Pubblicato il 25/09/2011 19:07:44
Accoccolato sopra un ciglio in vetta alle città io dondolo alla brezza di un crepuscolo deserto attendo che il domani arrivi e so che mai verrà ho il cuore morto ma il mio petto ancora resta aperto, in questa notte il cielo è terso e sfuma all’orizzonte ondeggia un mare d’erba e nella quiete si avvicina dalla scoscesa strada, dalla rupe, da quel monte che fa da sfondo al buio presto luce domattina Morfeo di una bellezza senza eguali, male agli occhi, si chiudono, carezzano le ciglia la mia pelle, nel cuore sento dolce pace, agli arti di già vecchi danzante è la mia foglia sotto il rifiorir di stelle nel compassato e tremulo compianto della sera lei presto, secca secca, lascia il giorno e pare morta finché ebbe luce, mesta, mise il volo oltre frontiera, stremata nell’abbraccio della luna appena sorta Morfeo me la raccoglie con un gesto e passa avanti nelle sue mani attende silenziosa la sua morte. Mio dio che torni spesso a passo lento tra i viventi, recidi al cuore stanco il filo teso della sorte un teschio emerge sotto la mascella mia di bimbo per quanto viva questa carne, fredde son le mani si acquietano città e deserti in questo nuovo limbo nel dormiveglia inneggia un canto nudo di sciamani Morfeo che oscuro vai, non rivelarmi più al domani.
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