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Raccolta di poesie di Gabriele Marcon
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Quel signore

Hai di fronte quel signore
Hai dormito poche ore
Le tue gambe sono polvere
Con un soffio possono cedere

Lui ti parla e domanda e comprende
Il tuo stato poco equilibrato le tue
Risposte di uomo soverchiato da richieste
Indigeste da paure mai risolte da un figlio
Che ti chiede:"oh papà tutto bene?"

Hai di fronte quel signore che domanda
Che comprende
Disegna mondi per te suoni vuoti
Sei confuso/chiedi scusa
Anche al sole fuori la porta
Non è sfuggita la tua sofferenza

Perché...

Il depresso è un essere complesso
Prima le stelle poi le stalle poi le stelle
E le stalle e le stalle e le stalle...

Si racconta un po' di palle
Si nasconde dalla luce
Cerca casa in un vano duexuno

Trova tregua tra le urla che il cuscino
Gli rimanda/stona note che di dentro sono
Lame affilate

Il depresso è un eccesso di
pensieri senza sbocco di
segnali fuori tempo di
parole ripetute
Reticenze perpetrate

Ore insonni prigioniero della mente
Di miraggi tra le dune del deserto
Oasi senz'acqua
Gola secca
Speranza evaporata

Il depresso ha l'umore perso
Aldilà del mondo conosciuto
Sconosciuto al suo cuore
E non trova come fare
E non trova cosa dire
E annulla il suo potere
E ricade nel torpore

Crolla al suolo sotto il peso di
Una piuma/urla muto la sua colpa
Abbandona nella stanza
L'Anima logorata

Sente voci di lontano
Nove gocce di quello buono
Cerca pace in un vicolo senza voce

Lui non balla
lui non brilla
Lui si perde in una bolla

Il depresso non c'è verso è Figlio di questo folle progresso
Piange il tempo che si è perso
Stremato da un pianeta che corre senza meta

La Pelle sottile
Stretto alle catene

Si confonde tra le onde di un oceano malato
Tra milioni di persone fuori le caverne
aggrappate alle transenne

Ha di fronte quel signore che gli parla/che domanda
Lui sospira/sussurra scusa/chiude gli occhi
E...riposa/riposa/riposa

 

*

In principio

In principio solo il vuoto/il niente/
Poi la scimmia/ il sapiens e la gente/

 

I monti/i mari/il profumo della terra
Che vive/respira/rilassa/depura

 

Io striscio/annuso/ci infilo dentro il naso/
Abbraccio forte il seme/divento innocuo verme/
E tutto è ancora in germe

 

La mela è solo un frutto e il serpente un animale/
La mitica Babele che vuol toccare il cielo
E l’uomo non capisce/ la terra/la terra è la radice

 

I buoi son fuggiti/la stalla ora è chiusa/
L’inizio della fine/il fine dell’inizio
È porre fine al vizio/riprendersi lo spazio

 

Il giusto compromesso è zero compromesso/
Il nero è solo nero/
Io credo a ciò che vedo/

 

Io vedo a terra un bimbo che piange e piange/si stringe/
E nella stanza dei bottoni priva di neuroni/muta è la sfinge

 

Parole parole sorrisi e cialtroni/
Soffiare il fumo in faccia e non lasciare traccia/
Serrate bene gli occhi/le mani bene in vista/ e buoni/buoni/a cuccia

 

San bene quel che fanno/
Il danno il danno/
E ormai siam quasi in fondo/caduti nell’inganno

 

E allora

 

Tornare alla terra/sedersi in riva al fiume/
Bruciare bruciare l’odio l’ira l’era del mentire

 

E così…

 

In principio solo il vuoto/il niente/
Poi la scimmia/il sapiens/
E la vita/semplicemente 


 

 

*

Maschere

 

Arlecchino
Pulcinella
Balanzone e
Brighella

 

Infilati una maschera e
Salta
Sulla giostra

 

Altro giorno
Altro giro
Ma niente regalo

 

Segui il flusso
Ridi il giusto
E non perché ci provi gusto

 

Senti un filo l’ansia
Per qualcosa che non ti torna
O perché tornare indietro è vietato?

 

Rilassati
Prendi un digestivo
E sii più creativo

 

Cambia maschera
Che ti cambia la cera
E tira dritto fino a sera

 

Poi, quando torni a casa,
Non cercare di pensare
Di provare a capire

 

Perché il mare si tinge di rosso
Perché certuni non mollano mai l’osso
Perché sullo stomaco è come se avessi un masso

 

Il danno ormai è fatto
Quando potevi ti sei nascosto
Cambia maschera nella tua vita a basso costo

 

 

 

*

Ostaggio

Dall’istinto sospinto
Verso il centro del labirinto
Attento
E
Convinto
Che il sentiero
È
Quello giusto

 

Giorni mesi anni
Di beffardi fantasmi
Interminabili tormenti
Paure crescenti

 

Urlato
In silenzio
L’isperato attracco
È ad un passo dall’essere
Raggiunto

 

Aria profumata
Aromi dimenticati
Sospesi e tanto attesi
Ora non più fraintesi

 

Non confondere
Il traguardo
Con il
Viaggio

 

Non vivere in
Ostaggio

 

 

 

 

 

 

 

*

Pietà

Pietà
Per chi sta in alto
E non sa fare
Altro


Pietà

per chi sta in basso
E si merita
Altro


Pietà

per un paese
Malinconico
E ingrato

 

Pietà

per chi chiede pietà
E non ne ha mai
Concessa


Pietà

per il fiume che piange
Per il bosco che brucia
Per l’uomo che
Langue

 

In bilico sulla riva del fosso
Attento a non caderci dentro
Con gli occhi sempre aperti
Cogliere il respiro del
Vento
Il guizzo della rana
la paura della vita che si
Allontana

 

Sfidare il tempo che corre
E…amare baciare non pensare
Rallentare
Rallentare e
Nascondersi per non farsi
Trascinare

 

 

E provare
Pietà

*

Quel che resta

Fatti salienti

Esseri sapienti

Sintesi astratte

Verbi sprecati

 

Parole gettate in pasto ai dannati

Parole eleganti

Parole studiate

Lasciate ogni speranza o voi che entrate

 

Passi persi in sentieri scomparsi

Sotto questo sole è dura pedalare

Hai bisogno della pecunia

per tirare a campare

 

Ficcatevi in testa che l'Italia non s'è desta

Si è lasciata corteggiare e poi violentare

Mangiate sta' minestra:

È tutto ciò che resta

 

 

 

*

Non importa

Non importa quanto manca
E se per arrivarci me lo devo
Guadagnare

 

Non importa se in fondo a tutto
Se in fondo al profondo di tutto
C’è il nero smacchiato del non vissuto 

 

Non importa se le buche profonde
Faranno sprofondare sorrisi, lacrime
Gioie forse lapidi virtuali e giovani ali

 

Non importa se un uomo mi spaventa
Se una donna mente se la strada è chiusa
Se un amico è anche un nemico inconsapevole

 

Non mi importa
Ora
Non può importarmi
Ora

 

Devo preoccuparmi che accada

*

Colpa

Intento causa all’essere umano.
Per superficialità, omologazione,
Disattenzione
Speculazione
Spiccato senso dell’inutile
Del gretto
Del sospetto
Del pettegolezzo
Del rozzo scazzo.

 

Intento causa a me stesso
Come parte in causa
ed effetto di quanto sopra
Con colpa
Grandissima colpa
E nulla a mia discolpa.


Non c’è tribunale, però.
Esiste la coscienza, forse
Da qualche parte
Gettata nelle discariche

Ai confini della verità.

*

Piano, piano, piano...

Piano, piano, piano

e

poi

un po' più ritmo

un po' piu' ascolto

 

Spingere sul sentire,

respingere la tentazione

di

esplodere

di

confondersi

e

smarrirsi

 

D'un tratto osservare

senza giudicare

D'un tratto sapere quel che c'è 

da fare

Prima piano, piano, piano

poi

un po' più ritmo

un po' più ascolto

 

*

Incipit

Un incipit
Niente altro
Un modo per accennare un
Inizio 

 

Per aprire un varco
Per far vibrare il corpo
Per non vivere il rimorso

 

Un incipit
Niente altro
Per dare inizio al
Ballo
Non al vizio

 

Per far sorridere il tuo
Sguardo
Per immaginare il
Dopo

 

Un incipit
Niente altro
Per abbracciare il mondo
Ovvero
Te
Che sei il mondo

 

Un girotondo senza fine
Un miraggio raggiungibile
Una rosa senza spine

 

Un incipit
Niente altro
Per leggere i tuoi
Pensieri
Per tradurre le mie
Paure

 

Per concludere l’inizio
Per non ferirci
Nel viaggio.

*

Sottosopra

C'è quello che guardi da

sopra

è quello che guardi

da

sotto

 

La sfinge che cinge

la tua libertà 

che non comprendi sia da

sotto

che da

sopra

 

Ti senti sottosopra per 

un bicchiere di 

troppo

per una sortita in un vicolo

stretto

per un cenno mai

accennato

 

Hai sfidato te stesso

senza

conoscerti

non hai osato 

conoscerti

 

Ed il sotto è come il

sopra

ed il sopra è come il

sotto

 

Nessun trucco o

magia

rimani seduto

in preda alla tua 

mania

 

Alla tua

smania

 

 

*

Con la testa fuori dall’acqua

Assisti affranto all'annunciato

epilogo

Ritto sui ritti

Retto pensiero

Mentre l'acqua sotto i ponti

passava

inosservata

Il freddo ti ha gelato lo 

Spirito

La colpa non si è discolpata

 

Perditi nell'assenza e ritrova

L'essenza

La coscienza

La costanza di vivere

La sostanza 

 

Ambire?

Piuttosto approfondire il significato

Dei verbi

Apparire 

Ed

Essere

 

Intona un motivo che faccia

Risuonare le corde

della dignità 

Non per un giorno

Non solo per te

 

Ama più che puoi

Ascolta più che mai

Tieni la testa  fuori dall'acqua

E strizza l'occhio ai guai.

 

 

 

 

 

 

*

La resa

È come precipitarsi 
Giù
Da una cima imponente 

 

È come tuffarsi da un trampolino
Olimpico
In un catino d’acqua 

 

È come scendere le scale di un
Castello
Ed arrivare in un
Bordello

 

È come abitare in un alloggio
Senza gran
Sfoggio
Ma degno 

 

E osservare con rassegnato
Sdegno
Esseri umani in baracche
Di tolla
E legno

 

È come domandarsi se siamo
Fatti tutti della stessa
Sostanza
Della stessa
Materia

 

E nonostante ciò
A qualcuno
Sia stato riservato
Il pianto
Eterno

 

L’affanno infinito
Lo stento
Supremo
La resa
All’inferno.

 

*

Quelle mattine

Quelle mattine…
Quelle mattine sono sempre uguali.

 

Quelle mattine se ci fosse il sole
Ci sarebbe solo più luce; se piovesse
Solo pozzanghere.

 

Quelle mattine ti gireresti dall’altra parte
Anche se poi non è proprio quello che vuoi.

 

Quelle mattine le raccoglieresti da terra
Come fango, ne faresti una bella polpetta
E la scaglieresti in faccia al giorno che comincia.

 

Quelle mattine ti vien da pensare a chi sta peggio:
Oltraggio, dileggio.

Quelle mattine ti guardi allo specchio e
Non ci vedi nulla.

 

Quelle mattine vorresti che fosse già sera:
Un bel salto triplo ed è pronta la cena.

 

Quelle mattine…
Dovresti uscire e vedere se te la cavi.
Solo questo.  

*

Una poesia

Una poesia e’…
Una poesia, se posso
Dire la mia,
È versare sudore, lacrime,
Parole gentili o rancorose.
Una poesia è vedere un barlume
Di luce e tuffarsi dentro.
È sedersi per terra e
Raccogliere
L’ispirazione.
È giocare con le rime,
Scherzare con i punti,
Ricordare
Di vivere.
Una poesia è lasciarsi
Portare dietro le quinte
Del mondo
Della mente
Dello stomaco
E chiudere gli occhi.
Una poesia sono
Cinque minuti di neve
Bianchissima
E ghiaccio
Bollente.
Di terre sconosciute,
Di voci spiate;
Di facce mute
Di voglie represse
Di viaggi
Sul posto.
Una poesia nessuna
Te la porta via;
Ti calma poi ti scalda.
Una poesia, la tua poesia,
Si riconosce:
C’è l’impronta della tua
Anima.
Una poesia è arte
Purissima.
Pioggia incontaminata.
Cibo buono.
Vino che bevi goccia
Dopo goccia, parola dopo
Parola.
È ubriacarsi senza
Vergognarsi.
È la tua bocca profumata.
Il tuo seno intimidito.
Una poesia sei tu.
Una poesia non si
Spiega.
Una poesia non mente mai.
Una poesia nasce adulta ma
Parla a tutti.
E non muore
Mai.

*

Se ne stavano lì

Se ne stavano lì,
Seduti
Belli pieni di loro
A parlare, precisare,
Ammonire e via così.


Se ne stavano lì,
Quasi senza guardare
Le facce intorno a loro
Che avrebbero preferito essere
Da un altra parte
A fare altro. A fare meglio.


Se ne stavano lì,
Io li guardavo e amaro
Sorridevo.
Li guardavo,
Guardavo quanta competenza,
Esperienza e risolutezza.
Poi ho guardato fuori:
E quell’accidenti di palo della luce
Era più interessante da guardare.

*

Montagne

Quelle montagne…
Sembrava mi chiamassero
La’ in fondo a quella pista
Di cemento
Si stagliavano monumentali
Dominavano tutto e tutti dall’alto
Di tutte le altezze
Una spruzzata di bianco
Il giusto, nulla di esagerato
Nulla di presuntuoso
Non ne hanno bisogno.

 

Mi chiamavano, io le sentivo
Ma non potevo rispondere a
Quell’assoluto richiamo
Eppure era certo che una volta
Arrivato tra quei silenzi
Tutto sarebbe cambiato:
Stordito inizialmente
Rapito e rigenerato dopo poco.

 

Quella strada non portava da loro
Era ed è la solita di sempre
L’abitudine dei giorni nostri
Il comando inserito per essere certi
Che al bivio si faccia la scelta giusta
Pianificata
Ordinata
Senza musica.

 

Quelle montagne sono sempre
Al solito posto
Tutti i giorni
E quasi sempre posso vederle
E credere
Di raggiungerle.

 

 

 

*

Inquietudine

Ascoltare parole provenienti
Da un esigenza di comunicare
Quasi un insopprimibile voglia
Di trasmettere presenza
Senso
Dignità d’essere

 

Ascoltare e rispondere per quello
Che comprendi
Che è parte di ciò che hai vissuto
E vivi

 

Poi tutto gira intorno alla luce
Della stanza
Al buio fuori dalle finestre
Alla signora che pulisce le scrivanie
Al giorno che volge al termine,

 

Alla speranza che lui capisca
Che lei capisca
Che loro si incontrino
Su di un terreno neutro
Libero dalle prigioni
dell’inquietudine.