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Raccolta di saggi di Catello Nastro
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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- Educazione

Gli istituti educativi

GLI ISTITUTI EDUCATIVI

Dopo molti anni ritorno su questo argomento, alla luce di nuovi eventi che hanno modificato gli istituti educativi. Di questa modifica si potrebbe dare la colpa alla cosiddetta civiltà che sovente si trasforma in inciviltà, alla famiglia spesso permissiva, talune volte assente o di cattivo esempio, alla società, evoluta in taluni settori, ma degradata in altri, a noi stessi, genitori che sovente siamo desiderosi di dare ai nostri figli, in età scolare, quello che noi abbiamo avuto solo dopo molti anni, in gioventù. Ma quali sono, a mio avviso, i principali istituti educativi?
1°) – La famiglia
2°)- La scuola
3°)- Le istituzioni
4°)- I mass media
5°)- La società.
Questi solo per citare i principali. Naturalmente la lista potrebbe essere allungata a dismisura coinvolgendo altri settori che potremmo definire di “secondo piano”, cioè di importanza minore. Un vecchio proverbi cilentano così recita:” Figlio re uatti, surece acchiappa”. Anche il figlio dei gatti rincorre i topi per istinto, ma anche perché vede che i genitori lo fanno. Quando la mamma dice una bugia al babbo, anche i figli, nella maggior parte dei casi, si sentiranno autorizzati a dire bugie. La famiglia è importante. A mio avviso non credere nella famiglia come istituto civile e poi religioso, pone molti quesiti. Oggi si parla di coppia gay, di famiglia gay, di matrimonio gay. Ricordiamoci che Dio ha predicato l’amore. Forse anche l’amore tra esseri umani dello stesso sesso può avere la precedenza alla coppia tradizionale, irrequieta, turbolenta, immorale. E qui bisognerebbe fare una netta distinzione tra il settore fisico e quello puramente sentimentale. Il primo non trova giustificazione, il secondo trova, a mio, avviso, addirittura collocazione umana. Anche nel mio quartiere esistono delle coppie gay. Tra i tanti crimini questo mi sembra il meno condannabile se non addirittura giustificabile dal punto di vista umano, sociale e forse…anche Divino. Oggi parlare di istituzioni subito si incappa nella parola “politica”. Su questo argomento, cari lettori, non me la sento di dire la mia. Specialmente in questo periodo di confusione. Comunque, pur non essendo citata tra gli istituti educativi contemporanei, può rientrare alla voce “mass media”. Ci sono taluni argomenti che vengono presentati in salse diverse, a secondo del colore politico. Forse, se fossero presentate nella loro nuda realtà il lettore potrebbe anche capire. Non si può dare ragione a due persone ( o due entità sociali) che la pensano in maniera diversa. Esercito il mio diritto di elettorato attivo da oltre mezzo secolo; ho esercitato il mio diritto di elettorato passivo solamente due volte (Agropoli e Torino), naturalmente con risultati negativi, ma credo ancora nella politica e nelle istituzioni. I mass media su supporto cartaceo o informatico che seguono i miei scritti, hanno superato le centomila unità di visitatori. Oltre centomila persone hanno letto quello che scrivo. I mass media sono in continuo aggiornamento. I lettori che “cliccheranno” questo mio scritto, peraltro già pubblicato, sebbene in maniera diversa, quando facevo ancora il professore, si aggiungeranno ai precedenti. Ma tralasciamo i mass media per annotare due righe sulla società. In continua evoluzione – specialmente informatica – nella quale un essere umano come me, che si avvicina ai tre quarti di secolo d’età, fa fatica a seguire. Eppure bisogna essere attori, anche se non protagonisti, di questa grande sceneggiata che è la vita umana. Quante volte non abbiamo detto la verità per paura di ritorsioni? Quante volte non abbiamo avuto il coraggio di denunciare fatti e misfatti? Quante volte, nell’accingerci a scrivere un articolo per internet o per un giornale o una rivista abbiamo dovuto limare certe espressioni che avrebbero destato l’ira del barone di turno? Ma ogni tanto un polverone lo abbiamo sollevato. Le istituzioni non sono entità stabili, ma instabili…anzi molto instabili. Basta che qualcuno cambi idea, giunga ad un compromesso sovente prezzolato, che il cancro della corruzione rode il sistema politico e sociale, coinvolgendo anche l’etica umana che rappresenta l’ultima spiaggia per la nostra società. Multietnica e multirazziale, la nostra società riveste un ruolo importante sul pianeta terra. L’equilibrio sociale, una equa ripartizione del reddito pubblico, una moralizzazione della vita politica, un superamento delle lotte di classe, la discriminazione razziale, ed una certa apertura mentale, serena e schietta, per quello che ci viene propinato quotidianamente, rappresentano il progresso di un popolo che solo in tale caso potrà definirsi civile.
Solo in questa maniera possiamo guardare al futuro con fiducia ed aspettare che esseri di altro pianeta vengano da noi a gustare i fusilli col castrato, le pizze del centro storico di Agropoli, la mozzarella di bufala campana, i salumi del Cilento ed i nostri vini. Eppoi… non torneranno più al loro pianeta, ma resteranno ospiti del Cilento con lo sconto di “extraterrestri”. E perché no: dopo i napoletani ( uno dei primi sono stato io nel 21 ottobre del 1951), poi sono venuti gli extracomunitari ed anche quando arriveranno gli extraterrestri ci sarà spazio pure loro. E penso che dopo aver assaggiato le nostre specialità gastronomiche ed i nostri vini, il sole, il mare ed il paesaggio, diventeranno cittadini cilentani? Ma alle elezioni amministrative, come si comporteranno? Avranno la possibilità di creare un partito extraterrestre? Fosse la volta buona!!!

Catello Nastro
agropolicultura.blogspot.com

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- Società

Turismo alternativo nel Cilento



Turismo alternativo nel Cilento
RECUPERO E RESTAURO DELL’ARCHITETTURA RURALE


A livello di competizione turistica nell’Italia meridionale o in genere, bisogna rinvenire delle vie alternative che possano soddisfare anche delle esigenze di cui vuole uscire dai soliti schemi vacanzieri per immergersi, anima e corpo, in strutture diverse dalle solite. Certamente esistono nel territorio interno del Cilento, per la maggior parte collinare, ma col mare facilmente raggiungibile in meno di un’ora, attività ricettive che hanno dato luogo ad aziende agrituristiche che, in alcuni casi, hanno assorbito una fetta di clientela dei paesi costieri. In questa ottica vanno fatte delle considerazioni tenendo conto di un’altra regione italiana, la Toscana, il cui territorio interno ha subito negli ultimi decenni un recupero di edifici contadini e patronali. Certamente non può essere fatto un raffronto totale per la qualità delle strutture esistenti in Toscana, ma certamente questa regione, con la sua politica di recupero, restauro e fruizione a scopi turistici di dette strutture architettoniche, anche del ‘700 o ‘800, o addirittura di epoca Liberty e perché no, anche Decò, a scopo ricettivo, o anche privato, ma sempre atto alla valorizzazione del territorio, ha contribuito notevolmente al proprio sviluppo ed all’occupazione nel settore agricolo ed in quello turistico. Anche la Campania, ma per una certa forma di campanilismo affettivo ci limitiamo solo al Cilento, può molto apprendere dal territorio dantesco. Aziende specializzate, dal recupero di altri edifici già dismessi o irrecuperabili, o comunque di minore importanza, possono rinvenire materiale autentico ed originale per il conseguente restauro abitativo. Anche il mobilio, ne consegue, deve essere autentico cilentano. Stiponi, casse e cassettoni, madie, tavoli e panche sono ancora recuperabili nei vari negozi di restauro ed antiquariato del Cilento. Artigiani qualificati, ad Agropoli, Paestum, Castellabate, Vallo della Lucania si dedicano con perizia estrema ed amore per riportare agli antichi splendori, usando tecniche e prodotti originali, spirito e gomma lacca e cera questi arredi che potrebbero dare il giusto tono alle grosse stanze di un tempo quando erano abitate dall’intera famiglia che poteva andare dai nonni ai nipoti. Oggi esistono delle aziende che si dedicano al recupero persino dei “cuoppi”, le antiche tegole in terracotta, dei camini in pietra costruiti a mano dai maestri scalpellini del tempo, oppure mangiatoie ed abbeveratoi per gli animali della casa di campagna. Questa ricostruzione dell’ambiente abitativo originale, con arredo originale, abbinata ad una ristorazione originale e quindi genuina senza uso di conservanti se non sale, pepe e peperoncino, con vini genuini del posto, potrebbe costituire un polo di attrazione turistica di una certa qualità. La visita al solito museo della civiltà contadina del Cilento rimarrebbe ancora utile, come elemento di contorno, non come alternativa a tutto quanto il problema turistico. I prodotti del Cilento e nel Cilento, genuini, anche costando molto di più di quelli esteri, industrializzati e pieni di conservanti sovente ignoti, farebbero lievitare i prezzi ma migliorerebbero l’offerta e la richiesta turistica. Il conseguente sviluppo nel settore edilizio, agricolo-pastorale, enologico, dei trasporti e vario in genere, risolverebbe in parte il problema occupazionale nel nostro territorio nel quale oramai il “posto pubblico” e il “posto fisso” scarseggiano proprio a causa di una politica clientelare, dagli anni ’50 in poi che non solo non ha creato una economia stabile e duratura, ma ha dato luogo a devianze sociali ( caporalato, lavoro in nero, tangentopoli, ecc.) facendo aumentare la disoccupazione e svilendo l’occupazione. Il tempo del gratta e vinci è finito!!! Rimbocchiamoci le maniche e rimettiamoci sulla retta via: quella del lavoro produttivo e dell’economia onesta.

Catello Nastro

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Articolo pubblicato sul quindicinale “NUOVO SUD“ di Salerno nel numero di aprile-maggio 2010, in esclusiva su supporto cartaceo e su allcuni siti internet su supporto informatico, partecipante al Premio RIPA 2011, nella sezione saggistica, senza segnalazione alcuna: nemmeno attestato di partecipazione o citazione in comunicati stampa.

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- Cinema

Senza spingere...

Senza spingere…
BENVENUTI AL SUD

Non entravo in una sala cinematografica da oltre cinque anni. Ma questa volta le pressioni e gli incitamenti familiari, oltre che la soddisfazione degli amici che già avevano visto il film, mi spingono a seguire consorte, nuora, nipotini e parenti annessi e connessi si da occupare una fila intera di poltroncine nel cinema di Agropoli. Il contrasto nord – sud appare evidente sin dalle prime scene. In alcuni dialoghi si rasenta il paradosso, ma tutto fa brodo e quindi la sala gremita ride a crepapelle. Ed anche lo scrivente, per la verità, si fa un sacco di risate. Poche – solo alcune iniziali – le scene dedicate a Milano, il resto, e quindi la maggior parte a Castellabate e dintorni. Un film, forse inconsciamente, di notevole promozione turistica. Non che a Castellabate e dintorni i turisti mancano, ma qualche turista in più fa sempre piacere, specialmente ai commercianti che nell’estate 2010 certamente non hanno riempite le casse di sempre più rarefatti euro. Anche perché le attività commerciali, e non solo a Castellabate, ma in tutto il Cilento costiero ed anche interno, sono aumentate a dismisura perchè il cosiddetto “posto fisso” statale o comunale si è miserabilmente rarefatto, così al sud, come pure al nord della penisola. Narra la vicenda di un direttore postale un po’ imbranato, con una moglie rigida fin troppo ed un figlio in età scolare, che viene trasferito a dirigere l’ufficio postale di Castellabate. Una tenera vicenda d’amore tra due impiegati fa da collante a tutto quanto il resto. La cena in un ristorante tipico, l’inquadratura di spiagge bellissime che tutti conosciamo, una festa a mare con tanto di fuochi artificiali, una bravissima cantante napoletana sul palco della festa, qualche scena fuori paese esaltano il territorio ed i suoi abitanti anche se legati ancora alla tradizione ( fortunatamente!) cilentana antica. Il disordine nel film diventa musicalità umana, lontana da schemi computerizzati della metropoli del nord. Insomma un bel film giustamente campione di incassi come non se ne vedevano da tempo. Anche qualche battuta un po’ pesante non cadeva mai nella volgarità. Unica nota negativa – al di fuori del cinema, come al solito in TV, il programma di Bruno Vespa che ha avuto la infelice idea di invitare dei politici e parlare di sondaggi. Naturalmente il dibattito sul film, politicizzato, è scaduto notevolmente. Ne potevano fare a meno di far intervenire gli onorevoli del nord e del sud. Anche se il confronto non è degenerato a livello di “Grande fratello” o “Isola dei famosi”, ha guastato il palato facendo perdere il sapore dolce del film. E’ un bel film! Ve lo consiglio. Andate a vederlo. Senza spingere!!!

Catello Nastro

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- Psicologia

Nuove strategie nel Cilento

Nuove strategie nel Cilento

PSICANALISI E TRANQUILLITA’ SOCIALE


Oggi la psicanalisi riveste un ruolo di grande importanza per la tranquillità sociale. Tra la prevenzione e la punizione esiste una entità intermedia che potremmo definire “educazione”. Una seconda entità è rappresentata dalla “rieducazione”. La prima avviene nella famiglia, nella scuola, sul luogo di lavoro, nelle strutture del tempo libero e degli hobby vari: siano essi sportivi, culturali, di passatempo o di qualsiasi altro genere. Sia ben chiaro che la psicanalisi, unitamente ad altre discipline similari, può interagire fino ad un certo punto. Quando il suo processo è senza risultati positivi bisogna per forza procedere alla repressione e quindi alla punizione. In altre parole chi mostra la chiara intenzione di non gradire la redenzione deve per forza di cose subire una giusta repressione. A questo punto il compito non diventa più oggetto dello psicanalista, ma passa nelle mani del giudice che emette il suo verdetto per una adeguata punizione da scontare nelle patrie galere. I risultati ottenuti dalla psicanalisi nel tema sono comunque degni di rilievo. Molti crimini, come quelli sessuali ad esempio, possono trovare immenso ausilio in questa disciplina. Arrivare alla radice del perché di un crimine è importante. Per una giustizia più giusta ma anche perché, scavando in profondità nella psiche del reo, si può arrivare facilmente alla motivazione del comportamento anomalo dell’individuo, comunque essere umano. In termine generico vengono chiamati “complessi”. Dal primo, forse quello più studiato e più antico della storia troviamo il complesso di Edipo. Ma anche i complessi che portano alla omosessualità, sia maschile che femminile, hanno radici profonde e quindi sono difficili da sradicare. Queste “devianze”, che non costituiscono crimine, vengono comunque accettate da una società evoluta come la nostra. Lo scorso anno nella nostra cittadina si è verificato un atto di intolleranza sul litorale di S.Marco. Ma chi l’ha commesso era il vero colpevole e quindi andava punito. Anche l’intolleranza verso gli anziani, gli immigrati, i diversamente abili è, a mio avviso, un grosso atto di inciviltà che va represso e punito adeguatamente. Da ex studioso di psicanalisi non mi voglio certamente trasformare in giudice. Non mi vedo assolutamente con la toga addosso. Un altro significativo fenomeno è la fobia. Una rivalsa psicologica da ripescare nella memoria, anche della prima fanciullezza, verso il buio, una strada in salita o in discesa, oppure verso un animale, come un cane, un gatto o addirittura piccolo ed innocuo come una formica. Quando insegnavo in Piemonte, ad esempio, conobbi un collega molto disgustoso che addirittura odiava i meridionali. Psicanalisi spicciola ed elementare: la moglie lo tradiva con un meridionale. Certamente non c’è bisogno di scomodare la psicanalisi per spiegare certe reazioni umane. Anche lo scrivente, nato durante la seconda guerra mondiale, ad ogni allarme veniva ficcato sotto il letto, al buio, per trovare un minimo di protezione. Fino a dieci anni quando passava un aereo ero terrorizzato. Il destino ha voluto che iniziassi la mia carriera di docente nella scuola media di S.Francesco al Campo, situata proprio sotto la pista di decollo dell’aeroporto di Caselle Torinese. Comunque mi abituai…In un recente articolo ho trattato di “lesionismo” ed “autolesionismo”. In altre parole omicidio e suicidio. Togliere la vita ad un altro essere umano, magari per fregargli la fuoriserie o il portafogli, e senza dubbio un crimine atroce e punibile. Togliere la vita a se stesso, anche se non è punibile, è senza dubbio un atto terribile che può destare nell’uomo di studio solo un senso di cristiana pietà. Ebbene io penso che anche quest’ultimo tipo di crimine, fa traballare la tranquillità sociale, fa intasare le coscienze non solo delle persone a lui vicine, ma anche alla società cosiddetta civile. E casi del genere sono aumentati in questi ultimi anni. Molto dipende anche dal substrato culturale e da quello ambientale. In confronto ad altre realtà sociali di altre aree geografiche, la nostra, Agropoli e Cilento, è senza dubbio preferibile ad altre aree della regione in notevole degrado. In talune zone la tranquillità sociale è quasi latitante. Basta parlare di camorra, spaccio di stupefacenti, furti e rapine, malcostume politico, traffici illeciti, e l’elenco potrebbe anche continuare… La tranquillità sociale va innanzitutto ricercata ed equilibrata nell’area vicina, prossima alla nostra famiglia ed alla nostra attività lavorativa per poi espandersi al condominio, alla scuola, al traffico, al commercio, al tempo libero ed infine ai mass media che spesso pur di fare “audience” propongono per mesi addirittura, modelli negativi. Anche l’alcolismo e la droga, in ultima analisi, rientrano in questo breve enunciato. Intorno ad essi gravita un mondo che certamente la psicanalisi non può molto. Ma può, per quello che è possibile, sperimentare nuove strategie grazie anche alla nuova e moderna tecnologia. Lascio agli specialisti la continuazione di questo scritto.


Catello Nastro

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- Esperienze di vita

Antichi mestieri del Cilento scomparsi


E’ uscito il decimo volume della collana “Il Cilento nuovo”
“ANTICHI MESTIERI CILENTANI SCOMPARSI”

Essendo nato – come sanno oramai la maggior parte dei miei lettori – durante la seconda guerra mondiale, e precisamente nel 1941, da una famiglia di artigiani del settore lattiero-caseario, prima a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli e dal 1951, quando avevo appena dieci anni ad Agropoli, nella attigua provincia di Salerno, artigiano lo sono stato da giovanissimo per pagarmi gli studi prima all’Università di Napoli e poi a quella di Torino, nella cui provincia ho insegnato per circa 15 anni. Ritornato ad Agropoli ho insegnato in vari paesi vicini, ma la passione per l’arte, la cultura e l’antiquariato non mi hanno mai abbandonato. Così i miei due figli si sono dedicati e tuttora si dedicano all’artigianato artistico nel settore del restauro e dell’antiquariato. La crisi del terzo millennio ha limitato anche il loro lavoro e si opera solo per la sopravvivenza commerciale, facendo anche enormi sacrifici. Con le nuove tecnologie anche i mestieri sono cambiati. Basta dare un’occhiata in giro. Comunque il lavoro rende liberi, dà dignità, mantiene puliti dentro. Qualsiasi lavoro; onesto naturalmente. La voglia di conoscere svariate tipologie di esseri umani, mi ha portato ad avere contatti spesso diretti con gente importante o umile sia del nord che del sud Italia, Adesso pure coi migranti che frequentano il mio ufficio nel Centro Sociale Polivalente “Città di Agropoli” di cui, attualmente, mi pregio di essere uno dei dirigenti e di operare nel terzo settore, la solidarietà, con passione, serietà, spirito di dedizione e di abnegazione. Insomma cercando di fare qualcosa ed aiutare i meno fortunati di noi. E spesso con l’aiuto dei miei collaboratori riusciamo anche a renderci utili. A mio avviso la condizione dell’uomo normale di una certa età ha due basi essenziali: il lavoro ed il matrimonio. Rispetto a cinquanta anni fa è cambiata la tipologia del lavoro, ma certamente non il concetto del lavoro. Lavorare con onestà e conoscenza significa progredire e far progredire la società che ci circonda. Altrimenti vivremo nel caos. Fatte tutte queste premesse invito i miei giovani lettori ad approfondire i temi trattati nei vari capitoli e di mandarmi aggiunte e suggerimenti per una seconda edizione che curerò con piacere. Magari facendosi suggerire ed illustrare da genitori e nonni. I mestieri di un tempo non erano solo quelli descritti in questo breve libretto, ma certamente molti di più. Auguro buona lettura a tutti e se avrò fatto una piccola opera valida ne sarò oltremodo felice. Il contenuto del libro “Antichi mestieri del Cilento scomparsi” si può leggere on line su “agropolicultura.blogspot.com”. I lettori cilentani che volessero aiutarmi per una seconda edizione con suggerimenti e descrizioni di altri mestieri non citati nel libro, lo possono fare inviandomi una e mail: catellonastro@gmail.com in allegato word 2003. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno dato una mano per la prima edizione, decimo volume della collana letteraria “Il Cilento nuovo” diretta da Mario De Pascale, Antonio Infante e dal sottoscritto.

Catello Nastro



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- Arte

Arte a Spazio donna a Salerno

Arte a “Spazio donna” a Salerno
ESPOSIZIONE DI CAGGIANO, RAZZINO E RISPOLI

Interessante evento artistico nei saloni di “Spazio donna” in piazza Ferrovia a Salerno dal 26 al 28 settembre 2009. Organizzata dal Circolo degli ex dipendenti INPS hanno esposto tre artisti che hanno destato subito l’interesse del numeroso pubblico invitato dai colleghi dell’istituto previdenziale e molti appassionati di altre assicurazioni del territorio. Valeria Caggiano, giovane artista alle prime esperienze pittoriche, ha evidenziato una maturità non indifferente considerata anche la sua giovane età. I fiori, in particolare modo, sono riprodotti con particolare maestrìa da creare dei giochi i luci e colori tali da essere paragonati a dei fuochi pirotecnici nel loro insieme policromatico e fosforescente proiettati nel cielo di una notte serena e senza nubi. La sua grazia espressiva e la sua eleganza convincono l’osservatore della validità della sua produzione. Anche Gaetano Rispoli pesca dal fondo del mare per riportare sulla tela paesaggi e creature a noi spesso lontane ma che pur vivono in un contesto talvolta travagliato dall’inquinamento e dalle reti a strascico. Il compiacersi di riportare sulla tela esseri talvolta strambi, ma certamente pittoreschi, lo porta anche a creare, traendoli sempre dal mondo sommerso, sfondi e cornici creati da madre natura, ma che ben si adattano col resto dell’opera. Una musicalità marina pervade l’opera che nella maggior parte dei casi assurge a vera arte. Anche Alfredo Razzino, che durante l’estate ha allestito una interessante antologica nel suo studio d’arte in Agropoli, sulla collina San Marco, ha presentato figure, paesaggi e nature morte in composizioni dal gusto semplice ma che hanno parimenti evidenziato una maturità coloristica ad alto livello, una ottima conoscenza del senso prospettico, ed una fortunata scelta dei soggetti, per la maggior parte dei casi tratti dal mondo semplice che lo circonda: da un sasso ad un fiore, da una figura di bambino che sta giocando ad un albero che si innalza nella sua maestosità verso il cielo. Nel congratularci con l’Associazione EDINPS, che ha come Presidente Plinio Caggiano e segretario Luigi Potena, auguriamo meritati successi agli espositori che onorano l’arte. La mostra è stata presentata brevemente dallo scrivente, che ha parlato anche del valore sociale dell’arte nella società contemporanea spesso portata verso uno sfrenato materialismo trascurando l’arte figurativa e la cultura in genere. La mostra è stata visitata da circa mille persone. E questo già gratifica gli espositori.


Catello Nastro