Pubblicato il 11/06/2018 08:40:03
Parlare di anima, oggi, è urgente. Perché la fretta, i modelli del mercato, la ‘sana competizione’ osannata dagli stessi modelli, la povertà delle relazioni ridotte a meri ‘contratti di scambio’ o le relazioni cariche di sofferenza contribuiscono a creare una ‘perdita d’anima’. La perdita parziale d’anima si collega a numerosi squilibri in termini di blocchi energetici che la persona avverte come dolore, sofferenza, incapacità di dare un senso alla propria vita, stasi, depressione. Ma esiste una definizione di anima? L’anima possiamo intenderla, sia in una prospettiva non religiosa, che religiosa come ‘il centro’ della persona umana, che le permette di vivere in maniera significativa, gioiosa, piena, la sua esperienza vitale. E che, soprattutto, permette la sua esperienza vitale di manifestazione nel mondo, rendendo congruo, sensato, il suo cammino. Non c’è bisogno di sfogliare i giornali e di ripetere le solite, agghiaccianti percentuali di donne assassinate per rendersi conto che di anima, oggi, si sente un disperato bisogno. Una delle immagini più poetiche per rappresentare l’anima è data dal simbolo della farfalla. Essa rappresenta non solo lo schiudersi del bozzo, ma anche e soprattutto la trasformazione o la metamorfosi. La parola ‘metamorfosi’ richiama le potenzialità stessa dell’anima, la capacità di auto curarsi e guarirsi per ‘schiudere le ali’ in tutti i colori che la rappresentano perché, come una farfalla, possa trovare la leggerezza che la caratterizza. Il cammino dell’anima è, dunque, un cammino di vita-morte- rinascita – vita, in una ciclicità continua che continuamente si crea e distrugge, ma solo per ricrearsi in altre forme. Che c’entra l’anima con l’archetipo? Molto, dal momento che, per Jung l’anima rappresenta un archetipo, cioè un’idea innata, appartenente all’inconscio collettivo, cioè alla memoria del genere umano. Sono un prototipo delle idee che sperimenta come sistema di interpretazione di ciò che è vissuto. Gli archetipi, però, non sono immutabili, ma condizionati dalla cultura. La riflessione sull’archetipo promuove quel processo o meglio, percorso di consapevolezza di sé, che rende autonomi nelle proprie scelte e che permette, inoltre, di slatentizzare gli archetipi ‘nascosti’. L’integrità della donna, ma anche della persona umana, sta infatti nella possibilità di interpretare i vari ‘ruoli’ o le varie dee che ci ‘dominano’ in quanto energie universali che interagiscono con la nostra psiche. Si dice infatti che stringere alleanza con gli dei significa favorire se stessi, ostacolarli si ritorce contro di noi. Annalisa Scialpi
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