Mentre nella solitudine afona delle vostre stanze
butterete occhi distratti - stanchezza, orrore e indifferenza-
sui miei versi scarni, chiedetevi:
dov'è il poeta?
C'è.
Lo troverete, a dormire,
nella cella d’un carcere di massima sicurezza,
o in stanze imbiancate d'azzurro stantio;
a mondare auto, schizzate di vernice nera,
nella noia mortale d'una domenica mattina;
nei corridoi d'un supermercato,
tra sacchi di spazzatura e bottiglie d'olio,
senza tessere, senza contanti.
Lo troverete - lì, vicino a voi!-, sdraiato e sconfitto,
nelle corsie d'una clinica di malattie mentali,
abbandonato, sfatto, su letti di chiodi;
a correre nella notte da un'avventura all'altra, indomito,
indomabile, come un cucciolo d'orso avvelenato dai bracconieri;
nell'astrattezza di un concerto di musica classica,
o, seduto a tavola, Bacardi Breezer davanti,
in attesa di amori dannati,
in attesa d'un cenno sensato da Madama Morte.
Dov'è
il poeta?
Lontano dai vostri occhi, dalle vostre menti,
dai vostri cuori, affittati a rate d'un tanto al mese,
dai vostri dieci metri di vizio vitale, irrinunciabile,
dove la catena d'oro che indossate stretta al collo
vi autorizza ad arrivare, senza rimorso.
[Galata morente, 2010]
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