I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Lettera a me stesso
Dedicata ai miei genitori. Scritta alla fine degli anni '70 quando li lasciai per venire qui al nord. Uno di quei momenti in cui vuoi restar solo, solo con te stesso. Te stesso, ma tu sei te stesso? No, non lo sei, non lo sei mai stato e non t'importa esserlo. A che servirebbe, è solo un'utopia. Chi lo è mai? E poi a questo punto della vita avrebbe importanza esserlo? Cos'ha più importanza nella vita, essere se stessi forse? Non credo. Niente è importante in questa vita. Neanche vivere lo è. Chi sei tu, cosa sei. Non lo sai, ma vorresti saperlo. Per essere te stesso forse? O per rimediare ai tuoi errori. Quanti ne hai fatti nella tua vita. O è un errore stesso la tua vita? O forse lo sei tu un errore della vita. Vorresti far qualcosa, ma ti senti impotente, incapace, ti senti un vinto. Ma ci tieni a far qualcosa? O non t'importa? Ti servirebbe far qualcosa? Si, ti servirebbe, ne hai bisogno. Per sentirti a posto? O cosa? Vorresti non essere mai esistito, hai vergogna di te, vorresti sparire per sempre dagli occhi di coloro che ti amano. Sai di aver sbagliato tutto con loro e questo ti riempie di amarezza, di dolore... perché? T'importa forse di loro? Si, t'importa e tanto. Hai tradito le loro attese, le loro speranze, hai reso loro la vita un inferno. Adesso sai cosa sei stato e sai cosa devi essere. Lo vuoi veramente? Si lo vuoi e più d'ogni altra cosa.
Allora c'è qualcosa d'importante nella vita? Si, c'è e adesso lo sai e sai anche di aver perso del tempo prezioso, di aver perso degli anni che adesso rimpiangi... e sei pronto a dare tutto il meglio di te per loro, per loro che sono tutto ciò che hai in questa vita, per loro che sono tutto per te, per loro che tu ami con tutta l'anima, ed è per loro che tu vuoi e devi vivere. Adesso ti pesa questa solitudine, vorresti essere con loro, vorresti volare da loro. Perché piangi? Perché quella disperazione nei tuoi occhi? Ti accorgi di aver sbagliato tutto, ti accorgi che la vita ha un senso, specie quando si ama, vero? E tu li ami, li adori, daresti tutto per loro. E t'accorgi che non è difficile amare, dare tutto a chi si ama, che non è difficile essere se stessi, che essere se stessi vuol dire dare un senso alla vita... e senti che l'amore che provi per loro è qualcosa di meraviglioso, che vuoi vivere giorno per giorno sempre di più... con loro e per loro.
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Falce d’argento
Seduto sulla riva del tramonto, attendo gli ultimi bagliori di fuoco spegnersi nel silenzio e prego che portino con essi gli ultimi echi della mia vita. Quelle fiamme hanno dimorato in me, divorato il mio cuore adesso cenere. Nel nero della notte una falce d'argento brilla per un attimo sulla mia solitudine. Finalmente sei arrivata, sento il tuo respiro, rantoli di vite. La tua falce brilla della polvere di stelle adesso spente. Affonda i tuoi colpi nel mio cuore, fallo smettere di soffrire, portami con te, mia Nera Signora. 21/8/2014
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Non col sangue degl’innocenti
In un tempo lontano ci fu guerra al nord, nella città assediata giunse il momento della saggezza e del coraggio. Sei vergini furono sacrificate per ingraziarsi gli dei e questi favorirono la città. Sei vite si piansero e in molti dissero che era giusto ingraziarsi gli dei, ma non col sangue degl’innocenti. Eppure essi vinsero. Fu per il sacrificio? Oppure perché avevano combattuto bene credendo di essersi ingraziati gli dei con le sei vite? Se così è, un buon discorso avrebbe sortito gli stessi effetti. E se invece fossero stati gli dei a richiedere il sacrificio per aiutare gli assediati? Allora forse sarebbe stato meglio perdere. Però perdendo molti più innocenti sarebbero morti: donne stuprate e torturate, bambini uccisi nelle culle. Dove sta la verità? La verità è che l’atto più malvagio che si può commettere è spingere qualcun’altro a commetterne uno. Un esercito invasore può dire: “Uccidete sei donne e noi risparmieremo la città”, in verità sta dicendo tra le righe: “Se voi non commetterete una piccola malvagità noi ne commetteremo una molto più grande”. La risposta da eroi è ovviamente il rifiuto, perché il bene e il male non possono essere trattati come semplici numeri, come le vergini sacrificate. Questo è un sunto tratto un po' liberamente da un passo di un romanzo fantasy di David Gemmell. Il passo completo, molto interessante e che parla anche di poeti e dell’importanza delle “parole”, se volete lo trovate qui: https://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Saggio&Id=889
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Sulle bianche scogliere
Quando la tua anima mi prese per mano, il senso delle cose intorno a me sfumò sulle bianche scogliere dell’irreale. Mi ritrovai fuori dall'unica vita che avevo vissuto, la porta si chiuse alle mie spalle e un mondo sconosciuto si aprì davanti a me. In quel luogo che non c'è, un sorriso sgorgò dal mio cuore raggiungendo gli occhi velati di arcobaleni, il mio sguardo inondò di luce e colori ciò che mi circondava. Vidi accendersi i colori del buio, sentii i suoni del silenzio danzare nell'aria, erano i colori e i suoni della tua anima, epitome dell’universo. 24/01/2021
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Ciao fratellino
Stanco di una vita ormai giunta al termine e con gli anni che pesano come macigni, mi ripetevi sempre che volevi lasciare questo mondo e stanotte il tuo desiderio è stato esaudito. Qualcuno lassù ha ascoltato le tue preghiere prendendo per mano i tuoi 94 anni e portandoti dove il sorriso illumina l'anima. Ma ieri, prima di andartene, hai voluto lasciarmi un ultimo saluto. Uno stormo d'uccelli per un momento ha oscurato il cielo, la tua anima cavalcava le loro ali sorvolando i prati su cui camminavo per lasciarmi un ultimo saluto che non ho saputo cogliere. Quei prati che hanno udito le nostre voci intrecciarsi fra fili d'erba passo dopo passo, giorno dopo giorno, adesso non udranno più le nostre voci raccontarsi le piccole cose di tutti i giorni perché la tua s'è spenta nel desiderio della pace eterna, mentre la mia danza da sola nel mio cuore addolorato. Percorro ancora quei sentieri, ma con l'anima colma di solitudine, ascolto, ricordo, piango senza più la tua voce a far danzare i ciuffi d'erba e a rallegrare il mio animo coi tuoi ricordi di un lontano passato. Ma l'eco delle tue parole
risuona ancora per quei sentieri, fra gli alberi e i sassi compagni delle nostre chiacchierate e sorrido e piango mio caro fratellino. 23/02/2023
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Sincerità
Se sei una persona buona e sincera ed inoltre hai il dono di vedere nel cuore delle cose, riesci sempre ad accettare le persone così come sono e come vogliono essere. Dai l'impressione di non notare niente d'insolito; ma le persone subdole considerano astuti stratagemmi la tua schiettezza e la tua onestà, la tua accettazione di chiunque. Sono colte sempre alla sprovvista, quando tu dimostri d'intendere quel che avevi detto e di dire quel che intendevi. 04/10/2012
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La luce dei tuoi occhi
Ti ho cercata per innumerevoli volte, e per infinite volte ho percorso molteplici sentieri senza fermarmi. Nei giorni cupi ho squarciato il velo delle nubi, nelle notti buie ho acceso una miriade di stelle, nei momenti di sconforto mi sono aggrappato alla tua visione, nei momenti di disperazione ho alimentato il lume della speranza. E quando mi son perso... è stata la luce dei tuoi occhi ad indicarmi la strada che conduce al tuo cuore. 31/7/2012
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Che senso ha?
Non ho voglia di far niente, vorrei stare come quando penso questo. Mi guardo intorno e vedo la gente che si dà da fare, ma poi... per che cosa? che senso ha? Vedo molti ragazzi che giocano a flipper, a calcetto, che passeggiano, discutono, perchè? che senso ha? Vedo la gente che fa la spesa, che va a lavorare, che riordina la casa, perchè? che senso ha?... Io, tutti studiamo, ma perchè? che senso ha? La vita che senso ha se poi dobbiamo morire? Perchè siamo nati? e perchè morire? e perchè amare se poi l'amore dovrà finire comunque? Perchè non essere degli animali e così non soffrire, non gioire, non capire, non amare, non odiare? Io invidio gli animali. Ma siamo uomini... Uomini...? E noi dovremmo essere degli esseri umani che ragionano, ma quale ragione?, dov'è, prendetela... è scappata! Poveri noi! Siamo rimasti senza ragione, e adesso che facciamo? Siamo diventati degli animali anche noi. I veri animali... saranno indignati di ciò o ne gioiranno? Ma che importa? tanto non possiamo più capire e non sappiamo... (1973)
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Amami!
Mio piccolo grande amore, mio piccolo dolce fiore, candido come la rugiada, bianco come un giglio, delicato come un bambino, t'ho rivista dopo tre lunghi mesi! Mio motivo di vivere, angelo delle mie notti, sogno di una vita,
passione di due interminabili anni, t'ho ritrovata e non vorrei perderti! Dolce pensiero della mia mente, luce del mio buio, àncora della mia salvezza, dolce creatura, fiore dei verdi prati,
stella degli abissi, sole della mia vita... ho bisogno del tuo calore, del tuo affetto mio meraviglioso amore. Sento freddo, tremo, sono percorso da brividi, ho bisogno del tuo amore... aiutami soave profumo! Occhi perlei, musetto delizioso, viso argenteo, nube che vaghi nell'immenso cielo,
ruscello che scorri fra le alte montagne, dolce gorgoglio di un piccolo fiume, libera rondine che voli, meraviglioso laghetto fra le più alte cime, ricambia il mio amore, non abbandonarmi... salvami bella regina, aiutami! Sto precipitando in una profonda voragine senza fine, dove davanti a me è solamente il vuoto, ma in questo vuoto intravedo una luce, una speranza... Te!
Cornice d'uno stupendo quadro; te, dolce fonte dove possa spegnere la mia sete; te, sinuoso corpo morbido come velluto; te, bellissima venere che vieni dal nulla.
Son solo, ho paura, soffro tanto, non ho nessuno accanto a me, il mio mondo non mi basta più, ho bisogno di qualcuno... di te, dolce ninfa dei boschi; di te, dolce musica melodiosa; di te, dea delle dee; di te, ragazza semplice e bella; di te, che hai sconvolto la mia tranquillità; di te, che puoi ridarmela: dammi un pò del tuo amore, del tuo calore, del tuo affetto.
Non sono altro che un relitto in balia dell'uragano che imperversa in me, sono solo una foglia portata via dal vento chissà dove e vorrei tanto che mi portasse da te... che amo. Dolce fata turchina, fai di me un ragazzo felice col tuo incantesimo, fai di me un uomo, fai di me tutto ciò che vuoi... ma amami!
(1972)
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Il bene e il male
Gli antichi valori s'indeboliscono. Nel nostro tempo c'è sentore di degrado e di cambiamento. Il male, ultimamente, è un pensiero che turba molti, sempre di più. Il bene e il male,
l'antica lotta, dove prevale l'uno soccombe l'altro. Il male fa nascere l'odio, proprio come il bene fa nascere l'amore. Ma nel bene l'odio muore e nel male muore l'amore. Chi prevarrà?
Antichi mali strisciano di nuovo e ne nascono di nuovi. Forse vedremo la fine di un'epoca?
25 agosto 2012
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Nel guscio della mia solitudine
Nel guscio della mia solitudine l'eco delle tue parole sarà la musica che ascolterò e le tue immagini sbiadite saranno i quadri che appenderò al muro dei ricordi. 31/5/2012
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Amo le cose che...
Amo le cose che hai toccato hanno un profumo particolare il profumo della tua pelle. Amo le cose che hai guardato hanno una luce particolare la luce dei tuoi occhi. Amo le cose che ti hanno fatto ridere hanno un'allegria particolare la tua gioia di vivere. Amo i luoghi dove hai camminato hanno un suono particolare l'eco dei tuoi passi. Amo i luoghi che ci hanno visto felici hanno un'aura particolare su di loro è rimasto ad aleggiare il nostro amore. 13 lug 2012
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Ricordi di una vita
E alla fine giunse sull’orlo del precipizio. Il suo sguardo fisso’ a lungo quell’immenso vuoto senza fine del baratro ai suoi piedi. Si volto’, voleva dare un ultimo sguardo alla vita dietro di se. I ricordi fiorirono come primule ad inizio primavera. Ricordi di una vita, una vita vissuta, vissuta? NO! non l’aveva vissuta, era stato preso per mano come un bambino e condotto per i sentieri di quella vita che non era stata la sua, l’aveva subita come uno spettatore estraneo, senza la possibilita’ di abbandonare la scena. Si guardo’ intorno, non vide il suo volto, un macigno si poso’ sul suo cuore, perché illudersi ancora quando sai gia’ che lei é solo un’utopia e la vita ha chiuso la sua porta? Gia’, ma la vita, merita ancora un’altra opportunita’? Allora chiuse gli occhi e dentro di sé decise. 06/03/2012
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Passione
Era da un pò che lo osservava con occhi avidi di lussuria. Tutto di lui l'aveva colpita... ogni singolo gesto e movimento emanavano una sensualità che la stordiva e le faceva aumentare smisuratamente la voglia di essere posseduta da quel corpo... il suo non era amore, ma puro desiderio carnale. La sua esistenza era divenuta un'ossessione... doveva averlo, come aveva avuto gli altri, ma soprattutto perchè in lui vi era un qualcosa di diverso, aveva una dote particolare che la faceva impazzire. Una sera, incrociandolo, lo prese per mano e lo condusse in un angolo appartato, dove... con mani tremanti e respiri affannati lo cercò... si cercarono, s'intrecciarono in un groviglio di sensi, la passione esplose finchè lei, giunta sull'orlo della pazzia, lo fermò e gli fece capire che era pronta. Lo attirò a se, lo circondò... e l'accolse. Fu riempita di piacere, di calore. Vedeva a malapena ciò che la circondava, ma non se ne curava. Il piacere era tutto. Il calore e il piacere... che le inondavano le membra come acqua che coli nella sabbia secca, che la riempivano. Il piacere bruciava la carne. Lei cercò di risucchiare dentro di sè tutto il calore, tutto il piacere. Tutto. Il piacere... Poi, come se i lampioni si fossero spenti, il mondo tremolò. Il piacere era un tizzone ardente dentro di lei e si abbeverò di piacere. Il mondo tremolò... tremolò. Lo voleva a tutti i costi quel piacere: era acqua per chi muore di sete... e lei si dissetò. Si sentì impazzire, eppure lo voleva tutto. Lo voleva tutto! Urlò... ululò di gioia... ululò di piacere... a lungo. Ancora in preda al godimento si sentì spingere delicatamente, arretrò barcollando, il piacere le sfuggiva. Il piacere... Lo guardò andare via, con rimpianto. Era follia desiderarlo ancora... ma ne era stata così piena e mai nessun piacere l'aveva saziata così... 17 lug 2012
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La fiamma del sorriso
Sul tuo volto vi è la perenne fiamma di un sorriso, non spegnerla mai, altrimenti la mia anima resterà al buio.
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A chi
A chi ha voglia di vivere e a chi non ce l'ha più, a chi sogna e a chi non ha più sogni da sognare, a chi sorride e a chi non sa più cos' è un sorriso, a chi ama e a chi non è amato, a chi vuol essere solo e a chi non vuol esserlo, a chi la vita sorride e a chi lo imprigiona, a chi ha ricevuto il dono della luce e a chi ancora vive nel buio, a chi ha ali per volare e a chi ancora striscia, a chi crede di non sbagliare mai e a chi crede di farlo sempre, a chi crede di essere infallibile e a chi cade ma si rialza sempre, a chi si è allontanato e a chi ancora aspetta, a chi si sente buono e a chi crede di non esserlo, a chi c'è sempre e a chi ci sarà, a chi ha ricevuto il dono più bello e a chi lo mendica, a chi spera sempre e a chi ha smesso di farlo, e a tutti quelli che nonostante tutto s'illudono ancora e non si arrendono mai, lascio un sorriso, un abbraccio e dico: chiudete gli occhi, sentitevi leggeri, aprite le ali e volate... 16/09/2015
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Portami nel tuo mondo
Dedicata a chi soffre di Alzheimer Dissolvi questa nebbia dalla tua mente, amore, prendi la mia mano e portami nel tuo mondo perché il nostro tempo sia ancora poesia. Con quanta forza il mio cuore chiama, amore. Quanto è vicina l'oscurità al mio petto, come sono grigi e infiniti i giorni, amore, risucchiati attraverso la solitudine della mia anima. E, amore, quale calore nasconde il tuo fragile cuore, puro come il sale, dolce come la morte, perché vorrei averti ancora accanto come quando mi abbracciavi, fuori da questo nulla, dove mi davi tutto e così vivere ancora con te. Nel buio, la luna rossa cavalca il fuoco fatuo del mio respiro e io davvero non comprendo perché non mi ascolti più, se tu sei sempre tu, se i tuoi occhi mi vedono ancora qualche volta. 17/12/2022
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Povero cuore mio
"Ciao" "Ciao, ma perché hai quella strana espressione in viso mentre mi saluti?" "Oh, ma quello era un sorriso." "E cos'è un sorriso?" "Il sorriso è lo specchio della serenità". "E cos'è la serenità? " "Serenità è non avere rabbia, dolore, paura, tristezza, non sentire la mancanza di nulla ed essere in pace con sé stessi nella propria solitudine. " "Allora perché, nonostante io sia solo, non riesco a sorridere, ad essere sereno, ho paura, dolore, rabbia verso me stesso, e la solitudine pesa su di me come l'universo intero e mi manca così tanto una cosa?" "E cosa ti manca? " "Mi manca lei" "Sei innamorato? " "Più di quanto io stesso possa immaginare" "L'amore non sempre è felicità e serenità come crediamo, il più delle volte è dolore, un dolore che strazia l'anima e fa venir voglia di piangere fino alla fine dei giorni. Sai? anch'io porto con me questo dolore". "Davvero? Allora perché sorridi?" "Agli altri lo nascondo dietro un sorriso, ma cuore e anima sono allagate dalle lacrime, e nonostante tutto, sperano ancora che questa vita li sorprenda, regalando loro il sorriso, le parole e l'amore che hanno atteso da vite intere. Ma sai qual è la cosa più curiosa di tutto ciò? Quell'amore che avevo aspettato da sempre e che arriva una sola volta, l'avevo trovato. Con lei avevo vissuto le stagioni più belle della mia vita, ma poi, come un sogno che svanisce all'alba, anche lei è svanita rinchiudendosi nella sua dorata solitudine ed io ho visto il mio sogno andare in frantumi, schegge sparse su cuore e anima. Un tempo conoscevo il sorriso, la serenità e l'amore... adesso non più! Ma basta danzare sulle spine del dolore, i piedi sanguinano già abbastanza nel percorrere questo desolato sentiero sul quale sono sparsi i cocci della sofferenza, e dove la solitudine è come un aguzzino che ad ogni passo conficca nel cuore e nell'anima i ricordi di lei come lame arroventate. Dammi la mano e vieni con me, povero cuore mio, non lasciare che io sia lo spettro di me stesso, con un vuoto ancora più grande, asciugherò le tue lacrime con mano tremante e ti racconterò ancora di lei, di come un tempo mi amava, di come un tempo conoscevo la serenità e tutto in me sorrideva...
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Le tre stagioni della vita
L’amore è la stagione della nostra esistenza, un piacere per l'anima che si riempie di nuovi colori. Il suo foliage trasforma la vita che pian piano abbandona l'effimero, per cedere il posto alle calde sfumature delle emozioni che rivestono il cuore, rendendolo un paesaggio assolutamente unico, diverso dal solito. Ed è proprio questo il momento ideale per ammirare quel paesaggio con occhi nuovi, concedendo attenzione anche a ciò che ci circonda, dagli amici fino alle persone bisognose. Il periodo della vita perfetto per godere di tutto ciò che essa ci dona, a contatto con l'amore o per avventurarsi negli spazi infiniti dell'anima. L’amore è tutto da vivere nelle sue diversità. Sentirlo, assaporarlo nei suoi colori e nei suoi profumi unici e lasciarsi catturare dalle infinite sfaccettature che esso possiede. Vi è anche un'altra stagione nella nostra vita, quella del dolore, dove le oblunghe ombre della notte scendono su di noi, portando cesti colmi di solitudine, avvolte dall'odore della fine e del cuore lacerato non rimane che un silente grido. Le illusioni fuggono, le speranze vengono ingoiate, le lacrime si disperdono agli angoli del mondo, la nostra dignità viene calpestata dall'indifferenza, la luna si tinge di rosso sangue e il sole indossa un grigio mantello. L'anima piange e la vita invidia la morte, il nostro sogno viene distrutto e tutto è perduto, tranne i ricordi, e uno su tutti: il ricordo di colui che causò tutto ciò, costui si chiama Amore. Poi la clessidra del tempo coi suoi grani ha chiuso quelle ferite e ho scoperto che la vita non ha solo questi due volti. E se dicessi che può essere anche diversa da come si è abituati a vederla o immaginarla? C’è un momento in cui non si presenta come un arido deserto o una distesa ghiacciata, ma non è neppure piena di calore e colore. È quella terra di nessuno quando finisce un amore e il dolore è salpato per altri lidi, dove il sorriso non raggiunge gli occhi, la gioia sfiora il cuore senza lasciare traccia, non ci sono attese e speranze, i sogni divengono degli sconosciuti, come lacrime e dolore. la vita non ha più sapore né odore senza le emozioni che regala l’amore e vivere diventa solo un'abitudine. La solitudine non fa più paura, anzi è la benvenuta. Adesso sono un menestrello senza più storie da raccontare, percorro sentieri con piedi nudi e doloranti portando una cesta piena d’amore per chi soffre, perché solo chi ha conosciuto il vero dolore può comprende quello altrui. Nonostante ciò, riesco ancora a vedere la bellezza intorno a me, soprattutto nei gesti, nelle parole, negli occhi di chi, come me, crede ancora nell’amore per chi ne ha bisogno.
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Il popolo delle nuvole
(Dedica romanzata ad un popolo veramente esistito.) Vivono nella città della nebbia, Kuelap, un posto inaccessibile e sconosciuto. Si racconta che le loro case siano di cristallo di bruma con riflessi d'infinito. Da qui salpano gli angeli delle nubi, su vascelli di nuvole, issano vele d'arcobaleno cucite con gocce di rugiada, gonfiate dalle correnti dell'amore solcano i mari del cielo. Veleggiano su di noi gettando invisibili reti intrecciate con corde d'anima, pescano i nostri pensieri, anche quelli più intimi, speranze, paure, sogni, disperazione e tutto ciò che affolla la nostra anima. A volte nel farlo piangono. Le loro lacrime, alate di compassione per noi, sono la pioggia, petali di dolore per ciò che ci affligge perché vorrebbero che quelle perle d'amore lavassero e portassero via le impurità della nostra anima. Anche quando il cielo è sereno, loro veleggiano su di noi, non li vediamo perché dipingono i loro velieri con l'azzurro della serenità. Nella loro città riempiono cesti con polvere di sogni e la notte, nel silenzio dell'esistenza, li spargono su di noi. Uno scintillio invisibile illumina il buio della nostra vita, aliti d'infinito s'adagiano nelle profondità della nostra anima e danzando come lucciole in festa cacciano il nero che vi alberga. Anche se non tutti riusciamo a cibarci della polvere dei sogni e i nostri respiri conoscono l'affanno, loro sorridono e continuano a spargere quei semi che prima o poi germoglieranno. [ Da adesso in poi, ogni qualvolta guarderete le nuvole, penserete ai Chachapoyas, il popolo delle nuvole. ] 8/9/2014
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L’infinito
Lo steccato fermò i miei passi, paletti d'amore ai confini dell'anima. La vista sul mondo mi tolse il fiato, se socchiudevo gli occhi scorgevo l'universo e poco più in là l'infinito...
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Mia Dolce signora
Ho sentito parlare di te ovunque mi sia recato, tutti esaltavano la tua meraviglia, persino i mercanti vendevano la tua bellezza, benché nessuno di loro ti avesse mai vista, solo parole riportate. Ciò m'indusse a volerti conoscere, da sempre, dentro me, l'avevo desiderato. Mi misi in cammino, là verso dove si diceva tu dimorassi, anche se nessuno lo sapeva. Viaggiai per un tempo infinito, percorsi mille e più leghe, arrivai ai limiti dell'ignoto, ai confini della rinuncia. Poi, ad una svolta del sentiero rimasi impietrito, ti vidi in tutta la tua magnificenza, maestosa da togliere il fiato che si frantumò in mute parole di meraviglia. Una chioma di nuvole copriva il tuo capo, trecce di bruma scendevano dalle tue spalle, due neri occhi come grotte in cui perdersi nella profondità della tua anima, due labbra di agata rosa che racchiudevano un sorriso in cui il sole illuminava se stesso. I tuoi seni, dolci colline dove respira la vita, dai tuoi fianchi, sinuosi declivi su cui passeggiare, s'allungava una veste fino ai tuoi piedi, verde come incantate foreste dove vive la felicità. Tu sei la montagna incantata che tutti hanno cercato invano, io sono il fortunato a cui sei apparsa, ai miei occhi hai concesso il privilegio di poterti ammirare. M'inchino alla tua bellezza mia dolce Signora.
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Rive
Le tue mani nelle mie. Sulla riva del tramonto, bagliori di porpora si specchiano nel nero dei tuoi occhi, mentre la vita scivola nella quiete. Le mie labbra sulle tue. L'incanto delle stelle ci sorride, senti il loro suono ed il coro d'amore delle sette sorelle? I nostri corpi si cercano. La lenta danza dei nostri sensi si fonde con quella delle nostre anime che col loro abbraccio incorniciano la magia che ci circonda. La notte ci sorprende accogliendoci sulla sua riva. Ancora le mie mani nelle tue, le tue labbra sulle mie, occhi negli occhi e l'eternità davanti a noi. Una lama di luce trafigge i miei occhi e ancora una volta mi ritrovo solo sulle rive di un'alba, cimitero dei sogni.
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L’ultima pergamena
Sono stato menestrello per i sentieri del tuo cuore, fino alla corte delle sette sorelle che splendono in cielo e oltre. Ho indossato il mantello svolazzante con le toppe colorate dal tuo amore e cucite coi respiri della tua anima. Ho suonato arpe con corde d'anima, ho distribuito petali di sorrisi d'amore, ho recitato su questo palcoscenico di carta. Poche volte hai danzato al suono delle mie note, non suonerò più per te, le corde della mia anima sono fragili. Poche volte hai raccolto i petali del mio sorriso, ma ormai il mio cesto è vuoto. Poche volte hai applaudito alla recita del mio amore per te, ma ormai il sipario è calato su questo palcoscenico. Sono stato scultore, pittore e poeta. Ho scolpito i miei occhi sulla luna per poterci guardare ogni volta che la osservavi. Ho dipinto strade, muri, alberi, nuvole, cielo e stelle dei colori dell'amore affinché ti ricordassi del mio, ho scritto per te le più belle parole d'amore su queste pergamene. Poche volte hai guardato la luna e non ti sei quasi accorta dei nuovi colori che ti circondavano. Poche volte le tue parole hanno accarezzato le mie, non scriverò più su queste pergamene il mio amore per te e neanche i miei pensieri, quelle già incise le lascerò sbiadire nella memoria del tempo. Adesso la mia voce è solo un rantolo, le mie emozioni sono spente e le mie mani sono stanche.
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Ali
Il suo richiamo fu più forte del rumore del vento fra gli alberi. Alzai lo sguardo e lo vidi, superbo, con ali spiegate ad accarezzare le correnti e giocare con loro. Lo osservai a lungo con occhi lucidi di lacrime non versate. Mi chiesi cosa ci facessi io qui su questo suolo, prigioniero di un luogo che non m'appartiene più, chiuso in questo inutile corpo. Implorai che mi fossero donate ali e così volare via da qui, lassù nel vuoto dove tutto è amore e libertà, sentirne il soffio sulle piume e respirarne il profumo. Poi planare sul luccicante stagno della vita, affidare al vento quell'alito d'amore affinché lo porti fin nelle più nascoste pieghe dell'animo umano e scivolare di nuovo fra le note del silenzio, oltre l'orizzonte dell'immaginazione e ancor più in là, verso l'infinito...
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Fiore di loto
Vi voglio narrare di un miracolo che ancor oggi si perpetua. In un giorno d'autunno di tanti anni fa, sbocciò un fiore, un fiore di loto, unico nel suo genere e fonte dei colori dell'arcobaleno. Là dove sbocciò rimane un eterno profumo, nuota col vento della notte posandosi sui prati in fiore. Da subito cominciò a splendere illuminando ciò che lo circondava. Le stagioni si susseguivano, ma lui non conosceva i segni del tempo, anzi la sua bellezza e la sua luce crescevano di giorno in giorno, attirando tutto ciò che gli stava intorno, come un fiore che attira api, farfalle e sguardi di meraviglia. Nel mio volo senza meta fra rotoli di pergamene, nella stagione delle fresie e delle viole, attirò anche me, gemma nascosta ai miei occhi per vite intere, riempiendo di luce e amore la mia esistenza, prima insignificante e grigia. Quel giorno la mia ala rubò un suo petalo, ma lui me lo donò in segno d'amore, trasformandosi nella creatura meravigliosa che adesso sei... Come un'onda di vento su un velo di seta, giungesti nel mio cuore, terra d'esilio, le tue parole e la tua voce, battiti d'ala, s'impigliarono nella mia anima. E fu la tua voce, il tuo sorriso e tutto ciò che da te emanava che mi fecero innamorare di te, non il tuo corpo, guscio della tua immensità e custode della tua anima. Eppure un corpo ci è stato dato, e non importa che esso sia bello o meno, perché è solo il mezzo con cui l'anima cerca il contatto con l'altra anima su questa terra. E penso come sarà meraviglioso poter far l'amore con te, sapendo che non lo farò solo col tuo corpo, perché in quei momenti di pura estasi, assaporeremo la fragranza stessa dell'infinito. Far l'amore diventerà qualcosa di divino, e guardandoci negli occhi nel momento più intimo dell'unione, diventeremo una sol cosa, le nostre anime si fonderanno in una monade indivisibile fatta di eternità e cullata dall'infinito... Sai? Conservo ancora quel petalo fra le pagine del mio cuore, l'ho rivestito con fili di luce d'anima per non sciuparlo. Quando la nostalgia di te sfoglia quelle pagine per leggervi le tue parole d'amore, la sua fragranza pervade la mia essenza rivestendola di gocce d'infinito, come l'amore che ci lega. Buon compleanno!
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Passato, presente, futuro
Ricordo da ragazzo come la vita era diversa, essa scorreva lenta, quasi con pigrizia, nessuna ansia opprimeva la nostra esistenza, le poche cose che avevamo a disposizione si assaporavano con gioia, come le cose più rare e preziose, gioivamo delle cose più semplici, si giocava con quello che c'era. Fortunato chi aveva la TV, non c'era l'ossessione martellante della pubblicità, anzi si aspettava con impazienza di vederla, di vedere "Carosello". Le persone sempre col sorriso sulle labbra e pronte a dare una mano a chi ne aveva bisogno, la solidarietà era spontanea, innata. Era bello fantasticare, sognavamo il futuro che stiamo vivendo, solo che non era questo.
Il nostro animo sognante e incontaminato non immaginava neanche lontanamente una società come quella che ci ritroviamo dove imperversano egoismo, cattiveria, brutture e una corsa frenetica verso le illusioni... il nulla.
Dobbiamo imparare a fermarci, a godere di ogni piccola gioia che la vita ci offre, assaporarla lentamente, con gusto, perchè ci resti dentro, per non dimenticare, per ricordare chi siamo e da dove veniamo. Il nostro futuro è fra le stelle e quello della nostra vita? La nostra vera vita?
Quale sarà?
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Perché mi segui?
"T'ho visto sai? Perché mi segui? "Perdonami, ma in quest'ora buia della notte, senza luna né stelle, l'unica luce che può guidarmi sul sentiero che sto percorrendo è quella della tua anima". "Ma non sai nemmeno dove sto andando". "Oh lo so, la luce della tua anima non può che condurre in quel luogo d'amore che tutti cerchiamo".
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Amico mio
Amico mio, eccomi di nuovo davanti a te. Vorrei raccontarti tante cose, ma non so se farlo. Ti parlerei dell'inferno, di come esso sia realtà e non leggenda, perché lo conosco, esiste, è qui, ci vivo. Di come le sue lingue di fiamma percuotano la mia esistenza come fruste e con parole di fuoco marchino il mio cuore e la mia anima. Ti parlerei di come la solitudine, col suo freddo sudario, vesta i miei giorni, la mia non vita, di come mi spogli delle emozioni, lasciandomi nudo e solo con me stesso. Ti parlerei di lei e di come un tempo mi amava, ma poi pian piano si ritirò nel vento disperdendosi fra le stelle e i colori dell'universo e di quanto sia vano per me inseguire quel vento. Ti parlerei ancora di tristezza, di dolore e pianto, ma non lo farò, amico foglio, non lo farò più, ormai le mie mani tremano! Ti lascerò intatto, costruirò una cornice con le mie lacrime e ti appenderò sul mio cuore. Quando la nostalgia verrà a visitarlo, divorandolo, ti guarderò amico mio, con la segreta speranza di vedervi incise le sue parole d'amore che ho dimenticato. Scusa se una lacrima ti ha accarezzato.
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La casa degli angeli
Un vecchio cancello arrugginito nel tempo, una casa, la casa degli angeli. Angeli perduti, senza paradiso. Un sottofondo di musica fa vibrare un groviglio di corpi da cui si levano grida d'orrori, di gioie, di pace, paure artificiali e viaggi artificiali. In quell'ammasso umano mi sento stranamente solo, guardo quei giovani e un brivido mi percuote. Nelle mille rughe del loro volto antico è passato l'aratro impietoso del tempo. Un tempo chiamato droga, che consuma a poco a poco quell'intreccio di corpi vuoti, incapaci di lottare, senza più ideali e volontà, apatici ed insensibili perchè non hanno più la forza di rientrare nell'orrenda caverna che ha sconvolto i loro cuori e le loro menti. (1974)
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Il mondo in mi 7a
Prendo il giornale e leggo che Di giusti al mondo non ce n'è Come mai, il mondo è così brutto!? Sì! Siamo stati noi a rovinare Questo capolavoro sospeso nel cielo Nel cielo, nel cielo! Leggo che Sulla terra Sempre c'è Una guerra Ma però Per fortuna Stiamo arrivando Sulla luna Mentre qui C'è la fame C'è la fame! Ogni atomica è una boccia E i birilli son l'umanità Il capriccio di un capoccia Ed il mondo in aria salterà! Si rapina il lunedì Ci si ammazza gli altri dì Guarda un po' che società! Ipocrisia Qua e là Non va! Non esiste morale C'è per tutti un complesso Un problema del sesso E le persone serie Che non raccontano le storie Le hanno spedite in ferie! Questa terra è il monopolio Delle idee sbagliate Qui si premiano quei films Dove c'è un morto in più Si divorano i romanzi Con l'indizio a rate C'è persino corruzione Dove c'è lo sport Noo ragazzi Ma non rattristatevi così Piccolo? Perché piangi? Eeh, allora staremmo freschi se veramente nel mondo succedessero tutte queste cose Eh, e poi, lo sapete anche voi, no? I giornali qualche volta esagerano sempre un po' Guardate quello che scrivono su di me E poi se andiamo a vedere Questo giornale chissà di quanti anni è Anzi, adesso voglio proprio guardare la data È di oggi! E se noi Tutti insieme In un clan Ci uniremo Cambierà Questo mondo Se noi daremo Una mano A chi ha Più bisogno Ci sarà Solo amore Solo amore Ci sarà Solo amore Adriano Celentano https://www.youtube.com/watch?v=Nkt83ykakOw
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Il Dio di chi?
Era giunto quasi alla svolta del sentiero quando si sentì apostrofare "Ehi tu, fermati" Si girò e vide dietro un muretto un uomo che lo osservava con odio. "Dite a me?" "Si a te, ridammi il gatto che hai rubato". "Vi sbagliate, non ho preso niente". L'uomo osservò per un po’ il viandante e riprese "Sei vestito in modo strano, non sei di queste parti, in questi territori, fin dove giunge il mio sguardo e oltre, non ho mai visto nessuno vestito così". "In effetti vengo da molto lontano" "Capisco, non hai una casa, né un lavoro, né da mangiare, ma giri il mondo... e allora cosa c'è nella tua bisaccia se non il mio gatto?" "Oh... solo i miei cristalli, con me porto solo loro e la fede nel mio Dio." "Il tuo Dio... e chi è il tuo Dio?" "Il mio Dio è... è l'unico Dio, il Dio di tutti gli esseri umani." "Tu!!! sporco bugiardo, come osi infangare il nome del MIO Dio, il Dio che ha vissuto fra noi, la razza eletta che l'ha visto nascere e ascendere in cielo. Non può essere lo stesso Dio, non accetterebbe fra i suoi seguaci gente miserabile come te che non sia della nostra razza." Il viandante lo osservò per un po’ e poi gli disse con occhi pieni di pietà "Il mio e il tuo sono lo stesso Dio, forse eravate la razza eletta, ma non avete saputo mantenere questo privilegio, vi siete spinti a paragonarvi a Lui. Questa vostra presunzione vi ha puniti, infatti sento il vuoto nella tua anima, Dio l'ha abbandonata sdegnato dalla vostra arroganza ed io piango per la solitudine delle vostre anime."
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Fiore di luna
Sei sbocciata nel mio cuore come fiore di luna nell'istante in cui le stelle accendevano il loro sorriso illuminando di riflessi d'argento il più bello dei fiori di loto.
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La danza delle anime
Nell'ora più buia della notte la mia anima lasciò la sua casa, per compagna una vuota bisaccia di solitudine. Si diresse verso il lago del silenzio, si spogliò delle illusioni e sedette sulle sue rive. La pelle striata da scudisciate non sentiva più dolore, si era ormai arresa al buio che avanzava e si preparava all'ondata di nero che l'avrebbe avvolta. Mille e mille volte era morta e rinata, e ancora sarebbe morta e rinata nei mondi dell'incertezza, dove ogni attimo dilata all'infinito solitudine e smarrimento, dove il nero di quel buio diventa così accogliente e la luce non ha motivo di esistere. Vide il fuoco sorgere dalle acque e una voglia improvvisa s'impossessò di lei. Sulle punte delle fiamme della solitudine, volteggiò in balli tribali come un'anima primitiva in cerca della luce che aveva smarrito, di se stessa e della sua compagna. Seguì i passi di luce dei desideri quasi spenti, vi soffiò dentro, ciò bastò ai suoi sogni per sentirne il respiro, e all'infinito che era ancora viva. Pezzi di paradiso caddero in quel luogo squarciandone il nero inchiostro, i venti del nord fecero il loro ingresso e lei danzò coi colori delle aurore sui sacri fuochi di quel paradiso in fiamme. Lingue di luce e amore si sostituirono alle fiamme, i colori delle aurore sfumarono nel bianco e partorirono la sua anima gemella, si unì a lei in un abbraccio infinito, anima nell'anima. I desideri che avevano camminato nel cielo li adagiarono su fioriti prati seminati con la passione spontanea dell'anima, il loro possedersi trasformò il bianco in rosa e poi in rosso porpora, il colore dell'unione dei sensi. Su loro piovvero gocce di rugiada, s'incantarono a guardare la pioggia ed ascoltarla, era il fluire dell'eternità che li chiamava con le sue gocce d'infinito.
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Immagina l’infinito
Immagina l'infinito, ecco, esso è solo un granello di sabbia della spiaggia della tua anima ed è solo una goccia dell'oceano del mio amore che della tua riva cerca sempre l'abbraccio.
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Il colore dell’anima
"Signore, signore" L'uomo si voltò e rimase per un lungo istane sorpreso e incuriosito nel vedere il bambino con in mano il suo portafoglio. Il bambino riprese: "So quello che sta pensando, come mai un ragazzino nero come me sta restituendo il portafoglio ad un uomo bianco. Vede, è molto semplice, ho pensato che se fosse successo a mio padre e non gli avessero restituito il portafoglio, per la mia famiglia sarebbe stata una tragedia." L'uomo ancora più meravigliato lo fissò, poi disse: "Capisco, sai una cosa? io non sto vedendo solo un ragazzino nero, ma anche una luce che lo circonda, è la luce della tua anima e l'anima non ha colore né nazionalità."
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Piangi... piango
Piangi se il tuo amore ti manca e la malinconia veste i tuoi giorni, piangi se il tuo amico partirà e porterà con sé parte di te, piangi se la solitudine avvolge i tuoi giorni e ti senti solo e abbandonato, piangi se vedi il mondo scivolare verso la rovina e non puoi fermarlo, piangi se vedi nei volti della gente la sofferenza e il tuo sorriso non basta a lenirla, piangi se ingiustizia, corruzione e cattiveria dilagano e ti senti impotente, piangi se gente misera d'animo fomenta odio per sentirsi superiore e tu provi pena per loro, piangi senza vergogna per tutto ciò che potrebbe essere e non è se il tuo cuore te lo chiede. Si, piango per tutto ciò senza vergogna, raccoglierò ogni lacrima versata nella coppa della speranza, ognuna di esse racchiude una stella, le accenderò affinché illuminino e dissolvano l'oscurità che abita l'anima dell'uomo e gli facciano vedere la parte nascosta, dove amore, bontà e perdono aspettano di essere dissepolti. Piango anche di gioia perché ho visto la mia parte nascosta, ho compreso e mi sono perdonato, solo così potrò offrire il mio perdono agli altri e abbracciare le loro anime.
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Il saggio disse...
Il saggio disse al discepolo: "Per quante maschere tu possa indossare nascondendo il tuo vero volto, prima o poi ciò che alberga nella tua anima si manifesterà e tutti vedranno il tuo vero volto. Spogliati di esse e mostra ciò che veramente sei, sii onesto con te stesso e con gli altri, solo così manterrai la tua dignità di uomo libero!"
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Semplicemente... mi manchi!
Se tu mi manchi... mi manca tutto. Ci sono momenti in cui mi manchi in un modo che non so nemmeno dire, ma nello stesso tempo è come se invece fossimo tutt'uno... Non riesco ad immaginare cosa potrebbe essere domani, ma per quanto riguarda oggi, avrei voluto poterti chiamare, sentirti dire che mi ami, e tutto il resto delle tue adorabili parole... che mi mancano. Mi manchi quando esci e mi manchi quando esco io, cerco di immaginare quel che fai quando chiudi il telefono e poi mi viene da sorridere e mi dico che per sentire così tanto la tua mancanza evidentemente ti amo da morire... una strana sensazione mi pervade, di mancanza totale ma anche il contrario... E allora penso a te, la tua città, come ti muovi, dove vai, chi incontri. E invidio le persone che ti parlano, ti guardano, ti sorridono, ti stanno vicino, che condividono momenti della tua vita, ciò che non è ancora concesso a me. Ma loro non hanno quello che di più prezioso ti appartiene e che hai donato a me, la tua anima, il tuo cuore, il tuo amore... 29/12/2013
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Vola
Ti diedi la vita che scorre in me, la forza di epoche vissute a lottare, la volontà di arrivare dove sembra impossibile, un'anima e un cuore dove versai calici d'amore e un sorriso per illuminare sempre la tua via. Ti diedi piume per scaldarti, ali per volare fra le praterie dei cieli ed accarezzare dolcemente le correnti di invisibili sentieri. Cucii le tue piume una ad una coi respiri della mia anima rendendole lucide con lacrime d'amore. Fui sprone alle tue paure e sostegno ai tuoi sforzi. Giorno dopo giorno i riflessi delle tue piume s'allontanavano, finché ti vidi volare libero e gioioso. Un giorno le tue possenti ali ruppero il filo che ci legava, portandoti oltre il mio vederti. Adesso casa tua è ovunque, fidati sempre del tuo cuore, anche se il cielo sarà in fiamme, segui i passi di luce dell'anima, dove l'amore cammina nell'infinito e nuota nel cuore della notte, dove illumina il destino dei viaggiatori che troveranno la loro via. Ascolta sempre il tuo cuore e vivi nell'amore.
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Nelle profondità dell’anima
L'uomo ha sempre rivolto lo sguardo in alto, cercando il suo riflesso migliore, la meta posta in cima da raggiungere, il sentirsi superiore agli altri, il contatto col divino. Egli non sa che più sale e più s'allontana da tutto ciò. Egli non sa che la ricerca è un discendere, un tuffarsi e lasciarsi andare nelle correnti della propria anima, in fondo al nostro più nascosto essere, nelle profondità dell'infinito che è in noi. Solo in quegli infiniti profondi spazi della nostra anima potremo dispiegare le ali e volare oltre i sogni, oltre noi stessi, oltre la vita, oltre la morte.
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Ti conosco
"Ciao, io ti conosco, ti ho già incontrato." "Ciao, è possibile, incontro tanta gente, e dove mi hai incontrato?" "Ti ho incontrato nei miei sogni, mi hai parlato senza parole, eppure riuscivo a sentirti" "E' lì che incontro la gente e parlo con loro, la voce dell'infinito non ha bisogno di parole." "Perché gli altri non ti vedono ed io si?" "L'Amore non ha forma, non ho ancora toccato le loro anime, non me l'hanno chiesto." "Neanch'io te l'avevo chiesto, eppure ti vedo e ti sento." "No, non lo avevi chiesto, ma in fondo al tuo cuore, senza saperlo, lo desideravi. Adesso la tua anima risuona delle mie carezze perché hai sempre dato amore senza chiederne in cambio, hai accettato ogni avversità con un sorriso, hai sempre perdonato senza giudicare. Ecco, tutto ciò loro ancora non lo conoscono."
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Ascolta il tuo cuore
Ascolta i tuoi desideri camminare nel cielo e vola con essi. Abbandona la mente e i pensieri, abbandona le vesti del mondo che indossi, sali leggera sui gradini dell'infinito, e là, dove nasce l'orizzonte dei sogni, incontrerai te stessa. Ascolta il tuo respiro nell'incanto delle stelle, ascolta il tuo cuore, ascoltane il suono e lascia che la tua anima danzi sulle sue note. Non ascoltare il mio, non sentire l'eco della sua voce mortale, tu sei fatta per l’infinito, per volare in alto e per sognare.
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Oggi è il giorno
Oggi è il giorno, ti ricordi? Mi manderai un saluto mentre percorri la strada verso l'alba dell'anima, con la luce che splende sul tuo viso e il tempo che si ferma a guardarti? Ascolta la voce che viene dal profondo, è il richiamo del mio cuore, chiudi gli occhi e troverai il ponte che conduce ad esso. Oggi è il giorno, mi accarezzerai con la tua voce? Sono nella terra dei tuoi silenzi dove brilla sempre la stella del mattino, troverò il mio posto nella culla della tua serenità, cercherò i petali sparsi delle tue parole e le appunterò sul mio cuore. Oggi è il giorno, soffierai le tue parole d'amore sul mio cuore? Apri gli occhi e lasciati incantare dalla magia dell'amore, trova il varco per la terra promessa, ho costruito la scala che conduce ad essa, porgimi la tua mano, la stringerò con dita di vento e ti condurrò dove tutto è meraviglia. Oggi è il giorno, mi donerai i fiori raccolti nel giardino della tua anima?
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Vieni con me
Dammi la mano e vieni con me, ti porterò in un posto dove non sei mai stato, oltre i confini della tua immaginazione, dove tutto ciò che è conosciuto non esiste. Vedrai cose che ti toccheranno il cuore, udrai parole che riempiranno la tua anima. Stringi forte la mia mano e non aver timore se proverai sensazioni ed emozioni nuove... perché siamo arrivati, finalmente, dove respira l'amore!
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Ti vedrò sorridere
Uno strano silenzio scese nel mio animo, sentii spegnersi il sorriso nel mondo. Un gelido brivido mi pervase, come se la luce dell'universo si fosse spenta. Camminai per le strade del mondo in cerca di un sorriso sul volto della gente. Vidi solo rughe di preoccupazione scavate nei loro visi. Vidi bambini dietro le vetrine dei giocattoli con sguardi spenti, la bramosia dei giochi era fuggita via dai loro cuori, rassegnazione ed apatia nei loro occhi. Veder sbiadire i colori della vita perdendosi nel grigio della nebbia addolora e stria di tristezza la mia anima. Fa male al cuore assistere alla lenta agonia della vita che si disperde in mille rivoli di una morte che non muore. Mi guardai dentro in cerca di risposte, vi trovai un sorriso che pian piano crebbe finché sbocciò sulle mie labbra. Andai incontro alla gente e cominciai a sorridere, fu come il vento del deserto, levigò le loro rughe, baciò le loro labbra ed entrò nelle loro anime. Guardai il viso di un bambino, come fu bello vederlo sorridere!
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Regalami un sogno
Ti avevo chiesto un regalo, ecco, il momento è giunto. Regalami il sole in modo che dissolva le ombre di cui sono prigioniero. Regalami la luna che colorerà d'argento i tuoi capelli nelle notti in cui come bimbi salteremo di stella in stella. Regalami un sentiero su cui camminare e il profumo della terra mi canterà di te. Regalami il sogno di intere vite perché sarò sempre qui ad attenderti fra le ragnatele del tempo e se mai un giorno il tuo cuore ritornerà a camminare su questa terra e avrà nostalgia del mio e dei giorni che ci hanno visto sorridere, finalmente io sarò... Sarò l'alba che sfiorerà i tuoi occhi, lo specchio in cui ti guarderai, l'acqua che accarezzerà il tuo corpo, il vestito che indosserai. Sarò la strada dove camminerai, la sigaretta che fumerai. Sarò il volto della gente che guarderai e la voce con cui ti parleranno. Sarò la brezza che accarezzerà i tuoi capelli, il sole nei meriggi d'inverno e l'ombra nei giorni d'estate, Sarò il gatto che si struscerà ai tuoi piedi, il cibo che mangerai, le parole del libro che leggerai, il letto su cui riposerai, la coperta che t'avvolgerà e il sonno che cullerà i tuoi sogni. Sarò tutto ciò che guarderai e udrai, sarò ai margini dei tuoi pensieri, sulle rive della tua anima e nei silenzi del tuo cuore. Sarò tutto ciò che vorrai, anche un vaso dimenticato in un angolo della casa e mi basterà chiudere gli occhi per viverti. Voglio solo amarti attimo per attimo, coccolarti e sorriderti quando sarai stanca, accarezzarti i capelli quando la bambina che è in te vorrà un po’ di tenerezza, essere il guardiano della tua isola nei momenti in cui vorrai star sola e vorrei... vorrei tanto invecchiare con te. Perché se la tua anima non tiene per mano la mia, io non sono...
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Lasciami ancora sognare
Non svegliarmi amore mio, lasciami ancora sognare, lasciami ancora sognare quando, la prima volta, vidi il più bello dei fiori di loto come un miraggio nel deserto della mia solitudine, quando strinsi le tue mani nelle mie, quando le mie labbra timidamente sfiorarono le tue, quando mi sembrò di abbracciare l'universo stringendoti fra le mie braccia. Non svegliarmi amore mio, lasciami ancora sognare di domani, quando vedrò sorridere i tuoi occhi nel guardarmi, quando stringerai le mie mani fra le tue, quando il tuo amore asciugherà le mie lacrime di gioia. Non svegliarmi te ne prego amore mio, lascia che io viva qui la mia vita con te, in questo nostro mondo dove i sogni sono realtà. Non sopporterei saperti lontana da me, fra i silenzi delle ali dell'infinito dove io non esisto!
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Una bellezza diversa
C'è una bellezza diversa nella semplicità di una singola cosa, come un fiore fra i sassi. La crudezza della pietra rende più prezioso il fiore.
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Dolci erano i venti
Dolci erano i venti, come carezze di primavera. Dolci le piogge, come lacrime di paradiso. Dolci le stagioni che trascorrevano felici e mai accennavano alla devastazione del dolore. Adesso sono pioggia d'acciaio e tuoni di solitudine, come una tempesta che lacera il cuore... un pugno lo stringe, lo fa gridare in una morte infinita, una morte perpetua, grida eterne... grida che cantano silenti l'agognato oblio.
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Noi che scriviamo
Questo pensiero l'avevo pubblicato circa 10 anni fa sul sito di alidicarta
Non so se vi è mai capitato o ci abbiate mai pensato. Noi che scriviamo su un foglio di carta un'emozione, un sentimento, uno stato d'animo che in quel momento nasce in noi, o perchè l'abbiamo vissuto, o perchè siamo stati spettatori, o perchè la nostra mente mai sazia cattura pensieri vaganti, non sempre li pubblichiamo subito, ma un pò alla volta, tenendoli da parte. Così almeno faccio io, senza considerare che ho ancora molti scritti degli anni '70... stati d'animo che scrivevo rubando tempo allo studio, ma allora mi sembrava importante farlo ed erano solo a mio uso e consumo, erano episodi che avevano segnato la mia vita in un senso o nell'altro. A volte capita di leggere uno scritto di altri simile al nostro, persino nel titolo, come è successo a me. Non leggo tutti gli scritti degli altri, non per supponenza, ma per mancanza di tempo. Lavoro ancora e poi a casa è quasi impossibile ritagliarsi un pò di tempo con tutti i: fai questo... prendi quest'altro... vai qui... ecc. Allora che fare? Non pubblicarlo più? Lasciarlo sbiadire nel tempo? Buttarlo via? No! Perchè comunque quello scritto è un nostro pensiero, una nostra creatura, una nostra emozione, è nostro! Può succedere che su un determinato argomento, le idee, le impressioni, le esperienze, il modo di vivere un'emozione convergano e allora si possono scrivere similmente le stesse cose, ma dette diversamente perchè ognuno di noi ha un suo modo personale di esporre. Quindi le similitudini sono possibili, ma questo non deve voler dire che si è copiato o emulato ed essere poi tacciati di plagio. Non so quanti di voi la pensino come me, ma sentivo di doverlo dire... ed ecco, l'ho detto! 18 ott 2012
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Il viaggiatore
Inarrestabile ha viaggiato sin dalle perdute origini, attraversando infiniti vuoti, galassie, nebule, ammassi stellari, ha visto nascere e morire un numero inimmaginabile di stelle e pianeti, ha portato il suo respiro fin negli angoli più remoti dell'universo sfiorando chissà quali meraviglie.
È giunto sino a noi, suoi figli e schiavi, regalandoci un alito del suo respiro e adesso chissà dov'è giunto e dove giungerà.
Il tempo mai s'è fermato e mai lo farà finchè l'universo stesso lo rincorrerà e lo fermerà per iniziare un nuovo viaggio.
16 ago 2012
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Il pescatore di anime
Un sorriso orna il suo volto, nei suoi occhi splende la luce dell'universo, cucito nell'anima ha l'amore, sulle sue ferme sponde riposa e dorme l'antico Dio. Il suo incedere sembra sfiorare il terreno, d'innanzi a lui si aprono i sacri elementi, ogni cosa sfuma nel silenzio calmando lo spirito e il più segreto struggimento. La sua anima è racchiusa in ogni fiore che sboccia, in ogni lacrima che solca il viso, nelle paure più nascoste dell'uomo, nell'amore che germoglia e fiorisce nei cuori delle persone, nel respiro della vita stessa, egli è colui che bisbiglia nel vento e cammina nell'alba.
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Non dovrei sentire la solitudine
Non dovrei sentire la solitudine se tu abiti nel mio cuore, se il tuo amore riposa in silenzio nella mia anima e la tua luce illumina la mia vita. Non dovrei sentire la solitudine anche se le mie lacrime solcano il viso, non sono forse i momenti in cui sento di amarti ancora di più? non sei forse per sempre nel mio cuore? Eppure piango, piango perché vorrei essere fra le tue braccia, perché mi manchi, perché ti amo, perché mi ami. Piango, se così dev'essere, ma è un dolce pianto, lacrime di paradiso sul mio cuore, dove il vento sospira lieve il tuo alito d'amore.
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Non aver paura del buio
Dall'altopiano ad ovest il vento di ponente annuncia l'arrivo del crepuscolo colorando di timori e paure il giorno ormai alla deriva con le vele ammainate. Lo sento gemere dei tuoi sospiri di bambina che teme ancora il buio. La notte ti riporta attraverso la vita innumerevoli volte, rivelandoti il futuro, o i possibili futuri a seconda della decisione che prenderai durante il resto dell'esistenza. Non aver paura del buio, nel campo di grano che circonda la tua casa ci sono adesso io a vegliare su di te, e quando sentirò i tremiti del tuo cuore getterò un ponte fra le rive delle nostre anime e verrò da te. In questa lunga notte d'inverno sarò la luce che ne assorbirà il nero inchiostro, catturerò mille lucciole e ne farò lanterne, appenderò la luna al soffitto, cristalli di neve brilleranno del suo chiarore, tesserò una coperta di seta bianca con fiori di vitalba, gocce di rugiada verserò nella tua coppa, t'avvolgerò fra le mie braccia e t'accarezzerò con mani bianche d'amore, placherò i tuoi timori con sussurri... il buio s'inchinerà a te accendendo miriadi di stelle. Quando ti sarai finalmente addormentata senza più paure e prima che il sole del mattino giaccia sui picchi cullando in un dolce tepore ciò che abbraccia, scivolerò fra le spighe di grano che brilleranno come candele illuminando i nostri sorrisi.
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Echi di solitudine
Silenziose le folgori della solitudine scivolano nel cielo della notte lasciando sul mio animo un manto di tristezza, drappeggiato da sensazioni di vuoto indefinibile. Onde di sofferenza si abbattono come uragani flagellando il mio povero cuore, solitario scoglio in un deserto d'acqua. Sento tutto il peso degli oceani come un pugno che mi stringe il cuore, lacerandolo con artigli di sofferenza. Echi di dolore l'attraversano, urla silenziose provengono dalle sue profondità facendolo passeggiare sul confine della vita, che ormai risuona come un'eco in fondo alla percezione.
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The song of distant earth
Il futuro dell'uomo è fra le stelle, l'universo lo attende. Egli un giorno raggiungerà nuovi mondi, ammirerà nuovi orizzonti, nuove albe, nuovi tramonti, calpesterà nuovi suoli, avrà una nuova luna, un nuovo sole. Quando nelle calde sere d'estate alzerà lo sguardo al cielo e cercherà la sua stella, non la troverà. Una lacrima brillerà del riflesso di una miriade di stelle, un manto di nostalgia lo avvolgerà con una dolce melodia come un sussurro che non giungerà dallo spazio profondo, ma dal profondo del suo cuore, perchè l'avrà portato con sè, ha sempre avuto in sè The song of distant earth.
https://www.youtube.com/watch?v=gRivMEEZZE8
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Torna a volare
Ricordo quando hai aperto le tue ali nel mio cuore, imparando a volare nei suoi spazi infiniti, spazi pieni di un amore di cui ti nutri. Hai volato fra rocce ed alberi figli di un tempo senza tempo, poi le hai ripiegate accucciandoti in fondo al mio cuore. Adesso vive nei tuoi silenzi, dei tuoi silenzi, non senti scuoterti dai suoi singhiozzi? Riapri le tue ali, non aver paura di volare, sarò il vento che ti sosterrà, sarò l'aria che accarezzerà le tue piume, sarò più delicato di un fiore, più forte del tuono della notte. Non guardare la piccola nube oscura dinanzi a te, non impedire al tuo cuore di dire "ti amo", ma fissa il tuo volo sulla stella dell'infinito amore che brilla dinanzi a te. Vola libera senza catene fra le pieghe della felicità, lascia dietro te la paura di soffrire, abbraccia il mio amore con le tue ali. E quando vorrai fermarti, vieni a riposare sulle sponde della mia anima.
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Filastrocca del postino
Postino, tu che quando sentiamo la tua moto ci fai sospirare... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando ti fermi davanti a casa nostra ci metti in allarme... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando suoni il campanello ci fai prendere un accidenti... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando ci porti le bollette ci fai arrabbiare... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando ci porti le multe ci fai morire... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando reciti "Non sparate sul pianista" ridi sotto i baffi... abbi pietà di noi. Postino, tu che non ci porti mai un vaglia... abbi pietà di noi. Postino, tu che sfrecci per le vie del paese, sfreccia lontano da casa nostra e dona a noi la pace. 2012
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Fra le pagine del tempo
Ti ho donato ali di libertà forgiate con amore eterno. Ho aperto la gabbia del mio cuore, ti ho guardata volar via finché lacrime hanno velato i miei occhi e pregato gli Dei affinché veglino su di te. Vivi gli immensi spazi che hai sempre sognato. La porta del mio cuore sarà sempre aperta, in modo che tu possa trovar rifugio quando la nostalgia appesantirà il tuo volo e sentirai il bisogno del mio calore. Ti sei rifugiata nei silenzi della tua isola avvolta in un invisibile manto, sei andata oltre i sacri spazi immergendoti nel tempo dell'anima, hai visto la luce degli Dei e sentito la loro voce nell'unirti a loro. Nell'attesa ho cavalcato il grande Drago dei tuoi sogni e sono stato il guardiano di quell'isola. Ho custodito i tuoi silenzi come la cosa più preziosa, ho imparato ad ascoltarli e parlare con loro dissetandomi dalla loro coppa mentre il mio cuore sanguinava spargendo petali di sangue, lacrime di paradiso, sulla solitaria attesa fra le pagine del tempo.
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La bellezza della tua anima
Quando il giorno si risveglia dal deliquio notturno, mi apro al nuovo mattino e ti vedo sorgere dalla nebbia dei sogni di tutta la mia vita, dardo scagliato da mano divina che ha trafitto il mio cuore. Da sempre t'ho amata, cuore mio. M'innamorai del tuo essere tu, dei tuoi silenzi, scrigno in cui custodisci il tuo amore per me, della tua voce, canto che danza fra le pieghe delle emozioni che suscita, dei tuoi sorrisi, carezze di primavera, del tuo cuore, fucina d'amore che m'avvolge come fiamma che cresce e fiorisce, di tutte le meraviglie racchiuse in te. E mi basta chiudere gli occhi per vedere la bellezza della tua anima, manto di luce con pelle di seta, in cui l'universo stesso si specchia per rubare i colori di cui si veste.
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Cantore d’emozioni
Non sono un maestro d'ascia che fabbrica parole con maestria, o un virtuoso violoncellista sulle cui dita danzano parole come note, o un menestrello che forgia storie per le vie del mondo. Sono solo un cantore d'emozioni, che crede ancora in ciò che il cuore gli racconta...
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Occhi neri
Adoro guardare l'alba insieme a te, ma ancor di più quella che sorge dai tuoi occhi, e so che mai nessuna potrà eguagliarne la luce in cui si specchia l'universo stesso. Anche il sole si perde in essi colorando le tue ciglia coi suoi raggi. La prima stella della sera... un diadema fra i tuoi capelli, in cui la luna riflette se stessa con intrecci di perle, e sento di perdermi in quegli occhi in un vortice d'amore dove cuore e anima si sublimano in un'armonia divina fatta dell'universo della tua anima.
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Storia di una piccola coniglia
Giusto per cazzeggiare un pò :) Mentre cammino vedo una piccola coniglia che si dibatte in mezzo alla fanghiglia, la prendo e la porto in famiglia. La moglie la lava come una stoviglia e una volta pulita gridiamo… che meraviglia! Poi succede il parapiglia perché tutti vogliamo coccolare la piccola coniglia. Ci si accapiglia e ci si aggroviglia in un parapiglia che assomiglia a una guerriglia. Allora urlo: fermi tutti, sono io il capofamiglia, tengo io la piccola coniglia. Tutta la famiglia prima mi guarda con occhio da triglia, poi dalle risate si scompiglia e ci si riaccapiglia. Ricevo un calcio alla caviglia, un colpo alle sopracciglia e provo a rendere la pariglia. Sembra che tutta la famiglia stia ballando la quadriglia, ci si piglia e ripiglia mentre se la svigna la piccola coniglia stanca del nostro parapiglia, va in camera e s’infila sotto la ciniglia e beata s’addormiglia. Ad un certo punto la figlia non vede più la coniglia urla e s’acciglia, è sparita la coniglia. Allora formiamo una squadriglia per cercare la coniglia, dietro le porte tutti si origlia, dietro una sentiamo che sbadiglia, e capiamo che si è nascosta sotto la ciniglia. Piano abbassiamo la maniglia, ci lanciamo come un’unica flottiglia sulla povera coniglia, ci guarda affamata e bisbiglia che vuole un po' di vaniglia. I nostri volti si dipingono di meraviglia e sorridiamo perché la piccola coniglia adesso fa parte della famiglia.
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Sfida alla vita
Ci siamo mai chiesti cos'è la vita? Perché viviamo, come la viviamo, che vita stiamo vivendo? E' la nostra? O quella degli altri? E gli altri che vita vivono? Vedo gente con sguardi inespressivi, né un sorriso, né un'espressione di dolore, indifferenti verso la vita, verso tutto, ormai arresi. Altri indossano la maschera di un sorriso, ma con un pianto sommesso nel cuore perché ancora indossano un refolo di dignità. La vita non è mai stata facile per nessuno e mai lo sarà. Ma questo non deve farci arrendere, ci saranno sempre ostacoli davanti a noi, non devono farci paura, non dobbiamo aggirarli, ma devono essere una prova da superare. Facciamo della vita un'avventura, una sfida a tutto ciò che sembra impossibile, la vita stessa è una continua sfida. Se persistiamo alla fine vinceremo, ma, anche se non dovessimo uscirne vincitori, questa sfida lascerà dentro noi una nuova consapevolezza che ci farà sicuramente sentire meglio.
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Un sogno di libertà
Sulle ali dell’inverno da est giunse il nemico, così gli era stato detto. Una danza di draghi si snodava sulla terra, dalle foreste, dalle pianure, dalla madre terra essi giunsero nel crepuscolo dell’inverno. Seduto sulla bisaccia piena di niente, mentre il mondo si sgretolava attorno a sé, guardava attraverso la piccola fessura degli occhi gonfi di lacrime, in un cielo rosso fuoco, le nuvole nel loro lento movimento e gli uccelli volare... liberi. Anche se chiuso in una prigione senza sbarre, i suoi pensieri e ideali di libertà sorgevano indomiti nel cuore della storia. Un uomo che lotta per la libertà può venire incatenato e rinchiuso, ma non i suoi pensieri e i suoi ideali, perché non si possono incatenare. Essi nascono, germogliano, fioriscono, vivono nella nostra mente e nel nostro cuore, prendono forma e consapevolezza trasmettendole a tutto il nostro essere. Sono liberi, senza confini, i loro semi vengono trasportati dalle correnti della libertà, attecchiscono in altre menti e cuori dando vita a quella voglia di libertà che è innata in noi e da sempre è il nostro sogno... un sogno di libertà!
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Il signore del nulla (Riproposto)
In groppa al suo destriero alfine giunse sulla cima dell'agognata collina. Infinite praterie, foreste e città si paravano ai suoi occhi, fin dove lo sguardo riusciva ad abbracciare l'orizzonte e oltre... ancora oltre... sempre più in là, fino a sfidare l'immaginario, fino ad estasiare il suo ego, fino a saziare la sua sete di potere. Il mondo era suo. Povero illuso, tu possiedi il nulla, il tuo mondo è solo un guscio vuoto, perché per quanto tu possa sottomettere la gente, non potrai mai incatenare la loro anima, la loro voglia di vivere, di amare, di cibarsi delle meraviglie che la vita ci dona, come guardare il sole scivolare fra gli alberi al tramonto, guardare il cielo spruzzato di stelle in una notte d'estate, il lento levarsi del fumo da un comignolo, il placido scorrere di un fiume, l'inebriarsi del profumo dei fiori, sentire il contatto della pelle della persona che ami, ricevere il sorriso da un bambino che ti riempie l'anima. No, tu non possiedi nulla, solo il vuoto, come la tua anima...
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Petali d’anima
Giorni, come alberi spogli, nudi rami, ore infinite senza la tua voce. Il gelido vento del nord s'avvinghia con spire di serpente, strappando le ultime foglie e portandole via insieme alla tua voce, petali d'anima, verso un mulinare di tristezza e assenza che strazia anima e cuore, oltre l'orizzonte del nulla. Lascia un silenzio a cui strappo la pelle, denudandolo, con le mie nude mani scavo fino a sanguinare inseguendo il ricordo dell'eco della tua voce, scavo, scavo e scavo, invano, la tua voce l'ha rubata il vento...
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Madre di un popolo
Il tempo si è fermato ai bordi di un sogno e la lunga notte si avvolge nelle ombre. Bella perché ha quel nome, ancor più bella perché ha i colori del mare e del sole, non è donna né mortale, ma madre di un popolo. Inutile il cielo per essa, tormentosa la luce del fuoco, beffarda la breve vita della nazione che santificava i suoi giorni e l'aria con canzoni e parole di tenerezza. Ma lei offre sempre una speranza senza nome, la speranza della libertà. La meta al limitare dell'est, dove apparvero le tenebre annunciando il terribile dilemma: dimenticare il segreto della libertà e tornare a un mondo oscuro e spopolato schiavo dei draghi ma con ancora una parvenza di vita, oppure lottare fino allo stremo per scacciare dal proprio suolo la morte e l'invasore.
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Violenza!
Sangue, ancora sangue, sempre sangue per un lembo di terra sofferta! Si combatte ancora in quell'angolo di cosmo! S'uccide per il possesso d'un pezzo di terra che ha partorito un dogma. Quando, i capi di governo, i generali, i politici,
inquinati interiormente, non cercheranno più di contagiare i già depauperati esseri umani perchè denudati del loro contorno e ridotti a bestie? Quando finiranno di preferire il denaro ad una vita umana?
Quando cesseranno d'essere macchine egoiste e sanguinarie, quando rulli compressori che schiacciano gli uomini per raggiungere la loro meta schifosa? Fratelli si scagliano gli uni sugli altri lasciando alle proprie spalle corpi squarciati dalla violenza
eretta a regola in quel gioco. Aerei solcano spazi infuocati in cerca di bersagli da abbattere su quella devastata polvere. Quando non sentirò più fremere il mio io dilaniato da tempeste interiori in continuo dilagare? Forse quando gli esseri umani saranno esseri umani? Una solitaria cometa,
sfrecciando su quei burattini, illumina per un istante un teatro sventrato da mille proiettili umani!... (1974)
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Il viandante
A lungo viaggiai per il mondo, mille e mille volte percorsi gli stessi sentieri, e ancora li attraverso. Ecco quel sasso. Ricordo ancora quando da ragazzo vi ero seduto e lo vidi giungere. Quello che mi colpì fu, nonostante una grande bisaccia sulle spalle, il suo passo lento e leggero, sembrava sfiorare il terreno. Mi chiese cosa ci facessi li e perché piangevo. Risposi che i predoni della notte avevano ucciso i miei genitori e bruciato la mia casa, e adesso non avevo più niente. Mi tese una mano e mi disse "Vieni con me". Risposi " Ma io non ti conosco, e poi sono solo e non ho più nulla, solo lacrime e dolore". "Vedi", disse, "anch'io non ho niente, eppure ho tutto". "Com'è possibile ciò?" chiesi. "Oh capirai" rispose. Anche se titubante lo seguii, in lui vi era qualcosa di familiare, emanava calore e fiducia. "Da dove vieni?" gli chiesi. "Oh... da qualsiasi luogo, da tutti i luoghi". "E dove vai?" "In tutti i luoghi... ovunque". "Sei solo?, non hai una famiglia e una casa?" chiesi ancora. "Solo?, non sono mai solo. Non ho una casa, ma infinite, come pure infinite famiglie, anche tu sei la mia casa e la mia famiglia". "Non capisco" risposi. "Ricordi che ti dissi che pur non avendo niente avevo tutto? Or bene, ogni cuore è la mia casa, così come ogni persona è la mia famiglia. Non aver niente e non voler niente vuol dire avere il cuore libero dai beni illusori, e quindi poter contenere tutto l'amore dell'universo. Anche il tuo cuore adesso è vuoto e può contenere tanto amore, e se lo donerai alle persone, sarai anche tu nei loro cuori e loro nel tuo, sarete un'unica cosa, una famiglia. In effetti notai che non vi era più dolore e sofferenza nel mio cuore. "Come sai che il mio cuore è vuoto e in esso non vi è più dolore e sofferenza?" chiesi. "Oh lo so, lo so" rispose sorridendo. Gli sorrisi anch'io e nel guardarlo notai la bisaccia. "Cosa porti li dentro?" "Il dolore delle persone, anche il tuo adesso". Lo guardai sorpreso e nel suo sorriso vidi il mio, gli lasciai la mano e mi ritrovai solo. Ero io quel bambino, ero io quel viandante che vidi giungere.
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Vorrei...
Vorrei essere il primo raggio di sole di ogni mattino per accarezzare il tuo viso, posarmi sui tuoi neri occhi, sfiorare le tue labbra e donarti il respiro della mia anima. Vorrei essere la prima stella della sera e brillare solo per te quando fissi i tuoi occhi su di me. Vorrei essere lo specchio dove ti guardi per farti bella e poterti dire che lo sei già così. Vorrei essere lì con te e viverti attimo per attimo, sarebbe bello anche starmene in un angolo a guardarti, solo osservarti è respiro di cielo per me, solo amarti è vita per me. Il tuo amore è un mare d'emozioni che permeano cuore e anima della tua essenza meravigliosa che scorre in me come vita, una vita che vivo come sogno. Mi hai dato una vita da vivere e sogni da sognare e non voglio rinunciare a questi sogni, a "quel" sogno che inseguo da sempre... vivere fra le tue braccia. Anche se solamente il mio pensiero ti sfiora, un brivido accarezza il mio cuore e sento il bisogno di dirti che ti amo, il desiderio che tu lo senta, e sentir sorridere il tuo cuore nel sentirmelo dire. Ma se ciò non sarà possibile, lo terrò segreto dentro me, lo inciderò su alberi di lontane terre, lo scriverò su muri a te sconosciuti, lo affiderò al vento in modo che lo regali a cuori innamorati, lo adagerò su ali di seta di mille farfalle per colorare il mondo del mio grido d'amore per te. Se potessi farti capire l'immensità di ciò che provo per te, come mi fa sentire, cosa provoca in me, lo farei, ma non riesco ad immaginarlo neanch'io, semplicemente... è un amore che ignora il tempo e abbraccia l'eternità.
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Nacqui cieco
Nacqui cieco nel divenire dei flussi del tempo pur vedendo. Crebbi, stagione dopo stagione, nell'oscurità della mente, all'ombra di ancestrali paure con cui nutrii cuore e anima. Il velo della notte calò perenne sui miei occhi, giorni velati d'indifferenza, intrisi dell'oblio del tedio, dove sentimenti ed emozioni erano sconosciuti. Eppure pretesi di camminare sulle acque, ed ogni volta sprofondai sempre più nelle paludi del mio ego. Sfidai senza ali gli immensi spazi, e come Icaro abbracciai madre terra. Osai sfidare le sacre montagne, mille e mille volte caddi e mi rialzai, ma come Sisifo, mai raggiunsi la vetta. Il mio non fu un camminare da uomo, ma uno strisciare su aguzzi sassi che lastricavano i sentieri della vita, dove la mia anima si lacerò. Guardai attraverso quegli squarci e vidi una luce. La seguii, lontano viaggiai fino alle stelle, fino a che spazio e tempo si annullarono, mai mi arresi. Finché giunsi alla sacra fonte della vita, del sapere, dell'amore. Guardai nel mio cuore e vidi i misteri più grandi, allora bevvi nella profonda coppa della saggezza, imparai ad amare me stesso, tornai fra gli uomini col cuore colmo d'amore, donai il mio e mi vestii del loro.
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io
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Figlia dei celesti Dei
Figlia dei celesti Dei, forgiata col cuore degli universi da mani bianche d'anima, dove pulsa, da oltre il tempo, l'amore più puro, sei stata adagiata in un campo di grano, culla degli Spiriti della terra, in un giorno in cui il vento di maestrale piegava le spighe in danze di antichi giorni, la luce del sole si perdeva nei tuoi neri occhi e i guardiani della notte rinchiudevano l'oscurità in gabbie di luce. Amata dagli Dei come la più cara fra le figlie, hai attraversato i flussi della vita per giungere, nei giorni ancora da venire, sino a me, anima vagante in questa sterile terra dove radici non ho, ma a me non servono radici o una casa, la mia casa è il tuo cuore e ovunque esso sarà là è la mia eterna dimora, donandomi il tuo amore troppo grande per il mio cuore mortale che brucia di una fiamma eterna che consuma. E la notte, dove dorme il giorno, sei nei miei sogni, sussurri ai silenzi della mia anima parlandole col canto del mare...
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Ciò che cercavo
Nel mio peregrinare solitario per il mondo in cerca di risposte, una volta, in un fitto bosco, m'imbattei in un vecchio, con barba e capelli canuti e un'età indefinibile. Aveva abiti trasandati ma un aspetto austero ed emanava una dignità che non lasciava dubbi. Era solo, al rumore dei miei passi non si voltò nemmeno, sapeva già chi poteva essere. Lo salutai, mi ignorò. Ci riprovai, e visto che non mi muovevo, si voltò lentamente e mi guardò a lungo con occhi penetranti che mi diedero l'impressione che leggesse tutti i miei pensieri e segreti. Gli chiesi cosa ci facesse lì, se anche lui era di passaggio, Si avvolse in un manto di freddezza e di silenzio che rese gelido perfino il sole appena sorto. Tutto ciò mi incuriosì, e visto che lui non parlava gli lanciai una silenziosa sfida, mi sedetti di fronte a lui e mi misi ad osservarlo. Dopo un lungo e pesante silenzio, mi decisi e parlai di ciò che mi spingeva ad andare in giro per il mondo e di ciò che cercavo. Solo allora si decise a parlare e mi disse che viveva lì. Alla mia muta domanda rispose che no, non era solo, era circondato da ciò che una persona può desiderare di più... animali e piante. Nelle sue parole c'era qualcosa che mi turbava, ma non riuscivo a inquadrarla. Una risposta, o un indizio di risposta, a una domanda che non avevo rivolto... ma non riuscivo nemmeno a determinare quale domanda. Prese da terra una foglia, me la mostrò e disse le parole che non volevo udire ... "La foglia vive il tempo che le spetta e non si oppone al vento che la porta via. La foglia non danneggia e alla fine cade per nutrire nuove foglie. Così dovrebbe essere per tutti gli uomini e le donne, che rifuggo con tutto me stesso". Poi concluse chiedendomi "Troverai le risposte che cerchi?, dove andrai?" Risposi "Forse ne ho già trovata una che nemmeno sapevo di cercare, mi auguro solo di non essere in ritardo". Il suo silenzio fu più eloquente di tante parole. Lo salutai e mi rimisi in viaggio immerso in me stesso. Camminai a lungo, finché decisi di fermarmi in un posto che sembrava adatto per le mie riflessioni. Costruii una capanna col falasco che in quei posti abbondava, mi procurai l'indispensabile..... Riflettei a lungo sulle parole udite, parole che mi avevano toccato l'anima risvegliando in me ciò che era dormiente. Un giorno, non so dire dopo quanto tempo, sentii bussare alla porta, con grande sorpresa, ma anche con gioia devo dire, vidi che era il vecchio saggio. Sorpreso? mi sentii dire, lo ero, eccome. Lo accolsi come il più grande dei sovrani, la sua saggezza e il suo sapere sovrastavano ogni regalità. Gli chiesi quale fosse il suo nome, ma mi rispose che "vecchio" andava bene, non lo ricordava più il suo e un nome non rispecchia la persona. Nel silenzio del suo sguardo era scolpita una muta domanda. "Vecchio saggio, esordii, le tue parole hanno illuminato la mia anima, ho meditato a lungo sulle tue parole e ho capito cosa volevi dire. La foglia è la vita racchiusa in un corpo, questo vive il tempo che gli è concesso, qual esso sia, e il vento che la porta via non è altro che la morte terrena. La nostra vita dovrebbe essere e Deve Essere il sogno nascosto di tutti noi, dove prevalgono amore, verità e bellezza. Nonostante molti provano a soffocarlo questo sogno non morirà perché proviene dalla parte migliore di noi, quella parte che continua a credere che l'umanità è positiva, mossa da una sola, grande, maestosa energia: l'Amore che alcuni chiamano anche Anima. La nostra Anima nutrirà nuove vite, e vita dopo vita ci porterà da dove siamo a dove vorremmo essere, dalla morte alla vita, dalla sofferenza alla gioia, dall'oscurità alla luce, fino ad abbracciare l'Amore Universale, fino ad essere noi stessi un'unica cosa con esso e in esso." Mi guardò a lungo con occhi penetranti, poi si alzò e con un sorriso che non gli avevo mai visto mi disse "Ormai non hai più bisogno di me, sei in grado di percorrere da solo il sentiero che hai imboccato e che ti condurrà alla Luce, là ci incontreremo".
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Forze del cielo
Intorno per i boschi io vedevo le ali del cielo trasmigrare, innamorato. E adesso qui, sto lunghe ore silenzioso e solo , il pensiero per la sua voce forma figure di dolore e amore dei bei giorni di settembre. E lontano tendo l'orecchio, se forse non giunga quella dolce melodia, perché il mio cuore mortale abbia anch'esso come gli altri una carezza d'amore, e non spasimi la mia anima ansiosa di fuggire oltre la vita. Sii tu per me respiro, canto della sua voce, sii la mia felicità, il giardino curato con tanto amore, dove vagando fra fresie e mirti in fiore, possa dimorare nel suo dolce amore, mentre là fuori con tutte le sue onde il tempo impetuoso scroscia lontano. E voi forze del cielo che benedite l'amore di ognuno, benedite anche il nostro.
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Perché solo a Natale?
Perché solo a Natale siamo tutti più buoni? Perché solo a Natale? La bontà non ha un periodo prestabilito, le persone bisognose non hanno i problemi solo a Natale, ma sempre. Per noi natale lo deve essere tutti i giorni, la bontà va esercitata sempre, non è una festa comandata, neanche a noi farebbe piacere che si ricordassero dei nostri bisogni solo una volta l'anno. È come quando ci si rivolge all'Onnipotente solo nel momento del bisogno, poi che fine fa? O la festa della donna una volta l'anno, la donna, le persone, vanno rispettate sempre. Ecco, una semplice domanda che dobbiamo porci tutti, sempre, altrimenti non lamentiamoci poi se nel mondo succedono certe atrocità. Tanta serenità a tutti...
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Haiku
Tanto vicini rami che si sfiorano eppur lontani
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Unico canto
Vieni e placami questo tormento nel cuore, delizia dei celesti spiriti che ti hanno forgiata! Calma la convulsa lotta coi tranquilli accordi del cielo, finché nel petto mortale ciò che è diviso si unisca, finché l'antico sentimento dell'amore si levi possente e sereno fuori dal fermento del tempo. Con il tuo amore vieni a donarmi un permanere nella vita, un cuore. Adesso poco posso offrire e solo molto perdere, ma una cara felicità, la sola, nel ricordarmi di più ricchi giorni m'è rimasta. Dagli Dei però ricevemmo già molto, ci fu data la fiamma dell'amore. Molto più che in misura umana sono con noi quelle forze celesti. E ce lo indica la stella che innanzi agli occhi ci sta, anche se mai potrà uguagliarti. Ci parliamo e udiamo l'uno dell'altra, presto saremo unico canto e l'immagine del tempo che il grande spirito dispiega ci sta avanti come segno fra lui e noi.
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Quando soffia il vento
Quando comincia a calar la sera le ombre s'allungano sui ricordi di mille vite fa. I tempi si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda, la leggenda sbiadisce nel mito quando ritorna il tempo che lo vide nascere. In un tempo chiamato in molti modi, un tempo ancora a venire, un tempo da molto trascorso, tutto tace d'improvviso al giungere del crepuscolo. Le antiche barriere si sono indebolite. Nelle valli, nei boschi e nelle case oscurità, silenzio e paura regnano sovrani. I viandanti affrettano il passo ormai incerto, sui loro volti si dipingono rughe di preoccupazione, i boschi divengono immobili ed ogni fruscio sfuma nel nulla, i lumi nelle case si spengono uno dopo l'altro, persino i respiri cessano. Antiche creature camminano di nuovo e ne nascono di nuove, odore di rovina e di cambiamento pervade ogni cosa, forse vedremo la fine di un'epoca e nelle tempeste dell'esistenza le antiche pene crocifiggeranno di nuovo il cuore degli uomini, quando soffia il vento nell'ora che precede il buio.
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Guardavo senza vedere
Come uno dei tanti viandanti di questa vita percorrevo le stesse strade tutti i giorni senza scorgerne di nuove, da sempre guardavo senza vedere. Poi un mattino il vento della luce accarezzò i miei occhi e mi mostrò un nuovo sentiero, mi fermai ad osservarlo, qualcosa mi spinse e mi attirò nello stesso tempo ad imboccarlo. Man mano che m'inoltravo sentivo me stesso svegliarsi dal sonno della vita e con l'animo sempre più leggero, non vi era più quel velo di nebbia attraverso cui guardavo, una nuova consapevolezza s'impossessò di me e tutto mi fu chiaro... Dovevo affrontare il mio lato negativo e non evitarlo, capire che nulla mi è dovuto e che invece tutto va conquistato, sfidai le paure, i dubbi, le pretese, l'egoismo di cui ero prigioniero, individuai le cause vivendole e trasformandole in una gioiosa avventura. La bisaccia piena del mio ego lasciò cadere una ad una tutte le maschere che avevo indossato. Adesso vedevo con nuovi occhi. La natura non era solamente un ammasso inanimato di verde con macchie di colore, ma qualcosa di vivo e meraviglioso, con profumi, colori e suoni provenire da ogni dove. Le persone non erano più solo dei corpi, in loro vedevo tutto... il dolore, la gioia, l'amore, sentivo i loro cuori, toccavo i loro pensieri, sfioravo le loro anime. Mi sentivo in unione e in pace con me stesso, la bellezza era ovunque come l'amore, m'innamorai dell'amore. Cominciai ad amare tutto ciò che mi circondava perché in ogni cosa c'è amore, in ogni cosa ci siamo noi, l'universo stesso siamo noi. Mi fermai e piansi come un bambino, felice per aver riscoperto il mio io profondo e la meravigliosa realtà in cui siamo immersi. Alla fine quel sentiero mi riportò dove l'avevo imboccato, tutto ai miei occhi fu diverso, avevo imparato a guardare.
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Il cielo della sera
Nel cielo della sera sboccia una primavera, le rose si aprono e sereno sembra il mondo dorato nell'imbrunire, non il mio cuore che un tempo amava spiare l'alba. Prendetemi là con voi o nubi di porpora, luce e aria sciolgano queste pene d'amore, lo liberino dalle catene che lo legano a questo suolo e fate che possa volare libero come aquila non più legato ad esso attraverso il mare che a perdita d'occhio mi giace sotto come coltre color zaffiro. Come sempre resta inascoltata preghiera, turbato resto sotto questo cielo, ma le parole rinasceranno come fiori. La notte mi esilia e mi tiene in incantesimo, il mio cuore resta sveglio ed è vano nasconderlo nel petto, ed è vano frenare l'anima, chi può impedire la gioia di un amore alimentato da un fuoco divino giorno e notte?
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Ho sognato questo mondo
Ho sognato di vivere in questo mondo, di camminare fra strade lastricate di corpi impauriti che guardavano le nere nubi del futuro incombere su di loro, sentivano uragani di pensieri fra i sicomori come ululati di lupi, vedevano la società scendere dai monti come bruma e avvolgerli fra le sue spire di serpente mentre i loro corpi tremavano di paura percossi dai fantasmi della mente. Corpi senza più un cuore perché non hanno saputo ascoltarlo. Non è questa la realtà che volevo sognare. Soffierò nei loro cuori il respiro dell'anima e disperderò le loro paure, nella coppa delle mie mani raccoglierò le loro lacrime e le trasformerò in gocce di rugiada, cospargerò di silenzi i loro pensieri e placherò l'orda dei lupi, farò sorgere mille soli di speranza e disperderò la bruma, insegnerò loro ad ascoltare il loro cuore, a guardare dentro se stessi e non chimere, donerò loro ali di fenice perché riprendano a volare nei loro sogni.
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Se tu non amassi te stessa
Se tu non amassi te stessa come ami gli anni custoditi nel tuo cuore le stelle appese al cielo la rugiada del mattino le fresie e il mirto in fiore i colori della vita e dell'alba che scivola nel tramonto non saresti quella che sei Non saresti quella che sei se non amassi vivere fra le pagine di mondi fantastici rincorrere farfalle in campi di fiori selvatici nascondere la tua infinita dolcezza nei silenzi che fanno vibrare il cuore di chi sa ascoltarli se non amassi rinchiuderti nella tua isola custodita dalle ali del grande drago i vaneggiamenti di un cuore innamorato e tutto ciò che ti rende felice non saresti la donna meravigliosa che sei non saresti la donna alla quale ho donato il mio cuore.
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Ciao papà
Ho scritto di te tanti anni fa, quando eri ancora con me. Non ti ho mai dimenticato, anche se molte volte ti ho lasciato dormire in fondo al cuore. Cuore che vorrei fosse come il tuo perché sei stato un papà meraviglioso. Ricordo ancora quel lontano 21 ottobre 1979 quando ci lasciasti, disteso su quel gelido letto ti guardavo senza piangere, sul tuo viso era appena dipinto un sorriso che io conosco e dentro me ho sorriso anch'io, sapevo che eri in un mondo migliore di questo. In tutti questi anni hai vegliato su di me cercando di correggere i miei errori, di darmi suggerimenti, ma il mio cuore non ti ha ascoltato. Poche notti fa ho pianto come un bambino quando sei venuto ad abbracciarmi in sogno, lacrime di gioia e dolore. Adesso sarai da qualche parte su questo pianeta, ma aspetta a sposarti ed avere figli, aspetta che io concluda il mio percorso terreno, voglio rinascere ancora come tuo figlio, voglio che tu sia ancora il mio papà e soprattutto voglio essere il figlio che volevi che fossi.
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Il nero dell’anima
Nei lontani confini del regno di luce, le porte si aprirono alle correnti del vuoto, il nero vuoto della mia anima, bandita dai signori delle cinque Contee. Un tempo risplendeva di luce, le stelle si specchiavano in essa riflettendo se stesse nell'universo, in lei vi era il respiro dell'universo stesso. Eccelsa fra le anime era l'eletta dei signori e vessillo del regno, regno circondato dall'oscurità, il nero più profondo dell'animo umano. Ogni giorno amavo guardarlo, silenziosa sfida fra luce e tenebra. Un mattino udii le sue parole, canti di sirena, "Oh prediletto, amato dai signori ai quali dispensi generosi consigli, non sei forse tu a decidere su tutto? Non sei forse tu al di sopra di loro? Cosa sarebbero senza te? Sei tu il vero Signore dei cinque regni, è noto a tutti ormai. Prendi nelle tue mani il comando, nessuno ti ostacolerà, il potere è tuo, o onnipotente, il potereee..." Parole che mai m'avevano sfiorato, s'insinuarono in me come serpi in grembo, parole come colpi di frusta, spellarono il mio cuore e lo marchiarono a fuoco. Quelle parole rivestirono i miei giorni, la notte accarezzavano il mio orgoglio, e quella parola... "potere" aleggiò sui miei pensieri seducendoli, la mia anima si striò di tenebra, la luce di cui brillava fu risucchiata in un nero vortice... Mi ritrovai davanti all'oscurità totale, mi sentii chiamare da sussurri come lame spezzate... "vieni da noi...vieni...vieeeniii..." Nere braccia di nulla mi cinsero e sprofondai nel nero abisso!
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Emozioni di luce
Con una sigaretta in mano, avvolto dal silenzio della campagna che ancora dorme, guardo il vulcano, dalle nostre bocche muto nasce un saluto, il suo fianco pian piano s'infiamma, una nuova alba s'appresta. Il sole, dopo averlo salutato, rivolge a me il suo sorriso trafiggendomi con le sue lance dorate. La rugiada del mattino brilla sulle foglie come perle, un tappeto di lucine, una leggera brezza culla le poche foglie sugli alberi spargendo l'eco del loro suono, ciò ch'era penombra si veste di luce, la natura indossa i suoi colori e la vita rinasce. La tua anima aleggia su tutto ciò che abbraccia il mio sguardo e il mio essere vibra d'emozione. Apro il mio cuore dove ci sei sempre tu e insieme a te assisto a questa meraviglia che illumina ciò che esiste. Ma non sarà mai meravigliosa come te, perché non potrà mai illuminarlo come sai fare tu...
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Le stagioni dell’amore
Sapessero di noi due negli anni futuri, la gente direbbe che ci creammo, amandoci, un nostro mondo segreto, conosciuto solo dagli Dei. Noi troveremo la loro via e pazienti saremo vincitori del destino. E voi antichi Spiriti della terra, fate che noi viviamo in un tempo e in un posto più belli, dove avrete disposto panieri colmi d'amore per potercene cibare. Ma se così non fosse, oh Dei, datemi solo un inverno! E una primavera, in modo che così il mio cuore possa morire sazio fra i caldi colori del suo dolce amore, perché avrò vissuto come voi... avrò vissuto con lei le stagioni sue più care...
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Scriverò di te
Scriverò di te, di quando ti conobbi fra pergamene ingiallite, impreziosite con l'inchiostro delle tue parole che incantano l'anima. Racconterò delle danze del mio cuore al suono della tua voce e dell'eco delle tue risa sulla mia anima, dipingerò la tua dolcezza infinita sulle nuvole che ti hanno portata a me e canterò con loro. Descriverò le tue meraviglie di donna e bambina, parlerò dei tuoi silenzi che abitano la mia vita e rivestono il mio cuore facendolo vibrare d'emozione come un bambino al tocco d'una carezza. Il tuo cuore parla al mio con i suoni del silenzio che io conosco, silenzio che amo perché in esso c'è tutto il tuo mondo, il tuo cuore e la tua anima rivestiti d'amore e l'essenza della donna meravigliosa che sei. Intreccerò le tue parole d'amore alle mie quando narrerò di noi, del nostro mondo d'amore, della nostra passione, dell'essere una sol cosa, un sol cuore.
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Grazie
Vi saluto silenti sentieri di campagna, testimoni di questi miei giorni felici. Un inchino a voi, stelle che mi guardate dall'alto donandomi benevoli sguardi. Grazie a voi, alberi dei giorni di settembre che mi abbracciate da sempre con intrecci di rami. E un sorriso a voi, sassi figli del grande vulcano su cui ho danzato. I giorni fuggono e ruggisce il tempo mentre cammina con scarponi chiodati sulla mia anima, ma si ferma davanti ai miei occhi felici e a me, innamorato, un'altra vita è concessa.
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Una nuova alba
Adoravo guardare il tramonto, perché là ero diretto. Odiavo l'alba perché era tortura per la mia esistenza. Poi fra il silenzio delle emozioni sei arrivata tu, leggera, nel crepuscolo della mia vita, quando lasciavo che la pioggia mi bagnasse, assorbendone lentamente ogni goccia, perché avevo l'anima avvizzita come un albero nato su un arido terreno. Gocce di paradiso hai versato nel mio cuore, lenito ferite mai guarite, addolcendole. Quando il sole scorge se stesso tu sorgi sulla mia vita illuminandola, con impeto mi aspiri negli abissi del tuo cielo, tempeste d'amore in giorni sereni toccano il mio cuore. Nuvole e venti passano spesso inquieti sopra me, ma il mio cuore ricorda in pace i travagli di quella vita perché adesso adora guardare l'alba insieme a te, mano nella mano.
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Ricordo quando non vivevo
Ricordo quando non vivevo. Uno dei viandanti di questa vita che percorrono sentieri, senza meta o scopo, con indosso solo il saio dell'indifferenza. Un giorno ad una svolta del sentiero vidi un vecchio seduto su un sasso. Mi fissò, sapevo che vedeva tutto il buio che avevo dentro. “Dove vai?” mi chiese. “Percorro le strade della vita”, mi sentii rispondere e non ho ancora capito perché risposi in quel modo. “Verso dove?” insistette. “ Verso...”. Mi bloccai, non sapevo dove stavo andando, non mi ero mai posto questa domanda. Perché non mi ero mai chiesto dove andavo, quando mi mettevo in cammino?
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Nuove stelle e nuovo sole
Ricordo quando il sole lentamente moriva insieme alle stelle che cadevano come meteore sull'arido deserto della mia esistenza spoglia di sentimenti ed emozioni. La solitudine era un dolore che non mi lasciava respirare, ma ora le stelle brillano ancora e il sole rinasce ogni giorno. Mi porge il suo saluto giocando fra le fronde degli alberi e dipinge con i colori dell'amore ogni mattino. Quell'amore che avevo sempre atteso che adesso abita il mio cuore e lo veste di emozioni mai provate, emozioni che mi spingono ad amarti fino a impazzirne, fino a morirne e felice di consumarmi per quell'amore! Quell'amore unico, immenso, che arriva una volta sola nella vita, quell'amore che travolge e stravolge, che fa dimenticare se stessi. Quell'amore che annebbia la mente, quell'amore che strugge il cuore, che strazia l'anima, quell'amore che toglie il respiro e prosciuga dentro se non lo hai accanto, quell'amore ricco di passione che brucia come fiamma, che cresce e fiorisce accecando i sensi, che vorresti sempre stringere e abbracciare se no ti senti perduto e che riempie e da un senso alla vita avvolgendola di luce e di meraviglia. Quell'amore che adesso sto vivendo! Rinuncerei alla mia anima pur di poter guardare i tuoi occhi scuri Ti regalerei i raggi della luna per farne una collana, se solo tu me la chiedessi. Mi sdraierei ai tuoi piedi se solo tu dicessi "tappeto" Sarai l'unico tronco al quale mi appiglierò in questa piena d'amore travolgente Ovunque tu sarai, avrai il mio cuore in tasca e la mia vita appesa alla tua anima La mia vita... adesso è un sogno dal quale mi sveglio tutte le mattine prima di poter sognare di nuovo.
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Momenti
Ci sono momenti in cui tutto si confonde e sfuma e la notte diviene giorno dove lei dolcemente invade i miei pensieri e l'anima. Il battito del cuore è un tamburo della preistoria che mi sveglia nel cuore della notte e l'assenza delle sue braccia è tormento, ma lei è comunque dentro di me. E il giorno, nelle ore in cui lei è lontana, i pensieri diventano i carcerieri del mio respiro, ma è comunque dolce anche solo il pensare a lei.
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Vieni da me
Da sempre ho desiderato viverti e respirarti in ogni istante della mia vita. Perché non sei qui con me? Vieni da me te ne prego! Attraversa il mare, sarò il vento che gonfierà le tue vele. Vola da me, sarò le ali che sosterranno il tuo volo. Ma vieni te ne prego, vieni e cammina su questo mio cuore, terreno arato dalla lontananza, e semina i germogli delle tue carezze. Anche oggi il giorno fugge e con esso il tuo incanto, si fa buio, e come sempre sono solo sotto il cielo della sera. Dalle nere nuvole, con un lontano tuono, fiammeggia la folgore annunciando il dio del tempo. Mi canta l'antica ninnananna tessendomi sugli occhi il buio della notte. Ma io non posso, anima mia, non posso abituarmi a tutto questo, anche se nel sonno ti sogno! Non sono dunque solo? Fai giungere attraverso la notte il tuo respiro nella mia anima, in modo che l'afferri, lo stringa e si riempia d'esso, così potrò viverti e respirarti nell'esilio della mia solitudine.
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Mi vestii di cielo
Vita dopo vita confezionai l'abito più bello per il momento che avevo sempre atteso e quando giunse mi vestii di cielo. Indossai una camicia dai riflessi di luna, presi un raggio di sole e lo annodai come cravatta, scelsi le stelle più belle e ne feci bottoni, calzai scarpe di nuvole, un arcobaleno come sorriso e il fiore della vita nel taschino. Attesi, con indosso l'abito migliore, come uno sposo sulla soglia di un sogno con in mano il bouquet dell'eternità, invano, finché l'abito si sgualcì, consumandosi fino a disfarsi. Brandelli di cielo caddero, i riflessi si oscurarono, il raggio di sole divenne un cappio, le stelle si spensero, i calzari divennero nubi di tempesta in cui ruggisce ancora la folgore del silenzio e dell'abbandono, l'arcobaleno svanì e l'eternità appassì. Adesso, figlio della notte, vesto di cenci e stracci, ciò che rimane di quell'abito, e come un reietto mi aggiro in vicoli bui, dove ogni andito conduce a vicoli ancora più stretti e bui. Quando la sera sfuma mi rifugio in antri oscuri e giaccio con la fiera che si aggira fra le ferite della mia anima.
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Verrò a cercarti
Verrò a cercarti quando la pelle del tempo muterà e prima che l'ultimo grano della clessidra cada Verrò a cercarti quando l'aurora svestirà i colori il sole non sorgerà più sulla mia anima l'imbrunire sarà uno sconosciuto e rimarrà accesa l'ultima stella Quando la coppa delle mie lacrime sarà vuota raccoglierò la rugiada del mattino e verrò a cercarti Prima che i giorni spoglino la mia vita verrò a cercare la tua voce e le darò un volto lo guarderò lo accarezzerò lo bacerò e gli dirò...
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I cancelli dell’anima
Con il fardello della comprensione, la speranza stretta fra le mani, mi fermo davanti ai cancelli della tua anima. Rovi abbracciano la ruggine incisa dal tempo, ma non mi fermano ed entro nel tuo mondo. Mi accoglie un regno d'ombra e silenzio, come se il sole non vi fosse mai sorto; in quel luogo anche le stelle sono spente. Sgomento mi guardo intorno: una piccola luce rivela una capanna, mi avvicino. La porta è socchiusa, entro aspettandomi il buio, ma un cero rischiara una piccola stanza. Fili di falasco pendono dal soffitto, le pareti decorate dalle immagini di un amore vissuto in ere lontane e che si ripete in ogni tempo. Su un piccolo tavolo, chiuso dentro un barattolo, un cuore rattrappito batte con ritmo lento e una donna devastata dal dolore beve da una coppa colma di disperazione, mostrando il vuoto nel petto, mettendo a nudo l'anima. Quando s'accorge che la osservo, afferra con rabbia il barattolo in cui vive il suo cuore, come se volesse proteggerlo da me. I suoi occhi... Non potrò mai dimenticarli. Lo sguardo è così gelido che anche il poco calore del cero si ghiaccia, poi guarda quel povero cuore e piange. Mi avvicino, verso un cucchiaio d'amore nella sua ciotola di disperazione e la costringo a bere. I suoi occhi si addolciscono, rimette il suo cuore nel petto, mentre veste le labbra di un dolce sorriso, finalmente indossando la bellezza perduta. Dai fili di falasco gocciolano perle e i ricordi alle pareti disegnano aurore. La prendo per mano e la conduco ai cancelli dell'anima. I rovi sono scomparsi, lasciando posto ad intrecci di cerfoglio e di gelsomino e mentre camminiamo, un tappeto di seta bianca e argento si srotola per mostrare il sentiero di questo strano amore ritrovato.
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Prendimi se ci riesci
Il sonno mi ghermì scivolai in un sogno popolato da maghi, fate, cavalieri, draghi, gnomi, elfi un mondo d'inchiostro nato dalla mia fantasia. In quel mondo fatato al limitare d'un bosco sei apparsa improvvisa dal nulla magica visione come Ninfa dei boschi un tutt'uno con le foglie il tuo viso... non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel fiero cipiglio mossi un passo verso te un'aria di sfida si dipinse su di esso e una melodiosa voce pronunciò "provaci..." Avanzai ancora ma le foglie che ti vestivano ti portarono via svanisti lasciando un'eco di risolini Mi addentrai nel bosco alla tua ricerca ti eri dissolta in esso... mi ritrovai ad inseguire una voce... ogni foglia, ramo, albero, fiore... tutto in quel bosco cantava di te e delle tue risa che sembravano dire "prendimi se ci riesci" Ancora oggi in questo mondo non fatato inseguo quella voce... che continua a ripetere "prendimi se ci riesci"
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Vestirò di conoscenza
Sento il peso del mondo su di me chiuso in un bozzolo ho una percezione velata di esso che lascia spazio alla mia fantasia di volare con le ali della curiosità. Il mio bagaglio di cose apprese e dimenticate è una valigia vuota ormai. Avrò tempo di scoprire e capire cosa si cela là fuori quando mi presenterò in tutta la mia nudità, nudità che vestirò di conoscenza.
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Fulmine o tuono?
M'hanno chiesto se sono un fulmine o un tuono. Non ho risposto. Ho rivolto la stessa domanda a me stesso e mi son detto che no, non sono un fulmine, non ho ancora lacerato i veli dell'ignoranza con bagliori di fuoco non sono un tuono, non ho ancora suonato i tamburi della vita. Sono solo un'anima vagante in questo mondo alla ricerca di tutto ciò che non ho e non so. Ma, ahimè, le mie ali son tarpate, non sono come quelle di una farfalla che vola di fiore in fiore, o come quelle di un'aquila che solca immensi spazi da un orizzonte all'altro. La mia è un'anima che striscia come bruco sempre col timore di un'ombra che incombe... in attesa di trasformarsi in un'anima libera.
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Una voce...
Lieve come il respiro d'un bambino giunse da lontano volando su invisibili ali leggera come alito di primavera delicata come la carezza di un sorriso armoniosa melodia per l'anima che ascolta...
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Tra cuore e anima
"Non ti ho mai vista, ma so che sei qui da qualche parte, come faccio a diventare come te? ad esser libero da questo corpo?" "Anch'io sono legata a questo corpo" "Si, ma tu sei legata solo con un filo, come un aquilone che può volare libero dove vuole, anima fra le anime nelle correnti dell'infinito, dove la meraviglia non lo è più, dove l'inconoscibile non ha segreti, dove puoi guardare gli Dei e sedere con loro, mentre io sono prigioniero di questo corpo subendo le sue emozioni e le sue lacrime, fauci che ingoiano l'esistenza, mentre gioia e serenità sono fuggite come un tumultuoso torrente verso l'abbraccio del mare dell'oblio. Non ho più la forza e la voglia di lottare e alla fine, comunque, non resterà più niente e tutto si dissolverà". "Oh, nulla sarà perso, ogni dolore e gioia incisi nel tuo cuore li porterò con me nel regno degli Dei". "So che non puoi portarmi con te, allora ti prego, prenditi adesso il mio dolore e portalo via da qui, in modo che finalmente possa guardare la vita che mi resta, con gli occhi della serenità".
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Questa mia non esistenza
Dedicata a chi non ha il dono della vista e dell'udito Non è forse l'alba che porta con sè luce e calore? Non è forse il vento che ci accarezza con ciò che raccoglie? E quando nel cielo le nuvole si rincorrono non sono forse loro a versare lacrime su di noi? Non è forse il pianto di un bambino, di un uomo o una donna un grido di dolore e d'aiuto? E quando una melodia di note discende nel nostro animo non è forse lei che l'addolcisce? E non sono forse io che non so cos'è la luce il vento la pioggia il pianto la musica Non sono forse io che non conosco la vita? Non sono forse io che non so chi e cosa sono? Abito il buio e il silenzio è il mio compagno Conosco solo il contatto di qualcosa di estraneo al mio mondo che mi guida... in questa mia non esistenza!
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Haiku
Alba di fuoco accende il sorriso luce nel cuore
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Io... il Caos
Nuotai senza più un alito di respiro fra visioni portatrici di presagi apocalittici, il cielo si squarciò e piovve fuoco, la terra si aprì e sputò roccia fusa, il buio inghiottì la luce e l'oscurità si estese nel cielo, ingoiando il sole in una notte innaturale, come se la luce di quelle fiamme fosse oscurità. Soffiò un vento ardente come fuoco, un vento che era fuoco, fiamme che si gonfiavano sopra ogni cosa, fiamme che soffiavano attraverso ogni cosa, divennero fuochi d'artificio in mio onore quando giunsi improvviso da oltre l'orizzonte. Sradicai pensieri ed emozioni dai cuori degli uomini cavalcandoli con selvaggia furia, li scagliai in un gigantesco maelstrom dove si fusero in un coacervo di incertezze e paure. Io, l'antico Caos, ringhiando selvaggio assorbii ogni anelito d'ordine, finchè non restò che un deserto di corpi e anime. Da tempo immemore non assaporavo la gioia di sguardi persi nel nulla. Ora, per la prima volta da secoli il mio dominio sulla terra sarà eterno...
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Ero un killer
Guardai ancora una volta il suo viso esanime. I suoi occhi spenti mi trafissero, un'ondata di gelo mi travolse e per la prima volta vidi ai miei piedi un corpo senza vita. Non numero, non bersaglio, ma una vita umana Quel corpo poteva essere il mio, potevo essere io... Qualcosa dentro me si sciolse, la mia nera anima tremò, piansi lacrime rosso sangue, il sangue delle mie vittime. Quante vite... Mio Dio. Senza rendermene conto invocai il tuo Nome... dove sei stato mentre io mietevo vite con la falce insanguinata, dove sei adesso che ho bisogno di te... In quel momento di sconforto sentii il tuo richiamo, mi accostai a te, ascoltai il tuo verbo. Udii la tua voce cantare alla mia anima pregnandola d'amore e bontà e danzai di gioia alla tua chiamata. Peregrina l'anima mia viaggiò alla tua ricerca bussando di porta in porta e attraversando le paludi del pentimento. Più m'apprestavo al tuo cospetto più meraviglie ai miei occhi apparivano. Vidi deserti trasformarsi in giardini fioriti, cuori di pietra sgretolarsi e divenire fertile terra, vidi cose che il mio cuore non osava immaginare. Infine vi giunsi... un luogo che colmava l'anima di letizia, il tuo nome pronunciai guardandoti e attesi trepidante di udire la tua voce. Un opprimente silenzio scese su di me avvolgendomi in un sudario di sgomento... Allora capii... era dentro me che dovevo ascoltare, la tua voce mi attraversò il cuore e l'anima, mi colmò di pace e mi prostrai ai tuoi piedi. Eccomi, sono pronto...
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Alla ricerca di me stesso
Una miriade di lanterne appese al cielo illuminava quel sentiero a me sconosciuto che decisi di percorrere come un viandante che si reca per la prima volta in pellegrinaggio alla ricerca di se stesso. M'addentrai in luoghi dove ogni cosa era nuova per me, sconosciuta, luoghi ammantati di una coltre di nebbia e mistero. Un anelito di speranza albergava nel mio animo e leniva la presenza dei miei compagni di viaggio... gli spettri del dubbio che facevano vacillare i miei propositi e rendevano incerto il mio passo. Infine giunsi alla sua corte... alla mia corte... un palazzo di cristallo. Picchiai il battente col timore che tutto andasse in frantumi. L'aria era così cristallina che sembrava sul punto di frantumarsi anch'essa. Uno sconosciuto m'accolse con un fugace accenno di sorriso, svanito quasi nel momento in cui mi vide. Qualcosa nella scena mi diede la sensazione di già visto, ma certo si trattava dell'immaginazione che cercava un appiglio noto in un luogo dove tutto era estraneo. Mi aspettai che la sua voce mi chiedesse di sapere chi ero, o peggio, che sapesse già chi ero. Il suo sguardo m'indusse a parlare, ma io esitavo, i pensieri si frantumavano, le parole morivano in gola, cercavo una domanda per fargli capire che ciò che avevo perso e cercavo era qualcosa che non avevo mai avuto. I suoi occhi verdi mi trapassarono, mi fecero sentire nudo. Aveva esaminato ogni parola che mi usciva di bocca, l'aveva soppesata, misurata, tenuta contro luce. .... non cambiò posizione, non svanì neanche quell'accenno di ghigno come maschera sul suo volto indossata nell'udire le mie parole. "Non farmi domande" replicò freddamente. "Non sai quali rivolgere e capiresti meno della metà delle risposte, se rispondessi., cosa che comunque non farò. Alla fine sei giunto fino a me, lascia cadere quella maschera che tieni in mano, chiudi gli occhi e guarda dentro te stesso, togli la crosta al tuo animo, tuffati nelle sue profondità, afferra l'eco dei tuoi pensieri, emozioni, ricordi dormienti e risvegliali, guardali, ascoltali, liberali e immergiti in loro". Dopo un tempo che fu infinito, o fu solo un respiro? udii la sua voce... "Dimmi cosa vedi. Vedi me? Vedi te? Vedi noi? Guardati, guardami..." lo guardai... e vidi me stesso...
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Allora capii
Mai i miei occhi avevano subito la visione di una creatura così bella, neanche la più ardita immaginazione avrebbe potuto concepirla. la sua bellezza era tale che mi rese difficile perfino respirare. La vidi avvicinarsi con grazia eterea, mi sorrise e si accostò con tale leggiadria che parve quasi danzare, leggera come una foglia cullata dalla brezza primaverile, pareva una farfalla in un campo di fiori selvatici. Tutto intorno a lei sbiadiva e sfumava, era circondata da un alone di splendore. Si posò con dolcezza sulla mia anima, l'avvolse in un sospiro e mi sussurrò "vieni con me". Mi prese la mano e mi sentii sollevare... guardai giù e vidi me stesso ancora seduto e col capo chino... allora capii.
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Impronte di lacrime
La notte è stata lunga, interminabile, ore, minuti infiniti, sabbia bloccata in una clessidra. Sabbia che adesso i primi raggi di sole indorano infiammando le sue infinite gemme sulle quali lascio impronte di lacrime portate subito via dalle carezze del mare... come la vita ha portato via i miei sogni... lei! Il mormorio del mare mi porta la sua voce, le sue risa, i suoi sospiri... tutto mi porta di lei. Il dolore che tengo per mano mi trascina verso quell'immensa distesa azzurra ed io mi ci lascio condurre, perché lì annegherò la mia agonia e ritroverò lei. L'acqua già lambisce i miei piedi quando odo uno scalpiccio dietro me, una vocina angelica di bimba mi chiama, papà...
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Una muta domanda
Ho visto nascere sorrisi, morire sogni, ho visto lacrime di gioia e di dolore, ho visto donare e rubare vite, ho visto gesti di bontà e crudeltà, ho visto nascere e morire amori, speranze, illusioni, desideri, ho visto... ho visto cose che nel mio animo ho accettato. Ma ho visto cose che il mio cuore non potrà mai accettare... la sofferenza delle persone malate, la via crucis che devono percorrere fra dottori ed ospedali, le loro speranze accendersi e spegnersi al suono di una voce. Vedere nei loro occhi un'amara rassegnazione che cercano di nascondere dietro un flebile sorriso, un calvario senza fine dove la croce viene portata anche dai loro cari, un calvario dove con gli occhi rivolti al cielo rimbomba l'eco silenziosa di una muta domanda... perchè!!?? Ma lassù non c'è nessuno ad ascoltare... nessuna mano protesa... solo un corteo di sofferenza, rabbia e impotenza. Allora anch'io alzando gli occhi al cielo rivolgo la stessa muta domanda... perchè!!??
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Speranza!
Ogni mattina ci svegliamo chiedendoci come sarà la giornata che ci attende. Migliore? Peggiore? Uguale? Ci diciamo "speriamo che non succeda niente di brutto", o "Speriamo che oggi vada meglio", o "chissà se oggi cambierà la mia vita?" Speriamo... Speranza! E difatti lei è sempre lì, dormiente, proprio in fondo al nostro cuore... la speranza! La speranza che un piccolo miracolo accada per migliorare la nostra esistenza. Ma se non accade? Ci consoliamo pensando a chi sta peggio di noi, o speriamo che la nostra salute si mantenga sana. Non si deve provare vergogna per queste aspettative, è nella nostra natura ambire a migliorarci, ma se ciò non fosse possibile, manteniamo alta la nostra dignità di esseri umani e viviamo al meglio con ciò che abbiamo.
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Un libro da leggere
Leggeva tranquillamente un libro, quando una frase lo colpì... la rilesse... non era possibile... la rilesse ancora... e ancora e ancora. L'autore del libro sapeva e forse aveva sempre saputo, e tutti adesso avrebbero saputo... come era stato possibile?
Mille perchè gli martellarono i pensieri, gli erosero la mente, gli consumarono l'anima... perchè era andata così... perchè era andata ancora così?
Non se ne dava pace... era stato attento, aveva evitato di commettere gli errori precedenti, aveva seguito tutto alla lettera, niewnte gesti inutili, non aveva pronunciato parole in più o sbagliate...
La sua vita, adesso, era un libro che gli altri leggevano?
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Ombra fra le ombre
Immerso nel torpore dell'oblio cerco di annegare il mio dolore, odo Il brusìo delle emozioni agitare ancor di più i miei tormenti. Tremule ombre e silenziosi fantasmi spazzano crudelmente il mio cuore, dove lei si aggira calpestandolo e cingendolo con una corona di spine. Ricordo quando glielo offrii, deponendolo ai suoi piedi come una ghirlanda nuziale, ma lei si ritirò nelle ombre e fu un'ombra, svanì sepolta nel silenzio... Silenzio che invoco e lento s'adagia in me. Adesso posso quasi sentire il trascorrere del tempo, grani di sabbia in una clessidra che scendono uno dopo l'altro come macigni sul mio cuore, lentamente... inesorabilmente... senza una fine!
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A meno che i giorni non smettano di trascorrere
Insolite nuove speranze hanno danzato nel mio animo, speranze che non avevo mai osato esprimere per tutto questo tempo. Ora, ti sei creata un posto nel mio cuore dove credevo non ci fosse spazio per altro. Hai fatto crescere fiori dove coltivavo polvere e pietre. Farfalle svolazzano su quei fiori, lampi d'ali gialle, azzurre e verdi. Adesso che alberghi nel mio cuore, ne ho chiuso l'uscio e buttato via la chiave. Niente può essere più bello al mondo, a meno che i giorni non smettano di trascorrere.
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Un mondo d’ombra
Quando abbandonai la via maestra e mi misi a percorrere sentieri nuovi e inesplorati, quando abbandonai la ragione e mi affidai all'istinto, quando abbandonai i miei sentimenti e li chiusi in un cuore di pietra, quando abbandonai l'amore e cercai solo corpi da usare, quando abbandonai le mie emozioni e le lasciai scappare via... scoprii un mondo nascosto dentro un mondo velato da un mondo. Un mondo d'ombra dove le tenebre premevano contro la luce, un mondo dove avevo cominciato a sentire su di me l'oscurità, come se il buio avesse peso. Adesso quel mondo è un segreto sepolto in un segreto ammantato di segreto, perché la verità brucia, ma cauterizza anche le ferite.
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Un bacio sull’arcobaleno
Vago per i viali del parco, estraneo a tutto ciò che mi circonda. Con gli occhi socchiusi e prigioniero di una dolce estasi, sento ancora il sapore dei suoi baci sulle labbra, il tocco delle sue mani che mi accarezzano, il profumo del suo corpo stretto al mio. Rinchiuso nel mio stordimento mi accorgo appena della pioggia che cade, le nuvole, colme di gioia, spruzzano petali di perle su di me. Poi un raggio di sole s'insinua delicatamente facendo fiorire ai miei piedi, come per incanto, un arcobaleno... imprigionandomi nella sua nuance, che inizia a danzare alle mie carezze. La mia meraviglia si specchia in quel valzer di colori che iniziano a salire su nel cielo. Vi depongo un bacio ed esprimo un muto desiderio "portalo da lei, adagialo sulle sue labbra e dille che l'amo".
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Un lontano passato
Mi fermo a guardare la mia vita trascorsa. Com'è stata? Ricordo i giorni in cui essa scorreva serena. Poi... piano piano, impercettibilmente, è cominciata a cambiare... Adesso vivo i miei giorni come meglio posso, senza nessuna certezza per il domani, con la speranza come compagna. Nel buio della notte mi sento solo ed ho paura e a volte penso quanto sarebbe bello avere i genitori che mi mandano a letto e sapere che al mattino tutto andrà meglio. Solo, mia madre non può più risolvere per me i problemi e mio padre non può più promettermi di cacciare via i mostri e fare in modo che ci creda. Ora devo farlo da solo! Sarebbe meraviglioso rivedere i genitori, ascoltare la loro voce, le loro parole che m'infondevano coraggio e sicurezza. Com'è lontano nel passato tutto questo, adesso!
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Persone
Quello che più amo del mio lavoro è il rapporto umano con le persone, nessun altro lavoro riesce a darlo. Essere a contatto con le persone tutti i giorni è un'esperienza unica... è un mettersi a confronto continuamente con gli altri che ci migliora e ci arricchisce, e un saluto, un sorriso, qualche frase sono il sale che condisce ogni giorno la nostra vita, evitando così che diventi piatta e monotona. Certo, li conosco da più di trent'anni ed è come se fossero dei vecchi amici, se non addirittura una seconda famiglia. Non c'è monotonia nell'incontrarli tutti i giorni, perchè ogni volta c'è sempre una sfumatura diversa, un qualcosa di nuovo... Quello che mi rende felice è vedere nei loro occhi la gioia per un consiglio o per qualcosa che faccio per loro... rendere felici gli altri rende felici noi stessi... Ma quello che mi commuove di più, toccandomi il cuore, è vedere i vecchietti che aspettano dietro la porta, trepidanti, che mi fermi da loro ad interrompere la loro solitudine, a riempire il vuoto senza fine delle loro monotone e solitarie giornate, pronti a raccontare scorci della loro vita passata che per me sono tesoro, arricchendo il mio bagaglio culturale, ma soprattutto il mio animo, donando in cambio solo un pò del mio tempo e qualche parola di conforto che per loro sono manna dal cielo. Sono così teneri... Vedere un sorriso sul loro volto scavato dal tempo mi commuove e inorgoglisce, il contatto umano è fonte di vita... soprattutto per loro.
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Luoghi
Quasi tutti i giorni percorro le stesse vie. In esse vi sono dei luoghi a me cari. Luoghi a cui rivolgo sempre un pensiero ed un sorriso come ad accarezzarli. Luoghi che mi hanno donato amarezze e gioie, luoghi che hanno visto nascere e morire speranze, luoghi che fanno rivivere in me scorci di vita, luoghi dove affiorano ricordi belli e brutti. Luoghi che hanno visto nascere idee, pensieri, ricordi, emozioni, frasi... che poi adagio sul mio amico foglio plasmandoli con le mie emozioni e dando loro vita con l'inchiostro del cuore.
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Il canto del mare
Ho udito il canto del mare sussurrare il mio nome. Ho visto le sue acque danzare fra gli scogli e accarezzare la sabbia, la luna specchiarsi nelle sue acque, una leggera brezza cavalcare le sue onde portandomi l'odore della mia solitudine. Ho sentito le mie emozioni vacillare fra le fiamme di un falò che non riesce a scaldarmi il cuore sotto questo cielo rivestito di stelle. Le guardo, nessuna brilla per me, ho solo il mare che canta per me.
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Imbrunire
Gli ultimi raggi di sole, con il loro tepore, accarezzano le languide acque del fiume nel loro perpetuo scorrere in sinuose curve disegnate nel tempo. Un riflesso di luce gioca sull'acqua mentre una leggera brezza increspa la superficie inscenando danze dorate. Le ultime imbarcazioni scivolano calme verso il porticciolo e i pescatori, con un sorriso stanco e la pelle brunita dal sole, si salutano con gesti lenti e antichi, incorniciati dall'aggraziato volteggiare d'un airone in cerca dell'ultima preda. L'ultimo guizzo d'un raggio di sole, coi suoi fiochi riflessi, viene a salutare il giorno che scivola nell'imbrunire.
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L’ultimo giorno
E fatalmente arriva il tuo ultimo giorno. Sei tu al centro dell'attenzione, il festeggiato, il più invidiato. Non sembri contento però, sul tuo viso si disegna un sorriso incerto, forzato, che non riesce a nascondere il tuo stato d'animo. Nei tuoi occhi brilla una luce remota... Sembri viaggiare sul flusso dei ricordi, di quella che è stata e di quella che sarà d'ora in poi la tua vita...
una vita da pensionato. (Scritta parecchi anni fa e dedicata ad un collega)
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Quanto avrei voluto amarti!
Quanto avrei voluto amare, amare fino a impazzirne, fino a morirne e felice di consumarmi per quell'amore! Quell'amore unico, immenso, che arriva una volta sola nella vita, quell'amore che travolge e stravolge, che fa dimenticare se stessi. Quell'amore che annebbia la mente, quell'amore che strugge il cuore, che strazia l'anima, quell'amore che toglie il respiro e prosciuga dentro se non ce l'hai accanto, quell'amore la cui passione brucia come fiamma che cresce e fiorisce accecando i sensi. Quell'amore che vorresti sempre stringere e abbracciare altrimenti ti senti perduto, quell'amore che riempie e dà un senso alla vita avvolgendola di luce e meraviglia. Quell'amore... che ho vissuto con te e adesso è solo un ricordo...
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Ci hanno rubato tutto
Ci hanno rubato il nostro io, i nostri sogni, la nostra anima, la libertà, la nostra vita, ci hanno rubato tutto. Ci hanno rubato tutto e non ce ne siamo accorti. Hanno sostituito i nostri veri bisogni con quelli artificiali, facendoceli credere reali. Come nella favola, stiamo seguendo le briciole di pane che hanno seminato loro, per farci restare sul sentiero scelto da loro, per condurci dove vogliono loro e noi così ingenui a farlo. E' questa la vita che vogliamo? Una vita non nostra?
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Albero solitario
Solitario in un mare d'erba, mi offristi riparo in un meriggio dove le nuvole avevano inghiottito il cielo e la luce era fuggita via. Mi accogliesti sotto la tua chioma in un abbraccio protettivo, dandomi asilo in quel nero turbinio da tregenda. Il mio nome ti sussurrai a ricordarti un amico trovato che portò via la solitudine che ti circondava.
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Lui c’era
Mi ritrovai a percorrere quel sentiero a me ben noto, l'amore e la vita mi avevano voltato le spalle, per giungere in quel luogo dove non sarei mai voluto giungere. Guardai il vuoto infinito sotto di me, chiusi gli occhi e immaginai di volare... disperdendo così amarezza e sofferenza... un volo di libertà. Una voce mi fermò. Riconobbi quella voce che mi supplicò di non farlo, ricordandomi che con quel gesto avrei portato via il suo migliore amico... io. Lo guardai meravigliato, il suo sorriso mi disarmò, fece vacillare i miei propositi, nei suoi occhi vidi un accenno di rimprovero e soprattutto l'amore e la presenza del mio migliore amico.
Difatti lui era lì, nel mio peggiore momento... si, lui c'era, ed io... non l'avevo cercato. Se l'amore e la vita mi avevano voltato le spalle, io non potevo voltarle a lui... il mio migliore amico, che con un abbraccio liberatorio alleggerì il mio fardello facendosene carico.
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L’Amore
Il suo percorso avrà molteplici percorsi. Egli fiorirà fra noi molte volte, sotto molti aspetti, come già fiorì e come sempre fiorirà, per infinite volte. Affilata lama d'aratro sarà il suo giungere, rivolterà in solchi le nostre vite, ci sradicherà da dove giacciamo in solitudine. Egli è colui che spezza legami, colui che forgia catene, colui che crea futuri, colui che muta forma al destino. Egli è l'Amore...
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Voglia infinita
Infinite volte ho accarezzato e baciato il tuo corpo... infinite volte ho percorso i suoi sentieri, sempre uguali... eppure sempre diversi. Infinite volte mi ha regalato emozioni nuove... infiniti profumi la tua pelle, infiniti piccoli particolari, infinite estasi il tuo esser donna ed infinite voglie di nuovi piaceri e scoperte... il tuo corpo... una voglia infinita.
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Dove giocano le maree
Fra un turbinio di sentimenti e sospinto dal vento della passione, infine sono giunto sulle rive del tuo amore. ma le sponde del tuo cuore erano deserte, solo impronte che si allontanavano perdendosi nel nulla del silenzio. Sulla battigia, dove giocano le maree, ho adagiato il mio cuore, ho alzato i remi del dolore e mi sono lasciato portare via dalle correnti di una vita ormai a me estranea. E non so se, mentre mi allontanavo, il sapore amaro sulle mie labbra era l'acqua del mare o le mie lacrime...
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Quelle strane sensazioni
E' una strana sensazione indefinibile, impalpabile, e quando arriva mi avvolge, mi entra dentro, mi stuzzica gli angoli della mente come quando ascolto il vento, e per quanto ci provi non riesco ad afferrare queste increspature al limitare del pensiero. Quello che mi lascia dentro è uno stato di incompletezza, quasi un rimpianto, un qualcosa che forse poteva essere ma non è, un qualcosa...
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La preda
Si voltò lentamente e incontrò il suo sguardo, occhi di brace che lo impietrirono. Perle di sudore ricoprirono il suo corpo, un'ondata di gelo gli frantumò i pensieri, il suo cuore si raggrinzì come carta pesta, fu pervaso da un orrore infinito che penetrò fin nelle più nascoste pieghe dell'anima risvegliando ricordi ancestrali di puro terrore. Il suo corpo ormai avvizzito si ridusse in polvere spazzata via da un gelido vento portando fin nelle più remote lande la lugubre risata che echeggiò a lungo in quel luogo desolato. Un'altra preda era stata sua.
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Non è vivere
Non è vivere per chi la mattina non ha un lavoro che l'aspetta, per chi non sa se riuscirà a mangiare, per chi non ha una persona che gli vuol bene, per chi è solo. Non è vivere per chi non riceve mai un sorriso, per chi è emarginato, per chi viene guardato con disprezzo, per chi non crede più nell'umanità, per chi aspetta un miracolo tutti i giorni. Non è vivere per chi affronta quotidianamente un'esistenza piena di amarezze, ingiustizie, stenti, solitudine... no, non lo è!
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L’appuntamento
Sono qui ad aspettarti... impaziente! E' il nostro primo incontro. Poi finalmente arrivi... e più ti avvicini più l'emozione ingigantisce dentro me. Brividi percorrono il mio cuore, i miei pensieri si sciolgono come neve al sole, le parole che dovevo dirti si frantumano come vetro. Appena mi scorgi sulle tue labbra sboccia un sorriso che m'illumina l'anima e mi scalda il cuore... come il sole in una splendida alba, che con i suoi primi raggi illumina e scalda questo meraviglioso mondo... meraviglioso perchè ci sei tu.
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L’attesa
Come tutti i giorni, seduto sotto il portico, osservava la strada, attendeva ormai da tempo il suo ritorno. Il vento gli accarezzò il volto portandogli il ricordo di lei e gli rammentò la sua solitudine.
Rivivendo i loro giorni più felici fu travolto da un'ondata di tristezza che gli rese difficile respirare. Il torrente di ricordi continuò a travolgerlo, lo annegò, lo seppellì.
Dagli occhi piovvero lacrime di roccia fusa, caddero illusioni e speranze, l'anima si riempì di tormento, il cuore si spaccò e schizzò dolore e come tutti i giorni, nonostante ciò, attendeva...
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Solo con te stesso
E poi arriva il giorno in cui ti senti crollare il mondo addosso. Tutto ti sembra inutile, anche la vita. Ti senti avvolgere dal vuoto assoluto, dove ogni cosa perde valore. E in quei momenti, senza neanche rendertene conto, resti solo con te stesso, hai bisogno di restare solo con te stesso, escludendo tutto ciò che ti circonda. Scandagli anima e cuore per capire, ti immergi nei tuoi pensieri, ma essi scappano via, imprendibili, non riesci ad imbrigliarli, vagano liberi, se ne stanno all'ombra della mente lasciandola nuda e tremante, come il tuo corpo, e non riesci a capire...
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Il quadro più bello
Oggi la natura ha disegnato per me il suo quadro più bello, regalandomi uno spettacolo unico, inondando di raggi e di calore il mondo e la vita e soprattutto l'animo mio. Al primo chiarore, piano piano scopre ciò che vi è intorno a sé. Il lento diradarsi della bruma a poco a poco lascia intravvedere il paesaggio intorno, ciò che era ammantato d'ombra sbiadisce e si vela di un lucore che gioca con le ombre, dissolvendo quest'ultime nell'aurora, lasciando solo qualche pennellata sbiadita qua e là e rivelando il meraviglioso spettacolo della vita.
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La prima volta
Mano nella mano giungemmo all'ombra del nostro albero segreto. I cuori che vi avevamo incisi erano ancora lì, come appena scolpiti, lui li aveva nascosti e protetti per noi... per la nostra prima volta. Il nostro sguardo, carico di timore e passione s'incontrò... Occhi sprofondarono negli occhi, labbra avide si cercarono, un abbraccio intenso ed infinito incorniciò quei momenti in un quadro di emozioni, carezze, piaceri, saziando voglie infuocate su un letto di foglie. La sua chioma coprì i nostri corpi, la sua ombra abbracciò la nostra intimità. Una dolce melodia si levò intorno a noi adagiandosi sui nostri sensi... con lo stormire dei rami ed il fruscio delle foglie, mossi da una leggera brezza, intonò una serenata al nostro amore.
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La luce dei tuoi occhi
Ti ho cercata per innumerevoli volte, e per infinite volte ho percorso molteplici sentieri senza fermarmi. Nei giorni cupi ho squarciato il velo delle nubi, nelle notti buie ho acceso una miriade di stelle, nei momenti di sconforto mi sono aggrappato alla tua visione, nei momenti di disperazione ho alimentato il lume della speranza. E quando mi son perso... è stata la luce dei tuoi occhi ad indicarmi la strada che conduce al tuo cuore.
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Il nostro cammino
Quando il nostro cammino giungerà quasi al termine, le nostre membra giaceranno stanche, i nostri pensieri saranno volati via, basterà l'attimo del contatto delle nostre mani per far rivivere nei nostri occhi la luce del nostro amore e sulle nostre labbra la gioia di stare ancora insieme...
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Principessa
Ricordo da bambini correvamo felici e spensierati fra l'erba alta dei campi disegnando astratti quadri. Ci rincorrevamo fra i covoni di fieno dove poi ci tuffavamo e rotolavamo fra genuine risate di gioia. Mi fermavo a guardarti, il sole del mattino si perdeva nei tuoi occhi e dava una particolare luce alla corona di pagliuzze incastonate fra i tuoi neri capelli mossi da una leggera brezza, eri la mia principessa. Poi mi prendevi per mano e mi conducevi al tuo nascondiglio segreto, dove pregni di un amore ancora acerbo i nostri occhi si fissavano a lungo e una carezza suggellava la promessa del nostro futuro amore...
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Fra le mani
Stringi fra le mani quella di un povero, in esse avrai l'amore; stringi fra le mani quella di un amico, in esse avrai il mondo; stringi fra le mani quella di un bambino, in esse avrai il futuro; stringi fra le mani quella del tuo sogno in esse avrai l'eternità.
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Il tuo ricordo
Quando il tuo ricordo verrà a visitare i miei pensieri lo accoglierò su un tappeto di petali di lacrime, lo adagerò su cuscini di emozioni lo cullerò con dolci sorrisi fra le calde pieghe del cuore finché piano piano scivolerà fra le braccia del tempo. 2012
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Cammini sui miei sogni (di William Butler Yeats)
Se avessi il drappo ricamato del cielo, intessuto dell’oro e dell’argento e della luce, i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte dai mezzi colori dell’alba e del tramonto, stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi: invece, essendo povero, ho soltanto sogni; e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi; cammina leggera, perché cammini sui miei sogni. William Butler Yeats 1899
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La tua eco
Ho vagato seguendo la tua eco per un tempo indefinito, ho divorato spazi immensi, sono arrivato ai confini del mondo, ho navigato in oceani sconfinati, ho viaggiato in lontane terre, ho percorso sentieri sconosciuti, ho visitato città immense e sparuti villaggi nascosti negli angoli più sperduti. ho conosciuto una moltitudine di gente, ho toccato i loro pensieri, ho sfiorato le loro anime, ho vissuto giorni di speranza e giorni di uno scoramento infinito. E quando stavo per arrendermi ho capito e t'ho trovato, t'avevo già trovato, eri dentro me, sei sempre stato con me e io non ti vedevo perché guardavo lontano e non dentro me, non avevo capito che la tua eco è ovunque la si cerchi. 2012
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Palestina
Sangue, ancora sangue, sempre sangue per un lembo di terra sofferta! Si combatte ancora in quell'angolo di cosmo! S'uccide per il possesso d'un pezzo di terra che ha partorito un dogma. Quando i capi di governo, i generali, i politici, inquinati interiormente, non cercheranno più di contagiare i già depauperati esseri umani perchè denudati del loro contorno e ridotti a bestie? Quando finiranno di preferire il denaro ad una vita umana? Quando cesseranno d'essere macchine egoiste e sanguinarie, quando rulli compressori che schiacciano gli uomini per raggiungere la loro meta schifosa? Fratelli si scagliano gli uni sugli altri lasciando alle proprie spalle corpi squarciati dalla violenza eretta a regola in quel gioco. Aerei solcano spazi infuocati in cerca di bersagli da abbattere su quella devastata polvere. Quando non sentirò più fremere il mio io dilaniato da tempeste interiori in continuo dilagare? Forse quando gli esseri umani saranno esseri umani? Una solitaria cometa, sfrecciando su quei burattini, illumina per un istante un teatro sventrato da mille proiettili umani... (1974)
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Flessibile serenità
Senza assilli il cuore è sereno e i pensieri giocano in pace. Intorno a me brilla la fiamma della vita come candele accese sui mille rami del bosco. Chiudo gli occhi e sento l'erba fresca dei prati, vedo i fiori aprirsi e invadermi col loro alito. Pesci guizzano nelle sorgenti, rondini raggiungono i nidi, farfalle riempiono di colori e allegria i miei occhi. Vago in mezzo a questo piacere, resto lì come flessibile salice e i dolci giochi della vita mi si avvolgono intorno in grappoli e tralci.
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Insonnia
Nonostante l'ora tarda, guardo scorrere la notte. Un'infinità di pensieri si affollano nella mia mente. Vorrei aggrapparmi ad uno di loro e lasciarmi trasportare, ma continuano a sgusciar via. Mi ritrovo ad inseguirli... imprendibili. S'insinuano nelle ombre diventando un tutt'uno con esse, vorticano intorno a me drappeggiando il buio della stanza, prendono forma e si muovono come animati di vita propria, finché restano ad aleggiare come fantasmi intorno a me. 2012
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Il cuore degli uomini
Chi cominciò? Chi portò la maledizione? Non è da oggi né da ieri e i nostri padri, che per primi oltrepassarono la misura, erano inconsapevoli, lo spirito malvagio li spinse. Da troppo gli uomini amano calpestarsi e contendersi il potere, ciascuno teme il proprio vicino e non ha la benedizione del proprio suolo. Nei loro animi in fermento, i desideri inquieti vorticano ancora come nel caos, la loro vita è sempre selvaggia, desolata e gelida per le ansie che la soffocano. Troppo furore e angoscia vi è intorno a me e ovunque io guardi tutto va in frantumi o vacilla. Allora invoco te, Dio del tempo che da epoche immemori domini su noi dalla oscura nuvola, poni fine a questo scempio, manda le tue legioni purificatrici. Fa che giungano squarciando il nero inchiostro della notte, bagliori azzurri di folgori che cavalcheranno come guerrieri di lontane epoche. Silenziosi scivoleranno nei cuori e nelle anime della gente brandendo amore, bontà, generosità come spade di fuoco le cui lingue annienteranno superbia ed invidia, ammutoliranno frode e menzogna, separeranno luce e tenebra e ristabilito sarà il sacrario della verità. Solo allora le tue legioni avranno finito di combattere e l'ardente lotta avrà ottenuto la quiete del cielo e la felicità terrena.
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Come Icaro
Sentii i miei pensieri ribollire d'impazienza graffiare i veli dell'anima mordere le catene rompere le gabbie della ragione Liberi dal suo giogo varcarono i confini dell'immaginario andando oltre e ancora oltre sempre più in là Con ali di Icaro inseguirono sogni perduti e ritrovati sogni segreti nascosti fin nelle più remote pieghe dell'anima Da impavidi guerrieri cavalcarono illusioni inseguirono chimere Osarono sfidare le ali del grande Drago e come Icaro conobbero il sacro fuoco divino Svestiti della loro arroganza precipitarono in un lungo infinito volo incontro a madre terra in un dolce eterno abbraccio
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Adesso
Il mio mondo, adesso, è specchio della tua anima, ma se tu volti il viso o sei triste, quei raggi di luminoso sorriso tremano, svaniscono e il mondo è nulla.
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Bambini
Rivoglio il mio mondo, quello che guardavo con occhi di bambino, dove tutto era puro e innocente. Dove era bello ascoltare i grilli nei prati, in essi correre spensierati incontro al sole o dietro una farfalla, veder schiudere un fiore ai raggi del sole. Ascoltare incantati i racconti del nonno mentre fumava la pipa davanti al fuoco del camino; stupirsi sempre dell'apparire di una caramella nella mano del babbo al ritorno dal lavoro. Un mondo dove cattiveria e malvagità erano sconosciute e la vita scorreva lenta e serena, vedere sempre un sorriso nel volto delle persone e una carezza aveva il calore umano e non le bieche intenzioni del mondo d'oggi dove la vita veste i bambini di stracci, li spoglia della loro innocenza, bagna di sangue le loro mani fa loro conoscere il fuoco delle bombe, il morso dei proiettili e della fame, li trasforma in cavalieri di morte e schiavi. Bambini che mai lo sono stati, bambini nati già morti, sacrificati sull'altare di ideali distorti, bambini rubati e trattati come merce, bambini a cui nessuno tende una mano per sollevarli dalla loro condizione di oggetti e mezzi, eppure basterebbe un semplice gesto o una parola dettata dal cuore, perché ogni bambino è anche nostro...
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Ciao papà
Ho scritto di te tanti anni fa, quando eri ancora con me. Non ti ho mai dimenticato, anche se molte volte ti ho lasciato dormire in fondo al cuore. Cuore che vorrei fosse come il tuo perché sei stato un papà meraviglioso. Ricordo ancora quel lontano 21 ottobre quando ci lasciasti, disteso su quel gelido letto ti guardavo senza piangere, sul tuo viso era appena dipinto un sorriso che io conosco e dentro me ho sorriso anch'io, sapevo che eri in un mondo migliore di questo. In tutti questi anni hai vegliato su di me cercando di correggere i miei errori, di darmi suggerimenti, ma il mio cuore non ti ha ascoltato. Poche notti fa ho pianto come un bambino quando sei venuto ad abbracciarmi in sogno, lacrime di gioia e dolore. Adesso sarai da qualche parte su questo pianeta, ma aspetta a sposarti ed avere figli, aspetta che io concluda il mio percorso terreno, voglio rinascere ancora come tuo figlio, voglio che tu sia ancora il mio papà e soprattutto voglio essere il figlio che volevi che fossi.
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Un giorno mentre camminavo (1973)
Un giorno mentre camminavo, vicino ad un cumulo d'immondizie ho visto un bambino mal vestito, sporco, affamato, solo, abbandonato da tutti... l'ho guardato ed ho continuato. Mi sono fermato, mi sono girato, gli ho sorriso, gli ho porto la mano. Incredulo s'è alzato, s'è avvicinato, m'ha dato la sua mano, mi ha sorriso. Rideva, era felice, non era più solo, aveva qualcuno accanto a sé che non lo avrebbe più abbandonato. Insieme ci siamo avviati verso la vita... (1973)
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Non abbiamo bisogno di parole
Una parola tante infinite ma a che servono quando basta guardarti e poterlo fare tutta una vita e dividere i silenzi con te Guardarti guardarsi non servono parole Tutto parla con noi mentre noi non abbiamo bisogno di parole
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I cancelli dellanima
Con il fardello della comprensione, la speranza stretta fra le mani, mi fermo davanti ai cancelli della tua anima. Rovi abbracciano la ruggine incisa dal tempo, ma non mi fermano ed entro nel tuo mondo. Mi accoglie un regno d'ombra e silenzio, come se il sole non vi fosse mai sorto; in quel luogo anche le stelle sono spente. Sgomento mi guardo intorno: una piccola luce rivela una capanna, mi avvicino. La porta è socchiusa, entro aspettandomi il buio, ma un cero rischiara una piccola stanza. Fili di falasco pendono dal soffitto, le pareti decorate dalle immagini di un amore vissuto in ere lontane e che si ripete in ogni tempo. Su un piccolo tavolo, chiuso dentro un barattolo, un cuore rattrappito batte con ritmo lento e una donna devastata dal dolore beve da una coppa colma di disperazione, mostrando il vuoto nel petto, mettendo a nudo l'anima. Quando s'accorge che la osservo, afferra con rabbia il barattolo in cui vive il suo cuore, come se volesse proteggerlo da me. I suoi occhi... Non potrò mai dimenticarli. Lo sguardo è così gelido che anche il poco calore del cero si ghiaccia, poi guarda quel povero cuore e piange. Mi avvicino, verso un cucchiaio d'amore nella sua ciotola di disperazione e la costringo a bere. I suoi occhi si addolciscono, rimette il suo cuore nel petto, mentre veste le labbra con un dolce sorriso, finalmente indossando la bellezza perduta. Dai fili di falasco gocciolano perle e i ricordi alle pareti disegnano aurore. La prendo per mano e la conduco ai cancelli dell'anima. I rovi sono scomparsi, lasciando il posto ad intrecci di cerfoglio e di gelsomino e mentre camminiamo, un tappeto di seta bianca e argento si srotola per mostrare il sentiero di questo strano amore ritrovato.
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Ladro di attimi
Mi son vestito di nero, come la notte, dove ombre furtive scivolano nel silenzio, silenzio che avvolge le intenzioni, i gesti, le azioni che compio come un ladro per brevi attimi rubati ad un'esistenza che corre sui binari della vita, verso un'unica destinazione senza fermate intermedie, in una folle corsa verso l'ineludibile attimo che mi attende. Per brevi infiniti attimi, fermo il treno e compio quei furti fra le pieghe della quotidianità... invisibile carpisco sogni, catturo voci, parole, risate, cavalco fantasie, lascio correre le emozioni dietro ad una chimera, dietro a quello che non avrò mai anche se è lì a dirmi... prendimi
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Cuore puro
Gli altri mi credono un angelo un cuore puro ma io sono un angelo? ho un cuore puro? Mi sento sporco dentro. Ma è mio lo sporco? o è quello che raccolgo tutti i giorni per le strade del mondo? O tutti e due? Abbiamo un cuore puro e incontaminato? o dentro di noi grattando un po’ troveremo ciò che non vorremmo? o ciò che non pensiamo ci sia? Uno sporco atavico ammucchiatosi nel corso delle ere, uno sporco che neanche il sangue e le lacrime di miliardi di anime è riuscito a lavare. Ma noi vogliamo lavarlo? o ci fa comodo lasciarlo com'è?
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La regina degli elfi
Sognai un posto magico nascosto in una nicchia mi invitò con un alito di sospiro come canto di sirena nel suo grembo ed io... non sono Ulisse non voglio essere Ulisse Seguii quel carezzevole soffio ritrovandomi in un angolo di paradiso dove mi accolse una piccola cascata mi sorrise mentre danzava fra i sassi Una nube di goccioline volava leggera nell'aria e da essa mi apparve la regina degli elfi delle colline delle fate Mi prese per mano mi fece sedere su un sasso mi parlò a lungo mentre io mi perdevo nella sua voce La natura, madre di tutti gli esseri ci cullò in un abbraccio poi con occhi lucidi si diresse verso la piccola cascata e vi sparì. Io conosco quel luogo incantato tutti i giorni mi ci reco mi siedo su quel sasso ed ascolto la sua voce provenire dalla piccola cascata che danza per me e parla con me
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Maschera triste
Che maschera triste quest'anno il carnevale. Volti tristi, vuoti, delusi. Non più labbra che sorridono come una volta. Non più l'allegria chiusa in una parentesi. Non più ipocrita ilarità. La pioggia di coriandoli s'è attenuata nel tempo... e nel tempo s'è infranta l'imposizione, un tempo fatto di riflessioni e conclusioni. In fondo era prevedibile, non poteva durare a lungo, è venuta a galla, corrosa dal tempo... loro nemico. La gente ha lasciato cadere la propria maschera come un frutto marcio, divenuta troppo pesante da sopportare. Sanno già che la loro vita è una recita giorno per giorno, sanno già d'essere dei clowns della strada. Perchè deteriorare ancora quest'aspetto opprimente caricandosi d'ipocrisia e d'un'altra maschera ancora?... E finalmente hanno aperto gli occhi e forse hanno capito. Ma il carnevale non sarà più una maschera sorridente. (1975)
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Verso lalba, verso la libertà…
Passano i giorni, gli anni e tu, ormai adulto, sei sempre confinato in quel luogo, un villaggio sperduto nel nulla, dove le notizie arrivano con i pochi viandanti che di rado vi passano. Quel posto, anche se ti ha protetto, adesso è diventato una vera prigione che ti opprime, il suo peso ti soffoca, ti toglie l'aria, una barriera invalicabile che nasconde un mondo da vedere e orizzonti infiniti da raggiungere. La voglia di sapere e scoprire arde come una fiamma dentro te, ti consuma fino al punto da farti prendere una decisione sofferta ma irrinunciabile. Una sera sul tardi, col fagotto sulle spalle, dove hai messo le poche cose a te più care, ti allontani come un ladro scivolando furtivo nel buio. Per un ultima volta, prima che sparisca alla tua vista, ti volti rivolgendo un silenzioso saluto a quella casa che ti ha visto crescere e in quella notte piena di stelle, con la luna ad indicarti la strada, ti sei avviato verso l'alba, verso la libertà...
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Voglio un mondo che sorrida
Dipingerò sorrisi nell'aria intreccerò canti e danze per le strade inchioderò cuori alle porte delle case spalmerò bontà sul selciato regalerò ali di felicità accenderò luminarie con fiammelle d'amore appenderò cattiveria e tristezza ad aquiloni e li lascerò volar via farò tutto questo perché... voglio un mondo che sorrida
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È appena finita una battaglia (1973)
E' appena finita una battaglia. Ancora si leva il fumo acre dai carri bruciati, il fango tutt'intorno è cosparso di relitti meccanici ed umani.
Mi aggiro per quel luogo violentato dalla cecità dell'uomo, dal suo egoismo e mi accorgo di quanto crudele sia tutto ciò.
Vedo corpi squarciati da bombe, corpi che gemono prima di volgere l'ultimo sguardo verso l'infinito.
Vedo un uomo che striscia per andare a raccogliere un suo braccio poco distante, inutilmente.
Sotto il cingolo imbrattato di sangue di un carro armato vi è un corpo... credo.
In quel terribile scenario s'ode il gracidare secco di corvi e avvoltoi che calano dal nero cielo e vanno a posarsi su quei corpi straziati e a succhiare quel poco sangue rimasto nelle loro vene.
S'odono anche grida di iene e sciacalli che vanno a far scempio del resto di poveri corpi.
Il fango su cui cammino è diventato rosso, uno strano rosso cupo che grida vendetta e giustizia.
Ma non c'è nessuno ad ascoltarlo, solo degli animali che non capiscono, dei carri distrutti, del fumo che sale da loro, dei resti umani, del silenzio interrotto a tratti dal grido di gioia di quegli animali...
e un uomo ed un cuore che benchè soli, disgustati e delusi un giorno renderanno giustizia...
(1973)
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Mano nella mano
Mano nella mano, insieme, con la vita davanti a noi. E mentre mi raccontavate dei miei capricci da bambino i miei pensieri volavano a quei momenti di vita spensierata, dove tutto era innocente ai miei occhi e il mondo esterno veniva celato alla mia purezza. Ma il mio mondo eravate voi dove io volavo fra le tue braccia e tu m'innalzavi al cielo con un rituale gesto antico e mi guardavi con l'orgoglio e la gioia d'un padre, mentre lei ci osservava con un'espressione di commozione e felicità negli occhi di donna e madre. Adesso percorro da solo la vita, ma so che voi siete sempre accanto a me come allora, insieme... mano nella mano.
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Madre terra
Madre terra, guarda i tuoi figli alti e aitanti perduti in se stessi. Un tempo eri un giardino fiorito soddisfacevi le loro necessità l'aria serviva a respirare le nuvole a far cadere la pioggia l'acqua a bere e dare la vita. Poi sei diventata sterile ed arida per la loro ingordigia. Noi, i tuoi nuovi figli siamo ora al tuo fianco la tua vita è la nostra adesso. Non apparteniamo a quei governi con denti affilati che banchettano con le nostre vite muscoli per carne sangue per vino succhi scarlatti colano e lasciano che tutto lo stupido affamato discorso scivoli giù lungo il mento. Accenderemo fuochi di libertà danzeremo intorno al tuo trono nei prati al suono della vita di un albero dentro e fuori le ombre e rideremo con la brezza del mattino. Indosseremo le nostre armature la libertà sarà il nostro scudo saremo i combattenti della luce armati d'amore. Cavalcheremo la terra e impareremo a guidarla la sentiremo muoversi sotto di noi. Ci sentirai tutti intorno a te ci sentirai cacciare stanchi di corde d'arco uragani notturni rapaci d'amore e libertà. Troveremo un posto in cui potremo sdraiarci e guardare il mare ondeggiare cammineremo sulla sabbia con le nostre donne e vedremo crescere i nostri piccoli. Volgeremo lo sguardo ad est verso nuove albe...
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Una società migliore
Si sono scritte e dette fiumi di parole sulla vita, su come dovrebbe essere, come viverla, ecc. Tutto vero, anch'io l'ho fatto, perché ci auguriamo che essa sia migliore e più vivibile e noi felici di veder gioire tutte le persone intorno a noi. Ecco il punto: non lo è. L'animo umano è di una desolazione assoluta, ancora legato alle sue ataviche origini, dure a morire. Egoismo e cattiveria avevano generato un orrore che si nutre di ciò che l'aveva creato, un orrore ancora prigioniero dello stesso animo umano sul quale si fonda la nostra società. Un bambino nasce puro, ma poi viene contaminato dallo stesso ambiente in cui cresce. Il nostro compito è preservare la sua purezza se vogliamo una società migliore. Dobbiamo continuare a combattere contro la bruttura della vita finché avremo fiato... e se poi ci sommergerà, sprofonderemo mordendo e graffiando...
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Filastrocca del postino
Postino, tu che quando sentiamo la tua moto ci fai sospirare... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando ti fermi davanti a casa nostra ci metti in allarme... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando suoni il campanello ci fai prendere un accidenti... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando ci porti le bollette ci fai arrabbiare... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando ci porti le multe ci fai morire... abbi pietà di noi. Postino, tu che quando reciti 'Non sparate sul pianista' ridi sotto i baffi... abbi pietà di noi. Postino, tu che non ci porti mai un vaglia... abbi pietà di noi. Postino, tu che sfrecci per le vie del paese, sfreccia lontano da casa nostra e dona a noi la pace.
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Angeli
Volti anonimi, senza un nome, sereni e sorridenti, con la luce della vita negli occhi, con parole di speranza e coraggio sulle labbra, sempre disposti ad ascoltare chiunque. Volti che non chiedono nulla, ma quasi annullandosi donano se stessi. Sempre pronti a portare conforto e aiuto ad una folla di bisognosi e disperati. Sempre pronti a vivere la vita degli altri caricandosene dolori e sofferenze. Volti che la gente chiama "Volontari" ma che invece io chiamo "Angeli"...
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Malinconia
A poco a poco vengo pervaso da un qualcosa d'indefinito, tutto intorno a me sfuma, si fa ovattato, come se un manto di nebbia si posasse su di me. Un delicato velo avvolge il mio animo di una dolente dolcezza fatta di sensazioni impalpabili. Mi ritrovo a fluttuare sospeso in un mondo quasi surreale, beandomene...
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Il mercatino dei ricordi
Mi trascino annoiato fra quelle bancarelle piene di cianfrusaglie quasi senza vederle, degnandole appena di uno sguardo superficiale. Proprio quando non vedo l'ora di andar via, un oggetto cattura la mia attenzione, un giocattolo, un carrarmato, uguale a quello che avevo da bambino... quante emozioni suscita in me. Una miriade di ricordi si riversano nella mia mente, quanti pomeriggi passati a giocare... mi ritrovo a rivivere le mie epiche battaglie sempre vittoriose. Mi sento chiamare e sto quasi per rispondere: cosa c'è papà? E' il mio amico a chiamarmi... vengo riportato alla realtà e quasi lo rimprovero. E allora la mia diventa una ricerca del passato e del tempo che fu. Adesso guardo con occhi diversi quelle bancarelle... e difatti trovo un altro oggetto non più in vendita da tempo immemore, un accendino... e ancora una volta una cascata di ricordi mi sommerge trascinandomi nelle viuzze del mio paese, dove con gli amici e col batticuore fumavamo le prime sigarette di nascosto, per poi osare di più facendolo sul corso principale, esibendoci davanti alle ragazze... E' ora di andar via... lo faccio quasi a malincuore e mentre mi allontano mi giro a guardare quasi con le lacrime agli occhi. Quante emozioni in quel mercatino dei ricordi.
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Chiederò
Scolpirò sulla luna il mio volto e gli chiederò di sorriderti Imprimerò le mie parole nel vento e gli chiederò di sussurrartele al mare chiederò di danzare per te al sole di sorgere di notte e illuminare il buio della tua solitudine alle stelle chiederò una nuova costellazione un cuore che brilli per te e a Lui lassù chiederò di farmi ritornare da te perché... anche gli angeli soffrono per amore
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Pioggia
Lenta scende la pioggia nel tenue lucore delle prime luci dell'alba vela la campagna ammantata di silenzio l'accompagna con note soffuse di un ritmico sgocciolio di perle che di foglia in foglia scivolano adagio raccogliendosi in rigagnoli con un delicato gioco d'intrecci vanno ad immergersi nel pigro ruscello. Un raggio di sole appare timidamente per svanire subito dopo come a voler salutare il nuovo giorno. Qua e là s'ode un fruscio, la vita riapre il suo uscio. Si leva l'antico odore della terra bagnata, permeando ogni cosa e inebriando il mio animo, lieto d'assistere a queste piccole meraviglie della natura.
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Flower of the forest
Nascosto agli sguardi per non sciupare la tua purezza e accarezzato da un raggio di sole, fuggevole visione di fulgida bellezza appari ai miei occhi
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Ali di drago
Ho visto una moltitudine di gente affiggere peccati ai muri dell'abominio, l'immoralità dipinta sui volti con risa di scherno sulle bocche, danzare sull'altare della giustizia calpestandola, trascinare la fede nella polvere con corde legate a cavalli in furioso galoppo. Corpi abbandonati alla lascivia, scintillio di lame affondare in ventri e gole come bastoni conficcati nella terra, sangue sgorgare da quegli squarci, gonfiarsi, ribollire di silenti grida di pietà e giustizia... Ho invocato quella divina... di giustizia, nessuno m'ha ascoltato lassù, abbandonati alla mercé dei mercanti di vita come agnelli sacrificali. Allora... sarò io l'angelo vendicatore, vestirò ali di drago e tremenda sarà la mia ira. Il mare ribollirà come un oceano di lava, il vento ruggirà furioso sradicando ogni cosa, le nubi oscureranno e inghiottiranno il cielo, calerò su di loro spargendo fiamme come semi portati dal vento. inonderò di fuoco e terrore il loro animo, purificherò i loro cuori, la terra sarà scossa fin nelle sue più profonde intimità, si aprirà, ingoierà ciò che rimarrà di quell'orrore, poi, affiderò le ceneri al vento per ricordare, per non dimenticare
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Il signore del nulla
In groppa al suo destriero alfine giunse sulla cima dell'agognata collina. Infinite praterie, foreste e città si paravano ai suoi occhi, fin dove lo sguardo riusciva ad abbracciare l'orizzonte e oltre... ancora oltre... sempre più in là, fino a sfidare l'immaginario, fino ad estasiare il suo ego, fino a saziare la sua sete di potere. Il mondo era suo. Povero illuso, tu possiedi il nulla, il tuo mondo è solo un guscio vuoto, perché per quanto tu possa sottomettere la gente, non potrai mai incatenare la loro anima, la loro voglia di vivere, di amare, di cibarsi delle meraviglie che la vita ci dona, come guardare il sole scivolare fra gli alberi al tramonto, guardare il cielo spruzzato di stelle in una notte d'estate, il lento levarsi del fumo da un comignolo, il placido scorrere di un fiume, l'inebriarsi del profumo dei fiori, sentire il contatto della pelle della persona che ami, ricevere il sorriso da un bambino che ti riempie l'anima. No, tu non possiedi nulla, solo il vuoto, come la tua anima...
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Gli occhi del cuore
Quante volte i nostri occhi si sono cercati incontrati Sguardi fuggevoli come il soffio d’ali d’una farfalla pieni di domande speranze In quei momenti carichi di silenzio quante cose si son detti mille e più parole parole che le nostre labbra non avranno mai il coraggio di pronunciare…
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Imparerò ad ascoltare
Al bussar dell'alba leverò le stanche membra dal mio agitato sonno indosserò ciò che rimane di me prenderò per mano il poco tempo rimastomi e imboccherò quel sentiero sempre più erto e accidentato che conduce alla vita.
Indomito continuerò la mia ricerca con l'animo a brandelli folate gelide l'attraversano e... questa volta imparerò ad ascoltare Il frusciar delle fronde mi parlerà della natura... cingerò il capo con una corona di rami e foglie intrecciati assorbirò la loro linfa scorrerà in me e... imparerò
Osserverò gli animali vivrò con loro come loro ringhierò e azzannerò avrò amplessi e partorirò cuccioli mi ciberò di loro e... imparerò
Poi m'immergerò fra la gente sarò la loro ombra ascolterò le loro parole sarò la loro eco sarò lo specchio delle loro espressioni i loro gesti saranno i miei morderò i loro silenzi.
Toccherò i loro pensieri sfiorerò le loro anime... scaverò nelle loro memorie nei loro cuori sradicherò i loro ricordi stendendoli su sassi imbiancati e... imparerò ad ascoltare la verità...
Come assetato berrò alla sua fonte mi disseterò e mi vestirò d'essa e richiuderò gli squarci al mio animo Poi... imboccherò l'ultimo sentiero seguirò la prima stella della sera e mi dirigerò là... dove tramonta il sole!
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Ciò che non t’aspetti
E proprio quando credi d’essere ormai solo, abbandonato da tutti e ti ritrovi a volteggiare sulla lama del rasoio della vita… proprio allora, in quei momenti, ci sarà sempre una persona che indosserà parte della tua anima… Un sorriso sboccerà dalle tue labbra perché avrai scoperto di non essere solo e che ci sarà sempre qualcuno che scalderà il tuo cuore...
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Una lacrima
Alzò gli occhi al cielo e urlò tutta la sua rabbia, tutta la sua disperazione, tutto il suo dolore. Chinò il capo e una lacrima gli solcò il viso, sfiorò le sue labbra, la raccolse nelle mani e la fissò intensamente, poi con delicatezza le chiuse, le avvicinò al cuore e desiderò essere anche lui una lacrima, per nascere dai suoi meravigliosi occhi neri, per poi morire sulle sue labbra.
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Mattino
Irrompe improvviso da oriente con lance dorate trafigge l'oscurità dissolve la bruma squarcia il velo della notte porta luce e calore sulla terra e sugli uomini tutto s'illumina d'un radioso sorriso quando egli si veste della sua maestosità
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Stella cadente
Un manto di stelle drappeggia la notte appena scesa luminarie appese a festa pennellate di stelle cadenti come fuochi d'artificio planano dolcemente illuminando la volta celeste Una stella volteggiando come farfalla si posa sulla mia spalla ammicca, sorride La raccolgo fra le mani la cullo dolcemente è venuta a brillare per me... per esaudire un mio desiderio Solo...Non ho più un desiderio da chiedere Con occhi lucidi le sussurro che è giunta tardi ormai La guardo mestamente... accarezzandola con una lacrima le rivolgo un silenzioso grazie!
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Prendimi se ci riesci
Il sonno mi ghermì scivolai in un sogno popolato da maghi, fate, cavalieri, draghi, gnomi, elfi un mondo d'inchiostro nato dalla nostra fantasia. In quel mondo fatato al limitare d'un bosco sei apparsa improvvisa dal nulla magica visione come Ninfa dei boschi un tutt'uno con le foglie il tuo viso... non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel fiero cipiglio mossi un passo verso te un'aria di sfida si dipinse su di esso e una melodiosa voce pronunciò 'provaci...' Avanzai ancora ma le foglie che ti vestivano ti portarono via svanisti lasciando un'eco di risolini Mi addentrai nel bosco alla tua ricerca ti eri dissolta in esso... mi ritrovai ad inseguire una voce... ogni foglia, ramo, albero, fiore... tutto in quel bosco cantava di te e delle tue risa che sembravano dire 'prendimi se ci riesci' Ancora oggi in questo mondo non fatato inseguo quella voce... che continua a ripetere 'prendimi se ci riesci'
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Nei venti del tempo!
Ho cavalcato silenti urla agonizzanti invocare il tuo nome quando eri svanita nella bruma di un mattino Ho affidato i miei pensieri al vento come adusta foglia con la segreta speranza che trovasse la tua eco Ho scalato montagne di dolore aggrappandomi con mani nude e tremanti agli appigli dei rimpianti di un amore finito Ho navigato in oceani di sofferenza onde di ricordi mai sopiti s'abbattevano con furia sullo scafo ormai eroso del mio cuore Ho percorso sentieri lastricati di tormento ogni mio passo calpestava una lacrima di sangue come aratro che scava un profondo solco sul mio volto Sono arrivato sino alla fine di ogni cosa...invano! poi... ho abbandonato il mio destino alla deriva nei venti del tempo lasciando che si arenasse fra le pieghe dell'oblio...
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Dama nera
In questa mia vita, mare flagellato da tempeste, percorso da uragani, acqua che ribolle innalzandosi al cielo per poi svanire come nebbia t'ho cercata, pellegrino col peso della vita sul cuore in viaggio verso la fine dei suoi giorni. T'ho guardata sfiorando i confini del tuo regno senza il coraggio di varcarli, t'ho spiata, ammirando le tue sinuose forme, il tuo incedere...orme nell'aria, la magnanimità nel concedere i tuoi favori accogliendo a braccia aperte chi a te si rivolge. Anch'io ho cercato molteplici volte le tue braccia magnifica Dama Nera specchiandomi nell'immenso vuoto dei tuoi neri occhi, un'invisibile filo m'impediva d'abbracciarti, di venire nel tuo grembo. Antiche paure? false credenze? amore per la vita? Forse. Ma adesso son qui inerme, senza armatura, vinto, arreso, ad offrirti il mio nudo petto, o Morte...
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Delusione
Rinascerò dalle ceneri della delusione subita che come un fiume di lava ha spazzato via la fiducia che nutrivo in quella persona, lasciando un deserto di nera pietra ancora fumante. Poi... tutto succede in un attimo, come quando ci si sveglia da un bellissimo sogno e si piomba nella dura e cruda realtà e ci si ritrova ad indossare il saio della delusione e dell'incredulità. Quella persona non era come credevo e mi chiedo... ma come ho fatto a non accorgermi di ciò? Come mi son lasciato ingannare dalle sue parole dietro le quali si nascondeva l'inganno, dai suoi sguardi d'angelo dietro i quali si nascondeva la perfidia, dal suo falso pudore dietro il quale si nascondeva la meschinità? Quante persone esistono così? Ti fidi di loro, ti affidi a loro fino a mettere il cuore nelle loro mani... Mani che giocano con la nostra fiducia, che velano il loro vero volto, mani che nascondono sempre un pugnale pronto a colpirti... E' proprio vero che le cose non sempre sono come sembrano...
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Il bambino che è in noi
Ritrovarmi con i vecchi amici che non vedevo da tanto tempo è sempre un'emozione unica, un tuffo nel passato e nei luoghi che ci hanno visto ragazzi. Un viaggio nel tempo dei ricordi... ai quali si dà vita con racconti, aneddoti, battute, che diventano sempre più spiritose. L'allegria e le risate s'impadroniscono di noi, si cercano episodi sempre più reconditi, sino a regredire a quando si era piccoli. Nonostante molte rughe scolpiscano il nostro volto e il nostro animo, si scherza e si ride senza ritegno facendo venire fuori il bambino che è in noi, quel bambino che ci ha visto crescere standosene in disparte, osservandoci e aspettando questi momenti per regalarci istanti di gioia che avevamo dimenticato, lasciandoci dentro una sensazione di sollievo e serenità, dove i problemi della vita sono sconosciuti e banditi. Ho imparato a prenderlo per mano e a portarlo con me in ogni occasione che si presenta, a lui... non importa l'età che ho...
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Vorrei vedere la gente sorridere
Ad ogni nuova alba tutto si schiude ad essa, così pure le speranze, i sogni, le paure, i timori messi a dormire la sera prima. Timidi sorrisi si accendono sui volti affacciati al nuovo giorno, silenziose preghiere s'innalzano in un'invocazione. I minuti, le ore trascorrono lente, un secondo dopo l'altro, come uno stillicidio, stilettate al cuore. Quando la fine del giorno s'appresta, le paure riprendono vita e s'allungano come ombre su sogni e speranze rimaste nel limbo dei desideri incompiuti. Il nostro orgoglio viene ancora una volta trafitto, bastoni conficcati nella terra. Tutto ciò che si chiede è vivere con la dignità che l'uomo ha sempre indossato anche se adesso vecchia e lacera, e non come quella gente dai volti consumati, abiti sciupati, occhi frenetici, troppo brillanti, disperati, speranzosi quando sanno che non c'è speranza e che si sono arresi. Accovacciati contro un muro, sotto i ponti, mentre stringono le mogli, i mariti, i figli, non solo esausti, ma logori e inespressivi, a volte si destano da quel torpore per elemosinare dai passanti una moneta, un pezzo di pane, qualsiasi cosa. Sarebbe una vita di stenti... sarebbe una vita...senza vita. Ed è per tutto questo, per evitare tutto questo che vorrei un mondo migliore, e vedere la gente sorridere.
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