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Raccolta di poesie di Roberto Mosi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Solitudine, silenzio

Nella città devastata nessun

pensiero per la sua solitudine.

 

Arriva all’angolo della strada

sfila sotto la mia terrazza

sussurrando piano piano.

 

Si ferma al semaforo rosso

riparte pensosa per il Centro

alle fermate sale il silenzio

in vestaglia da camera verde.

 

Compie il giro per le vie mute

sfila ancora sotto la terrazza

per la nuova corsa nella città

con la sua inutile solitudine.

 

Roberto Mosi

 

 

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Straniero fra gli uomini »
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Peccati aerei di gola con reazioni »
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La nuova stagione »
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Per Lucia »
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Il filo di Arianna e il labirinto »
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Avari di futuro »
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Il vino da Spilla - re »
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Una collana per Mirta »
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Bivigliano, rinomata località di mare

Il Sogno avanza con le onde

del mare, investe la spiaggia

di Bivigliano, accarezza

le statue di Bacco e Arianna.

 

Il Sogno fa due piroette

nella piazza, un giro intorno

alla Chiesa, si siede al bar

del bagno Bellavista.

 

Al Bivio due frecce,

"Per i giovani, località marina"

in basso, "Per l'Eterna Giovinezza,

Fonte di Andrea", in alto.

 

Il Sogno osserva il risveglio

arrivano coppie di giovani

barche scendono in acqua

il mare è gremito di vele.

 

Al Bivio passano bus

diretti alla "Fonte di Andrea".

Dopo la curva si fermano

il Notaio presenta il Contratto.

 

Per ogni bicchiere d'acqua

vola via il peso degli anni

per ogni promessa dell'anima

accesso libero alla spiaggia.

 

Il Sogno si veste di sera

il lungomare brilla di luci

di addobbi: "L'Anima Tua

per l'Eterna Giovinezza !".

 

Roberto Mosi

Anno 2016 - R. Mosi, Antologia "Poesie 2009-20016", Ladolfi Editore

                  - R. Mosi, Romanzo "Esercizi di volo", Europa Edizioni

 

 

 

 

*

Il leone con la parrucca

Il leone ruggisce 

dalla maglietta bianca,

sopra la parole: "Per me

è possibile tutto".

 

Le leonesse intorno,

lo sguardo stupito.

Sulla criniera bianca

una folta parrucca bionda.

 

 

Firenze, 31 ottobre 2016 

*

Un canto per Barbie

Un canto per Barbie

 

L'angolo dello studio

è invaso da bambole

culle, lettini fino

ai piedi della scrivania.

 

Anna porge il biberon

della sera, rimbocca

le coperte, canta

la ninna nanna.

 

Solo Barbie non dorme

piange disperata,

la prende in braccio

e, improvviso, il canto:

 

"Avanti popolo

alla riscossa, bandiera 

rossa, bandiera 

rossa, trionferà!"

 

Barbie s'addormenta

di colpo. Sono stupito,

dalla rivoluzione

ad una nenia per Barbie. 

 

8 ottobre 2016

*

Il temporale

Il temporale

 

La mantella rossa

attraversa la città

nel diluvio di pioggia

seguita dall'ululato

degli allarmi colpiti

             dalle saette.

Le ruote sollevano

profonde scie d'acqua. 

Il diavolo fugge

             dall'inferno?

*

Messaggi ’amre

La Rete mi vuole bene

mi abbraccia di messaggi,

si preoccupa della salute,

del mio futuro.

 

Come va il tuo udito,

non devi isolarti:

senti quando gli amici

parlano a bassa voce?

 

Hai vuoti di memoria

giramenti di testa:

Villa Serenella 

ti aspetta per un check up.

 

Prestiti su misura

in meno di mezz'ora:

è pronto il contratto

soldi a portata di mano.

 

Il miglior prezzo 

per il tuo funerale:

cerimonia sontuosa

bara di palissandro.

 

Benedico la Rete.

Si occupa anche dei fatti

del cuore: Maria mi manda

messaggi per incontrarmi.

 

Sarà vero amore?

 

 

Roberto Mosi,

Firenze, 13 settembre 2016

*

La stanze della memoria

Cianfrusaglie nelle stanze

per il mercato del modernariato,

quadri di vecchie ideologie

le cornici dipinte di rosso,

canti del lavoro e della riscossa

manifesti gremiti di bandiere.

 

Le squadre degli operai

mettono in ordine le pareti

raschiano le ombre dei ricordi,

tracce di gioia e di dolore

lontane delusioni d'amore.

Stendono il bianco della calce

bagnano d'olio i cardini 

delle porte e delle finestre.

 

L'Architetto cambia gli arredi,

l'ambiente riluce di nuovo

di voci e immagini multimediali.

 

Vago in solitudine per le stanze

rimbomba l'eco dei passi.

Cerco invano il mio io.

 

 

Roberto Mosi

Golfo di Baratti, 3 settembre 2016

 

 

 

*

Il senso della vita

Sono giunto al prato

dove sorge la baita,

a tre quarti del cammino.

 

L'Ufficio Centrale di Statistica

ha detto che, forse, vivrò

fino a cento anni.

 

Il sentiero prosegue

per i fianchi della montagna

fino alla vetta.

 

Un cammino da compiere

in oltre venti anni,

novemila giorni,

 

vestito da scalatore

corde, chiodi, moschettoni

piccozza, ramponi.

 

Per premio finale,

scoprire all'arrivo 

il senso della vita.

 

Roberto Mosi

31 agosto 2016

*

Dove vanno le badanti per Ferragosto?

Dove vanno le badanti

per Ferragosto?

Sono tutto un tremito per te,

badante, giunta dall'altra

parte del mare,

profumi di fiori d'oriente

la pelle lucida d'ambra.

La memoria oggi non assiste,

i denti sono rimasti nel bicchiere

fra le bolle del cookident.

 

Dove vanno le badanti

per Ferragosto?

I bottoni davanti sono

sganciati, si erge

il bianco del pannolone.

Al tuo braccio il passo

è sicuro,  percorro

il paesaggio quotidiano

del quartiere, di periferia,

nella calda mattina.

 

Dove vanno le badanti

per Ferragosto?

Suona il cellulare

ti chiamano dall'altra parte

mondo, le parole ballano

su uno strano registro

sei allegra, sei triste

ti ecciti, piangi, urli

premi l'apparecchio

dentro di te, forte forte.

 

Dove vanno le badanti

per Ferragosto?

La panchina finalmente

di stecche di legno verde,

il giardino è deserto,

gli alberi ci regalano

il fresco dell'ombra.

Mi raggiunge il gatto nero,

sorrido, lo saluto

gli parlo della giornata.

 

Dove vanno le badanti

per Ferragosto?

E' l'ora del pranzo,

mi solleva dalla panchina,

sono in posizione eretta

lancio in avanti

la gamba sinistra

poi di seguito la destra.

Al tuo braccio scompare

il tremito delle mani.

 

Roberto Mosi

Firenze, Ferragosto 2016

 

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Moby Prince »
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Primavera a Baratti »
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La colonia

Scivolano le tavole sulle onde

gonfie di libeccio, le vele tese

s’intrecciano sul mare, lontano

le isole, le navi al porto di Livorno.

 

Scivola lo sciame dei ricordi,

la colonia è una nave arenata

fra le dune e il viale a mare,

la torre dell’acqua domina

le chiome dei pini e dei lecci,

segno scolpito del fascio.

 

Galleggiano nell’aria i simboli

del regime, danzano in cerchio

vecchi fantasmi in camicia nera,

architetti e direttrici boriose,

maestre i fischietti a la bocca.

 

Bambini vocianti

irrompono sulla spiaggia:

io sono un punto, la testa rapata

su due grandi occhi celesti.

Rivive la valigia di cartone, il corredo

(quattro mutande, il costume,

tre magliette e un cappello),

la camerata di trenta letti.

 

Ascolto il canto di cinquecento
ragazzi schierati sul piazzale,

rivedo gli occhi della mamma,

sento gli altoparlanti urlare dai tetti

la vittoria di Bartali a Briançon.

 

Riconosco il suono del vento,

le raffiche s’infilano nei corridoi, scuotono

le porte delle camere, una ad una.

 

Il cartello sulle dune annuncia

la prossima vendita, mostra il villaggio

e la torre dell’acqua.

 

Le tavole rientrano dal mare,

la colonia si innalza come prua della nave,

sul ponte di comando

sta per apparire il Comandante

per annunciare le sorti del mondo.