I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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In un villaggio di pelle grassa
In un villaggio dove passo e consisto di inverno e di cuoio grasso sarò capace di denudare l'altare e scoprire il cuore? Sarò capace di uscire dai rivoli varicosi della cattiva carburazione? Voglio entrare svelto nella primavera di una ghirlanda viola alle caviglie del ceppo antico delle rose.
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Mi sfugge sempre qualcosa
Mi sfugge sempre qualcosa delle entità complesse e allora credo alle mucose e agli aruspici alle sinfonie gratuite per le ginocchia e per i tendini alle capriole piene di fischi nel naso. Mi sfugge sempre qualcosa delle entità complesse e allora leggo nella fretta delle nuvole nell'inclinazione delle penne remiganti. Mi sfugge sempre qualcosa delle entità complesse il solletico alla coda dei timonieri.
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Seminativo-arboreo
Mi piace visitare la tua schiena digitare sulla fusione delle vertebre aprire alle rogge l'incavo delle ginocchia. Seminativo arboreo sì mi piace lo registro così tratto rude e dolce tatto. Moltiplicata l'offerta al bancone della gastronomia ma pescherò qualcosa dalla vasca dei surgelati.
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Ridi
Ridi della mia poca carne di come farò ad aprirmi la strada ridi
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Le forchette, per esempio
Le cose sono state lasciate andare le forchette, per esempio, finiscono sempre i bicchieri no, sono tanti ce li regalano con la cioccolata ma il panorama è decadente dei rubinetti se ne salva forse uno dovrei prendere in mano la situazione ma muovermi con la dovuta accortezza la patina sulle tapparelle, per esempio, s'accorda perfettamente al grigio della nostra esistenza grigio avventuroso tra cucchiai piccoli a iosa e tutto quello che non c'è quando cerchi qualcosa tu, per esempio, al mare e dove hai messo i vassoi / se viene qualcuno queste manie di farti sentire indispensabile quando non ci sei per non parlare dei casi difficili la guarnizione della caffettiera che di sicuro c'era / come il certificato elettorale certo non voti / li hai presi in parola una volta per sempre / al mare la bottiglia di mirto già iniziata / sono sicuro la devo trovare e anche la chiave del contatore della luce
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Liberare le mani
Mi piace liberare le mani della farmacista dai sacchetti di carta fine portarle nel tono del glauco che fugge dentro un pomeriggio di casalinghe urgenti in una dimostrazione di come si prende la spremitura delle pomate di come si gioca con le creme di come passa una silloge tra le mie mani
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Le poesie mi piace
Le poesie mi piace dirle sbagliate storte gonfie di fiato affaticato affogarle con lo sciacquone fabularle come una registrazione di cimici che nuotano svuotarle riprenderle col garbo dell'assideramento dal fruscio di fondo di un nastro manomesso di un compromesso pieno di ripensamenti
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Non vedi l’ora di mettere punti
Non vedi l'ora di mettere punti segnare confini tirare una linea e scoprire come le distanze si dilatano. Un conto è cucire un conto imbastire è sopravvivenza anche la cautela per non sfondare un orlo. È il come una forma che circostanzia la memoria.
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Taglio (o cucio?)
Dalle tue caviglie, l'inizio di tutto, è partito lo slancio. Nel taglio la memoria la cruda linea dura l'assenza di sutura.
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Nella tracolla dei bracconieri
Ci sono femori che la sanno lunga nella tracolla dei bracconieri ci sono le promesse e gli inviti dell'anca e la sua finta che illude la presa c'è nei femori lo scatto metallico della trappola la cattura che ostacola la fretta dei bracconieri.
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Il cognome del mio nome
Il cognome del mio nome ha la tenue importanza del fischio prolungato al cane distratto è l'ombelico cordato nella calata dei tratti prosodici della contumelia. È la bestemmia di padre in figlio mandata da Dio. Il mio nome percorre passi dentro orme segnate nella costrizione dell'universo. Il mio nome è bianco come le ossa che ridono nella finzione di tenere in piedi la vita.
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Ho sogni banali
Ho sogni banali l'alleanza accudente della strega gentile e della fatina cattiva vorrei cedere all'intreccio complice delle loro mani vorrei che il loro sguardo scollinasse il mio ombelico sporgente vorrei che incenerisse il nodo applicato alla nudità di Cristo ma in fondo non vorrei scendere dalla croce
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Allibrerei delle corse
Allibrerei delle corse sulla faccia nascosta della tua luna parteciperei solo io con l'affanno non mi darei vincente
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E poi?
A me piacciono i fiori ma non i fiori la loro bellezza il sorriso mentre dura e poi?
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Mi piace risalire etimologie sbagliate
Mi piace risalire etimologie sbagliate peristalsi della seta sulla carne ricordandoti inappuntabile e peccabile con labbra che sanno rubare qualsiasi forma. Mi piace risalire etimologie sbagliate aggrappandomi a pelle adescante. Mi piace ricordare - mi piacerebbe che tu venissi che salissi dalle gambe notando l'eleganza / e il pregio dello scalciare - gli accessori lanciati lontano.
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Non ne posso più
Non ne posso più della Pororoca e del Grande Rift vorrei miniature di vita un po' d'acqua nel fosso vicino all'orto. Vorrei diventare un uomo corto nascosto sotto la felce vorrei scheggiare la selce inventare il carpaccio. Vorrei raccogliermi nella mano e ascoltare la consistenza della foglia che appassisce.
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Sei aperta
Sei aperta sino all'orario di chiusura che non è mai preciso. A volte sei precisa. Sei chiusa per dispetto.
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Torna
Torna, come archetipo la linea tonda per un'eleganza compiuta sacrificheresti l'abbronzatura di un'estate? guardare insieme le dita che restano eleganti dove stringo la carne
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Linee tonde
Linee tonde dentro corpi adagiati ad attendere aprire angoli cerchi carne
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A volte mi nascondo
A volte mi nascondo sotto orecchie grandi come il tetto della mia capanna per ascoltare e in un mazzo di rose per bere
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