.

I lampioni si piegano stanchi

sui sospiri appena accennati

delle ultime case in fondo alla strada,

mentre le stelle

brillano pallide

sulla notte appena trascorsa

di la' da venire.

 

 

*

Liberta’.

Dischiudo le mani

ed una farfalla,

arcobaleno che vibra,

regala al calore del sole

la sua liberta',

fuggendo da questo

mio placido cielo stantio.

*

Un ricordo.

Una lieve brezza marina

sussurrando

mi dona il ricordo di te.

 

A labbra socchiuse

restituisco al vento

cio' che resta di noi.

*

Corteo.

Strimpellando avanzano lenti,

abbracciati,

cadenti,

impunemente ilari.

Sbronzi da far compassione.

Sazi di baci proibiti e di sesso,

semplicemente felici

o pazzi di gioia.

Si fermano,

a volte,

non per pisciare

o sputare sentenze,

ma colgono fiori,

guardano il cielo.

Osservano il buio curiosi.

Offrono cesti

ricolmi di raggi di sole alla luna.

I loro occhi

volti al futuro,

sognano l'uomo essenza d'eterno.

 

 

*

L’alba.Il sogno.

Tiepido un velo mi avvolge

per poi scivolare nel nulla.

Dita sottili scavano

i luoghi piu' oscuri del cuore.

"Strappa ti prego i pensieri tortuosi.

Dalli in pasto a Caino."

Lento un pulviscolo d'oro

mi veste di luce.

La pelle e' baciata dalla rugiada,

caduta dalle corolle appena sbocciate.

 

Strano, incerto, sbiadito,

il risveglio.

La luce,

attraverso lo specchio sghimbescio

inonda la stanza.

Il caldo, il sudore, il respiro,

avanzano lenti, a fatica.

Il sogno, per caso,

ancora poggiato sul piatto sbrecciato.

I passi distanti di chi,

calpestando la vita

mi ha accarezzata,

si perdono lenti nel buio.

 

 

*

Il silenzio.

Il silenzio che stride tra i denti,

scioglie la gola,

ti trapassa il cervello.

Ferino si acquatta tra anima e cuore.

Esplode improvviso,

desueto amico,

nel grido asonoro

che ti strappa alla vita.

 

*

Una gatta.

Impenetrabili occhi,

scaglie dorate dal sole,

riflettono il mondo al contrario.

Una gatta da cuore di pietra,

implacabile giudice,

osserva

lo stanco riposo di un giorno qualunque.

*

Malinconia.

Ora

che le ombre mi restano dentro

guardo languidi specchi

riflettere occhi bugiardi.

Fiocchi di neve scendono lenti

sulla calda coperta d'inverno.

Mi copro il viso,

faccio finta di niente.

Mi volto senza guardare

il futuro distorto al passato.

Senza rimpianti

mi lascio andare

abbracciata al calore del sole.

*

Claustrofobia.

Rattrappita,

avvinghiata a me stessa,

accucciata tra nuvole e terra,

aspetto che passi.

Nascondo la testa.

Il presente interessa

a chi cerca fortuna.

 

Io non ne ho...

 

Potrei respirare,

mi hanno rubato anche il respiro.

Che faccio...

Una doccia di sogni e speranze.

Meglio l'acqua gelata...

Potrei crearmi una qualche illusione...

Il futuro ha da venire...

La gioia che torna...

Che state aspettando...

Correte...

Io no.Resto qui.

Claustrofobica immagine

del nostro futuro.

*

Confusione.

Spersa tra gotiche volte

la realta',

impalpabile velo,

mi sfiora indecisa.

Inattesa visione

nasconde la sua nudita'.

Si fa sogno.

Inaspettata virtu';

il sogno diviene reale.

*

Attesa.

Tra le ombre

raccolgo I colori del giorno,

e con essi la vita.

Il rigattiere in fondo alla strada

li compra.

In cambio spiragli d'eterno.

Qualcuno stanco di fare la fila

preferisce andar via.

Troppo lunga l'attesa.

L'omino in fondo alla strada

non da'garanzie.

*

Fuga.

Mi perdo

distratta dall'azzurro pacato

di un cielo lontano

forgiato da stelle

che eterne

rincorrono il giorno.

Ho due strade.

Inseguire le stelle.

Ridicolo solo il pensarlo.

Aspettare che esse

inseguano me.

Credo sia la cosa migliore.

La noia

la lascio a chi dice

tu sogni senza far nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Alba.

Improvvisa la mente

avvinghiata al buio

privo di suoni e colori,

insegue l'irriverenza

di un micio importuno

in cerca di un poco d'amore.

Lenta ritorna

ai suoni e colori del giorno,

dimentica ormai

di quel buio,

che senza saperlo,

e' in attesa dell'alba.

*

Naufragio.

Sperduta,

mi culla il moto sinuoso

di fragili alghe,

di acqua salmastra

riflesso di grandi gabbiani.

Il calore del sole

esplode sulla mia pelle,

asciugando ruscelli schiumosi.

Distesa,

avvinghiata

al serpente marino

che si morde la coda,

mi arrendo

alle carezze del mare.

Le gambe,le braccia

affondano lente.

La mente si lascia rubare I pensieri

dal tocco di frivole onde.

Un delfino cerca nuove avventure

spingendo lontano dal mare

questo mio povero corpo.

 

Agguanto il riflesso del sole al tramonto,

lasciando che il sussurro del mare

travolga questo mio corpo,

per poi regalarlo

al chiarore di luna,

che accarezza braccia sabbiose

pronte ad amarlo.

*

Eternita’.

Con queste mie povere mani

ho sfiorato l'eterno.

Inestinguibile fuoco.

Vita appena forgiata.

Eterno momento

senza ritorno.

Ma ho avuto paura,

e sono fuggita avvinghiata

alla scia luminosa di una stella cadente

sperduta tra il cielo e la terra.

 

*

Un bacio.

Baciandoti ho assaporato

una vellutata orchidea.

Il polline succulento

di quel fiore nascosto

mi ha,

nell'eternita'di un sospiro,

donato il fremito

di un fiore appena sbocciato.

 

*

Insonnia.

Insonne,

aggrappata alla luce di questo

opaco sole di mezzanotte,

agguanto speranze per farne frittelle

da vendere al primo venuto.

Mani che stringono il buio.

I pensieri rincorrono lenti le ore.

Sospiro e rifletto...

la vita che passa.

 

Maledetto, gelido, squallido sole di mezzanotte...

riesce ancora a farmi sognare.

E quello stupido gufo

dai vitrei occhi giallastri

incerto se farmi coraggio cantando,

riesce ancora a farmi sperare

nel canto del gallo al mattino.

*

Lune.

Hai preso la luna con quelle tue mani di ladro

per gettarla in pasto alla gatta

che miagolando la stava cercando.

E quella povera luna con la gattina

si e' dissolta tra pezzi di vetro smeriglio,

stracci ormai smessi,

mura fatte di sogni.

Qualcuno racconta

di aver visto splender la luna

nel luogo piu' oscuro del mondo.

L'hai forse cercata

per ricomporla e attaccarla

in un lontano quadrato di cielo?

Mani fallite di ladro!

Ancora una volta mi hai rubato la luna.

*

Sguardi.

Incerta,
Se accendere l'ultima stella sperduta nell'universo
assaporando il profumo di un fiore di campo,
inconsueta folia,
mi perdo
nell'oscura magia del tuo sguardo.
Spire,
striscianti,sinuose,avvolgenti,
confondono il cuore e la mente.
Distolgo dai tuoi I miei occhi.
Troppo importanti quella stella e quel fiore.

Mi dispiace per noi...

*

Liberta’.

Purificata nella spuma del mare,

le stelle mi hanno poi

creata di luce.

Ed ora,

al di la'

del definito,

mi perdo

nell'eterna magia della vita.

*

Noi #poesiapoeti

Lenta una goccia di pioggia

scavando una rosa

mi penetra il cuore.

Annoiata, sperduta,

stanca di noi,

ti guardo allo specchio.

Forse domani sara'primavera.

Tu

sarai ancora

qui,

con me?

*

Infinito.

Vestita di sole,
questa striscia d'asfalto,
infinita,
perpendicolare alla quarta meta'
di un cielo terso e rarefatto,
si espande al di la'
del mio sogno.
E, mentre la mente eccitata
si perde tra cupi presagi e folli avventure,
un gatto randagio
aggrappato al grembo
di un raggio di sole,
osserva distratto
il profile sinuoso
di quel nero serpente
sperduto tra sogni
dal tempo disfatti.

*

La bestia.

Ferita,

sguaiata,

la bestia ululando alla luna,

si addentra nella foresta,

Cade,riprende la corsa,

travolgendo le tenebre.

Improvvisa si ferma.

Dita di luce la sfiorano.

L'alba,tenera,rosea,

apena velata,

l'avvolge.

Quella scodinzola serena.

 

Forse l'abisso si e' appena richiuso,

 

 

 

 

*

Una rosa.Ferma

Ferma ai confini del tempo,

sfogliando una rosa,

ti aspetto.

Raggiungimi.

Prima che i petali rossi,

inseguendo eterei

le ali del vento,

aleggino lievi su dita

che non siano le tue.

*

Ermetica.

Assordando le orecchie del vento
ho gridato I miei boh e I miei mah.
Pioggia incessante,
hanno infranto il banale,
stonato suono del definito,
per infrangersi contro il muro distratto,
che per caso,
sta in fondo al giardino.

*

Senza titolo

Tra soffici sbuffi di nebbia

appena arruffati dagli anni,

rassembro oggetti fatti ricordo.

Inconsapevoli esistenze

tra penombre artefatte

mischiate a fluttuanti fantasmi.

Tutti li afferro,

oggetti,ricordi,fantasmi.

Rinchiusi nella conchiglia sbrecciata

che il mare mi ha regalata,

li ascolto narrare storie passate,

mischiate al suono di oceani lontani.

Luci,colori,forme mai viste.

Infiniti come I granelli di sabbia

che scorrono lenti nella clessidra

dimenticata per caso dal tempo.

 

*

Lascito.

Queste righe le ho scritte per te.

Nel dubbio leggile.

Tu che puoi ancora sbagliare

Senza voltarti...

*

fotografie

Vecchie foto,
echi sbiaditi della memoria
scoperti per caso in un vecchio cassetto,
minuscoli specchi
per sempre sperduti nell'ombra.

*

Fotografie.

Vecchie foto,
echi sbiaditi della memoria
scoperti per caso in un vecchio cassetto,
minuscoli specchi
per sempre sperduti nell'ombra.

*

Delirio.

Questa notte strana,
infinitamente incompleta
nel delirio di sogni e ricordi.
Questo molle velluto
mi avvolge, caldo,
per poi farmi avvizzire
nel freddo di un letto disfatto.
Ombre improvise ridestano
le fosche paure di ieri.
Eppure, da qualche parte,
aggrappata
ad un qualsiasi suono notturno,
maniacalmente divisa
tra vizio e virtu',
senza attendere il canto del gallo,
recisi I legami col tempo,
la mente mi attende.

Dovrei forse trovare
la giusta maniera
per farla tornare da me?...

*

Alba.

Avvolto il mio corpo alla notte
attendo.
Che un'ultima stella
mi faccia boccacce sfacciate,
mentre, distratta dall'urlo del vento,
mi adagio beata
tra le ombre notturne.

Il timido canto del giorno
sbiadito dal sonno,
irrompe, irreale.
E improvviso cancella
quell'assurdo silenzio
che per tenderci agguati,
cattura,
al cader delle stelle,
l'ultimo fioco barlume di luna.

*

Bellezza

Io disegnata di stelle.

Morbido il corpo tra pallide lune di avorio.

Ornata dalle scie diamantine

di luminose comete sperdute nel cosmo.

Capelli dorati da albe e tramonti

senza inizio ne' fine.

Mani, impalpabile seta,

nel lieve sospiro

di una carezza indiscreta.

Bella mi faccio per te.

 

 

*

Il superuomo

SOLO,
pensieri scomparsi nel nulla,
senza amici o nemici da offendere,
mi godo,
irriverente ed allegro,
il balbuziente spettacolo
che voi,
illusi delusi,
mi offrite ogni giorno.
Sono Dio, Budda, o chissa' cos'altro.
Chiusa l'ultima porta alle spalle,
lento, verso l'infinito
cammino,
senza timori.
Moto perpetuo,
suppongo.
Aspetto quello di voi,
che sappia raggiungermi.

IO non voglio morire da solo.

*

Eva

Cavalco una nuvola invece di te.
E affondando,
inconsueto piacere,
nel caldo, umidiccio tepore
di questa inusuale presenza,
mi butto d'un tratto alle spalle
i foschi colori dei tuoi arcobaleni.
Finalmente mi apro
all'ebbrezza piu' antica del mondo.

(Non ti rimpiango incerto mio amore
di malinconiche notti lontane).
Poco fa ho dato
il primo morso alla mela.

*

Brevissimo.

Ed io,
innammorata delusa,
elucubro misteri
sognando di te.