Pubblicato il 18/01/2019 19:44:30
Io penso a te, Giovanni, alla vita che ci ha attraversati - lasciando segni - come un fiume di parole l'alveo delle nostre solitudini. Capisco solo ora la fatica dei piedi e delle mani o della mente nella tensione di capire, ma ci è sfuggito il senso delle frasi semmai ci avesse sfiorato un segno, mentre invece abbiamo avuto solo ombre che non sappiamo proiezioni di quale luce. Così ora siamo sulla soglia di un ritardo dentro gli ultimi gesti d'un pensiero, voce gridata in un coro di solisti attraversata dai deserti dell'anima.
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