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Raccolta di poesie di Paola Cecconello
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Pollicina 9 dicembre 2019

 

 

Ti ho sognato...

Ho chinato

la mia testa

sulla tua gamba

e ad essa

mi sono aggrappata...

Eri Il mio

gigante buono

ed io

una minuscola

bambina.

 

 

*

No! 11/08/2019

 

abbi cura di te...
ballerina
in porcellana
di grace,
elevata dalla
sordida presa
della mente demente
del primato sterile
a sedare
il liquido istinto....
abbi cura di te... 
farfalla intrappolata
nel viscido frame
e scaraventata
su di bilancia
a rappresentar
parvente giustizia...
abbi cura di te ...
bambolina
di sgomento
incompreso...
mai
pensiero arreso
verrà ad estinguere
il tuo
imperituro amore...

*

Meteore 07/10/2015

.. non siamo che ruscelli

contaminati e profanati

agli argini delle nostre
certezze fatue...
sfiorati dalla pioggia

di meteore
che si frantumano
a pochi metri dal cuore...
e che ci lasciano

sulla soglia di un paradosso

... le nostre emozioni....

*

Flashback 08/09/2018

Il temporale

è un soffio caldo sul cuore

nel miraggio di tempi trascorsi...

perimetro di infanzia...

mura di casa bambina...sicure ...

chiarore tremulo di fiamma e buio infranto...

odor di cera... pigiama di lana...

fusa feline a scaldare il mio freddo ...
Il temporale è nonna, è scialle...

profumo di erbe selvatiche

e borbottii in pentola...

vino caldo e cannella...

pezze calde intrise d'olio

a scaldare il petto,

sussurri di sagome indistinte

ricurve sulla mia febbre ...

è il passo del gigante in fuga

dal forziere violato delle mie favole...

è palpebra che scivola,

orfana del sonno, arresa....

scodella di latte e miele...

curva di vicolo che scompare...

memoria di solitudine...

*

Vento di Scirocco 02/01/2019

Ascolta. ..
sono frullare d'ali
rasenti la fronte ...
che virano placide,
ebbre d''aria salina...
a sedar la tua pena...
amala..
triste gioiosa ...
un pensiero volto
a dimora segreta
che d'allegria e brama
dischiude passione ...
chiavi conserte
nelle tue mani preziose...
ad ancorare
il mio cuore.
..amami
sono solo
turbine di foglie
e vento di scirocco
a scaldare
il tuo inverno...

*

Il silenzio 09/09/2019


E' un cielo puntinato di stelle
che illumina, tacendo, il buio.
È la parola amara e greve
che lo sgomento
tremando tace
È il monosillabo
che il pensiero muove
eludendo le labbra
pregne di colla
È la zattera in mezzo all'oceano
che fluttua ove
la memoria di me
svanisce
È la tua bocca
Sterile del mio nome
Amico in fuga
Dal mio tempo violato

*

Specchio riflesso 23/09/2019

Il silenzio è
pregno di parole
gonfie nella gola
di ricordi
di piccoli graffi sulla pelle
tracciati dai ricordi ...
dalla distanza ...
dal desiderio di un abbraccio...
di una lieve carezza...
dalle lacrime che irrorano il viso
per spegnere il rogo
del dolore
che si dipana
come un filo di matassa
tra i miei capelli
Incendiandoli...
ritrovandomi col capo privo
di copertura
di difesa...
Ecco ..sono qui...
Vulnerabile...
Ad attendere
il mio destino...
Il silenzio
sei tu e vorrei
che lo riempissi
di occhi
di parole
di respiro
mentre ti allontani
senza voltarti
neppure una volta...

 

*

la realtà 1990

 

...é un vecchio farmacista

che spazza via i coriandoli

rotolati sul marciapiede

ad ingombrare il passo

dei suoi malati

di pazzia.

 

                       Paola Cecconello

*

Orizzonte - 2012

Mare...mare...mare...

onde tranquille...

dolce rumore dei sassi...

che si fanno rotolare...

esausti...e l'orizzonte...

così lontano...

scompaio...disciolta...

salinità d'acqua marina...

cristallina...irruenta...

mi confondo...amara...

sommerse profondità

inesplorate attendono...

ma ancora non m'immergo...

 

                                           Paola Cecconello

*

Stallo - 2012

La scacchiera è un palcoscenico...

ma ho scordato la mia parte...

nella mia immobilità

tra le dita dell'artefice,

conto i pezzi allineati...

per capire cosa sono...

torre, cavallo o pedone?...

per cercare il viso buono dell'alfiere

che mi tragga in salvo...

e lo trovo, finalmente!...

discreto nei suoi modi...

ma un po' ambiguo...

mi tende le sue mani

e mi cattura...

mi preme con vigore

al suo piacere prorompente...

mi denuda...

ed è così che mi scopro

Regina Nera...il mio posto è giacer dunque

nell'alcova del Re avverso...

e non c'è oasi nel deserto

per lavare la mia colpa...

tra vertigini dei sensi

azzardo un passo per fuggire

e poi barcollo...

NON TI MUOVERE!

urla la voce DEUS EX MACHINA...

"tempo al tempo" ride beffarda...

 

                                         Paola Cecconello

*

Scacco alla regina: d2-d4 muove il bianco-2012

Il tempo scorre nelle vene

scuotendolo allo stremo...

vivo ogni attimo

come fosse l'ultimo...

tu cosa fai nell'attesa

di ogni singola azione?...

cosa seda le tue pulsioni?

Sinceramente non t'immagino

nell'ozio dei tuoi sensi...

non con quegli occhi...

non con quella bocca...

ma nel frattempo puoi giocare

la tua partita a scacchi

e fartela bastare...a chi tocca

la prossima mossa?

Sfoglio un libro per capire cosa fare

ma tu arrivi e dici...che non é quello blu...

mi sorridi...infili la chiave nella toppa

e mi conduci nell'antro buio...

il cuore mi pulsa all'impazzata...

mi batte in testa e scivola sulla scacchiera...

facendo cadere il Re...abile lo catturi...

disincantato me lo porgi...e dici:

"...tempo al tempo"...lasciandomi sospesa

ad un filo di incontenibile follia...

il respiro accellerato...corro troppo veloce...

riuscirò mai a fermarmi? ...

Siedo sul sedile

accanto ad uno sconosciuto:

inizia la partita.

 

                           Paola Cecconello

*

Henry-passeggiata invernale sui colli novesi-2009

Cauto incede il passo

tra le bianche fronde

il lento adagio.

Forte lo zoccolo morde la neve

e in soffice zolla approda

culla dei germogli nuovi.

Sbuffi d'alito e vento

si insinuano ad imprimere

nuovo vigore,

si ergono tra i rami più alti

e...come quei pensieri

che appena sfiorano la mente...

si dissolvono...incompresi....

Mormora il vento

nel bosco di fata

salendo il declivio

scompiglia il crine

arruffa i capelli...

quale il fanciullo?...

e quale il puledro?...

ed io...amica disattesa

inseguo furtiva le vostre orme

con lo sguardo della mente

fino a quando, vinto il traguardo,

vi lasciate tuffare nel bianco mare

tra nitriti di spensierata gioia

che trafitti dal sole

fluttuano al cielo e si elevano

verso i cirri lontani

della mia terra.

 

                                     Paola Cecconello

*

Laura dove - 2010

Dove non esiste il tempo,

dove non c'é il confine,

dove la luce é satura,

dove l'aria é respiro,

dove il pensiero é desiderio,

dove l'idea é possibile,

dove l'esilità é forza,

dove il sorriso é anima...

là mi troverai...

dove se piove

non importa...

 

                             Paola Cecconello

*

La chiave del pensiero - 1990

La chiave del pensiero varca ed oltrepassa

la soglia del muscolo cardiaco, rimbalza

e cade nell'occhio sfuggito al bisturi,

divaricato a cogliere la pazzia che sfocia

dall'attimo morente...la ragione può dissuadersi

all'arteria che conduce all'ira? ...

al tremore della mano che tenta di sfuggire

al proprio funzionamento biologico...

meccanico...perché io sono...io esisto...

domanda o imperativo categorico?...

qual'é la molla che fa scattare il congegno

(talora imperfetto giacché rivela

stati emozionali non identificati...)

la canula che adduce al cervello

e rapisce il pensiero affiorante

da una dubbia area di appartenenza...

come giustificare la stessa ragione...

l'idea della non esistenza...

aperto o chiuso...bianco o nero...

foglia o radice...morte....

o processo meccanico d'azione...

polvere od acqua...soltanto fango...

vernice diluita ed espansa

sulla parete di calcinaccio e sputo

scarabocchiata di croci e svastiche...

che sfugge alla forza centrifuga

e si avvicina al nucleo...

abbattuta da viscere verticali

che hanno braccia di piccone...

un muro che divide...

un muro che sorregge le lumache

davanti al plotone d'esecuzione...

e terminano la propria funzione nell'ecosistema...

microorganismi nuovi per concimare il suolo sterile...

ma quando il suolo è marmo...

di loro non rimane che la bava

viscida e melliflua....

tutto è orrido...tutto é abiezione

al di là dello schermo...ma provocando

un corto circuito muore il bit...

stacco la spina d'un cavo che

mi appartiene...e ritorno all'amore...

 

                                        Paola Cecconello

*

Vivere - 2008

Ho infranto la mia catena

sorridendo alla paura sconfitta...

ho intrapreso un viaggio nuovo

per scoprirmi, stupefatta,

forte della mia certezza,

libera, assoluta,

infinita, espansa,

nella gioia suprema

del nuovo mattino.

Amata.

Compresa.

Concessa.

 

                              Paola Cecconello

*

Spirto infranto - 1985

Il mio cuore

non sanguina più

si è spezzato

sciogliendosi in lacrime.

 

Or giace al suo posto

una gemma di rosa:

si è assopito

lo spirito tenue.

 

                             Paola Cecconello

*

Felicità - 1992

Un'incognita

é evasa

dal sistema

preordinato

e definito

per riconquistare

un dettaglio

del suo indistinto.

 

                              Paola Cecconello

*

Baratro - 1992

Datemi un cero

di luce spento

che illumini l'ombra

della pietra stanca,

seduta sul ciglio

d'un crepaccio

a ballare

una danza di grucce,

per propiziare

il senno d'un pazzo,

datemi un cero

per i miei viaggi zoppi

dei miei occhi ciechi

che non senton parlare,

che muti spengono

il mio vezzo immondo

di domandarmi

ciò di cui voi

potrete mai darmi.

 

                            Paola Cecconello

*

Come foglie d’autunno

E' scritto sul marmo

ch'io vagherò

per eternare lo spazio

di piogge laconiche,

adorne di bianche spoglie,

come foglie d'autunno;

così il ramo

verrà privato

del germoglio sofferto,

caduto al male

nel moto incessante

di chi ha voluto.

Per sé soltanto.

 

                         Paola Cecconello

*

Così mi appare - 1990

Un'ala di rondine

trema

sotto il coccio

di una tegola rotta.

Poi il sole

l'illumina:

é lacero

un tenue filo

di ragnatela.

 

                      Paola Cecconello

 

*

Macabra - 1990

Una vespa

é il fermaglio

che lega

i miei capelli

e un artiglio

mi schiaccia la testa,

un braccio penzola

nella mano sterile

che strozza

un sospiro emigrato

dove il bruco nero

ha venduto le ali

ad un'asta

di vecchie farfalle

gaudenti:

della vita

non sono che il cancro

d'un arto amputato.

 

                              Paola Cecconello

 

 

*

Banalità - 1990

Ho perduto

fra mille aromi

il gusto del caffé...

di esso

non mi é rimasto

che un vago

ricordo amaro...

ne preparerò una tazza

e vi poggerò

le labbra incerte

dopo avervi riposto

dello zucchero...

sul tavolo

ve ne sarà sparso

a sufficienza

perchè col palmo

della mano

riesca a coglierlo

ed a tenerlo

ben stretto in pugno...

insieme

sprofonderemo

negli abissi

di questa bevanda

nera

ed annegheremo

come formiche

che dentro

hanno perduto

la propria briciola

di bocca.

 

                              Paola Cecconello

*

Benessere - 1990

Al di là

dello scoglio urbano

un sogno serpeggia

fra aspre rocce

e supera

il covo di vipere,

s'innalza

sul dorso cristallino

del vento

che varca e oltrepassa

il confine del male

e cantando i profumi

delle nuvole fresche

ti coglie ad assaporare

la purezza

del tuo cuore.

 

                        Paola Cecconello

*

Attimo - 1990

Un getto

di adusta disperazione

pervade i parametri

dell'inaccessibile,

sospeso

da un frullare d'ali,

infrante come vetro

sul bilico di una certezza:

la mia nullità.

 

                                  Paola Cecconello

*

Il tempo - 1990

Nel cassetto di casa

ho lasciato

i ricordi legati

a calze spaiate,

clandestina

d'un viaggio a ritroso,

assente sul medesimo treno...

porto lo sguardo

ancora più lontano,

per non fare scorrere

gli occhi

troppo in fretta;

 

le ore scorrono

cadenzate,

come spada

minacciano d'incombere

sul collo teso

a deliziare il boia

e se ti mostra il volto

é per prolungare

l'agonia

della rinuncia

che sopravvive...

 

Il tempo

é lo specchio

della grinza

che urla la sua

sconfitta.

 

                  Paola Cecconello

*

Asserzione - 1990

Non t'ingannare:

se la rosa

abbraccia la ruggine

vuol fuggire

dal suo cancello.

 

                           Paola Cecconello

*

Questua - 1990

Posso contare

i graffi sul tavolo,

il tempo mi dispone,

cerco l'inutile ragione

di queste ore

che feroci

divorano il giorno

senza darmi risposta,

...una domanda

ch'io stessa ignoro...

che il pensiero

tenta di espandere...

ed inutile s'evolve...

poi, denutrita, muore.

 

                               Paola Cecconello

*

Lucciole di lanterna - 1990

S'appiccano

 

le lucciole di lanterna

 

quando il respiro della notte

 

s'espande sulle lenzuola,

 

polvere d'elfo;

 

sopra la ragnatela

 

d'un cielo di soffitta

 

danza e consuma

 

il rogo delle lucciole,

 

intente ad esumare

 

inquietanti spazi

 

per evadere al fuoco

 

che avviluppa le ali

 

in mortale abbraccio

 

e come carta brucia il volo

 

dei pensieri,

 

di parole che suicide

 

cozzano e s'infrangono

 

contro il vetro

 

della lanterna.

 

 

 

                         Paola Cecconello

 

*

Vaghezze - 1990

Nel sogno

della tenebra

odierna

il pensiero

s'adduce

fra sterpi

di cimitero

di odore intenso,

le foglioline

delle siepi

che stacco

recan cibo

di tatto,

destando esanime

il fruscio

dei morti

che parlano

silenti

nel cimitero.

 

                     Paola Cecconello

 

 

*

Girotondo - 1990

Se d'improvviso

svanisce il vocìo

delle seriche mani di giostra,

traccia sul foglio

di albero e graffite

la spirale che

dietro la toppa

devasta il giardino

aiuola di quadrifoglio,

canta d'ossequio

il bimbo morto

che tace, piangi sul cippo

del bruco,

giacché la farfalla

suicida decanta

l'illusa vittoria.

 

                         Paola Cecconello

*

La vecchia - 1990

Siede sopra una sedia

nell'angolo della stanza,

accovacciata sui pensieri

accanto un calorifero spento;

respira il freddo

col dolore

che le trema in gola

ed invecchia ogni giorno

alla radice dei capelli

dissanguata dalla vita

che lenta sgocciola sangue

dalle dita ed assassina

procura a sé la morte.

Con occhi lividi

ricerca al di là del fosso

la prima ruga,

incisa a fondo

nella carne disfatta,

nelle viscere che piangono

un'antica infanzia,

perduta nella follia

del giocoso vivere.

 

Ragnatele soffocano

il respiro rauco ed affannoso

e stordita

da vendetta sconsolata

si accascia per sempre

al suolo,

ridendo ancora di sé,

del suo malefico girotondo...

 

D'improvviso mi desto

dal pesante sonno,

accovacciata sui pensieri

sopra una sedia

nell'angolo della stanza,

turbata dal sogno

che non più ricordo,

ma innanzi lo specchio

una profonda ruga

mi attraversa il volto.

 

                              Paola Cecconello

*

Sogno di perduta via - 1990

Cammino randagia

nella città gremita

dove il vento rotola foglie

e mi segue come cane fedele

quanto il passo procura affanno

e la quiete approda

sulla panchina

di un parco nascosto

campagna dei passeri.

Vita sfamate da briciole perse,

scrollate da bocche, da umano coprire,

da mani che intingono

e gettano semi

di scorsa, consunta vita.

Vago è l'approccio

con il concreto vivere,

dividere il pasto

con occhio di servo segugio

legato al guinzaglio,

muso di frugato addio.

Sguardo di bontà,

lingua umida

d'intesa gratitudine,

dita baciate

da inumano affetto,

tu che soggiochi amarezza

sogni la fuga

e ti abbassi a servile carezza.

 

                                           Paola Cecconello

 

*

Fotografia - 1990

Hai catturato per me

lo sguardo del tuo passato,

la tenebra che ti possiede

e la luce che smeriglia il buio.

Un'istante assente

dalla dimensione

uomo - donna,

la solitudine

consapevolmente vissuta

in simbiosi con l'universo;

il mondo incarnato

in creatura

dai mille tentacoli...

una spiaggia deserta

come il giorno non vissuto,

in lontananza

una lacrima di sole

plagia l'ipotetico confine,

un mare in cui immergersi

per esplorarne

limpido il mistero,

una baracca

in cui soffermarsi

per desinare bocconi

di generata tranquillità...

 

a sé stante

lo spegnersi lieto

di un tramonto

non disillude

il sorgere di un nato giorno

che vagisce all'alba

quando in lontananza

la città dorme,

assopita nel cuore

del sogno torbido...

 

allora

il vento passeggerà

come un vecchio cieco

portando con sé

bisbigli malinconici,

a tastoni busserà

con il suo bastone,

barcollante,

sulle porte chiuse,

tinte di oscuro avvento,

per narrare la storia

d'un uomo solo...

che cattura il tempo.

 

                               Paola Cecconello

*

Rosa edonistica - 1989

Amore, dolce stupore,

ricordo di estinta luce...

che gioa!!

che felicità!!

m'avvolge del sogno

il tepore che lieto

mi scalda il petto

e violento sussulta

se te reco

invisibile sguardo...

se lento sfioravi

il mio corpo

e la mano bruciava

inseguendo la sua gravità,

attirata dal corso consueto

di chi ha già amato...

e pensando a ieri

attratto si posa.

 

                          Paola Cecconello 

*

Probabilità - 1989

Noi smorfie squallide

della fatua essenza

chiamata vita,

suoni promulgati lontano,

noi giudicati

dalla viscida mano

pretenziosa

e mossa dalla domanda

che abbisogna infinita;

noi desunti dal latino gergo

e conformati

in labile specie,

vacua vanità beffarda...

ragni forgiati

su una tela di sputo:

nello sputo elogiati

e con affanno

sentenziati.

*

Donnina bianca - 1989

"Perché sorella ridi?"

"Rido perché é buono il pane",

e con la mano piccina

mi conduci

a percorrere la strada veloce,

nella nebbia che a sera

profuma a neve

il cielo di novembre.

Mi guardi,

mi scruti profonda,

accogliendo insincera

il sorriso

che sa di lacrima,

fingi, piccola interprete,

mi stringi la mano

e riveli i denti

sgranando un sorriso

da grande.

 

                                Paola Cecconello

 

*

Occhi arance - 1989

Come contenean

 

la dolce essenza

 

i frutti ricolmi

 

del gustoso succo

 

tanto ch'invogliava

 

pungerne la scorza,

 

cos'io apria gli occhi

 

all'innovato giorno.

 

Ma di smania e svelto

 

fu di loro il varco

 

tant'io fui

 

del violento abbaglio

 

scossa,

 

più lento al pari

 

lo squarcio

 

d'una folgore

 

sul primino azzurro cielo.

 

 

 

                                      Paola Cecconello

 

 

 

*

Ritratto - 1988

Lacrime opache scorrono

sul celato

e muto sguardo:

amaro sfiorami

impietoso,

mendico di un perché

che non conosco...

deluso saldo s'accolla

ad un volto

di sembianze umane...

ma bieco e vano

esaudisce.

Piangi,

non ti scorgo.

 

                       Paola Cecconello

*

Goccia di pioggia - 1988

Goccia di pioggia

oscura,

battuta sulla strada

calpestata e sporca,

goccia di pioggia

che soggiace

nella fanghiglia

delle pozzanghere,

goccia di pioggia

che suicida

s'annega nei tombini,

goccia di pioggia

naufraga

sul grigiore

delle sozzure amorfe,

goccia di pioggia

che solca il viso

e come lacrima

porta via con sé

la trasparenza

del suo dolore.

 

                       Paola Cecconello

 

*

Apatia di vivere - 1988

Non vivo, sto sognando

e il mio sogno è incubo

il vuoto mi schiaccia,

mi opprime,

mi soffoca l'angoscia,

mi lascio cullare

da un senso di inezia,

di abbandono.

Il tempo si è fermato,

le pareti non hanno più colore,

il cibo non ha più sapore,

trascino avvinta dal sonno

il mio corpo immerso nel piombo.

Mi addormento.

Adesso non respiro più.

 

                                      Paola Cecconello

*

Natura Vergine - 1988

La mia mente

 

brama a cogliere

 

le sfumature

 

di questo mattino

 

che mi scorre innanzi

 

prepotente

 

e ride

 

dei suoi colori,

 

la lingua

 

vuole sciogliersi

 

dalle inibizioni del tempo

 

mentre immagini

 

paiono occultarsi

 

entro vuoti oscuri,

 

impregnati di banale

 

vivere quotidiano,

 

tappezzati da anemici

 

quadri di collage.

 

 

 

La mia vita

 

scorre adesso

 

su due univoche rotaie,

 

divorate e deglutite

 

da gallerie ottenebrate

 

ed immagini parallele

 

che colgo ad intermittenza,

 

quadri antichi

 

di storie vissute,

 

grembo di uomini

 

ed anatemi

 

estraniati dalla propria

 

natura vergine.

 

 

 

                                      Paola Cecconello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Sfinge -1988

Pareti dentro,

il mondo fuori,

imperscrutabili pensieri

occultano gli occhi

caldo - marmorei,

labbra scolpite

per rimanere tali;

colori di spicco

soverchiano

un candore

forse mai scalfito

e dolore procura

il pugno sulla roccia:

guai a chi plasma

l'anima con lo scalpello.

 

                                    Paola Cecconello

 

 

*

Bacio

15 ottobre 2012

 

Farfalla...

sul mio pistillo

posi il tuo diletto

a saggiarne il nettare...

flettendo il gambo mio

dischiudo la corolla,

che tu possa morir di questo fiore...

 

                                           Paola Cecconello

*

Chiamami strega

Genova, 26 ottobre 2012

 

Ogni sera ripercorro

quella strada

che mi porta

al tempio delle tue passioni...

si eleva come un are pagano...

le pareti trasudano

magia e sortilegio...

sa di te...

toccare quelle mura

è sfiorare la tua schiena

saggiar la morbidezza

dei tuoi fianchi...

veder la luce accesa

dalle imposte

è trovare il consenso

nei tuoi occhi...

e l'amore fisico mi invade...

quella strada

così dritta

in salita

mi emoziona,

sa di te...

mi confonde...

io ti cerco là...

ogni giorno...

e la ti ritrovo...

carne nella pietra.

 

                            Paola Cecconello

 

*

Vicoli


VICOLI - GENNAIO 2013

 

Genova dei caruggi,

caldo utero materno,

grembo d'umanità promiscua,

mani armate da affilati coltelli,

vicoli degli orpelli...

vicoli delle edicole appese

nascoste alla preghiera,

vicoli della sera,

salati di salsedine,

pepati di provocazioni,

vicoli delle emozioni

umide di mare

e, come panni stesi al sole,

appese fuori ad asciugare,

pinzate con le mollette...

vicoli delle marchette,

porte socchiuse, profumo di venere...

vicoli dei pescatori,

d'anime perse

a rovistar nella cenere,

vicoli dei sognatori

dei carbunìn e dei besagnìn,

vicoli du belìn...

vicoli delle illusioni

brandite e lanciate sul mare 

dal ratto dei gabbiani

e come conchiglie vuote...

fatte annegare..

vicoli del sogno e della poesia

generata dal cuore sopraffatto,

vicoli del marinaio che torna

a suggellare il suo patto...

vicoli delle gare giocate a tavolino,

vicoli padri delle taverne,

odore di vino..

vicoli consunti di lenzuola

vendute al miglior offerente,

vicoli della gente

affrettata al suo lavoro,

vicoli lastricati

dal cammino dei viandanti...

vicoli dei furfanti...

vicoli  d'alcool, fumo ed allegria

consumata sino al filtro

da Moretti o Zaccaria

vicoli intrisi di mozziconi,

calpestati come coscienze

sotto le suole negli androni ,

vicoli dei palazzi antichi,

mani furtive, scambi di soppiatto,

vicoli del poker, dell'alchimia,

vicoli dell'amore e dello scacco matto...

 

                                   Paola Cecconello