Parlami, madre televisione,
dimmi cosa devo fare dimmi dove andare,
culla me, re extraterrestre,
sovrano intronato d'un mondo disciolto nel bicarbonato,
restio a non sentirmi abbastanza uomo da esser roccia,
innamorato della mia immagine riflessa nello scarico della doccia.
Parlami, madre televisione, dimmi cosa sono
- sono divino, io, sono eterno-
o finirò a bruciare come carta straccia
tra le fiamme dell’amico inferno?
Nessun diavolo mi canta dolci nenie nelle orecchie, questa sera,
le mie lacrime avendo toccato il fondo dell'acquasantiera.
Parlami, madre televisione, non ti ingannare, non sono sordo!-,
ma, chiuso nel mio mondo, mentre mi mondo, ti mordo,
bardato come un bardo,
schizzato di buca, in buca,
seduto su una palla da biliardo.
[Lame da rasoi, 2008]
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