I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
Carol e Frida
Carol Rama
Desiderio puro e cieco sfugge alle tagliole della memoria e guarda il mondo soltanto di sbieco inquieta ferita propiziatoria.
Ama la pelle Appassionata lunghe dita d’indomita creatura occhi di bambola d’infanzia smarrita tra camere d’aria e lame di paura.
Combatte la sua guerra e il sangue scorre sul campo ridono le Malelingue inciampa nel dolore, nessuno la soccorre fierezza di ribelle e sguardo esangue.
Vagano dispersi i tristi capitani sul mare del colore permanente nascono i mondi dalla sua mente che agita ali, lingua, seni, mani.
Corpi senza spina, pagine sospese vermi, lucertole, rane, serpenti fratture, slogature, deluse attese sorridono sciocche bocche senza denti.
Un grido brucia nella stanza buia nero e marrone non danno direzione resta da sola l’anima e si scuoia nuda si offre senza esitazione.
L’eretica erotica stravaganza illumina l’illusione del domani faticoso vortice che mai si spezza nel respiro sincopato della sua danza.
Frida
I sogni sono cicatrici desiderio di porte aperte silenzio di occhi scuri riflessi nello specchio dell’immagine di sé.
Spine nella carne martoriata dall’amore sembianze di bambola posata sul letto bianco d’una casa tutta blu.
Ghirlanda del tempo illusione del Bene vola Frida nella sua corriera colomba trafitta che mostra senza paura la sua anima nera di pantera.
S.V.
Id: 42870 Data: 20/05/2017 10:25:04
*
Arrivare al punto
dalla rivista Amado Mio
ARRIVARE AL PUNTO
I
Accerchia il silenzio la parola in un gioco di specchi indicibile abbraccio di lontani parenti ritrovati obbligati a tracciare confini ogni volta da varcare.
II
Il silenzio è una parola, non c’è che dire, lascia il segno muove le viscere e indica una direzione tutto sta nel viaggio perché niente è senza il vuoto.
III
Aprirsi, aprire la porta oltre il vuoto per svuotare le stanze dall’aria stantia lasciare dentro crescere il mormorio d’una marea che sale e sale ancora ignota, ma pulita.
IV
La maschera delle parole salva il respiro dall’abisso del silenzio ma il prezzo è alto e la promessa dell’attesa brucia i giorni nell’eremo del mondo vagare solitari è un privilegio raro e duro, per pochi coraggiosi viaggiatori.
V
Disegna il mondo la parola e cammina senza voce inseguendo occhi e orecchie in attesa d’essere colta rosa luminosa un attimo prima d’appassire.
VI
Dormono le ferite nelle stanze buie dei pensieri altre restano sui bordi della pelle e la parola si affanna nei traffici del giorno nell’illusorio via vai d’una cura galleggiano lettere in processione sul mare bianco stretto tra le mani piccoli angeli giunti in soccorso.
VII
Si mescolano le lingue nelle correnti nel mare eppure non si parlano assediate dai muri le segrete radici, zavorre del tempo, i morti nel caos delle voci sono briciole di pane i gesti sospesi, gli sguardi abbozzati, le risate improvvise zattere dove aggrapparsi per non affondare.
VIII
Arrivare al punto di non ritorno dove finisce il mondo dove ricomincia la vita nascosta e restare muti e vuoti sdraiati sul fondo feroce d’un lucido silenzio.
Id: 42368 Data: 12/04/2017 16:14:48
*
Le parole della musica
LE PAROLE DELLA MUSICA
I.
Sostakovic Quartetto n° 4 in re maggiore op. 83
Vortice di viscere rimbalza tra le pareti delle stanze la casa è abbandonata sparsi i pensieri sul prato scuro di neve marcia.
Sfogli le pagine bianche d’un libro d’infanzia melanconica passeggiata di fantasmi tra le siepi sanguinanti di bacche.
Nell’attesa della sera saltelli sulle pietre del ruscello poi raccogli nere pigne secche e pensi che è meglio ridere di sé mascherato da soldato o da grande sacerdote.
Non perdere il controllo resta diritto sulle scale ubriaco di tristezza tanto da sentirti anche felice che l’orchestra sta suonando il tuo foxtrot.
II.
Anton Webern Quattro pezzi per violino e pianoforte Op.. 7
Sehr langsam
Molto lentamente segna il passo quasi inudibile scricchiolio sulla strada altrimenti invisibile nella densa nebbia ora trafitta da un richiamo rimosso un tempo risuona incessante nelle orecchie attente
Rash
L’ossessione del silenzio ritorna nella sorpresa della pioggia gelida maschera del suono impenetrabile che insegue la forma del tempo nato per sbaglio, scheggia d’assenza assordante che sbanda, corre, sbatte e si ferma di colpo
Sehr langsam
Ronzio di tafàni e luce sbiadita pesano i fantasmi del presente sull’anima svagata e senza meta dèmoni che spalancano le porte di palazzi abbandonati sul vuoto precipizio futuro della Storia immaginato.
Bewegt
Riposa una lettera mai scritta sul letto disfatto della memoria annegando il lamento del giorno nel bicchiere di vodka inutile voglia di evitare le tempeste che senza tregua il mare della mente flagellano.
Id: 42335 Data: 10/04/2017 16:15:40
*
Due inediti
I.
Ascoltare il caos nell’aperta voragine dei pensieri senza direzione né rassegnazione? Cercare riparo nella nicchia del caso riflesso d’un più vasto supposto destino che tarda a venire altrove impegnato? Intanto il tempo si riavvolge in quel che era e ancora sarà tenendo acceso un piccolo lume affinché si consumi, paziente, al ritmo d’una sarabanda.
II. Cerchiamo un senso che tutti ci comprenda illusione di certezze alate ma infondate eppure risaliamo la corrente di questo fiume oscuro inciampando tra i sassi scivolando nei fossi e nel fluire del tempo si smorza l’ansia e ci resta questo andare che il senso si palesa nell’onda da saltare nel legno da intagliare nitida trasparenza che tutto consuma e ci rende liberi da ogni altra misura.
Id: 42128 Data: 28/03/2017 16:17:45
*
Due inediti
Microsoft JScript runtime error '800a003e'
Input past end of file
/testi_raccolta.asp, line 83 |