I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Sono
Sono il ninnolo di cartapesta che sorride, la ballerina che gira stanca sul carillon sono la chitarra scordata e poi dimenticata sono il fiume senza piena, il fuco senza Regina la pianta senza foglia il pianto della follia
Vago - forse sono - eterea luce afona che s’inchina al volere della notte
Sono - ma non mi arrendo - una meretrice in cerca di ristoro come se di colpo avessi ritrovato l’uomo (il mio uomo).
Sono - forse vago - nel nulla come chimera
Vago è il pensiero che cammina strisciando insinua la luce - forse -
- Sono - dunque penso
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Magma interiore
Come cancelli che s'offrono al primo viandante notturno mi vesto di buio e osservo la mente.
Sai, non c'è nulla al di fuori. Siamo noi a camminarci dentro e a calpestare il prato lasciando impronte a volte già sporche di fango ancor prima del contatto.
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Lo sguardo di Vincent
Sfondo di campi da arare nel meriggio infuocato, contadine piegate a toccare la terra - paludi di mani riarse dal sole -
Giallo infinito e azzurro e verde e autunni sbiaditi dalla calura - tratti nervosi come di scatti -
passare di ore scandite dal rosso - tramonto dei sogni - bambine, fanciulle arrapate di vita e domani - senza mani - come di sguardo alla finestra di un passato
che non è mai stato
che non sarà - mai - futuro
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Il silenzio della luna
Ho attraversato il tuo cuore danzandoti nel vento e rinnegato il mare quando creava distanze.
Ho trattenuto in me il tuo respiro mentre soffiava forte un volo di gabbiano nel mio petto.
Ed eri tu, con gli occhi delle stelle a rubare i colori della notte, a disegnare albe con raggi di luna.
E mi sei ancora di un tramonto il sole, mentre all'orizzonte sbadiglia la luna di silenzi specchiando nel mio mare il dolce tuo respiro.
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Come se
Come se non si fosse dileguato il vento inalando brezze dal mare per non morire.
Come se fosse un modo per sopravvivere a se stesso anche senza sé.
Come se anch'io - in questa calma piatta - riuscissi ancora a respirare dal vento aria salmastra sognando di vedere, oltre il sole, mondi allo specchio animati dal buio del nostro assordante dannato silenzio.
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Senilità
E spegni i tuoi sogni tra reliquie ambrate di polverosi ricordi intrecciando spine tra i capelli che furono seta.
Sguardo perso tra una carezza e il cielo lentamente posa, ondeggiando come piuma, la sua liquida fiamma smarrita tra rassegnati passi
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