Chi sei, donna,
divina natura, o umana?
Prima di conoscerti, di conoscermi,
straniera, estraniato vivevo tra nuvole,
antri d'antrace, cumuli di pecore,
e, ora, abito, tra i cuori feriti,
macerie di desideri, cieli senza senso
d'orbo in orbace.
Nell'eternità reale, novello Polifemo,
mi trovo a risiedere, o meglio, a svernare,
a Monza, una cittadina - modello Guantanamo-
che ride, sarcastica, del mio star male,
occhio per occhio occhio perdente,
ai confini dell'aria, e di Milano;
e non mi avvincono, strana straniera, ristoro, o consolazione,
mentre m'infilzo di te, freccia d'allodole smarrita tra le aiuole,
drogato dal sottofondo del digrignare infame
d'un motto di buon senso, che recita,
senza troppe scene, occhio non vede,
cuore non duole.
[Mostri, 2009]
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