Pubblicato il 30/11/2016 10:52:52
Non c'è nulla che ecceda il chiarore dell'alba nel ricordarmi che di nuovo sono impegnata a vivere. L'algida linea stamattina era un incongruo incavo arancione nell'indaco perfetto della notte così improbabile che fatico a raccontartelo, mio lontano, mio assente, mio amato baratro nel cuore. Ogni volta l'attendo col cuore in gola, perché non so cosa mi riporterà di te, se le risate bambine o il dolore assurdo della perdita. Sia quel che sia, a volte penso, purché tu non scompaia oltre i tetti, oltre la curva dell'orizzonte che tutto inghiotte. Il suono del tuo nome, la forma del tuo visoo il senso stesso, se mai ce ne sia stato.
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