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La mia Saratu!

di Federico Zucchi
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Pubblicato il 15/04/2016 21:57:28

La mia Saratu!
-Saratu è una delle ragazze rapite – insieme ad altre 275 compagne – a Chibok (Nigeria) da Boko Haram.
La madre, Rifkatu Ayuba, l’ha riconosciuta in un video girato dai terroristi-.

Dopo tutto, un nome non è molto.
I merli che vedo al mattino
ne fanno volentieri a meno
e persino i gatti che saettano
dietro la stalla in disuso
sfrecciano lievi senza
il retaggio di una missione.

L’erba non battezza i suoi fiori
i millepiedi si spostano silenziosi
sulle minuscole piste del sottobosco.
Tutto si parla senza chiamare,
senza violare l’anonimato
di ogni minimo essere.

Ma il nome umano ha un’altra misura
perché vibra e risuona quando l’amore
accorre a stanare, quando la morte
rinchiude le imposte, quando l’odio
ti spoglia di ogni più acuta
aderenza amorosa.

Per questo il tuo urlo, madre,
il tuo grido verso tua figlia
- La mia Sarute! -
la lama del tuo pianto sullo
schermo, sono come nostri.
Perché un nome che il male
costringe ad essere spettro,
è un ammanco infinito
che mai lasceremo
colmare da orci
di resa.

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