I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Parusia 2
alla fine dei tempi si rivelerà l'arcano il Santo Spirito ti aprirà le braccia non da sangue Lo riconoscerai con la luce non col fango sarai ri-creato 30.9.23
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In dormiveglia all’alba
in dormiveglia all'alba mi sorprendono pensieri dove chiama il sangue lacerato sono dalle foni tra spirito e carne ah infine dormire nell'abbraccio delle stelle indulgenti: azzurrità a cui da sempre anelo 26.9.23
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Questa frenesia di vita
sempre cerchi il tuo centro mai soddisfatto ripieghi sul digitale a tua immagine (il cellulare protendimento del tuo braccio) usi e sei usato in questa frenesia di vita vissuta alla giornata in una gioia feroce: sei trottola che gira all'impazzata 24.9.23
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Divagando
la sventola attira gli sguardi degli avventori seduti al dehor pensi alla "bambola" di buscaglione
il solito giro pomeridiano -breve ormai per l'età- pensi: è buona decenza tenere in salute fido la prostata i denti che ballano
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Bomba d’acqua 2
la catina era una cabina di veliero sommerso dove zigzagavano i pesci del sogno sogno non era: lei era dell'acqua: un solo abbraccio 15.9.23
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Sillabe
conti sillabe sulle dita settembre il mare ancora invita il mormorio della risacca t'ispira? occhi chiusi "anneghi nel tempo" * * Cardarelli
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Bomba d’acqua
la sorprese giù in cantina dov'era discesa a sistemare gettare roba inutile pulire -il cellulare restò a quella data oggi inebetito lui si aggira per i viali si chiederà "Dio perché" avendo perso la luce degli occhi vedovo affranto percorre i margini del tempo parla con la sua ombra sul muro 14.9.23
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Padre nostro
Padre nostro che sei nei cieli quanto sangue già versato il Tuo d'uomo-dio nei ghetti quello del nero che da secoli ancora grida Padre nostro che sei nei cieli quanto ancora da versare dei nuovi Falcone e Romero a fare i martiri della storia Padre nostro che ci guardi dal cielo Ti rendiamo grazie noi che baciamo il Tuo sangue salvifico 12.9.23
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Volti
(ti chiedi se agli altri non appari come te riflesso nello specchio) volti e volti a ondeggiare in sequenza da film volti che s'eclissano un ovale come se ne vedono solo una volta in sogno: l'ideale: frutto d'immaginazione? sia pure in cadenza d'inganni scorre la vita fiume alla sua foce 8.9.23
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La colomba
chi più chi meno si sconta il proprio "purgatorio" qui come hitler e i satrapi l'inferno un'ala di colomba taglierà l'aria quando il tempo sarà compiuto per accoglierci il seno dell'Altissimo 4.9.23
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Il lampo
arrampicarti sugli specchi se vuota è la stanza della mente e lampo non ti è propizio allumare d'anima a dar colore a una vita scialba 30.8.23
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Di spalle
(ad A.)
di spalle ti sento avvinghiata come un ragno avverto la tua gradevolezza come l'albero "quella" del venticello tra le foglie stavo entrando in un sogno "voluto" poi svanito 19.8.23
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Lontananze
tra smagliature del giorno scruto il cielo - sogno lontananze nuove prospettive? tra pro e contro di pulsioni inverse
la vita imbroglia le carte risillaba palpiti voci 16.8.23
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Nuove prospettive
cumuli-nembi - le tue pareidolie specchi nel lago celeste la tua pena fatta pane che spezzi col becco vi fa cerchi il cormorano vagheggia la mente - t'intoni col respiro degli alberi la vita ha nuove prospettive 10-15.8.23
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Poesia
luce inquieta aleggia nei precordi muore rinasce la parola sui crinali del sogno dove la musa è assisa poesia è fanciulla che si specchia nella cattedrale del cuore 8.8.23
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Fantasticando
ci si è evoluti dall'uomo-scimmia o homo erectus? Dio si diletta con la creazione delle specie più strane noi mortali a chiederci se sia nato prima l'uovo 29.7.23
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Ispirazione
fare spazio all'urgenza assecondare l'onda del sangue passare al crivello le emozioni librarsi dell'anima in un azzurro macchiato di rondini 26.7.23
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A Sophia
guagliunce' forse ti resta ancora l'intercalare delle mie parti ti chiamavano 'a scugnizza poi sei cresciuta t'immagino percorrere i vicoli di pozzuoli l'incedere provocante del tuo corpo acerbo slanciato verso il cielo e ch'aggia fa' se ho anche gli occhi della mente e ancora la vivezza dei sensi
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Elucubrazioni
essere - sentire: siamo nient'altro che pensiero tutto dal ciclo delle maree al gabbiano che coglie la preda lucente all'arco lasciato nell'aria dall'acrobata al gesto dell'abbraccio tutto appendice del Pensiero questo gemello di conoscenza consanguineo della preghiera 15.7.23
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E poi fa sera
il foglietto con alcuni versi finito nella schiuma della centrifuga andati lui più non li ricorda un "danno"? e sì che gli si apre un nuovo giorno e poi fa sera e una luna ammicca non finisce il tempo per la creazione 11.7.23
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Nei giorni anodini
nei giorni anodini quell'aggrapparsi del cuore: un toccasana o se vuoi appiglio la poesia ti sorride un'immagine d'aria ed è il suo volto ovattato in un ritaglio del tempo sospeso 9.7.23
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Parusia (visione)
celeste diamante incrina il vetro opaco svelato il Vero a farci veri
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Essere altro
pulviscolo a librarsi nella luce ferma il bruco dalla nascita anela essere altro
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Dove sono
è detto il mondo dei più e noi a chiederci dove sono ma piuttosto che un "dove" è uno "stato" simile a quando sognamo è percepibile a volte la loro presenza nei semplici gesti come impugnare la forchetta o la penna o quando ci adagiamo la notte nella loro ombra 24.6.23
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Il fiat
"essere" più del mondo vissuto impastati di terra e di Dio - di Lui il dito la saliva il fiato il fiat della luce rientrare come scriccioli varcando la "soglia" baciati dal sole della morte 22.6.23
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Estiva
-davvero c'è un'altra vita? o è solo nella tua testa- pensa gli scivola dalle mani il libro ora lontanissima gli giunge la voce del mare plana un gabbiano su una solitudine d'anime 13.6.23
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Avigliana
era solo ieri guarda ti dicevo in questa foto di famiglia sono quello che fa solecchi e mia madre mi sorride oggi il lago è uno specchio lucente ove annegare le ambasce tu nello scatto sorridi alle rughe mentre faccio solecchi
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Il cuore senza voce
(di bimba sepolta da macerie) sei parte di un cielo d'occhi il cuore senza voce – bambola murata a sognare librarsi d'ali 26.5.23
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Divagazioni sullo zero e sulla o
il nucleo l'anello l'uroboro due zeri abbracciati ti danno il simbolo dell'infinito puoi notare la vocale o di rimbaud gli ovali dell'ottocento la bocca spalancata nell'urlo di munch le bolle di sapone immagina gli occhielli delle forbici gli oblò simili allo zero o alla o 22.5.23
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Rammendi
un'opera buona o una poesia rammendano gli strappi del cuore chiudendo antri di buio l'abito logorato dagli anni abbisogna di attenzione e rattoppi è una rete che più non trattiene i lucenti guizzi
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Il mare ha tante voci
il mare ha tante voci di annegati di gabbiani sirene ha scatole nere sepolte il mare è nel cuore di odisseo itaca è ancora lontana e vi è chi ha mal di terra e narra ai nipitini di mostri marini e miti o realtà chissà dove vissute forse in un'altra vita rimaste nella mente grumi di sogni 2.5.23
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In questo giorno chiaro
(25 aprile) s'estende a macchia di leopardo il tuo palpito rosso su campi a maggese a perdita d'occhio libertà è un'apertura di vento in questo giorno chiaro senza sconti
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Preghiera
(a Simone Weil) nel sentire celeste – ginocchia piegate – il cuore vola alto 24.4.23
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L’insondabile
le pareidolie e l'occhieggiare del sole tra nuvole pigre al crepuscolo degli anni la solita panchina ancora calda t'accoglie insondabile il chi-siamo balenio saettante nella mente 22.4.23
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Madre celeste
nel palpito di luce alta ti levi tu orifiamma tu stargate Madre dei derelitti ― Avvocata fa rivivere delacroix palpabile il Tuo implorare ai piedi della Croce
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Visione
(ispirandomi a Borges) una sequenza di figure ti sfila davanti tu ne afferri per la coda una quella che hai da sempre sognato e proprio per averla scelta unica e irripetibile ti si fa sangue e respiro sfociando nella luce è l'aleph che cantò il poeta cieco 17.4.23
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In un levitare di angeli
immaginazione pura spalmata nella Mente universale fatta palpito e sangue sogno di Dio un succedersi di miriadi di mondi in perfetta armonia musica delle sfere inudibile all'orecchio in un levitare di angeli
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Senza titolo
primavera ha le braccia piene di fiori canta con la voce degli uccelli l'albero in germoglio ti è grato sentendosi abbracciato ti ricambia col suo ombrello di foglie (poi alla potatura darà un grido esibendo la sua ferita bianca) 3.4.23
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Spleen 3
irrazionale la vita a tradire in modo inatteso l'impulso del sangue macera come foglie kronos giorni anodini a ridosso di ombre stampate squarcerà una nube il sogno fatto carne? ― forse qualcosa può ancora accadere 30.3.23
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Poesia è negli occhi
poesia è negli occhi profondi di una donna è la leggerezza della piccola danza del passero sul davanzale è la fogliolina che spunta dalla terra poesia è il neonato attaccato al seno o l'attesa della mamma sull'uscio è l'interrogativo nello sguardo di meraviglia del bambino poesia è chiedere scusa è l'abbraccio sospeso nell'immobile luce
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Nella stagione che ti spoglia
braccia frondose hai piene d'uccelli levate al cielo come inno alla vita il forte abbraccio è il mio grazie di esistere nella stagione che ti spoglia il fuggire dei canti mi fa triste il cuore 20.3.23
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L’inaspettato
mi sveglio e vengo da un altro mondo mi dico un posto a lato o non-luogo dove non c'è cosa voluta ma tutto è possibile come librarsi contro il soffitto o guidare l'auto nell'aria con un cielo dai colori mai visti specchiato su placide acque tutto possibile se ti conduce per mano l'inaspettato oh ecco mi sorprende ora venirmi incontro una grande farfalla dal corpo di donna
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L’oltre
non essere da nessuna parte esigenza di espandersi l'oltre è un oltre in sé che urge come fiume alla sua foce
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Silenzi d’acque
silenzi d'acque ― langue la luce ― e smemora un grande lenzuolo avvolge gli alberi le case
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In ondivago esistere
impregnato di Spirito Santo mi specchio nella città eterna in ondivago esistere del sogno
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Fedeltà alla vita
(ad Aleksandr Solženicyn) fatti per la meraviglia la tenerezza l'amore alla gerarchia e all'odio opponiamo il tuo j'accuse in virgole di fuoco una vita fedele alla vita -allodola trafitta-
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L’approccio
ai primi tentativi tremavo come una foglia la vocina mi diceva buttati anche a rischio di una sberla ma se usi le buone maniere (te le avranno pure insegnate) sta di fatto che ogni volta mi bloccavo -- poi negli anni mi emancipai e oggi mi viene da ridere mi spiegò a suo tempo un'astrologa che la causa era una brutta opposizione venere-giove prima e settima casa già alla nascita e che coi transiti di lì a breve veniva a sciogliersi
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Come il seme
domandarci se siamo bolo di questa vita o come ungarettiane foglie o semmai ci troviamo a galleggiare sulla superficie di un sogno un chiederci qui disorientati -- mentre come il seme nella terra ci si aspetta di nascere alla luce
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Domani credi giungerà
come canta vasco a questa vita non sai dare un senso domani credi giungerà un come un quando all'alba le finestre avranno occhi nuovi per la meraviglia espansa nella misterica luce
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Cuore aperto
pagina aperta cuore aperto: la poesia è di tutti la parola spira col vento -vento di luce- espone la sua ferita creaturale
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Al museo
mi trovavo in una città sconosciuta chiesi l'indicazione per il museo mi accorsi che mi fissavano due occhi di cerbiatta - se riesci a farla franca mi disse il padre -ero entrato senza biglietto- io da portoghese annuii lo sguardo di lei si faceva penetrante ebbi una mezza idea di scambiarci il numero come fossi stato ancora giovane poi ci perdemmo tra la folla - nell'anima stampati quegli occhi di cerbiatta ove lumeggiavano barlumi di crepuscolo avevo fatto un bel sogno per cui restai per tutto il giorno in stato di grazia
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Proiezioni
proiezioni del Suo pensiero siamo vaganti tra realtà e sogno - in cerca d'un'isola felice - viaggio nell'infinito di noi isole noi stessi - pure ognuno anello d'una catena senza inizio e fine
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Allumare
il non detto esplicito tocca più del dire - dal profondo un allumare (il sasso gettato dal capriccio della musa apre cerchi nel lago dello spirito)
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Nel mio cielo
le belle nuvole che vestono forme d'animali i cari animali d'acqua terra e cielo i cumuli i nembi io li vedevo nel mio cielo con occhi innocenti lassù incantati immaginando quella la sede del paradiso
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Itaca
averle coperte le spalle le volte che ti giungono strali dall'alto dov'è assisa nemesi che proietta ombre di morte t'abbeveri alla fonte della grazia sebbene non eviterai t'investano procelle negli anni prima d'intravedere l'itaca celeste
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Come saremo
immagina una luce di mille soli che è in te e tu nel Tutto immagina: un' inconcepibile ma possibile ubiqua entità in un donarsi d'amore universale e ancora proviamo ad immaginare Lui che ci rivolta come un guanto
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Cinico
sospetti anche della tua ombra il tuo vagare cane di nebbia dove ti porta se rifiuti la mano tesa e al garbato gli dai "li mortacci" tu creatura di terra nell'ora estrema degnerai il cielo di uno sguardo?
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Nuove ali
impastato di terra e sogno quest'essere scompensato -gravezza di carne -invidia di voli lo attendono nuove ali a solcare l'indicibile
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Un ragno tesse
uscirai dalla vita con le ossa rotte dappresso ti sta l'ombra di serpe che agita il tuo sonno gli offri i tuoi passi da sonnambulo e il sudore di sangue emotivo dove un ragno tesse di versi una tela
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Il viaggio
il soma è l'imbarcazione dell'anima in questo viaggio d'Odisseo ulissidi lo siamo a solcare aperti mari per approdare sulle rive del mistero di noi in infinito espandersi nell'armonia dell'universo
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L’intoccabile
lo scoprono con le mani nella marmellata e ci si meraviglia se ha spalle ancora larghe lui intoccabile coi sacrosanti privilegi di cui godono i governanti stiamo lavorando dice usando il plurale maiestatis la poltrona quella non gliela sfilano da sotto la poltrona è sempre calda
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Mi attraversa il tempo
non ho difese alla luce porto occhiali scuri dormo poco e male sempre più brevi le passeggiate il tempo mi attraversa la testa che sperimenta nuovi voli pindarici
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Pilato
oggi Cristo potresti vederlo su un barcone tra gli emigranti o al valico di frontiera portando insieme a loro la croce come in un sogno atroce vedrai pilato distogliere lo sguardo dalle purulente piaghe ci si dovrà aspettare forse discendano gli dei su un mondo malato?
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Malgrado tutto
cervelli vuoti a perdere si schiantano contro un albero o un palazzo facendo parkour malgrado tutto le piste da sci son sempre frequentate (non v'è manna senza ingegno d'uomo) i monti si vestono sempre meno di bianco l'uggia pervade anche il cuore lascia a desiderare il sorriso del sole
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Immortalare
immortalare il momento - la foto è sfocata immagine scivolata nel gorgo del tempo così di te: appesa all'attimo dietro l'occhio un'ombra stampata
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In treno 2
gambe accavallate la bionda platino all'anziano vis-a-vis risveglia sopite voglie alberi case fuggono via lo sferragliare induce sonnolenza
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Il Sé
niente paura saremo rinati
(e il corpo? dismesso l'abito d'affanni) abiteremo il posto primevo luogo-non-luogo dove l'altro è il Sé
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L’oasi
conti sulle dita della tua vita le fasi ne rimpiangi la prima prima della luce quando non distingui realtà da sogno e da sotto le "palpebre" segui la barchetta di carta nel tuo cielo-mare amniotico dove il tuo orizzonte è un'oasi da cui uscirai con un grido
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Un verso
un verso che mi arrivi solo uno dei tanti gettati nel cestino da un po' che non vengo illuminato sono anziano e ancora affamato di sogni (più non si dice vecchio) i migliori versi vengono nella veneranda età - un esempio è ungà col suo "taccuino del vecchio" - quando la mente ancor giovane vibra sul pentagramma dei sogni
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Nascita 2
più a nascere che a morire pensiero capovolto dal profondo in dormiveglia il girasole ebbro di luce dice vita e tu languida sul divano mi chiami per accostare il mio orecchio al tuo ventre rotondo come un mondo
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Lazzaro
mi addormenterò in Te finché non mi chiamerai per nome ora qui mi trovo un Lazzaro risvegliato da cento morti sempre dalle crepe dei muri spunta un fiore
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L’anima tendeva
l'anima tendeva alle stelle quando tu Nina apparivi rosavestita stagliata contro un lembo di cielo ti fermavi nella piazzetta e ti facevano festa i colombi planando sul mangime che spargevi allora il tuo sorriso era una pasqua mentre il tempo aveva una sosta
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Quanto amore
giunto il momento cosa ti porterai non suppellettili o libri ma l'amore che hai saputo dare non quel lasciarsi vivere nell'approssimato sogno di un pesce rosso nell'acquario
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L’ultima parola
gli furono strappati tutti i figli come pezzi di carne -si è provati secondo il grado di sopportazione pungolati dappresso dallo strale del maligno- Giobbe il giusto lo fu allo stremo privato dei suoi beni ridotto a solo guscio grumo di dolore fino a che non implorò basta hai vinto è tua l'ultima parola Dio del cielo e degli abissi
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L’avversario
al principio fu l'nganno - da allora i cieli capovolti e la morte chi ci rubò dal cuore la bellezza originaria? nella cattedrale del sangue l'avversario gioca a scacchi dall'inizio del mondo
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Essere
(ti vien detto di là nell'oltre ma è molto più vicino intimo) farti nell'aria stretta virgola di cielo essere che scalzi la morte diminuirti - per espanderti
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Belle penne
"non sono poeta" -da altri già affermato- sì che belle penne hai visto superarti con tua ammirazione vera graffiavi fogli riempiendoli di zampe di gallina tanto meno eri poeta quando t'isolavi e all'ombra d'una quercia t'ispiravi seguendo alti voli ah quelle velleità custodite nello scrigno del cuore
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Viaggi psichici
sospeso alle attese in dolci smarrimenti hai dimestichezza con la morte con la stessa naturalezza del tuo saperti eterno
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Elucubrazioni
(l'anima ha le stimmate della vita) la morte è un artiglio sulla pelle del cielo la sperimenta questo corpo che ci è dato (corpo dall'invisibile aura ravvolto nella bolla-anima)
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La colpa
sono io quel ragazzo che scappò da casa con poche lire in tasca e un quaderno d'improbabili versi? lo sono sì ma dopo sei decenni non mi riconosco in lui se non nel sogno ricorrente che al mattino mi lascia il cuore stretto dall'angoscia sarà un residuo di colpa da espiare per aver procurato un veleno sottile a chi bene mi voleva
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La vergogna
serpeggia sinistra eco in un cielo stravolto mentre nel mondo esplodono sogni dalle emittenti: scoperti nuovi orrori la vergogna si è nascosta dietro i morti
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Vite alternative
(s'affaccia la notte su vite alternative freudiana via regia) nel balzo lucente della tigre trema la bellezza immaginata ("La tigre" è una famosa poesia di William Blake).
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Quale limite
(parla un intellettuale) [a tutti gli oppressi dai regimi] aveva appena letto che subito arricciarono il naso quelli che si conformano all'ultimo verso uni sbieco incrociare di sguardi aveva superato il limite? quale forse della paura candidamente parlava di libertà quella che accende le stelle sopra un oceano d'amore sconfinato
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Se tendi oltre l’orizzonte
luce letale per distrofici una grazia per altri e i gatti acciambellati nel sole riserva novità la mattina se tendi oltre l'orizzonte lo sguardo assuefatto ai naufragi Nota: chi è affetto da distrofia corneale ha problemi a vedere la luce.
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Dismesso l’abito
(visione) dismesso l'abito mi accompagnarono i cari estinti portatori di umiltà non parole la bocca colma di luce percorrendo la via per l'eliso non si toccava terra
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I tuoi santi
corda tesa tra la bestia e l'angelo scala al cielo per l'Assoluto c'è sempre l'iconoclasta che lascia osceni echi nel sangue dileggiando i santi che tu Nina preghi incessante
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Delle vanità
I non hai mica visto la Madonna - se sei andato in estasi per uno scalmanato che si agita sul palco -emulo sei sbavi per il successo II "vedi tutto questo? sarà tuo se..." cogli l'intenso e breve l'offerta allettante - il "se" ti eccita lo temi
ah inganno del mondo che nasconde una mano nel sangue dei papaveri
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L’intima essenza
rifarti gli occhi davanti a foto che rispolverano anni di cui puoi dirti contento a voler fare un bilancio onesto -non vasi di pandora- ma per contraddizione stornare la realtà con l'immaginario ti sembra più congeniale: per lasciarti sfiorare dal difficilmente percepibile
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Vita sommersa
in onde dell'inconscio si sdipana l'illusione ipnagogica e nel gioco sempre inedito delle immagini emerge vita sommersa come ombra che si rompe nell'acqua mossa
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Il poeta
cavalli d'aria - virgola di fuoco il pensiero saettante: vederti un sansebastiano trafitto da strali della parola
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Amo l’idea
più che amarla amo l'idea di lei stato d'essere: che s'impregna di bellezza interiore si ammanta di una luce affebrata mentre mi poggia la testa nell'incavo della spalla e se combacia col mio pensiero mi chiedo dove saremo domani quando il mondo per noi sarà sparito
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Mare aperto
parvenza: luogo altro: il sogno che muove ondivaghi sensi gesti evanescenti volteggi - voli l'anima è un mare aperto
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Lavavo la veste
trovai ch'erano fastidiose mosche ronzanti nella luce della preghiera a non dar peso imparai dopo lacrime e sangue lavavo la veste invischiata nelle panie della notte
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Fantasie (ipotesi dell’impossibile)
la vita un giorno puoi sentirti come un marinaio col mal di terra e il giorno dopo trovarti ad annegare in mezzo metro d'acqua
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Riflesso
(il soma: appendice del cielo) siamo solo pensiero non espanso frammento della Mente che crea universi-mondi (riflesso questa vita che si guarda vivere: un mondo in un altro)
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Per poca fede
vertigine dei giorni vuoti - ci si trova appesi ad una fune se apriamo la cerniera della notte il tempo ci volgerà le spalle per non esserci fidati abbastanza e la luce non ci conoscerà
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Con l’anima nuda
con l'anima nuda o corpo etereo lei mi vedrà mi attraverserà l'aria senza scheletri nell'armadio nella nudità che siamo di me altra "visione" avrà? e io di lei? ci ritroveremo asessuati angeli? ci accoglierà pienezza?
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Chi eravamo
enigma la vita siamo non siamo chi eravamo: dimenticato - solo incarnata nostalgia restiamo della bellezza sulla fronte del giorno l'urlo del fiore immarcescibile nella luce
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Che luce
che luce bagnerà i nostri morti - che amore - se l'uno nell'altro si specchieranno - se si sogneranno: ti chiedi
se con l'orecchio del cuore la provvida Madre 'udranno': mangiate di me e non avrete più fame
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Intatto lo spirito
ho ripreso in mano le poesie giovanili alcune rifatte altre modificate con severi tagli senza rimpianti ispirazioni bucoliche vestite di primavera o di autunnali malinconie vi è rimasto intatto lo spirito degli alberi e del vento la resina la radice linfa da cui vita rinasce
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L’infinito di noi
dentro di noi siamo un infinito ma confuso: una finita infinità per dirla con la dickinson percepiamo a tratti andiamo come ciechi - vediamo per speculum in aenigmate e ci sogniamo
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Dal nightmare
uscire di forza dal nightmare bucando l'aria - la riuscita se in parte è già tanto: trovarsi nel letto della vecchia casa d'infanzia sogno dentro il sogno
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Incanto
i dolci animali d'acqua terra e cielo a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole nel mare del cielo un tonno guizzante assume sembianze sull'onda lucente il bimbo sogna guardando estasiato ippogrifi e delfini in lenta sequenza pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie
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Anime che si cercano
(ispirandomi a Borges e Pessoa) anime che si cercano vestite di apparenza siamo: forme passeggere giriamo in tondo senza mai trovare il centro sempre lontani da noi siamo sulla pagina del cielo una mano d'aria scrive di noi e delle nuvole
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Dei miei detrattori
(Diocleziano, uno dei più odiati della storia) lasciai alla terra il corpo-zavorra da cui forse con sollievo mi trassi se sia ala d'angelo a coprirmi il disonore -si dirà- ora che s'una misera tomba s'accanisce dei miei detrattori il ghigno feroce e lo sputo
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Fuori dall’ordinario
la realtà non è da sé è la mente che la crea asseriscono alcuni illuminati va da sé che ti stimolano pensieri fuori dall'ordinario mentre un gabbiano ti fa il verso sorvolando l'immaginario orizzonte
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Assonanza
dov'è resettata da ogni ammennicolo la mente lì è itaca del cuore vi è assonanza coi tuoi morti risaliti dal mare a custodirti
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Fogli-aquiloni
impregnati dell'humus dell'estro del vasto respiro di cielo svolazzano s'impennano appena liberati dall'artefice dei versi -suoi non più suoi- a volerli divulgare per il mondo
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Da quando la mano
tra fiammate d'odio disumanante aggriccia il cuore del mondo da quando la mano di caino si levò e fu un rovinio di cieli continua a splendere il sole su acroteri del nulla e l'uomo a vestire simulacri si grida alla giustizia mentre il piatto della bilancia pende per la vergogna dell'homo sapiens
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La ferita
si è assuefatti impermeabili ad ogni evento il più cruento asettica aria asseconda un vuoto di umori non fosse per il grido della pianta alla radice la sua ferita bianca
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Quasi estate
sole ad asciugare le ossa e i panni in un'ora il vecchio sofferente aspetta il sole della morte giocano bambini alle giostre sotto l'occhio vigile non si può morire in giorni come questi: non ti aspetti che il criminale si svegli al mattino e inneschi la bomba nel nome di un dio
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Mentori
ledi armonia se nel voltarti chiedi vaticini agli iperurani mentori della volta celeste dal volto rasserenante
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Visione 3
neanche il tempo di pensarlo e ti ritrovi immerso in fondo all'oceano lotte sanguinose avvengono tra pesci di grandi dimensioni quelli minuti sembrano sorriderti la triglia ti fa l'occhiolino la supremazia è la regola negli abissi dell'oceano come avviene in superficie con gli umani tra pesci piccoli e grandi
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L’essere e il nulla
credo nella resurrezione della carne pensa all'essere impermanente ma anche che l' "essere" non cade nel nulla l'esistere è da sempre pensi: ed è già essere per sempre l'essere può frangersi in un gioco di specchi ma non cadere nel nulla il nulla non esiste
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Solitudine 2
livido cielo è l'ora del crepuscolo il vecchio spalle curve bavero alzato col suo dolore imbavagliato lascia la panchina - se lo farà un bilancio tornando verso casa? sguardo svuotato ha lasciato pezzi di cielo: solo con l'affetto dei gatti (ci divide la cena) le frequenti notti bianche conta le ombre sul soffitto che assumono sembianze strane
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Gli ultimi giorni
essere di pietra - per sopprimere
quell' urlo chiuso nelle ossa lasciare che i morti seppelliscano i morti no non ci sarà più tempo per piangere: già vedi come funereo lenzuolo penzolare il male dall'alto ramo
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Penso dunque sono
sono pensiero: ché pensare non è soggetto al soma non un organo altro è la mente lei è ariosa bramosa di voli in quella sequenza di figure quando la nuvola scherza col vento
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Dietro il velario
che siamo - un fremito - come quello che avvertì il primo uomo - in questo volteggiare d'anime erranti
maschere in una pantomima - dietro il velario dove s'apre il grido della bellezza ferita riconoscersi
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In te l’immenso
quest'allumare d'anima che
senti come vastità di rifiorite rive questo accogliere in te l'immenso oltre l'esilio di carne franta
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Anime ferite
( è boomerang nell'ordine cosmico il male e il bene che si fa) raccoglie il Signore le anime ferite col mestolo della compassione * laddove non si smorzano striduli echi a insanguinare il vento * rifacendomi a un verso di Gregory Corso
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Di là
"di là un qualcosa ci sarà" - "qualcosa" dici? non basterebbe lo elevassi all'infinito o meglio: è un infinito dilatarsi - immagina quel che si dice Assoluto: non vi sono porte da aprire né privacy né pass da nascondere non tracce da seguire - impossibile perdersi e ancora: è un compenetrarsi di eterei corpi - dove il virtuale/appendice dell'uomo è un sogno senza coda
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Memento 2
bau e miao la parola gliela leggi negli occhi ma come tutto il regno animale essi non si affacciano sulla loro morte a cogliere il proprio limite (forse nel dopo si è quel che si fa e si pensa - e dunque rispettiamo le creature viventi inconsapevoli - occhi di stelle)
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Sogni
ti sei visto ancor giovane più d'una volta esibirti in acrobazie per i soli suoi occhi (lei sull'amaca capelli di grano) o le volte prendere treni in corsa o librarti contro il soffitto o disfarsi la carne fino allo scheletro -è la sola mente che crea un oltretempo gioco iperbolico quella volta che nel "luogo accanto" Ungà ti fece un cenno per dirti questa poesia la puoi migliorare
*
Angelo della volta
benevolo mi eri novenne o giù di lì ché dalla volta mi dettavi parole di luce per poesie rimaste nell'aria indicibili voci erano d'un oltretempo ove si schiude tremulo il fiore che porto in me d'eterno
*
Ai piedi della notte
un nodo d'inquietudine sospesa si scioglie ai piedi della notte sotto una luna ammiccante l'amore è come l'ansimare del mare s'abbevera del sangue delle stelle aduna in sé il sentimento del tempo vòlto dove è dolce la luce
*
Il luogo accanto
dovevo immaginarlo nulla di cambiato è solo il luogo accanto dove ci si trova trasparenti come mi sono visto in sogno una volta nell'altra vita
*
Si spera
si spera che la morte ci trovi vivi parafrasando un celebre detto di marchesi: si spera: ché l'uomo spesso è al di sotto della bestia (erode/erede della svastica) a voler oscurare la notte della Nascita -mentre il mondo continua a girare in tondo senza un fine catartico
*
Alla stazione
nell'intravedersi da lontano agitare festosi le braccia
come volersi levare nell'aria - uccelli di passo
*
L’alterego
il soffitto ti si fa cielo nel pregare angeli ti scendono nel sangue quando ancora ieri abbrutito covavi rancori verso te stesso e il mondo amore era parola vuota: eccoti ora specchiato nel tuo doppelganger che ogni volta annega nel lago della sua spocchia
*
Prima luce
i sessi unificati vestiranno la grazia angelicata quella della prima luce
*
Il vino
il vino del vangelo è quello delle vene aperte su cui si posero labbra di madre prima che il cielo si oscuri prima della fine del tempo "bevete tutti da questo calice di sangue"
*
Di noi
di noi mostriamo esigua vita più l'esteriore che quella che ferve nel sangue i viaggi mentali i sogni mistero ch'è appannaggio di proprietà esclusiva -la testa reclina il nostro fido ci guarda attento come cogliesse pensieri
*
Per un ricambio d’ali
Lui ci culla sul mare della misericordia della sua carezza di madre noi siamo indegni manda a noi abbrutiti l'angelo per un ricambio d'ali ma l'impulso icariano è brivido che corre nelle vene del cielo
*
Nella fine l’inizio
(a Tiziano Terzani) riconoscere nella fine l'inzio - di questa vita il negativo o rovescio in quel tempo non trovarsi -ahinoi- ubriachi di mondo
*
Detrattori
non si può fermare lo sbocciare della rosa se vuol dischiudersi anche nel gelo nuda disarmante contro i detrattori di bellezza - che splendenza emana e armonia
*
Scopiazzare
meschino espediente -parole d'altri potrebbero rivoltartisi contro come jene cosa risulterebbe infine? una poesia non-poesia - né carne né pesce nemmeno cercarla devi tra parole vaganti nel sangue sarà lei disponibile quando meno te lo aspetti
*
Un buco nel cuore
lasciammo l'intima essenza nella dimora dell'eterno relativi sogniamo epifanie di voli - ed è un buco nel cuore la bellezza mancata
*
La beffa
ho sognato che fiammelle erano le dita che benedicevano del santo protettore di quel luogo impronunciabile lo portavano in processione il santo lungo la strada stretta in discesa qualcuno cedette la statua finì in pezzi l'ultima beffa le armi che portavano addosso
*
Senza titolo
sono malato d'azzurro
sarò putrefazione? non "io" certo ma questo involucro che indosso mi abita un luogo-non-luogo e sono invasato d'azzurra luce -oh mio Dio!- corteggerò le miriadi di stelle che hai posto nel cielo e sarò sgabello ai Tuoi piedi
*
Aspettative
vestono il rosso della passione le svolte del cuore un volo alto è richiamo di aspettative in divenire in un mondo devastato
*
Nightmare
preso nel vortice sentirti cadere dalle nuvole vaganti su l'empire state building muri di carta ad avvolgerti strati e strati togliendoti l'aria nel cervello versi criptati come da profondità inviolabili da ogni lato nonsense a lacerarti come strali di luce
*
Siamo oltre
siamo oltre: una parte di noi già nell'oltre senza saperlo - intangibili come nei sogni qui in-consistenza d'ossa e sangue non si traduce nella "persona": di lei è l'intaccabile: la sbiadita copia
*
La porta
il cammello inginocchiato passa per la porta stretta vi si passerà se spogliati di tutto gli altri: "voi non vi conosco"
*
Yin yang
sei la mano destra che non sa della sinistra il buio la luce cerchi in un alone di mistero il tuo nome alle origini nomini la bellezza della rosa colta sul ciglio del mondo
*
Il gioco
averlo nel sangue sin dallo stato fetale scrivere "lettere" sulla sabbia come nostro Signore truccarsi con barba di nerofumo emulando un improbabile sandokan da adulti i giochi del sesso per stuzzicare l' "appetito" intanto nella fantasia edonistica
vaghezze di nuvole fanno la vita leggera
*
Restare in bilico
restare in bilico tra quel po' d'intontimento e una giusta lucidità il discorso del capotavola la cui lungaggine è latte alle ginocchia la gimkana dei camerieri -ascelle sudate e sorrisi smorti- che si aggirano tra vacue presenze il quadro infine è una recita smodata
*
Arborescenze
scrivere su fogli d'aria ai piedi della notte dove evanescenti veleggiano i sogni arborescenze dell'anima
umori sospesi sulla bocca di un dio minore
*
La memoria è un grido
(Auschwitz - Birkenau - Mauthausen) non è dei morti ricordare: la memoria è svanita col fumo della carne bruciata
ai vivi le notti spaccatesi alla volta del cuore
la memoria è un grido inesausto che corre nell'aria su prati di sangue
*
Ricucire le ali
espandere la parte divina quella detta anima bistrattata non di rado quaggiù ricucire le ali per contagiarsi di bellezza
*
Ingredienti per una poesia
prendiamo una manciata di metafore alcuni ossimori degli appropriati enjambements togliamo qualche fronzolo che stona il tutto condito con spicchi di luna ingredienti per fare una poesia ma che nasca dal sangue come un fiore panacea sia per gli occhi dell'anima nuda e sola
*
La conca del cuore
mani a giumella ad accogliere umori del numinoso giammai siano infangati dalle cloache del mondo
*
Su mari aperti
l'anima una finestra sull'immaginario in espansione dei sensi
azzurrità di cieli a invadere gli occhi
è senza tempo il viaggio su mari aperti
*
Sui sessanta credendomi un ragazzino
sui sessanta credendomi un ragazzino saltai in malo modo una staccionata e mi ruppi il setto nasale riandando addietro mi vedo smaniare per tom sawyer quando mi esibivo in acrobazie sconsiderate per i soli occhi di una graziosa becky thatcher
*
Frammenti di una visione
ali di luce s'invaghisce dell'angelo il cuore senza voce sordo ad ogni mieloso canto di sirene itaca è negli occhi il ritorno l'approdo per l'indicibile altro da sé
*
Il verso
sai per ore mi sono arrovellato chiedendomi se dovevo lasciare o eliminare un articolo in un verso ridicolo? mania di perfezione? no - ti dico - il verso perché tenga deve dire armonia respirare lungo come il mare scorrere come sangue vivo nelle vene del cielo
inebriarsi morire rinascere in una smemorante dolcezza
*
Maya 2
la sera viola inghiotte tra le anime e le pietre apparenze di te di me si leverà un grido dalla cenere che siamo a chiedere dov'è la vita quella vera
*
Occhi puliti
questo stupido mondo da cui ti fai condizionare - non ti sentirai del mondo se levando lo sguardo in sù vedrai l'immenso specchiato nei tuoi occhi l'azzurro penetrarti quell'azzurro che è nel tuo nome in te stupito d'essere come quel bimbo occhi-puliti che vuol toccare la luna
*
Come angelo
è un soffio la vita e già ti vedi nella dimensione nuova dove tra le "beatitudini" non c'è moneta né caffè né vino cui non sai fare a meno e neppure ha effetto la farina del diavolo non esiste l'amplesso come lo si pratica essendo tu come quell' asessuato angelo che pare strizzarti l'occhio dalla volta
*
Il possesso
-guarda: tutto questo sarà tuo -ah padre padre che non ci hai saputo amare
mi trapassano gli strali della tua freddezza
le cose? non danno sicurezza schiavo ti fanno
non hai considerato la grande apertura alare che dà la libertà di amare
*
I libri
le tue creature hanno un respiro una voce mai che si annoino sebbene in ombra vivono nel cuore della luce i loro sguardi attraversano muri i dorsi nelle vetrine hanno occhi sempre vigili ristà il sangue delle sillabe in una malcelata calma
*
Afa
vene esplose di questo giorno d'afa me ne sto seduto s'una pietra ancora calda di sole rimuginando pensieri
come nuvole vaganti
nell'immaginario ora capre ora angeli
*
Eterno presente
ho sognato una piazza la sua circolarità senza confini forse dava nell'altra dimensione chiamava il mio sangue l'aleph di borges il suo eterno presente - dove sei tutto e il Tutto è te - dove il Figlio rinnova le sue lucenti piaghe cogliendo i perduti
*
Van Gogh
certo si può dire di lui che fu uno toccato dalla grazia se il senso del tempo spalmava la follia sulla tela col giallo a invadere visioni allucinate
*
Questo avvicendarsi degli anni
le volte che ti coglie sonnolenza frammisti brevi tratti allucinati la testa reclina sulle braccia lento meriggiare assolato il ronzio d' una mosca e voci indistinte dal cortile
e questo avvicendarsi degli anni come una marea che ti porta
ma ancora t' accora -inno alla vita- un non raro cinguettio sul davanzale
*
Stato di grazia
non lui che scrive non volute le parole emergono dai recessi di un dove viscerale e in quel mentre si ritrae la morte - è lo stato di grazia per chi viene detto poeta o costruttore di sogni
*
Naufrago di sogni
cosa incresciosa quel periodo no dell'aridità d' ispirazione -capita a tutti- e ti vedi impoverito annientato come disteso bocconi sull'arenile naufrago di sogni
*
Ritornare
ri-tornare? per ancora sanguinare?
a sfiorarci una felicità effimera a trapassarci gli strali del destino
quando la gioia piena?
giunta l' ora risparmiaci la "ruota" se fosse nei Tuoi piani - e che la morte sia una
accoglici per sempre nell'alveo Tuo d' amore
(la ruota si riferisce al samsara)
*
Le parole ti fanno volare
quell' immaginoso come in un sogno ad occhi aperti è un ondivagare di due versi nella mente domani forse se ne aggiungerà qualche altro le parole ti fanno volare ma la concisione vuole sia detto "tanto con poco" empito che sale come una piccola marea da attentamente vegliare
*
Il fiore del sempre
(ispirandomi a una conferenza di Rudolf Steiner) vivessi pure cent' anni non saprei mai chi sono laddove l'umano m' inibisce la memoria dell'origine
pure urge in me un essere superiore - il fiore-del-sempre - che mi sarà rivelato quando si aprirà all' eterno il trasfigurato corpo
*
Ceneri e kronos
ti parrebbe certo fuori luogo durante un lauto pranzo se ascoltassi di morte e di ceneri -io le custodisco in un' urna -no guarda preferisco le disperdano in mare o nell'aria
pensa: siamo niente - a divorarci kronos -occhi di vento e pulviscolo nell'aria
tra un boccone e l'altro guardando oltre questa morte che ci attraversa
*
Un giorno senza tempo
quando stavo per "andarmene" sentii tirarmi per i piedi io nel sogno io sogno criptato
un giorno senza tempo nella meridiana di sole
ero tra gli angeli e i morti
*
Siesta 2
(barlume di ispirazione) quel che resta nella mente dopo il dormiveglia non è che balenìo o nulla
tale presentire ha l' accortezza di non immediato svelarsi: resta nel limbo
sgusciante si cela tra pieghe del divano la voce della tivù rimasta accesa lo disorienta
*
Visione 2
siamo mare aperto espandersi dei sensi in onde di luce la nostra stella custodisce i vergini sogni
*
Relativo
dall'apparire dello 'strisciante' inganno convenzioni lussuria i pilastri del mondo relativo il tempo come il soma come la morte (il morire: una scrematura)
non del mondo l'Assoluto -che è vita nascosta
*
Nell’ incerta luce
nel sangue degli echi i tuoi franti aneliti le cicatrici di luna e il rosso grido delle estati che non vogliono morire le pieghe dei ricordi a vestire sorrisi di sole
ora galleggi in questo brusio di vita mentre una vecchia pietra ti accoglie ancora calda di quel sole che lento annega
e ti attardi nell' incerta luce
*
Nell’armadio 2
l'altro giorno nell'armadio non trovai uno scheletro ma in una giacca appesa da anni un foglietto con alcuni versi scritti in grafia minuta li avevo nelle stanze della mente dapprima cullati poi un po' persi un po' ripresi
vi vedevo le vele del sogno andare su mari aperti ulissidi cotti dal sole legati a canti di sirene mogli a tessere tele all' infinito
e molto altro: visioni dissolte nel nulla
chissà quei versi avessero preso forma ne sarebbe uscita una piccola perla
no - diciamo una cosa decente ad essere onesti
*
Divagando
senza pentimento strappai le poesie giovanili -sarà capitato a tanti- altre poi ripudiate pezzetti di versi continuano a svolazzare farfalle nell' aria nuove poesie germogliano come alberi o fiori
*
L’ albero
l'abbraccio è scala al cielo l'albero che si sente abbracciato ti è grato con la sua ombra nel rinvigorire nell'incipiente primavera è casa degli uccelli che sentono anch'essi il fraterno "contatto" -sei nella natura tutta che freme di vita
*
Dammi cuore (preghiera)
dammi ancora tempo tempo per sognare altre vite tempo per arcobaleni e luce e voli
e che io fedele sia alla verità
alla fine dei giorni che non debba vergognarmi di me
dammi altro tempo - dammi dolore per gli ultimi dammi cuore per gli ultimi
*
L’ispiratrice
dopo forse più d' un migliaio dettate dall'alto o dal profondo di te ti chiedi se a crearle non sia stato un altro e non tu: specie delle più datate non riconosci la mano l'ispiratrice vagheggia nella testa in auto per strada o si nasconde tra le pieghe del divano e nei momenti più inattesi ti dà la mano
stornando uno scialbo esistere
*
Chissà dove sei
abbracci avvolgono il cuscino gioca un raggio di luna tra i tuoi capelli ti guardo dormire - penso chissà "dove" sei ora tu che ami i viaggi interstellari tu immersa in un senzatempo d' esagoni e sfere
(ultimo verso: ispirato a J. L. Borges)
*
Di luce e sommessi gridi
è quasi fatta tutta in dormiveglia come nella testa una musica - poi da eliminare i nonsense o addomesticarli vestirli ché diano colore emergono i fonèmi dal fondo tu li prendi di slancio e sono gonfi di luce e sommessi gridi
*
L inganno
-che vuoi da noi? -sei venuto a rovinarci? vedono i loro progetti mondani contrastati da quest' uomo che si dice dio
le sottigliezze dello spirito maligno si attivano dal primo uomo e continuano a infierire con danni irreparabili
-che vuoi da noi?
il male lo credono il bene in quella loro cecità
*
Sento qualcosa in me
sento qualcosa in me che non è di questo mondo mi trapassano gli strali delle convenzioni ma nella curva degli occhi tremano frammenti di stelle - stimolo la mia innocua follia nel segreto degli specchi dove ali d' angeli leniscono l' ebrietà del sangue
*
Femminicidio
tempo di ribollir del sangue e cielo e terra si tingono di rosso l'abbaglio della lama tra la folla impossibile sfuggire ai fendenti ciechi l' attimo dopo lui è rivoltato in sé -non più lo stesso- nel proprio tragico buio
*
Incantamento
sorprendete sempre voi palpiti mutati in versi se il cuore ha un balzo per una metafora felice come quando il bambino gli occhi ridenti spalanca per la novità delle ciliege appese alle orecchie
*
La vita si guarda
la vita si guarda vivere specchiata essendo dell' Oltre il suo rovescio solo apparire - geme la natura: non senti le doglie del parto?
*
Natale praghese
(da una omelia) la maestra imprigionata la verità bendata -macché! tutte fantasie! -Gesù bambino non esiste!
di qui il tumultuare in crescendo di quei piccoli cuori:
e a quelli -i miscredenti- sarà stato negato l' abbaglio di luce che avvolgeva
le anime innocenti
quando esse chiamarono all' unisono il Verbo incarnato
*
L appagamento
(visione) ti accoglie un mare di luce e sei come appagato di tutto tu essendo tutto nel Tutto ti si apre lo sguardo su infinite dolcezze mai sognate nemmeno in alveo materno la trasparenza del cuore ecco librarsi sulle corde del fanciullo luminoso
*
Le parole
imbastire dei versi e renderli appetibili? suvvia non cercarli attendi che vengano a te come in sogno propiziatorie parole neo-nate dal sangue emerse in luce
*
I potenti
"beato chi pratica la giustizia": i potenti voltano la faccia i potenti operano al buio non sopportano la luce che li acceca ogni opera buona di chi è troppo "umano" è sasso d' inciampo i potenti dileggiano chi osa parlare d' amor fraterno al grido del povero prostituito alla vita oppongono un ghigno feroce
*
Seconda vita
all'alba svaniscono i sogni? o sono parte di noi insediati nell' intime fibre come una seconda vita disincarnata? attori-spettatori secondo la "via regia" trovarsi alla stazione o in riva a un mare cristallino -déjà-vu che ricorrono in placida naturalezza
via regia: definizione di Freud del sogno
*
Nel suo segreto
non senti il grido della terra? la natura si rivolta araba fenice la sacralità della vita violata è intatta non è la notte del mondo
la rosa ha in sé nel suo segreto la bellezza
*
Pietra di sole
scintilla il sogno sopra la vita ondivaga luce affebrata accompagna questo scorcio d' anni
nel meriggiare ti accoglie una pietra calda di sole
*
Mattino
nello specchio del comò si guarda una luna sghemba - prima di dissolversi indugiano nel sangue sfilacciati sogni - si attende supini mano nella mano che cresca la luce
e c' inondi col suo buongiorno
*
Il viaggio
vedi aleggiare il tuo soma d' aria a varcare confini di mistero ulisside su rifiorite rive d' un' itaca celeste
*
Le parole non dormono
le parole non dormono cercano il loro sangue incessanti si affacciano alle finestre degli occhi nude presenze emerse dal fondo dove è coro di voci che sanguina in luce
*
L inconosciuto
vertigine dei numeri all' infinito tanto più che i granelli di sabbia
così gli universi le miriadi di mondi
l' aleph: il punto inconosciuto dove Dio li vide specchiati nel Suo Sogno
*
A voi morti
mi rivolgo a voi morti usciti dalla morte voi non più in morte-vita vivi ben più che i vivi siete in noi e in nessun luogo lontanissimi e vicini
lungi da voi ripercorrere i meandri della memoria perdervi e ritrovarvi e ancora perdervi nei dedali delle passioni fuggevoli
è l' atavico sangue a dire "sono" - è ritorno all'origine: come nella prima luce
*
Per una volta
(quasi una preghiera) volesse il cielo una volta mi conducesse il mio angelo e in una visione ipnagogica sentirei il mio sangue espandersi ai quattro lati della terra a forma d' una grande croce
sentirei allora esplodermi il cuore in tanti frammenti d' amore
ma sono un peccatore
*
Linferno
(mala tempora ed è belzebù a guidare la danza) l'inferno è sulla terra è l' uomo stesso a crearselo da quando caino alzò la mano sul fratello da quando fiammate di odio aizzano popolo contro popolo per la supremazia di nazioni e nascono come funghi velenosi nuovi satrapi
(le vittime a migliaia le raccoglie Dio nelle sue braccia - giammai può il suo Amore contenere l' inferno)
esso è in terra se vedi annegare negli acquitrini la bellezza
*
Utopia
presi in un giro mortale lasciare tra le mani trascorrere le ombre della sera utopia raccogliere i frammenti di una vita in un numerabile infinito
(primo verso: parafrasando Ungaretti)
*
Condono
"condono" dici? se era massacrato - una maschera di sangue la persona: un solo grande urlo guerriglia urbana - la pelle rischiano gl' inviati del tg tra lacrimogeni e manganelli che fendono l' aria
abuso di potere: come vuoi chiamarlo -un nuovo caso Cucchi come tanti altri cristi in croce
*
Lungo un fiume d echi
quel che accade "deve" accadere? stabilito dall'alto o da occulta trama? e il libero arbitrio allora: è al 50? al 30? vestiamo le possibilità le decisioni sofferte tra gorghi del sangue
sarà un caso ma trovarci di qua della strada invece che di là potrebbe ribaltarci la vita!
siamo tenui fiammelle lungo un fiume d' echi
("caso" o quella definita "sincronicità" junghiana)
*
Non sei dei loro
nel chiuso della stanza o di pomeriggio nel sole da un po' ti sorprendono a parlare coi morti - questi non tornano e tu non sei dei loro -ancora- sono spirito (ma di essi poco si sa) -ubiqui ti leggono il pensiero e a volte giocano con le nuvole - quando nelle tue pareidolie ti pare ravvisarli
*
In infinito espanderti
(a Gabriele Galloni) ti vedo con fare garbato rivolgerti ai morti tu che anzitempo sei dei loro sei come loro tu che ne scrivevi chiedendoti "in che luce cadranno"
tu cuore amante dell' ignoto alla sua riva in infinito espanderti
(tra virgolette il titolo di una sua opera - 2018, RP)
*
Nonsense
il pensiero allucinato ti apre varchi daliniani di nonsense anche la tua figura si deforma come gli orologi molli
e il cuore si libra sul fiato del dove e del quando
*
L età spavalda
il volo degli aeroplanini con su scritte indecenze o un candido complimento e la destinataria avvampa dal primo banco c' è chi lascia cadere la penna per guardare le mutandine della prof poi fuori come scalmanati allo squillo della campanella e ahi ci scappa l'occhio pesto innato senso di rivalità tra bulli per una bocca di rosa
*
Paesaggi interiori
tu dici la vita è della morte vita che indossi che mastichi e ti mastica la chiave o il rovescio -sai- è quella "vita fedele alla vita" - ad aprirti
paesaggi interiori ritagliandoti uno spicchio di cielo
*
Oltre il visibile
anima siamo con un corpo frale la beltà è fiamma sotto la cenere:
di là dal visibile a dircelo è il cuore dove discreto l' angelo ci affianca
*
La vita scorre
la vita scorre e quel senso sempre del fugace in ogni cosa ma il mare il mare è nel cuore di Odisseo che si interroga a specchio del cielo
l'uomo è per la meraviglia
*
Anelito
(sfogliando Salgari) quella porta che apri sull'infanzia ha gli echi del mare e il caldo rovente di scogliera che ricorda il tuo passo inquieto ribelle i tumulti del sangue
resiliente come l' insonnia della vela per il buonvento
*
Ispirazione
cos' è l' ispirazione se non un qualcosa che urge nel sangue prima di vedere la luce una folata di vento e sei il vento una vampata di fuoco e sei il fuoco -con spasimi d' anima vivi le cose
parole come lacrime cadono dagli occhi della mente solo qualcuna preziosa si posa ai piedi dell' angelo
sul bianco immacolato del foglio
*
Alzheimer 2
la memoria s' è addormentata nell' anima - la memoria che come un fuoco inestinguibile ti faceva dire io sono ora non sai più chi sei e perdi la strada di casa
giorni e notti attraversano le tue ossa e la tua voce si è rotta nel vento
e se al mattino tì sporgi dietro i vetri è per vedere solo ombre o fantasmi come in un sogno ininterrotto
*
Come entrare nel dipinto
cavalcare onde irrazionali di nonsense onirici come entrare nel dipinto e vedere da una nuova angolazione ri-creata dall' occhio il confondersi del sangue coi colori
*
Mare aperto
ho un "posto" dove andare -che mi aspetta- a cui fanno eco non sirene ma aneliti dove nella morte apparente spasima la composizione della luce ho un luogo che mi aspetta: come andare in mare aperto con la bussola del cuore
*
Congetture 2
più che terra mi dico un cielo in frammenti il sogno e la ferita siamo
più in su quel levarsi dell' onda che ci avvolge il punto zenitale della luce
*
Laghi di mistero
ombre stampate - ombre a vestire figure passeggere luce degli occhi ai primordi -ritagliata nel blucielo - ove
immergersi in laghi di mistero
*
M induceva l estro
poeti si nasce? - non sapevo d' esserlo quando m' induceva l' estro a scribacchiare su carta da zucchero e alzavo gli occhi al cielo per un gioiello da carpire al divino
*
Orione
da tempo i libri di mitologia sono soppiantati dai videogiochi - negli occhi dei ragazzi non più l'incantesimo di un cielo percorso dal Carro celeste e da Orione -che annaspa in un mare nero seppia
*
Del sogno
anche il sogno è vita - con le sue -dicono- doti divinatorie ma attira anche quell'annullarsi quando non sei ostaggio di morfeo e sprofondi nel nero seppia assoluto mentre intorno a te vivono le cose e tu non sei più che un tronco portato dalla corrente
*
Il Grido 3
si fionda nel buconero della carne l' angelo caduto: materia densa non più luce lo veste il Grido-rimpianto che si sfilaccia in un tempo rallentato
(vita non è che ossimori e stelle di latta vita spezzata come lama nell'acqua:
vita incompiuta nell'immenso: puoi dirla infine un dettaglio
pure un amore disperato)
*
Un dio minore
(a battesimo d' inchiostro un dio minore -molto ma molto minore) quella "balaustrata" a cui s' appoggia verso dopo verso
il mio estro -musa malinconica non troppo-
(Balaustrata di brezza/ per appoggiare stasera/ la mia malinconia. G. Ungaretti)
*
Creatura 2
sembra che il solo sguardo la mantenga in vita la sua creatura ché Lui la pensò ancor prima di sognarla in forma ed essenza
poi del sogno il suo farsi carne e respiro
*
Momento
in un silenzio ovattato filtrano le prime luci dell'alba ancora viva la voce dei morti venuti a visitarti in sogno
a rigirarti ti trovi in intrecci di piedi di mani
-il morso della carne -labbra che si cercano
*
Marosi
marosi mangiano l' arenile sulla linea cielo-mare un battello dove suonano un blues -l' urlo del vento disperde le struggenti note
plana e becca la cresta bianca un gabbiano
leggo s' un muricciolo e mi confondo tra le righe -mi si specchia come in sogno il mio "doppelganger"
*
Vita leggera
una vita in leggerezza ragazzi galleggiano sugli eventi sfidano la morte se c' è un dio? - il suo silenzio - il corpo i sogni un tutt' uno col digitale
-uffa 'sto ciuffo alla elvis che non tiene! manate di gel
-ma è sorpassato ritrovi oggi la cresta da gallo cedrone
*
Il dopo 2
distacco dal corpo -dall' albero della foglia abbrividire della rosa appena colta e non sapersi di bellezza effimera
*
Il dopo
ci aspetta sempre un dopo: il di là da venire aria di nuovo aleggia negli occhi - che ci sorprenderà - e
ancora non sappiamo se croce o delizia
*
Afflati
la scrittura si traduce in genesi di fonèmi - espansi in luce accensioni del sangue e voli orifiamme o altezze pari ad afflati d' angeli
*
Lanima che scrive
uscita dal margine del foglio ove ha sostato per un tempo-non-tempo ora sorvola il mondo piagato dove sola immacolata piuma in luce resta
*
Covid-19
(navigano migliaia di morti sotto la volta viola della mente) questa "bestia" viene dalle bestie -così dicono i ricercatori (?) - pipistrelli serpenti et similia
e così ancora una volta -certo per altri versi- come quando il primo uomo entrò nella morte
scende in campo il nemico invisibile: il serpente ingannatore
*
Quei versi persi
[nel percorso col bus verso Brescello] poi di ritorno a sera carta e penna o se vuoi tastiera il bianco che ti fissa e ti ci perdi un muro la mente un muro provi con un verso impreciso poi un altro ma no non era così che l'avevi pensata eppure ce l'avevi tutta lì come una cantilena tra veglia e sonno negli occhi la confusa striscia bianca sulla destra ed eri in uno stato di tortura-goduria trattenendoli ancora quei versi ma ora niente un muro la mente risucchiati da un buco nero
*
La poesia
(da un po' che non brucio della sua luce: non mi prende febbre di quell' agitarsi del sangue) tento qualcosa del tipo: "la vita ti ha tarpato le ali Nina rosavestita - ora è il vuoto delle braccia"
questo l'incipit ma ahi è latitante la musa che non mi dà il "la"
plana un gabbiano da me non lontano chissà non porti nel becco quel verso che mi manca
*
Mare aperto
mare-anima sognata dai primordi in infinito creare fa vela il cuore per l'azzurro pelago
*
Sospensione lucente
lente figure d' animali in sogno t' appaiono le nuvole - mai somiglianti l' una all' altra e le gocce della pioggia: sono sempre diverse cadendo anche se ti sembrerà incredibile
tutto così singolare - unico
vedi: in una sospensione lucente lo stacco dell' uccello dall' albero traccia un irripetibile arco d' amore nel vasto cielo
*
Da un altrove
e tu a lumeggiare le mie sere anima di candore e di sogno si fa conca il cuore ad accogliere dei versi dettati da un altrove
*
Oltre l esilio
il più bel giorno è quando oltre l'esilio della carne mi verranno incontro i miei morti e i parenti giunti da lontano a qualcuno scapperà una lacrima e nell'estremo saluto c' è chi leggerà con voce tremante alcuni versi
"ti sei staccato come foglia adagiata su una spalliera di brezza"
*
In questo cielo bianco di silenzi
non ti vedrò più Nina se non in vaghezza di sogno - oggi mi nutro come un passero dei tuoi scritti di luce che aprono su universi solo a te noti e che forse ospitano la tua essenza mentre mi appare delinearsi il tuo volto in una nuvola vagante
in questo cielo bianco di silenzi
*
La sacralità della vita
il male si sa è la grande ferita -ma c' è tanta fede discreta: il cui fervore equilibra i piatti della bilancia si dirama il sangue della passione in direzioni inaspettate mentre
la sacralità della vita ha ali d' aquila a librarsi imperiosa sulla banalità del male
*
Nella prima luce
ci accorgeremo che non siamo esistiti che nel pensiero è la mente che crea - essa si materializza in ciò che vuole
nel grembo del cielo fu l' immagine del primo uomo che Dio sognò nella prima luce
*
La giovinezza
e sì che nell'alta vegetazione si nasconde un cuore di paglia -solo a vederla svoltare l'angolo sono le fatidiche farfalle e l'onda del sangue che rimonta ah i lunghi meriggi a passare tra sciabolate di sole
nella verde età fuggitiva
*
Cielo strappato
c' è sempre una donna dietro una fiaschetta di whisky tenuta nascosta - semmai per illudersi di lenire la lacerazione di quella mancanza un cedere all'ebbrezza e alla lunga trovarsi più che uno straccio
sulla specchiera profumi ninnoli a far bella mostra di sé
mentre un cielo strappato raccoglie il muto grido
*
Frammento di luce
(ispirandomi all' "Aleph" di Borges) siamo un frammento di luce particella dell'Altissimo
tale splendere ha attraversato i mari dell'anima toccato terre inesplorate care all'odisseo
indiviso frammento custodito nel profondo di noi
l'aleph che unifica i mondi
*
Il tuo garbo
forse solo nell' oltre saprò - si scioglierà l' enigma - e intanto i tuoi modi garbati che ritornano nella camera viola della mente mi sorreggono per il tempo a me concesso mentre perso sono nel perimetrare il vuoto che lasci: un' ombra feroce mi strappa all'abbraccio del sangue
il buconero risucchia presenze umori respiri
non il tuo garbo che in me non si cancella
*
Dove sei
sparire nel nulla è l'urlo della rosa dischiusa consola a tratti un palpito di luce selenica che abbraccia il ricordo ravviva empatie
gentile il velo spiegato dell'angelo
su un lato del cielo
*
Momenti d incantamento
entro ed esco dalla tua anima dove dimorano pezzi di me un odore di pini ci avvolge -certo lo senti anche tu- i nostri passi sul viale accecato di sole -un grido di gabbiani e l'ascolto del mare in una conchiglia:
questi i momenti d' incantamento fermati dal nostro amore imperituro
*
La lunga attesa
-alla fine è dura questa coda da scorticare- gli scriveva trepidante d' attesa come se lui dovesse tornare dal fronte (era in trasferta per tre settimane)
-sai: la bambina la sento come sorridermi in grembo - sogno i suoi dolci occhi azzurrocielo-
*
Quel che si dice tsunami
ingegnarsi per bypassare quel che si dice tsunami interiore pari al lutto di una persona cara elaborarlo mettendo in campo l'autocontrollo (yoga) e spruzzate di benevolenza e autoironia - sviando il testacoda dei sensi
lasciarsele scivolare addosso le cose
destarsi allora con altri occhi
*
Incantesimo
donna dei boschi: occhi di cerbiatta - la sua anima di foglia di sé m'innamora
*
Virgola di cielo
tu dici dopo non c'è più niente -e la coscienza? quella che ti fa dire sono persona -che nell'aria stretta si fa virgola di cielo-
no non la distruggerà nessuno neanche il fuoco
*
Considerazioni
che Egli sia nato in primavera non al freddo e al gelo -come alcuni studiosi ipotizzano- nessuno può dirlo (convenzioni degli umani: il periodo i festeggiamenti per prima la pancia e il sacro viene poi banalizzato)
e che Egli sia nato di pelle scura è probabile
-ma perché fare distinzioni di colore
*
Le voci remote 2
il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante di Seferis
Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971
*
Buco nero
(ad una corrispondente immaginaria) aspettando una risposta che non arriva -ma forse sei entrata in un buco nero dalle vicende del mondo assai lontana o posso immaginarti già di là a corteggiare le stelle
l'ultima poesia che forse non leggerai è infarcita di alcuni paroloni filosofeggianti
benché sappiamo sia vitale nel rivederla fare opportuni tagli
come fa con noi questa vita nel modellarci
stammi bene dove ti trovi - amica
*
Come nella prima luce
figure - paesaggi -la voce nomina le cose come nella prima luce vi assegna un'anima -gli oggetti si fondono ai corpi - familiarizzano coi gesti
giovane è la vita nel prodigio dei fiori
*
Apre all aria la rosa
si leva il mattino azzurro carezza la riva della luce sull' orlo dell' abisso la rosa apre all' aria i suoi petali
arco d' amore lei la vita nel suo mettersi in gioco
*
Su sfiorite rive del cuore
mea culpa? - considera la pagliuzza non la trave in bianchi cieli la sua anima s'impiglia tra certezze effimere e un nodo scorsoio l'ego si fa
mea culpa?
lungi da lui quell'animo candido che simpatizzerebbe con i morti
su sfiorite rive del cuore un gabbiano solitario plana
*
Leterna lotta
in una bolla d' inganno è racchiuso il mondo c' è sempre un pugnale nascosto tra le pieghe della veste appare come animale onirico il maligno o travolge come un maelstrom
ogni volta che il Cristo bagna le sue anime di luce
-tutto Egli dimentica sulla croce
*
Vita vissuta
aria ferma di pomeriggio quando le ore si dilatano e in una chiazza di sole un gatto acciambellato sembra sognare
i volti raggrinziti dei vecchi che giocano a carte dicono vita vissuta
ti distolgono dal sovrappensiero bianchi voli che si staccano dal tramonto
*
Vita nascosta 2
il muro d’aria che divide luogo e non- luogo o solo quell’esistere sognato che torna come déjà vu qui solo apparire: l’essere è vita parallela - nascosta
*
Vita che ti sveli
assisa sul bordo della luce vita che abbracci infiniti orizzonti vita riflessa che non sai dire se vivi o sogni vita in esilio finché abiti nel corpo vita genuflessa a adorare il sole- maja di luce che apri la fronte del giorno vita- vuoto affamato sii te stessa "vita fedele alla vita"
...rigenerata dalla Croce Vita che ti compi che ti sveli
*
Vita centuplicata
tu nelle braccia di Dio rapita nel sole piccola Margot tu rosa vestita per la vita
quella vita che non ti fu dato vivere
ora centuplicata
credimi immergermi vorrei in quel Sole che nel sogno in barlumi ora intravedo
*
Visione
su di te vedi piegato il cielo dalle leggiadre braccia ti sale su per le narici la barca di cristallo della passione veleggiando sul filo del respiro nella camera della mente non è detto non t’appaia l’angelo dell’ affresco che ti rapì quand’ eri bambino
*
Viaggi
"il più bello dei mari" quello ancora da navigare o solo sognato così la poesia più bella si dice sia quella ancora da scrivere
viaggi da odisseo viaggi mentali
apertura a ventaglio dei sensi in una immersione nel sé
[I° verso da Hikmet]
*
Verticalità
dolore non solo quello da carne- urlo animale ma sublimato negli assi della croce guardando in divenire là dove conduce Passione per la porta stretta
*
Vaghezza era o visione
quell’attraversarti la mente da nonsense e surreali figure daliniane come uscite da un sogno perdevi la percezione del tempo: davanti a te un lungo corridoio asettico senza interruzione di porte
era come entrare nella morte -
infine sfociare bagnato di luce
in altra vita - sogno nel sogno
*
Una poesia tipo quella
fa sorridere una poesia tipo quella di Neruda "ode alla cipolla"? se ne cogli la vera profondità penetrando fin nella radice della terra da cui è nata
sentirai l’ebbrezza del sangue che canta alla luce gemmante come una celeste musica
indorato dal caldo sole quel bulbo finirà sotto la mezzaluna con lacrime
-companatico dei poveri s’ usa dire
*
Un vento di ossimori
posizione fetale: ideale per lasciarti abbracciare da morfeo - in una sospensione lucente - la mente assediata da iperboli grandi come case e da un vento di ossimori
*
Un sorriso
vedi l’allodola planare il suo volo un immaginario arco lascia nel cielo "l’albero lo riconosci dal frutto"
pensi come curiosamente ti sorprenda quel detto dei Vangeli
e come il dimenticato aspetti solo come pane un sorriso
-ti vedrebbe come un angelo qui sulla terra che gli allevii la ferita viva
il sorriso è l’inizio -lo sai
*
Un nome una voce
un alone di mistero emana dai lampioni sul lungopò la sera ectoplasmi o perdute identità pare s’aggirino sui viali battuti solo da qualche meretrice pensi possa ispirarti qualche verso quest’atmosfera impalpabile e attendi riconoscibili un nome una voce che ti salgano da dentro
*
Un cielo di palpiti
si punterà verso il non- luogo dell’ Inconoscibile intrisa la vela del sogno del sangue della passione uscendo dalla bocca della notte -e siamo grumo e infinito
vivo di palpiti sarà quel cielo tenerezza di madre ad accoglierci
*
Ulisside 4
occhi di terra e di cielo e oceani occhi ove vive noetica luce a sognare procelle e bompressi e un’ itaca lontana
esce dalla coda dell’occhio il tuo vascello a circumnavigare terre di mistero
ed è casa di mare aperto l’anima del viaggio
*
Tu regina della notte
sei nelle mie corde e metti ali a sorvolare questo male oscuro d’un mondo fatto a pezzi tu regina della notte poesia che ti sveli al lume d’una luna menomante
l’anima è inclinata nella luce
ci salverà la bellezza?
*
Tu madre del mio silenzio
tu madre del mio silenzio tu cattedrale del sangue indiato -poesia- apri lunghe sospensioni e varchi e archi di luce ricrei tra ciglia d’amanti
tu fai spuntare fiori tra le pietre preservi un raggio di sole
per gli occhi persi del povero cristo nei giorni anodini
*
Tripudio di luce
aspetto l’ ineluttabile disfacimento della veste come l’ albero delle foglie
quelle macerano l’ albero è albero
il suo sangue in letargo attende
un nuovo tripudio della luce
*
Tempo-sospensione
tempo elastico gli orologi molli di dalì tempo- sospensione l’aprirsi del fiore tempo di blake sospeso nel balzo lucente della tigre tempo diluito non- tempo onirico tempo dilatato che scandisce deliri di luce in una tela di van gogh tempo sospeso immobile indolore felicità animale
*
Sul filo teso
camminando su filo teso se la mente vacilla e s’affaccia su orrido abisso Tu lo sai - è l’altro me a cui ho dichiarato guerra per onorarti son diviso e ogni pensiero contrasto se emerge non da sangue e come potrebbe la pianta ripudiare la radice? e la corolla che s’apre alla luce odiare la luce?
*
Spleen 4
brusio di voci galleggiare di volti su indefiniti fiati
si sta come staccati da sé
golfi di mestizia mappe segnate dietro gli occhi
vi si piega il cuore nella sanguigna luce
*
Spleen 3
lo scoglio e tu come un tutt’uno quasi sul ciglio del mondo avvolto in una strana luce labbra di cielo questo contatto di sole
vedi nell’aria marina un gabbiano planare su una solitudine che ti lacera all’infinito
*
Spampina la rosa
turbine avanza in un batter di ciglia - deserta la piazza solo una gatta sotto un’auto acciambellata han lasciato i vecchi il loro gioco di carte
più in là la bellezza deturpata
al crocevia del grido la rosa spampinata
*
Sopra il senso delle cose
chi può conoscere meglio della terra i morti l’inverno col suo bianco manto il silenzio copre e il loro cuore
oltre orizzonti di palpiti vegliando aleggia il mistero sopra il respiro dei vivi
sopra il senso delle cose come un sole freddo
*
Solitudine
si è al punto che ogni giorno è uno in più a dar scacco alla morte -finché ci siamo- la candida filosofia dell’anziano
il consueto giro pomeridiano per godere un po’ di sole
non si muove foglia ma voglia il cielo risparmiargli una solitudine feroce che scava come goccia nella roccia
*
Siesta
di sé t’innamora il perfetto endecasillabo "meriggiare pallido e assorto" - rilassante quasi a conciliare il sonno di qua dove sei la pineta - di là il mare - chiudi il libro di Montale e gli occhi
contro l’ obliqua luce fra i rami
in te mezzo assopito ora perdura il dondolio delle altalene e dei teneri corpi
quasi fatti d’aria
*
Senza titolo 6
un’alba cadmio apre spazi inusitati nel cuore usciti dal sogno beccano sillabe gli uccelli di Maeterlinck in un cielo di vetro
da un luogo non- luogo le uve dei tuoi occhi chiamano il mio nome genuflesso nella luce
*
Senza titolo 5
le cose mi chiamano e la morte è lontana vastità contemplo
l’anima è il verso del gabbiano nel lambire l’ onda
*
Se indietro ti volti
era solo un sogno - sarai come la moglie di Lot mi disse se indietro ti volti accondiscesi sebbene controvoglia: ribellione mi corse nel sangue
altri vedevo passare per la via della "prova"
ora tramutati in statue - che prima di me ridevano
*
Se avranno voce
ed è pleonastico il tuo dire i tempi son cambiati e alle piante seccano i timidi germogli i pesci son gonfi di plastica e i cieli di cenere e i mari piangono coi miei occhi
lasciare parlino i fatti se voce avranno in una -lesta?- inversione di tendenza
*
Scrivo sullarcobaleno
scrivo sull’arcobaleno dove il mio angelo è assiso in veste di musa egli mi suggerisce parole macerate nel sangue che mi si nascondono
alla "vista"
a volte dall’arco- baleno cade una sillaba ed io la recupero
riprende vigore
all’angelo traspare un sorriso che si fonde col mio fiato
*
Scrivere sulla sabbia
scrivere con la luce la vita la morte vestire di primavera i gigli non così l’uomo dal suo primo apparire
preso nel vortice delle cose egli scrive su sabbia l’avere
-nel cuore la paura del bambino
*
Schegge di pensiero
sai d’ essere schegge di pensiero per unificarti alla Mente- madre dove sei già stato vuoi tornare ma non ricordi il "dove"
tornare da dove ti sei staccato
come la foglia che riprenderà ad abbeverarsi di luce dopo essere macerata nella terra
*
Scampoli
rimanere in essere incapsulati in una vita ch’è copia sfocata dell’Originale dimezzata vita: scampoli
pure zampillo d’acqua viva dall’Io subliminale
la difficile luce
*
Saremo
il sangue starà circumnavigando il periplo dei mondi quando l’io non esisterà più cosa saremo nessuno può dire
saremo nel Tutto dove tutto ha nome armonia
forse non aureolati - fioriti nelle braccia di Dio
come nella prima luce
*
Rosa il tuo fiato
rosa il tuo fiato fragranza di bosco la tua pelle ambrata apparivi sirena distesa s’uno scoglio
allucinazione forse
mi facevi un cenno mentre il cielo s’apriva in una luce aurorale
come il tuo sorriso
*
Risillabare palpiti
risillabare palpiti di soli e generare amore dove il cuore mette ali elevarsi come aquila negli’ infiniti cieli
annullarsi del pensiero guru in stato di levitazione
*
Ricordi
confondersi del sangue col colore dei papaveri nel sole ampie distese a perdersi mentre all’orecchio del cuore a far capolino una melodia nel tempo andata
ricordi
ci si appiattiva scalzi col fiatone nell’erba alta dopo una volata e
in levità d’angeli quasi non si toccava terra
*
Reperti
lui -il "cornuto" che continua a lavorarci contro- lo vedemmo nelle case della morte col fumo della carne bruciata lo riconoscemmo nella "bestia" umana
dopo gli anni orrendi oggi un museo: in mostra scarpe valigie occhiali e una montagna di capelli
i reperti della vergogna
non sogni o finzioni quelle "nuvole" ma
dalle fumate si sa che a levarsi erano ali d’angeli
*
Quello squarcio di cielo
in grazia creativa mi sento oggi che mi è clemente il tempo -nuoto nel mio immaginario nell’approssimarmi agli ottanta non mi fermo a fare bilanci o scongiuri né mi guardo indietro
solo il giorno predestinato aspetto e tanto più inimmaginabile
sarà quello squarcio di cielo -ad attirarmi a sé
*
Quale il tuo nome
quale il tuo nome nel registro della Luce quale la tua figura inespressa questo non aversi come morire sognarsi in seno a cieli di cui non è memoria
caduto il velo un ri- trovarsi moltiplicato
*
Qualcosa verrà
qualcosa verrà in quest’ora anodina a farsi sangue e presenza il bianco a violare ricamandolo di fonèmi e voci da sirena ecco si veste la musa su onde a sognare -incoronata di nuvole vaghe
come un’eco quel melodioso canto
che si negò odisseo
*
Prove di volo
anneghi nell’effimero d’una vita marginale tenti nell’indaco prove di volo -fino a che dura il sogno
da quale parte è la verità ti chiedi nei momenti lucidi
*
Profumi ninnoli
credi non sarà così per sempre non come qui a guardare per speculum in aenigmate quel non riuscire a focalizzare il profilo di lei come quando la vedevi sbucare da dietro la curva della strada al ritorno dal footing
tra le altre suppellettili ora a prendere polvere sulla specchiera stile ottocento profumi pinzette ninnoli
la collana orfana del collo esile
il guardarti in tralice nelle sere vuote lei da una foto sfocata
*
Primavera 2
capita che il bosco mi parli ogni volta che abbraccio il "mio" albero -risale a un rito atavico l’abbraccio: patto di luce- amore-
mi parla -il bosco- tendendo le mille sue braccia nell’espandersi in canti che allargano il cielo
la casa degli uccelli si fa allora santuario del cuore
empatia che mi congiunge all’esplosione della fioritura
come fossi io nell’albero
*
Più duna vita 2
convivere con gli umori di un corpo di morte dall’animalità all’angelo: questa l’impervia salita
più d’una vita se dal sangue fioritura sia d’ali levate:
ogni passo ne perdi una piuma
*
Più duna vita 2
convivere con gli umori di un corpo di morte dall’animalità all’angelo: questa l’impervia salita
più d’una vita se dal sangue fioritura sia d’ali levate:
ogni passo ne perdi una piuma
*
Parole 2
parole sulla bocca dell’alba in dormiveglia mentre inizi l’interiore viaggio cavare sangue da neo- nate parole in seno a un dio non visto
dove sale la luce
*
Occhi di paradiso
quel giorno che ci hai lasciati parlava il tuo sguardo muto -occhi di paradiso quel giorno l’angelo ha colto il tuo dolore e lo ha appeso ad una stella
ora tra arcobaleni e vento il tuo aquilone
sparito nell’infinito
è come volesse cercare lì il tuo cuore
*
Notte liquida
orfanezza del cuore su sfiorite rive occhi come laghi in fremiti di vita dove distorto volto d’angelo traspare
lanciarsi anima e corpo nell’ebbrezza della notte liquida
*
Noi due
chi resta avrà dall’altro da lassù lo sguardo o dai recessi dell’essere dove si presume risieda l’anima chi resta alzerà gli occhi al cielo in un atipico silenzio rassegnato
un’altra primavera e nuovamente guarderà il glicine fiorire si domanderà dove stanno i ricordi vissuti pezzetti di cuore
sa che tutto è un eterno presente
*
Nellaria vegetale
si aprì il mattino azzurro nell’aria vegetale come un mare nel seno del cielo e da una costola per lui Egli la plasmò dalle sinuose forme a far tondi gli occhi vogliosi d’un amore tendente alle stelle
*
Nellanima bambina
come non ricordare il rifugio del passerotto intirizzito le mani a giumella e il caldo fiato o il micino di pochi giorni lucido di saliva portato in bocca da mammagatta
come non riconoscere le tracce lasciate sul sentiero teatro di giochi e l’acuto richiamo della madre la tavola apparecchiata inondata da sciabole di sole
immagini vive custodite nell’anima bambina
che ancora ti chiamano dal buio fondo degli anni
*
Nelluno
dal Tutto ritrovarsi nell’uno a vivere il sogno della carne il sangue che cavalca il vento dove crescono i passi
lacerato dalle lancette d’un orologio interiore un Lazzaro a sollevarsi da cento morti
*
Nel fiume di luce
forse veleggiando nel fiume di luce anche loro i morti ci sognano per non annoiarsi dove cade il giorno come un vibrare in nudità di sguardi piegati sul cuore della terra
il loro bianco respiro
*
Mimesi 2
mutevolezza come di nuvole -parabole -alchimie del sangue
mimesi icariana la giovinezza frale
-nei suoi umori intinta
la penna di Goethe
*
Mi straccerà una mano
sto incollato a un muro vi resterò forse fin quando m’imbavaglierà una reclame di nonsoché o forse mi straccerà una mano ignota ma sarò ancora la voce di chi non ha voce sarò il suo sangue che urla attraverso i miei squarci
*
Memoria di volo
memoria di volo dell’ antenascita - quando l’ angelo benigno si piegò nel vestire la carne ora nello smarrirsi dei mattini in un’ aria di vetro da memoria si torna a essere sogno
a raccontarci è l’ infinito mare
*
Marina
sull’onda bianca della pagina inavvertita la musa come un’ala si posa e si china discreta a ricreare di palpiti un vago sentire di mare
*
Mare derba
con l’ avanzare degli anni riduci sempre più il percorso delle tue camminate giungerà il momento di affacciarti solo sull’ uscio o dalla finestra vedere l’ immensa
distesa di verde e nello stravedere la scambierai per quel mare che ti vide nascere
-ti brilleranno gli occhi andando col pensiero alla fanciullezza gaia
ora quella luce è fuggita
lascerai impregnato quel mare d’erba di amori e pene ed eterei voli
*
Manifesto
ritagliare dai giornali lettere cubitali per farne una poesia- manifesto già vedi uomini- sandwich popolare le piazze il rosso grido di denuncia abbasso x viva y
-sordi i governanti al lamento dei poveri
vedi: giungerà il momento in cui si abbatterà repentino uno tsunami
a rovesciargli la poltrona
*
LOriginale
si perde armonia nel rifare una nuova poesia da una datata: ne risulta un vaso incrinato allo stesso modo ogni esemplare è intoccabile: è dall’origine
della foglia la foglia- madre come la pensò Iddio - così la parola così la natura
toccare i geni è una bestemmia che sale al Cielo
*
Lordine delle cose
nel momento del distacco dirai forse impropriamente "è mancato" - invece d’ un accorato "ci abbracceremo nell’ altra dimensione" mancato sì alla scena del mondo
com’ è giusto per l’ ordine delle cose ’apparenti’
la stella nana la formica
*
Lombra 3
davanti dietro di lato s’ allunga si spezza se riflessa in acqua mutilato corpo mi ripete negativo di me profilo esangue
finché vita avrà da estrema obliqua luce
*
Lantagonista
aprii la valigia era piena di libri e di sogni di vaghe nuvole e stanche lune gli chiesi se leggesse poesie arricciò il naso: -non mi nutro di quella "manna" il mio cielo è di pietra e non ne vedi angeli affacciarsi né madonne
-non siamo -noi due- della stessa razza
io da opportunista nello scrigno non porto chimere
*
Langelo 3
s’inzacchera le ali nella melma del contingente minimo sette volte in un giorno si prende cura come una seconda madre di chi gli fu affidato alla nascita dalla Misericordia divina
arcobaleni e nubi son la sua dimora transitoria
si piega sul tempo umano - lo senti se ascolti sostare nel buio delle vene
*
Lamore è un volo
l’amore è un volo che si stacca dai tuoi tramonti e lascia una mesta dolcezza come virgola di fuoco quel dolore che si ferma negli occhi
sulle ferite -sai- lavora a tuo favore il tempo
*
Lafflato
si leva da un’ alba rossa di passione l’ afflato del cuore quasi ad alleviare -volo lieve di farfalla- le brutture del mondo
asimmetriche tracce lascia la poesia ch’ esprime l’ angelo- farfalla
*
Lessere-pensiero
l’ angelo o essenza primeva in veste d’apparire in amore converte il suo fuoco ancestrale
è ubiquità ed ali l’angelo o essere- pensiero
astronave di luce che circumnaviga cieli interiori
*
Luce cosmica
il suo sguardo benevolo che abbozza un sorriso lieve dalla vetrata della cattedrale illuminata lassù mi ricorda l’angelo sulla volta del soffitto quando da bambino ero cagionevole e a letto
oggi mi sorprende un moto di commozione
nel dilatarsi il cuore in una luce cosmica
*
Lo sguardo velato
dò i miei "occhi" a quel che passa in questo scorcio di tempo che mi resta d’intenerimento la stessa luce la losanga sul letto la goccia pendente dal ciglio lo sguardo velato
ora come allora
quando "morte ti colse fior di giovinezza" scrivevo ventenne o giù di lì
-ah ridicolaggini
*
Lei dalle snelle caviglie
avvenne in me un parapiglia si sconcertarono i miei neuroni come lei apparve -il rigoglioso seno e le giunoniche forme- nel suo incedere al Valentino ogni tanto in sogno rivive evanescente figura
inarrivabile lungo la coda dell’occhio lei dalle snelle caviglie
*
Le voci remote
un’accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante di Seferis
Ghiorgos Seferis, poeta greco - 1900- 1971
*
Le sfiorite rive del cuore
le sfiorite rive del cuore e la verde età fuggitiva ahi i segnacci rossi sui quaderni
-simboleggianti nell’inconscio gli errori adulti che ti segnano la vita
e in lampi di ricordi quella corsa dei grembiuli come ali
in voli bianchi verso casa
*
Latitante la musa
sillabe cadute dagli occhi l’ingoio di stelle a svanire "credi resistere ai piaceri della tavola ma dai che hai -fidati- il colesterolo buono":
questo salvi dal tuo dormiveglia - relitti a galleggiare sul mare ipnagogico
tenti trarne una poesia giri in tondo con le parole - latitante la musa
*
Lacerazione
ragazzi strafatti che han preso la china d’una vita contromano ragazzi che s’ attraggono e vivono come se non vivessero
invecchiano dentro gli specchi o da hikikomori
abita il loro sangue una notte che si lacera all’ infinito
-le famiglie: da raccoglierne i pezzi
ragazzi che bruciano bruciano come candele
*
La vita interiore
dirla "potenziale" questa mente fin quando non sarà espansa e unificata nella primaria origine di sogni e di pene -scritte su cieli di carta- e di effimere gioie come la felicità che sempre sfugge
lei si nutre
abbeverando del sangue della passione la vita interiore
*
La vita infinita
con l’avvicendarsi degli anni si risvegliava in te il bambino negli ultimi tempi c’era sempre lei a rifarti il letto a tagliarti la carne il tuo angelo premuroso che non ti perdeva di vista un momento eri un omone- bambinone te ne sei andato troppo presto quel giorno vedevo al tuo capezzale nei tuoi occhi cerulei veleggiare la vita infinita
*
La verità è un lusso
la verità è un lusso dice quel padre che non ha ottenuto giustizia dopo anni per il figlio falciato in una rapina trovatosi per caso lì in quel frangente dice -un sasso sul cuore-: forse è di un altro mondo la verità -tutto come sempre insabbiato prescritto
nessuno sa - e sulle coscienze crescono peli
*
La stanza viola
la stanza viola della mente veste l’anima del quadro in cui ti perdi dalla tela vedi crearsi iridescenze -e il sangue si spande nei colori-
presenze daliniane erompono dal sogno
*
La stanza del cuore
custodirvi l’essenza primaria - il suo fiato il suo mistero è creativa la stanza del cuore: la vedi tappezzata dalla immensa pagina del mare
dove scrivere i sogni con l’inchiostro della notte
vi respirano sinergie d’altre dimensioni
*
La pista del sangue
sconvolgere i cieli vorresti? rapportare il mondo con l’ asettico tuo doppio? chi vuoi che spezzi per te una lancia se vai col lupo seguendo la pista del sangue
in modo sistematico vedrai crescere detrattori a stigmatizzare le tue fisime
uomo di cartone
*
La passera
memore della bella accoglienza me la trovo sul davanzale ogni mattina per "condividere" la colazione è d’un piumaggio lucido e vellutato l’ho chiamata "nerina"
sempre puntuale precisa come un orologio svizzero
chissà mi chiedo chi troverà ad accoglierla quando anch’io avrò messo "un paio d’ ali"
*
La parola nuda
mi seduce la parola enfatica -sia d’amore o quella che (d) enuncia che s’attorce al cuore in un nodo di passione
parola nuda come la verità - mio faro
brilla nel buio come stella di fuoco
e non la puoi estinguere
*
La musa latitante
dalle vene del buio -dove a raccoglierti vuol chinarsi l’amore- defluisce arido sangue
stai come quel gabbiano dall’ala spezzata
che non sorvolerà il suo mare
*
La mano disegna nellaria
la mano disegna nell’aria il suo profilo indugia su bocca naso e occhi la mano della mente ben conosce quei dettagli come la madre che l’ ha generata - Nina stella del cielo che mi cammina nei sogni
ora sono aghi che trafiggono nell’ accendersi nel sangue la mai sopita passione
mentre la mente disegna dove fermenta il cuore
*
La luna dei poeti
ho la luna dei poeti -pesci sull’ imum coeli- scivola la barca della passione verso terre di mistero
pesco sogni di ragno nell’ intreccio di parole nate sulla bocca dell’ alba
mentre uno sbuffo di vento porta afflati d’ amore
*
La luce essenziale
punti all’ esteriore e non alle cose del cuore? vedi: non ha consistenza quanto non nasca da radice del sangue o semmai sopravviva di effimero lucore
essenziale quella luce ch’ è la bellezza della rosa immortale palpitante tra le mani
*
La domanda del sangue
sordi alla domanda del sangue noi sotto un cielo bianco di silenzi le parole rimaste in gola cadono come un infrangersi di cristalli
in nostra vece sentiremo forse gridare le pietre
*
La bellezza dellangelo
con l’avanzare degli anni senti sempre più il distacco da tutto - ogni cosa ti lasci scivolare addosso -come il sogno ch’è a svanire oggi preghi lo Spirito del cielo ti faccia luce: ti mostri l’azzurro sentiero
per la bellezza dell’angelo
*
Isole 2
s’aggrovigliano mai combaciano come i fili d’una ragnatela in composizioni improbabili tramate forse nei sogni in un alone di luna evocano i morti fan gesti propiziatori
sono intrecci di mani di sguardi
anime che si cercano
*
Ipotesi dellimpossibile
combatti contro i mulini a vento delle ipotesi ti vedi quel filo d’aquilone tenuto da un bambino e toccare il suo cuore e il cielo o quel bimbo ti vedi tenuto dal genitore per mano
o ancora -tra fremiti d’ombre- quel figlio prodigo che ti torna in sogno: che anni scavalca a ritroso
per chiedere perdono al padre sul letto di morte
*
In una goccia di luce
s’arresterà questo giro del mio sangue lo sguardo trasparente riflesso in un’acqua di luna sarò pietra atomo stella mi volgerò indietro sorridendo delle ansie che scavano la polpa dei giorni delle gioie a mimare maree nullificate di fronte all’Immenso allora non sarò più quell’Io vestito di materia navigherò il periplo dei mondi corpo solo d’amore in una goccia di luce
*
In treno
lei immersa nelle righe nere mentre il paesaggio -alberi case- fuggiva sbirciavo il titolo era in inglese - un mattone a vederlo
distolse altera lo sguardo lei biondo- platino e sola
conciliava un sonnellino ora il monotono sferragliare
*
Impossibili approdi
-orza alla banda!- la faccia cotta dal sole il marinaio tende a quegli approdi impossibili apparsi solo nel sogno
la terra è ancora lontana
facile perdere la rotta fare naufragio
se non "credi" senza vedere
*
Il sangue sulle pietre
baluginio d’albe su vuoti orizzonti - sale la luce sui nomi perduti
filo spinato taglia la memoria insonne
inani fughe
ancora grida il sangue sulle pietre
*
Il riflesso
m’abbaglia l’accecante riflesso d’un lunotto tengo la strada - poi il tunnel mi da pace
e m’acquieto con le note di stardust
esco nella luce come destato dal sonno della morte
*
Il nostromo
narrava dei suoi viaggi -il mare a cullarne le memorie- i porti toccati e lasciati Oslo Amsterdam le taverne ove non mancavano scazzottate come nei film le volte ch’ era cielo di tempesta con gigantesche creste d’onde -negli occhi gli si leggeva raccontando che bastava un niente a morire
avvolti dal fumo della sua pipa di schiuma noi ragazzi ne eravamo rapiti -ci passavano nello sguardo velieri lontani
Jim il nostromo egli era per il borgo natio -occhi di cielo e cuore grande come il mare
*
Il guardiano del faro
sembra toccare il cielo attraverso la grande vetrata gli fa visita il gabbiano unico amico al crepuscolo alla stessa ora nel becco l’argentea preda
l’uomo del faro: non uno stravedere come il ragazzo l’ ha sempre sognato tra spume d’ onde e uccelli marini
altro è questo solitario leggendo nel profondo:
senza amici per poter chiacchierare: una ferita la perdita della compagna morta qualche anno prima di parto
la sua Nina
ora gli pare di vederla tra le ombre della sera quando si accendono le stelle
*
Il grido che sale
era forse quell’embolo ad allagare di visioni la mente tutto quel rosso come un mare di sangue e il grido a salire dalla vertigine del sogno
-e se sogno non era?
trovarsi diviso tra reale e irreale - nelle vene del buio una danza di folletti
*
Il cielo è terso
la coda dell’occhio il gesto come a voler scacciare una mosca ed è un fuoristrada a investirmi alle spalle entra la luce il cielo è terso - mi dò il buongiorno
mi risponde a breve il borbottio della moka
*
Il cammino
il sognare di sé che si sogna - forse così la vita perché il cammino - dici
breve il tempo per cercarti: trovare l’ anima -
quella luce ch’ è in te il dio inconoscibile
ti passano davanti le sequenze dei tanti "me stessi" trascorsi
ma già sei altro
*
Il buio degli anni
(a tutte le vittime per la giustizia) negli occhi delle primavere violentate il buio degli anni di piombo la pioggia di sangue
la vostra morte luminosa
il sangue delle vostre primavere di là dal buio dell’ora ecco levarsi alto come un urlo al centro della storia
*
Hikikomori
un vivere a ritroso le spalle all’oriente dove cresce la luce vuoto delle braccia vite separate tra l’ombra e l’anima Hikikomori: in Giappone sono oltre un milione. E’ il fenomeno di ragazzi che vivono di "rapporti" virtuali chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.
*
Fonemi
nella bocca della notte -la luna sopra il petto- il letto è un mare dove sillabe perdono sangue "e il naufragar" non è che di parole- carne slabbrati fonèmi
a far piovere nelle tasche del cuore
*
Fase rem
aprono il mondo della mente facendosi presenze i dolci animali d’acqua e cielo nel vortice di luce ti si rapprende negli occhi il volo e l’argenteo guizzo
appena desto -assimilando ancora frammenti di visioni- chiederai all’onda all’uccello al vento
la chiave l’origine che dall’apparire traspare
*
Energia cosmica
(a Stephen Hawking, in memoria) ci partorì un oceano di energia noi minuscoli granelli finita infinità
dai buchi neri insondabili forse nuovi mondi nascono - inarrivabili
soli non siamo in questa vertiginosa vastità
in infiniti cerchi spaziamo
[finita infinità: da un verso di Emily Dickinson]
*
Emarginato
quest’uomo: tristezza d’albero nudo avanzo di vita aperta ferita -occhi scavati che perdono pezzi di cielo
quest’uomo puntato a dito quest’uomo fatto torcia
per gioco
*
Dun sogno
casa sul mare dove vidi la luce sulla porta un ritaglio di cielo a visitarmi i miei morti venuti sembra dal mare sorridermi mentre mi vedono con naturalezza librarmi falena contro il soffitto
*
Dove langelo 3
ti dici quale angelo - quello delle favole? mentre nel cuore ti alberga il grido stridulo del risentimento -nell’ordine cosmico è il boomerang che non vedi
dov’è l’angelo ti dici semmai salga dal fondo di te a illuminarti?
vieppiù continui a respingere mani tese in un cielo bianco di silenzi
*
Di sguardi è il sogno
di sguardi è il sogno o polvere della nostra creazione noi polvere del sogno noi sogno di Dio tra intermittenze di fòsfeni veleggia l’ "occhio" per inesplorati lidi
*
Di qua del velo 2
(non qui né altrove: semplicemente essere nel Tutto -porta della conoscenza) di qua del velo di maya trottola del tempo consuma il suo perno
nella palpebra del sole un embolo d’ombra dimora che insanguina il vento
*
Di palpiti di luce
bianca colomba si posa su creste di pensieri invertigina l’essere tra fluttuanti sillabe in un capriolare di palpiti di luce
*
Di luce labbaglio
colma la bocca di luce l’abbaglio della veste sentivo nelle ossa un fuoco
come lazzaro mi sono levato e andavo leggero come nell’aria
*
Di fosfeni e nubi
a labbra di luce poesia mi desti da assonnate rive vaghezza vi transita di fosfeni e nubi ove intoccabili sogni dimorano
*
Degli abusi
strillai come un aquilotto di lacrime inondai il banco: sollevato da terra per le orecchie dalla capa ‘e pezza Angela (spero oggi un angelo)
per aver iniziato il quaderno di bella con un grossolano errore
-abusi oggi come ieri solo che un tempo erano "sommersi"
(capa ‘e pezza: in gergo la suora; Angela, nome fantasia) [il grave errore consisteva nell’aver scritto "geofrafia" invece di "geografia".]
*
Dallimmagine spezzata
risalendo dall’immagine spezzata fino all’ultima ferita in un sol grido rivivono squarci d’identità che furono te li inghiottirà una fuga di luci bava di ragno a tesser latitanze
*
Dal suo sangue si leva alto
(ad Aung San Suu Kyi) non violentate più la primavera del suo giovane sangue non pugnalate la colomba del suo cuore aperto alla compassione
non schernite più la disarmante verità che proclama aizzandole contro i mastini della notte
dal suo sangue si leva alto il grido di fierezza all’ unisono con l’ oppresso popolo
[Sul finire degli anni ‘80, Aung San Suu Kyi fonda la Lega Nazionale della Democrazia. Il regime birmano la condanna agli arresti domiciliari per 5 anni, poi per altri 15, e infine a 3 anni di lavori forzati, prima di essere liberata definitivamente. Viene insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991.]
*
Dal mio posto protetto
mi "nascondo" nel corpo da me emergono alfabeti afflati enunciate sillabe
mentre questo che mi contiene ha un piede nella morte
dal mio posto protetto complice una luna che m’ispira mando messaggi di luce
a volte me li suggerisce un angelo
*
Da un imperscrutabile sentire
ti attraversano come una luce sottile: sono sempre con te i tuoi morti mai andati svaniti -ci crederai?- saldano le tue radici "vivendo" con te ancora: ubiqui e onnipresenti
da un imperscrutabile sentire puoi percepirne al tuo fianco la presenza
sono essi a suggerirti in un soffio semmai ti giunga una ispirazione
sostano dentro gli specchi
si fanno tuoi consiglieri quando non sai deciderti sul colore di un maglione da indossare
allucinate presenze ti accompagnano in quel mondo parallelo ch’è la regione del sogno
*
Da che sei nellOltre
corpo fatto ad "espiare"? -dicevi- o più semplicemente di esperienze ricettacolo? smesso che hai quell’abito -soma- il tuo Sé manifesti che attraversi i mondi
da che sei nell’ Oltre rinato come a primavera l’albero nudo
*
Cè del buono
sempre ci si trova a scalzare la morte noi umani o la foglia la rosa damascena si riveste ad ogni ciclo la natura - ingiallito grida il cespuglio il verde nuovo
c’è del buono che ci salva: trovi allo sportello chi un sorriso ancora dona
*
Cruna di luce
come quel file danneggiato che non si riesce a eliminare: diciamo un po’ simile lo stato d’ animo di chi non si sente realizzato ed è la sua anima un buco nell’immenso ti sarà capitato un file corrotto: ti sta sui cosiddetti ed è come la vita che gira in tondo -i suoi ingranaggi che non combinano
-ma dopotutto un file è un file -dici
quel suo bel titolo ‘cruna di luce’ "chiave" non ha e nemmeno il cammello ci può passare
*
Cosè la poesia
la poesia è indefinibile fa tremare i polsi è l’abbraccio di un albero il sorriso di un bambino la poesia nasce dal sangue e ha dimora celeste
quando si partorisce una poesia ti si aprono i cieli
poesia è dove l’angelo perde una piuma
*
Cosa dice il cuore
fu il caso o il destino a farli incontrare all’uscita del discount sotto l’ombrello lei la sua verve lui il suo magnetismo prima che se ne avvedessero erano finiti a letto
quanto durò la storia se storia fu? dalla sera alla mattina - un lampo
cosa dice il cuore dove ti porta non lo sai spiegare
*
Controsenso
no non ha senso questo tempo frantumato fra le dita -c’inseguono le lancette di kronos i bambini giocano all’ikea e non nei prati i genitori hanno tempo solo per loro
cosa pensa -se pensa- quel pesce che agonizza soffocato dalla plastica? che questo è il peggiore dei mondi possibili?
*
Come nella prima luce
si è legati al cordone del sogno quello viscerale - che ci vede come nella prima luce destare in noi l’angelo svogliato - lasciare si schiuda il fiore dell’anelito
in un canto - che abbracci la sacralità della vita
*
Come invisibile radice
ricordi ventenne o giù di lì: pane amaro i primi timidi tentativi ti vedi chino su fogli e fogli fitti i pindarici voli le cadute come invisibile radice quel virgulto negli anni ha preso vita e sangue
*
Cieli capovolti
nel cavo del grido deflagra rombo di tuono e scalpitano nella testa destrieri impazziti egli non vede più il corpo della madre solo cieli capovolti e
accovacciato in un angolo della parete che separa vita da vita
trascorre le ore vuote suonando l’ocarina
*
Breve il tempo
ti ricorderanno un giorno? ti sorprendi a evocare oggi i tuoi fantasmi
altro tempo
età dell’oro quando il sangue sparpagliato nella luce semidio ti levavi come in volo
ora ingrigisce il giorno
chi a ricordarti?
*
Assonanze 2
aureolato di fumo vaga il pensiero nei meandri del sogno s’aggriccia il foglio sotto l’impulso della penna in cerca della giusta assonanza o d’una metafora felice
in enfasi il cuore s’abbevera alla fonte generosa della musa
*
Assonanze
entri nel fiato del mondo col sestosenso dell’arte appena percepibile seme qui ne assumi assonanze -archi di parole e suoni e colori-
mentre dal Sé attingi quelle vibrazioni d’armonia che avvicinano a Dio
*
Antinomia la morte 2
rinfranca il pensiero d’essere immortale -e già dalla ferita della creazione lo sei- la morte ti cerca? uscito dal guscio tu sarai altro
l’anima libera sarà dai lacci lo spazio mentale onde di luce e amore
niente d’ imprevisto se la morte non ti sorprenda più della vita
*
Aneliti dinfinito
è la vela rossa della Passione a prendere vita nel tuo sangue spanto nella luce ti dai d’amore in aneliti d’infinito anima persa per rive sfiorite negli occhi
*
Andante
dopo l’ultima pioggerellina i saltabeccanti passeri muovono una piccola danza sul mio davanzale troveranno le briciole della mia colazione
m’immagino in sottofondo un andante di vivaldi
e nello sdilinquire del cuore mi si apre il cielo
*
Anche tu a precedermi 2
un salto a volo d’angelo a superarti nella luce una luna assonnata ti sovrasta - ammiccano stelle
anche tu a precedermi -amico di penna- sulla via dell’Inconoscibile - uscito sei dal cerchio d’ombra
dal quadrante dove batte l’ora del mondo
*
Alle porte del mare
cicatrici di luna il rosso grido delle estati lunghe sulla pelle quando liberavi le ansie inchiodate alle porte del mare di sandokan emulando nelle ore di canicola le scorribande a perdifiato pei vicoli cerbottane e bandane prestandosi al magico rituale con vele e bandiere panni stesi nell’accecante sole
*
Alba
nella luce che sale generosa sei come musa che l’abbrivio dà col primo verso -aria di vetro - parola sospesa
come andare in mare aperto
sogno o stato di grazia
*
Al parco 2
gli prepari il posto a tavola come quando era in vita lo senti vicino gli parli in sussurri e con dolcezza son passati tre anni da quando lo portavi in carrozzina al parco -nell’incipiente primavera gli alberi mettevano folte chiome- e ogni tanto ti fermavi per asciugargli un filo di bava pendente
ricordi le sue parole: chi non si dona mangia se stesso
*
A prescindere
questo uscire rientrare nell’alveo celeste è racchiuso in un tempo rallentato un lampo nel cuore dell’ universo t’ è stato messo nel cuore il senso dell’eterno - a prescindere
ogni giorno ti riscopri vivo come il seme
*
A guidarti la mano
vedi un gabbiano planare - tu assiso s’ uno scoglio nella calura di luglio qualche verso abbozzi sarà tautologico ma è quanto ti sale da dentro:
"siamo di terra ma lo sguardo dice la celeste origine - la sua luce dove l’anima dimora"
è aspirazione alla bellezza a guidarti la mano: non con inchiostro ma col sangue scrivi
*
Rinascere negli occhi
all'inizio nel tempo primigenio il primo stupore in un volo ai piedi dell'angelo sarà poi precipizio della luce
ma si resta nella memoria della rosa che vuole rinascere negli occhi
*
Nugoli d anime
riposano i corpi mentre la notte ha tra le braccia nugoli d' anime rivolte verso la stessa fonte di luce ondivaghe fuori dal guscio esse aleggiano insinuandosi nei meandri del sogno si trovano a percorrere corridoi interminabili
o tra vertigini di spazi a capriolare si trovano in ambienti familiari rivivono déjà-vu
*
La poesia che ci salva
la poesia è la bellezza che ci salva da questo stare inadeguati nel mondo vedi con la poesia non si scherza (a parte palazzeschi e qualche altro) essa vuole nascere dal sangue macerarsi nel profondo fino a mettere ali
non lo crederai ma i fonemi aspettano solo d' essere chiamati
la costruzione va da sé dev' essere armonica come un diapason col traboccare delle emozioni
*
Piccoli mondi
essere in sintonia -cuore e mente- con l'universo come nel sogno abbandonato il corpo -noi piccoli mondi nell'alto mare aperto:
ulissidi a lambire terre dell'inconoscibile
nella pienezza dei sensi
*
Nei cieli dellinconoscibile
e in quel momento ora x è solo un restituire consegnare le ferite alla terra la luce degli occhi al cielo e farsi plurale
ponti di luce nella Mente espansa a invadere e aprire varchi
dove ali di un già presentito sogno -aperte per il volo-
si librano nei cieli dell'inconoscibile
*
In questo momento sospeso
il guanciale intriso di sogni tu languida ti volti per un bacio come calamite i corpi si attraggono lenta c' inonda la luce dell' alba sembra quasi che la pineta affacciata sul mare ora entri nella nostra camera -noi rami in un ricambio di foglie-
anche in questo momento sospeso si può sentire un assaggio d' eterno
*
Le impronte che hai lasciato
fermatosi il giro del tuo sangue non avrai più nome né voce le impronte che hai lasciato?
impigliati ai rami fra cirri e nembi
l'essenza dei tuoi versi sparsi i ricordi i sogni gli io che fosti
forse dal fondo dello specchio riaffioreranno
-in una luce ferita- quelle immagini a un moto del cuore
*
Tra la bestia e l angelo
tra la bestia e l' angelo corda tesa sull' abisso nel divario della mente dove destrieri scalpitano inesausti bivaccano i tuoi fantasmi
o si mimetizzano tra la fantasiosa tappezzeria dei divani
semmai si annoiassero sai dove trovarli: a giocare ore e ore con le nuvole
tenendo al guinzaglio i sogni
*
Il caso è quel per cento
tutto è convenzione e il caso è quel per cento che fa il destino se ci troviamo nel posto giusto al momento giusto -o al contrario- è quella sincronicità indimostrabile
che fa ruotare i mondi e noi non siamo che mistero a noi stessi
piccoli astri
Sincronicità: concetto di Carl Gustav Jung, 1875-1961
*
Bocche di chitarre
alla sua morte per fucilazione anche le chitarre emisero lamenti - a un ordine dei generali dalle loro bocche uscirono insetti bibliofagi a divorare pagine e pagine di versi sparsi per il mondo ma lo spirito del popolo è vivo la memoria è vasta come il mare - venne ricomposto il poema insanguinato fino all'ultimo rigo-respiro
si può uccidere un poeta non la poesia
(Federico Garcia Lorca, 1898 - 1936)
*
Dellimmaginario (del sogno)
li vedevo salire dal mare dal grande mare aperto i miei morti che dispensavano sorrisi era esplicito il loro invito lo si leggeva negli occhi forti di luce
ma una vocina dal di dentro mi diceva che non era giunto il tempo
*
In questo giorno stordito di luce
in questo giorno stordito di luce il mio lavoro incessante di sole per gli ultimi i senza voce i perseguitati che Lorca cantava
per i bambini scandalizzati dal prelato
-meglio per lui dice il Vangelo legarsi una pietra al collo
il mio è questo grido che rilancio contro le sbarre dell' indifferenza e la viltà di chi trama nel buio di una notte di pietra
di chi gira sul proprio asse ombra che sanguina nel vento
di chi segue la pista del sangue e ha il passo pesante sopra la tenerezza
canto per la dignità dell'uomo che fa della sua insopprimibile libertà ali di luce
a lambire le fonti del sogno
*
Lamore che sappiamo
l'amore dal volto della Bellezza quello che avvicina all'assoluto non è di qui
l'amore che sappiamo quello che ci lascia un cangiare di nuvole ad adombrare aride spiagge
ci assalirà con un vuoto ad ogni sospiro
dolore d' una perdita dall' origine del mondo
*
Necrosi
cos' è che ti cresce? fa senso vedere - cellule morte si autoespellono attraverso il dito in sudorazione porti con te questa escrescenza pendula a mo' di piccola cresta o mini-veliero se ci lavori di fantasia
infine la bruciatura e te ne liberi
al limite -pensi- eliminare le impurità è forse aspirare all'angelo
*
Lego (3)
apri il giorno come una scatoletta -usa e getta ti affidi alle vacuità dell'oroscopo la tua nonchalance dove ti porta il cul-de-sac che imbocchi ti si ritorce in un grido
ti dico svuotati abbandona l'io: fa' che confluisca nell'immenso mare del noi dov' è condivisione
ché svii da quelle insidie dell' abbraccio mortale
la vita ti sia una colomba che si posi sulla mano
*
Musica sacra
mi attirarono le note dell'organo il tempo si era fermato e fu come uscire fuori da me uno sconosciuto luogo di pace mi accolse
non era sogno o visione: quella musica sacra era divenuta parte di me del mio spirito
mentre mi avvolgeva una luce noetica in empatia con gli angeli e i morti
*
Giobbe
Signore liberami da questa gravezza della carne -ora mi pesano gli anni come macigni- ascoltami - quando il sangue grida le ferite della luce
ed io come giunco mi piego in arida aria
*
La parola che sanguina
colgo la parola che sanguina: scrivo la vita che si alterna tra naufragi e benedizioni
ulisside impenitente rammendo le mie vele reduce da viaggi psichici
ho dimestichezza con la morte con la stessa naturalezza del mio sapermi eterno
*
Corteggerò la bellezza
trasvolerò mari d'aria tra galassie interstellari stanco di questo mondo ipocrita troverò assegnato un posto secondo i meriti dove abiterò per sempre
lì corteggerò la bellezza presentita mai conosciuta sulla terra
*
Levarsi in fiore
(la crisalide si posa sulle dita dell'alba) muore l'animale resta l'entità dell' origine
Mente infinita espansa inondata di luce
ed ecco l'anima levarsi in fiore
*
Verrà il tempo
c' è tempo e tempo quello della gioia quello del dolore la vita ti ha insegnato a piangere non puoi chiedere di essere liberato se è stabilito che il cornuto ti debba stare dappresso con la tagliente sua lingua biforcuta
verrà il tempo -oltre il tuo lento morire- a rimarginare le ferite della luce
ora nello specchio vedi agitarsi le ombre dei tanti io vissuti
i tuoi errori
*
Canto di sirene
la normalità non esiste: la vita è una continua sorpresa in luce-ombra navigante nel sangue saltate le coordinate -farfalle di fumo- niente
di più facile che canto di sirene svii dallo scavo del profondo ove il Sé
si manifesti
*
Da quel dove che t ha accolto
(certe volte sembrava che un punto ci attraesse oltre le nuvole - o almeno così era per me) e dunque anche tu adesso mi precedi varcando il mistero con la valigia di sogni
non mi aspetto un fischio da quel dove che t' ha accolto
-per te sempre estraniante a ragione: essendo noi mortali
*
Si levava alto nella luce
(a Pablo Neruda) sia il tuo verso la ferita a farsi nuova voce - lettera di fuoco - j'accuse
(nella terra di sangue e d' amore si levava alto nella luce il tuo Canto generale
a cui facevano coro i morti ammazzati)
*
Poesia è
la poesia è traduzione da una lingua sconosciuta è dall' Origine - dal Verbo
è lettere storte sull'acqua
poesia è del vento e della foglia
è il cuore delle stelle o la musica della pioggia sulle tegole
la fiamma che arde della nostalgia di Dio
*
La Vergine (2)
la bellezza che ti colse rosa d'amore t'imporporava il viso di fanciulla era il fiat la bellezza fatta persona
ala d'angelo a custodirti non ti preservò dalle brutture del mondo
Mater dolorosa pie(a)gata eri ai piedi della croce
*
Apeiron
la luce-energia fatta densa nella materia si oscura di che siamo fatti dunque? energia del cosmo stretta a imbuto in un tempo rallentato?
forse
corpi-in-prestito che si leveranno dal letto di tenebra
per sfociare in un altro mare?
*
In un dove
in un dove che non sappiamo dicono c' è festa perenne il vino giammai manca è il sangue della fratellanza in un oltre che non conosciamo il leone giacerà con l'agnello noi abbracceremo senza braccia chi ci aggrada in una cosmica kermesse dove non vi sono cuori ostili
*
Barbarie
vedi passarti l' esistere - vivi il fuori del tuo dentro - ti appare "un sogno la vita"? -e il dolore quello del corpo crocifisso o lacerato da cavalli in direzioni opposte? ti fai
un film entri in un' era di barbarie
tuttavia la nostra a quella -ahinoi!- s' ispira
(Pedro Calderòn de la Barca - 1600-1681 - "La vida es sueño")
*
Palpebra del cielo
(estiva) giocare con le nuvole raffiguranti capre o cavalli
confondersi queste con i pensieri allucinati di uno stato ipnagogico
lungo il nastro autostradale
per te l'estate si è chiusa con un forte temporale agli scorci di luglio con ombrelloni divelti e fuggi fuggi
a chi dirai non ci sono più stagioni - sì che ammicca una palpebra del cielo
*
Scatole nere
scatole nere nel cuore sepolte hanno banchettato i pesci nel ventre del relitto ignari che la storia del mare abbia un sangue e una voce
sul fondale il salone è un acquario dove sullo specchio piace immaginare -resistita al tempo- una scritta buffa col rossetto -ma jolie-
la coda dell' occhio ha impresso un ovale di donna ottocentesca
*
Sembianze
aiuta la vecchia foto seppia se non ti venisse in sogno lei: si perdono i precisi contorni non di rado nel labirinto interiore ah ricreare di palpiti un vago sentire nel tempo caduco che mastica sembianze e ricordi
come quando nell' immobile luce su un' altalena si dondolava la vita
*
Caino
hai levato il braccio e hai capovolto i cieli dai recessi del sangue rimonta la melopea selvaggia
hai sul collo il fiato di colui che abomina la Croce
e ti trascina nel vortice osceno
*
Il cuore della luce
(Monna Lisa) più che lo sguardo in sé lo avviluppa il cuore della luce entrando nel quadro
quella luce enigmatica che lo seduce come musica lieve sottofondo di un oltretempo
a saziare il suo cielo
un mare aperto in quegli occhi d'inesprimibile incanto
*
*
Come cammello
come cammello da cruna o porta stretta passerà di là il sangue genuflesso l' Eccelso adorando ? esulteranno allora le tue ossa ?
chi a dirti di capovolti cieli -rovescio dell' apparire- se non l'angelo inavvertito ignorato nei giorni grassi
*
In divenire
vorresti levitasse l'anima in cerchi espansi nell'etere mentre rappresi restano negli occhi pezzi di cielo cadono voci come in frantumi di cristalli
su mari aperti -vedi- si scrive la vita picara
*
Rileggendo
rileggendo capita mi sorprenda la mia penna sangue o inchiostro? -quando le scrissi le parole
pareva aleggiassero guidate da una mano d'angelo
o emergeva dal sogno il loro criptato alfabeto
così dai fonèmi ero portato al guinzaglio
*
Apparenze
qui di noi solo apparenze -ridimensionati siamo -acqua e memoria un sogno di volti delle nostre ali -dalla nascita- abbiamo perso ogni tanto una piuma
e la chiave del cuore -ahinoi- dimenticata in soffitta tra arnesi fuori uso mangiati dalla ruggine
*
Geometrie ingannevoli
(della tentazione) giorni si dipanano in geometrie ingannevoli
il maligno si cela tra le pieghe - tu percorri lo scintillante sentiero dove l'esistere s' imbeve delle radici della luce
lui è lì a spiare mentre inconscio ti pieghi nello specchio
*
Vita zingara
ama passare interi pomeriggi appollaiato sull'albero preferito con la frescura delle foglie dove nella pace gli nascono poesie o si diletta a contemplare per ore la lunga teoria di formiche amiche che sanno dell'aria e del sole non del peso della vita un' idea sarebbe trasferire nei suoi versi insieme all'asimmetrico avanzare l' istinto conservativo nel loro ben ordinato universo nonché la frequenza dell'atto sessuale di cui si dovrà documentare
quest' uomo ama la vita zingara senza cappi gli mancano solo un paio d' ali
*
Gli alberi danno udienza
il noi è scalzato dall'io l'altro neanche più lo si calcola la sacralità della vita è una favola le nostre menti che per secoli d'arte e bellezza hanno gettato al di sopra della notte ponti di luce
ora annaspano in un vortice mortale palpita la terra tradita gli alberi danno udienza agli gnomi
*
Libro sacro 2
la riga nera balza dalla pagina è cuore sanguinante soffio dello Spirito che accoglie è la piaga del costato delle mani trapassate dai chiodi
produrrà i suoi frutti non sarà polvere nel vento la Parola fatta pane
*
D ispirata luce
le ali azzurre della fantasia sono vele ora e ti vedi odisseo a solcare i grandi mari lambire inesplorate terre le vergini terre del sogno dove s'imbeve il nascere d' ispirata luce preludio alla bellezza
*
La forma dellacqua
il nostro sangue si confonde con l'indaco dove il volo d' una rondine s' eclissa dietro una nube camminiamo con i piedi nella morte -chi più cosciente chi meno- siamo
senza bandiera terra di nessuno -la forma dell'acqua è quella che la contiene
*
In un dove riflesso
(dedicata alla donna) affido alla pagina questo grido inchiodato
te lo vedo in un dove riflesso
materializzarsi nel braccio a inane difesa dai colpi ciechi del vile
affido alla penna il raccapriccio per la rosa di sangue che si espande
in questi tempi oscuri
*
Fantasia (6)
che se mi chiedessero ti piace la vita da clochard in un certo senso approverei: non fosse altro che per sentirsi libero come un uccello senza il burocratico cappio (ma vedere un poveraccio morto all'addiaccio sì che ti stringerebbe il cuore)
i vivi mangiano i vivi e i morti sono concime per la terra
un giorno mi piacerebbe spuntasse almeno un fiorellino all'altezza del mio cuore rinsecchito e nero
*
La spina e la rosa
sin dalle acque creaturali prerogative del cuore la spina e la rosa emersi da naufragi-di-sangue siamo fioriti dagli occhi - prima di trasmutarci nell'aria
la luce una velata "ferita" rosa che s'asconde
*
Sosta
ricalchi i miei sentieri riflettendoti in ogni mio pensiero angelo che da me sei invocato da che ti so nell'oltre tanto somigli -uno stravedere?- a quello della volta che da bambino in estasi guardavo naso all'insù per ore
oggi -pesano gli anni e aspetto il ritorno al grembo- mi crogiolo s'una pietra ancora calda di sole
nel giorno che declina
*
I poeti
i poeti "maledetti" vanno via presto neanche il tempo di assaporare la gloria -gira nella testa un celebre verso di Bellezza o di Rimbaud- vogliono mostrarci il passo d'addio affacciati a un cielo carico di futuro
*
Come onde di luce
il già e il non ancora la prima venuta e la seconda quando i cieli si apriranno e
come onde di luce o purezza d' angeli
schiuderà la parusia atomi di verità
*
Ed è un presentire
siamo buchi neri affamati di cielo ed è un presentire come una mano sulla spalla il doppio celeste che chiama dall' intime fibre
estrae dalle viscere la memoria e la custodisce nell' akasha
attende il ricongiungersi nell' abbraccio cosmico
*
Le parole
le parole giacciono avvolte in sudari toccate dalle mani dei morti neo-nate le scrive il mattino sulle ali del vento
concepita dalla notte-madre sanguina luce quella che credevi smarrita
*
Sei lattesa e la ferita
Dio ti sognò e fece del tuo sangue una cattedrale sede del co-creare sei l'attesa e la ferita -da te così distante
fatto di abissi capovolti e frammenti di memoria - cavalchi il dorso del mare
dove un'itaca chiami senza voce
*
Gli sponsali
(impressioni da un matrimonio) banchetto luculliano e la musica a palla il sorriso ebete da "bicchiere di troppo" lo spellarsi delle mani il bacio casto la lacrimuccia e
prima che il tempo li sciupi l'indomani i fiori andranno ad onorare i cari familiari passati a miglior vita
*
Messaggeri
se li richiamiamo alla memoria o solo diciamo il loro nome ci rassicurano coi loro impercettibili sussurri
per dire eccoci
messaggeri incorporei aleggiano su altri mondi - recepiscono
echi di tante entità - vogliono dirci: "non siete soli"
*
Le parole leggere
come pensate vogliono subito uscire nell'aria posarsi sulla pagina-lenzuolo sotto tante lampade vite in fieri chiamano legami
fan ressa una scrematura è tuttavia pressante
si cercano nel sangue in epifanie di luce
*
La luna nel bicchiere
al quartiere della movida addentano luccichii bevono la luna nel bicchiere dopo l'alto livello dei decibel un silenzio striscia lungo i muri tra vertigini di ebbrezza
chi saprà decifrarli i respiri spezzati dove la parola impastata annega
e nel cuore incenerisce la carezza di un dio
*
Immagini passeggere
la composizione dell'apparire di cui è fatto il mondo - maya se vuoi o fuoco dipinto in questo vortice d'ombre noi siamo a noi stessi estranei: forse polvere di stelle o solo immagini passeggere
specchiate in un vacuo sogno
[fuoco dipinto: da un verso di Maria Luisa Spaziani]
*
Laffronto
oltre l'età dell'oro o della incoscienza sbattiamo la faccia contro la notte il primo impatto forse quando ci si isola perché ci hanno gratuitamente derisi
e non sappiamo quali "affronti" o spine o ferite tenga in serbo la vita per noi
sotto un mutevole cielo
*
Chi ti credi
(contro la prepotenza e la superbia) usi il plurale maiestatis ma chi ti credi aureolato tu di vacue onorificenze che col lupo segui la pista del sangue
nightmare per te se ti fronteggiasse un davide
ad abbattere con fionda quel tuo trono di tracotanza
anche le pietre canterebbero - sì!
*
No mans land (2)
l'incognita dell'ora - sempre a metà strada noi che siamo terra di nessuno: il fratello oscuro che s'agita nel sangue
a mimare il dolore del cosmo
penetrati da tutto il freddo del mondo - immersi nel mistero di noi
*
Febbre azzurra
del senso del bene che ti prende per mano o del sentire indicibile suggerito dall'angelo che non vedi febbre azzurra di quell'agitarsi nel sangue della musa o dell'infinito spazio della mente aperta al sogno
quando chiami i morti la cui empatia ti dona uno stato di grazia che oltre il giorno perdura
*
Abbrividisce un cielo
un cielo abbrividisce bianco di silenzi guarda Signore come mosche annegano i tuoi figli - un mare di cadaveri
niente più scuote sorprende -agonia del mondo
quando finirà: ancora e ancora speculano sulla pelle dei miserabili gli scafisti trafficanti di morte
*
Da una parabola 2
una terra "dove scorrono latte e miele"? breve il tempo - vedi è già sera
prostrato dinanzi alla Sua splendenza di "roccia spirituale"
la voce odi che disarma:
"dammi il tuo cuore"
*
Di fiammeggianti palpiti
(ad Alda Merini) di fiammeggianti palpiti dicevi garbata e a un tempo sanguigna
cantando lo spazio dell'anima
dei voli asimmetrici e di amori tuoi devastati
cantavi
mentre ti fuggiva dagli occhi la vita
d'albe di sogno la luce vedevi salire ai Navigli
e senza remore nudo esponevi del tuo sangue il fiore martoriato
*
Lalbero intagliato
il bosco brulica di vita - primavera l'albero intagliato lo abbraccia la luce - pende dal ramo il sapore di un addio il suo palpitante sanguinare
come la ferita di un tronco fulminato
*
Vento salino
[ispirandomi a "Febo, cane metafisico" di Curzio Malaparte.] alla mia cagnetta piace inalare il vento salino
quando sulla battigia la lascio libera e lei va veloce come una saetta
poi arresta la corsa e naso all'insù -lo sguardo un punto interrogativo-
scruta un cielo carico di nubi
forse ci vede figure strane - forse animali
come succede a noi umani
*
Noi ombre stampate
album - libro bianco di noi ombre stampate
vi è sospeso il rosso grido del fiore che anela aprirsi
fiore della nostra essenza sdoppiata nel tempo piegato su quello specchio di tenebra
di figure estinte
*
La tentazione
immagina quanto debbano sembrare infiniti gl' istanti della carne che urla quando in due è diviso l'essere
entrerebbe in te un mare sul cui fondo ti avviluppano tanti tentacoli
se bastassero le braccia incorporee della mente
a liberartene
*
A nuova primavera
[la carenza dell'ispirazione] sono quello spazio che ti dice bagnami del tuo humus come una terra abbandonata
che implora di ridonarmi luce nutrirmi coi fonèmi che conosci
farmi sentire vento che sulle ali conduca alfabeti come una preghiera
ah rimpiango quel sillabare di palpiti di soli che ora in sogni monocromatici mi appare irraggiungibile
implora quel vuoto spazio che sono di farmi rinascere a nuova primavera
*
Sincronismo
[ispirandomi a Jung] quando dici nel posto giusto al momento giusto -o sbagliato se vuoi- e ti chiedi cos' era a spingerti: fatalismo o un sincronismo d' eventi
certo non potevi non passare da lì in quel preciso istante -prestabilito?-
dove ad incrociarti era il tuo alterego
*
La Vergine
se lo mangiava con gli occhi il suo bambino riscaldato dal fiato animale dovrà -nel dolore della luce- bagnare di lacrime i piedi della croce
Mater dolorosa - et admirabilis
tu dal celeste manto
davanti agli ultimi ritocchi Raffaello insonne ti guarda rapito
*
Un non so che
a volte un nonsoche ti attira come lo scandire di versi armoniosi o la luce di uno sguardo ci vedi un mare aperto e
pescatori cotti dal sole a prendere a morsi la vita sognare la morte
un bimbo che piange una donna che aspetta il suo uomo
tutto un mondo ci vedi
non sai spiegarlo questo incantamento che ti fa star bene
questo amare la vita
*
Nellultimo sangue
ora nell'ultimo sangue è il vuoto delle braccia ma sai non è difficile far rivivere la tua figura dall'ali recise:
un po' mi consola la visione di te languida riversa sull'amaca
mentre gli uccelli ti cantano sulla testa
*
Profumi ninnoli (2)
[sindrome di Stendhal] profumi pinzette ninnoli la collana sulla specchiera resta a dire il gesto dell'indossare spesso nelle sere vuote una mano ti attira nella tela effigie di lei e il suo sudario
ma peschi solo sogni di ragno dentro la vertiginosa trama
*
Onirica
altro il reale mi dico - a trapassarmi una lama di luce mi sveglia un'accecante finestra-specchio
mi vive ancora una distesa di mare a riempirmi di serenità - vedevo venire dal largo i miei morti che mi sorridevano gentili
non mi sentivo carne ma solo sogno sapevo d'essere
*
Un vago scandire di note
ti stringe il cuore un vago scandire di note legate a quel ricordo di lei reciso dalle forbici del tempo con l'imbarazzo del ragazzo imberbe le lasciasti due versi d'addio
chissà non sia nell'aria la risposta e la porti nel becco
il gabbiano che scorgi al mattino lambire le creste dell'onda
o solo plani a inalare respiri d'amanti dei fondali
*
L’ immaginario
[Leggendo "Finzioni" di J. L. Borges] l’ immaginario apre al volo e a squarci di vite trasversali
realtà sfumanti nel mistero: parvenze a rapirti in insondabili cieli d’ esagoni e sfere
porte spalancate a risucchiarti in innumerevoli stanze
fino agl’ inaccessibili meandri del sogno
*
LEnigma
il bambino col nasino all'insù lo sguardo è un punto interrogativo -i suoi perché vagano nello spazio -alati- e cristallizzano
altro l'Enigma -racchiuso in una bolla- altro i perché dall'antichissima voce alveo di siderali lontananze
-è il sogno il nostro specchio?
-dietro il velario di carne chi siamo?
*
Se amore scrivi
salverà il mondo la poesia? no di certo non è cosa immanente: il suo grembo è di celesti aneliti ed è voce di conchiglie che fa eco nei sogni è la smorfia del clown il bacio condito di lacrime in un addio l'ala d'angelo che perde una piuma se senza il cuore "amore" scrivi
*
Per stupirti
in extrema ratio ti aggrappi a curve di sguardi per poterti ancora stupire conoscenza è dall'alba dell'uomo il primo anelito
in un cielo di silenzi il tuo richiamo si spezza
*
Déjà-vu
a perforare il bianco silenzio l' eco d' un gemito lungo corridoi e alle volte di camere d' albergo dei suicidi v' è un qualcosa d' ancestrale che torna per condurti dove sei già stato
nel tuo profondo il pendolo oscilla dì una vita trasversale
*
Lo spazio di un volo
ahi i ponti sgretolati o pure considera quelli detti collanti di carne e di sangue e il desiderio che si fa arco d'amore filo teso d'acrobata
all'altro capo sei Nina
e mi vedi adesso varcare fra nuvole in sogno lo spazio di un volo fino alle tue braccia
*
Dire del sogno
dire del sogno di orologi molli e di allucinate visioni dell'inconscio che s'apre a ventaglio portandoti a guinzaglio lungo corridoi asettici senza interruzione di porte sentirti avvitare nella vertigine capriolare nell'orbita di stato ipnagogico
risalire al grembo-casa di mare
*
Conoscerò
[ispirandomi a David Maria Turoldo] non oso toccare il Tuo amore: rendimi bianco come neve
per quel giorno che mi si schiuderà la porta che mi tiene nella morte
invadendomi la luce
allora conoscerò come sono conosciuto
*
Fiore del sogno
fiore del sogno ricamato di nonsensi su sbavature di ossimori sequenze di figure daliniane uscite dalla bocca della notte
fiore del sogno che apre oblò sul bello o sulla follia
*
Il bello che hai dentro
(a una madre) sarai o già sei musica e luce se vivi per il bello che ti fa vibrare le intime corde
pensi è un miracolo questo fagottino che ti trovi in braccio che dorme come un angioletto
nessuno potrà strapparti il bello che hai già dentro
che ti supera
*
Per nascere farfalla
rivolti convenzioni ti affidi all'inaspettato che abita ogni tua cellula e sangue rovesci il senso del mondo: strato su strato risali cieli
per nascere farfalla
*
Due note (2)
due note insistono nella mente risalendo da un altrove in sogno inducono a una mestizia che non sai dire
come quando intenerisce il cuore abbeverandosi a un filo di pietà
*
Come monnalisa (2)
simile alla monnalisa che il tuo sguardo segue se ti sposti è musa risvegliata l'idea latente che in modo misterioso ti prende corpo e anima
allora dallo stato di grazia ti lasci portare al guinzaglio
*
Cè del buono
sempre ci si trova a scalzare la morte noi umani o la foglia la rosa damascena si riveste ad ogni ciclo la natura - ingiallito grida il cespuglio il verde nuovo
c'è del buono che ci salva: trovi allo sportello chi un sorriso ancora dona
*
Nella tua continuità
ci stai ancora bene nel tuo soma malgrado la spada di damocle degli anni spiace un giorno lasciare i cari libri e l' "abitudine" alla scrittura ma nella tua continuità la mente espansa avrà infiniti collegamenti e sarai tu il motore di ricerca
sarai nel Tutto e tutto è te -cos' altro più-
*
Frammento di stella
da altro sangue a convergere i nostri destini e tu dicevi "trentaquattro all'alba" di giorni da sgranare poi Nina frammento di stella a renderci lieta la vita
e a reggerla tutt'oggi siamo noi i bastoni in un mondo dagli orizzonti incupiti
*
In un tempo sospeso
in un tempo sospeso resta appesa la sillaba a una goccia d' inchiostro quella che non sai dire
che si avvita nei gorghi dell' immaginario e si dibatte per uscire da sé
il nudo respiro lo avviluppa un lenzuolo di sogni
*
Chi ci dirà
chi ci dice dove sarà la nostra essenza non lo sapremo che di là
forse spogliata dell' io convoglierà nella memoria cosmica
dove arde il sangue col palpitare degli astri in un continuum di vita
cosa saremo chi ci dirà?
*
Le isole del sogno
un certo alone di magia ti avvolge ed è quello stato di grazia che ti fa veleggiare su navi di nuvole verso le isole del sogno a risillabare fonèmi e palpiti t' invita la musa dai generosi seni
sotto una luna ammiccante
*
La rosa di sangue
in sogno spio se riesce a passare "qualcuno" per la cruna Dio non è stanco mai dell'uomo gl' insulti gli sputi gli scivolano addosso Lui perdona sempre perché "non sanno"
sempre viva è la rosa di sangue e splende di bellezza
*
Eterno presente
Lui il Giusto l' ha in tasca la morte dunque niente paura: quel che diciamo il nulla non esiste
di terra e sangue anelito e cielo siamo
oggi è il sempre eterno presente
*
Per stupirsi
per stupirsi bisogna fermarsi l'impossibile si fa possibile
riconoscere ciò che sembra umanamente assurdo:
l'anziana rimase gravida - la vergine partorì
stupirti - come sentirti
scricciolo sul palmo della Sua mano
*
Dimentica
[mi giunge voce in sogno del Glorioso] tutto dimentica come Io ho dimenticato
nelle tue preghiere mi supplichi di liberarti dalle catene della carne mentre urla il sangue le "piaghe" in questo scorcio d'anni
e come può non accoglierti la luce se tu da questa hai origine?
ti dico dimentica i bianchi deliri della solitudine i voltafaccia dei giorni perduti
dimentica come io ho dimenticato sulla croce
*
Cadere dai cieli del sogno
cadere dai cieli del sogno fino allo stato di coscienza -che ha occhi per riconoscere il frutto proibito avanzare su filo teso acrobati tra nuovi barbari votati all'arrivismo in un battesimo di deliri
cala il sole ingoiando i sogni la concupiscenza va di fiore in fiore
la bellezza è sfigurata e la poesia annaspa
*
Come nella prima luce (2)
diciamo che non sai da dove è venuta l'origine di tutto solo che sei orfano di Dio
dai voce alla notte sognando di uccelli che volano in fondo agli specchi
e ti avvolge la bolla di un tempo non-tempo
come nella prima luce
*
Relativo il tempo
relativo elastico il tempo -sovvengono gli orologi molli- i tuoi busillis aleggiano sul vuoto annegano nel sangue della clessidra
annaspi nella spirale del tempo uroborico - idolo del nulla il tuo io si frange negli specchi
*
Nel mistero lucente
non vedrai più per speculum in aenigmate assorbirà la tua essenza il Tutto nel suo mistero lucente sarai nella danza la danza sarai sull'arcobaleno del cielo
sarà come abitare una casa sul mare
con lo stridio dei gabbiani e nel sangue vivrà per sempre il fiore della passione
ti sorprenderai di aver contribuito a dare al mondo la bellezza
*
No mans land
ti lasci scivolare addosso le avversità o le mille e una fake news nonché le tragiche morti per acqua il movimento eludono gli occhi di un volo sotto una luna bislacca
sei terra di nessuno dove non battono i tamburi del sangue
*
Lo spirito delle cose
quell' essere consanguineo con lo spirito delle cose - non sai a volte che smarrimento ti prende vivi in una bolla di vaga luminosità e ti si confonde il sangue con l'indaco del cielo
l'inerzia ti tende la mano ma senti che tutto può ancora accadere
*
Dallinerzia
scuotersi dall'inerzia: vegliare con le lampade accese nel turbinio del mondo olio non manchi della saggezza mentre come acqua di fiume scorre il tempo
a riva non cali densa tenebra
*
Un ricco Natale
(essenza in fuga è il cuore a disperdersi tra luminarie ed epifanie del nulla)
mi sovviene quel Natale che l' angelo si staccò da me per chinarsi benevolo sul derelitto sotto i portici all'addiaccio
fu il calore in quel giorno santo a farlo sentire ancora persona
["epifanie del nulla": espressione presa in prestito da un amico poeta]
*
La mano dellangelo
(leggendo una poesia datata) -ma è mia questa poesia?-
avviene che il sangue dirami il suo flusso e il cuore sia per un attimo terra di nessuno
le immagini tornate alla luce poco a poco si fanno riconoscere
come rispolverate dalla mano dell' angelo
*
Con gli occhi dell Oltre
con gli occhi dell' Oltre ci guardano i morti e tu avvolto nel sudario delle convenzioni tu che ti pieghi nello specchio nel dirti quali ombre il tuo cielo offuscano e
quale trave ri-cresce nel tuo occhio
con lo sguardo dell' Oltre ci vedono i morti
se stessi e i vivi gli è dato perdonare
*
Sognai Atlantide
vaghi e ondosi pensieri risucchiati in nero gorgo si fecero sogno-incubo e il sangue gridò sugli orizzonti perduti mentre la mostruosa mano dell'oceano ghermì in un baleno intere terre sommergendole e l'antica città sparì solo un gabbiano planato sulla bianca cresta laggiù sembrava farmi il verso
*
A dare smalto a un sogno
silenzio allagato di luna - una silhouette nella mente ondeggia e gli arzigogoli a dirmi vano il ricordo sgualcito dal tempo dalla foto color seppia mi guardano i suoi occhi velati di mestizia
-ah l'assedio degli anni e il cuore a dare smalto a un sogno sbiadito
*
La domanda
l'abisso capovolto della croce duemila anni e il grido vano lacera l'aria
"Padre perché"
sasso gettato nel lago del mistero la domanda
a toccare una impercettibile morte apparente
*
Quando langelo
quando l'angelo verrà a chiamarti discreto senza tromba e avrai lasciato questo corpo frale -burattino senza fili- aleggerà nel cosmo la tua essenza col bagaglio di esperienze e sogni (quei sogni che non muoiono mai)
sarà un capriolare di dolce vertigine
come immergerti in una pace amniotica
*
Allo specchio
ho un rospo-invettiva mi sta lì lo raccolgo in un foglio intanto lascio gridino le pietre per la bellezza deturpata e il suo esse-o-esse per i figli del progresso dio-boomerang dai chiusi orizzonti e una vita di passi perduti
per l'uomo e il suo specchio dai mille rebus irrisolti dove confluisce la sua storia
intanto la luna non più ispira rime e sogni
divorano topi famelici la polpa del mondo
*
In bilico
giungeremo nell'Oltre dove le ombre parlano col vento increduli e colmi di lucente meraviglia - noi resi impalpabili essenze e vieppiù reali
tanto che ci parrà un sogno l'aver attraversato nella carne la morte
nel circolo del sangue noi in bilico
un piede nel mistero
*
Di giorni a perdere
nel bailamme di giorni a perdere in virtuale ti giochi la vita testa e croce all'altezza di precipizi ti avvolge il manto del vento cogliere il fiore-essenza del tempo dirti se l'esistere sia quasi finzione o sogno
*
Migranti
segni indecifrabili lasciano lungo il percorso come orme sulla sabbia è stato un miraggio la terra promessa
negli occhi pezzi di cielo a dire l' avverso destino
resta un muto grido di scatole nere sepolte nel cuore
*
Latitante la musa
sillabe cadute dagli occhi l'ingoio di stelle a svanire "credi resistere ai piaceri della tavola ma dai che hai -fidati- il colesterolo buono":
questo salvi dal tuo dormiveglia - relitti a galleggiare sul mare ipnagogico
tenti trarne una poesia giri in tondo con le parole - latitante la musa
*
Allucinogeni
stato d' incantesimo inventarsi un cielo delirio che sanguina luce l' anima travestita a farsi pseudo- incarnazione di un sogno
breve estasi - amara al "risveglio"
*
Così esiste la parola
così esiste la parola nutrita del sangue degli dei prende il largo quello che si dice afflato o musa ispiratrice alla scoperta di fonèmi
fa cerchi concentrici nel lago fondo dello spirito
*
Tutto è ancora possibile
ti senti altrove e il più delle volte fuori dal coro ti chiedi se -nell'ordito della vita dove si spezza la parola- ti sei perso qualcosa - vorresti allora rovesciarti come un guanto
riconoscerti come il fuori del tuo dentro
aprirti a un' alba che diradi questa corolla di tenebre
e sai che tutto è ancora possibile
*
Lego 2
non è che fumo il tuo riflettere se al tuo (d)io t' inchini l' interpellarti cade nel vuoto come un assordare di cristalli
inutile imbiancarle le pareti pregne d' insormontabili retaggi
*
Anse d ombre
anse d' ombre notte bevuta sudata notte un grumo di sangue la parola nel bailamme l'anima dissolta sogno sputato l'essere svuotato di forme
ad un cielo muto appeso il grido
*
Di luce e di sangue
sostanza sei di luce e di sangue le cellule cambiano di continuo e non sei più lo stesso di prima -com' è ogni ciclo in natura
ma eco insopprimibile in te risuona d'immortalità:
sempre a superarti
a superare d'un passo la morte
*
Sogno daliniano
(splendenza rubata da un non-dove -mi dico- questo piccolo universo racchiuso nel profondo di noi piccoli universi)
mi ero annullato in pensieri allucinati e
in un abbaglio di figure
Gala e Mae West mi sorridevano sdentate
[Tra i famosi dipinti di Dalì: Gala, di origine russa, sua moglie e musa; Mae West, attrice, New York 1893 - Los Angeles 1980.]
*
Il rovescio
spossato sono dal mio sogno non mi sovviene per quale ragione nell'ondivago moto del cuore mi disperavo e come un agnellino piangevo il sogno dicono è il negativo del reale il pianto è gioia e lo stesso sarà entrando nell'orbita di cieli dell'Oltre?
il rovescio dunque di questa realtà che ci appare per speculum in aenigmate?
mi aspetto buone nuove prosit!
*
Nei cieli di Torino
nei cieli di Torino promette pioggia livida luce uno sguardo di sottecchi al vicino di panchina mentre leggo Kavafis
-le dà fastidio il fumo?- al mio cenno spegne garbato come ne trovi pochi
la metro e sei al centro Porta Nuova la trovi intasata di affaristi ed extra- comunitari un cappotto liso fa da coperta ad un barbone e il suo cane
ad uno sputo è in sosta una testarossa fiammante
tra i morti e i viventi il mondo ha denti aguzzi
*
Nelloltre
[Parla il ragazzo che ha perso la sua amata in un incidente.] il tuo sangue spanto -Nina- che intinge di deliranti arabeschi le mie notti bianche
e quell' albero con i cuori incisi a sopravviverti - le radici impregnate del nostro amore
ma tu anima di stella sei nell'Oltre
*
Senza titolo 3
un'alba cadmio apre spazi inusitati nel cuore usciti dal sogno beccano sillabe gli uccelli di maeterlinck in un cielo di vetro
da un luogo non-luogo le uve dei tuoi occhi chiamano il mio nome genuflesso nella luce
*
In questa vita che vivi
l'angelo veste una parabola di carne egli la tua entità lucente la tua statura
luce della vita messa negli occhi
*
Lista dattesa
e siamo in lista d'attesa dici con un mezzo sorriso -dall'angolo del labbro la stessa sigaretta mai accesa anche vivere è un vizio che -aggiungi scherzoso- ci dovremo togliere un giorno
ed è umano chiedere se possibile una dilazione al Pantocrator
spiralante il pensiero - navigano gli occhi in un mare d'aria
*
I passi in cadenza
sei la mia spina Rosa pelle di pesca ti elevi e danzi sopra le nuvole a corteggiarti le stelle
invidiano gli angeli i tuoi passi in cadenza
tra archi di luce
*
Ulisside
occhi di terra e di cielo e oceani occhi ove vive noetica luce a sognare procelle e bompressi e un'itaca lontana
esce dalla coda dell'occhio il tuo vascello a circumnavigare terre di mistero
ed è casa di mare aperto l'anima del viaggio
*
Autunno
amore vagabondo dicevi di smemorate carezze nei primi versi giovanili perché poi vagabondo oggi non te lo spieghi
tempo uggioso diresti uguale mestizia a ottenebrare il cuore
ripensi con nostalgia alle corse tra sciabolate di sole nella verde età fuggitiva
autunno è la stagione dei morti
*
Hikikomori 2
stiamo pulendo le strade dai sogni - tutto così asettico e ora non sappiamo dire i ragazzi dove appenderanno i loro aneliti
senza saper vedere il giallo d' una foglia raccogliere il grido d' un gabbiano
il virtuale li reclude -hikikomori- nelle loro stanze sempre più in tenera età
e il cuore annaspa
senz'aria
*
Lassente
è nella natura delle cose -dici quasi rubandomi luce dagli occhi- che la foglia maceri rinasca sul ramo e allo stesso modo l'assente
ha il suo "posto" etereo e d' un sangue e una voce vive come invisibile radice
*
Orizzonti di palpiti
il cuore a specchiarsi nel grido di luce mentre stormi d' uccelli disegnano asimmetrici voli e si mutano in forme d' animali le nuvole
l' urgenza di ricreare orizzonti di palpiti su tela o bianco foglio
l' arte è un viatico per restare immortali
*
La scrittura
torna sulla terra pensa alla realtà degli ultimi ai margini i voli non fanno per noi lasciamoli ai sognatori
la tua penna sia invece un fuoco a trapassare l'essere -voce di chi non ne ha
e la scrittura
-angelo di giustizia- si elevi in luce
*
Come nuvole pigre i pensieri
di quei momenti che come nuvole pigre i pensieri veleggiavano verso isole di spleen nell'essenza del sogno e lei tenerezza in sorrisi di rose ad aprirti il cuore nel passare come un arco nel cielo
*
In sogno
vedevo di dalì il Cristo pie(a)gato gli orologi molli danzare mutando forma i lunghi colli di modigliani curvarsi e gli uccelli di mantegna invadere il mio studio lasciando deiezioni ancora intinto nel giallo il pennello di kandinskji
[Opera di Dalì: "Cristo di San Juan de la Cruz", 1961]
*
Cosa vuoi ne sappia
(parla un agnostico) tu dici il sopra è il sotto citando I King ma cosa vuoi ne sappia di capovolti cieli e dell'essere "rivoltato" a un colpo di vento
erudiscimi allora e dimmi cos' è la verità tu che non la ritieni un optional
io so soltanto di terra e non ho baricentro
lascia perdere l'anima e dimmi se qualcuno mi ha chiesto di nascere
*
In una sospensione lucente
dormire abbracciati -io che non riprendo sonno- il glu-glu-glu di colombi sul terrazzo- a inondarci la bianca luce delle stelle che andranno a svanire
una mosca è il verso che mi ronza in una sospensione lucente
sento che creando noi si viva d' infinito
*
Le scale di Montale
quante volte ho sceso scale pensando a "quelle" di Montale -ancor giovane ti senti e il braccio non l' hai voluto- e quella certa luce a flettersi sulla mia dolce indolenza nel sentirmi chiedere che si fà stasera
voglia non ho di uscire -ci assediano gli anni- sediamo sui gradini del tempo sotto una luna menomante
*
Sillabe
pilucca sillabe la mia anima di carta l'attraversa noetica luce ammicca la musa nell'azzurro dei miei vaniloqui
epifania di voli
*
Calvario
(a San Massimiliano Kolbe) portavo le mie quattr' ossa sul calvario accomunato alle migliaia di sventurati lungo i binari della morte
ti parlo a nome di chi nome non aveva ti parlo dalla regione del dolore con la bocca dei morti
ove germogliano fiori di quel perdono che non è dei vivi
*
Sperdutamente altrove
un intrico di rami fitto a mo' di tetto -quasi a contenere la dolce indolenza d'un meriggiare montaliano vastità di te solo a spandersi in un infinito galattico
saperti così sperdutamente altrove
*
Dove langelo
un dove di trasparenza t'assale ti entra nei sogni azzurro soffio di vento sul sangue psichico
luce ferita dove l'angelo con ala pietosa
i crudi patimenti copre e il tuo cuore
*
Un arco sullinfinito
dal non-luogo che immagini non potrai quel giorno farci un fischio per darcene notizia se sarai per davvero passato a "miglior vita" mettendo a frutto le esperienze secondo gl'intimi desideri irrealizzati quaggiù
e se vestirai un corpo d'aria e sarai arco teso sull'infinito
*
Lelemento celeste
tornerò ad essere pensiero espanso quando dalla scena sarò sparito dove si curva all'orizzonte il mare sarò forse atomo fiore o stella e
in estasi
mi unificherò all'elemento che da sempre mi appartiene
*
Sogno 2
è calda l'acqua dell'oceano ove sono immerso come quando ero nello stato prenatale traquillo nuoto non ansia mi prende anche se scorgo solo davanti a me l'orizzonte
ed ecco vedere venirmi incontro i miei morti portati sull'acqua
e madido di luce destarmi
*
Quella parte del mondo
[la sorte degli immigrati morti nel Mediterraneo] è un presentito bianco grido il cielo proiettato su quella parte del mondo: un mare tappezzato di cadaveri
agghiaccia il sangue mentre la forchetta è nell'aria
o non smuove la vista e l'assuefazione è sovrana?
*
Due note
e come puoi oggi accennare a quel motivetto che ti arrovella se non è la mente sgombra da impellenze che artigliano restano due note nell'aria monche e il canto strozzato come d'un barbagianni
mentre abita il cuore una danza di foglie
*
Il pozzo dei ricordi
come la volta celeste s'immilla di presenze il sogno in questa moltitudine la tua cerca il non rassegnato cuore
ma è beffarda sequenza come seguissi la velocità d'un treno
forse la tua figura è sepolta in fondo al pozzo dei ricordi
da cui risale flebile eco
*
Nelle nuvole hai casa
dimmi Nina: che vedi tu che hai casa nelle nuvole tu che sai il linguaggio dei voli? forse la giovinezza spezzata che ora in lampi di déjà vu ritorna?
o rivivi nel cuore verde dell'acqua
che ti vide sirena emula del canto di odisseo
-rapimento dei sensi che in sogno ancora mi seduce
*
Il grafomane
sei tu che graffi con la penna questi fogli che raggricciano come una bianca pelle i tuoi quaderni riempi per lasciare ai posteri parola di Dio mentre qualcuno da lassù
guida la tua mano a riempire fogli e fogli come in trance
vivi di grandiose visioni celesti e anzitempo contempli di Dio il volto
[Jakob Lorber, si definiva "lo scrivano di Dio" - mistico e chiaroveggente sloveno, 1800 - 1864.]
*
Fedele alla vita
mia vita senza rete t'appigli alla Bellezza intaccabile a quella del cuore e alle armoniose figure della danza o del cavallo nel bianco salto
finché ti chiedi dov'è lei l' irraggiungibile non tutto è perduto
voltato sei sul giusto versante lucente ancora una volta - vita
fedele alla vita
*
Linverno del cuore
[mancanza dello stato di grazia, ovvero aridità d'ispirazione] sentirsi disabitato
simile a quell'albero nudo da cui son fuggiti i canti
vivere di stelle spente
*
E il vento simpiglia
(soliloquio) in meditazione ti trovo assiso sui gradini del tempo
chi interroghi sotto una luna menomante?
vedi
e se fosse soltanto un apparire questa vita
protendimento di un luogo della mente
dove passano navi di nuvole in sogno e figure evanescenti e il vento
che s'impiglia in grovigli di foglie
*
La regione del sogno
la via regia puoi dirla vita trasversale nell'ondeggiare di curve di luce del pensiero allucinato vedi prendere vita le figure surreali di dalì
e ancora da questa
infinita vastità del sogno emergere gli angeli di rafael o le eccelse visioni di blake su uno sfondo viola
[Via regia: definizione di Freud del sogno; Rafael Alberti, poeta spagnolo]
*
Inquieti fuochi
nuvole a stracci nell'azzurro curve ariose di voli vastità di te solo: figura inespressa lacera ombra
ti aspetti una eco un suono in questa sospensione
inquieti fuochi son gli occhi dell'anima mentre guardi un gabbiano staccarsi dal tramonto
*
Sullacqua
sul grande mare del sogno veleggiano i miei morti gli occhi forti di luce con un cenno m'invitano al loro banchetto sull'acqua d'argento striata m'accorgo di non avere l'abito adatto cambiarmi rivoltarmi devo vestire l'altro da sé
*
Eterno presente
kronos esce dal mare prenatale il domani è un imbuto dove fluiscono gli oggi coi sordi tamburi del sangue
dove in fondo agli specchi annegherà la realtà relativa: lì il mondo che
si vede rovesciato
*
Quel sentirti
può piacere quel po' d'intontimento in banchetti interminabili col capotavola che devi urlare per farti sentire due parole per darti un contegno col tuo dirimpettaio non toccando temi impegnativi s'intende controllando i freni inibitori una comunione di anime allegre ma tutti i commensali alla fine si resta perfetti estranei poi fuori il freddo pungente a sollevarti il bavero e quel sentirti un cane di nebbia che vaga che ha perso la strada
*
Cuore di paglia
è dell'umano il tempo non certo dell'anima e ti pare d'esser sempre giovane anche se vicino agli ottanta il fisico non rende se cavalchi un'emozione ecco spunta una lacrima e senti capriolare questo cuore di paglia
come un imberbe a prima cotta
*
Le mani affondi
in emorragie di non-senso ricacci al fondo il Sé superiore uniformandoti al mondo le mani affondi nel sangue delle convenzioni mentre all'angelo lucente del sogno tarpi le ali facendolo all'alba svanire
*
Il grido 2
resilienza questo vivere morigerato e anse d'ombre dappresso dove annega il grido sudate notti e sogni scollati da grigie albe
e chiederti se non sia impari lotta aggrapparti a rupi erose dai venti
*
Vanagloria
la forma assumi dell'involucro- status quo mentre a preesistere in te specchiato è quel pizzico di vanagloria ingannevole capriccio che rimonta a un giro di vento
*
Fiume dechi
rotte voci e forme impermanenti sotto luna menomante anime siamo che si cercano
fiume d'echi la cui scia porta con sé il lamento di nomadi d'amore
*
Di stagioni di sole
ho sognato mio padre -non è giunto il tuo momento- mi ha detto di nuovo agli alberi cresce la folta chioma è tempo dei gatti in amore -il ciclo si ripete della vita
quante ancora ne restano di stagioni di sole -mi domando- di quel sole che si spande come liquido oro sul tavolo a cena
*
Forse una nube
(a Pierluigi Cappello) mi accoglierà un non-luogo non più inalerò resina di abeti alle finestre degli occhi colombe bianche si poseranno mi abbraccerà vaghezza forse una nube vorrà dire casa
*
Ulissidi
andare per procellosi mari in cerca del proprio nome l'origine la loro Itaca coglierne forse la voce nella cavità del cielo insufflate le narici da un vento salino
quel battere del sangue di cui si parlerà a un nuovo approdo
e i morti? quelli che sono parte del loro cuore alla ventura?
entrati nel mito essi custodiscono quel mai perduto nome
*
Più duna vita
convivere con gli umori di un corpo di morte dall'animalità all'angelo: questa l'impervia salita
più d'una vita se dal sangue fioritura sia d'ali levate:
ogni passo ne perdi una piuma
*
In vaghezza di sogno
ti rigiri e vedi -in vaghezza di sogno- un te estraneo vagare per strade buie e vuote come un sansebastiano a trafiggerti gli strali della notte - senti recalcitrare in te l'uomo vecchio -ah convivere con gli umori di un corpo-zavorra- ti avvedi d'aver perso le chiavi di casa mentre un gallo canta in lontananza ed è l'alba
*
Qualcuno ti conosce
-non credi in un dopo? e in un prima? e il mondo pensi s'è fatto da solo?- ti chiedo e tu t'aggrappi agli specchi ma nulla va perduto sai: Qualcuno ha contati tutti i tuoi capelli
davanti a un pericolo mortale
un'invocazione ti salirà alle labbra?
*
Luce alta
luce alta - paiono incendiarsi le finestre degli hotel un altro caffè spezza la mattina - strilli di bambini in pineta lampi di sole tra il fogliame
"Dio c'è" è la scritta sul muretto che delimita la spiaggia
dichiararlo a cuore aperto: ché un miracolo è la vita
*
In te la luce
s'inginocchia in te la luce ti dividi nelle due dimensioni: dreamtime e corporea insieme
a sorvegliarti è l'Occhio interiore - il tuo doppio di perfezione celeste
[dreamtime: il tempo della creazione]
*
Scorci di settembre
scorci di settembre è l'ombra a dominare i posti prima assolati che trovavi nelle tue uscite familiare ti è l'ombra ed è dissonanza se ti sorprende il pensiero di quel bambino che dopo il crepuscolo ha paura del buio e se non mangia arriva il mammone con tre tocchi -sotto il tavolo
[mammone: in gergo è l'orco]
*
Cronaca
"in luce di sangue vita ti diedi e tu l'hai gettata nel cassonetto" ahi quel cielo di carta stampata che s'indigna sotto gelida penna!
*
Eros e Thanatos
far l'amore e la morte sono in stretta connessione: l'appagamento è un dolce morire attimi che sembrano infiniti perché amore e morte si abbraccino
come la terra nel suo grembo accoglie le foglie cadute
*
Sul cancello
drappo viola dalla finestra affisso sul cancello di fronte: un altro vicino agli ottanta è andato a miglior vita - non ritirerà più il giornale al mattino il passo pesante il fiato corto unificatosi col suo doppio ha lasciato qui la zavorra
*
Lasceta
è nell'invisibile dice l'architettura dell'essere - perfezione la carne che si trasfigura il resto è apparire o maya: mondo i cui regimi e regni andranno capitolando - insieme a chi li rappresenta
*
Santiago
traversare il ponte sull'Atlantico t'ispira qualcosa che appunti in un angolo sicuro della mente dopo per davvero guardi in un modo diverso le cose
è quello stupirti amando l'Amore
il cammino di Santiago finisce nell'Oceano
[percorso Fatima - Santiago di Compostela]
*
Memento
la luce si spalma dentro la parola che di sé vive: a ricordarci la bellezza
lasciarci impregnare di fascinazione nell'orfanezza del sogno
*
Seguendo lombra
i tavoli tra ombra e sole dove sedeva chi più non c'è la mente è in fermento nel lento giro del sangue in questo scorcio di cielo
mi sposto seguendo l'ombra seduto a leggere Brodskij mentre lo sciabordio dell'onda mi culla i pensieri che vagano sul filo di versi in fieri
*
Quel sorriso 2
senti la vita quasi fosse apparenza in vaghezza di sogno l'anima è spersa dove fitta trama d'ambiguo s'incaglia
ah le uve dei suoi occhi: uno spasmo di luce - una spina nel sangue
e quel sorriso -oggi che ti sorprendi a inseguire ombre in cerca del suo profilo- ti si trasfigura in un graffio difficile da decifrare
*
Infinite vite
infinite vite possibili ha forse l'anima quel che è detto da taluno l'essere moltiplicato mai si chiude il cerchio?
è come traversare innumerevoli porte nei meandri dei sogni o abbandonarsi a visioni di déjà vu
non si chiuderà il cerchio se come si sa è del Demiurgo un continuo creare infiniti mondi-entità col solo sognarsi
*
Il grido 2
non lasciare ch'emerga il mostro come da abissi marini fa' che affoghi nel suo sangue rabbuia nelle vene il giorno: grido che tende levarsi nell'aria rossa
*
Casa di nuvole
a volte non è ancora poesia ma la sua forma possibile lasci che fluttuino parole che essa prenda sangue e voce
ti lasci condurre e non sai dove ti porti -dimorerà la poesia forse in una casa di nuvole
*
Col tuo corpo daria
[A Mirta Rem Picci, 44 anni, suicida il 17.7.17, amica del poeta Raffaele Piazza.] ti attirò lo strapiombo del vuoto mentre mani cercavano afferrarti
un buco nel cuore hai lasciato Mirta al tuo amorevole amico
ora danzi il flamenco che amavi col tuo corpo d'aria
e da un altrove "detti" poesie quelle che non hai avuto il tempo di scrivere
*
Nelloltre
imprigioniamo paure in mantelli marchio privacy ci genuflettiamo a ipocriti sorrisi nell'oltre non ci son porte e chiavi è tutto -in trasparenza- un fondersi di sguardi
*
Tento versare versi
tento versare versi sulla chiara facciata del foglio "navigare di nuvole pigre" -questo l'incipit ma ahi cara musa son già qui arenato
potrei imbastire una rima tipo fiore-amore o scrivere il verso più bello dettatomi in sogno
pure fibrilla nel sangue un qualcosa che non saprò dire
*
Invettive
[a Padre Pio, tacciato di impostura] una parola un fendente
minimizzi
l'orgoglio un ordigno inesploso
carità ti accompagnerà nella polvere
*
Fratto il tempo
fratto il tempo dove è ritrarsi di vita come da risacca l'onda il mostro a tratti ghermisce la memoria che vuole eradere ricordi
l'angelo è cenere dove gridano ustioni di luce
*
Vive una luce
vive nell'akasha una luce che custodisce quel mosaico che dici destino tu sei l'ombra del Sé: l'alterego o se vuoi l'angelo che ti vive a lato nei paradossi della vita
*
Su assonnate rive
su assonnate rive uno scorcio si frange di tuo vissuto: i tanti io disincarnati i tanti ingoiati - non hanno più ombra che nel sogno nell'onda del sangue
*
Dietro unalba cadmio
ha dipinto nel tempo il suo "capolavoro" di nulla? -spuntato da duemilanni il suo pungiglione dietro un'alba cadmio il nero dove ogni volta la ricacciamo -nell'oceano di energia miseramente essa si spegne
l'humus si nutre di vermi e foglie: non si rinnova la vita mangiando se stessa?
in un palpebrare di luce del sangue l'aprirsi in fiore
*
La cara musa (2)
giungerà con quest'aria incendiata tra un ghiacciolo e un bagno la cara musa latitante da giorni intanto afose notti inzuppate di sogni hanno complice una luna menomante
*
Sprazzi di luce
non riesco a saziarmi di Te penetri nella mia vitrea solitudine con sprazzi di luce come attraverso una smagliatura
*
Tutto è preghiera
una farfalla è una farfalla ma tutto un mondo nella sua essenza la natura riflesso del cielo è preghiera ogni respiro ogni sangue vòlto verso l'alto è lode
l'anima nel suo profondo in segreto s'inginocchia e piange
*
Santo che soffri
Amore inchiodato alla croce Sole che apri spiragli nei cuori di carne Luce che accechi i potenti t'incontriamo nel povero ma non ti conosciamo come Pietro al canto del gallo cosa mai saremmo senza di te che hai sepolto per sempre la morte chi mai saremmo se di te facessimo a meno
l'ultimo giorno verrà e noi perduti perduti per sempre senza di te
Santo che soffri che ci ami fino alla morte
[Il titolo è preso da Ungaretti]
*
Allucinogeni
corrono brividi nel sangue psichico dentro l'occhio di Selene ondeggia distorto volto d'angelo bruciarla la vita sul filo della notte liquida
*
Quelletà
siamo quelli di un'età ahimé biasimevole se la moglie impreca per la camicia ricamata di sugo "l'altra faccia" -a firma di arabeschi di sangue sulle strade- quell'età da sballo
*
Espansione
il sogno è proiezione? o sei tu in veste onirica uscito dal corpo? sognare è un po' essere già morti
come nell'oltrevita e l'essere si espande si sogna moltiplicato in fiore atomo stella
appendice? o espansione è il sogno?
*
Clown
la tua magia è fumo che vola sul tempo fra palpebre d'aria l'ora si fà elettrica nel cielo di un capriolare d'umori
*
Ad altezze segrete
(volontariato) spendersi in un percorso di amore il cuore aperto ad altezze segrete
sperimentare l’Altro da sé nel diversamente abile – pasta da modellare: ci affondi le mani e ci rivolti la vita
lui ti ricambia con l’oro di un sorriso
*
Ricorda
[ispirandomi a David Maria Turoldo] sei granello di clessidra grumo di sogni peccato che cammina
ma sei amato
immergiti nella luminosa scia di chi ti usa misericordia
ritorna a volare: ti attende la madre al suo nido
ricorda: sei parte dell’Indicibile - sua infinita Essenza
pure nato per la terra da uno sputo nella polvere
*
Sic transit
confidare nelle cose che passano è appendere la vita al chiodo che non regge è diminuirsi la vera ricchezza -arrivare all’essenza
lo scheletro la trasparenza
*
La cara musa
ti ci arrovelli ma non trovi soluzione ti ha lasciato a metà la cara musa sei come quell'albero reciso la cui ferita bianca non si vede sanguinare
*
Testimoni
di sole indorate distese a maggese ricamate di fiori di sangue per mano assassina tramante nell'ombra vòlto al cielo: testimone non "profeta" di panegirici fulminato a due passi dal luogo di culto le mani ancora nell'atto di benedire
-come in un tempo sospeso l'oscillare di grani di rosario
*
Dove palpita il sogno
da una dimensione parallela il Sé in me rispecchia la sua primaria origine punto dell'eterno dove palpita il mio sogno di carne e cielo
*
Il là propizio
quando sperimenti il fantastico e non focalizzata l'immagine salta sul video della mente quando magari è Borges a darti l'abbrivio il là propizio dal suo cielo d'esagoni e sfere
[ultimo verso: ispirandomi a "Finzioni", di Jorge Luis Borges]
*
Complice lombra
non un posto al sole non m'ispira il tipo lucertola ora dove sosto un venticello spira che mi pettina i pensieri aggrovigliati nel cielo della mente dove un abbozzo di poesia inizia a mettere ali
*
Simbiosi
di notte sto bene con me e l'altro sono io l'altro che -c'hai mai pensato?- non proietta ombra ombra di me è il sogno
come un bambino avvolto dal regno delle ombre affido tutto me stesso alla notte
*
Ed è sangue in luce
esilio di carne anse d'ombre ed è sangue in luce l'ancestrale fiorir d'appigli
a schiudere il giorno
*
Trasmigra il tuo giorno
compiacerti dei tuoi beni? ma dimmi cosa ti porti di là? lasci pure questa veste oggi affidata nelle mani dei "restauratori"
-la vecchiezza un obbrobrio!
ecco vedi trasmigrare il tuo giorno in sudari di calce
*
Se lasci che la vita
il moscerino che taglia nella luce del monitor l'ultima tua poesia riveduta sembra imbeversi del sangue delle sillabe
in questo minuscolo essere smarritosi nella sua realtà-sogno
vedi te stesso se lasci che la vita ti conduca lungo i labirinti viola della mente
*
Sognarmi
sull'otto orizzontale librarmi etereo piume d'angelo a coperta di cielo
*
Se qualcuno è a spiarti
lasciartele scivolare addosso -dici- distaccarti sempre più dalle cose finanche da questo corpo: vederti presente a te come nel sogno - quasi evanescente
sogni e sei sognato - mondi speculari
vedi: se qualcuno è a spiarti
non sei che tu da un altrove
*
Fumatori doppio
figure inconsistenti come carta bruciata sbriciolata d'un soffio e alberi che camminano capovolti e navi di nuvole
visioni aleggianti nelle stanze del tuo sangue
Jonas preso nella rete dei fumatori d'oppio
*
Linnocente
già l'immagino i titoli "classe 41 - stecchito da una raffica" ho a volte il pallino -farneticare dell'età- che d'improvviso qualcuno mi spari da un'auto che rallenta e poi via -come in una scena da gangsters -è fantasioso ma freddamente reale
dove -si sa- a pagare è chi non c'entra un bel niente
*
Io sono il mare
danzi su creste d'onde gabbiano Jonathan io sono il mare l'immenso desco su cui ti posi -ti guizza nel becco preda lucente- io sono il mare tua madre se in burrasca vieppiù in simbiosi siamo ti abbraccia il mio cuore trasparente di salsedine poi per l'azzurra volta ti vedo svettare - verso profondità di cieli
verso quella libertà che aneli
*
Mondo di luce
m'invitano i miei morti a una uscita fuori porta amano farmi partecipe del loro mondo m'avvedo dagli occhi lucenti e i sorrisi complici ch'è molto molto gradita indispensabile quasi la mia presenza ché senza orfani sarebbero e tristi forse pur essendo estraneo al loro mondo di luce
*
Lestro
rischiava la galera chi procurava cibo ai fantasmi era l'editto del castello pure l'intrepido ragazzino Arthur R. giocava il tutto per tutto pur d'avere in cambio versi "divini"
o più probabile fosse solo un sogno e lui stesso sogno nel sogno e i versi parto del suo estro
*
Primavera canterina
di verde in chiome folte natura si riveste a specchio di sole -sangue di primavera- becchetta l'immagine nell'acqua il chiurlo e ti fa il verso se abbozzi un motivetto
*
Elucubrazioni
dicono esce dalla testa il corpo astrale parto della mente è sempiterna la mente come il reale che in sogno appare liquida luce - oltre la mente solo ombra o niente
*
Generazioni
eccoti un ectoplasma ovvero un antenato a sentenziare da un aldilà -non sapete neppure vestirvi -bella forza: voi con i vostri doppiopetti vi credevate dio in terra o guappi noi casual-cibernetici della libertà siamo bandiera grida il rosso del nostro sangue nelle piazze
per le ginocchia aria di primavera
*
La grande avventura la vita
"marinaio col mal di terra" se mai ne perdessi il gusto -della vita dal cuore della zolla il verde grida sempre vita rinasce all'infinito
lei è mamma-chioccia -travalica la morte col suo tepore-amore
*
Fuoco azzurro
lascia che sia più che naturale da una forzatura un pastrocchio ne verrebbe come l'idea di ritagliare lettere per "confezionare" una poesia fa' che sia lei a visitarti col suo azzurro fuoco ti salga fin dalle viscere ti cali nell'humus della parola
*
Sogno di Cupido
aleggiavo "per l'aere" -io figlio di Venere- o era il mio doppio incorporeo che con molte frecce al suo arco germinava amore vedevo nel tempo di Veneralia in un cielo quasi dipinto splendere carnale fiamma
[Veneralia: festività romana celebrata il I° aprile, dedicata a Venere Verticordia ("che apre i cuori").]
*
Le voci remote
un'accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante di Seferis
Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971
*
Primavera
si posano le uve dei suoi occhi su silenzi sospesi teneri corpi come giunchi dondolano nella luce sognando la vita altra
*
Liquida
è striscia di luce verde la mente mentre la forma assumi dell'involucro-status quo alchimie del sangue nel vestire la vita
il chi-sei serpeggia si morde la coda
*
Le voci remote
un'accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante di Seferis
Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971
*
Dietro il velo
splende rosacea luce sulla bocca dell'alba miriadi di stelle nascoste alla vista
come la vita dietro il velo della morte -a cogliere aneliti d'infinito
*
Acqua e memoria
in cadenza di respiro acqua e memoria siamo scafi a solcare oceani del periglioso esistere su un vento salato s'invola la sacralità della parola
*
Arco damore
noi siamo proiezione di Dio e come angeli incarnati del nostro Sé similmente di noi i nostri figli -frecce scoccate oltre il corpo dall'arco teso dell'amore
*
Fantasia
entravano nella cruna del sogno salendo su per il naso vele e gabbiani danzanti sulle creste nei mari di Melville era voce d'acque a lenire giorni feriti nell'anima a perdere
*
Distacco
ti fai fragile foglia appoggiata ad una spalliera di brezza
*
Velario
amare è fatica caduta delle braccia
ma dal peso mortale un cielo ci nasce
strappa dunque il velario volgi lo sguardo sul monte al Cristo trasfigurato
agli ultimi della terra
*
Vele di nuvole
escono fonemi dal ventre della notte quasi ectoplasmi nell'alone di luna saltabeccanti passeri sbocconcellano interpunzioni vaganti con vele di nuvole
*
Parole
parole sulla bocca dell'alba in dormiveglia mentre inizi l'interiore viaggio cavare sangue da neo-nate parole in seno a un dio non visto
dove sale la luce
*
Per volare
pensa: sono appena passato "di là" eppure non me ne sono accorto vi si sta d'un bene ed è come in un sogno tanto ma tanto più vivido
ora aspetto soltanto di vestire un corpo fatto d'aria
per poter volare
*
Laccumulo
ti preoccupi per il vestito? e per l'oro nei forzieri dove urlerà la ruggine? la so quella certa malattia contagiosa serpeggiarti nel sangue
guarda i gigli del campo - Lui dice
e ti senti come chiuso all'angolo
Lui: ti fidi?
mai hai visto un sì benigno Cielo
accoglierti
*
Verità
non scritte sull'acqua le mie parole pure mi nascondo come l'inchiostro simpatico mi paleso a chi mi sa leggere tra le righe
sarebbe dare perle ai porci uno sbandierarmi ai quattro venti per chi è sordo alla stregua dei potenti
*
Scrivi sul vento
non vedi di là del tuo naso se ridimensioni la trave nell'occhio dove l'ego veleggia per terre di conquista corri sul filo di abissi di vanagloria
il tuo sogno cattedrali di nulla
girasoli accesi ed arco- baleni pare t'invitino stolto che te depredi del bello
metti in tavola pane e rancore
disamore scrivi sul vento
*
Dove nasce una poesia
non puoi sapere come e dove nasce una poesia - arco teso dell'essere che sulle ali del vento corteggia il sogno e pentagrammi disegna
mentre la Musa come una Venere esce da un bagno di liquida luce
*
Da un altrove
a volte la tua vita la pensi come fosse in mano a un vento che t'avvolga in un mantello di luce tu che in azzurre volte ti perdi: dimmi cosa senti da un altrove?
forse lontananza che richiama un altro Sé?
*
Palpiti
la parola graffiante ferita viva lascia nel bianco l'anima in luce di sangue si china sulla bellezza mentre rossi palpiti annoda un navigar di vele sull'aperto mare del sogno
*
In magico defluire
peschi un verso dal fondo del tempo tuo non più tuo come una matrioska altri ne nascono in magico defluire non sai mai dove ti porta poesia
altri ne scaturiscono che da dentro premono spingendo contro il costato grembo dove sosta un dio minore
e devi gestirne l'impeto di sangue e luce
*
Nel sangue della parola 2
ti fai strada nel sangue della parola al primo chiaro con la luna che spiove sui tuoi fogli d'indicibili fonemi s'imbeve ora la nuova fragile tua creatura
*
Cavalli di nuvole
i primi smarrimenti: quando ti sembrava dovesse cascare il mondo -disegnavi angosce o voli pindarici nell'aria da una feritoia ti guardava un pezzo di cielo -tu ragazzino -ricordi- rifugiato in una baracca a smaltire l' "onta" di una derisione non sapendola costellata di prove la tua stella
intanto cavalli di nuvole a sequenza dicevano la vita leggera
*
Sillabe
(visione) mettere ordine nei cassetti della mente non trovare una pagina volata chissà vedi rotolano giù dall'emisfero destro parole ubriache mentre sul bordo delle orbite piccioni piluccano sillabe s-cadute
*
La slavina
perla nel cuore del Gran Sasso il "quattro stelle" non esiste più ghermito dalla mostruosa mano di ghiaccio meglio la sorte dei sopravvissuti ti dici e ancora sperare sotto la neve una voce udire pensi ai familiari perduti deglutendo caffelatte e lacrime
[tragedia del 18 gennaio 2017]
*
Limpronta
ricominciare da qui: dove l'occhio del cuore segue la curva della luce dove si schiude la rosa tra cristalli di gelo -mentre lasci l'impronta del "fare" anima
ti fondi nell'azzurro rapito dal canto di Silesius
[Angelus Silesius - 1624-1677 -; poeta e mistico tedesco.]
*
Dietro il viola
non hai un appiglio mentre a superarti è una luce blanda anneghi in un mare vasto di ossimori come un film sfocato questa vita in controsenso quasi una finzione o solo apparenza dietro il viola della memoria affondano nel nulla i tanti io
*
Estasi
[gli ultimi giorni di Paolo (Saulo) di Tarso]
ovunque mi seguivano i tuoi occhi buoni
l'anima affacciata sul Tuo sangue lucente ha danzato per il tempo che restava
*
Unala dangelo
propedeutico è l'abbraccio bellezza nell'umano che schiude mondi ignoti un'ala d'angelo vibra sulle schiuse labbra a sigillare nuova vita
*
I sogni alla deriva
insieme a questo corpo vedrò staccarsi i sogni -quelli mondani su vascelli di nuvole- andare alla deriva sopra un mare che più non m'appartiene
*
A specchio di cielo
fraternizzo con Campana se anelo al silenzio in un gran porto chiuso ai mali del mondo dove a specchio di cielo sia riflessa unicamente la bellezza
[Dino Campana, "Canti orfici".]
*
Delta
dove è grido rappreso la voce del deserto si dirama l'essere aprendo di solitudine le braccia rotte
*
Chi può dire
[a un ragazzo degli anni 60] non certo beata gioventù -chi può dire cosa s'agita in un profondo fitto di grovigli freudiani
volevi uscire da te ti attrasse il salto nel vuoto
"non entrambi i polsi legati un'intera nottata a fissare il soffitto no non faccio del male ora neanche a me stesso"
poi il fiotto di luce a investirti e le venti candeline -simboliche- da spegnere non era l'ora che partissi dal mondo quel mondo che ancora ti chiamava nel suo grembo di cenere e oro
*
Spalliera daria
s'adagia ad una spalliera d'aria l'anima monca in occhi verdecielo una luce analfabeta
invertigina l'essere in questo slontanare
ma il nome è da sempre nel seno di Dio
*
Non domandiamo
non svegliamo le lune di vetro assopite nella valigia dei nostri spostamenti da dietro il velario esse non sanno dirci se siamo assoluti
non domandiamo
tantomeno alle stelle a sbiadire nella prim' alba
e noi nomadi d'amore non si sa dove poggiare il capo
*
Lessenza
inadeguati noi gettati nel mare-mondo legati ad una stella di sangue noi siamo l'alfabeto del corpo che grida il suo esserci
noi essenza degli elementi
appendici della terra
labbra del cielo
*
Nulla si perde
se di sé fu a innamorarti una melodia ora smarrita nel tempo vedrai tornerà - sì tornerà all'orecchio del cuore viva come allora valicando gli anni alle spalle
pure ogni essenza potrai ritrovare che ti appartiene varcato che avrai il muro del tempo
come l'odore della salsedine del legno bagnato
o -sublimati- quelli della pelle dell'amore
*
Levante
[leggendo David Maria Turoldo] quanta pena -Cristo- per togliere il pungiglione alla morte
quando si apriranno i cieli
e l'alba per noi sarà luce frontale?
*
Nella pienezza
asessuato angelo dall'immarcescibile aureola so chi sei ti riconosco venendomi in sogno angelo mio specchio io di te riflesso nient'altro anelo che riunificarmi a te nella pienezza
*
Qui da dove guardi
gratifichi la stima di te con un éclair insieme le ingoi quelle morti per acqua tutto già visto già ingerito pure cos'è che d'irreale aleggia nell'aria vitrea qui da dove guardi giro piatto d'orizzonte
*
La svolta
impalpabile mistero è a volte la vita come il sogno coi suoi criptati messaggi da decifrare ti senti pedina sulla scacchiera in un magico sincronismo
ed è la svolta che poi ti rivolta la vita
*
Delleden
proiezione sei e lamento come d'animale disperso a trapassarti una spada di luce
riflesso di Vita vera se dell'eden ti abita solo quella vaghezza come in sogno
*
La grande avventura la vita
impastato di sole tu senza paese di terra e cielo sei ricorda ti veste dignità ancor giovane hai braccia forti per capovolgerla la vita esci dall'inedia solleva sulle larghe spalle i tuoi figli fagli scoprire gli orizzonti dove grida la luce
*
Ulisside
ordito del tempo-maya isso la vela per terre in sogno intraviste risillabando palpiti di soli miraggi d'eldoradi -la prua che fende le onde esce dalla coda dell'occhio
*
Come ostia di luce
[Ai martiri della cristianità, che hanno combattuto la buona battaglia.] irta di rovi la "parete" inclinata del cielo
vi lasciaste brandelli d'anima e pelle ora il sangue a fiorire come ostia di luce
*
Chissà forse una nota
un rebus di parole frammenti di nonsense emersi dal sogno non del tutto svaniti tentare di farne una poesia? ma è come volere estrarre sangue dalle pietre
quel gabbiano che ora vedi danzare sulla spuma dell'onda -non certo uscito dal tuo sogno- chissà non ti porti nel becco una felice nota
*
In sogno
si amalgama il sangue con alfabeti d'acqua se inattesi risalgono dal mare i miei morti nell'alone di luna
*
Langelo
(conversione di San Paolo) l'angelo sognai sulla via di Damasco aprirmi l'altra faccia del giorno caddi bocconi in estasi vedevo gli alberi camminare tutto il mare in una brocca
*
Quel sussulto del sangue
come non trattenere il muto grido che sale fin dal midollo delle ossa per te Nina ora come stella del cielo come quel sussulto del sangue a non espandersi in vasti echi contro muri di cristallo in questa solitudine che artiglia morta in me l'attesa e il giorno azzurro e il vento e l'odore di te oggi che del sangue sei grumo raccolto
*
Hitchcock
mi ha squarciato la carotide un solitario uccello nero sparito poi alla vista nel cielo di cobalto distratti mi oltrepassavano i passanti mentre mi dissanguavo
sul marciapiede il sangue disegnava arabeschi del sogno -degni del genio di dalì
*
Casa di riposo (2)
-nella vita chi non si dà muore mangia se stesso- sentenzia il "saggio" in degenza la nuvola di vapore dalla cucina offre un che di magico un familiare tepore
là fuori un mondo che vive la recrudescenza dell'inverno - gli alberi orfani di foglie e canti
*
Il Grido
non altro che raccogliere su foglio il Grido l'amaro sangue -morte per acqua- parole a segnare vergogne
dall'alto spettrale silenzio su vite lacerate
*
La tua vaga essenza
tocco in sogno la fiorita riva delle tue braccia: è una dolce pena questo lieve sfiorare la tua vaga essenza a un lunare complice chiarore
*
Nomade damore
gli occhi luccicanti delle finestre contro la lavagna della notte che disegna arabeschi di mistero dove ti porta il filo dell'immaginario o del sognare
dove questa strana ma feconda inquietudine serpeggiante nel sangue tutti i libri letti i mari solcati -odisseo tu nello spirito- dove questo cuore nomade d'amore ti porta
*
Laccumulo
Tu non persegui chi usa bilance false lasci gli si ritorca l'ingiustizia e l'oro diventi capestro o ruggine ahi l'accumulo cui spezza il cerchio la morte
*
Un secchio di stelle
un secchio di stelle acqua e pensieri ondivaghi e le stimmate di te nella memoria come sangue rappreso nel fondo a ravvivarsi ali e venti aquilonari l'ingoio di soli su orizzonti di fuoco
*
Nei miei sogni
c'è un donnone nei miei sogni mi perdo fra le sue grandi mammelle piccolo piccolo mi faccio e come scricciolo mi c'infilo nel suo caldo grembo al riparo degli tsunami del mondo
*
Ulisside
(l'ispirazione) prende forma la vela dalle profondità inconsce la governa ulisside o forse si lascia guidare
sull'infinito mare del sogno
speculari all'acqua emergere vede parole
il fonema del canto su curvature di luce
*
Il saluto spezzato
[11 settembre: a 15 anni dalla strage] tutti ricordano dove si trovavano in quei fatali attimi quando il cielo si oscurava ingoiando cenere e odio
tutti ricordano -i superstiti- l'ultimo gesto -uno per tutti la mano levata quel saluto spezzato
come il battito dell'ora in cima alla torre
come il pulsare del cuore straziato
*
Il tuo volare alto
l'anima spando sulla terra a ricambiarmi una solitudine ampia come il cielo mi appresto a gran passi agli ottanta e ancor più poesia ti canto -del mio sangue azzurra ala
ai confini della sera in quel farneticare che richiama la morte
il tuo volare alto come preghiera
*
Poesia-finestra
dici poesia intendi finestra affaccio dell'anima bagnata da alfabeti di lune
è finestra su un mare aperto poesia
per l'orecchio del cuore-conchiglia
*
Lo spazio dun soffio
schegge di voci di abbandono il pallore di luna riflette nel bicchiere luce ubriaca
occupi lo spazio d'un soffio
in fine consegnerai il nome
*
Un cielo bianco di silenzi
(L'ortografia) punto sul vivo da strafalcioni anche il foglio sembra aggricciarsi attraversato da una fuga d' immagini
in un bailamme di fonemi -dalle acque del sogno a risalire strambe parole nell'aria di cristallo-
illividisce un cielo bianco di silenzi
*
Isole
concatenarsi di sequenze evanescenti sognare di te tu di me ma mai questi mondi paralleli s'incontreranno li inghiottiranno onirici buchineri così le nostre vite trasversali un fondersi di corpi ma isole gli universi dell'anima mondi di celeste fuoco che si sfiorano e mai combaciano
*
Stanze 2
le notti inzuppate di sogni quando nonsense veleggiano sulle ondivaghe acque dell'inconscio o ti vedi seguire una successione di stanze e ti perdi e ti ritrovi in un'altra realtà-sogno o dimensione
*
Luce e ombra
se posso mi cerco un posto all'ombra -non m'ispira il tipo lucertola- ti guardo attraverso gli occhiali scuri mentre leggi per ore distesa su uno scoglio ha un che d'incantesimo questa sospensione palpabile nell'aria
linea d'ombra e luce a separarci ma metti i tuoi ridicoli puntigli
*
Prima del gesto
(altra visione di Giuda) ti saresti ubriacato col prezzo del sangue soffocando nel vino quella lacerazione infinita
ma avresti solo ritardato la fine
prima del gesto estremo scacciasti via da te quella luce a guisa d'angelo
non potevi saperlo eri scritto nel Libro per un ruolo ingrato -sulle labbra ancora il fuoco del bacio
[Giuda Iscariota, secondo Giuseppe Berto, nel romanzo "La Gloria", aveva una missione da compiere e non è morto dannato.]
*
Lalbero di Giuda
tagliando per la pianura non trovavi più il cuore sulle punte delle stelle ti volevi trafitto e il sangue quasi ricamasse una scritta ingloriosa
ma il tuo albero ecco venirti incontro
e già il cappio vederlo -sinistro
*
Conosco le voci 2
(a tutte le vittime per la giustizia) conosco voci che aprono strade di libertà e amore conosco i nemici della luce che aizzano i cani neri della notte lacerando i sogni di nuovi mattini
conosco i nomi dei poeti assassinati che dal sangue han levato la voce -i loro j'accuse come lingue di fuoco
conosco la "fame" dei senzavoce il profondo dove si apre il grido
*
Associazioni
i nasi all'insù contro la luce livida d'un cielo che non promette un rondone rimasto impigliato chissà come sbatte furioso le ali strana associazione d'idee se va la mente al 'falco alto levato' di Montale
[Le parole virgolettate nell'ultimo verso sono tratte da Ossi di seppia, 1920-1927.]
*
Del sogno
linea di divisione -luna del sangue a ricreare ancestrale luogo-non luogo ectoplasmi
-cerchio del sogno
asimmetrico volo
*
Migrante
il ragazzo lasciato bocconi sull'arenile sembra dormire avvolto dal manto della notte gli lava dalla salsedine la parte del viso un cane randagio ora non sentirà più i morsi della fame
è sazio di cielo
sul corpo un fremito di stelle
*
Vertigine
'donnez moi dammi una scala per il paradiso' dicevo in dormiveglia e ancora quali nonsense aborti di parole frasi sconnesse strascichi bave
era uno scivolare in me senz'appiglio
come affetto da demenza senile o scoprire in me il bimbo accoccolato nella mente
*
Nero della notte
(a un dissoluto) punto di non ritorno?
quale sprofondo ad accoglierti
non sai più chi sei dentro giorni perduti
ah ti trapassi una spada di luce ti canti nel sangue un angelo che ti aiuti a grattare il nero della notte
a sollevarti dal tuo sudario di morte
*
Fame
tutto relativo non Dio non la fame ho visto un'ombra aggirarsi tra i rifiuti non era un cane randagio era un uomo
pro(re)gresso?
la giustizia artiglia urla fame di Dio
*
Mimesi
icaro e le ore acrobate dove spegnere inconfessati ardori il "grido" espanso che nell'aria trema
l'angelo è di cenere
*
Libro di poesie
aspettare per farne -forse- un "mattone"? o subito licenziarlo libercolo smilzo? alle spalle l'assedio degli anni: mi spingono nella strettoia -o foce- dell'ignoto
gioco col tempo che resta a sfidare la morte
visti non visti i giorni sciabolate di luce
a sfogliare mesi anni
*
Quella sospensione
non già l'appagata sorpresa ma in vita tenere l'attesa cullare il desiderio -avrebbe forse sentenziato il saggio de 'I Ching' sentire nelle vene serpeggiare il prolungarsi d'un'attesa lancinante ma dolce
trattenere quella sospensione lucente simile a stillicidio che scavi la pietra
I Ching - Il Libro dei Mutamenti
*
Creatura di sabbia
io non io esisto di qua di là dello specchio -una distanza mi separa: vivo mi avviluppo in un sogno lucido Sogno sono di me
io creatura di sabbia
*
Fiore di poesia
'lo gnaolio dei gatti in amore tra gugliate di luce' belli sti versi che leggo sorseggiando un drink ma dove vai a parare me lo dici?
timore della pagina bianca?
scandagliare devi macerarti immergere le mani nel sangue a far nascere nuovo fiore di poesia
musica che arrivi al cuore
*
Dallimmagine infranta
(a Danilo Dolci) risalire dall'immagine infranta -quella dopo la caduta- dove è voce del sangue la ferita del cielo
limare le parti non combacianti con la figura del divino
innamorato dell'uomo nuovo tu guardi al bambino
che tende le prime radici nell'aria
*
Inanellati aleggiano pensieri
(la fatica dello scrivere) inanellati aleggiano pensieri si frantumano ri-compongono tu aureolato di fumo a lasciarti corteggiare dal misterico chiarore d'una complice luna
rima sì rima no baciata o interna e che suoni
un corpo-a-corpo con la parola
intanto
di Selene un dardo il foglio trapassa dove ristagna esangue poesia
*
Distacco
giungere dove ogni linea s'annulla un brivido bianco e sei altro fiume che perde nel mare il suo nome
*
Infinitudine
parabole di carne siamo archi tesi nella mano dell'eterno presente
noi nel divenire appoggiati ad una spalliera d'aria
*
*
*
Gl intoccabili
sì onorarli i morti che ci perdonano con un velo di pietà quelli che sognarono il loro eldorado ragazzi degli anta presto dipartiti
ora di qualcuno d'essi verrà detto era un pezzo di pane -anche se di certo avrà portato con sé i suoi scheletri
o si saranno nell'altra dimensione dissolti
*
Brandelli damore
falesie di pensieri tesse ragno di luce vertigine: come sarà senza il corpo -serbata la vita nella Pietà del sangue
solo espanso pensiero saremo?
ci consoli certezza di portare in salvo brandelli d'amore
*
*
*
Il sogno di Dio
in seno a cieli di cui non è memoria assai prima del corpo quando già da sempre era la Parola il sogno di Dio
il Suo soffio
poi la fatidica domanda “dove sei Adamo”
e furono i cieli capovolti
*
Nelluno
dal Tutto ritrovarsi nell'uno a vivere il sogno della carne il sangue che cavalca il vento dove crescono i passi
lacerato dalle lancette d'un orologio interiore un Lazzaro a sollevarsi da cento morti
*
Momenti
di cos'è fatta la vita-energia se non di momenti rallentati -per cui è un girare in tondo su te stesso o forse di virgole di sangue e amore rapprese in un grido sul vetro del cielo
*
Di qua del velo
(non qui né altrove: semplicemente essere nel Tutto -porta della conoscenza) di qua del velo di maya trottola del tempo consuma il suo perno
nella palpebra del sole un embolo d'ombra dimora che insanguina il vento
*
La casa delle nuvole
ha bisogno di manutenzione -sai per produrre versi come miele -vanno oliati gl'ingranaggi verificata la tenuta perfetta dell'ossatura l'efficienza della struttura tenerla in ordine come un condominio
ma tu la ritieni come fosse di proprietà esclusiva:
contenitore di sogni è risorsa a cui chiunque può accedere -ti basta?
*
Il sogno di te
in una sospensione lucente ride la tua immagine d'aria nella fodera del cuore ho intagliato il sogno di te
sulle ali del vento le parole che ti dedico
*
Labbraccio
(in dormiveglia) si concentra ed espande l'amore in quel vivere-morire delle prensili braccia sospensione apparente carne e cielo
*
Farsi infinito
in apparente spaziotempo un infinito sospeso -sogno fatto carne
la vita è alfabeto del tempo da sillabare vuoto di forme - ombre
nel bianco respiro dalle labbra quest'anima s'invola
*
Epifanie
vita che si guarda vivere e ci guarda vita che si pensa ed è -riflessa vita che apre la fronte del mattino
ed è esistere nel suo ricrearsi
epifanie
*
LAlbero
di Te il dito la saliva il fiato: ri-fiorire vita in cuore disabitato
e gli esecrandi crimini? non ricordi
dal sacrificio estremo l'Albero di sangue si è ingemmato
sopra uno sconquasso di secoli
*
Presentire
finirà qui tutto il visibile -col panorama dei sensi a sopravviverci voce di sangue in un non-tempo inconoscibile
l'astronave-di-luce tra cirri e nembi e corpi celesti
*
Angeli caduti
fuori dal cielo bevvero l'acqua del Lete ora non sanno più chi sono
presi nella ruota del tempo mendicano avanzi di luce - curano le ali spezzate
per risalire nell'azzurro
*
Dell indicibile essenza
dell' indicibile essenza noi sostanza e pienezza solleva l'angelo un lembo di cielo:
in questa vastità soli non siamo: miriadi di mondi-entità ognuno in una goccia di luce
*
Nel paese interiore
nel paese interiore eiaculo i miei sogni - vivo una stagione rubata al tempo -mimesi icariana sul vetro del cielo- nel paese interiore brucia il mio daimon di febbre e di luce
*
Un dio cibernetico?
vita asettica: grado zero del divino Onniforme -ma la notte del sangue conserva memoria di volo vita sovrapposta alla sfera celeste regno d'immagini epifaniche
emozioni elettroniche
eclissi dell'occhio-pensiero
*
Lesistere specchiato
con lo stillicidio del tempo a subire questa piaga dalle nove porte ma a te presente il Sé -il celeste- l'esistere specchiato: vita che si guarda vivere
un mondo in un altro
Le nove porte: gli orifizi del corpo secondo la Bhagavadgita
*
Senza titolo
fine del giorno inargentata sul mare -negli ultimi guizzi di luce palpita il cuore delle barche e la vita? si perpetua -la vita non può morire
impregnata fin nel verde dei frondosi rami casa degli uccelli
la casa è il secondo corpo -così strato su strato i malli dell'anima
questo mondo l'altro -da cui beve energia
*
Se segui la pista
raggio nella carne l'altro che di te preesiste è avvolgerti d'ombra il suo ritrarsi se segui col lupo la pista del sangue
*
Le vele
le vele le vele decantate dal visionario di Marradi sui verdi mari del sogno dove prende l'anima il largo bianca schiuma ti spruzza chiarore selenico dipinge di poesia il cielo
Dino Campana, poeta, di Marradi – 1885-1932
*
Come lo stelo
(Giovedì Santo) primavera ha le mani piene di fiori ma come lo stelo il cuore mio si flette in arida aria
*
Levante
levante del cuore dove rinasci la mente in espansione la tua empatia tutto un mondo che trasloca nel lasciare la casa del corpo
la penna tuo viatico vita a fiorire in un mare d'amore-endorfina
*
Angeli di carta
gli occhi un po' stanchi vedo nel mio cielo volare gli angeli di carta di Rafael mi pare udirne il profumo i celesti canti oh mi vengano in sogno queste creature fiammanti le fraterne ali a coprire le miserie degli umani
Rafael Alberti, poeta spagnolo – 1902-1999
*
Nel giardino dinfanzia
risalgono dal cuore giorni analfabeti a dire l'urlo della rosa l'insaziato stupore e i me stessi a spiare dalle crepe dei muri o a giocare tra losanghe di luce
in un tempo che lento rimonta
*
La vita nascosta
(Pasqua di Resurrezione) in seno a cieli di cui non è memoria dove nessun grido resta inascoltato è la vita nascosta
percepisco il sangue mio elevato in fioritura da acqua e luce primaria benedetto
*
Lombra 2
meridiana a perpendicolo poi eccola s'allunga l'ombra oscuro specchio che mi ripete si spezza allorché riflessa tra pigre nuvole nel lago
*
Farsi ulissidi
ancora sorpresi dalla vita ci trovi la morte vivi delle prime nuove come nell'età impastata di sole e illusione
o farsi ulissidi nel ricucire vele per respirare il salso di aperti mari
*
Rosa di paradiso
Tu fiore del mio sangue dal profumo rosa di paradiso perdonami se non c'ero quando m'imploravi "Eli Eli" ma si doveva sostenere la lingua della Parola e Tu occhi rovesciati chino sulle miserie abbracciassi dalla Tua croce il mondo
*
Briciole di poesia
anima casa di mare dove a frotte s'annidano gli uccellini azzurri di Maeterlinck a ispirarmi l'abc del sogno a beccare briciole di poesia ferve nel tuo cielo un volteggiare di fòsfeni ed ali
Maurice Maeterlinck, poeta e drammaturgo - 1862-1949 [Nella fiaba teatrale L'Oisseau Bleu (1909), ciò che rappresenta l'Uccello Azzurro è il segreto delle cose e della felicità.]
*
Le vele del sogno
me ne andrei quasi di soppiatto alle prime luci mentre si fredda la tazzina mai portata alle labbra entrerebbe il vasto orizzonte nei miei occhi azzurrocielo il mare aperto nell'abbraccio delle vele del sogno
*
Nellinfinito di noi 2
il tuo volteggiare Nina nelle stanze viola della memoria -dicevi il reale non è fatuo apparire o entrare nello specchio dell'essenza evocando palpiti di luce di un tempo senza tempo noi dal celeste palpito dicevi- qui siamo affratellati nel sangue con la terra e la morte
*
Il figlio
non più carrube Signore torno a casa non più miraggi d'eldoradi
sì torno a casa all'amore totale
indegno sia io sgabello ai Tuoi piedi
*
Radici di cielo
ondivago in te l'oscuro l'alterego che insaziato nutri albero capovolto che geme con radici intricate di cielo
ma è un esplodere di vita l'aprirsi del fiore
*
Una giornata di
suvvia eccedi a chi pensi dare la colpa come si dice è stata una giornata così esageri se pare ti si spalanchi d'instabilità un baratro viola in fondo agli occhi
*
La misura del sogno
avevi l'occhio lungo tu nel dire che la vita ricalca le orme dei passi altro sangue i destini che ci unirono
sai: nelle acque della memoria oggi di te non cerco che la misura del sogno
nell'ondivaga luce degli occhi trasparenze
*
Divagazioni
non vai da nessuna parte quando dici non siamo che manichini in mano al destino -ce lo facciamo in parte noi stessi dovresti sapere che la vita ha in tasca la morte e l'occhio lungo oltre l'umano orizzonte
in cospirazioni del nascere
come il puzzle di parole neo-nate a cui hai sospeso il respiro
custodite in segreto in luminosa nube
*
Complice la luna
entrare nel labirintico specchio del sogno dove inconfessate brame si librano sul filo di acrobate notti complice una pettegola luna
*
Vita contromano
(a James Dean) il gesto del cogliere la rosa sul filo del burrone dove palpebra la luce lo strappo nella rete la smorfia che tradisce quel mordere intestino
l'apparirti anamorfosi il mondo che ravviva non sai se deliri o sogni:
del tuo essere "bipolare" ottenebrato splendere
*
Sinergie
sognare immerso nell'azzurra luce il sogno sono io disincarnato che prove di volo inizio falena contro il soffitto col sembiante del fanciullo luminoso ah quel senso d'onnipotenza nel guidare me stesso entro la via regia * vedermi ospitale dare udienza ai miei morti che risalgono pare dal mare per "incarnare" il sogno
* definizione di Freud del sogno
*
Allunate derive
visioni aprono varchi nel cuore ove fanno eco i ricordi e allunate derive trattengono vibratile fiammella resta indefinito sogno o piuma di nulla misteriosa fanciulla che si piega nello specchio
*
Guerriera di luce
(a Santa Madre Teresa)
toccato dalle tue scarne mani il derelitto come angelo passava nell'aria
guerriera di luce tu ultima tra gli ultimi facesti tua del reietto la dolorante carne
il tuo annullarti consegnato alla sacralità del giorno
*
Dal principio Qualcuno mi sognava
la mia essenza si specchia nel bianco di cieli anteriori dove a iniziare voli in un battere d'ali fuggono piccole morti
e ad abbracciare il sereno quel ricucire strappi nell'azzurro
io sto da sempre nella scia d'infinito nascere
*
Lessenziale
molto dire con poco degli elementi solo un accenno come una pennellata lasciare immaginare -l'acqua che canta alla fonte lo specchio del ghiacciaio che acceca non è detto potresti rinvenire come in sogno lucido tra il soffice manto il messaggio di quel saggio abitatore delle nevi
“per una vita proba l'essenziale”
*
Le tue case di vetro
(ad Antonia Pozzi) vi specchiavi la verde età fuggitiva dipoi a trapassare i vent'anni la freccia di cupido
ti abbeveravi nei cieli di Poesia dove ora svolazzano senza tempo bianche colombe le pagine di vita
vergate fitte al rango di passioni accese
[Luoghi dove ha soggiornato o abitato: Misurina, Pasturo, Milano.]
*
Nellarmadio
a volte m'invita a visitarlo lo spolvero lo lucido e grato mi si apre in un sorriso tutto denti m'improvvisa una danza indossa una maschera per l'occasione
si sente solo quando le volte non lo considero lo sento frugarmi nelle viscere nutrirsi del mio sangue
fortuna ch'è un tipo da acqua in bocca
*
Così la vita
sprovveduto senza guardia andavi giù al primo colpo quello non previsto neanche dall'oroscopo groggy ammaccato ti avvitava l'umana giostra come rivederti bambino tra la folla la volta che t'eri perso così a portarti in giro su piani inclinati la vita
*
Una certa luce a flettersi (2)
una certa luce a flettersi nella dimora della mente: quel tuo ostinato cercare tra i naufragati ricordi il volto amato reciso dalle forbici del tempo nell'assedio degli anni oggi ti sorprendi a dar corpo alle ombre di fantasmi inanelli il tuo presente
*
Come monnalisa
dove trovarti nudità di poesia tu assisa nell'olimpo degli aedi abiti forse nel puro sguardo del neonato o nel bagliore della lama uscito da una novella di borges imprendibile sei e sdegnosa mi segui come lo sguardo di monnalisa esci dal quadro e sguinzagli i malcelati sogni
*
Il filo dei ricordi
aprire a ventaglio la mente su pindarici voli e lucidi sogni vi ci trovi tra vaghe nuvole un nugolo di uccelli a farti corona riportandoti nel becco il filo dei ricordi e i versi amati e persi
*
La tentazione
è innegabile abbiano avuto debolezze i santi prima d'involarsi risalendo in strenua lotta luce dopo luce alla parte angelica
*
Blu marino
sciami di pensieri sparpagliati in riflessi di luna fantasma ore dilatate un'alba fitta d'inchiostro blu marino
altri me a sciorinare -tenerezze in sorrisi di fiori- della vita anteriore
*
Vivere in volo
fantasia questo vivere in volo nella liquida luce notti acrobate a fare incetta di sogni per un'alba d'inchiostro
*
Di fosfeni e nubi
a labbra di luce poesia mi desti da assonnate rive
vaghezza vi transita di fosfeni e nubi ove intoccabili sogni dimorano
*
Di luce labbaglio
(testimonianza) colma la bocca di luce l'abbaglio della veste
sentivo nelle ossa un fuoco
come lazzaro mi sono levato e andavo leggero come nell'aria
*
Vertigine di specchi
un'incognita ti resta la vita nebulosa sogno o cos'altro che ti avviluppa in una bolla
o forse solo velo da strappare col beneplacito del tuo angelo
vedi alle spalle i frammenti di te in una vertigine di specchi aggrapparsi al vuoto ricacciati indietro dall'unghiuta morte
*
Cul-de-sac (2)
tu che deambuli come su inclinati piani dimmi che vedi in questa bolla d'alcool e droga se mondi immaginifici o sorta d'inferni ti scagli sulla madre per la giornaliera dose tu potenziale omicida su strade d'asfalto allucinate
ahi che non vede mai giorno il tuo cul-de-sac è rovi e croci sangue pestato nei tuoi vaneggiamenti
*
Vaghezze di luna
vola nel sangue della parola l'anima gemmante un'alba cadmio accoglie in vaghezze di luna l'erratico cuore
*
Dove langelo
falesie di pensieri nella fragilità del giorno quando alta s'eleva la parola - dove il senso di sé t'innamora dove l'angelo perde una piuma
*
Anamorfosi
del sognato ricordi a brani mentre l'io è anamorfosi nella "valvola" del sogno ti svegli e ti ritrovi davanti a un te dagli enigmi irrisolti un circolo vizioso il tuo uroboro
ti appare anamorfosi a volte anche questa vita che imita sempre più il sogno nell'avvicendarsi degli anni i treni persi alle stazioni
*
Un occhio di riguardo
un occhio di riguardo per quei tralci che non secchino anzitempo -noi protendimento dell'Albero che nei secoli affonda le sue radici
un occhio di riguardo ché a prezzo di sangue fu il riscatto
*
Ulissidi
ulissidi e la vela della passione su perigliosi flutti
intrisi di mistica luce a sbraitare di gioia il cuore sull'orizzonte la terra promessa
*
Fantasia 3
la barca trasparente del sogno dove ti porta? palpiti seguono la scia uscendo dalla camera della mente immagini icastiche gli argini rompono del trasognato sguardo
*
Fantasia 2
dipingono il mio sonno i morti veleggiando al chiaro d'una luna complice sul filo d'orizzonte ricreando gl'incantesimi del bambino in me mai perduto veleggiano discreti sul filo del respiro entrandomi su dalle narici con la barca di cristallo dei sogni le vele al vento per l'ignoto
*
In una piega del vento
luce obliqua sui tuoi anni andati sui tuoi fogli nell'aria sparsi quale data incideranno sulla tua lapide un giorno non ti è dato sapere
ma sono degli uomini le convenzioni e scomodare kronos è eresia
rinascere in una piega del vento senza guerre né odi per la rotta del cielo
pindarici voli che ti lasciano le ali spezzate
*
A bocca piena
trucidata vita dai lenzuoli di sangue nei telegiornali un dire assuefatto freddo che ti sorprende non più di tanto a bocca piena che non arriva al cuore -per quei bambini occhi rovesciati a galleggiare su un mare di speranza la cui patria è ora il cielo
violata la sacralità vita che non è più vita vilipesa resa quale fiore a uno strappo feroce di vento
*
Dammi labbrivio
dammi l'abbrivio musa nel dormiveglia o nel profondo fa che s'accenda la mia casa di nuvole in verdi cieli e alfabeti sostieni quella neo-nata struttura arco di parole e suoni che si parte dal cuore a navigare il più bello dei mari
[ultimo verso: da Hikmet]
*
Vicolo
dolore antico di donne in nero a segnarsi se dal profondo si levano i morti a dare infausti presagi vicolo inghiottito da un grappolo di case appese a strapiombo
ricettacolo d'umori ancestrali in un tempo cristallizzato sospeso
*
Sfiorite rive
sfiorite rive in cadenza d'anni l'azzurra vastità di te solo si svenano in caducità di foglie i giorni accartocciati sul viale della dimenticanza
*
Aneliti dinfinito
è la vela rossa della Passione a prendere vita nel tuo sangue spanto nella luce ti dai d'amore in aneliti d'infinito anima persa per rive sfiorite negli occhi
*
Già grande ti vedo
dai che ti porto alle giostre finiti i compiti promettimi che prima di dormire stasera dirai una preghierina per quei bambini saltati in aria -la larga macchia rossa sull'asfalto nella liquida luce degli occhi penetrare in quell'abbaglio fino al sogno-incubo
su da bravo che ti porto alle giostre ci perderemo nella fantasmagoria di luci
ecco: già grande ti vedo
a risvegliarti domani convitato di pietra il Tempo
*
Nellora sospesa
quel giorno ti sbarberanno t'infileranno il vestito buono ma non serve prodigarsi più di tanto non restano che spoglie l'anima è già via nell'ora sospesa fisseranno compunti quel viso di marmo mentre il tuo presente ha chiuso la porta
il pugno o la palata di terra con la benedizione dell'officiante poi a tavola com'è uso per dire la vita continua
qualcuno forse già alticcio leggerà con deferenza alcuni tuoi versi trovati in tasca
restano in rete briciole di te
*
Il limite
(ad un materialista) devi ammetterlo come nave incagliata ti senti bravo al più nel leggere fondi di caffè
non certo alla tua portata della poesia il rinnovato sangue i frammenti di stelle la lucente coda di cometa a cui s'attaccano in sogno i bimbi
non certo quei misteri insondabili che impregnano i muri di casa con le anime dei morti che abitano il tuo vuoto
non alla tua portata quella profondità del gran mare del sogno che è vita che si lascia vivere
*
Come asessuato angelo
sospesa nel vuoto m'appari asessuato angelo mentre in dormiveglia mi rigiro
giungerà mi dici squarciando le nubi lui l'Atteso ci sorprenderà come un ladro a strapparci alla morte carne della sua carne
e ruggine allora sarà l'oro
*
Nel vasto mare del sogno
nel vasto mare del sogno galleggia l'immagine di te esile scricciolo a sussurrare all'orecchio del cuore edulcorate parole ritrovarci nel nostro giardino d'infanzia mano nella mano impastati di sole a rincorrere saltabeccanti piccioni riandare alle incoscienti acrobazie per i soli tuoi occhi
interrotte dall'acuto richiamo di tua madre per la merenda
smosse le acque del sogno ora a svanire da un oltre ti sento
*
Loltraggio
perso nelle forme strane delle nuvole mi sento lontano da un mondo estraneo assisto all'oltraggio della rosa che si perpetua
sono esposto alla vita
*
Il carro delloro
sotto cielo aperto una ad una cadute le teste
a calcificarsi sorrisi ebeti sul trasfigurato carro dell'oro
*
Una certa luce a flettersi
di buon'ora bisticci con la lampo t'insegue tiranno il tempo una certa luce a flettersi nel cuore fa strada a un dove che non trovi
perdurasse quel lampo che viene va prima che lo fermi su carta ma
se non torna non ha "dignità"
raduni pezzi di un puzzle scombinato nello sperdimento d'una stagione andata
*
Alterigia
[Ispirandomi al verso di Vincenzo Cardarelli: "vorrei coprirti di fiori e d'insulti"] m'appiglio alla tua fredda grazia come ad un corrimano: sto su inclinato piano mentre t'offri a una vertigine di distanze
ancor più ora ti fai preziosa
*
Sotto porticati
sotto porticati cartoni e cappotti lisi hanno respiri a un passo vetrine ridono in abbagli di sole
più in là privati paradisi
un rombo testarossa è strappo d'anima a dividere la terra tra i "morti" e i vivi
il mondo ha denti aguzzi
*
Navi di nuvole
(visione) raggio verde balena nel tramonto
su navi di nuvole vedere apparire angeli udirne i celesti canti
rassicuranti presenze ondeggianti lievi tra i pensieri orfanezze d'amore a consolare
messaggeri di luce ondeggianti nel sogno ad ascendere dove s'inalba il cuore
*
La parola
la parola è nostra madre che genera la danza e la gioia nuda
la parola dice di sé del tempo del primo stupore
t'apre il terzo occhio
parla all'orecchio del cuore
*
Da un dove
i repentini voltafaccia del tempo alle soglie dell'autunno le foglie già morenti invita due corpi il tepore delle lenzuola nella bocca dell'alba
sai il momento migliore per il dono dell'ispirazione è quando ti giungono ovattati i rumori e tu in un tuo mondo col sonno di un eterno respiro
più tardi poi sul lungomare sulla pelle la fresca brezza forse un gabbiano avrà per te nel becco un verso prezioso
*
Doppio celeste
rigenerarsi in linfa a disperdere grumi
dove si china l'anima a contemplare
nel profondo di te ecco il cielo farsi d'un "azzurro" misterico e tu da un suo lembo a spiare
un te senza morte -specchiato
*
Vele stanche
leggi scavi ché nasca -ne va del creare affossato- linfa nuova a diradare quella nebbia della mente
dal grembo della notte esca la tua barca
vi spiri augurante il buon vento a gonfiare le tue vele stanche per nuova ventura nel mare blu d'inchiostro
dove è bello finanche morire
*
Cielo amore
manto d'azzurro palpito capovolto abisso misericorde ben conosci il fondo delle pene
di noi mendichi d'infinito specchio sei
dove invertigina il cuore nell'abbraccio delle stelle
*
Occhi secchi
clessidre di sangue emotivo a sovrastarti stillicidio nella mezzaluce a chi chiedere di questo ginepraio di pena e l'oro del mattino fatto piombo
occhi secchi a perdere pezzi di cielo
nel sangue degli echi
*
E sarai raggio
sei disceso angelo per vivere in carne la morte non sguardo dal ponte: vieppiù ti lega trama di dolore e rara gioia
le spoglie deporrai e sarai raggio di quel Sole che non puoi vedere
*
Cul-de-sac
dritto ti c'infili se pensi che la fine è sempre in atto e il mondo è un addio dopo l'altro è maschera invece per chi finge di non accorgersi negli occhi ti restano saltabeccanti sui resti di una festa colombi a frotte
*
Fammi luce
ti prego fammi luce in questo pauroso dedalo dell'io assalito dai mostri della mente avvolto nella camicia di nesso degl'istinti sono cieco fiume senza foce da me diviso arreso
fammi luce
e sarà giorno quando ti saprò riconoscere staccato dalla mia ombra mortale
*
Auschwitz
il velo della memoria in luce di sangue si ravviva è fiore che s'apre nell'urlo
*
I passi allindietro
nell'ora dolente Ti consegno i passi all'indietro le volte che ho svoltato l'angolo davanti all'ingiustizia al cuore sperso dona corazza di verità senz'alibi
rivestimi Signore con veste di fuoco
*
Chimera
vaghezza di nuvole a stracci tu nella mezza luce mi chiami poesia chimera
mi conforta la tua ala vellutata d'angelo
quando come in sogno visiti le vuote stanze di quest'anima vagante
*
Nudità
(di un sogno ricorrente)
labirintici corridoi
ti vedi venire contro traversandoti una moltitudine
ti fa strano che non fan caso che giri nudo
poi come un ladro ti trovi a spiare dentro stanze ottocentesche aspettandoti semmai un incontro piccante
*
Il pensiero vola
il pensiero vola
quindi volo
anche se zavorra giù mi trattiene
le invidio tuttavia per quegli ossicini cavi le creature del cielo
noi -peso di terra- ossa come vetro a sbriciolarsi con gli anni
*
Il Tuo splendere
su un remoto di assonnate rive -spiumata di luce l'anima- torna a far breccia il Tuo splendere
settanta volte sette ho conficcato i chiodi altrettante non basteranno lacrime da versare
sulle Tue luminose piaghe
*
Trompe-loeil
(l'ispirazione) nella mezzaluce t'invita l'occhieggiare del trompe-l'oeil
la visione centrata nell'intime corde ti sale da un remoto di ancestrali lidi
*
Spleen
brusio di voci galleggiare di volti su indefiniti fiati
si sta come staccati da sé
golfi di mestizia mappe segnate dietro gli occhi
vi si piega il cuore nella sanguigna luce
*
Quante piccole vite
(a Iqbal) tra trame di tappeti e catene lasciò a terra la sua ombra e s'involò
quante piccole vite su di sé per farne una
-indivisa-
la sua firma di sangue su un Sogno immenso
*
Colui che intinge con me (2)
Gesù aveva i suoi "followers" ma per nessuno vorresti la sua fine (in)gloriosa quale fuoco ti attraversa la carne giuda-di-turno
nel laccio dell'inganno il mondo
la croce è la porta stretta che ha chiavi d'aria
*
Vaghezza dimmagini
non un appiglio neppure l'aggancio da un sogno vaghezza d'immagini preavvertite quasi a scivolare di sguincio nella immensità dei silenzi senza il tempo di rubargli l'ultimo fiato
-complice una quasi misterica luce
boccheggia l'anima nell'eco d'un grido come di un frantumarsi di cristalli
*
Come sbuffo di fumo
riconoscilo l'hai tirata per i piedi non un'immagine viva che susciti un tuffo al cuore né metafore o enjambements
se spazi nel tuo mondo trovi
-anche un batter d'ali a ispirarti
invece buttata lì
lei dal fondo del bianco grida la immeritata striminzita vita
*
Lo sguardo velato
dò i miei "occhi" a quel che passa in questo scorcio di tempo che mi resta d'intenerimento la stessa luce la losanga sul letto la goccia pendente dal ciglio lo sguardo velato
ora come allora
quando "morte ti colse fior di giovinezza" scrivevo ventenne o giù di lì
-ah ridicolaggini
*
Dalloblò
la poesia quella di lungo respiro dà vertigine è come prendere il mare e non vedere che l'orizzonte e mai la terra
le immagini vedi dall'oblò del cuore sovrapporsi fare ressa e
infine sbarchi boccheggiando col mar di terra
*
Kandiskij
sfilacciano sogni di ragno graffi di luce
a destarti un'alba bagnata di colore
quel giallo spalmato nel canto della tela
*
Asimmetrici voli
parole colte e frante nella febbre d'un grido aperte ali dei sensi contro pareti di cristallo
scrivere sul sangue di un sogno kafkiano
*
Quelluomo che
quell'uomo che "incurante" della tempesta dormiva
che ha diviso il mare che è uscito dalla morte squarciando i cieli
quell'uomo che se il granello di senape non muore
uomo-dio fattosi bambino ed ultimo Dio incarnato
trascinato dal cielo dal peccato
*
Un dove
trafitto da ustioni di luce quasi a difesa avvolto in un mantello di vento vano interrogare un dove
in bianchi cieli l'angelo è di pietra
l'anima un buco nell'immenso
*
Spleen (2)
lo scoglio e tu come un tutt'uno quasi sul ciglio del mondo avvolto in una strana luce
labbra di cielo questo contatto di sole
vedi nell'aria marina un gabbiano planare su una solitudine che ti lacera all'infinito
*
In linfa dalfabeti
manca poco possano piovere lettere nel tuo sogno controllato e tu ti veda riflesso in pozzanghere a cogliere parentesi unghie-di-luna e il grido delle a le sospensioni delle e poco manca sia la musa un donarsi in linfa d'alfabeti di cui s'imbeve il tuo sogno lucido
*
La nudità del sangue
pindarici voli leggevo nel tuo cielo e i tumulti del sangue in cadenza di note sul pentagramma di sogni rubati e franti oltre quel fatuo fuoco è ora un discendere nel tuo specchio incrociare la nudità del sangue
dal profondo ti vedo riavere il cielo veleggiando sicuro
ed è la corazza che indossi a darti la forza del perdono
laddove ti appariva debolezza
*
Dal giardino dei sogni
forse quando il tuo orizzonte è a chiudersi sullo scenario del mondo e tutto è consegnato all'evidenza della fine dal giardino dei sogni ti strizzerà l'occhio ancora qualche verso lo vergherai in fretta su un tovagliolo al bar prima che si disintegri nell'aria come i tuoi io dagli anni risucchiati
*
Volare basso
volare basso per dare tanto con poco lei a volte si cela nello specchio o nel buio del divano
luce affebbrata la parola che ti tiene avvinto
celeste fuoco
*
Vanagloria
vita che mi mastichi mia vita dagli equilibri spezzati e anse d'ombre dove annegare il grido difendimi dal mio profondo
uccidi in me quel capriccio aureolato solo da esibire
*
Antinomia la morte
ritenere antinomia la morte - la tua come un abbaglio o un trapassare di veli
e nel distacco quando il mondo senza più te sarà impregnato della tua essenza
" leggerai" il tuo necrologio pagato un tanto a riga
*
In questaria stagnante
pensando a te vedo il vuoto di una porta e dietro la porta ricordi a intrecciare sequenze indistinte sogni e pensieri asciugati mentre un sole di sangue s'immerge nel mare in quest'aria stagnante come un olio passa la luce sopra il dolore
*
La parola essenziale
non altra che quella l'unica annunziata che la mente arrovella fanne cuore e centro il raggio renda armonico il disegno senza ne urlerebbe la trama
il sangue fatto acqua
*
Vita sollevaci
vita sollevaci dall'ignavia dei giorni -serpe mimetica fa che non sprofondiamo in questo buio di stelle calpestate
le addomesticate coscienze fanne bottiglie a navigare mari di speranza
e come un fuoco vivo a forma di croce
giunga il messaggio della tua sacralità
*
E bello sognare
come tirare su un secchio di ricordi custoditi in fondo al tuo cuore come riesumare i tuoi morti aspettarti da loro fausti presagi
o l'apparire di vagoni di nuvole e lunghi corridoi di porte chiuse
dove ti sembra essere stato
*
La Musa
dove inginocchiata è la luce lo spirito contempla come un incantesimo la novità di lei la tua corda sfiora
accordando il tuo vagheggiare
s'anima il tuo cielo in volo d'angeli
e febbre è la parola
*
In un angolo remoto
la vita d'un uomo nella luce degli occhi i paesi esotici i mari che ha varcato
a barattare per nuove esperienze la vecchia pelle di coriaceo ulisside
ma si passa una vita intera senz'ancora conoscersi:
in un angolo remoto l' ombra da tenere al guinzaglio
*
A volo dangelo
il nero asfalto il lenzuolo i nasi all'insù l'attico al ventesimo depressione dicono autopsia perché: se non s'è tirato un colpo si è "solo" spaccato
*
Come in primavera
impoverito mi sento quando sfuggono a volte le note di quell'aria struggente che alberga nell'anima e -breve appagamento di fioriture e voli- nelle ore vuote m'accompagna a sprazzi pure ritorna rivivendo in letizia come in primavera la chioma di verde a ornare quell'albero triste -superato il morso del gelo
*
Schegge di stelle
a mitigare il gelo delle parole che il tuo volto a volte veste non riesco ma a notte quando il tuo corpo s'apre a una luna complice schegge di stelle mi sorridono
*
Questo giovane cuore
(alla figlia) capriolare nell'ante-nascita tu rosa vestita per la vita *
tuffarti nell'azzurro e respirare la poesia pura d'incontaminati cieli vorresti
ah non debbano i veleni del mondo -mio e tuo anelito- intaccare questo giovane cuore
* termine preso in prestito dall'amico poeta Raffaele Piazza
*
Senza titolo 2
ho sognato d'essere un bosco devastato
e in me cadevo
cadevo
con schianti d'alberi
*
I cieli del jazz
capricci di note facce ondivaghe in acque del sogno la nausea lungo i corridoi di latrine il gemito del sax le gonfie gote tempo rallentato avvitato nel marasma di umori poi il mattino li raccoglie spugne e l'anima della musica che attraversa muri di separazione
*
Lestro
dicono abbia avuto da piccolo "familiarità" con le feci -oddio! strillava la madre e le comari: -niente paura è roba sua
e già l'estro emergeva ché ci scribacchiava per terra tra losanghe di luce
*
Nellanima bambina
come non ricordare il rifugio del passerotto intirizzito le mani a coppa e il caldo fiato o il micino di pochi giorni lucido di saliva portato in bocca da mammagatta
come non riconoscere le tracce lasciate sul sentiero teatro di giochi e l'acuto richiamo della madre la tavola apparecchiata inondata da sciabole di sole
immagini vive custodite nell'anima bambina
che ancora ti chiamano dal buio fondo degli anni
*
Pasqua
del Suo olocausto ha ribaltato il fondo rovesciato la pietra che teneva in scacco la Vita -escono lucenti raggi da acqua e sangue del costato
al canto d'osanna l'angelo si china sul giorno umano
*
Blasfemìa
ricusi l'abisso capovolto intriso del Suo sangue dall'orlo della luce ti distanzi in vaghezza dell'effimero
vanagloria leva al cielo un pugno d'aria
*
Spleen 2
ali e croci dell'esistere sono il veliero che attende il buonvento sotto i mille occhi di un cielo allucinato a farmi il verso un gabbiano in volo da un dove non so dire
*
Controllare il sogno
è diventata la sua arte ne sa uscire e rientrare quando vuole e secondo l'umore persino programmarlo mentre prende sonno basta che si concentri e in vividi colori le appaiono pesci uccelli fiori vasta varietà di flora e fauna finestra su cui s'affaccia un mondo altro
nel suo luogo di degenza un bell'evadere dal grigiore è vivere questo exo-esistere parallelo
lei divenuta oggetto di scherno un libro aperto lei amica-madre dei gatti col loro gnaolìo alla luna
*
Ti cadevano gli occhi
capre e cavalli di nuvolette pigre in un cielo dilatato nel respiro ecco da dietro l'angolo apparire la ragazza dalla maglietta rossa a fare footing nella luce lattiginosa del mattino poi t'accorgi d'aver solo sognato -desiderio fatto pensiero allucinato- e nel ritrarsi quel cielo la ragazza s'è come sovrapposta a quella vista la prima volta al parco or sono trentanni
quando dovunque guardavi ti cadevano gli occhi su quella figura esile nell'alone di luce lunare
ma tant'è che stasera ti "cadono" gli occhi davanti al teleschermo
*
Resurrezione
rinfranca il Tuo offrirti in croce chicco che germoglia in esplosione di vita ma il silenzio del cuore si fa abisso: duemilanni e la pietra sepolcrale come non fosse rimossa:
al primo canto a rinnegarti
*
A darti labbrivio
a darti l'abbrivio sarà forse l'urlo del fiore che s'apre
creare è del funambolo senza rete o è come andare su vetri
una parola un taglio
*
Luce di luna
(l'ispirazione) ti dai d'amore e in veste notturna t'ammanti all'occhio del cielo
in silente vaghezza il tuo porgerti china sul sangue che ridèsti
nell'essere mio: m'irradia d'epifanie luce di luna
*
Un cielo ci nasce
dal peso mortale un cielo ci nasce penetra luce nella ferita più fonda
siamo respiro cosmico legati a una stella di sangue originaria armonia che nel vivere si frange
*
Divergenze
la luna china sulle mie notti disfatte di poeta in erba a carpire versi da "urlo" beat ante litteram coi sogni di gloria nel cassetto in cerca della parola luminosa che "spacca" e tu rivolto alla mia "crisalide" che andavi blaterando nel citare la preistoria carducci et similia
*
Chiedilo alla luce
scrivere la luce inginocchiato nella luce inspirando bellezza ch'emana come da un tempo altro
pure ami la luce ferita:
chiedile delle infinite crocifissioni
fattene guanciale in notti di pianto
*
Nei fondali
per nulla mi separerei da questa pena nel macerarmi chino sulle parole tra respiri di solitudine
-v'è un accendersi di segni e strade mentre attraverso l'inconoscibile che in sogno spio
non altro anelo che questo inabissarmi nei fondali di fonemi
finché la morte mi sorprenda in un'emorragia d'inchiostro
*
Ancora in volo
perduto in me l'aquilone ancora in volo dal tempo che più che reale m'era sogno la vita ora forse nascosto dietro le nuvole o a giocare col vento
in cadenza di vortici imprevedibili
come l'esistere
*
Lindicibile
dove deflagrano nude parole al di là della scrittura ho cercato nel calamaio del cuore l'inesprimibile ciò che non può essere detto
ho cercato stanze inesplorate negli anfratti del mare
le voci trattenute nella gola del vento
l'indicibile nella luce della bellezza
*
Il lebbroso
alle sue spalle un cielo bianco cadmio e la figura ieratica a fendere la folla chiudere le distanze
luminosa Farfalla "vede" posarsi sulle dolenti piaghe
*
Lattesa
ti tiene in vita come a fine inverno la primavera canterina (non già l'appagamento senza più desideri)
ti tiene in vita quel non so che riempia i vuoti
(come il trepidare per l'uscita delle prime poesie o per il primo appuntamento)
ecco risuona l'attesa come un'eco di mare
sei la vela che si gonfia di vento
*
Il grido
ad un cielo sordo ad ogni voce ed eco appeso il grido testa e croce ti giocasti l'anima nel bailamme d'un'allucinata notte a simulare la morte
*
Spleen
lei dagli occhi blucielo inquadrata in un ritaglio del tuo sogno lucido ed è un morire dentro percorrere l'acciottolato d'un bianco accecante che conduce al mare
e quel sorriso a durare nel cuore perdutamente altrove
ti fa il verso il gabbiano planato sulla tua isola di spleen
*
Auschwitz
impigliato il cuore al filo spinato sui prati di sangue decorati dal fiore dell'urlo mai dissolto nell'aria tremante -grido che cammina nella memoria della storia
coperto dal velo di pietà
*
Rosa damore
vita che ti attraversa in un vento di luce angelicato fiore rosa che si schiude fra cristalli dell'inverno
*
Poesia ti libri
dal sangue un nascere d'ali poesia ecco ti libri in verde cielo d'alfabeti dove l'anima si ascolta e la vita si guarda vivere
*
Luce damore
carne che presto si dissolverà nell'aria occhi che rideranno al cospetto dell'Assoluto il tempo è breve delle ombre allungate sul cuore
invaderà tutto l'essere quella Luce che addenti
*
Se gratti largento
[ispirata leggendo "Finzioni", di J. L. Borges] paradosso temere di sparire se gratti l'argento dello specchio
quasi non t'appartenessi
realtà sfumata nel mistero
non sei che parvenza sognata da un dio
nell'insondabile suo cielo d'esagoni e sfere
*
Funamboli
metti noi due guardali in bilico sulla corda tesa dell'esistere a contare gli anni come grani nelle curve dei silenzi gli abbagli nel vuoto del cielo lo sporgersi sul tempo che viene e le cicatrici di luna nelle primavere risalendo in luce da inverni amari di catarro e croci
*
Casa di riposo
sono io oggi ad imboccarti al pomeriggio poi il solito giro nel viale lo scricchiolio delle ruote sul selciato gli alberi vedi han perso la bella chioma ed è ancora clemente il tempo tu adagiata in una smarrita indolenza riflesso nei tuoi occhi il cielo t'asciugo con garbo un filo di bava lucente ora che non hai più voce mi giunge eco di madre mangia se stesso chi non si dà
*
Poesia si fa
è che poesia si fa da sé nel seme del suo autocrearsi è nella danza del calabrone sul fiore nel gioco della luce con l'ombra attaccata ai piedi nelle parole bagnate in un lancinante addio
casa della poesia è dove nasce l'onda la radice del vento il volo aquilonare è vedo non vedo in una grazia velata
poesia è la bellezza che tiene in scacco la morte
*
Mi piace il tuo garbo
(a mia moglie Angela) ora dici mi piace ancora il tuo garbo e un pizzicotto mi chiedi per vedere se non è un sogno nel letto abbracciati nel dolce tepore l'attesa che salga la luce e c'inondi grati al cielo d'essere insieme sembra anniluce o primavere scandite che han visto le nostre tenerezze i silenzi
*
Sogno di carta
alti muri di carta laceri strati e strati senza via d'uscita labirinti mentali ove galleggiano improbabili parole e voci bagaglio d'un viaggio kafkiano
*
Fine anno
semmai un aggancio la mano del vicino ora che un senso di sperdimento è la vita rivoltata ma le volte che vi hai sputato girovagare tra luminarie e vetrine ti richiamano all'incanto del bambino mentre ti lacera dentro la morte del clochard sotto i portici nel gelo
*
Finestre daria
fa strano guardarlo mentre il bacio deponi come su freddo marmo dici sembra dormire
se immagini di aprirgli la spaziosa fronte vedresti attraverso finestre d'aria
come uccelli aleggiare alfabeti felici che dicono l'inesprimibile
*
Flebili echi di conchiglia
fai che voltarti alle spalle ampie aperture d'un livido cielo dove gorghi hanno succhiato linfa ai molteplici io ancora flebili echi di conchiglia dal mare aperto dei ricordi che il sogno criptato fa suoi
*
Il tuo sangue che vola alto
(a Madre Teresa) non ombra che occulti la tua anima di piccola donna immensa come il mare specchio alla bellezza
la verità è il tuo sangue che vola alto planando su celestiali lidi
oltre
le sere che chiudono le palpebre sul cerchio opaco del male
non v'è ombra a coprire il grido di luce in te gemmante
*
Luce al tuo passo
Luce al tuo passo (ad un figlio) reinventati la vita
non t'accorgi d'essere vivo per apparire
dai una mano di bianco alla tua anima d'autunno
migliora la tua aura
fermati estatico davanti ad un volo o l'esplodere gemmante di un fiore
ringrazia il Signore
fai pace con la vita che mordi e ti morde
è luce al tuo passo l'angelo che sulle tue orme cammina
*
Linesprimibile
questo rebus che sei intreccio d'anima e istinto sul bordo del tempo vago sogno in te specchiato l'indefinito di te un sé dilatato in cieli ancestrali dove l'esistere è il suo pensarsi
*
Fiore nero
l'avvicendarsi degli anni a cogliere il nero fiore della morte i figli emigrati in cerca di eldorado
e l'anima che ha perso pezzi del suo cielo
trasudano presenza della tua metà le fredde pareti e
le lettere d'amore ingiallite nel fondo del baule
*
Ricordo un angelo
da piccolo ricordo un angelo raffigurato al soffitto con lui mi confidavo quando la febbre mi teneva a letto
nell'azzurra volta trovavo altre nuove figure lassù nascoste mute testimonianze di mie visioni
così passavo le ore pomeridiane mentre una lama di luce cadeva obliqua dalle socchiuse persiane
*
Allucinate visioni
la sensazione di cadere in un vuoto vertiginoso ma si era soltanto assopito
le voci confuse della tivù si fondevano con le sue allucinate visioni di fosfeni
più netta la linea di demarcazione
ora che la sua testa emergeva come da alti muri d'acqua
*
Lettere amo indorare
finché loro ci sono e hanno le mani nel sangue quasi presenze percezioni inconsce a ravvivarle come in padella a fuoco vivo galleggianti in olio bollente dagli scoppiettanti schizzi
insieme a parentesi a guisa di unghie-di-luna appena scottate
ecco che il cuore madido di luce ci si nutre
invaghito di lettere appena pescate dall'inferno dell'olio
*
Agli occhi del cielo
agli occhi del cielo padrone dei tuoi beni sarà la ruggine quando avranno rovesciato i tuoi forzieri gli angeli della morte
e tu non avrai più nome
allora la tua casa vuota sarà preda della gramigna e di avvoltoi affamati
mentre a essere elevato sarà il plebeo che condivideva il pasto coi cani
*
Lora che dallalto
l'ora che dall'alto giungerà come un ladro ti troverà a mani vuote e cosa dunque Gli offrirai se non lune lacerate dai cani della notte e capestri di nebbie nel delirio dei giorni e vomiti esiziali di una vita in perdita
*
Luna park
ride la piccola Margot alle smorfie del papà che si rade "suvvia ti porto alle giostre" e lei s'illumina di gioia e poi a cavalcioni sulle larghe spalle nella fantasmagoria delle luci un po' ci si attarda nell'aria ancora calda di fine settembre riverbera una miriade di stelle negli occhi innocenti mentre le nasconde il resto del viso una montagna di zucchero filato
*
La penna nella luce
(ad un agnostico) e tu a ripetere non credo nei miracoli tutte balle ma se sei in vita è già un miracolo sai che si perpetua nell'oltre
glissando sul tuo intercalare io t'intingo la penna nella luce scrivo per Dio e la sua gloria
tu segui pure le tue ombre fantasmi che ti succhiano la vita
*
La casa delle nuvole
cieli d'acqua e cavalli d'aria lì custodisco ore sfilacciate e segrete pene -oh giovinezza di deliri e notti illuni
lì dove il turbinio degli anni è rappreso in un palpito che nell'aria trema
*
Da mondi di vetro
(visione) da mondi di vetro mi giungeva il respiro di cieli anteriori dov'ero sollevato su ali d'aquila dimora del mio centro luce del sangue lì custodita in comunione col palpito degli astri
*
Gocce di sogno
navigare di nuvole pigre nel cielo della mente da queste aspettarti quasi sprizzino gocce di sogno come da mammelle come nasce una poesia ti chiedi e inatteso ti si offre un appiglio in quel dondolarsi del bambino al parco
ti lasci condurre come un cieco e non sai mai dove ti porta poesia
*
Al crocevia dei venti
(la fatica dello scrivere) magari ti soccorra una voce fatta carne scavata nel sogno complice la luna
una quasi presenza al crocevia dei venti
*
Nellinquieto mio cielo
[ispirandomi alla figura di Giobbe] nell'inquieto mio cielo ferite gridano il Tuo nome
disseminato altrove fiorirà il mio spirito
sì fiorirà
come nel cuore della pietra la Bellezza di angelica veste
*
Echi dinfanzia
bacia il sole immense distese a maggese così anche il cuore in fioritura
con l'eco dei gridi di ragazzini a frotte tra sciabolate di luce
vedermi uscire dal ricordo nell'agitarsi in quella corsa dei grembiuli come ali in voli bianchi verso casa
*
Le vene cariche di notti
(stato depressivo) le vene cariche di notti a carpire vertigini all'abisso
laddove è a confondersi col sogno la vita
il tuo imbuto a risucchiarti
*
Il posto riservato
chi mai ti toglierà quel posto da Lui riservato secondo i tuoi meriti altro è la poltrona accaparrata a sgomitate trespolo che pur traballa come in un mare mosso finché uno tsunami non la rovescia la vita
*
Nellinfinito di noi
(visione) abbracci senza mani di corpi immateriali
i nostri volti unificati
noi fatti d'aria
tu ed io
una sola persona
*
La Poesia
in luce di sogno ti seduce la vita altra nella dimora del sangue veleggiano navi di nuvole
un ventaglio di palpiti apre la casa della mente
*
Qui ci sta bene uno spazio
ecco vedi la poesia deve respirare nascendo dal bianco innalzarsi come cresta d'onda per poi immergersi fino allo spasimo in profondità d'echi e ancora su con lo slancio felice d'un enjambement vedi la poesia è una tipa selettiva sfoglia scandaglia spoglia immagini le riveste a sua somiglianza porta sogni e nuvole al guinzaglio
*
Sogno travestito
dove generi giorni dissipati dove non ti travolgano le acque del dolore la realtà è sogno travestito da clown dal perenne riso -dietro la maschera una tristezza che invade
*
Maremondo
gettato dentro il maremondo a masticarmi kronos avevo smesso di capriolare in quel naturale mare materno tornerò ad essere un grumo appena
come quando impastato di una luce di mistero mi fondevo col respiro del cosmo
*
Nella fragilità dei giorni
un sé perduto nella fragilità dei giorni e questa insaziabilità dell'anima da vivere come una croce laghi d'occhi vaganti in cieli di spleen sull'eco d'un io espanso
e in sé disperso
*
Vele
acqua mutata in vino perché continui la festa
così al banchetto del cielo con l'Agnello sacrificato acqua e sangue dal Suo costato dal sacro cuore vele le vele rosse della Passione nella rotta del Sole per gli erranti della terra
*
Sei altro
forse meglio l'attesa a dipanare e sdipanare le ore che l'appagamento senza più desideri: il libro di poesie fresco di stampa fra le mani e ti ritrovi ora in una sorta di vortice le parole vive strappate all'anima vagano leggere non più tue ma del mondo mentre tu sei altro
*
Ancora a sorprenderci
dici non siamo che ombre al sole della morte indossiamo l'inverno di un corpo caduco ma dai muri il verde grida in folti ciuffi e gli alberi si cambiano d'abito e al guaiolare dei gatti s'affaccia pettegola la luna
ancora a sorprenderci in fermento la vita
e tu che vai filosofando
*
Lindefinito
è nello spazio delle attese nel bianco del foglio nel buco nero del grido di munch l'indefinito è nell'aprirsi del fiore nel fischio del treno in un lancinante addio nell’intaglio dello scalpello su un marmo abbozzato
l'indefinito è in noi sin dallo strappo di sangue della nascita
*
Uno di quei sogni
quando sai essere un sogno e ne esci o vorresti trattenertici
trovandoti davanti a un mare sconfinato fasciato di luce vivissima
dai colori caldi da far vibrare l'anima e i sensi
quasi un flash
frammento di sogno vigile
come fosse solo dipinto
*
Nomade damore
la Tua luce abita la mia ferita che trova un lieto solco nel suo risplendere Tu a farti bambino ed ultimo
per accogliere il nomade d'amore dalle aperte piaghe
*
Conosco le voci
conosco le voci che muoiono agli angoli delle sere conosco le braccia appoggiate sui tavoli nel risucchio delle ore piccole l'aria densa e le luci che lacrimano fumo
e lo sferragliare dell'ultimo tram la nebbia che mura le strade
conosco i lampi intermittenti della mente i singulti che accompagnano quel salire pesante le scale la morsa che afferra e non sai risponderti se la vita ti scava
e il freddo letto poi fuori dal tunnel un altro mattino
per risorgere o morire
*
Questo improbabile azzurro
(risposta da un corrispondente immaginario) che ne so di questo improbabile azzurro rarefatto e mutevole scandaglio il mio tempo-clessidra di sangue emotivo attendo giungano da un dove un'eco un nome guardo in fondo al pozzo degli anni l'ombra dei miei io perduti o semmai vi tremi sospeso l'angelo che dici
*
La separazione
alla fine del tempo è come ti separassi da te stesso in un secondo ineluttabile strappo simile alla nascita quando ti tirarono fuori dal mare amniotico luogo primordiale del Sogno stato che è casa del cielo
*
La migliore poesia
quella che devo ancora scrivere -si dice così e sarà vero è un brusio indistinto a volte come un moto del cuore
a ispirarmi: forse un angelo la cui ala si libra nel mio sangue
ma lettere storte restano scritte sull'acqua
fermentano in me alfabeti che attendono sempre di nascere
*
Luce ed ombra
luce ed ombra rebus in cui siamo impronte di noi oltre la memoria forse resteranno o risucchiati saremo ombre esangui nell'imbuto degli anni guardi all'indietro ai tanti io disincarnati attimi confitti nel respiro a comporre infinite morti
*
Radici
potrebbe accadere che a volte ti domandi se ti trovi in un sogno o un déjà vu un sentirti perso: senza un appiglio o un io reale
e vorresti in quell'attimo aggrapparti con l'anima a radici del cielo
-come ad una madre
*
Non era questa la vita
non era questa la vita che volevi bambole in panno lenci un amorino più avanti negli anni poi il male che covava nascosto sedicianni: vita breve ma abbastanza per dirci se davvero hai amato e quanto
da angeli ora sei accolta lì nella casa del cielo non bambole o un amorino per il tuo non-tempo nel mistero di luce corteggi le stelle
*
La maschera strappata
ti scoprirai alla fine vulnerabile offrendo il costato alla lancia dell'amore dallo squarcio il sangue redento non ti darà adito di scaricare la tua croce addosso al vicino
la tua maschera la strapperà per sempre l'amore che ti av-vince
*
Spazi aperti
(a Danilo Dolci) palestra di vita a formare allievi aperto seme l'anima che s'infinita nei colori del cielo
sognavi la "città terrestre" di là delle notti che si spaccano alla volta del cuore
al rango della luce spazi aperti sognavi per un'alba che sa di nuovo
*
Il guardiano
il mostro è guardiano del labirinto interiore oh quale dispendio della mente in sudari di calce anelante alla riva primigenia del sangue
l'angelo è di cenere dove grida la carne le ustioni della luce
*
Cieli di cobalto
segmenti di luce schizzati dalla tela a colpire i sensi in forma di danza ad accendere i sogni: all'orizzonte lungo le rive degli occhi cieli di cobalto venati in prismatico chiarore dal grido giallo di kandinskij
*
Quel nugolo
più quel nugolo di mosche assale il mio "desco" più il mio cuore Lo cerca allo stremo d'una impari lotta sparire vorrei le volte che nei sogni mi vedo un giuda il cappio a oscillarmi davanti può la pianta ripudiare la radice? e la corolla che s'apre nella luce odiare la luce?
*
Il lampo
livida luce a torino questo cielo che non promette la testa sul libro e dei versi che vengono a torturarmi alla mia destra in panchina il fumo di un tizio s'inanella grazieadio sottovento in soccorso il lampo verrà della musa a posarsi colomba sulla mente aperta?
*
Fiume dechi
fuoco delle attese dove anime si cercano e nell'aria liquida voci annoda il fiume di luce e ricama sospiri
*
Quel che sono
(ispirandomi a Nicodemo)
sono quelle immagini che in me parlano a consegnarmi a un io vissuto come in sogno
nell'avvicendarsi degli anni m'inerpico sulle spalle di quell'io di ieri per vedere il mondo dall'alto
*
Sale la luce
(a Dario Bellezza) alba d'un bianco cadmio che annega i sogni d'una notte famelica di corpi alle spalle di quest'ombra che ti pesa sugli occhi sale la luce che ti tiene avvinto all'arida ora dei vivi
*
La vita a raccontarsi
volti galleggianti sul mare del sogno nella composizione della luce aprirsi di corolle palpitanti anemoni la vita a raccontarsi con la bocca dei morti col sangue delle pietre
*
Il giorno a schiarire
il giorno a schiarire risalendo con gl'occhi della memoria ad arcobaleni e transiti propiziatori riscoprendo quel vento che nel suo azzurro vortice risucchi lo sprofondo d'apatia e rigonfi le vele per l'avventura
*
Deliri
in buona compagnia dei saltabeccanti piccioni raccoglieva torsoli di mela tra i rifiuti e biascicava versi improbabili parto dei suoi deliri nel nosocomio conobbe una sua pari portava con sé dei versi di campana e una foto sgualcita
lampi di visioni a mordere giorni di macerie poi un mattino li trovarono abbracciati le vene recise che già sorvolavano cieli sconosciuti ai mortali
*
Le radici del cuore
cogliere una piccola morte nello strappo di radice dove altra ne nasce dal suo grido cogliere l'inesprimibile di questo morire che s'ingemma d'eterno
*
Fiore di sangue
vuoi bastare a te stesso il tuo "assoluto" è polvere che abita nella bocca dei morti pazzia fare a meno di Lui quattr'ossa in croce altro non sei nella vastità di cieli ma a un tempo quel fiore di sangue del divino in te profuma e canta -urla la radice se la strappi
*
Sarebbe forse un cadere
sarebbe forse un cadere in demenza meno devastante che questo abbuiarsi del sangue mostro della mente che come un gioco m'intrappola in un giro vizioso ed io a mordere il giorno come sfuggirgli dove nascondermi uscire da me stesso annullarmi ah trafiggetemi stelle mare avvolgimi nel tuo fresco lenzuolo oggi è un penare che non sostengo più
*
Nel chiuso della stanza
le mosche assassine della mente nel cantare il Tuo nome nel chiuso della stanza ah più breve sia l'arco che da Te mi separa e da questo naufragio di sangue la Tua mano mi tragga
*
Ali di farfalle
sono emerso da profondità oniriche come da abissi senza scafandro lì ho incontrato i miei morti la luna si bagnava nei loro sguardi dai sorrisi spiccavano voli improponibili farfalle ali enormi mi avvolgevano in un senso di pace mentre mi perdevo nei loro vertiginosi colori come in un quadro di kandinskij
*
Come in sospensione
aria dolce della sera unghia di luna sovrastante la linea cielomare questo sentirsi come in sospensione un sognarsi altro da sé a dilatarsi in un ignoto spazio mentre la vita impone suoi ritmi
*
Oasi di verde
sul lato opposto un po' d'ombra il solito giro poi la panchina il libro oasi di verde da respirare vaghezza di nuvole a riflettersi sulla pagina e i gridi dalla vicina scuola di chi anela alla libertà degli uccelli e la ragazza a fare footing tempo quattro minuti tondi e ecco da dietro l'isolato laggiù ti rispunta la maglietta rossa
*
Anche tu a precedermi
(all'amico Flavio) anche tu a precedermi sulla via dell'Inconoscibile
piena la valigia avevi di falci di luna e di balenii di vergini aneliti
te ne disfacesti insieme al corpo per "vestire" una verità nuda
oggi dallo scrittoio del cuore a te mi volgo e i tuoi versi mi suonano come una profezia
*
Forse un angelo
a trascendersi in me è forse un angelo nel punto dove l'anima vibra come diapason e in un mutevole cielo d'occhi mi asseconda a snudare la bellezza da frammenti di parole e suoni
*
Magnetici occhi ha la notte
(a Hemingway) come una morte tenuta in vita questa vita compagna la bottiglia che almeno stanotte allenti quel suo morso a ricucire lo strappo infinito domani un colpo e ti adagerai nell'ombra occhi in liquido cielo capovolto
*
Kronos
fratto il Tempo non più riflette lo specchio – esser vivo quasi una finzione sogno congelato dove si piega il cuore senza remissione
*
I ricordi del cuore
quel po' di stordimento dopo un bicchiere di troppo è la vita che scorre al contrario la brezza marina la mente a vagare resuscitando fantasmi ti risalgono dal profondo abbozzando la smorfia del pianto il loro grido a confondersi con quello dei gabbiani bianche creature danzanti sulle onde crestate che a beccate ti sembrano straziare i ricordi del cuore
*
La notte laterale
è il gravitare dell'ombra che ti segue a lato o l'orbitare dell'unghiuta morte questo saperti enigma vederti come in una vertigine di specchi a scalare la notte
*
Altra veste
un vedermi lontano io che vesto parole di carne alfabeti di sangue da me lontanissimo ché ad altra sembianza anelo per voli su mondi ultraterreni
*
Sulle labbra
(ad un interlocutore immaginario) come dire ferire di penna tu a dileggiare il vero intingendo nell'azzurro eludendo l'angelo
poi svanirai nella luce anche tu qualcuno al tuo capezzale forse potrà leggere il verso più bello sulle labbra morenti mentre invochi la madre
*
Nellarco degli occhi
andare come su cocci la pelle dell'anima tesa come tenda oltre le stanze viola della mente vedere infine quel male oscuro uscire dal tuo specchio e il fiore della grazia aprirsi a ventaglio nell'arco degli occhi
*
Vita contromano
(a James Dean) teso sul grido d'una vita contromano animo di ragazzo bruciato a perderti in un oceano di spleen brami ti visiti in sogno nel risalire dagli anni la dolce madre -profondità celestiale- le dita affusolate nei capelli
*
In divenire
appoggiato alla spalliera d'aria del divenire tu - arcoteso futuro anteriore o tempo che ti mastica sangue del pendolo
*
Nellindaco cielo del sogno
a Walt Whitman nell'indaco cielo del sogno odo l'aedo cantare le tue odi con sottofondo di musica celeste mentre fluttuante nel mare d'erba del cielo tornato fanciullo ti vedo giocare coi capelli di Dio
*
Critici
(semiseria) ti mettono a nudo sulla pagina-lenzuolo ravvivano il grido di luce della parola sofferta concepita nelle viscere ove hanno asilo le lettere del sogno vanno con la lente fino all'intimo pertugio ti spellano rivoltano risalendo al lampo della musa dove regna la parola annunciata hanno l'aureola da edotti sotto i soli bianchi delle lampade
*
Eldorado
aneliti annodi al tuo giorno novello ulisside voci di conchiglia echi si fondono col sangue in luce nel sogno di eldorado rammendi la tua vela stracciata
*
Rinverdire
aria screziata d'umori anonimi in un rigurgito rinverdire dell'anima dissolta quasi nel bailamme biancore di cieli dove annegare il grido
*
Nuova poesia
non dirmi che questa in grafia minuta è "inconsistente" come la mia "collezione di farfalle" cielo grigio si riflette negli occhi
-unforgettable
piove l'immagine di te attraverso il vetro mentre
il marciapiede si allontana
ho da dare i miei occhi a quel che passa
*
E da giorni
è da giorni che persiste una visione come di creatura uno scricciolo che voglia nidificarmi nella testa decido di adagiarla sul bianco della pagina-lenzuolo con la delicatezza d'una nutrice quasi ne tremo ed è un tripudio del sangue come chi trovi un tesoro
*
Simile alla vita
simile alla vita il morire mi dici naturale ma strano se ci pensi vi si entra con uno schiaffo e se ne esce con una manata di terra con un io ridimensionato m'immagino di sparire come chi in sogno segua una successione di stanze allora uccelli vedrei uscirmi dalla testa nel becco i versi d'una vita
*
Luce annoda
luce annoda le voci nell'aria liquida fuoco delle attese dove anime si cercano -un fiume d'echi
*
Il tuo detrattore
come a dire quello del "tu pensa per te" l'alterego che va col lupo seguendo la pista del sangue lo stesso che ti seduce e lo sguardo svia dagli occhi forti della luce
*
La tua stagione
(a Rimbaud) in echi d'inchiostro verde virgulto tu esploderai
vergini pensieri incolli nel tuo cielo ispirati a scandire la tua stagione età dell'oro e "maledetta"
*
Vita di mare
essere circoscritto nel tuo spazio ti sta stretto assumere come l'acqua la forma del suo recipiente ti deprime aneli come la sorgente alla sua foce amalgamarti coi fondali marini conoscere l'alfabeto dei pesci gli anfratti i fatti del giorno dispute e amori coordinate d'una vita di mare in divenire le tempeste che tengano l'anima tesa sul grido come achab
*
Nuvole vaghe
le nuvole vaghe a guisa di pegaso o capra e in pacato risveglio il sangue del tuo ieri connesso alla vista del bimbo nel levarsi dei piccioni in volo davanti ai gridolini acuti e più a lato della piazza il vecchio in carrozzina tornato bambino a ricordarti l'esistere parabola di carne nel pulsare dell'universo e il conto degli anni i voli pindarici del sognare
*
Cieli bianchi
cadute virgole dalle pagine dei giorni come un assordare di cristalli poi brividio di luna nel cerchio delle sere cieli bianchi di silenzi
a propiziare un appiglio per reinventarsi la vita
*
Borderline
la tua carne dolorante tu crocifisso alla sopravvivenza non un tetto un letto d'amore i figli sconosciuti cieli caduti nel fondo degli occhi ti perdi tra i rifiuti dove sembri cercare brandelli di quella vita che ti ha tradito
*
Far posto allangelo
dev'esserci forse un angelo alla mia sinistra e sì che per natura non sopporto nessuno da quel lato camminando per strada che non sia una benefica presenza chi mi accompagna nella luce declinante degli anni non sa di dover fare posto all'angelo
che provvido mi aiuti a scalzare ogni giorno la morte
*
Ulissidi
veleggiare verso lidi dell'Origine impastati di luce alchemica in fondo agli occhi aperti mari dei sensi
*
Il preesistere
e tu a chiederti il perché dell'effimera bellezza del fiore o della breve luce che vive la farfalla e del preesistere d'ogni singola specie non dici che si sa nominata e trasfigurata è oltre quell'orizzonte dove continuano il mare i gabbiani nel fondo degli occhi
*
Più duna vita
l'insistente mostro della mente e l'embolo d'ombre e quanta morte in questa vita più d'una a far nascere ali dove sanguina la trasparenza
*
Nellaria vegetale
si aprì il mattino azzurro nell'aria vegetale come un mare nel seno del cielo e da una costola per lui Egli la plasmò dalle sinuose forme a far tondi gli occhi vogliosi d'un amore tendente alle stelle
*
Mio sangue alato
tu come un'esplosione all'aprirsi del fiore vita: mio sangue alato
ah sentirmi avvolgere nel risucchio del vuoto tuo affamato
*
Prima del tempo
prima del tempo non c’era che amore quello-che-muove- il-mondo danza nel cielo della Luce-pensiero della notte a scalzare le tenebre
*
A lato del cuore
non voltarti indietro - mi dico - percorri lo stretto marciapiede a lato del cuore: nel profondo di te nel buio di stelle calpestate ascolta il grido verticale che da caduta si fa preghiera
*
Al parco
(fuori da un periodo depressivo) vade retro male di vivere nuova luce di orizzonti leggo nello sguardo dell'anziano sottobraccio nella macchia di sole a farci isola ora che nuovi m'appaiono i semplici gesti un sorriso una parola forse questo il senso mi dico Lui ben sa "utilizzarmi" al meglio va-de re-tro mal du vivre ti riconosco dal tuo odore acre ti ricaccio nel buio fondo
*
Lesistente
è dall'origine della foglia la foglia-madre così della parola il cuore la luce Verbo che muove i mondi il dio in noi la bellezza dell'oltre
*
Alzheimer
i suoi giorni come un vortice di foglie a dilatare deliri gioca con le ombre sui muri vuole afferrare la biancaluna incorniciata nella finestra alle prime luci riaffiora un barlume di quell'io bifronte che ha perso la strada di casa
*
Allo scoperto
(a Francesco futuro Santo) uscire nudo allo scoperto un morire al mondo spoglio di alibi-corazze il cuore che risale in luce sue macerie la vertigine del tempo vuoto
*
Docile alle Tue mani
docile pasta alle Tue mani plasmami secondo il Tuo volere
sgabello di gratitudine ai Tuoi piedi
farfalla lucente di Tue piaghe
*
Dun sogno
casa sul mare dove vidi la luce sulla porta un ritaglio di cielo a visitarmi i miei morti venuti sembra dal mare sorridermi mentre mi vedono con naturalezza librarmi falena contro il soffitto
*
Brandelli damore
dammi Signore un collante di passione -atto di fede che snudi il giorno-
per fissare nel blucielo brandelli d'amore
pezzetti di me
*
Ali
riscattare le ali contro l'ingiuria del tempo risalire luce dopo luce a un'alba rossa di vene esplose
*
Scampoli di vita
tra le pagine del cuore sfogliate dalle dita del vento passano bluffando con la morte scampoli di vita non può dimenticarci la bellezza
*
La condanna
(a tutti i carcerati e alla loro metà) bianco urlo dell'altra metà del cielo
(tempo scandito a elaborare: due prigioni - di qua di là delle sbarre -patteggiare dell'essere con lo stillicidio che squaderna le ore)
dal fondo del mondo luce ferita dove è terra di nessuno
dove il cappio oscilla
*
Lofferta
vagheranno le nostre ombre la sera sulla terra quando non saremo più inavvertite si chineranno sul fratello come offerta di perdono ad un'offesa legata al sangue o alla lama della parola -balsamo sul cuore inconsolato sarà l'angelica ala
*
La tentazione
(a Padre Pio) estenuante lotta sanguinosa poi alla luce ubriaca del nuovo giorno ecco librarsi sull'umano azzurra ala la parte angelica
*
La ricerca
uscire dal porto -il cuore in mano- issare la vela della passione dietro lo stridulo urlo dei gabbiani tra le vene bluastre del cielo foriero di tempesta squarciare nel giorno stretto il grande ventre del mare che geloso nasconde negli abissi i suoi figli
*
Giro di luna
giro di luna bivaccante nel sangue baluginare d'albe e notti che s'inseguono dentro il mio perduto nome per le ancestrali stanze un aleggiare di creatura celeste che a lato mi vive nella luce pugnalata
*
Chi siamo
caduta la carne svelati a noi stessi (resteranno graffi nel cielo a presenza d'un vissuto stuprato): non più un vedere attraverso uno specchio in enigma dove l'essere si aprirà in fiore
*
Alta Engadina
diario [mentre "mi" scrivo spiando il mondo da qui tra terra e cielo] è il caso di dire un bianco da ferire gli occhi la parete del ghiacciaio riflettente una luce quasi ultraterrena
a bucare la notte -mentre qui mi scrivo
*
Il mio posto
a David Maria Turoldo nella tua costruzione Signore dove metti il mio tassello
quale il mio posto:
sia pure l'ultimo - ma come Tu disponi:
indelebile profumerà per Te il fiore del mio sangue
*
Nellultimo
a Madre Teresa di Cristo mi graffia la bellezza
tocco nell'ultimo la sua dolorante carne
*
Un appiglio
[Studiando una poesia (in questo caso propria) può venirne un'altra e forse un'altra...] giorni sui precipizi vivendo in braccio a capricci del vento un appiglio sarebbe il cielo a rinascere in echi d'inchiostro?
*
Il quadro
lo vedi meglio a freddo da fuori se non preso nel vortice della sindrome di stendhal meglio che non lo stesso autore immerso e perso nella sua creazione il sangue sparpagliato nei colori
*
Step
pensieri distesi nell'ora canicolare ... una lama di luce obliqua sul letto e nella mente in sopore -in simbiosi con lo sciabordio del mare- il perdurare il dondolio del corpo fatto d'aria
*
Un déjà vu
del luogo sente quasi il profumo salire dalla terra lo spirito che si piega a contemplare gli sembra di esserci già stato o forse l' ha sognato ... e quell'albero vetusto sopravvissuto a suo padre a fargli ombra a occultargli in parte l'ampia veduta del mare quello stesso mare che vide i suoi verdi anni
e il vissuto (come in sogno) divenuto lontana memoria
*
Nel giorno acceso
nel giorno acceso (avvolto nel mantello del vento) sporgersi da una rupe di passione in un amen il ripercorrersi di stagioni di là del mare cogliere il fiore-essenza del tempo sognare d'essere quasi una finzione -la morte un paradosso
*
Senza carta e penna
(semiseria) a tratti l'anima ora esulta ora si perde nei bui corridoi di parole dove una quartina balenante e poi indistinta vuol farsi luce ma quasi per sfida inafferrabile si fa gioca a nascondino con lui preso di sorpresa nei suoi vortici... ahi! sprovveduto poeta che non sa raccogliere in tempo un sangue vivo
*
Kronos
fratto il Tempo non più riflette lo specchio - esser vivo quasi una finzione
Sogno congelato dove si piega il cuore
-senza remissione-
*
Nel sangue della parola
[scritta a Capodanno 2013, a 26 mesi dalla morte di Alda Merini] nel sangue della parola il canto tuo del tuo amore per la vita segregata incompresa crocifissa
nel sangue della parola l'azzurro canto della "follia" che sale dalle sbarre di carne dei manicomi
nel sangue della parola il grido dell'innocenza violata e dei diseredati che tu amavi tanto
*
Questo Sogno
nel momento che questo sogno di carne si trasfigura in cristalli di luce una nuvola di uccelli uscirà dal suo arioso cranio
a glorificare il Signore
*
Glorificare la luce
(a un martire della cristianità) complice il buio: a perdersi fra le cose i gesti - nessuno ad ascoltare il Grido - Dio dov'era...
nessun canto d'angelo -il suo cadavere trafitto sulla punta delle stelle
*
Nellazzurro riflesso
(ad un corrispondente immaginario) un altrove in me ride sereno -ti scrivo oggi col cuore
come vorrei -in quest'ora benigna- che la sprezzante tua penna s'intingesse nell'azzurro riflesso dove sputi
*
Come in sogno
[a chi è affetto da attacco di panico] come nel sogno quando a quattro zampe ti trovi -impotente- a graffiare la terra in salita
... poi la libertà del risveglio mentre ad allentare la morsa è quella impressione di morire
*
Ad Ungaretti
nel carnato della terra d'alessandria -zolla palpitante nel sole nascita di un dio minore a battesimo d'inchiostro
*
Io ero là
(nella ricorrenza dell'11 settembre) quasi un assentarmi da me (stato catatonico davanti allo schermo) (auto- difesa inconscia per non viverlo quel momento?)
-ma io "ero" là tra vite spaginate nell'aria:
io presente-assente stagliato contro un cielo stravolto
...e in me
cadevo
*
Sogno un mare derba
(a Walt Whitman) amo le tue odi dolce vecchio Whitman - un lampo ed ora ti vedo tra nubi giocare coi capelli di Dio Padre (tu ritornato bambino) - ed ecco ti si ricongiunge l'ex "allievo" - il profeta * barba-di-luce - fluttuante nel mare d'erba del cielo
* Allen Ginsberg, che s'ispirò a Whitman, morto il 5.4.97
*
Lego
ovattata vita di chi l'altro non "sente" -muro eretto con impasto dell'ego inutile imbiancarle le pareti pregne di dolore -sale silenzioso l'urlo fino al cielo
*
La bellezza della rosa
[ispirata da una omelia] le tue scelte abbiano profumo di Paradiso -anche se verità attira l'odio del mondo
la bellezza della rosa brilla del sangue sulle spine
*
Colui che intinge
non si estingue questo fuoco che passa per la carne del cielo -il mio abbracciare dalla croce il mondo -il tuo trafiggere nei secoli questo Cuore senza più sangue di giuda è piena la storia - tu guardati intanto da chi credi un amico: è quello che con te condivide il pane la luce l'obliquo raggio degli occhi
*
Non è che un perpetuo tramare
la vita ha in tasca la morte -siamo noi divino seme: non è che un perpetuo tramare "cospirazioni" del nascere
miracolo d'amore
*
Radici
potrebbe accadere che a volte ti domandi se ti trovi in un sogno o un déjà vu un sentirti perso - fuori dal tuo centro - quasi senza un io reale
... e in quel frangente aggrapparti con l'anima a radici del cielo
-come ad una madre
*
Lenergia saddensa
l'energia s'addensa in un tempo rallentato -noi qui nel divenire
-palpiti d'anima e cielo
(un trascendersi)
*
Vortice di foglie
distrazione del Supremo - dici - la nostra parte mancante? ovvero caduta d'angelo nel mare-mondo?
non siamo che un vortice di foglie
ma se il precipitare in se stessi è in vista di risalita (alla notte segue il giorno)
allora non esiste -sai- chi potrà recidere questo cordone ombelicale col cielo
*
Negazione della morte
inargenta sul mare la fine del giorno sapere che Qualcuno da sempre mi conosce
notte d'ossidiana ora m'avvolge mi sogna nelle vene del buio io non posso morire
morire alla vita...
*
Cosè il mare
non puoi spiegarlo alla bimba dagli occhi di luna se non l'ha mai visto prima
se non è rimasta rapita dal ricrearsi sull'acqua di riflessi dorati -ed è poesia...
lei può solo sognarlo - il mare - come una carezza di vento salato e spazi aperti e voli
vederlo nel proprio cielo alla stregua in cui s'immagina un altrove chiamato paradiso
*
Aleph
nell'oltre non c'è ombra -lo sai- ombra che ti possa nascondere allo sguardo è una chiarità che t'attraversa non come qui che guardi per speculum in aenigmate
lì non si consultano dizionari né atlanti: sei tu la biblioteca il motore di ricerca
-alfabeto voce conoscenza- : nel Tutto tu sei e tutto è te - (l'aleph del poeta cieco)*
è dove ti si svela ogni contrario - la vita non è prima della morte
* Jorge Luis Borges
*
Congetture
si vive per approssimazione si sta come d'autunno... di ungarettiana memoria
o dall'origine scollàti dal cielo a vestire la morte ... fino al fiume di luce che ci prenderà e saremo un'altra cosa...
congetture
ma lasciatemi sognare un sogno che non pesa
*
Come un irradiarsi di cieli
Amore è una parola a rischio Nelo Risi Amore è
come un irradiarsi di cieli anteriori
esaltazione al calor bianco
o pane impastato con lacrime
un lungo lungo gemito più che sospiro di vento e foglie
casa del sole e delle ombre
dove disarmato è il cuore
*
Mare dentro
riverberi maja di luce rosso schermo dietro gli occhi (te supino) in barbagli a lenti tratti
le vene del mare coniughi con geometrie di gabbiani sul filo arcuato d'orizzonte
questa vastità di cielo e mare dentro - le anime del mare -
... come perdersi
[Pola, 6 agosto 2011]
*
Fragile palpito
in una selva di gridi come lepre braccata dal tuo incondizionato amore: Tu che governi i cieli "bisogno" hai di me?
perché pungoli questo fragile palpito
fino al sonno della morte?
*
Si dice di Agostino
[Al Dottore della Chiesa il quale dava da "masticare" il Verbo] si dice di Agostino - era forse un sogno? - gli fosse apparso un angelo-bambino che voleva raccogliere con una conchiglia tutto il mare in una buca
la morale tra le righe: nulla è impossibile a Dio
(prima che passasse nell'aria e fosse aureolato da giovane Agostino era un dissoluto)
*
Venne a trovarti la poesia
giunse come un vento lieve a frugarti le pieghe dell'anima e guidandoti verso stanze inconsce mondi paralleli ti apriva ora sperimenti il tuo daimon -a divorarti per sempre
*
Fosfeni
a Maurice Maeterlinck, drammaturgo è finestra sul cielo il cuore invaghito a carpire fòsfeni lampi
tu custode dei sogni - dal cuore puro - ti libravi come i tuoi uccellini azzurri che "si nutrono di raggi di luna"
e si espandono nell'Inconoscibile tra svolìo di ali...
*
Nel cerchio di dolore
nel cerchio di dolore lo tiri in ballo - ed è sì umano quel "Padre perché m'abbandoni" occhi rovesciati e veste di sangue - tu cerchi una via d'uscita eviti la porta stretta
*
Da una parabola
"non puoi servire due padroni" scrivere con la luce la vita la morte vestire di primavera i gigli
non così l'uomo dal suo apparire
preso nel vortice delle cose egli scrive su sabbia l'avere
-nel cuore la paura del bambino
*
Cosa resterà
siamo mistero a noi stessi cosa resterà quando dopo di noi sarà a sopravvivere finanche l'albero vetusto del giardino di fronte e le suppellettili e i cari libri la tua la mia storia scritta sull'acqua
*
Sogno bagnato
[dalla parte dei traditi ed uccisi] vedere l'angelo della morte entrare nel mio sogno
ed io riverso sul selciato lo stupore del sangue le viscere nelle mani
"tu quoque brute" ... per mano di chi si credeva amico
*
Il raggio verde
[ad Agnes (Madre Teresa)] filtra raggio verde dalla porta della conoscenza
vi accede l'anima assetata in estasi
sanguinando amore
*
Dai cieli del sogno
precipitare dai cieli del sogno fino all'età adulta richiami di sapori di voci l'odore del mare inalare il vento salato sibilante sotto le porte - gibigiane echi liturgie di memorie l'iniziazione del sesso i segreti ... cieli dell'adolescenza passati come in sogno
*
Vòlti al cielo
(ai martiri della cristianità) (testimoni - non maestri coi loro fiumi di parole)
vòlto al cielo colui che grida nel deserto - l'uomo pneumatico - *
in visione celeste rapiti e fulminati sull'altare le mani a benedire - rosso fiore sul petto -
* per San Paolo è l'uomo spirituale
*
Alberi che camminano
[ispirata a un intervento di Erri De Luca per Emergency] a Madre Teresa e altri 'grandi' fino a Gino Strada
il cieco della parabola vide quel giorno allucinate figure uomini a forma d'alberi che camminano
oggi dallo scrittoio del cuore vorrei dirti gino che insieme a te si alzano dalla radice del bene
alberi che camminano anche se quasi nessuno li "vede": santi di questo tempo
*
Nellurlo
(mercoledì delle Ceneri) nel giro delle braccia le acque del mutamento - le mani a impugnare il limite
penetrare in sé nel profondo - eredità di cicatrici - dove si tende una strada nel cielo
rigenerarsi nell'urlo della croce
*
Quel senso di
aspettando sempre qualcosa qualcuno: in attesa giungano da un dove riconoscibili un nome una voce - quel senso di sperdimento quando la vita è a chiederti dove sei tu quel senso di...
aspettandoti - aspettando di nascere
*
Di altrove
[La gente non è cattiva: ha solo paura di essere buona. Eduardo nel film Campane a martello.] di altrove è lettura capovolta il mondo
chi ti dà occhi buoni per il cielo se non sai vedere
così la cieca sopraffazione la gioia cattiva del sangue
*
Aung San Suu Kyi
non violentate la primavera del suo giovane sangue non pugnalate la colomba del suo cuore aperto alla compassione non schernite la disarmante verità che proclama aizzandole contro i mastini della notte
dal suo sangue si leva alto il grido di purezza a confondere intrighi di potenti
*
Non ricordo
-e gli esecrabili delitti e la vita tradita? e il sangue innocente? -non ricordo: in verità ti dico l'Albero di sangue virgulto di mio Figlio il Giusto si è ingemmato
ed espande nei secoli le sue radici in un abbraccio totale
*
Di qua del velo
onirica visione dell'eden dove profuma Signore di abele il tuo giorno un cielo bianco di silenzi di qua del velo vascello fantasma
*
A ritroso
(Hikikomori) un vivere a ritroso le spalle all'oriente dove cresce la luce vuoto delle braccia vite separate tra l'ombra e l'anima
hikikomori: in Giappone sono oltre un milione. E' il fenomeno di ragazzi che vivono di "rapporti" virtuali chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.
*
Dove piove musica
[a David Maria Turoldo] ai confini del cuore zona rischio lebbra
dov'è l' essenza luogo non luogo dove piove musica
rendimi bianco come neve delle vette
Signore
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Per metafore
a mimare un amore anteriore a noi si vola nel vortice della luce (farfalla di fumo)
foglio bianco schizzato grido
*
E tu a dirmi
lanciarmi anima-e-corpo contro fastelli di luce specchiarmi nella sua "follia" e tu a dirmi: Lui l'irrivelato nasconde il suo azzurro - è lamento amoroso
*
Armonia cosmica
espansione a irradiare poesia a labbra di luce indicibile fiore del sangue
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Nel giorno acceso
nel giorno acceso -avvolto nel mantello del vento- sporgersi da una rupe di passione in un amen il ripercorrersi di stagioni di là del mare cogliere il fiore-essenza del tempo sognare d'essere quasi una finzione - la morte un paradosso
*
Dellindicibile essenza
dell'indicibile essenza -l'altra faccia del giorno- noi sostanza e pienezza solleva l'angelo un lembo di cielo: in questa vastità soli non siamo: miriadi di mondi-entità ognuno in una goccia di luce
*
Step
pensieri distesi nell'ora canicolare ... una lama di luce obliqua sul letto e nella mente in sopore -in simbiosi con lo sciabordio del mare- il perdurare il dondolio del corpo fatto d'aria
*
Ti so dolce presenza
A Carlo Acutis, morto a 15 anni di leucemia l'11.10.06 (del quale è stato avviato l'iter per l'apertura della Causa di Beatificazione) ti so dolce presenza -tu che visitavi i giardini del cielo- ti so dentro di me come un amico o un figlio nell'apparirmi in sogno mi dicevi sono uscito dalla vita vivo più che mai
-qui è il prima da dove siamo venuti si sta di un bene è un'infinita fonte di stupore noi voluti dal Cielo siamo stelle per corona alla Madre Celeste
*
Linvito
Il poeta: un vuoto G. Seferis e tu di nuovo ostaggio della notte l'invito l'abbraccio del vuoto
parola neo-nata la chiami nel buio l'innervi in parole
la plasmi a scalpelli di luce
*
Ri-creare la Bellezza
A Lolek (Karol Wojtyla) la pietra scartata è la prima della Bellezza - che trasuda il sangue della luce
- posata sulla stoltezza del mondo
*
Lesistere specchiato
con lo stillicidio del tempo a subire questa piaga dalle nove porte * ma a te presente un altro te - il Sé celeste - l'esistere specchiato: vita che si guarda vivere -
un mondo in un altro
*il corpo secondo la Bhagavadgita
*
Nel segreto del cuore
tenere in serbo scomparti colore del vento che oblìa memorie: rossi come il sangue della passione verdi come le prime primavere azzurri come il manto di madonne custodirvi gocce di poesia cavalli di nuvole ed arco baleni - le coordinate dei sogni - e l'insaziato stupirsi della vita da respirare su mari aperti - che tenga lontano la morte
*
Libro sacro
perché la fede non sia acqua Colui che te la dona fallo uscire dal libro sacro le righe nere diventino il tuo sangue fa' che sia pane non polvere nel vento la Parola
*
In una goccia di luce
s'arresterà questo giro del mio sangue lo sguardo trasparente riflesso in un'acqua di luna sarò pietra atomo stella mi volgerò indietro sorridendo delle ansie che scavano la polpa dei giorni delle gioie a mimare maree nullificate di fronte all'Immenso allora non sarò più quell'Io vestito di materia navigherò il periplo dei mondi corpo solo d'amore in una goccia di luce
*
Sic transit
confidare nelle cose che passano è appendere la vita al chiodo che non regge è diminuirsi la vera ricchezza -arrivare all’essenza
lo scheletro la trasparenza
*
Spiove luce
spiove luce di stelle gonfie di vento col tuo peso greve di limiti ti pare quasi vita sognata il vissuto già divenuto memoria siamo frecce scagliate nel futuro o il tempo che ci è dato è maya e si è immersi in un eterno presente?
*
A specchio di cielo
a specchio di cielo il tuo coniugarti corpo-amore albero che veste primavere grido di terra benedetto - fonte di luce-vita corpo-amore
*
Momento
ad Angela torpore: velo di tenebra sugli occhi mano che ti muore nella mano
ed è bellezza anche questa: minimo ritaglio dell'eterno
*
Mondo
freddo incanaglito la tua iniquità è specchio che deforma la bellezza del creato
tu esperienza della ferita per l’amore che lasci morire ci lascerai incastrati tra questa e un’altra dimensione?
dell’uomo incompiuto vòlto al cielo tu mondo piaga e grido
*
Se ci pensi
capisci quanto provvisoria è questa casa di pietra e di sangue dove tra i marosi il tempo trama il tuo destino di piccolo uomo?
se ci pensi: quale enigma ti sovrasta mentre la vita non è che un batter d'ali
- e tu immagine passeggera dentro gioco di specchi copia sbiadita riflesso del riflesso -
ci sei ma non ti appartieni sebbene all'esistere ti attacchi come ostrica allo scoglio
mentre ti ripugna il disfacelo lo scandalo della morte il salto nel vuoto
*
Entrare nella luce
leggere sull'acqua lettere storte camminare nel mistero a volte con passi non tuoi nella parusia entrare nella luce goccia che si frange nel sole - che contiene un mondo
*
Lacera trasparenza
insaziata parte di cielo vertigine della prima immagine e somiglianza vita lacera trasparenza sostanza di luce e silenzio
sapore dell'origine
fuoco e sangue del nascere
*
Ricorda
[ispirandomi a David Maria Turoldo] sei granello di clessidra grumo di sogni peccato che cammina
ma sei amato
immergiti nella luminosa scia di chi ti usa misericordia
ritorna a volare: ti attende la madre al suo nido
ricorda: sei parte dell'Indicibile - sua infinita Essenza
nato per la terra da uno sputo nella polvere
*
Insostanziale la luce
insostanziale la Luce nella carne si oscura (energia fatta densa) luce verde della memoria scuote la morte:
il nocciolo del tempo nel buio delle vene è universo presto deperibile
*
In sogno ritornano
in sogno sovente ritornano amari i momenti del vissuto che non vorresti mai fossero stati si affaccia nel tuo sogno sudato quel senso di perdizione incarnato nel figlio prodigo che fosti emerge dai fondali dell'inconscio dove naviga il sangue e tu non puoi disfartene
*
Maya
il di qua dice l'asceta non è che proiezione nel prisma azzurro del giorno sentenzia che perfezione è la carne che si fa spirito
non si terrà conto del corpo che si nutre che è già della terra
si è dunque del cielo o anelito d'infinito ancor prima del primo respiro?
- certa è la fiamma che dentro ci arde - sottile -
*
Ad altezze segrete
(volontariato) sperimentare l'Indicibile spendersi in un percorso di amore il cuore aperto ad altezze segrete
sperimentare l'Altro da sé nel diversamente abile - pasta da modellare: ci affondi le mani e ci rivolti la vita - lui ti ricambia con l'oro di un sorriso
*
Lessenziale
arrivare all'essenziale: via il superfluo (lo sa bene il poeta - un sansebastiano trafitto sul bianco della pagina) così il corpo: si giunge col vento azzurro della morte al nocciolo: all'Essenza: non altro della vita che avanzi in pasto al suo vuoto famelico
quando nella curva del silenzio essa avrà ingoiato la sua ombra
*
Morire a ritroso
amiamo ciò che passa legati eppur distanti a corpi di carne mentre il tempo scava lento per noi e per la morte che buca la notte è un morire a ritroso finché si esce da questa vita da questa morte
*
La notte laterale
unghie crescono nella morte il gravitare dell'ombra che ti segue a lato - questo sentirti enigma vederti nel sogno moltiplicato da una vertigine di specchi a scalare la notte
*
Sotto un mutevole cielo
[leggendo Sandro Penna: una cheta follia, di Elio Pecora] sotto un mutevole cielo chiuso nel tuo grido di diverso
cresce la luce a cui vòlti le spalle: voglia di sparire dentro un sogno o restare nell'ora dolce dei vivi
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Sperdimento
silenzio-ombelico di luce - affondo in vertigini di cielo ... unforgettable... le uve dei suoi occhi ad addolcire il sangue (sperdimento il tempo che si sfoglia e squama questo cuore di paglia)
*
Sospensione
un camminare nella morte dicevi come su vetri non conti le ferite aspettare di nascere uscire da una vita-a-rovescio riconoscersi enigma dicevi di un Eterno nel suo pensarsi
*
Dal di fuori
precipitati da un primo mondo di luce indivisa - essere qui e insieme altrove dal di fuori il pulsare dell'universo impregnato di dolore e di canto
questo dolore questo canto: ne siamo l'essenza
siamo volti che galleggiano sulla superficie di un sogno
*
Quel sorriso
oltre lei forse fra le stelle dura quel sorriso che nell'aria ti appare ora sospeso come fumo lucido incanto il tuo sperdutamente altrove - l'ha disperso il vento
*
Se questo mondo
se questo mondo ti ha forse deluso è perché ho lasciato che ti perdessi e dal tuo vuoto mi tendessi le mani su me che sono altro scommetti pure la tua vita di me non vergognarti: ho offerto il mio Essere carne e dio al supplizio del legno mia rivincita d'amore sono il mattino che ti coglie cuore di madre
*
Nellabbraccio del mistero
terebrante luce: intima ferita celeste (la sfiorano le balsamiche dita di Amore) nell'abbraccio del mistero farsi trasparenza espansa percezione di sensi
*
Io-un altro
questo sentirmi diviso: e non riconoscermi come il fuori del mio dentro: convivere con gli umori di un corpo di morte
*
Per speculum in aenigmate
chi sei: quale il tuo nome nel registro della Luce quale la tua figura inespressa questo non aversi come morire sognarsi in seno a cieli di cui non è memoria
...caduto il velo il tuo Sé faccia a faccia
un ri-trovarsi: moltiplicato
*
Stanze
[ispirata leggendo Il corponauta - appunti di viaggio di uno spirito libero, di Flavio Emer] io pensiero dilatato a spolverare le stanze dell'oblio sulle pareti la memoria ancestrale metteva in luce emozioni dipinte su volti che furono me
rifluiva dai bui corridoi degli anni il vissuto a imbuto mi perdevo come in sogno nell'abbraccio di quelle figure che accendevano il mio sangue
*
A risalire le ore
non resteranno tracce dei giorni informi solo parole scritte sull'acqua
a risalire le ore del sangue il vortice del vuoto: solo parlerà l'amore che si è donato
*
Gioco di specchi
l'ambiguità è forse nel sogno mentre vivi e ti cammina a lato un altro te - insospettato allora è sogno la vita? o riflesso copia sbiadita o gioco di specchi in cui ti chiami e ti perdi...
*
Ha memoria il mare
grovigli di rami disegnano la forma del vento voli di gabbiani ubriachi di luce a pelo d'acqua decifrano tra auree increspature le vene del mare interroghi sortilegi nella vastità di te solo ti aspetti giungano da un dove messaggi in bottiglia un nome un grido ha memoria il mare scatole nere sepolte nel cuore dove la storia ha un sangue e una voce
*
Parvenza damore
pietre ancora calde di sole con la luce declinante una virgola di amore ti è rimasta negli occhi -un sangue rappreso come un olio è passata la luce sopra il dolore - pseudoincarnazione di un sogno -
*
Creatura
mi godo la luce come farfalla sul palmo della tua mano Signore non posso che offrirti il mio niente - fragile creatura una morte ti devo
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Il peculio di luce
(a Simone Weil) (occhi come laghi abbracciano da eco a eco fremiti di vita) ha mani che sfondano muri di solitudine amore germoglia grido di luce da nuovo dolore
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Lombra
negativo di me mio vuoto in proiezione mi copia con inediti profili tagliati nella luce - se dal di fuori la spiassi mi direi sono io quello? pulviscolare ha i contorni del sogno e i suoi fòsfeni si spezzetta se riflessa inafferrabile fantoccio mi diventa pure mio vuoto mia metà che estinta con l'ultima sua luce rientrerà nel corpo-contenitore unificata con la terra - senza un grido tutt'uno con la morte - senza perché - solo ombra
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Sprazzi di pace
spiove dal cielo una luce di stelle gonfie di vento - quasi provenisse dall'oltre nel cuore un aprirsi di sprazzi di pace: vedermi in tutto con il mio sognare - il vissuto la vita sognata
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Mio sangue alato
tu come un'esplosione all'aprirsi del fiore - vita: mio sangue alato ah sentirmi avvolgere nel risucchio del vuoto tuo affamato
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Fantasia
nel giro d'una luna ti sognerò levarti da orizzonti di fuoco su cavalli d'aria dipingere arcobaleni coi colori dell'amore
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Poesia cosmica
io-non-io: lasciare che mi superi la luce sentirmi espandere nell'amore infinito sparso per il cielo
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Minondò il sogno
fuggii negli specchi sprofondai nei cieli anteriori cavalcando eoni-spaziotempo vidi nella memoria cosmica il centro di me dove ardeva il mio sangue in simbiosi col palpitare degli astri il mio sangue confuso col cielo della memoria precipitato nella vita
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In un punto delleterno
(momento) spiove luce di stelle la stanza si riempie di cielo come quando in un punto dell'eterno palpitò la mia essenza biancore irreale carne-e-cielo l'Io nell'oceanosogno si guarda cadere a imbuto fuori del tempo fino all'attimo prenatale alla luce del sangue
*
Voli a solcare lindaco
(voli a solcare l'indaco staccandosi dal tramonto) ti sveni come questa luce - dai muri diroccati dalle feritoie a spiarti gli anni spogliati nel cuore: l'infanzia che rimonta dentro te come un sole (il sangue sparpagliato nella luce): l'esplodere dei sogni che aprivano i mattini - l'innocenza negli occhi di pianto di quel fanciullo col suo aquilone - sparito nel profondo azzurro...
*
Creatura di sabbia
io non io esisto di qua di là dello specchio -una distanza mi separa: vivo mi avviluppo in un sogno lucido Sogno sono di me io creatura di sabbia
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Poesia
scavare nascere nel bianco - parola intagliata nel cielo del sogno - è come estrarre sangue dalle pietre (ecco forbici di luce sfrondarti): la pagina è tuo lenzuolo mentre in amplessi cerebrali muori-rinasci (da un luogo puro giunge questo sole sulla pagina)
*
Sei luce sei fuoco
presente a te chiamami amore la bocca colma di luce sei fuoco antimondo chiamami a un silenzio galattico presente a te fuoco-luce chiamami da un mondo di vetro
*
Gravide di lampi
la luna piegata sui miei fogli compone queste lettere gravide di lampi tagliate nella luce assetate nel supplizio dell'inchiostro vibranti su pentagrammi di sogni
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Infanzia
[Eravamo nell'età illusa Eugenio Montale] la tenerezza dei giorni verdi sparpagliati nell'oro del sole appesi alla luna il papà dalle spalle larghe come la volta del cielo quel sentirsi dèi - quasi alati senza peso - e non sapere la vita Innocenza nostalgia del paradiso
*
Vita in nuce
sangue del pendolo tempo-maya dagli occhi di giada capovolti nell'oltre è cuore del sole abisso di cielo - antimondo
*
Sospensione
tempo elastico gli orologi molli di dalì tempo-sospensione l'aprirsi del fiore tempo di blake sospeso nel balzo lucente della tigre tempo diluito non-tempo onirico tempo dilatato che scandisce deliri di luce in una tela di van gogh tempo sospeso immobile indolore felicità animale
*
In fondo agli specchi
(a J. L. Borges) in un moltiplicarsi di specchi imprigionata è la luce dei tuoi déjà vu - s'odono se ascolti i sordi tamburi del sangue in fondo agli specchi dove si legge l'eterno ritorno -lì è il centro il mondo rovesciato
*
Vento di memorie
è salamandra sorpresa immobile che finge la morte due braccia schiuse a croce vento di memorie la vita -ora sospesa carne e cielo
*
Angeli caduti
fuori dal cielo bevvero l'acqua del Lete ora non sanno più chi sono presi nella ruota del tempo mendicano avanzi di luce - curano le ali spezzate per risalire nell'azzurro
*
La vita inesauribile
la mente in stand-by ti culla un canto d'alberi e di cielo assapori per poco ancora il tepore delle lenzuola: ora senti la vita che ti scorre dentro come un fiume (batte rotondo nel sangue il tuo tempo - ti senti in comunione col sole): adesso che afferri vita - più vita - allontani per paradosso la tua dissoluzione
*
Angelo della poesia
librarsi della tua ala azzurra nel mio sangue io-non-io: in me ti trascendi e sei d'ineffabili alfabeti s'imbeve il nascere delle mie aurore
*
Il lago del mio spirito
al di fuori di me - io stesso luogo-non-luogo - mi espando di cerchi concentrici è il lago del mio spirito: sasso gettato dal capriccio della musa fremito d'acque e stelle
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Chi siamo
caduta la carne svelati a noi stessi (resteranno graffi nel cielo a presenza d'un vissuto stuprato): non più un vedere attraverso uno specchio in enigma dove l'essere si aprirà in fiore
*
Uroboros
calato in un io che non sai dire chi sia se non presenza passeggera: sospeso esistere nel seme dell'amore: attesa di pienezza nel pleroma
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E violentaci dunque
(In memoriam: a Nkosi Johnson, morto a 12 anni, il 1° giugno 2001, a Johannesburg. Nato sieropositivo, fu scelto come testimonial contro il morbo dell' AIDS) (Non posso pensarti dolente da che morte odora di resurrezione. Eugenio Montale)
colei che ti diede vita la sai madre di cielo bambino che hai corteggiato la morte - tu messo in un angolo come vergogna presto non più che mucchietto d'ossa - Nkosi sei la nostra Coscienza: e violentaci dunque nel profondo -tu bambino già adulto- con la purezza del tuo giorno breve mentre questa morte - vedi - già s'ingemma di sole
*
Nel paese interiore
nel paese interiore eiaculo i miei sogni - fuoco e sole dell'anima - vivo una stagione rubata al tempo (mimesi icariana sul vetro del cielo)
nel paese interiore brucia il mio daimon di febbre e di luce
*
Trasfigurati aneliti
(a Emanuel Swedenborg)
(quest'abito sta stretto - è peso di terra un fuoco passa per la carne) ali ha lo spirito per vastità ineffabili per volare fra le braccia della luce profonde azzurrità l'attraggono - sua origine e sorgente trasfigurati aneliti hanno occhi di cherubini - di là - benevoli
*
Risalire allimmagine infranta
(A Danilo Dolci) risalire all'immagine infranta dove è voce del sangue la ferita aperta del cielo - limare le parti non combacianti con la figura del divino: è questo il tuo credo e la chiami città terrestre la tua voglia di rivoluzione: tu innamorato dell'uomo nuovo - del suo costruirsi incessante -
*
Un dio cibernetico?
vita asettica: grado zero del divino Onniforme (ma la notte del sangue conserva memoria di volo) vita sovrapposta alla sfera celeste regno d'immagini epifaniche / emozioni elettroniche eclissi dell'occhio-pensiero
*
Anche per voi
salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi rivolto a quelli che lo inchioderanno anche per voi che ancora nei secoli mi schiaffeggiate sputate negando la vita buttandola tra i rifiuti aizzando popolo contro popolo sotto tutte le latitudini salgo sulla croce anche per voi che mi sprecate nelle icone per voi nuovi erodi/eredi della svastica che insanguinate la luce delle stelle oscurando la Notte della mia nascita anche per voi potenti della terra razza di serpenti che non sopportate di sentirmi nominare dal mio costato squarciato fiumi di sangue tracciano il cammino della storia la mia Passione è un solo grande urlo muto di milioni di bocche imploranti dinanzi al vostro immenso Spreco con cui avete eretto babeli di lussuria come cultura di morte
*
Essere
bava di ragno a tessere unità del tempo (gusci d’entità masticati da morte) essere come momento il Sé universale perdersi in chiarità di cielo farsi libro aperto (dove albeggiano azzurrità di strade alte)
*
A risalire vortici
a specchio di cielo cuore a risalire vortici di vita dispersa (d'ore ubriache) vorresti tuffarti nell'azzurro fonderti con la luce
*
Nei tuoi occhi di vento
[A Davide, morto a 17 anni il 16.4.1995, la domenica di Pasqua] ti videro rimbalzare come un fantoccio contro il parabrise eri la loro preda di turno: sul collo il fiato di quella banda di cani armati di mazze (arancia meccanica una domenica pomeriggio quando le ore si dilatano e la città è una giungla) sui tuoi sogni si era chiusa la Notte ti ho rivisto all'obitorio: sentivo palpitare un intero universo nei tuoi occhi di vento: Davide non più diviso tra terra e cielo
*
Iqbal
[in memoria di Iqbal Masih, tessitore di tappeti, portavoce dei diritti dei bambini lavoratori, ucciso a 12 anni, il 16 aprile 1995.] come un bosco devastato intristirono la tua infanzia di pochi sogni tra trame di tappeti e catene ancora grida il tuo sangue nei piccoli fratelli quel mattino che nascesti in cielo - dimmi - chi fu a cogliere il tuo dolore adulto per appenderlo ad una stella?
*
Sogno
(a Dino Campana) si librava lo spirito nello splendore di quel sorgere: si chinava il Sole a baciare la sua storia: a rischiararla tutta - in un istante l'anima del poema mai concepito s'imbeveva di alfabeti ineffabili - galleggiava in quella luce bianca
*
Parola
(una stella di sangue è il sole della pagina) parola - tua preda o forse tu sua preda amore zenitale le nozze del fuoco
*
Come sospesi
è perdersi nelle stanze arimaniche questo disconoscerti poesia della vita è come stare sospesi nello sporgersi da delirante vetta interiore l'aprirsi di crepaccio la sua bocca ad urlo
*
La vita nelle mani del vento
palpebre d'aria chiuse sulla disfatta del giorno (depistate tracce rotte smarrite a insanguinare il vento: ruotare del tempo nella sua vuota occhiaia) anse d'ombre annegano il grido dell'anima giocata testa e croce
*
Magnetici occhi ha la notte
(a Hemingway) come una morte tenuta in vita questa vita compagna la bottiglia che almeno stanotte allenti quel suo morso a ricucire lo strappo infinito domani un colpo e ti adagerai nell’ombra occhi in liquido cielo capovolto
*
Lsd
nella magnetica notte allucinata a vivere la tua morte urlata anima infeconda strappata alla pseudoincarnazione di un sogno: parvenza d'amore immagine accartocciata mortale
*
Io
da acque amniotiche gettato dentro il mare-mondo l'io: tanti io diversi io sospeso spasimo fatto vertigine e sogno io-onda io moltiplicato e pure a sé ignoto io mancanza vuoto d'arto amputato
*
Tiro alla fune
luce/ombra le mie due metà tendo all'Uno all'androgino l'io la linea che mi divide in grovigli di vene sussistono tutti i contrari un tiro alla fune finché non si frantuma il mio corpo di vetro
*
Grido il mio nome
smarrimento dell'essere a mimare la morte io anelito sulla bocca di Dio perduto grido il mio nome nei crinali del vento discendo nel mio specchio attendo una nuova nascita
*
Giro di luna
giro di luna bivaccante nel sangue baluginare d'albe e notti che s'inseguono dentro il mio perduto nome per le ancestrali stanze un aleggiare di creatura celeste che a lato mi vive nella luce pugnalata
*
Azzurre profondità
la testa affondata nel cielo (azzurre profondità rivelano ombre essere i corpi) -il foglio la mano un vuoto- mi levo dal sogno bagnato di luce
*
Dentro una sospensione
forme-pensiero dilatò il mandala e una rosa di immagini gli si aprì a ventaglio dietro la fronte - col terzo occhio (in un capriolare all'indietro di dolce vertigine) fu risucchiato in stanze della memoria archetipa e da luce noetica immerso in una pace amniotica -appena un grumo in sintonia col pulsare di miriadi di cellule ora si fondeva col respiro dell'immenso corpo cosmico
*
Cielo indaco
confondersi del sangue con l'indaco cielo della memoria dove l'altro- di-te preesiste - sogno infinito di un atto d'amore
*
Fragile foglia
e nel momento del distacco l'io si farà fragile foglia appoggiata ad una spalliera di vento
*
L angelo
noi lacere trasparenze -sostanza di luce e di sangue- a superare d'un passo la morte solleva l'angelo un lembo di cielo svela l'altra faccia del giorno
*
Libro
mastica piano la morte il libro del corpo - orecchio del cuore - : fatuo risillabare palpiti di soli fino all'ultimo rigo-respiro -congelato di bianca luce
*
Nascosto starò nella rosa
finché non avrà inghiottito il tempo osceno il suo grido nascosto starò nella rosa azzurra perché non intacchino i veleni del mondo la bellezza del cuore
*
Dentro silenzi dacque
[Incontro] sul lago s'è alzata la luna dentro silenzi d'acque è dolce la luce nel respiro delle foglie una smania che dilania abbraccia i contorni della notte
*
Ho sognato di essere trasparente
vortico in un vento di luce da fenditure di un sogno spio il mondo
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Inverni
quanti ancora ne restano nel conto apparente degli anni incorniciati nella finestra i rami imperlati di gelo e la coltre candida che copre anche il silenzio dei morti immacolato manto come una immensa pagina bianca la immagini graffiata da due righe di addio il sangue delle parole già rappreso mentre è lo spirito a spiare da un lembo del cielo
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Nostos
in lampi di visioni vita sognata con occhi di cielo il sangue ad ascoltare la verde età fuggitiva
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Ladro di parole
[l'ispirazione della poesia] la farfalla immagine-pensiero sotto la volta del bicchiere -della cattura l'ebbrezza ma d'un solo attimo e poi il volo...- la destrezza nel carpirne la luce frangente nei colori - l'inavvertito suono
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La visione
ancora sono sogno e inizio di pensieri e sento un angelo con l'ali vellutate coprirmi nel bianco silenzio allagato di luna mi do d'amore mia "fuga" nell'intima mia essenza sorda al mondo
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Marina
sull'onda bianca della pagina inavvertita la musa come un'ala si posa e si china discreta a ricreare di palpiti un vago sentire di mare
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Ali
riscattare le ali contro l'ingiuria del tempo risalire luce dopo luce a un'alba rossa di vene esplose
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In divenire
appoggiato alla spalliera d'aria del divenire tu - arcoteso futuro anteriore o tempo che ti mastica sangue del pendolo
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Forse un angelo
a trascendersi in me è forse un angelo nel punto dove l'anima vibra come diapason e in un mutevole cielo d'occhi mi asseconda a snudare la bellezza da frammenti di parole e suoni qui nel mio sangue ecco si leva il fiore che non so dire
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Quel che sono
(ispirandomi a Nicodemo) sono quelle immagini che in me parlano a consegnarmi a un io vissuto come in sogno nell'avvicendarsi degli anni m'inerpico sulle spalle di quell'io di ieri per vedere il mondo dall'alto
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Fiume dechi
fuoco delle attese dove anime si cercano e nell'aria liquida voci annoda il fiume di luce e ricama sospiri
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Nellinfinito di noi
(visione) abbracci senza mani di corpi immateriali i nostri volti unificati noi fatti d'aria tu ed io una sola persona
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Munch
nel buconero del Grido spiralante la vertigine la raccolgo dentro un foglio vedi pesco sogni di ragno rimasti nell'intreccio della tela
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Sguardi e il tracimare
sguardi e il tracimare di palpiti alle rive del cuore aria dolce come di labbra incanutire di fronde nella liquida luce
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Il pensiero vola
il pensiero vola quindi volo anche se zavorra giù mi trattiene le invidio tuttavia per quegli ossicini cavi le creature del cielo noi -peso di terra- ossa come vetro a sbriciolarsi con gli anni
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Naufragi
il viso un libro le pagine gli io indefiniti maschere che indosso se non mi trovo poi s'apre il corpo -occhi lapidati- nell'emergere dai tanti me
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Vivere in volo
fantasia questo vivere in volo nella liquida luce notti acrobate a fare incetta di sogni per un’alba d’inchiostro
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Una certa luce a flettersi
una certa luce a flettersi nella dimora della mente: quel tuo ostinato cercare tra i naufragati ricordi il volto amato reciso dalle forbici del tempo nell’assedio degli anni oggi ti sorprendi a dar corpo alle ombre di fantasmi inanelli il tuo presente
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Di altrove
di altrove è lettura capovolta il mondo chi ti dà occhi buoni per il cielo se non sai vedere così la cieca sopraffazione la gioia cattiva del sangue
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Dai vetri
tè per due ed un sorriso ricambiando lo sguardo sopra il bordo della tazza dai vetri il fermento con gli ultimi guizzi di luce e un altr’anno alle spalle altro non t’aspetti non la bottiglia dall’oceano tutto già accaduto pure tenti glissare sui sussulti del sangue
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Sconnessione
pensavi guadagnare la chiarezza? la vita imita sempre più il sogno nelle sconnessioni avanti con gli anni ti coniughi ad un presente che s’infrange dove l’orizzonte incontra il cielo: e ti sorprendi a chiederti chi sei oggi da specchi rifranto e moltiplicato mentre il tempo a te ti sottrae
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Nascita
come appena emerso da naufragio di sangue a luce ferita rosa del tuo fiato - madre -
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Blu marino
sciami di pensieri sparpagliati in riflessi di luna fantasma ore dilatate un’alba fitta d’inchiostro blu marino altri me a sciorinare -tenerezze in sorrisi di fiori- della vita anteriore
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Ondivaghe maceri parole
quando ti rigiri tra le lenzuola -ondivaghe maceri parole dove latita il cuore- somigli al gabbiano ferito che solo in sogno ritrova il suo mare - la vita altra
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Nudo alla luce
è velo che cadrà la carne rendere fruttuosa la morte "perdendo" la vita rovescio dell'io tra nome e senza nome ma è l'amore che mi sceglie -nudo alla luce ho sognato d'essere trasparente
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Angelo della luce
adagiati creatura del sogno sulla curva del nostro abbandono la lontananza è ferita insanabile un cielo d'astri divelti e tu balsamo sei -tu orifiamma tu altezza sognato stargate- dove voce insanguinata c'inchioda dalla caduta
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Fonèma
insufflato dal dio passa come un vento di mare il ricercato fonèma che nel sogno dispiega le ali di scintillante bellezza
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Ricambio dali
va controtempo in un ricambio d'ali l'angelo insozzato di mondo nel sonno del giusto abbevera le radici del sangue della luce
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Indivisa sostanza
sono indivisa sostanza dimora delle origini porto il respiro di voci tra ramate ombre nelle trame del vento lascio si dilegui la morte mi vivono nella carne illimitati cieli mi ustiono di rosacea luce
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Lessenza
inadeguati noi gettati nel mare- mondo legati ad una stella di sangue noi siamo l’alfabeto del corpo che grida il suo esserci noi essenza degli elementi appendici della terra labbra del cielo
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In un levarsi di voli
scuce tempo Penelope sdegnosa così noi a sfogliare le ore morte fuori dal tempo uroborico in un levarsi di voli sarà voce del sangue a dirci che forse non sarà stato che un sogno la vita
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La misura del sogno
avevi l’occhio lungo tu nel dire che la vita ricalca le orme dei passi altro sangue i destini che ci unirono sai: nelle acque della memoria oggi di te non cerco che la misura del sogno nell’ondivaga luce degli occhi trasparenze
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Le vele del sogno
me ne andrei quasi di soppiatto alle prime luci mentre si fredda la tazzina mai portata alle labbra entrerebbe il vasto orizzonte nei miei occhi azzurrocielo il mare aperto nell’abbraccio delle vele del sogno
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Un canto nelle vene
scompariremo sì - la verità ci attende spariremo alla vista per essere altro: forse vaghezza di nuvola o sorriso di fiori saremo volti che galleggiano sulla superficie del sogno e avremo nelle vene un canto
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Briciole di poesia
anima casa di mare dove a frotte s’annidano gli uccellini azzurri di Maeterlinck a ispirarmi l’abc del sogno a beccare briciole di poesia ferve nel tuo cielo un volteggiare di fòsfeni ed ali
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Senza titolo
ora il mio sangue si eleva al battesimo della luce vedi sono fiorito e la morte non la ricordo più sono uscito da lei come da un fiume di tenebra
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Elegia
ora m’incolpi del mio silenzio? e Tu dov’eri mi chiedi quando a migliaia venivano spinti sotto le docce a gas Io ero ognuno di quei poveracci in verità ti dico Io sono la Vittima l’agnello la preda del carnefice quando fa scempio di un bambino innocente Io sono quel bambino ricorda anch’io in sorte ho avuto una croce la Croce la più abietta la benedetta ho urlato a un cielo distante Padre perché perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto
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Geografia di graffi
dirò di quella volta che l’ondata mi strappò come una gigantesca mano dallo scoglio pensavo fosse finita mentr’ero sballottato come una cosa poi mi guardai la geografia di graffi e mi toccai inebetito
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Lungopò
noi due mi dici siamo della stessa pasta -quanto a me non so dire i difetti la trave nel mio occhio le anatre abboccano le nostre briciole tra dorati riflessi e giochi d’acqua tu ti mantieni bella e gli anni non sciupano questa luminosità del viso mi chiedo quanti inverni ancora nelle ossa che gemono nelle giunture
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Angelo
angelo icona della volta che mi vedevi da lassù la testa all’ indietro a contemplare i lineamenti perfetti nei tuoi occhi vedevo palpitare il cuore della Bellezza e m’ incantavo poi per paura del male del mondo la sera mi rifugiavo nel sogno di te e toccavo il cielo quando dopo la mia accorata preghiera venivi a visitarmi
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La rosa di sangue
in sogno spio se riesce a passare "qualcuno" per la cruna Dio non è stanco mai dell'uomo gl' insulti gli sputi gli scivolano addosso Lui perdona sempre perché "non sanno" sempre viva è la rosa di sangue e splende di bellezza
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Sapremo
sapremo - io di te tu di me dei nostri scheletri nell'armadio di ciò che non ci siamo detti delle ammutolite coscienze nell'ora alta delle scelte dove si curva l'orizzonte dei pensieri sapremo - non per speculum in aenigmate: trasparenti saremo
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E oggi che mi ritrovi uomo fatto
padre che sei rimasto di me più giovane consumato anzitempo una vita sul mare e le brevi soste col mal di terra avevi la salsedine nel sangue così presenti mi restano le rare passeggiate mattutine e mai che mi avessi preso per la strada in discesa a cavalcioni sulle spalle di carezze non eri capace e oggi che mi ritrovi uomo fatto sai: mi fa male quel distacco
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