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Raccolta di poesie di Silvia Biancheri
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Una brutta maschera

Non dovrei più
stupirmi dell'ipocrisia
umana che l'invidia
genera, simile all'atavico
cratere custode
di tutti i mali.
Pensando ad una mano che
si perde nella carezza
del mio viso, ma
chiede senza donare,
e due braccia che
scongiurano una caduta,
ma stringono senza sorreggere.
Un viso che sorride
senza simpatia, perché
sta pregustando
ciò che otterrà.
Ignara e felice
ascolto mille e mille
archi che suonano là
dove il cielo bacia il mare:
tutto mi appare pulito
come due occhi chiari...
E dietro alle spalle
sono assisi coloro che,
con una brutta maschera,
coprono il misero viso,
ma non riescono a celare
il cuore.

*

Torino

Lambiscono le acque i miei ricordi
sovrastati da bionde colline di fumo
innalzati su maestà supreme,
ovattati nel mattino dorato.
E' un immenso respiro alla vita
che mi libra al sole velato.
Sfioro il bianco marmo
di lapidi severe,
di antiche memorie,
leggera sollevo
l'anima a me stessa.
Attraverso immense distese alberate
che cantano inconsolabili nel dolore.
A loro mi unisco,
bagnata da lacrime
ed acqua sincera di fiume.
La nuda pietra percuote ogni pensiero
sgretolandosi
al ritmo di sordi passi, scendo scale pulite dal fuoco,
candide da ferire il mio sguardo.
Avvolta in fredde spire
si dibatte ogni ragione:
soccombere è lieto gioco,
ma fa piangere
ridere di quel destino.
E' la fine perire di strazio,
è il risveglio voltarmi al respiro.
Ora so che sei, la tua mano
sul fianco destro,
il tuo sorriso nel mio cielo,
il tuo nome ho nel cuore.
Estremo dolore sulla schiena
donano le ali spiegate al nuovo volo.
Ma per la gioia ardo, nella gioia vivo,
solo gioia vedo: il tuo volto guardo.

*

Il viaggio

In un mare di quiete

che lambisce stanche

le scogliere

adagio la mente

pronta per il viaggio.

Annuso l'aria scura, ma

è acceso l'orizzonte

verso il quale mi perdo.

Lontano ho i miei lidi

avvolti da morbida bruma,

la tua mano, come

scalmo sicuro,

sorregge il viso teso;

i tuoi occhi sono

l'ancora che saldano

il cuore alla meta.

Tu faro nella notte,

frangi i flutti

della mia vita travagliata,

scoglio nella tempesta

guidi il mio animo

al tumulto e alla pace.

*

Aprire una porta

Tu che sciogli l'inverno

con le mani

e adombri il sole cocente

sei l'alba che ho sempre cercato.

Forse sto vivendo

l'impossibile sogno

d'indossare la Luna

incastonata su un anello:

sa di limite essere così felice.

Mi chiedo se questo è vivere

un soffio d'eternità.

Non voglio sapere.

Desidero socchiudere

il cuore al sogno,

fra le sue spire

lasciarmi coccolare.

 

*

Dopo la passeggiata

Silenzio nell'aria,

solo un canto lontano

nei toni ambrati del tramonto.

La pace della campagna

mi fa indovinare mondi nuovi

dove ognuno sogna ed è corrisposto

e penso per sbaglio; un altro clima,

profonde radici nel cuore,

vive dove la salsedine

rafforza l'anima,

rinvigorisce il corpo.

La brezza del vento riporta il bosco,

la strada si snoda tra i fiori.

Ormai tutto è un'ombra

nel cielo ancora chiaro,

mi duole un poco il braccio

dove ho fatto sorreggere i ricordi.

La Luna sorride, eterea figura bianca,

e fra le argentee nubi appare,

bellissima illusione

che di nuovo lontano

porta i miei passi.

 

*

Inverno

La natura

mi scorre dinnanzi:

zolle ghiacciate e

scheletri bruciati,

senza foglie,

si stagliano

su un cielo di cotone.

Ovunque trasuda

gelo ed inesorabile

torpore.

Ma ho caldo al cuore

e sorrido,

certa di un prossimo

risveglio,

di nuova vita

e sempiterna felicità.

Perché il canto

di grate creature

rinverdisce l'erba

e l'adorna di perle,

invoca ed ottiene

nuove ere fruttifere,

riconverte l'umana

condizione all'amore.

Già fra il bruno

sconforto

irrompe un filo verde,

germoglio che torna

dalla morte,

speranza che il cammino

sia migliore.

 

*

La Notte

Nella quiete di una nebulosa,

assorta,

misuro le mie mani stanche.

Le loro piccole nocche

bianche,

protratte nello sforzo,

mi lasciano esausta

com'è guidando il sole

in cielo

e muovendo il suo corso

con due bastoni nodosi.

Dall'alba al tramonto...

Verso un firmamento,

ormai disseminato

di sogni costanti, alleno

lo sguardo

abituandolo a foschi

tremolii,

affinandone la percezione

nell'estremo intento di

trovare

quello che, ecco, fra le stelle

mi appare: una luminosa

teoria

disegna il tuo viso come

costellazione,

generando in me una dolce

sensazione.

Attorno, la notte...

 

*

Campagna francese

Vorrei essere vento

per insinuarmi fra le ginestre,

come dita che

pizzicano l'arpa.

Vorrei fermare il cuore

fra le viti e gli ulivi;

portarti correndo

un ramoscello rosa d'erica.

Regalarti una goccia di sole,

sdraiarmi vicino al tuo sorriso

in questa timida brughiera.

Immancabile ti sento

scandire il mio tempo

e la gioia cullo...

in una casetta di pietra

sotto ad una pianta di vischio.

Dolce il tuo piccolo nome:

accoglie profumo di vita.

E' bello come

una bianca croce che si erge

maestosa fra i cipressi.

Vorrei poterti donare tanto

oltre me stessa,

sostenermi al tuo braccio

percorrendo questo viottolo

sassoso; leggera, scura,

come nuvola fra le montagne,

felice come è soltanto

ogni essere al tuo fianco.

*

Mattina di sole

È tiepida l'aria attorno,

una dolce melodia di creature alate

infonde nel cuore

il coraggio della tranquillità.

Un cielo così bello e limpido...

Se nell'animo umano vi fosse percezione...

Se sapessimo solo mentire a noi stessi

per vivere un'eterna primavera

che non conosce mali, odio, morte.

Allo stesso modo, come il salice o la betulla,

aperti alle correnti,

ma capaci di ascoltare il vento.

Con le doti di semplici rose selvatiche,

acute, belle, spontanee.

Se come rugiada che imperla i fili d'erba,

coltivassimo la vita senza superbia

avremmo in noi tanto amore

da veder splendere di luce i nostri cuori.

Se possedessimo ragioni adatte

a far traboccare il cratere dei giorni,

infaticabili, piccoli artefici

di concrete utopie quotidiane,

forse potremmo godere

di questa mattina di sole.

*

Osservando la pioggia

Chissà perchè oggi

il cielo piange!

I suoi lunghi singhiozzi

per me qui da sola,

feriscono come

la sentenza di una

pena capitale;

ove aleggia un destino

inopponibile e si è già

morti pur vivendo ancora.

Come posso fermare

un dolore così grande?

Forse ridendo di gusto

per spaccare il nero attorno,

forse versando lacrime

per rivelarmi sorella nell'anima.

Invece, atona, continuo

occupata in qualcosa che da

non un frutto nè soddisfazioni,

ma solo profondo senso

di aridità e neppure

questa pioggia può spegnerla.

Se allora le nubi

fossero per me, risplendi Sole:

la mia condizione non va irrigata,

ma solo tollerata o soppressa...

e forse succederà.

*

Senza amore

Il velluto scintillante della notte

avvolge questo mio corpo insonne.

Gli occhi incontrano uno sguardo,

le orecchie odono una voce;

ma le braccia si tendono

inutili, nel vuoto.

Mi nascondono bui anfratti boscosi

e dolci colline verdeggianti.

Le dita cercano febbrilmente

il morbido contatto dei capelli,

le ciglia si separano sbarrate,

questo cuore continua a battere

senza percepire il respiro.

Talvolta conosco

gli onori tributati a una regina;

talvolta la morte

è una magnifica compagna.

Essere lontani da chi si ama

è ridurre a brandelli il proprio cuore:

voglio donare il mio perché

è più facile vivere senza di esso

che vivere senza amore.

 

*

Estate

Depressa, svogliata,

quasi assente

lascio che il mio tempo

si dilegui,

furtivo e inesorabile,

come il panico

in un torrido

mezzogiorno.

Osservo attorno:

una pozza di fango

e la terra ricamata

da una lunga siccità.

Il canto di cicale,

come violini,

soffoca ogni desiderio

di lucidità.

Le gocce salate

sulla fronte

dissetano un poco

solo lo sguardo.

Trascino l'ombra

fra morti sassi

e sembro davvero

l'unica vita

in questa terra

immobile.

Serro le ciglia,

abbagliata dal sole cocente

e mi chiedo

quando il sonno arriverà.

*

Il mio tempo

A volte vorrei

poter godere di un momento

divino; arrestarlo

e rimanere così,

non io ma assieme,

immoti e felici

di perpetuare

un sorriso, pochi gesti,

anche solo una voce.

Troppo presto capisco

che non sarà concesso,

perché, per poco,

sfiorerei l'eterno

e nulla mi è dato

se non il mio tempo.