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Raccolta di poesie di Enrico Vergoni
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Ti ho incontrata

Ti ho incontrata milioni di anni fa,
avevi i capelli bagnati
di quei cieli
che solo l’estate può regalare.

Ti ho incontrata che sembra ieri,
la tua voce
come fiume silenzioso
e l’odore di te
a giocare coi miei sensi.

Il mare si regala alla terra,
mentre te ne stavi sola
su due piedi bagnati
a contare le tue dita.

Ti ho incontrata e ti ho baciata,
sospiri veloci come il lampo
fango dal quale sono nate le ossa di donna
tango che fa sudare le mani.

Ti ho incontrata e ti ho perduta,
troppo breve è l’estate per chi teme la morte
troppo fragile è settembre per scaldare due cuori.

Il vento spezza i colori.
Traccio una croce sulla sabbia,
soffio le dita
si diffonde in aria il mio Spirito.

Quando farai l’amore
fallo tacendo,
non pronunciare mai
il mio nome.

Passa la vita
come fumo dalle serrature,
ma quando inizierà un nuovo ricordo?

*

Il servo sciocco

Si muore verso un traguardo
perché tu sei storia della mia salvezza.
Sei bella come l’estate
quando ti scioglie i capelli.
Cadono lacrime,
ferite di porcellana
sul tuo viso di lana.
Il Signore mi ha dato un cuore inquieto
per cercarti.
Tu scintille di resurrezione,
io l’Agnello ubbidiente
il Servo sciocco.

*

L’ultimo fiore

Ho paura di tradire Cristo
per 30 denari della mia tranquillità.
Credo nell'amore
l’unica cosa che si può comprendere
senza la fede.
Perché è lui stesso fede.
Fidarsi di chi ti sta sfiorando,
l’ultimo fiore sul precipizio.

*

So sweet

Vorrei fare l’amore
per tutte le sere che ti ho sognata.
Tu e io
un coro a due voci
in una stanza senza luci,
disseterò ogni tua speranza.
…Ora sfiora la mia pelle..
just one touch..
so sweet…

*

Auschwitz

Perdonami madre
se contro quel filo ho ritrovato la vita.
I tuoi occhi
questa neve consolava,
nel silenzio di Dio trionfa l’assurdo dell’uomo.
Qui Caino ha superato Satana,
qui Abele divora se stesso.
Addio madre,
ora l’assoluto ridiviene patria.

*

Mia figlia

Mette i brividi guardare l’uomo.
Mette i brividi.
Tu continua a camminare
tra i volti di chi ti ama.
Ormai il mondo
è solo un alternanza tra
“l’essere di più” e il “non essere affatto”.
Tu cerca Dio
in ogni parola che precede il silenzio.
Avrai estati di menta
e lacrime che restano.
Avrai amori che trascinano i piedi.
Avrai da essere madre
di chi ti ha partorito.
Io starò al tuo fianco
come una contraddizione,
su questa porta le mie mani
ad attendere il tuo ritorno.

*

Grazie a te

La gente percorre faticosamente
la paura del quotidiano.
Tu credi nel futuro,
il domani dell’uomo
abita sempre nelle sue origini.
I tuoi giorni
sono vita che cresce,
è la santità di Dio
che dilata il mio vivere muto.
E’ tutto così semplice:
chiudere gli occhi
ed amarti.
Tu insegni la povertà del cuore
che non è rinuncia
ma amore.
Io ti sono accanto senza esserci.
Come Gesù
ho paura di aver sbagliato,
di non aver saputo amare
i fratelli che mi stanno uccidendo.

*

Il mio Rosario

Tu sei la carezza di un tulipano

che ti sveglia all’alba.

Tu sei l’odore di fumo e cioccolata

che riposa nei tuoi baci.

Tu ,la tenerezza di Gesù

che di notte sognava la neve.

Tu sei storia e carne

spirito che soffia tra le caverne.

Tu sei la morte che non avrà più dominio.

Tu lo spazio di silenzio

nel quale incontro Cristo.

Tu sei favola dei popoli

su di te scuotono il capo le nazioni.

Tu sei la parte di me che mi assomiglia di più,

lo spazio tra il cielo ed i miei pensieri.

Tu silenziosa per invocare.

Tu atomo di Maria, piena di grazia.

Tu sei volti contemplati dalla giustizia,

i miei risvegli

saziati dalla tua presenza.

Tu, la parte umida del letto

in cui mi addormento dopo aver fatto l’amore.

Tu creatura del nulla

che stranamente confini con Dio.

Tu frantoio di sogni e ricordi.

Tu angelo divenuto vento.

Tu il mio profumo.

Tu simile a te stessa

come un respiro

pronto ad interrompersi…

...un bacio e fuggi via.

*

Spezza la tua vita

Non permettere all’uomo del nostro tempo
di tuffarsi nell’individualismo
ma spezza la tua vita
per chi incontrerai.
Tu credi nell’amore.
Incrocia la tua vita
dove il dolore diventa vocazione.
Cerca Qualcuno
che dia senso all’effimero,
all’agitarsi
nel tempo e nello spazio
di questo mondo finito.

*

Canzone per Giulia

I tuoi occhi all’amore somigliano

so riconoscerlo

anche se mi manca da tanto,

so respirarlo

puro e vero

anche se ho smesso di cercarlo.

Ho attraversato mille strade

seguendo la mia nostalgia

come prostitute l’alba

ne svelava l’effimera magia.

Ti ho aspettata

perché l’amore sa farlo ,

ti ho sfiorata

perché l’amore ha bisogno di un odore.

Alimento i miei dubbi

come un mendicante,

me ne sto immobile

come una dogana nel tempo.

Chissà se in questa vita

si parte da zero o non si arriva mai davvero?

Non chiedermi risposte

sono solo un canto d’usignolo

inciso su una lapide

paura e sangue

nel veleno di un aspide.

Quando scrivo è tutto diverso

la poesia

l’immaginazione

mi spingono dove la morale non arriva,

se stanotte fossi qui con me

capiresti le mie mani.

Figlia mia

si muore soli

e si vive dimenticati,

da troppi anni s’annuncia

qualcosa di nuovo

ma tu continua a sognare

continua a sperare

corri e non voltarti

nei tuoi piedi da bambina.

Ama te stessa

e te stessa diventerai.

Usa il tuo talento

qualunque esso sia,

non dimenticare mai di essere un riflesso del cielo,

come foglie vedrai cadere speranze

ma la vita è altro

è correre nel vento..

...è l’amore che resiste alla neve .

*

Madre per errore

Domattina non ci sarai più.
Domattina smetterò di essere madre.
I tuoi ultimi calci
saranno la mia sconfitta,
i tuoi ultimi calci
dovrò dimenticare
come bambole lasciate in soffitta.
Tuo padre ha scelto di andarsene,
per gli uomini è più facile.
Tua madre continua a soffrire
per noi donne è il solo destino.
Stanotte per l’ultima volta
c’addormenteremo insieme.
Stanotte ogni ora
sarà travaglio dell’anima,
il mio cuore cullerà
ogni battito del tuo.
Domattina non sentirai dolore
scivolerai via come vento su un fiore.
Tu figlio di una notte d’amore
ed io madre per errore.

*

Tramonto

E’ un tramonto di pace stasera
è magia che si avvera.

Chissà dove è nascosto il dolore degli uomini?
Chissà perchè non mi fa più male?

Oggi non ho più orecchie per sentirlo
oggi festeggio un anno di malinconia .

Cammino e penso al tuo sorriso
a quel rossetto deciso.

Hai lasciato fumo e neve
sangue e brace
sei stata terra senza pace

 

*

Oceano Adriatico

Il vento dondola la sabbia
il mare è un dolce carìon.
Le persone camminano
come se avessero
l’eternità davanti,
come se il destino non fosse più appostato
dietro l’angolo
come un usuraio.
Mi sdraio a terra
È fredda
come le lenzuola che ho lasciato,
sei volata via
come cotone nel vento.
Chissà per quali vie passa il maestrale?
Respiro
come se bevessi.
Cammino
come chi non si stacca dalla propria casa.
Non ho più freddo
ho imparato a piangere.
Portami via
portami via
Oceano Adriatico.

*

Gli occhi del vento

Perchè il tempo che passa non se ne va?
Rimane lì
a fissarti
a spogliarti.

Sorrisi, baci, lenzuola
a danzare leggeri nella tua mente
come uno swing,
come lucciole nel grano,
in quelle sere che Dio
ha fatto apposta per non farsi odiare.

Ti svegli una mattina
e il suo odore di pane
non colora più la tua pelle.

E’ uscita dalla porta
mentre il vento entrava dalla finestra...
...hanno incrociato i loro occhi
senza dirsi nulla,
poteva fermarla....
.....e non l’ha fatto.......!

*

Il tempo degli orologi

Sogno sempre più profondamente,
scambio le cose per ombre
e vedo nelle ombre le cose.
M’innamoro sempre più,
occhi tra il grigio e l’azzurro
mi traggono nel loro abisso.
Salgo ogni montagna:
nella neve la fonte di ogni vita
vi si adora l’origine di tutte le cose
vi si odora una luce misteriosamente attraente.
Sto camminando vicino alla morte,
il tempo si perde,
non c’è più il tempo degli orologi
ma una condizione simile alla crescita silenziosa dell’erba.
Le mie membra come se fossero toccate
dalla gelida cicuta.
Non era ben chiaro
se fossi corpo o ombra.
Il luccichio diamantino della luna
e l’ovatta assenza di suoni
colora la notte,
finacchè in cima alla collina
il monte magico dell’Olimpo
ci mostra le sue radici.
Cade in terra il mio orologio da tasca
uccidendo il tempo,
il mio viaggio è finito
sono solo un cuore innocente.

*

Le dita del mare

Cos’ è la felicità senza di te ?
Una vita che si ha paura a raggiungere
come uno scoglio in mezzo al mare.

Strada deserta oggi,
non arriva neanche un pò di musica .
Ho addosso la stessa vita da troppo,
mi s’intreccia
come mani la domenica sui banchi delle chiese.

E’ quasi sera
il cielo si macchia di rosso,
il tramonto è come fumo di sigaretta
e le nuvole s’inteneriscono come seta.

Intanto il sole si spegne
tra le dita del mare,
onde di cera allagano gli occhi,
sono stelle che cadono
sotto la neve a fiocchi.

Come un onda so già che andrò a morire,
ma che importa?
Sembra così lontana l’estate
quasi non fosse mai passata.

*

Amato amante

Amato amante
dovunque io resti
il mio desiderio ti abbraccia.
Non dire parole
che poi prendono forme strane
strade lontane.
Mia metà separata
ora so distinguere la vita dalla sopravvivenza
una lacrima da un pianto,
la seta dall’incenso.
Quando sei accanto alla mie fragili spalle
tutto è chiaro e luminoso
pioggia sottile che rinfresca l’estate.
Vivrò la tua vita
come un ladro la notte,
l’ultimo giorno di scuola.
Uscirò dal mio io
sia pure per lo spazio di un sorriso
e saprò cosa chiedere a Dio
quando sarò d’innanzi
al suo perdono.

*

Le unghie di Dio

Te ne stai nel buio di un angolo
a contare le tue fragili dita.
Occupano i pensieri la tua mente
covoni nel grano
remora su una testuggine.
Ma dove va a finire quel fuoco che batteva il cuore
fino ad allagarci gli occhi?
Cadono le illusioni dagli occhi
come sogni da una stella.
Nessun pianto è straniero a Dio
che bagna le sue unghie nei nostri sguardi,
che con la sua mano tiene in volo gli uccelli figli del vento.
Chi amavi ti ha tradita
ha disperso al cielo il tuo odore,
ha spezzato sorrisi
come fa un prete sull’altare.
Le tue lacrime di sale,
ne sopporto il peso,
credimi
come fa il mare che regge gli scogli.
La nostra vita è bella ,
è Giulia che fa le capriole
in un mare che costeggia l’estate.
Vivremo e sarà per sempre
come il lago che muore ad ogni onda
e rinasce ogni mattina.
Getta quel cuscino
buttati in strada ,
seguiremo le farfalle
ci indicheranno la strada
muovendo il vento.

*

Scarpe di tela

Va incontro al tuo domani
con la fiducia di un bambino
e non con il pianto di un adulto.
Non aspettar che il cielo invii rose
ma si tu terra per il tuo giardino.

Hai lasciato la porta aperta
correndo tra ali di folla,
hai attraversato lo spazio di un amore
correndo nelle tue scarpe di tela,
non ti seguirò
ogni vento ha la sua vela.

Abbiam bevuto nel fiume
ubriacando la vita,
abbiam suonato parole d’amore
illudendoci di fregar la morte
ma al risveglio era lì,
regina con la sua corte.

La strada mi corre davanti
si muove e si contorcie.
Morire è capire che non ci sarà più primavera,
ti ho portato a vedere la neve
lì ci siamo detti addio.

*

Le forme dell’acqua

Cade la pioggia
rotonda
come cerchi nel grano,
io quì dritto,
senza spessore a guardarla.

Cogli una mia lacrima
scaldala tra le tue mani,
guarirà ogni tuo timore
soffocherà ogni tuo tremore.

Tremo daventi al tuo ricordo
come terra davanti ad un esercito,
lasciami in pace
non ho più sangue per questa guerra.

Star soli è desolante,
è contro natura non avere nessuno
con cui condividere la neve ,
che ti sorprende in riva al mare.

Scivola una goccia sul mio vetro
sono acqua
regalo la mia forma a chi mi doma
come una donna il suo calore a chi l’ama.

Morirò come un animale
senza rendermene conto,
fuori ha smesso di piovere
torneremo a respirare l’asfalto.

*

Respira il mare

Se ti diranno che non è vero
Tu non ci credere
Respira il mare
Sognalo
Vivi al sole
Che la nostra vita
Non si chiude in una stanza

*

Nebulat

Ho trovato il mio amore tra le nebbie del mare
lì si perdono le traccie di ogni tuo pianto.
Ho caricato sulle mie spalle i tuoi bei capelli
li passerò tra le mani , per non farli invecchiare.

Nella nebbia non si può credere ai miracoli
inibisce i sensi,
tendini e nervi tendono all’infinito.
Come si può credere ai prodigi di un qualsiasi Dio
se ai nostri occhi è negato il cielo stellato.

Cosa senti di notte quando arrivano i demoni?
Scende la nebbia
come le lacrime del primo amore,
sarò nel freddo delle lenzuola
e nelle lacrime di troppi rimpianti.

In quante stanze ho ascoltato il mare
che come giaccio tagliava le mani,
scendi alla sera nel mio cuore
che la nebbia non celi i tuoi passi
ed io non mi nasconderò più dietro gli alberi.

Sei vita dentro me, come una goccia
quando cade nella speranza degli uomini,
coprirà la nebbia ogni tuo sospiro,
spegni la luce
ci basti il cielo.

Io albero guardo i miei rami
secchi come ruscello bevuto dal tempo.
Ti ho aspettato,
passano giorni
cadono come foglie,
nebulat ergo sum.

*

Lana sui telai

Verrà l’amore
verrà non dubitate,
sarà bello come un giorno d’estate.

Verrà il Signore
avvolto in una veste di luce
ci libererà da ogni Croce,
verrà nel silenzio
in un mondo senza voce.

Verrà Maria
ha gli occhi di suo figlio,
sarà dolce come una vita in fasce.
Sarà vestita come il giglio
i suoi occhi saranno stupendi
come giorno che nasce.

Maria
se il mondo avesse il tuo sorriso
anche i bambibi non piangerebbero più,
perchè il paradiso non è di chi si sente stella
ma di nostro Signore Gesù
e di chi ogni giorno nasce ,anche lui,nella miseria di una stalla.

E quando il tempo non avrà più giorni
e non avremo più bisogno di parole,
saremo noi carta tra le Sue dolci mani,
lana sui telai.
Et macula non est in te.

*

Tango e cenere

Dimmi quando è finito
l ‘amore che avevi per me
dimmi il giorno,l’ora e perchè,
e chissà dov’ero che non me ne sono accorto.

Ti ho sollevato come una figlia
come un vecchio gli occhi al cielo,
ho danzato nella tua mente
tango e cenere
cuore e sudore.

Ogni attimo era il tempo di una vita
ogni lampo la sua tempesta,
il mare sbatteva sotto la tua finestra
forte
come la vita che ti batte dentro.

Lacrime cadevano senza voce
come una vedova
come Maria sotto la croce.
Guardo l’infinito
come un buon gatto in riva al mare.

Me ne sto a presidiare la solitudine
come un fiore,
che importa se davanti ad una tomba o nei pressi di una scuola?
Oggi sono vivo ,mangio sale e bevo mare
tanto non può esistere l’inferno
in un mondo così pieno di Dio...

*

Orme

Stanche sono le tue orme
non lasciano scia.
Sei nella vita in punta di piedi
come vento che sfiora l’erba
non la muove,
come la notte che cade ogni giorno.

Quanta strada si può fare tra le gambe di una donna?

Ho percorso i tuoi pensieri
sentieri innevati
su la tua pelle di lino
leggera come una lacrima di vetro.

Ti ho trovato in un angolo
con la testa bassa
tra due spalle di seta,
sali le mie ginocchia
ascolta il mare che scivola dagli occhi
come panni sciacquati al fiume.

Signore
riduci a vecchiezza i superbi a loro insaputa,
scorre la mia vita
la sento
rimbalza tra i sassi.

*

Laura guarda il lago

Laura guarda il lago
in un tramonto che il cielo prova a dipingere
ma lei non se ne cura
e sta immobile a rimpiangere un amore finito per troppa paura.

Laura guarda il lago
vede quelle dita che il suo ventre dominava
amore senza pudore
sudore appiccicato in una capanna in riva al mare.

Laura guarda il lago
nell’acqua la paura del giorno che muore,
emozioni che son luce
occhi che son goccie
goccie che cadono dagli occhi.

Laura guarda il lago
il vento accende i lampioni
s’addormenta Como, come una bambina
mentre il freddo scalda i termosifoni.
Lei abbassa gli occhi,sorride e aspetta
l’odore del mare che verrà a prenderla.

Laura guarda il lago
pensa agli occhi di sua figlia
profondi ,come una vita che doveva essere
e non è stata.

Laura ha sognato il lago
si sveglia
luce di seta
tra le coperte di velluto,
spegne una sigaretta
sa che le fà male
ma che importa
in Paradiso si vedrà il mare.

*

Dune

Ha piovuto stanotte
potremo lasciare le nostre impronte sulla sabbia.
Traccie pesanti di vita
che il vento non può coprire.
Dune si formano nella mia mente,
seguirò la tua vita
come una carovana di mercanti;
città lontane raggiungeremo,
stanotte il sole non tramonta sull’oceano.
Quando sono tra le tue braccia
si sente il vento che corre tra gli ulivi,
l’odore di te
che sei matrice e fondamento
di tutte le mie libertà.
Sii la mia difesa nel mondo
l’aculeo di una vespa
l’artiglio di un’ancora.
Non hai mai voluto migliorarti,
colorare d’esperienza la tua fronte;
la vita non è solo una stagione da vivere,
tempo che passa
ma un percorso da calpestare,
metri in avanti.
Si è sciolta la neve tra le tue mani
ho creduto di affogare;
ti prego Laura
asciuga le mie paure con i tuoi capelli,
il silenzio con le tue melodie.

*

La corona di Cristo

Sono vicino alla fine,
vegliardo con la coscienza innevata.
Mentre il freddo danza tra le mie dita
i miei ricordi vanno a lei,
la prima chiave di violino
la prima ora del mattino.
Alla mia età gli occhi brillano
come il cielo di giugno,
sale di mare che scivola dagli occhi.
Non si piange perchè si soffre
ma perchè si sa che non si tornerà più a farlo.
In un divano marrone castagna
chiudo gli occhi
e vado a pescare sogni lontani
nel lago dei ricordi.
Seni pesanti e occhi verdi
in una vestaglia di nocciole;
i capelli le coprivano una parte del viso
ombreggiando l’altra.
Rosse erano le labbra,
come mirtillo selvatico
nato sotto un nido di passeri,
intrecciato come la corona di Cristo.
Di lei non seppi mai il nome,
ma quante notti le mie mani l’hanno sognata.
Chissà cose è stata per lei la vita?
Se le ha danzato intorno
come falena nel fuoco
o l’ha dimenticata
come capita a volte a Dio.
Mi sfioro i capelli,
bianchi come la mia coscienza;
nel petto sento leggera la mia anima,
piena di colori
come l’astuccio di un bambino.
Provo ad alzarmi
ce la devo fare,
dalla finestra si vede solo il rumore del traffico.
Ma dove sono le brine di un tempo?

*

Calzino

Come un calzino aspetto

Come un calzino vorrei toccarti
sentire le tue unghie

cosmetiche e scivolose.

Come un calzino ti appartengo
ma tu non ci sei.

E i tuoi piedi camminano altrove.

*

Pioggia di stelle

Pioggia di stelle stasera
intenerisce gli occhi
spira il vento
e bisbiglia al mare
il segreto del loro amore.

Tu che cerchi una barca
io che in te trovo gioia,
fredda la sabbia
come terra che accoglie
la pietà dell’ultimo sonno.

Scivolano le mie mani
fin dove nascono i tuoi sospiri
bella sei bella, ed io mi sento morire;
il tuo corpo tutt’uno con il tuo respiro nascosto
e l’oscuro pensiero di Dio sopra di noi.

Noi due come tutti gli amanti a ballare una musica muta
un tango inesorabile,
forse il mondo è una ferita
e un Dio la sta disinfettando col nostro sudore
ce la sta cucendo addosso.

Vita mia
Vita mia,
squarcia il cielo e muoviti su di me
precipita, come grandine sull’asfalto
coprimi ,come vapore sul mio specchio.
Stanotte vorrei vederti fermare la pioggia
accendere con un sorriso il lampo.

Sei venuta e sono stato pioggia
come erba bagnata ti ho nutrito.

*

Ho sognato la mia vita

Ho sognato la mia vita
specchio d’acqua in mezzo a settembre
i gabbiani in aria dipingono il tuo sorriso.

Ho sognato la mia vita
occhi nel buio
aspetto un bacio....
..arriverà
come un treno la domenica.

Ho sognato la mia vita
seduto su un moscone ai bordi dell’estate
sta cambiando il vento...
...sei nell’aria.

Ho sognato la mia vita
ha il profumo dell’erba di campo il tuo pianto.
Ti poserò in una serra,
in una sera di luna
combatterò il vento
che non ti faccia male.

Ho sognato la mia vita
sei tu che hai soffiato il grano
muovendo il vento.
Sei tu che hai portato la neve nelle mie campagne,
ritornerai
non c’è buio senza luce.

Ho sognato la mia vita
come un cieco che aspetta la notte per sentirsi come gli altri,
conforndersi tra le ombre.
Quando ti guardo negli occhi vedo tutto quello che immagini
è come pioggia ,non finisce più.

Che Dio se la smetta di piangere stanotte.

*

La memoria degli alberi

Amo i tuoi capelli uno per uno,
perchè passandoli tra le mani
sento il colore del vento
che tra te si annida
nei giorni di pioggia.

Amo i tuoi sguardi uno per uno,
profondi come la memoria degli alberi
perchè mi sussurrano
che mi ami da sempre.

Amo il coraggio che hai,
mi piace come ti approcci
a questi anni mutevoli
alla maniera delle cose che passano;
tu sei il nido caldo dopo il lungo volo.

Amo guardare il tuo sonno
mentre ascolti le confidenze degli angeli,
stanotte mentre dormivi
ti ho sentita sognare.

Amo le tue mani
bianche come latte di cotone
sulle quali poserò le stelle del mattino,
le riconsegneremo
quando torneremo al cielo.

Amo quello che sono grazie a te,
se c’è un Dio tu ne sei il volere
come grano senza il quale
non si scorge il vento.

Amo la tua estate
che spoglia i miei inverni
di quella malinconia
di cui non so fare a meno.

*

Arancio Sbucciato


Ho lavato la polvere dai tuoi occhi,
ogni lacrima una poesia.
La tenerezza del tuo viso
riflette giorni lontani,
isole sognate.

Non sentirti estranea
ai disegni del mondo .
Tu sei la tessera più preziosa di un mosaico
che lo Spirito unisce,
giorno dopo giorno.

Gli uomini hanno il coraggio
che li sorprende tra gli eserciti,
in un giorno perfetto per morire.
Le donne invece no,
loro hanno la forza per spingere fuori la vita
in un giorno perfetto per nascere.


Accarezzarti le gambe
è come ripercorrere la mia vita.
Ogni ferita una caduta
di quelle che ci si rialza
ma sempre più stanchi.

Le tue ciglia
sono l’ultimo fiore sul precipizio,
a te mi posso aggrappare.
Le sfioro
e rimane tra le mani il tuo odore
come un arancio sbucciato.

*

Un bicchiere di neve

Addormentati Laura e prova a sognare

lascia il mondo alla finestra

e l’amore alla fortuna.

Batte forte il tuo cuore

come violino d’estate ,

corde di seta si piegano

come grano nel vento.

Orgogliosa la luna

che come una signora si mostra solo a metà,

lo sa anche il vento che stasera se ne va’ via.

Sospirano i giovani amanti

il loro amore rimbalza tra i palazzi

ma tu non te ne curar,

la tua vita è solo un bicchiere di neve

è un clown che fa le capriole.

Chissà perchè gli uomini si rifugiano nei sogni

quando basterebbe amarsi di più?

Stringi i pugni Laura e continua a sognare

in questo mondo ci si muove a fatica,

tu vulcano d’idee in una pianura di sentimenti

tu che hai perso l’amore per paura della vita.

Rischiara la tua stanza un lampo

come fece il mio amore per la tua vita,

sangue e pioggia allagano gli occhi

queste lacrime bagnano una vita che galleggia.

Cade una goccia,

scivola una lacrima

è il mare che ti aspetta.

Dormi Laura e non pensare che questa sia per te.

Amarsi è condividere la neve che scivola in un giorno di primavera,

amore di sapone,

svanito come schiuma.

Fuori è nato il giorno

Sarà un Natale di speranza.

*

Farfalle

Sono diventato padre
il grigio degli alberi è sceso su di me
sulle mie tempie ,
ha colorato i miei capelli.
Si diventa vecchi senza volerlo
senza saperlo
è come una chiamata alle armi ,
l’alito si fa pesante
come la solitudine.
Tutto diventa memoria,
i ricordi della sera
hanno traiettorie strane
arrivano a tradimento;
non credere che sia un morire
è solo dormire nella penombra
calpestare prati lontani.
Signore
ringiovanisci le mie ore
dammi la forza ,
il coraggio dei giusti,
non dirmi niente finchè verra la fine.
Quando morirò
miliardi di atomi esploderanno verso il cielo
miliardi di pensieri
come coriandoli....
.....farfalle....

*

Semplice

gennaio 2010

Semplice
me ne sto quì
ma che hai notte da guardare ?
Le mie paure son tutte figlie tue,
non sai che un uomo è vero solo quando è solo,
che non c’è differenza tra chi sogna e chi muore ?

Stasera voglio star da me
e non provar a commuovermi con qualche stella,
bella la vita per chi la scrive
ma chi la vive non può saltar pagina.

Luna
illumina la mia mente,
rischiara i miei passi.
Se molto ho sbagliato
è stato solo un ripararsi dal vento,
non chiamarlo peccato.

Dicono che la speranza è merce gratuita
ma non si paga forse con le illusioni?
Anche una foglia che mi sfiora spaventa le mie piccole spalle,
mi offro come cibo alla tua coscienza
germoglierò dentro di te,
per te
mio sole di giustizia in questa sera senza luna.

Muore l’amore quando smetti di sognarlo
si spezza
come fili di un tappeto che attraversa l’oceano per raggiungerti.
Sei scesa dalla mia Croce
non ne sopportavi la vertigine,
sono scivolati dadi sulla mia pelle,
l’hai perduta.

Semplicemente....

*

12 OTTOBRE

12 ottobre

05 maggio 2010

Entravano piano i treni in stazione
a ottobre Milano ha già dimenticato l’estate;
c’è chi cammina felice
nel vento muove le ali,
c’è chi invece la vita
l’ha dimenticata tra i pali.
Ognuno appeso ai propri pensieri
come panni stesi,
intanto il sole si alza
come una bambina da un prato.
Poveri Cristi stesi a terra
nessuno se ne cura,
gira un gran freddo tra queste valli
forse non ci si ama più.
Ti accarezzo i capelli
grano che punge le mie mani,
lo faccio per l’ultima volta
senza saperlo.
Accarezzo il tuo sguardo
profuma
fiore di vaniglia tra le labbra,
odore di campagna
noci e avena.
Baciami con forza
come con settanta lingue,
che tutti i popoli ci capiscano
e sappiano cos’è l’amore.
Ma devo andare,
giunge il treno,
il suo suono
come il grido di mia madre
che a sera
interrompeva il gioco.....
......io che parto
lei che rimane indelebile
nei miei pensieri.


*

Etsi Omnes Ego Non

Per molti anni ero convinto

di essere il fratello maggiore che torna dai campi.

Ma ora mi accorgo in realtà

che ero io a guardia dei porci

mentre sto camminando verso casa.

Chiederò perdono al Padre

mettendo il mio orgoglio tra le sue carezze,

i miei sguardi tra i suoi occhi.

Mi lasciasti andare

come un gabbiano

lascia libere le sue ali

per avvicinarsi al sole,

come un albero di fichi

sbattuto dalla bufera lascia cadere i frutti

non ancora maturi.

Quanto era scomoda Signore

quella Croce

che Ti teneva tra le sue mani

come se fossi farfalla.

Su di lei Te ne stavi in equilibrio

come un passero su un filo di grano.

Nascesti senza alcun debito

ma pagasti per tutti,

sei stato Madre per noi;

che il mio cammino

non Ti lasci mai di spalle.

Etsi omnes scandalizati fuerint in te,

ego non….