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Raccolta di poesie di Vincenzo Moggia
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Cadenza del giorno (6 haiku)

mentre cammino

in questa notte fredda,

solo silenzio

 

*

 

albore triste:

bevo rugiada dalle

pallide rose

 

*

 

volo di rondine:

nel cielo puro, un ricciolo

disegna lieve

 

*

 

profumo d'erba -

un lumicino brilla

nell'aria tersa

 

*

 

lumi sospesi

sul lago di cristallo:

chiarore d'ambra

 

*

 

notte d'estate

tra le stelle silenti

cerco i tuoi occhi

*

Era bello osservare il sole...

Era bello osservare il Sole

lentamente calare e il profumo dell'erba.

Come lucciole vagavano i petali cadenti.

 

Immoto è il mio pensiero

rapito nel ciclo di magnificenti luci

effuso d'oro nella pace dell'autunno.

 

Vorrei sentire adesso la tua voce

si muovono le stelle nel silenzio

i rovi hanno lasciato lo splendore.

Non scorgo più i sentieri, non ricordo

non ricordo.

*

Isobare

Grava il cielo come un mare grigio,

lumi di barche disperse in una nebbia

di luce incerta. Non parlano

ma sanno.

 

La strada tremola nell'umido, muta,

non sussurra il vento che scuote

l'erba. L'eco retorica di distanze

intuite.

 

Dietro le case immobili roboando

i cieli molteplici rispondono zitti

alla reticenza dell'azzurro inverso

al tramonto.

 

Così il blu si trattiene, riverbero

luminoso sui contorni convessi

dei vetri, sulle onde in attesa

nel verde.

 

Resto fermo o procedo, lungo l'aria

elettrica, nel nero brillante dove

la stella compare inattesa, che sa,

ma non dice.

 

Così si palesa

la manifesta omertà delle cose.

*

Segnali di posizione

Scivola il tempo dalle nostre mani,

la torre dell'orologio splende come un faro

tra stelle indifferenti.

Gli amanti si chiamano imitando i cani,

le strade vuote luccicano dai vetri

avvolte in echi di assoluti morenti.

 

E le speranze, le delusioni dove sono?

Dove le disperazioni eterne?

Sono come lucciole tra i rami

nelle sere di agosto,

stille di fuoco al culmine del buio.

Sussurri incerti sfumano nei vènti.

 

Dopo la notte si riaccende il Sole

illuminando il guscio delle cose,

scintille ed ombre, significati stanchi

e solitudini assopite nel giorno.

Squillano nel ricordo frammenti di sogni,

fragori di giostre e giardini dimenticati.

*

E’ sorta una città splendente..

È sorta una città splendente

dal lucido bagliore dei flutti

tra spume pure nel volo di gabbiani.

 

Le sue torri scorgo remote

di marmo e diamante,

e un simbolo, una statua ed una luce

solenne tese al cielo.

 

Inorridisco al muto delle voci,

ma non distolgo lo sguardo, lo splendore

diventa fulgore di stella nel Sole nascente,

ah! potrò mai essere assolto dalle strade,

acquistare un umile vascello...?

 

(da Quaderno blu)

*

Morale

Tu che apri il cavo della mano

al petalo stupendo non

ritrarlo, non temere la sua luce

ma affonda, affonda trepido allo stelo

che gemma verde chiaro al fremito del vento.

 

(da Attraverso la luce)