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Raccolta di poesie di Maurizio Barzi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Al risveglio un travaglio

Al risveglio il travaglio

 

Al risveglio il travaglio
travasa nel fusto di ferro
un liquido denso come olio di camion
il succo spremuto di tutta una notte 
fatto di baratri, fondali marini,
gemiti strozzati, fughe  e assedi branzini

 

Da un lato c'è un bambino che diventa
ragazzo e poi uomo mescolando livelli diversi
di sfinge, come un ibrido di muschi e di venti
Dall'altro una donna, la femmina del daino
Conturbante efeba priva di un regno 
Sgombra di ogni obiezione, cerca sempre un nemico

 

Di notte li sentivo uscire dai buchi
con pupille iniettate di sangue, insonni
Uomini in cerca di cibo nelle discariche
Sopravissuti estenuati in cerca di stupri
nella mia anima, città saccheggiata, solo macerie
Mi nascondo anch'io, esco da solo, in cerca di lupi 

 

La femmina del daino si aggirava ai margini della radura
Se ne stava accucciata nell'ombra della selva
tra i cespugni, al riparo, senza che il suo odore 
si potesse spargere in giro, al naso dei lupi.
L'assedio libera sangue, orazioni, rabbie, paura
La coagulazione di un tempo non ancora scaduto. 

Il bambino uomo ragazzo disse, quello che mi hai dato
è l'amare, e chi vince alla fine è la morte
questa infine la sorte, anche se adesso non posso
usare parole d'amore, senza che avverta il moto perpetuo
e anche se muto ti veste e ti spoglia su quella soglia
mi depreda, ruba, mi assedia e niente mi spiega.

 

La femmina del daino, ancora gravida
sfinita, non chiede risposta che ulteriore a noi ci neghi
il senso del bosco, aspetta acquattata, e sente
che il bambino uomo ragazzo si allontana in cerca di tana
di muschi e di venti, persa la fede, svilito senza il suo corpo
della daina Salomè, lontano diverge e infine si perde

 

(17 maggio 2012)

*

Le hai dette le orazioni?

Oraziono sottovoce, delle volte
Oraro convocando la voce
Si muove piano la bocca dentro il suo fiato
Tra me e me discorro come in un piccolo canto
Sono preghiere
Invoco, chiedo, decanto e mi sorprendo tante volte
di rivolgermi al dio minore delle piccole cose
Mi piace di piu la preghiera dell'orazione
Era mia nonna a ricordarmelo ogni sera
"Guarda di dire le orazioni prima di dormire"
Le mie orazioni erano il fantasticare
Mi inventavo delle storie nel fiato sotto le coperte
Magari per distogliermi dai sensi di colpa
"Chissà che la maestra non mi interroghi domani"
E' pur sempre una preghiera anche questa.
La preghiera che mi piaceva di più era L'Ave Maria
In fondo ogni preghiera è un estatico rapimento
un'implorazione, un dono che quieta
una tensione verso l'altro da sè
"come ogni donna innamorata è sola col suo amato"
Preghiera è ogni sussurro d'amore
Come due mani che si stringono dentro

*

Mele cotogne e kalasnikov

 

Weddings & Funerals Band in "Kalashnikov"

 

Per chi balli, mia piccola Dizdarevic?
La cotogna di Sarajevo.
Mele selvatiche, "divlje jabuke"
Masa dagli occhi neri ciliegia
ne raccoglieva spesso una sporta
per preparare la torta col kajmak
l'acidulo formgagio dei balcani.
L'ussaro, cosi lo chiamavano
vide una banda macedone, sette briganti
giacca mimetica, diede loro una mancia
tutti li caricò sul camioncino
per portarli tra le vigne del monte
in un fracasso di ottoni e tamburi
tra loro c'era Goran Bregovic
Dio e la guerra sono spesso parenti
disse il capobanda e puntò il sax
come avesse un kalasnikov

Birre, salame e Schwarzbror
e nella valle risuonò la canzone
Masa bosniaca pensò a sua madre Sanja
perchè in montagna tutto si tramanda
sappiatelo, per via femminile, disse loro
e mentre i maschi giocano alla guerra
e dicono cagate nei loro comizi
è solo majka la vera custode
del fuoco, delle stelle della vita
Con la morte finisce un bel niente.
Boom, boom, boom,boom
kutz, kutz ehy ja
kalasnikov, kalasnikov

jurrryyyyy...

è solo majka la vera custode
del fuoco, delle stelle della vita

*

Ederlezi al sogno implora

 

 Ederlezi (clicca)

 

Un confine inevaso
dilata e racchiude
lo spasmo sul valico cade
si rialza poi prega
la tua voce lontana
che sa di astioso metallo
ossida ingranaggi
emboli dentro le vene
troppo silenzio
per crederci ancora
al canto minimo
che il cuore nell'aria dispiega

Le fiabe generano attesa
conducono ad una sperduta frontiera
una terra dove il sogno s'ingrippa
s'inaridisce per sete di crepe l'arsura
come un pellegrino in una landa piatta e dura
si piega al cammino la sua devozione
resiste confidando nella promessa di redenzione
e su quel mistero si solleva la veste
mentre l'aria lo attraversa il pane nella sacca di iuta
si secca e l'acqua nella borraccia mentre cammina
gorgoglia e sbatte tenendo al pellegrino compagnia
e viaggiare verso una risposta che cerchi
come l'acqua fluisce verso i diversi tipi di sete

Racchiude le costole l'anima
come dentro uno scrigno la vocazione sigilla
Ederlezi al sogno implora e congiunge le mani
poi vola

 

 

 

*

Sogna l’elefante bianco

 

Natività e l’elefante bianco




l'elefante bianco protegge i suoi sogni
se lo tieni premuto sul fianco dentro la tenda

Come la Mayadevi la madre di Siddhartha
Le grandi orecchie vibrano d'ali                              

e nell'aria sembra un violoncello quel suono
nel buio fuori dal balcone veglia l'elefante bianco
il tuo respiro e cosa nel sogno borbotti  

 

 

 

 

 

 

Aspettami dicevi sto rivando l'll

Sapevi che sarei tornato?

Fatta di neve sul fianco di latte e garze

per mani di lino negli occhi le trine

i ricci per ciglia andava alla rosa

diceva per dire al laghetto

che trema di balena con l'll favore dei merli

 

 

Gli elefanti vanno dalle spose

che custodiscono un loro oriente

nel velo i ricami, ninive del cielo
nel solco del seno deponi l'attesa
accudisci
Incessanti si alzano in volo gli uccelli
deformando la luce, sbriciolando gli anemoni
per nutrirti di uova e di prugne


 

 

Racchiude le costole l'anima 
in fiori di felce e limonio 
a bagno nei versi 
sul mistero si solleva la veste 
s'incontra la carne d'amina 
dove l'avorio riluce 
sul calor della terra 
avviene il possesso 
più su della perdita della vista 
più giù dove gli occhi vedono 
sole le tracce 
si fa sacra ogni minima fibra




L'elefante bianco con sei zanne
discende dal cielo e te le pianta sul  fianco  sinistro
I sacerdoti interpretano dentro il tempio sul bosco
e il loro responso è gioioso
Dicono che è una fecondazione
e nascerà un principe dentro di te
Piccoli Gesù Siddhartha come bambini che corrono
lungo la riva dei fiumi tirando sassi al cielo
facendo rayuela le grida

 

 

 

Tenevo fermo l'll viso per non svelarmi

per non cantare fermavo l'll passo

ma vibrava l'erba sotto i piedi

come a dire lo sapevo

e che mi scoppiavi dentro l'll cuore

a rivederti e l'll foro nel collo

si faceva in mille buchi e gli occhi chiari

Respira la tregua mi hai detto

Guarda le bestie...

Senza paura la cerva e l'elefante d'argento

si porta via l'll tempo che abbiamo perso

nella sua memoria fedele

 

 

 

 Alla pura immacolata foresta
 si affida il luogo del concepimento
 Ed è li che compare la cerva
 Corpo ignaro di doglie
 al ramo del fico si appende
 la bocca mastica foglie

 

 l'eterno ciclo del samsara 
un canto minimo di consonanza 
la danza tra corpi scossi di sintonia 
ricongiunge le mani poi vola 
nel taglio più bianco di luce del mondo 
sigillando la vocazione 
del sogno di l'll

 

 

 

 

 

 

 

 

La ballerina fa un passo si muove piano  

ci indica l'acqua Vieni dost prendimi tra le mani

come fossi senza pelle Guarda come mi allarga

dentro l'll candore sparso in questo amore

nel buio dintorno nel fondo sull'orlo

nel segno pulito Nel foro incantato

viene un fremito  se tocchi gli argini

attraverso le mani modifichi l'll domani

 

 

 

 

 

 

Dal fianco destro deve partorire
l'avorio che avvolge il bambino
straordinario d'amore  millemila ninive
Elefante bianco a sei zanne
nel bosco laghetto e balena  
ti riporta a riva dove porge il fianco la cerva
alla sete infinita di otto  e garze dal fianco
srotolano preziose e bianche
assieme al bambino nostro per sempre

 

 

 

 

 

Passo creaturale Trasfigura
dissesta, ma salva
in tutta la sua potenza e fragilita'
come la sartiglia infilza la sua stella  
che morendo si contrae dando alla luce  l'll nome

 

 

 Narimità con elefante  clicca</spa