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Raccolta di poesie di Luca Pirri
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Sonetto apocrifo

Dio è molto invecchiato, normale
non è roba da poco essere eterni
da tempo assai si sente spesso male
che volete son questi i tempi odierni.

Fa spola fra sciamano ed ospedale
e vien ricoverato a giorni alterni
vuole una suggestione del giornale
che sian vicini ormai i fatali inverni.

E adesso impazza il toto successore
in lizza i papi i martiri ed i santi
compreso pure qualche malfattore.

Nella gara a succedere al signore
vincerà chi fra i nobili aspiranti
più apparirà al televisore

*

Fumo

Grandinano serpenti fiammeggianti
affogano gli dei di tristi amanti
occhi una volta fari dardeggianti
incolori meduse boccheggianti.

Fischian forte bufere raggelate
veston nude tristezze mal celate
si sciolgono nel fumo caldi abbracci
rimane brace spenta e vecchi stracci.

Mentre l’urla di madri disperate
tramortiscono il sole a randellate
si squaglian muri eretti sul cartone
brindan calici colmi di dolore.

*

Lepidottero


Come farfalla librarmi nell'aria
fare boccacce ad un ape operaia
rider beffarda della sua fatica
mentre festosa mi godo la vita
e nel lasciarla al duro travagliare
dal vento dolce mi faccio cullare
cercando prati fioriti giardini
fresco riparo alle fronde dei pini.

Ma sul più bello del vacuo vagare
forte il grecale s’insinua dal mare
mi sposta le ali su nuovi binari
porta in città occhi finora ignari
della tristezza che cova nel mondo
di questa vita che ha il grigio per sfondo
con le finestre serrate da grate
con dal traffico le strade ingorgate
e mi ritrovo bloccata in prigione
la libertà che muta in costrizione.

Una folata mi trascina in piazza
tra grida e gente irata che stramazza
fra le bandiere e fra rossi striscioni
tra i manifesti e le contestazioni
la spiritromba mi vibra al richiamo
dei battiti martellanti di mano
bocche indignate gridano vergogna
altre incazzate invocano la gogna
e la tensione sale a dismisura
le bombolette imbrattano le mura
gridan proiettili il loro terrore
le vie dipinte a manganelli e a orrore.

Io che inseguivo il dolce far niente
sbrinando le ali nel sole splendente
colpita cado stramazzata a terra
un lepidottero caduto in guerra.

*

Viandante

Tolte le scarpe perso il borsellino
baci in fronte pel mio bel bambino
vibrante fuoco vivo nel camino
legna finita morto l’accendino.

L’ombrello scaraventato nel fosso
accolto pioggia sbatacchiarmi addosso
fissato lacrime su dolenti occhi
mani tue perse coi loro tocchi.

Girato scalza per eterni mesi
veduto nazioni città paesi
subìto insulti pugnalate e sputi
sguardi schifati o ancora peggio muti.

Senza più dio a redimer peccati
nessuna perla per gli stolti ingrati
calli sui piedi le ferite al cuore
sprazzi di sole tra scie di dolore.

Sabbia su pelle la faccia incrostata
denti cadenti una vecchia invecchiata
il vuoto mangia veloce s’espande
toglie le voglie da mute mutande.

Un mondo magro che spietato inghiotte
truppe di talpe trottolanti a frotte
su barche rotte perse in tetre rotte
bramanti soldi luci nella notte

e squali a caccia d’ascesa sociale
d’ori e rubini sui corpi sfoggiare
anime chiuse in oscure prigioni
siano essi schiavi oppure padroni.

Stanche alla casa le orme son tornate
sudicie stanze vuote e abbandonate
estinto il fuoco che le tenne calde
fuggito il lare che le resse salde.

Tu -mio compagno- morto e sepolto
il mio bimbo un sogno non raccolto,
rimangono in cielo il sole e la luna
alle domande risposte nessuna.

*

Aleppo


Un cielo topo
che punge e scalcia
rombi di fuoco
mosche da caccia

Il cielo s’apre
vomita schegge
bulbi ricopre
gigli trafigge

Piovono lampi
cresce gramigna
nei rossi campi
un bimbo frigna

La testa scuote
mani bagnate
su stanche gote
insanguinate

Tremenda pace
che scende adombra
come rapace
nell'ombra vibra

Calando a morte
con unghie chine
su membra smorte
firma la fine.