La mia poesia è precaria,
senza collocazione fissa, fragile,
senza retribuzione, niente diritti.
Non ha tutela sociale, - è imprevidente!-
e, a volte, puoi trovarla dentro ai bagni a non dir niente.
La mia poesia, è precaria, in stage costante
fa fotocopie e porta caffè roventi
ai capi, agli uomini di successo, e ai dirigenti;
rideranno i troppi poeti d'apparato
del perenne affanno d'un ritmo instabile,
d'un io ingestibile, a tempo indeterminato.
[Underground, 2007]
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