Pubblicato il 13/12/2013 17:34:55
Eravamo bambini nel giardino delle diversità. Chi troppo elegante, chi con lo sguardo naïf, chi con addosso un maglione vissuto. Se i saluti fossero provvisori lo potranno dire i sopravvissuti. Qualcuno ha persino tentato un lamento, addirittura un pianto. E anche un dispetto al vicino: “Sei tu che ti sbagli, amico”. Andai via con in bocca un sapore dolce antico. C’era nebbia e non capivo
dove fosse l’ombra e dove la vita.
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