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Raccolta di poesie di Nicola Romano
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Le donne vanno e vengono#controviolenzadonne

Se intendi donna

la sensazione è di viole schiuse

a quei primi tepori del buon tempo

quando nei cesti scoppiano i colori

delle ragazze scese al lungomare:

stanno coi fianchi d'acqua sotto il sole

come attesa di barche nel canale,

il gesto lento che agita e rinnova

fragranze d'erba smossa tra i capelli

 

Vengono dai cortili della luna

- giorni di pelle bruna ed occhi chiari -

a sciogliere gli accordi al cuore muto

(marea che abbranca il buio delle nottate)

Vanno come la sera ai suoi segreti

o nuvole di passo alla svernata

e l'aria poi si complica di suoni

di lumi pieni sopra la laguna

di stormi di conchiglie di allusioni

se intendi donna

                         anima

                                  avvenire

*

Utopia #poesiapoeti

La mia realtà

non sta oltre i cancelli

o tra i banchi sconnessi del mercato

e neppure

nel caos sparpagliato

delle parole senza epifania

La concretezza mia

non si disperde

nell’illegalità del quotidiano

o tra i budelli tronfi delle strade

dove il sozzo fluire

tracima come pioggia nei catoi

 

La mia realtà

è un’utopia vagante

che forse addenta parte della vita

ma che conduce

autentiche fonìe

a questo assurdo viver da poeta

*

Solitudini

Ho attraversato tante solitudini

vistose praterie senza parole

fredde panchine in faccia all'orizzonte

nell'attesa di un rapido disgelo

 

Ho evitato di bruciacchiarmi il cuore

con i carboni ardenti del dissidio

e nell'udire canti di sirene

per orgoglio sono rimasto solo

 

Ma erano soltanto

normali dispersioni

se andando via dal mondo

mi hai lasciato

la solitudine dei giardini di notte

*

Fissità

Su questo poggio                            

che affabile m’accoglie

a sazietà mi nutro

di lune piene

e tocchi di campana

e dei silenzi

sopra le colline

Quale altra maestà

riporta pace

agli orli tumefatti

della sera

e quale fissità

sarà più immensa

del cielo interminabile

che sa rapire gli occhi

e il corpo intero?

 

Sembrano aprirsi stelle

finestre e lucernari

flussi d’aria per togliere

quel puzzo di rinchiuso

dentro il cuore

*

Patimento

Dove cercarti ormai

se hanno tolto le sedie

più non barbàglia

la gemma dei tuoi occhi

e il turbinio dei gesti

amabili e scontrosi

con cui smuovevi l’aria

e un patimento

 

Dove recuperarti

perfetta ed inquieta

come la solitudine d’estate

se sbarrati i portoni

schiume di muffa addensano

bianche pareti d’anima

 

Non sfolgora speranze

questo vicolo buio

col redentore acceso

ed un gatto che annusa

i bordi della sera